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Donald Trump: differenze tra le versioni

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Dopo aver concorso senza successo alle [[elezioni primarie|primarie]] del [[Partito Riformista (Stati Uniti d'America)|Partito Riformista]] per le [[elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2000|elezioni presidenziali del 2000]], aderì dapprima al [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|Partito Democratico]] e poi al [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|Partito Repubblicano]].<ref name="politifact">{{cita web|lingua=en|url=http://www.politifact.com/florida/statements/2015/aug/24/jeb-bush/bush-says-trump-was-democrat-longer-republican-las/|titolo=Bush says Trump was a Democrat longer than a Republican 'in the last decade'|editore=PolitiFact Florida|accesso=5 gennaio 2016}}</ref> Nel 2016 ha preso parte alle [[elezioni primarie del Partito Repubblicano del 2016 (Stati Uniti d'America)|primarie repubblicane]] in previsione delle [[elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2016|elezioni presidenziali del medesimo anno]], ottenendo il maggior numero di delegati e diventando quindi il candidato del partito. Trump ha impostato la sua [[campagna elettorale]] su posizioni [[populismo di destra|populiste]] e [[conservatorismo|conservatrici]]: in particolare, le sue dichiarazioni in favore del libero utilizzo delle [[arma da fuoco|armi da fuoco]] hanno suscitato aspre polemiche, così come la sua proposta di istituire una [[moratoria]] sull'[[immigrazione]] delle persone di religione [[islam]]ica.<ref>Vedi:<br />{{cita web|lingua=en|url=http://www.politico.com/magazine/story/2015/09/trump-tea-party-populist-exposed-213111|titolo=How Trump Exposed the Tea Party|editore=POLITICO Magazine}}<br />{{cita web|lingua=en|url=http://www.npr.org/sections/itsallpolitics/2015/09/04/437443401/populist-movement-reflected-in-campaigns-of-sanders-and-trump|titolo=Nativism And Economic Anxiety Fuel Trump's Populist Appeal|data=4 settembre 2015|editore=NPR}}<br />{{cita news|lingua=en|titolo=Donald Trump and the Long Tradition of American Populism|url=http://www.newsweek.com/donald-trump-populism-365052|pubblicazione=''[[Newsweek]]''|autore=Chris Lehmann|data=22 agosto 2015}}</ref>
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Alle elezioni dell'8 novembre 2016, ha sconfitto la candidata democratica [[Hillary Clinton]] ed è stato designato quale [[presidente eletto]] ''[[in pectore]]'', avendo conseguito la maggioranza del [[Collegio elettorale degli Stati Uniti d'America|collegio elettorale]] che il 19 dicembre 2016 nominerà formalmente il nuovo capo di Stato; il suo insediamento alla [[Casa Bianca]] come 45º presidente è previsto per il 20 gennaio 2017, alla scadenza del secondo mandato di [[Barack Obama]].<ref>{{cita news|autore=Alessandro Sala|titolo=Elezioni presidenziali Usa 2016. Trump è il nuovo presidente. Clinton tace ma gli concede la vittoria|url=http://www.corriere.it/elezioni-presidenziali-usa-2016/notizie/elezioni-presidenziali-usa-2016-risultati-clinton-trump-63454d76-a60f-11e6-b4bd-3133b17595f4.shtml|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=9 novembre 2016|accesso=9 novembre 2016}}</ref>
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== Biografia ==
== Biografia ==

Versione delle 15:18, 10 nov 2016

Donald Trump

Presidente eletto degli Stati Uniti d'America

Dati generali
Partito politicoRepubblicano (1987-1999; 2009-2011; dal 2012)
Indipendente (2011-2012)
Democratico (1964-1987; 2001-2009)
Riformista (1999-2001)
Titolo di studioScienze Economiche e Finanziarie, Wharton School of the University of Pennsylvania (1968)[1]
UniversitàFordham University, Wharton School of the University of Pennsylvania, Kew-Forest School, New York Military Academy e Università della Pennsylvania
ProfessioneImprenditore
FirmaFirma di Donald Trump

Donald John Trump (IPA: [ˈdɑnəld ʤɑn trʌmp]; New York, 14 giugno 1946) è un imprenditore, politico e personaggio televisivo statunitense, presidente eletto degli Stati Uniti d'America.

