Melilla: differenze tra le versioni

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* [[Enrique Sánchez-Monge y Parellada]], agronomo
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== Gemellaggi ==
== Amministrazione ==
=== Gemellaggi ===


* {{bandiera|Spagna}} [[Almería]], [[Spagna]]
* {{bandiera|Spagna}} [[Almería]], [[Spagna]]

Versione delle 12:41, 15 set 2016

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Melilla
Città autonoma
(ES) Ciudad Autónoma de Melilla
Melilla – Stemma
Melilla – Bandiera
Melilla – Veduta
Melilla – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera della Spagna Spagna
Comunità autonomaNon presente
ProvinciaNon presente
Amministrazione
AlcaldeJuan José Imbroda (PP) dal 20-7-2000
Territorio
Coordinate35°17′31.36″N 2°56′19.06″W / 35.292045°N 2.938628°W35.292045; -2.938628 (Melilla)
Superficie12,3 km²
Abitanti73 460 (2009)
Densità5 972,36 ab./km²
Comuni confinantiBen Ansar (MA-NAD), Farkhana (MA-NAD)
Altre informazioni
Cod. postale52001
Prefisso+34 952
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2ES-ML
Codice INE52001
TargaML
Nome abitantiMeligliense (Melillense)
PatronoVirgen della Victoria
Cartografia
Mappa di localizzazione: Spagna
Melilla
Melilla
Sito istituzionale

Melilla (nome ufficiale spagnolo Ciudad Autónoma de Melilla, in arabo مليلية?, Malīliya, in lingua berbera ⵎⵔⵉⵞ, Mrič "la bianca" o ⵜⴰⵎⵍⵉⵍⵜ, Tamlilt; anticamente conosciuta dai romani come Rusadir; dai greci Ῥυσσάδειρον, Ryssadeiron) è una Città autonoma spagnola situata sulla costa orientale del Marocco, nell'Africa del Nord. È un porto franco, e l'attività principale è la pesca. Altre fonti di entrata sono il commercio attraverso la frontiera (legale o di contrabbando) e le sovvenzioni spagnole e dell'Unione europea.

Breve storia

Melilla fu una colonia fenicia, con il nome di Rusadir. Nel 72 d.C. l'imperatore romano Vespasiano le concesse lo statuto di colonia e conobbe un periodo di splendore, arrivando a battere moneta. Nel 430 fu saccheggiata e occupata dai Vandali di Genserico dopo che questi ebbe attraversato lo Stretto di Gibilterra, per iniziare la conquista del Nordafrica. Liberata dal generale Belisario nel 534, tornò in orbita romano-orientale fino alla conquista islamica (fine del VII secolo). In epoca musulmana Melilla conobbe un periodo di decadenza. Nell'859 venne distrutta da un'incursione normanna. Nel 926 fu presa e fortificata dal califfo di Cordova Abd al-Rahman III. Successivamente passò sotto la sovranità delle differenti dinastie che governarono il Marocco, fra cui gli Almoravidi (nel 1080) e gli Almohadi (dopo il 1141).

Il 17 settembre 1497, la Spagna occupò la città, nel corso della Reconquista. Da allora il Marocco ha tentato ripetutamente di annettere Melilla. Tra il 9 dicembre 1774 e il 19 marzo 1775 la città fu sottoposta a un assedio durato 100 giorni ad opera del sultano Mohammed ben Abdallah, ma senza esito. Il governo marocchino reclama dal 1982 Melilla, insieme a Ceuta e ad alcune piccole isole spagnole prossime alla costa africana[1].

La città confina con i centri abitati marocchini di Beni Chiker, Ben Ansar e Bou Mahroud.

Melilla oggi

Melilla ha un rappresentante al Congresso spagnolo e due al Senato. Ha ottenuto lo status di città autonoma il 14 marzo 1995.

Lo standard ISO 3166-1 riserva la sigla EA per Melilla e Ceuta.

Solo le persone con discendenza marocchina parlano il berbero, per la precisione un dialetto della tarifit, la lingua del Rif. Nei dialetti del Rif di solito al suono l degli altri parlari berberi corrisponde un suono r, mentre al suono geminato, ll, corrisponde ğ o, in fine di parola, č. Da qui il nome Mrič per un antico Mlill, "la Bianca". La lingua ufficiale e più diffusa è tuttavia lo spagnolo, unica ad essere insegnata nelle scuole.

Il confine terrestre tra Melilla e l'entroterra marocchino è recintato e sorvegliato, allo scopo di contenere l'ingresso di immigrati nell'enclave che, in quanto territorio spagnolo, garantisce ulteriore libero accesso all'area europea delle nazioni aderenti al trattato di Schengen.

Mappa

Personaggi nati a Melilla

Amministrazione

Gemellaggi

Note

  1. ^ * François Papet-Périn, "La mer d'Alboran ou Le contentieux territorial hispano-marocain sur les deux bornes européennes de Ceuta et Melilla". Tome 1, 794 p., tome 2, 308 p., thèse de doctorat d'histoire contemporaine soutenue en 2012 à Paris 1-Sorbonne sous la direction de Pierre Vermeren.

Bibliografia

  • Robert Rézette, Les enclaves espagnoles au Maroc, Parigi 1976

Voci correlate

Altri progetti

Controllo di autoritàVIAF (EN316750629 · LCCN (ENn83063610 · GND (DE4313276-5 · BNE (ESXX450555 (data) · J9U (ENHE987007555235805171 · WorldCat Identities (ENlccn-n83063610
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