Arsita

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Arsita
comune
Arsita – Stemma
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Abruzzo
Provincia Teramo
Amministrazione
SindacoCatiuscia Cacciatore[1] (lista civica Territorio e tradizione) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate42°30′08.12″N 13°47′04.27″E / 42.502256°N 13.784519°E42.502256; 13.784519 (Arsita)
Altitudine470 m s.l.m.
Superficie34,14 km²
Abitanti733[2] (31-12-2022)
Densità21,47 ab./km²
FrazioniCacciafumo, Collemesolo, Figliolarsita, Pantane, Valleiannina
Comuni confinantiBisenti, Castel del Monte (AQ), Castelli, Farindola (PE), Penne (PE)
Altre informazioni
Cod. postale64031
Prefisso0861
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT067003
Cod. catastaleA445
TargaTE
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona E, 2 114 GG[4]
Nome abitantiarsitani
Patronosan Nicola da Tolentino
Giorno festivo10 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Arsita
Arsita
Arsita – Mappa
Arsita – Mappa
Posizione del comune di Arsita all'interno della provincia di Teramo
Sito istituzionale
Busto di San Nicola sul portale della chiesa parrocchiale di Arsita (TE) opera dello scultore abruzzese Diego Mostacci.

Arsita è un comune italiano di 733 abitanti[2] della provincia di Teramo in Abruzzo. Posto al di sotto del gruppo del Monte Camicia (versante orientale del massiccio del Gran Sasso d'Italia), si trova nell'alta valle del Fino e fa parte della Comunità montana del Vomano, Fino e Piomba. Fino al 1906 era denominata Bacucco, nome ancora spesso usato nel dialetto locale.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il vecchio nome Bacucco, secondo il Sorricchio, deriverebbe da Bacuccum ossia da Bacco. Il nome di Bacucco fu cambiato nell'attuale Arsita nel 1905 in seguito ad una relazione del 3 settembre 1905 (agli atti del Consiglio Provinciale di Teramo).

Il nome di Arsita compariva già in alcuni documenti precedenti: ad esempio nel 1787 nella descrizione della zona redatta per ordine del Re; oppure nelle citazioni che Vincenzo Bindi riporta nel suo Necrologio Atriano pubblicato su Monumenti archeologici dove si parla di Berardus Raineij Arsete e di Reynerij Arsete.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nell'XI secolo sia Arseta che Bacucco, indicati come due Castelli distinti, compaiono sulle porte bronzee dell'abbazia di Montecassino, fatte costruire nel 1065 dall'abate Desiderio con la rappresentazione di tutti i possedimenti del Monastero nell'Italia centrale[5].

Nel 1085 il Castello di Arseto con la sua carbonaia e la chiesa di S. Giovanni, ed il Castello di Bacucco, già entrambi possessi dell'Abbazia di Montecassino ma retti in sua vece come feudatario dal Conte di Chieti Trasmondo, vengono definitivamente ceduti dal Conte al Monastero, probabilmente perché in punto di morte[6].

Vi sono documenti che attestano il possesso degli Acquaviva nel periodo nel XII secolo. Nel 1481 il Ferrante d'Aragona donava Bacucco all'Università di Penne, confermando la donazione fatta da suo figlio Alfonso duca di Calabria, quale ricompensa per i danni subiti per essere stata fedele al Re. Nel XVII secolo fu feudo farnesiano appartenente al Regno di Napoli. Nel 1486 il castello di Bacucco torna alla città Busto di San Nicola sul portale della chidi Penne. L'Università di Bacucco fu per secoli indipendente ma nel 1806 venne unita al Circondario di Penne.

Il brigantaggio ottocentesco[modifica | modifica wikitesto]

Contro l'invasione francese sulle montagne di Farindola si era formata una banda di insorti (i briganti) che saccheggiarono i paesi di Castiglione Messer Raimondo, Bisenti, Castagna e Castelli, quindi Bacucco e Civitella Casanova.

Il giorno 8 marzo 1807 la Commissione Militare condannò a morte il brigante Donato di Agostino di Bacucco, eseguendo la condanna il giorno successivo in una località tra Bisenti e Bacucco. Il cadavere, come quello degli altri afforcati, fu lasciato appeso all'albero per tre giorni.

Alla fine di maggio 1807 i briganti (ossia gli insorti contro l'invasione francese) assalirono e depredarono Bacucco portando via parecchi giovani per aggregarli alle proprie forze. Nel luglio 1807 il capobrigante Antonio Priore uccise Vieti, arciprete di Bacucco.