È figlio di Fred Trump, un facoltoso investitore immobiliare di New York, da cui è stato fortemente influenzato nel proposito di intraprendere una carriera nel medesimo settore. Ha frequentato la Wharton School of the University of Pennsylvania, lavorando allo stesso tempo nell'azienda paterna, la «Elizabeth Trump & Son», di cui divenne socio dopo essersi laureato nel 1968; tre anni più tardi rilevò in prima persona la gestione della compagnia, ribattezzandola «Trump Organization».

Le sue strategie aggressive di brand management, il suo stile di vita e i suoi modi diretti hanno contribuito a renderlo un personaggio celebre, status accresciuto dalla popolarità del programma televisivo The Apprentice, da lui stesso prodotto e condotto fra il 2004 e il 2015. È annoverato alla 405ª posizione nella lista delle persone più ricche del mondo stilata da Forbes nel 2015, con un patrimonio stimato in 4,1 miliardi di dollari.

Dopo aver concorso senza successo alle primarie del Partito Riformista per le elezioni presidenziali del 2000, aderì dapprima al Partito Democratico e poi al Partito Repubblicano.[2] Nel 2016 ha preso parte alle primarie repubblicane in previsione delle elezioni presidenziali del medesimo anno, ottenendo il maggior numero di delegati e diventando quindi il candidato del partito. Trump ha impostato la sua campagna elettorale su posizioni populiste e conservatrici: in particolare, le sue dichiarazioni in favore del libero utilizzo delle armi da fuoco hanno suscitato aspre polemiche, così come la sua proposta di istituire una moratoria sull'immigrazione delle persone di religione islamica.[3]

Ha vinto le elezioni presidenziali dell'8 novembre 2016, prevalendo sulla candidata democratica Hillary Clinton e conseguendo la maggioranza del collegio elettorale che il 19 dicembre 2016 nominerà formalmente il nuovo capo di Stato; il suo insediamento alla Casa Bianca come 45º presidente è previsto per il 20 gennaio 2017, alla scadenza del secondo mandato di Barack Obama.[4]

Biografia

Trump con la moglie Melania ad un evento della campagna elettorale del 2016
Lo stesso argomento in dettaglio: Famiglia Trump.

Donald Trump ha cinque figli e si è sposato tre volte:

  • con Ivana Marie Zelníčková (Trump), con cui è stato sposato dal 7 aprile 1977 all'8 giugno 1992, da cui ha avuto tre figli:
    • Donald John Trump, Jr. (n. 31 dicembre 1977), sposato dal 12 novembre 2005 con Vanessa Haydon
    • Ivanka Marie Trump (n. 30 ottobre 1981), sposata dal 25 ottobre 2009 con Jared Kushner
    • Eric Frederic Trump (n. 6 gennaio 1984), sposato dall'8 novembre 2014 con Lara Yunaska
  • con Marla Maples, con cui è stato sposato dal 19 dicembre 1993 all'8 giugno 1999, da cui ha avuto una figlia:
  • con Melania Knauss[5], sua attuale consorte, dal 22 gennaio 2005[6], da cui ha avuto l'ultimo figlio:
    • Barron William Trump (n. 20 marzo 2006).

Carriera

Imprenditore

Laureato in Economia e Finanza presso la Wharton School of Business dell'Università della Pennsylvania, Trump cominciò la sua carriera nella società del padre, la Elizabeth Trump and Son, che si concentrava nell'affittare case a Brooklyn, Queens e Staten Island. Uno dei primi progetti di Trump, quando era ancora al college, era il rilancio del complesso Swifton Village a Cincinnati, Ohio, dove suo padre aveva investito nel 1962 5,7 milioni di dollari. Trump divenne direttamente coinvolto nel progetto e con 500.000 dollari di investimento entro due anni riuscì ad azzerare il tasso di sfitto dei 1.200 appartamenti, che inizialmente era pari al 66%. Nel 1972 la Trump Organization vendette Swifton Village per 6,75 milioni di dollari.[7]

Nel 1970 Trump si trasferì a Manhattan e venne coinvolto in un grande progetto di costruzione in cui utilizzò il design architettonico per vincere il riconoscimento pubblico. Comprò e valorizzò Old Penn Central per 60 milioni di dollari senza impegno economico. Più tardi, con l'aiuto di 40 anni di detrazione fiscale dal fisco di New York, trasformò il fallito Commodore Hotel nel Grand Hyatt e creò la Trump Organization.

