Ferdinando Martini

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Disambiguazione – Se stai cercando il politico e senatore, sindaco di Lucca, vedi Ferdinando Martini (1889-1953).
Ferdinando Martini

Governatore dell'Eritrea
Durata mandato16 dicembre 1897 - 25 marzo 1907
PredecessoreAntonio Baldissera
SuccessoreGiuseppe Salvago Raggi

Ministro delle colonie del Regno d'Italia
Durata mandato21 marzo 1914 - 18 giugno 1916
Capo del governoAntonio Salandra
PredecessorePietro Bertolini
SuccessoreGaspare Colosimo

Ministro della pubblica istruzione del Regno d'Italia
Durata mandato15 maggio 1892 - 15 dicembre 1893
Capo del governoGiovanni Giolitti
PredecessorePasquale Villari
SuccessoreGuido Baccelli
Gruppo
parlamentare
Centro

Senatore del Regno d'Italia
Legislaturadalla XXVI
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXII, XIII, XIV, XV, XVI, XVII, XVIII, XIX, XX, XXI, XXII, XXIII, XXIV
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoSinistra storica
Titolo di studioLaurea in lettere, laurea in filosofia
ProfessioneScrittore, attore teatrale, politico

Ferdinando Martini (Firenze, 30 luglio 1841Monsummano Terme, 24 aprile 1928) è stato uno scrittore e politico italiano. Fu senatore del Regno d'Italia nella XXVI legislatura, ministro delle Colonie e dell'Istruzione pubblica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio dell'autore di teatro Vincenzo Martini. Giornalista e scrittore. Collaborò dal 1872 al quotidiano Il Fanfulla firmandosi con lo pseudonimo "Fantasio". Nel luglio 1879 fondò il settimanale Fanfulla della domenica, che diresse fino al dicembre del 1880. Il 15 febbraio 1882 fondò La Domenica letteraria, che diresse fino all'agosto 1883.[1] Garbato novelliere; fu professore alla Normale di Pisa. Venne eletto deputato al Parlamento italiano nel 1876 e conservò questa carica per quarantatré anni e tredici legislature. Fu Ministro delle Colonie del Regno d'Italia nei Governi Salandra I e Salandra II nonché Ministro dell'Istruzione Pubblica nel Governo Giolitti I.

Governatore dell'Eritrea dal 1897 al 1907, lasciò un segno indelebile nella Colonia primogenita. La sua buona gestione avviò l'Eritrea a uno sviluppo modesto, ma sano ed equilibrato, basato soprattutto su floride piantagioni[2]. Il 1º marzo 1923 fu nominato Senatore del Regno. Nel 1925 fu tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali fascisti, redatto da Giovanni Gentile. Massone, fu membro del Grande Oriente d'Italia[3], con il grado di Maestro fu affiliato alla loggia Propaganda Massonica di Roma il 23.11.1885 (matricola n. 7082)[4], votò a favore della mozione Bissolati per il divieto dell'insegnamento religioso nella scuola primaria[5]. Intorno al 1887, su progetto dell'architetto Cesare Spighi, fece edificare alla periferia di Monsummano Terme, in località "Renatico", una splendida villa in stile rinascimentale con imponenti scalinate d'accesso. La villa, che oggi è passata in proprietà al Comune di Monsummano, porta il nome di villa Renatico-Martini, ed è sede del Museo di arte contemporanea e del Novecento. Nel 1925 fu tra i fondatori dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana. A Martini è intitolato l'Istituto Alberghiero di Montecatini Terme.

Archivio[modifica | modifica wikitesto]

Per volontà di Ferdinando Martini, alla sua morte, nel 1928, fu creato un "Fondo Martini" di 11.000 lettere, alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Queste lettere sono state schedate in ordine alfabetico, per mittenti. Furono indirizzate a Martini, tra il 1861 e il 1926, da personalità come Giosuè Carducci, Alessandro D'Ancona, Gabriele D'Annunzio, Enrico Bemporad, Guido Biagi, Giovanni Fattori, Renato Fucini, Domenico Gnoli, Ugo Ojetti, Giovanni Pascoli, Giovanni Verga, Giuseppe Zanardelli.