L'acqua medicamentosa[modifica | modifica wikitesto]

Il Giustiniani informa che ai primi dell'Ottocento a Bacucco scaturiva un'acqua che guariva la rogna e il mal di fegato. Il flusso d'acqua però non era perenne.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma del comune di Arsita è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 2 maggio 1958.[7]

«D'azzurro, alla torre di due palchi, d’argento, murata di nero, fondata in punta, ogni palco merlato alla ghibellina di tre, il palco superiore finestrato di nero, essa torre munita di grande porta di nero, caricata di costolatura a rombi d'oro, le superfici definite dai rombi ornate da dieci borchie d'oro, cinque per ognuno dei due battenti. Ornamenti esteriori da Comune.»

Monumenti e luoghi di interesse[modifica | modifica wikitesto]

  • Castello di Bacucco (i ruderi), nella parte più alta del paese;
  • Chiesa di Santa Vittoria Vergine e Martire. Sul portale della facciata è collocato un busto in pietra bianca, raffigurante San Nicola, opera dello scultore abruzzese Diego Mostacci[8];
  • Chiesa di Santa Maria d'Aragona, con una Madonna con Bambino;
  • Mulino Di Francesco, lungo il "Sentiero dei mulini";
  • Inferno spaccato, una peculiarità geologica;
  • Pietra Rotonda, una palestra di roccia attrezzata.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[9]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2016 la popolazione straniera residente ad Arsita risulta essere l'1,90% del totale[10]. La comunità più numerosa è quella inglese (0,84 % del totale della popolazione residente); seguono, quella irlandese (0,31%) e quella marocchina (0,31%)[10].

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

I membri del gruppo folcloristico arsitano nel passato personificavano in costume, I mesi dell'anno.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
23 aprile 1995 13 giugno 2004 Enzo Lucci Lista civica di centro-destra (1995-1999)
Lista civica (1999-2004)
Sindaco [11][12]
14 giugno 2004 7 giugno 2009 Pierino Ridolfi Lista civica Sindaco [13]
8 giugno 2009 26 maggio 2019 Enzo Lucci Lista civica La primula Sindaco [14][15]
27 maggio 2019 in carica Catiuscia Cacciatore Lista civica Territorio e tradizione Sindaco [1]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

La principale squadra di calcio della città era l'A.S.D. Arsita 1995 che militava nel girone E abruzzese di 1ª Categoria prima di sciogliersi nel 2020. È nata nel 1995.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Risultato delle elezioni amministrative del 26 maggio 2019, su Archivio storico delle elezioni del Ministero dell'Interno.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ A.L. Antinori, Annali degli Abruzzi, VI, Bologna, Forni Editore, 1971, sub anno 1065.
  6. ^ A.L. Antinori, Annali degli Abruzzi, VI, Bologna, Forni Editore, 1971, sub anno 1085 sub voce "Bisenti. Casino".
  7. ^ Arsita, decreto 1958-05-02 DPR, concessione di stemma, su dati.acs.beniculturali.it. URL consultato il 17 gennaio 2022.
  8. ^ http://www.paesiteramani.it/Paesi/ArsitaSVittoria.htm
  9. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
  10. ^ a b Cittadini Stranieri 2016 - Arsita (TE), su Tuttitalia.it. URL consultato il 18 settembre 2016.
  11. ^ Risultato delle elezioni amministrative del 23 aprile 1995, su Archivio storico delle elezioni del Ministero dell'Interno.
  12. ^ Risultato delle elezioni amministrative del 13 giugno 1999, su Archivio storico delle elezioni del Ministero dell'Interno.
  13. ^ Risultato delle elezioni amministrative del 12 giugno 2004, su Archivio storico delle elezioni del Ministero dell'Interno.
  14. ^ Risultato delle elezioni amministrative del 7 giugno 2009, su Archivio storico delle elezioni.
  15. ^ Risultato delle elezioni amministrative del 26 maggio 2014 [collegamento interrotto], su Archivio storico delle elezioni del Ministero dell'Interno.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Arsita, ambiente, cultura, tradizione, a cura di Carmen Morisi, Penne, Cogecstre, 1998;
  • Giuseppe Profeta, Le tradizioni popolari di Arsita (Teramo), Firenze, Olschki, 1959, in Atti del 7. Congresso Nazionale delle Tradizioni popolari, Chieti 4-8 settembre 1957, Firenze, Olschki, 1959;
  • Giulio Di Nicola, Arsita, in L'Araldo Abruzzese, Teramo, 21 settembre 1975, p. 3;

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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