Fin dal 2006, Trump è il più importante testimonial della multinazionale delle telecomunicazioni e dell'energia ACN, Inc..

Politico

Incontro con il presidente Ronald Reagan alla Casa Bianca nel 1987

Nel 2000, i mezzi di comunicazione di massa statunitensi, ipotizzarono una possibile candidatura di Trump alla presidenza degli Stati Uniti per il Partito della Riforma (che nella tornata elettorale precedente aveva candidato il miliardario texano Ross Perot, già candidato indipendente nel 1992) alle presidenziali del 2000: invece, la nomination del partito andò a Pat Buchanan (in corsa con Ezola B. Foster come suo vice).

Nella puntata del 17 settembre 2008 del Larry King Live, Trump ha ufficialmente dato il suo appoggio al Senatore Repubblicano John McCain in occasione delle presidenziali del 2008.

Il 4 ottobre 2010 Trump dichiarò ad American Morning (trasmissione televisiva mattutina di successo della CNN) che egli stava seriamente considerando la possibilità di candidarsi per la Casa Bianca nel 2012[8][9] per i repubblicani.

Il 10 febbraio 2011 Trump ha tenuto un discorso presso il CPAC[10] in cui ha espresso le proprie posizioni politiche[11] e si è principalmente dichiarato come:

Il 16 maggio 2011 Donald Trump ha annunciato che non si sarebbe candidato per la nomination repubblicana nelle elezioni americane del 2012. Il miliardario ha dichiarato di "non essere pronto a lasciare il settore privato", mentre pare che la decisione sia stata presa a seguito di un clamoroso flop nei sondaggi: 71 americani su 100 avrebbero definito Trump "inadeguato come presidente".[13] Agli inizi di febbraio 2012 Trump ha dichiarato il proprio sostegno al candidato ultraconservatore Newt Gingrich contro Mitt Romney nelle primarie repubblicane.[14]

Elezioni presidenziali del 2016

Donald Trump in New Hampshire il 19 agosto 2015

Il 16 giugno 2015, Trump annuncia formalmente la propria candidatura alle presidenziali del 2016 con un evento a New York, nella sua Trump Tower, introdotto dalla figlia Ivanka: attacca il presidente Obama, il pericolo crescente rappresentato dal terrorismo islamico e la forza economica della Cina, affermando che l'America ha bisogno di un vero leader per ritornare grande[15][16]. Secondo Trump, le Amministrazioni Obama e Bush hanno permesso il declino economico della classe media americana, imputando inoltre all'élite del partito repubblicano di averla tradita conducendo un'opposizione inefficace al Congresso, dove il GOP detiene la maggioranza assoluta. Make America Great Again è appunto il motto della sua campagna elettorale. Trump ha criticato spesso gli accordi commerciali stipulati dagli USA con altri stati, ai quali ascrive in particolare il declino del settore manifatturiero e della perdita di posti di lavoro a vantaggio di paesi a basso costo di manodopera. Trump si è detto contrario alla ratifica del TTIP.

Nei caucus in Iowa del 1º febbraio 2016 Trump si colloca al secondo posto col 24% di voti; il 9 febbraio, nel New Hampshire ottiene la prima vittoria col 35,3% di voti; il 20 febbraio consegue il 32,5% di voti vincendo le primarie della South Carolina. Il 23 febbraio segue la netta vittoria ai caucus del Nevada, col 45,9%. Nel Supermartedì del 1º marzo, dove votano 11 stati, Trump si aggiudica 7 primarie: Alabama, Georgia, Tennessee, Arkansas, Virginia, Vermont, Massachusetts. Nel secondo Supermartedì dell'8 marzo, vince le primarie in Mississippi (47,3%), Michigan (36,5%) e i caucus alle Hawaii (42,4%) mentre arriva secondo ai caucus in Idaho (28,1%).

