Santeramo in Colle: differenze tra le versioni

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→‎Il Territorio di Santeramo: Descrivendo le varie fasi storiche archeologiche
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→‎Il grande insediamento Peuceta di masseria Di Santo e Bonifacio: Tratto dalla pubblicazione Via Appia Regina Viarum edizione Osanna Venosa (mio contributo)
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Un ritrovamento esemplare riguarda un'epigrafe ritrovata in un orto appartenente ad Antonio di Santo,<ref name=op2>''S. Eramo intèr Gioiam et Altamuram rep. c. a. 1867 in macerie hortorum Antonii di Santo'', ''Corpus Inscriptionum Latinarum'', XII. Genusia, Theodor Mommsen</ref> che riporta il nome del defunto ''-ELASIV-'' (classificato successivamente ''(v)/(c)-ELASIV-(s)'')<ref name=op2/>, e collocata dal Mommsen tra il territorio santermano e [[Gioia del Colle|gioiese]].<ref name=op2/>
Un ritrovamento esemplare riguarda un'epigrafe ritrovata in un orto appartenente ad Antonio di Santo,<ref name=op2>''S. Eramo intèr Gioiam et Altamuram rep. c. a. 1867 in macerie hortorum Antonii di Santo'', ''Corpus Inscriptionum Latinarum'', XII. Genusia, Theodor Mommsen</ref> che riporta il nome del defunto ''-ELASIV-'' (classificato successivamente ''(v)/(c)-ELASIV-(s)'')<ref name=op2/>, e collocata dal Mommsen tra il territorio santermano e [[Gioia del Colle|gioiese]].<ref name=op2/>


=== Il grande insediamento Peuceta di masseria Di Santo e Bonifacio ===
=== Protostoria ===

Sulla base di alcuni studi<ref name=op1 />, è emerso che la conformazione dell'attuale cittadino ricalca quasi perfettamente l'insediamento originario, posto in prossimità di un lago di modeste dimensioni<ref name=op1 />. Successivi sopralluoghi avvenuti negli anni ottanta, effettuati dalla Soprintendenza Archeologica di Taranto, hanno messo in luce due insediamenti, databili in un periodo tra il [[IX secolo a.C|IX]] e il [[IV secolo a.C.]]<ref name=op1 />. Tuttavia dice la relazione citata: «Non mancano tuttavia testimonianze sporadiche di una frequentazione del sito anche nei periodi intermedi.» Si riporta il rinvenimento di alcuni frammenti subgeometrici a decorazione bicroma e si fa riferimento anche ai vasi in ceramica apula a figure rosse provenienti da Santeramo e conservati nel museo di Bari e citati già dal Mayer.
Sulla base di alcuni studi<ref name=op1 />, è emerso che
Il sito archeologico in oggetto è ubicato nell’area delle masserie Di Santo e Bonifacio a S-SE della cittadina di Santeramo in Colle (BA), altezza di m 360 s.l.m.
Il sito, domina la valle sottostante che è attraversata da antichi percorsi, N-NS e E-ES, non agevolmente definibili temporalmente, che raggiungevano la masseria Viglione, che coincide con Sublupatia, una stazione della Via Appia.
Il Biancofiore, sottolinea a seguito delle ricerche condotte in loco come Viglione, fosse stato, come oggi, un centro di smistamento di diverse strade.
Come Sublupatia, che non era soltanto una stazione della Via Appia, ma anche il nodo da dove partiva il raccordo per la Minucia, testimoniato sommariamente dalla Tabula Peutingeriana che pure nell’area non riporta più la via Appia, ma con maggior precisione dalla Cosmographia Anonimi Ravennatis e dalla Guidonis Geographica. (fig. 1)
Gli insediamenti Peuceti erano localizzati spesso nelle vicinanze dei villaggi occupati in epoca preistorica. Il sito in oggetto, infatti, è distante circa 500 mt dal noto villaggio neolitico trincerato di Masseria Grottillo (già segnalato, sottoposto a vincolo archeologico dalla Soprintendenza di Taranto nel 1997, non studiato, attualmente in stato di abbandono) dove abbondano anche ceramica classica e romana e a circa 3 km dall’Antica Via Appia.
Il sito era già stato segnalato alla Soprintendenza Archeologica di Taranto a partire dal 1980 dall’Ispettore Onorario Gianni De Santis.
Nulla di nuovo ci dice la Mangiatordi che scrive solo che nel sito: furono raccolti frammenti ceramici ascrivibili alla tarda età repubblicana e alla prima età imperiale.
A confermare l’importanza del sito è C. S. Fioriello, dell’Università di Bari, nel 2017 a valle di un articolato sopralluogo.
L’enorme superficie interessata dallo spargimento di frammenti ceramici, lascia supporre la presenza di un insediamento di considerevole dimensione.
Nell’area sono disseminati su tutta la superficie moltissimi frammenti di ceramica geometrica indigena e lineare, ceramica a vernice nera, terra sigillata africana, ceramica tardo-romana dipinta e da cucina, varie tegole, frammenti di sarcofagi e centinaia di pesi da telaio e, un peso da telaio in bronzo (in possesso del contadino) di altezza 10 cm. (fig.2)

Nell’area compresa fra Masseria Bonifacio e Masseria Di Santo, in mancanza di scavo scientifico, nonostante la quantità dei rinvenimenti che consentirebbe di formulare ipotesi certe sulle caratteristiche dell’insediamento, è possibile ipotizzare la presenza di un nucleo abitativo di rilevante entità socio-economico, vista la vicinanza, anche di due probabili ville di età imperiale riconosciute nella vicina località Masseria Bonifacio (foto aeree del 2009, già trasmesse alla Soprintendenza di Taranto). (fig.3)

Nell’area di masseria Bonifacio, è presente un uliveto alla cui entrata è ubicato un ipogeo, epicentro di tutta l’area delle masserie Di Santo – Bonifacio.

