CD-i
Questa voce o sezione sull'argomento console non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
|
CD-i console | |
---|---|
Produttore | Royal Philips Electronics N.V. |
Tipo | console Lettore multimediale |
Generazione | Quarta |
In vendita | 3 dicembre 1991 |
Dismissione | 1998 |
Predecessore | Philips Videopac+ G7400 |
Caratteristiche tecniche | |
Supporto di memoria | VCD, CD+G, CD-i, Audio CD, Karaoke CD |
Dispositivi di controllo | telecomando |
Servizi online | non disponibile |
Il CD-i (conosciuto anche come Compact Disc Interactive o Philips CD-i) è un lettore multimediale, anche console per videogiochi, sviluppato e commercializzato dalla Philips all'inizio degli anni novanta. Il nome si riferisce anche allo standard di memorizzazione utilizzato dai CD riprodotti dal lettore.
Lo standard viene specificato nel Green Book co-sviluppato da Sony e Philips nel 1986.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il primo lettore CD-i venne presentato da Philips nel 1991 e messo in vendita al prezzo di 400 dollari statunitensi. Il lettore era in grado di leggere dischi in formato CD-i, CD audio, CD+G, CD karaoke e Video CD, sebbene la lettura di questo standard richiedesse l'acquisto di una scheda di decodifica MPEG-1 opzionale grazie alla quale i videogiochi erano dotati di un'ottima grafica (vedi Dragon's Lair).
La console venne prodotta in svariati aggiornamenti da un consorzio di produttori davvero impressionante: Magnavox, LG, Digital Video Systems, Memorex, Grundig, Sony (che ne produsse una versione portatile detta Intelligent Discman), Kyocera, NBS, Highscreen e Bang & Olufsen (che commercializzò, nel 1996, un televisore con un sistema CD-i integrato).
Tuttavia fece fatica a raggiungere una certa diffusione nel mercato e a tutt'oggi viene considerato tra i più grandi flop del mercato videoludico; infatti, sebbene fosse supportata da una grande azienda quale Philips, i team di sviluppo dei videogiochi semplicemente non avevano una vera e propria formazione da game designer. Dal 1994 al 1998 Philips continuò la produzione CD-i tramite dei cataloghi indirizzati direttamente verso i privati, con le serie 200, 400 (munite di un joypad più comodo), 300 (dei CD-i portatili con schermo lcd) e 600, questi ultimi dei lettori con disk drive professionali per programmatori; alcuni modelli erano distribuiti da Goldstar.
Cause del fallimento[modifica | modifica wikitesto]
Dapprima furono resi disponibili videogiochi a quiz cui il mercato rispose in maniera fortemente negativa[senza fonte]; quando poi vennero resi disponibili giochi di genere analogo a quelli delle altre console (platform, sparatutto, RTS), si notò che nella programmazione dei titoli generalmente non veniva dato il giusto risalto alla giocabilità: infatti i giochi venivano prodotti in maniera approssimativa e grossolana, persino il controller si mostrò palesemente inadatto per l'utilizzo, poiché si ispirava al tipo di quelli utilizzati dell'Intellivision, tecnologia superata da ben dieci anni.[senza fonte]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Il CD diventa interattivo (JPG), in The Games Machine, n. 52, Xenia Edizioni, aprile 1993, pp. 110-113, OCLC 955708482.
- CD-impresari (JPG), in K, n. 19, Milano, Glénat, luglio/agosto 1990, pp. 17-19, ISSN 1122-1313 .
- PlayWorld speciale CD-i Philips, in MCmicrocomputer, n. 119, Roma, Technimedia, giugno 1992, pp. 202-204, ISSN 1123-2714 .
- CD-I: un rivale potenziale per il PC, in PC Review, n. 4, EMAP/Studio Vit, ottobre 1992, pp. 28-29.
- CD-i Magazine, n. 1, Xenia Edizioni, aprile 1995, OCLC 955714052.
- Manuali
- Philips CD-i 210, Philips Interactive Media Systems, 1995.
- Philips CD-i 220, Philips Interactive Media Systems, 1995.
- Philips CD-i 740, Philips Interactive Media Systems, 1996.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su CD-i
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) History of the Philips CD-i, su philipscdi.com.