Il 26 maggio, Trump si aggiudica ufficialmente le primarie repubblicane, conquistando i delegati necessari per la nomination alla Casa Bianca.[17] Donald Trump è il candidato più votato della storia del Partito Repubblicano con 13 milioni e 406 mila voti, battendo il precedente record di Bush che nelle primarie del 2000 aveva ottenuto 12 milioni di voti.[18]

Personaggio mediatico

Televisione

Trump con Dennis Rodman, durante la partecipazione di Rodman a The Celebrity Apprentice

Dal 2004 Donald Trump si è reso noto al grande pubblico televisivo americano e internazionale, anche per il successo del suo reality show televisivo The Apprentice (da cui è stato ricavato lo spin-off The Celebrity Apprentice): la versione americana è trasmessa in Italia dai canali Sky, e nel 2012 ha avuto una sua versione italiana trasmessa da Cielo e Sky Uno, dove il boss era Flavio Briatore e nella quale Trump è apparso nei promo e all'ultima puntata della seconda edizione. Dopo alcune sue affermazioni polemiche sugli immigrati, la NBC annuncia nel 2015 che il programma continuerà senza Trump, di cui è diventata famosa la frase: «You're fired!» ("sei licenziato!").

Appassionato di wrestling da lungo tempo, Trump è amico del proprietario della WWE (World Wrestling Entertainment) Vince McMahon. Ospitò due edizioni di WrestleMania al Trump Plaza e partecipò anche a qualche show in veste di ospite.[19] Apparve tra il pubblico a WrestleMania VII, e venne intervistato da Jesse Ventura a bordo ring durante WrestleMania XX.[20] In tempi recenti, è stato impegnato per qualche tempo in un feud con lo stesso Vince McMahon, culminato in un match a WrestleMania 23, il 1º aprile 2007. Al match non presero direttamente parte né McMahon né Trump, bensì due atleti scelti come loro rappresentanti, Bobby Lashley per Trump e Umaga per McMahon; a vincere la così ribattezzata Battle of Billionaires fu Lashley in rappresentanza di Donald Trump. Il match fu definito anche Hair vs. Hair poiché il perdente avrebbe dovuto tagliarsi a zero la chioma, e infatti McMahon si ritrovò senza capelli. Ad arbitrare la contesa fu "Stone Cold" Steve Austin. Il 25 febbraio 2013 il sito ufficiale della WWE ha ufficializzato l'ingresso di Trump nella WWE Hall of Fame.

Cinema

La stella di Donald Trump sulla Hollywood Walk of Fame

Donald Trump ha avuto dei camei nei seguenti film e telefilm:

Blog

Il 16 dicembre 2009, dal suo popolare blog personale, Donald Trump commenta l'avvenuta condanna in primo grado della cittadina americana Amanda Knox a 26 anni di reclusione per il diretto coinvolgimento nel brutale omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher a Perugia. Egli si proclama convinto dell'innocenza della ragazza e definisce il processo italiano e il suo esito un'inquietante ingiustizia. Per tale motivo si fa promotore di un'iniziativa presso i suoi connazionali americani affinché boicottino l'Italia fintantoché questa non abbia fatto la cosa giusta, liberando Amanda, sostenendo inoltre che dovrebbe essere il pubblico ministero del processo a dover essere imprigionato al posto suo.[21]

I Birthers

Donald Trump fa parte dei cosiddetti birthers, coloro che sostengono che Barack Obama sarebbe nato in Kenya,[22] malgrado egli sia nato a Honolulu, quindi in territorio americano. Essi affermano che Obama non abbia mai presentato pubblicamente il proprio certificato di nascita originale, nonostante l'obbligo previsto dalla legge, e che di conseguenza la sua elezione alla Casa Bianca sia frutto di una cospirazione anti-americana.

La vicenda, iniziatasi nell'autunno 2007, dopo aver diviso l'opinione pubblica americana in due fazioni contrapposte, ovvero i sostenitori dei birthers (tra cui Donald Trump e molti politici del Partito Repubblicano con relativi sostenitori) e i loro oppositori, ha avuto conclusione il 27 aprile 2011 con la pubblicazione sul sito della Casa Bianca di un comunicato ufficiale allegante la scansione del certificato di nascita originale di Obama, che ne conferma la nascita in territorio statunitense.[23]

A proposito della teoria esposta dai cosiddetti birthers sulla (presunta) ineleggibilità (per violazione della cosiddetta clausola costituzionale di nascita[24]) di Barack Obama alla carica di presidente degli Stati Uniti, il 28 marzo 2011 Trump ha dichiarato:

(EN)

«It took me one hour to get my birth certificate. It's inconceivable that, after four years of questioning, the president (Obama) still hasn't produced his birth certificate.»