L’ipogeo è un vastissimo sistema sotterraneo che si estende per decine di metri ed è di grande interesse geologico, geomorfologico, archeologico e storico.
L’accesso principale permette di raggiungere una serie di enormi saloni in rapida successione. La grotta è di natura carsica, ipogea e sulle pareti si notano sedimenti e fossili.
Un’insenatura chiusa artificialmente con materiale di riporto e vari massi ostruisce l’accesso ad altri vani. All’interno sono stati rinvenuti frammenti di ceramica di tutte le epoche, a partire dal neolitico nonché molte ossa.
Si segnala: un obolo greco del IV sec, e 3 frammenti facenti parte di un vassoio così come descritto dal dr. Philip Kenrick:
Vassoio rettangolare in Ceramica Sigillata Africana (fig. 7)
Due frammenti in fine argilla rossa con un lembo rosso appena lucente appartengono a un vassoio rettangolare decorato a stampo in rilievo. Questi vassoi sono stati realizzati nel sito di produzione tunisino centrale di Sidi Marzouk Tounis e sono stati datati approssimativamente (dai prototipi in argento che si crede di imitare) alla seconda metà del IV secolo d.C. I frammenti della grotta di Masseria Bonifacio provengono dal bordo di un vassoio unico che ritrae scene della vita di Achille. Esiste un esempio completo nella Archäologische Staatssammlung (ex Prähistorische Staatssammlung) di Monaco (Garbsch 1980, 1982, 100 n.36). I due frammenti di Masseria Bonifacio mostrano:
una lepre sostenuta dalle zampe posteriori da un centauro (verso l'estremità sinistra del bordo inferiore);
una donna seduta che gira, interpretata come Deidameia, ammiratrice di Achille quando fu nascosto alla corte del re Lycomede a Skyros (verso l'estremità inferiore del lato destro).
Il tema di questo vassoio è anche discusso in dettaglio da Mackensen (2004). La forma della nave è Hayes (1972) Form 56, citata come tale in Anselmino et al. (1981) 160.
Lampada africana
La forma è Hayes (1972) Tipo II, probabilmente IIa (tessuto a grana fine, decorazione ordinata e tagliente) dalla Tunisia centrale. Il motivo sul disco è un simbolo di chi-rho, con il rho invertito: per esempi simili, vedi Bailey 1988, n. Q1755-7. Datata intorno al 400-500 d.C.

L’ipogeo era destinato in passato per le sepolture, fu probabilmente utilizzato, poi, come rifugio nel quarto o quinto secolo d.C. (a conferma di questa datazione, sono le tecniche costruttive delle mura interne).


=== Ellenismo ===
=== Ellenismo ===

Versione delle 18:49, 31 dic 2019

Santeramo in Colle
comune
Santeramo in Colle – Stemma
Santeramo in Colle – Bandiera
Santeramo in Colle – Veduta
Santeramo in Colle – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Puglia
Città metropolitana Bari
Amministrazione
SindacoFabrizio Baldassarre (Movimento 5 Stelle) dal 25-6-2017
Data di istituzione19/01/1863
Territorio
Coordinate40°48′N 16°46′E / 40.8°N 16.766667°E40.8; 16.766667 (Santeramo in Colle)
Altitudine489[1] m s.l.m.
Superficie144,86 km²
Abitanti26 507[2] (31-8-2018)
Densità182,98 ab./km²
FrazioniJazzitiello, Alessandriello, Iesce, Guardiola, Vallone della Silica
Comuni confinantiAcquaviva delle Fonti, Altamura, Cassano delle Murge, Gioia del Colle, Laterza (TA), Matera (MT)
Altre informazioni
Cod. postale70029
Prefisso080
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT072041
Cod. catastaleI330
TargaBA
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Nome abitantisantermani
PatronoSant'Erasmo V.M.
Giorno festivo2 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Santeramo in Colle
Santeramo in Colle
Santeramo in Colle – Mappa
Santeramo in Colle – Mappa
Posizione del comune di Santeramo in Colle all'interno della città metropolitana di Bari
Sito istituzionale

Santeramo in Colle (Sanderm in dialetto Apulo-Lucano [4]) è un comune italiano di 26 507 abitanti[2] della città metropolitana di Bari, in Puglia. Fino al 1863 era chiamato Santeramo.

Geografia fisica

Per altitudine, Santeramo in Colle è il comune più alto della città metropolitana di Bari.