Nella stessa biblioteca, il "Fondo Biagi" contiene lettere di Martini a Biagi; nel "Fondo Carteggi vari" ci sono lettere di Martini a Matilde Bartolommei Gioli, a Francesco Protonotari e a suo fratello Giuseppe; nel "Fondo De Gubernatis", lettere di Martini ad Angelo De Gubernatis. Alla Biblioteca Comunale Forteguerriana di Pistoia, per volontà degli eredi è stata versata nel 1931 la biblioteca personale di Ferdinando Martini che comprende 15.000, tra volumi e opuscoli, tra cui una cospicua raccolta teatrale, 60 periodici risorgimentali, stampe e autografi.[6]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Chi sa il gioco non l'insegni. Proverbio in un atto in versi, Pisa, 1871;
  • Ad una donna. Versi, Venezia, Visentini, 1872;
  • Il peggio passo è quello dell'uscio, Milano, Carlo Barbini, 1874.
  • Il primo passo, 1882.
  • Fra un sigaro e l'altro: chiacchiere di Fantasio, Milano, G. Brigola, 1876, e successive edizioni tra le quali: Milano, Treves, 1930;
  • Cose africane, da Saati ad Abba Carima, discorsi e scritti, Milano, F.lli Treves, 1896;
  • Confessioni e ricordi, Firenze, Bemporad, 1922 (e successive edizioni);
  • Ferdinando Martini, Lettere, 1860-1928, Milano, A. Mondadori, 1934, SBN IT\ICCU\RAV\0177526. 26 tavole e 7 autografi fuor di testo.
  • Nell'Africa italiana, Milano, Treves, 1891;
  • Il Quarantotto in Toscana, Firenze, Bemporad, 1918.
  • A Pieriposa, novella antica, Milano, Treves, 1923.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine civile di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giuseppe Chiarini, Memorie della vita di Giosue Carducci (1835-1907) raccolte da un amico, Firenze, Barbera, 1920, p. 232.
  2. ^ Indro Montanelli, Storia d'Italia, L'Italia dei notabili 1861-1900, Milano, Rizzoli Editore, 1973, p. 288.
  3. ^ Aldo A. Mola, Il Referendum Monarchia-Repubblica del 2-3 giugno 1946, Roma, BastogiLibri, 2016, p. 162.
  4. ^ Elisabetta Cicciola, Ettore Ferrari Gran Maestro e artista fra Risorgimento e Antifascismo. Un viaggio nelle carte del Grande Oriente d'Italia, Mimesis, Milano, 2021, p. 170, 1.17, Nota.
  5. ^ Aldo A. Mola,Storia della Massoneria in Italia, Bompiani/Giunti, Firenze-Milano, 2018, p. 342.
  6. ^ Ferdinando Martini, su SIUSA Sistema informativo degli archivi di Stato. URL consultato il 19 marzo 2018.
  7. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.94 del 26 aprile 1926, pag.1702.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alessandro Donati, Ferdinando Martini, Roma, Formiggini, 1925;
  • Elisa Mochi-Tacchi, Ferdinando Martini, Roma, Tipografia editoriale laziale Marchesi, 1928;
  • Giuseppe Antonio Borgese, Stendhal, Ferdinando Martini e la biblioteca romantica, Milano, Mondadori, 1930;
  • Carlo Weidlich, Ritratto di Ferdinando Martini, Palermo, Domino, 1934;
  • A Ferdinando Martini nel centenario della nascita, Monsummano, 1941;
  • Giuseppe Coluccia,Le novelle di Ferdinando Martini, Bari, Adriatica, 1973;
  • Gioia L. Sebastiani - Dal "Capitan Fracassa" al "Mattino": lettere giornalistiche di Edoardo Scarfoglio e Ferdinando Martini (1881-1914). Roma, 1980.
  • Rossella Dini e Franco Savi (a cura di) Viaggi, popoli e paesi nella libreria di Ferdinando Martini, Firenze-Milano, 1993.
  • Francesco De Lisi, Ferdinando Martini governatore in Eritrea (1898-1907), Firenze, 2004;
  • Piero Buscioni, Ferdinando Martini e la villa di Monsummano, in Le dimore storiche di Pistoia e della Valdinievole, Firenze, Alinea, 2004;
  • Alberto Carli, Prima del corriere dei piccoli: Ferdinando Martini, Carlo Collodi, Emma Perodi e Luigi Capuana fra giornalismo per l'infanzia, racconto realistico e fiaba moderna, Macerata, EUM, 2007;
  • Marino Biondi, Letteratura e risorgimento da Vittorio Alfieri a Ferdinando Martini, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2009;
  • Jessica Pompili, Esordire nell'Ottocento: Il Primo Passo (1882) di Ferdinando Martini, Milano, 2011.
  • Guglielmo Adilardi, Carlotta Lenzi Iacomelli, Ferdinando Martini. L'Uomo, il Letterato, il Politico, Bari, Laterza, 2011.
  • Ferdinando Martini, Il mio Giuseppe Giusti, a cura di Simone Fagioli, con un saggio critico su Martini politico, una lettera inedita di Giuseppe Giusti e il discorso inedito di Martini "Ai reduci della Guerra di Libia, Pescia, 20 settembre 1912", Arezzo, Helicon, 2018.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Governatore dell'Eritrea Successore
Antonio Baldissera 16 dicembre 1897 - 25 marzo 1907 Giuseppe Salvago Raggi
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