(IT)

«Ho impiegato un'ora per avere il mio certificato. È inconcepibile che dopo quattro anni di interrogativi il presidente (Obama) non abbia ancora mostrato il suo.»

Nella cultura di massa

Nel film Ritorno al futuro - Parte II, il personaggio di Biff Tannen, miliardario del 1985 alternativo, sarebbe ispirato a Donald Trump.[25] La pellicola Gremlins 2 - La nuova stirpe si svolge invece quasi interamente all'interno della "Clamp Enterprises", il cui proprietario, il multimiliardario Daniel Clamp, è una trasparente parodia del magnate americano, nonché dell'imprenditore Ted Turner.[26]

Donald Trump è stato protagonista di una storia della serie a fumetti Martin Mystère, in particolare della storia pubblicata nell'Almanacco del Mistero 1990 intitolata Condominium, ovvero come Donald Trump salvò la terra. In questa storia il protagonista, sfrattato di casa, si rivolge a un'agenzia immobiliare che si rivela essere gestita da extraterrestri che vogliono conquistare la Terra, ma l'intervento del miliardario Trump salva la situazione in quanto diventa loro socio.[27]

Trump compare in un cameo nel ruolo del proprietario del Plaza Hotel (di fatto di sua proprietà dal 1988 al 1995) nella pellicola Mamma, ho riperso l'aereo: mi sono smarrito a New York (1992).[28]

Una parodia di Donald Trump è apparsa nel secondo episodio della diciannovesima stagione della serie animata satirica South Park, andata in onda il 23 settembre 2015, nella quale impersonava il primo ministro canadese.[29]

Onorificenze e riconoscimenti

Onorificenze

Ordine Presidenziale della Luce (Georgia) - nastrino per uniforme ordinaria
— 22 aprile 2012