L'agro presenta i tipici tratti geomorfologici del territorio carsico: un substrato calcareo, con affioramenti rocciosi e presenza di lame (Lamalunga, Lamadavruscio, Lamadispina, Lamasinara, Lamadilupo), iazzi ( Iazzitello, Iazzo vecchio, Iazzo Sava, Iazzo De Laurentiis, Iazzo De Luca) doline e inghiottitoi, corti ( Corte Finocchio, Curtocarosino, Curtolevacche, Curtopasso, Curtolafica), Parchi (Parco Giovanni, Parco Lanzano, Parconuovo, Parco del Trullo, Parco Sava, Parco Caldara), Laghi ( Lago Travato, Lagolupino, Lagolaguardia, Lagopalumbo, Lacometana), Monti (Montefungale, Montefreddo), Pozzi (Pozzo Leone, Pozzopoveriello), Fontane (Fontana di tavola, Fontanarosa), Mastri (Mastroeustachio, Mastromarino).

Morfologia

L'articolazione morfologica e vegetativa permette di individuare tre zone distinte: il bosco, le Murge, le matine.

Boschi

Lo stesso argomento in dettaglio: Foresta Mercadante.

La zona boscosa del territorio è la zona situata in direzione Bari, così chiamata perché anticamente vedeva la presenza di vaste estensioni di querceti, oggi quasi del tutto estinti, che hanno lasciato il posto a terreni coltivati ed aree fortemente antropizzate. Inoltre su via Alessandriello si trova il bosco Denora, mentre sulla via per Matera vi è il bosco della Parata.

Le Murge

Le Murge sono l'elemento che caratterizza maggiormente il territorio di Santeramo e sono formate prevalentemente da rocce di natura calcarea, che lo attraversano da Sud a Nord dal Serrone a Murgia Sgolgore. Particolari sono le Quite, sulla via Alessandriello, caratterizzate da una maglia ordinata di muri a secco (i parate), trulletti (i casédde) e specchie.

Le matine

Le Matine, in direzione Matera, sono rappresentate da una vasta pianura, un tempo paludosa, che costituisce la zona fertile del territorio Santermano e sono caratterizzate da estese coltivazioni di cereali e dalla presenza di numerosi insediamenti rurali.

Le grotte

Lo stesso argomento in dettaglio: Grotta di Sant'Angelo (Santeramo in Colle).

Il territorio è caratterizzato da numerose cavità carsiche che creano una fitta rete di cunicoli sotterranei

Clima

Il clima di Santeramo è clima temperato continentale, a causa dell'altitudine e della lontananza dal mare.

La temperatura in inverno si aggira intorno ai +4 °C, mentre in estate oscilla intorno ai +21 °C con una elevata percentuale di umidità.

Le precipitazioni annuali si attestano attorno ai 600 mm. Nei periodi invernali frequentemente cade la neve, specialmente in presenza di aria fredda di origine balcanica, con accumuli a volte anche notevoli.

Nei mesi invernali è frequente la nebbia, soprattutto in condizioni anticicloniche o con correnti umide meridionali, provenienti dal Mar Ionio.

Santeramo risulta essere la città più fredda tra quelle ricadenti nelle provincie di Bari e Bat.

SANTERAMO IN COLLE
(1971-2000)
Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 7,68,110,614,019,724,427,327,223,317,311,98,88,214,826,317,516,7
T. min. media (°C) 0,90,82,34,57,812,715,315,412,39,04,82,41,44,914,58,77,4
T. max. assoluta (°C) 17,4
(1986)
20,4
(1990)
20,6
(1990)
27,4
(1983)
33,2
(1994)
39,8
(1982)
40,8
(1988)
39,2
(2000)
35,2
(1975)
31,2
(1981)
22,8
(1990)
19,0
(1979)
20,433,240,835,240,8
T. min. assoluta (°C) −11,8
(1985)
−11,4
(1993)
−10,2
(1987)
−4,8
(1988)
−1,4
(1989)
5,0
(1980)
7,0
(1980)
6,6
(1976)
2,6
(1976)
−2,6
(1972)
−7,2
(1972)
−9,2
(1976)
−11,8−10,25,0−7,2−11,8
Giorni di calura (Tmax ≥ 30 °C) 000006151530000036339
Giorni di gelo (Tmin ≤ 0 °C) 1010631000003727100340
Precipitazioni (mm) 50,271,260,545,743,429,523,632,245,467,767,060,1181,5149,685,3180,1596,5
Giorni di pioggia 7877643357872220102072
Giorni di nebbia 11898543471212133222113196
Umidità relativa media (%) 7975737068636163697580807870,362,374,771,3

Origini del nome medievale

Diverse ipotesi sono state avanzate sul toponimo cittadino, tra le quali vi è una che sostiene possa far riferimento ad un luogo di culto: Santo Luogo dell'Eremo'', con la presenza di annesso monastero, costruito dopo l'XI secolo[6], a cui fu probabilmente premesso l'aggettivo di "Santo", un'altra sostiene il richiamo al martire erasmiano, ipotesi sostenuta anche da molti studiosi in loco. Dell'attuale toponimo vi sono riferimenti cartacei a partire dal XII secolo (vi è una charta datata al 1180)[7]. Già diffuso da prima dell'XI secolo doveva essere anche il culto a S. Efrem.

Storia

L' Antica Lupatia

(La storia della Santeramo preromana - l'antica città Peuceta )

L’abitato moderno di Santeramo, costituito da strutture murarie con andamento curvilineo, è impostato su di un’area di frequentazione antichissima. Le fondazioni dell’abitato antico sono formate da tre allineamenti affiancati di blocchi calcarei informi, con spessore delle fondazioni di cm 30-40. Pavimento battuto in concotto e tufina. La Dimensione: mq 28.

Durante gli scavi avvenuti nel Maggio 1980 a Santeremo, la Soprintendenza ha messo in luce resti di due insediamenti ascrivibili al IX-VIII e V-IV sec. a C. È stato inoltre rinvenuto un importante peso da telaio con la raffigurazione su ambo i lati di una sfinge, un fornello costituito da sottili strati sovrapposti di pietrisco, argilla e carbone, poggianti su di un piano di piccole lastre calcaree, sovrastante una grossa chiazza di cenere e carbone (nella relazione dello scavo della Soprintendenza Archeologica di Taranto).[7]

L’insediamento peuceta di Santeramo appartiene alla tipologia dei centri situati all’interno (entroterra) si sviluppò sul promontorio che dominava tutta l’area circostante, posizione geografica di controllo, sfruttando quelle che erano le caratteristiche idrogeomorfologiche del terreno, in corrispondenza dei territori fertili, solchi torrentizi o bacini di raccolta delle acque piovane, le lame e, in presenza di antiche cavità carsiche (grotte). È accertata la presenza dell’antico lago carsico.

Il Territorio di Santeramo

Il Neolitico

La frequentazione umana assidua nel territorio santermano è testimoniata sin dal Neolitico, dato il rinvenimento di molti elementi appartenenti a questa fase storica[7], nello specifico nella zona nota come Le Matine, situata a sud dell'attuale centro cittadino e caratterizzata dal suolo pianeggiante, dapprima paludosa alla fine della seconda fase sub-boreale e successivamente boscosa nel Neolitico, dovuta ad una probabile bonifica in epoca romana[7].

Il villaggio neolitico trincerato di Masseria Fontana di Tavola o Talve

Il villaggio neolitico trincerato di Masseria Grottillo

Un ritrovamento esemplare riguarda un'epigrafe ritrovata in un orto appartenente ad Antonio di Santo,[8] che riporta il nome del defunto -ELASIV- (classificato successivamente (v)/(c)-ELASIV-(s))[8], e collocata dal Mommsen tra il territorio santermano e gioiese.[8]

Il grande insediamento Peuceta di masseria Di Santo e Bonifacio

Sulla base di alcuni studi[7], è emerso che Il sito archeologico in oggetto è ubicato nell’area delle masserie Di Santo e Bonifacio a S-SE della cittadina di Santeramo in Colle (BA), altezza di m 360 s.l.m. Il sito, domina la valle sottostante che è attraversata da antichi percorsi, N-NS e E-ES, non agevolmente definibili temporalmente, che raggiungevano la masseria Viglione, che coincide con Sublupatia, una stazione della Via Appia. Il Biancofiore, sottolinea a seguito delle ricerche condotte in loco come Viglione, fosse stato, come oggi, un centro di smistamento di diverse strade. Come Sublupatia, che non era soltanto una stazione della Via Appia, ma anche il nodo da dove partiva il raccordo per la Minucia, testimoniato sommariamente dalla Tabula Peutingeriana che pure nell’area non riporta più la via Appia, ma con maggior precisione dalla Cosmographia Anonimi Ravennatis e dalla Guidonis Geographica. (fig. 1) Gli insediamenti Peuceti erano localizzati spesso nelle vicinanze dei villaggi occupati in epoca preistorica. Il sito in oggetto, infatti, è distante circa 500 mt dal noto villaggio neolitico trincerato di Masseria Grottillo (già segnalato, sottoposto a vincolo archeologico dalla Soprintendenza di Taranto nel 1997, non studiato, attualmente in stato di abbandono) dove abbondano anche ceramica classica e romana e a circa 3 km dall’Antica Via Appia. Il sito era già stato segnalato alla Soprintendenza Archeologica di Taranto a partire dal 1980 dall’Ispettore Onorario Gianni De Santis. Nulla di nuovo ci dice la Mangiatordi che scrive solo che nel sito: furono raccolti frammenti ceramici ascrivibili alla tarda età repubblicana e alla prima età imperiale. A confermare l’importanza del sito è C. S. Fioriello, dell’Università di Bari, nel 2017 a valle di un articolato sopralluogo. L’enorme superficie interessata dallo spargimento di frammenti ceramici, lascia supporre la presenza di un insediamento di considerevole dimensione. Nell’area sono disseminati su tutta la superficie moltissimi frammenti di ceramica geometrica indigena e lineare, ceramica a vernice nera, terra sigillata africana, ceramica tardo-romana dipinta e da cucina, varie tegole, frammenti di sarcofagi e centinaia di pesi da telaio e, un peso da telaio in bronzo (in possesso del contadino) di altezza 10 cm. (fig.2)

Nell’area compresa fra Masseria Bonifacio e Masseria Di Santo, in mancanza di scavo scientifico, nonostante la quantità dei rinvenimenti che consentirebbe di formulare ipotesi certe sulle caratteristiche dell’insediamento, è possibile ipotizzare la presenza di un nucleo abitativo di rilevante entità socio-economico, vista la vicinanza, anche di due probabili ville di età imperiale riconosciute nella vicina località Masseria Bonifacio (foto aeree del 2009, già trasmesse alla Soprintendenza di Taranto). (fig.3)

Nell’area di masseria Bonifacio, è presente un uliveto alla cui entrata è ubicato un ipogeo, epicentro di tutta l’area delle masserie Di Santo – Bonifacio.