Note

  1. ^ Trump, Donald, in Enciclopedia on line Treccani.it, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ (EN) Bush says Trump was a Democrat longer than a Republican 'in the last decade', su politifact.com, PolitiFact Florida. URL consultato il 5 gennaio 2016.
  3. ^ Vedi:
    (EN) How Trump Exposed the Tea Party, su politico.com, POLITICO Magazine.
    (EN) Nativism And Economic Anxiety Fuel Trump's Populist Appeal, su npr.org, NPR, 4 settembre 2015.
    (EN) Chris Lehmann, Donald Trump and the Long Tradition of American Populism, in Newsweek, 22 agosto 2015.
  4. ^ Alessandro Sala, Elezioni presidenziali Usa 2016. Trump è il nuovo presidente. Clinton tace ma gli concede la vittoria, in Corriere della Sera, 9 novembre 2016. URL consultato il 9 novembre 2016.
  5. ^ Il Cupido (italiano) di casa Trump, in Letteradonna. URL consultato il 3 novembre 2016.
  6. ^ Zampolli: “Io manager delle modelle vi racconto come Melania ha conquistato Trump”, su LaStampa.it. URL consultato il 3 novembre 2016.
  7. ^ (EN) Gregory Korte, Complex was troubled from beginning, su enquirer.com, The Cincinnati Enquirer, 1º settembre 2002. URL consultato il 27 settembre 2016.
  8. ^ Donald Trump for President in 2012? - Political Hotsheet - CBS News
  9. ^ Donald Trump for President? | The Washington Independent
  10. ^ Crowd Goes Wild Over Donald Trump Speech at CPAC - Katie Pavlich
  11. ^ Trump makes a case for the Oval Office, upsets Paul supporters | Washington Examiner
  12. ^ The Case for Donald Trump for President | Right Wing News
  13. ^ http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/05/16/visualizza_new.html_868352602.html ANSA
  14. ^ Donald Trump Expected To Make Presidential Endorsement [UPDATED]
  15. ^ Presidenziali Usa, Trump 12° candidato repubblicano
  16. ^ Usa 2016, Donald Trump si candida
  17. ^ Trump vince, sarà il candidato repubblicano alla Casa Bianca Obama: «Al G7 leader preoccupati», su Corriere.it.
  18. ^ Trump,repubblicano più votato di sempre, su rainews.it.
  19. ^ Donald Trump bio, su wwe.com, WWE. URL consultato il 14 marzo 2015.
  20. ^ Powell, John, WrestleMania XX bombs, su slam.canoe.ca, SLAM! Wrestling. URL consultato il 14 marzo 2015.
  21. ^ (EN) Free Amanda Knox, su trumpuniversity.com, The Trump Blog, 16 dicembre 2009.
  22. ^ Barack Obama è nato il 4 agosto 1961: all'epoca dei fatti, il Kenya era una colonia del Regno Unito, se vi fosse nato allora Barack Obama sarebbe un cittadino britannico, quindi non eleggibile alla Casa Bianca in quanto il luogo di nascita non era (e non è) sottoposto alla giurisdizione americana.
  23. ^ President Obama's Long Form Birth Certificate, in whitehouse.gov, 27 aprile 2011. URL consultato il 3 novembre 2016.
  24. ^ Il secondo articolo della Costituzione degli Stati Uniti richiede che chiunque si candidi alla Casa Bianca (come presidente o vicepresidente) debba rispettare alcuni requisiti rigorosi: tra gli altri, c'è l'obbligo di possedere la cittadinanza statunitense fin dalla nascita.
  25. ^ Ritorno al futuro: Biff sarebbe ispirato a Donald Trump, su movieplayer.it. URL consultato il 19 luglio 2016.
  26. ^ Joe Dante, Gremlins 2: The New Batch, 15 giugno 1990. URL consultato il 16 ottobre 2016.
  27. ^ Almanacco del Mistero 1990 - sergiobonellieditore.it
  28. ^ Home Alone 2: Lost in New York, su Internet Movie Database.
  29. ^ Where My Country Gone?. URL consultato il 27 settembre 2015.
  30. ^ Jewish National Fund Tree of Life Award Presentation a Donald J. Trump: 1 marzo 1983, Gala Dinner Dance, Grand Hyatt Hotel, New York
  31. ^ Dan Evon, Trump Received Ellis Island Award in 1986, su snopes.com.
  32. ^ Aly Weisman, Donald Trump won a 'worst supporting actor' Razzie award for his role in this 1989 film, in Business Insider, 1º settembre2015.
  33. ^ The Gaming Hall of Fame, su University of Nevada Las Vegas.
  34. ^ Donald Trump, su Hollywood Walk of Fame.
  35. ^ 2007 Muhammad Ali Awards — Black Tie Aeizona.com, su Blacktie-arizona.com, 24 marzo 2007.
  36. ^ Pauline Smith e Andrew Youngson, Donald Trump Honoured by Robert Gordon University, su rgu.ac.uk.
  37. ^ Kate Holton, More than 250,000 Britons petition to ban Trump from UK, in Reuters, 9 dicembre 2015.
  38. ^ Donald Trump Honored In Gray Line New York's Ride Of Fame Campaign, in Forbes, 8 giugno 2010.
  39. ^ Donald Trump addresses largest Convocation crowd, praises Liberty's growth, su Liberty University News Service, September. Liberty University News Service.
  40. ^ Donald Trump to Talk Politics, Business and Faith at Liberty University Convocation, su The Christian Post.
  41. ^ Donald Trump cements his WWE legacy: 2013 WWE Hall of Fame Induction Ceremony, su wwe.com, 2013.
  42. ^ Algemeiner Honors Joan Rivers, Donald Trump, Yuli Edelstein at Second Annual 'Jewish 100' Gala, in Algemeiner Journal, Brooklyn, NY, 5 febbraio 2015.
  43. ^ Henry Hascup, 2015 New Jersey Boxing Hall of Fame Inductees, su njboxinghof.org, 27 marzo 2015.
  44. ^ Donald Trump received our Commandant's Leadership Award., su Marine Corps–Law Enforcement Foundation, 19 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2015).
  45. ^ Daniel Hidalgo, Doral lets Donald Trump keep key to city; also gives initial OK to four new developments, 5 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2015).
  46. ^ Renee Ellmers, Donald Trump: 'The rule breaker', in Time, 21 aprile 2016.

Bibliografia

  • Donald Trump, Robert Kiyosaki, Perché vogliamo che tu sia ricco. Due uomini un solo messaggio, Gribaudi, 2007.
  • Donald Trump, Zanker Bill, Pensa in grande e manda tutti al diavolo nel lavoro e nella vita, Etas, 2008.
  • Meredith McIver, Donald Trump, I campioni non si arrendono mai. Un'educazione informale nel business e nella vita, Etas, 2009.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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