L’ipogeo è un vastissimo sistema sotterraneo che si estende per decine di metri ed è di grande interesse geologico, geomorfologico, archeologico e storico. L’accesso principale permette di raggiungere una serie di enormi saloni in rapida successione. La grotta è di natura carsica, ipogea e sulle pareti si notano sedimenti e fossili. Un’insenatura chiusa artificialmente con materiale di riporto e vari massi ostruisce l’accesso ad altri vani. All’interno sono stati rinvenuti frammenti di ceramica di tutte le epoche, a partire dal neolitico nonché molte ossa. Si segnala: un obolo greco del IV sec, e 3 frammenti facenti parte di un vassoio così come descritto dal dr. Philip Kenrick: Vassoio rettangolare in Ceramica Sigillata Africana (fig. 7) Due frammenti in fine argilla rossa con un lembo rosso appena lucente appartengono a un vassoio rettangolare decorato a stampo in rilievo. Questi vassoi sono stati realizzati nel sito di produzione tunisino centrale di Sidi Marzouk Tounis e sono stati datati approssimativamente (dai prototipi in argento che si crede di imitare) alla seconda metà del IV secolo d.C. I frammenti della grotta di Masseria Bonifacio provengono dal bordo di un vassoio unico che ritrae scene della vita di Achille. Esiste un esempio completo nella Archäologische Staatssammlung (ex Prähistorische Staatssammlung) di Monaco (Garbsch 1980, 1982, 100 n.36). I due frammenti di Masseria Bonifacio mostrano: una lepre sostenuta dalle zampe posteriori da un centauro (verso l'estremità sinistra del bordo inferiore); una donna seduta che gira, interpretata come Deidameia, ammiratrice di Achille quando fu nascosto alla corte del re Lycomede a Skyros (verso l'estremità inferiore del lato destro). Il tema di questo vassoio è anche discusso in dettaglio da Mackensen (2004). La forma della nave è Hayes (1972) Form 56, citata come tale in Anselmino et al. (1981) 160. Lampada africana La forma è Hayes (1972) Tipo II, probabilmente IIa (tessuto a grana fine, decorazione ordinata e tagliente) dalla Tunisia centrale. Il motivo sul disco è un simbolo di chi-rho, con il rho invertito: per esempi simili, vedi Bailey 1988, n. Q1755-7. Datata intorno al 400-500 d.C.

L’ipogeo era destinato in passato per le sepolture, fu probabilmente utilizzato, poi, come rifugio nel quarto o quinto secolo d.C. (a conferma di questa datazione, sono le tecniche costruttive delle mura interne).

Ellenismo

La fase greca di Santeramo, caratterizzata dalla presenza di ceramica japigia e dalla persistenza di forme in impasto levigato di tradizione proto-villanoviana, trova numerosi elementi di confronto nella fase di Gravina I, datata dall'825 al 725 a.C. E, in particolare, significativi sono i numerosi e puntuali confronti con i motivi decorativi riscontrati nella ceramica geometrica di Gravina, di recente inserita dallo Yntema nella fase più antica della produzione iapigia, datata in un arco cronologico che va dal IX agli inizi dell'VIII secolo a.C. Le analogie con Gravina I non sono evidentemente casuali, se si considera la posizione dei due collocati, come i vicini centri di Altamura e Monte Sannace, nell'entroterra della Peucezia, al margine dell'altopiano murgico, etc etc.» (fonte Archeologa M. R. Depalo - 1984). Il «Borgo Antico» può essere suddiviso in area originale peuceta e area di successiva espansione «romana», probabilmente da ascriversi al periodo dalla ricostruzione presunta nel II secolo a.C. e fino ai primi secoli EV.

Lupatia

Lo stesso argomento in dettaglio: Via Appia antica.

Medioevo

Il periodo normanno è caratterizzato dallo lo studio del Catalogus Baronum, così come per l'età sveva è fondamentale lo studio dello Statutum de reparatione castrorum. Quest'ultimo studio tratta un'inchiesta che Federico II avviò sulla base di modelli normanni, sulle località tenute alla riparazione delle fortezze regie.[9]

Le domus erano particolarmente numerose in Puglia: su ottantadue strutture edilizie elencate nello Statutum de reparatione ben trentacinque erano tali, di cui la maggior parte ubicate nel giustizierato di Capitanata. In questo territorio prediletto da Federico II il loro numero (ventotto) superava quello dei castra (ventitré), mentre in Terra di Bari ne troviamo soltanto tre a fronte di tredici castra e, analogamente, in Terra d'Otranto soltanto due a fronte di tredici castra. Le domus della Capitanata erano situate ad Apricena, S. Eleuterio, Rignano Garganico, Sala, S. Chirico, Lama, Fiorentino, Guardiola, Visciglieto, Lucera (masseria), Castiglione, Foggia, Pantano-S. Lorenzo, S. Spirito di Gulfiniano, Incoronata, Salpi, S. Maria "de Mari", S. Maria "de Salina", Trinitapoli, Ponte Albanito, Orta, Ordona, Stornara, Cerignola, Celano, Salsiburgo, S. Maria "in Bircis", Girofalco; nel resto della Puglia, si trovavano a Garagnone, Gravina, Santeramo, Castellaneta, Girofalco e Montalbano; nel giustizierato di Basilicata erano ubicate a Gaudiano, S. Nicola d'Ofanto, Cisterna, Lavello, Boreano, Lagopesole, Montemarcone, Monteserico e Agromonte.[10]

Epoca moderna

Anche a Santeramo in Colle si sviluppò il fenomeno del brigantaggio postunitario, operavano bande di briganti santermani e anche bande di altri briganti come Carmine Crocco. Santeramo in Colle è anche il comune natale del artista Francesco Netti.

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Parrocchia SS Crocifisso

Architetture civili

Palazzo Marchesale
Palazzo Municipale
  • Palazzo Colonna
  • Palazzo Marchesale "Caracciolo-Carafa" (1576)
  • Palazzo De Laurentis
  • Palazzo De Luca
  • Palazzo Di Fonzo
  • Palazzo Di Santo
  • Palazzo Giandomenico
  • Palazzo Netti
  • Palazzo Sava
  • Palazzo Municipale
  • Castello Tangorra[11]

Architetture Rupestri

Masserie

Contrade e strade rurali

Lo stesso argomento in dettaglio: Via Appia.
  • Strada Appia (52)
  • Strada per Trani (5)
  • Strada la Croce (54)
  • Strada Stazzaro (55)
  • Strada Ciciretto (56)
  • Strada Cirillo (14)
  • Strada vicinale Pesto e Cirillo (15)
  • Strade Guarallo (57)
  • Strada Iazzitello (58)
  • Strada Melone (59)
  • Strada Vitone (61)
  • Strade Tommaso Lella Iazzitello (68)
  • Strada Vitone Difesa (72)
  • Strada Fiascone (78)
  • Strada Morsara (81)
  • Strada Calzone (95)
  • Strada Malannata (18)
  • Strade Girasole (19)
  • Strada Paritidde (21)
  • Strada Lagolupino (22)
  • Strada Spinelli (23)
  • Strada S. Chiara (24)
  • Strada Maria Peppa (25)
  • Stradella (49)
  • Stradella Casedde (51)
  • Via Vecchia Altamura (55)

Tratturi e tratturelli

  • Curtomartino
  • Gravina - Matera
  • Grumo Appula - Santeramo in Colle
  • Santeramo in Colle - Laterza
  • Tarantino

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[15]

Cultura

Media

Cinema

Nelle campagne di Santeramo tra il 1930 e il 1931 furono girate alcune scene del film muto Idillio Infranto, diretto da Nello Mauri con Ida Mantovani e altri attori dilettanti.

Nel 1994 la cittadina fu scelta come ambientazione di Da do da (in dialetto barese: "Da qui a là"), diretto da Nico Cirasola, narrazione fantastica della discesa degli dei dell'Olimpo in una cittadina dell'Italia meridionale.[18]

Cucina

La cucina tipica santermana è basata essenzialmente sui prodotti locali: grano, olio, vino, carni, formaggi, ortaggi e frutta.

La produzione di rilevanti quantità di cereali[19] nella zona pianeggiante delle Matine permette la realizzazione di prodotti quali pane cotto nel forno a legna, biscotti, taralli, focacce, friselle. La pasta tipica è fatta a mano con semola di grano duro e prende la forma di cavatelli, orecchiette, fricelli.

Piatti tipici sono le orecchiette con i fricelli, le orecchiette con le cime di rape, i cavatelli con il sugo di braciole, i cavatelli lunghi con i cavolfiori e la mollica soffritta, i cavatelli con i funghi cardoncelli[20], le fave bianche con le cicorielle campestri, l'agnello allo spiedo con patate e cipolle, le "gnumiredde" (involtini di frattaglie di agnello o agnellone avvolti dalle budella dello stesso animale), i lampascioni lessi con olio e pepe. Molto diffuso è anche il consumo di carne equina (cavallo e asino).

Tra i dolci tipici vi sono le castagnelle di marzapane, le carteddate e i purciddi con il vincotto ricavato dalla cottura dei fichi, le scarcedde pasquali con uova lesse a forma di colombe, cavalli e borsette.

Da segnalare la produzione di vini, tra cui il Primitivo e il Novello.

Eventi

Festa Patronale di Sant'Erasmo si tiene i primi di giugno, con la solenne messa dedicata al Patrono, segue la processione ed il lancio di palloni aerostatici, si svolge la cavalcata in costume d'epoca con dame e cavalieri a seguito della quale vi è il carro trionfale su cui è posta l'immagine sacra del santo. A fine serata un coreografico spettacolo pirotecnico chiude la festa.

Economia

Il territorio circostante è caratterizzato dalla presenza di numerose aziende agro-zootecniche. Le attività agricole principali riguardano la coltivazione di uva da vino e dell'ulivo, mentre per l'allevamento Santeramo ha ovini e bovini ma soprattutto equini, tanto è vero che Santeramo è conosciuta in tutta la zona come la "Città della carne di cavallo".[21][22]

Definita la "Svizzera d'Italia" fino a qualche anno fa, per il bassissimo tasso di disoccupazione[senza fonte], Santeramo vanta anche il primato di "Città mondiale del salotto",[23] in quanto hanno sede le Industrie Natuzzi leader del mobile imbottito quotata alla borsa di Wall Street.

Infrastrutture e trasporti

Strade

Lo stesso argomento in dettaglio: Strade provinciali della città metropolitana di Bari.

Santeramo è crocevia di molte strade provinciali e statali; tra le più importanti:

Ferrovie

La stazione di Santeramo, con ridotta capacita dal 2011 e chiusa dal servizio dei treni dal 2016, è stata a servizio del comune e si trova sulla ferrovia Rocchetta Sant'Antonio-Gioia del Colle gestita da RFI. L'intera tratta ferroviaria è stata sostituita da un servizio autobus, su concessione di Trenitalia.

Mobilità interurbana

I trasporti interurbani di Santeramo in Colle vengono svolti con autoservizi di linea gestiti dalle società Autolinee Caponio[24], Sita Sud[25] e Stp Bari[26].

Mobilità urbana

I trasporti urbani di Santeramo in Colle vengono svolti con autoservizi di linea gestiti dalle società Autolinee Caponio .[24]

Amministrazione

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.[27]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
4 agosto 1988 10 novembre 1990 Angelantonio Digregorio Partito Socialista Italiano Sindaco [28]
10 novembre 1990 9 febbraio 1992 Giuseppe Depascale Partito Socialista Italiano Sindaco [28]
29 febbraio 1992 2 dicembre 1994 Angelo Nuzzi Democrazia Cristiana Sindaco [28]
14 dicembre 1994 24 aprile 1995 Gioacchino Vito Maiullari Partito Socialista Italiano Sindaco [28]
12 maggio 1995 4 giugno 1998 Rosa Dimita centro-sinistra Sindaco [28]
24 giugno 1998 14 dicembre 1998 Raffaele Ruberto Comm. straordinario [28]
14 dicembre 1998 20 novembre 2001 Michele Di Gregorio centro-destra Sindaco [28]
20 novembre 2001 10 giugno 2002 Donato Cafagna Comm. pref. [28]
10 giugno 2002 29 maggio 2007 Vito Sante Zeverino centro-sinistra Sindaco [28]
29 maggio 2007 7 aprile 2011 Vito Lillo centro-destra Sindaco [28]
7 aprile 2011 31 maggio 2012 Giuseppe Marani Comm. pref. [28]
24 maggio 2012 30 marzo 2017 Michele D'ambrosio PD, PSI, SEL, IdV, UDC Sindaco [28]
1 aprile 2017 25 giugno 2017 Emilia Felicita Capolongo Comm. straordinario [28]
25 giugno 2017 in carica Fabrizio Baldassarre M5S Sindaco [28]

Gemellaggi

Sport

  • La società calcistica Football Club Santeramo disputa il campionato di Seconda Categoria[32][33].
  • La Santermana A.S.C. a cavallo degli anni 50 e 60 e anni 80 è stata la massima espressione calcistica santermana.[34]
  • La Rugby Union Santeramo è la principale società di rugby cittadino che milita nella Serie C1, disputa le sue partite allo Stadio Casone. In passato hanno rappresentato la città anche la franchigia Murgia Rugby e i Falchi Santeramo.
  • Aveva sede nel comune la società di pallavolo Santeramo Sport, non più attiva.
  • La Polisportiva Santeramo, è una società che si occupa di badminton,[35] tennis, calcio[36].
  • Il Murgia Basket Santeramo è attiva nel basket maschile e femminile rispettivamente in serie C e B.[37]

Impianti Sportivi

Gli impianti sportivi principali sono:

  • Campo comunale G. Casone[38][39]
  • Campo Mele
  • Palazzetto dello Sport "Vitulli"
  • Palacooper.

Note

  1. ^ Comuni pugliesi per altitudine, su Tuttitalia. URL consultato il 30 aprile 2018.
  2. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2018.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Te vogghie bbéne Sandèrm, te vulime bbéne..., cit. op. di Alberto di Leone, poeta ed intellettuale santermano
  5. ^ Pagina con le classificazioni climatiche dei vari comuni italiani, su confedilizia.it. URL consultato il 10 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2010).
  6. ^ Luogo indicato in Cartografie Rinascimentali di Egnazio Danti
  7. ^ a b c d e Sull'Antica Lupatia, Auro Pampaloni, Vito Zullo
  8. ^ a b c S. Eramo intèr Gioiam et Altamuram rep. c. a. 1867 in macerie hortorum Antonii di Santo, Corpus Inscriptionum Latinarum, XII. Genusia, Theodor Mommsen
  9. ^ https://vitozullo.blogspot.com/2010/12/santeramo-la-lupatia-contrada-lupito-e.html?m=1
  10. ^ R. Licinio, Castelli medievali. Puglia e Basilicata: dai Normanni a Federico II e Carlo I d'Angiò, Bari 1994, pp. 126-134, 310-312.
  11. ^ Centri antichi in provincia di Bari | Santeramo Genealogia in Colle, in Santeramo Genealogia in Colle, 25 marzo 2017. URL consultato il 27 novembre 2018.
  12. ^ La storia dello stabilimento De Laurentis: quando Santeramo era una piccola Bordeaux, in BariReport. URL consultato il 15 dicembre 2017.
  13. ^ Galleria foto L'ex stabilimento De Laurentis, su BariReport. URL consultato il 15 dicembre 2017.
  14. ^ Le carte topografiche dell'Agro Materano del 1898 | Santeramo Genealogia in Colle, in Santeramo Genealogia in Colle, 21 marzo 2017. URL consultato il 27 novembre 2018.
  15. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  16. ^ Partecipare - Periodico di Cultura Locale - Santeramo in Colle, su www.partecipareweb.it. URL consultato il 10 febbraio 2016.
  17. ^ Il Colle, su www.ilcolle.info. URL consultato il 10 febbraio 2016.
  18. ^ Vito Attolini Apulia Film Commission.
  19. ^ La Murgia, i Boschi, le Matine, su comune.santeramo.ba.it. URL consultato il 6 luglio 2018.
  20. ^ funghi, su tempopieno.altervista.org. URL consultato il 6 luglio 2018.
  21. ^ Santeramo in Colle - Cuore della Puglia, su cuoredellapuglia.it. URL consultato il 26 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2015).
  22. ^ VisitPuglia.travel, Cittadina della carne di cavallo, su visitpuglia.travel (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  23. ^ VisitPuglia.travel, Capitale del divano imbottito [collegamento interrotto], su visitpuglia.travel.
  24. ^ a b Caponio viaggi Archiviato il 2 marzo 2016 in Internet Archive.
  25. ^ SITA SUD (trasporto pubblico locale su gomma), su www.sitasudtrasporti.it. URL consultato il 26 agosto 2017.
  26. ^ - STP Spa Bari, in STP Spa Bari, 2 febbraio 2015. URL consultato il 26 agosto 2017.
  27. ^ Comune di Santeramo in Colle, Sindaci di Santeramo (PDF).
  28. ^ a b c d e f g h i j k l m n http://amministratori.interno.it/
  29. ^ Portale del Comune di Santeramo
  30. ^ Portale del Comune di Santeramo
  31. ^ Portale del Comune di Santeramo
  32. ^ Scheda squadra Football Club Santeramo - Tuttocampo.it, DOI:10.1018232/scheda#.vd2saje1c1g. URL consultato il 26 agosto 2015.
  33. ^ Copia archiviata, su lndpuglia.it. URL consultato il 2 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2018).
  34. ^ ACD Santeramo : la storia, in Santeramo. URL consultato il 16 maggio 2017.
  35. ^ Milagros Barrera, FIBA - Federazione Italiana Badminton - Consiglio Federale, su www.badmintonitalia.it. URL consultato il 16 maggio 2017.
  36. ^ Polisportiva Santeramo, su polisportivasanteramo.it. URL consultato il 2 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 2 giugno 2016).
  37. ^ fip.it, Risultati -, su Federazione Italiana Pallacanestro. URL consultato il 30 gennaio 2018.
  38. ^ Manifesto inaugurazione Campo Sportivo Casone
  39. ^ Inaugurazione "Campo Casone", su comune.santeramo.ba.it.

Bibliografia

  • Lorenzo Musci, I colori di Santeramo, 2009 (in vendita presso le edicole del paese)
  • Paolo Spinelli, La sommossa del 1860 a Santeramo in Colle ed il processo ai ribelli, 1966, Edizioni Del Liocorno
  • Roberto Caprara, Il santuario di Sant'Angelo a Santeramo, 2008, Edizioni Adda
  • Mons. Ignazio Fraccalvieri, L'icona del Giudizio Universale nella Grotta di S. Angelo presso Santeramo, 1975, Edizioni Adda
  • Vito Tangorra, L'agro materano di Santeramo (Matine, Murge, Pedali), 1983, Edizioni Levante
  • Vito Tangorra, La terra di S. Erasmo: dalle origini al sec. 18, 1969, Adriatica
  • Fondazione Vito Tangorra, Francesco Netti: pittore e critico d'arte, 2008, Editore Santeramo Antica
  • Vito Tangorra, Due chiese di Santeramo e un po' di storia, 1977, Grafica Safra
  • Vito Tangorra, La popolazione di Santeramo tra il 600 e 700, 1980, Tipografia Meridionale
  • Vito Tangorra, Risparmio e credito a Santeramo in Colle, 1977, Grafica Safra
  • Clelia Grattagrisi, Le più antiche carte dell'archivio Caracciolo-Carafa di Santeramo: fondo Caracciolo di Santeramo, 1982, Società di storia patria per la Puglia
  • Vincenzo Volpicella, Ragioni del sign. marchese di Santeramo contra la università, ed uomini di quella terra, 1806, Stamperia Orsiniana
  • Rocco D'Ambrosio, Serafino Germinario. Un prete scomodo, 2007, Edizioni Palomar

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