Adelfia
Adelfia comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Giuseppe Cosola (lista civica) dal 20-6-2016 (2º mandato dall'11-10-2021) |
Data di istituzione | 8 novembre 1927 |
Territorio | |
Coordinate | 41°00′N 16°52′E / 41°N 16.866667°E |
Altitudine | 154 m s.l.m. |
Superficie | 33,81 km² |
Abitanti | 16 463[1] (30-6-2023) |
Densità | 486,93 ab./km² |
Comuni confinanti | Acquaviva delle Fonti, Bari, Bitritto, Casamassima, Cassano delle Murge, Sannicandro di Bari, Valenzano |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 70010 |
Prefisso | 080 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 072002 |
Cod. catastale | A055 |
Targa | BA |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 402 GG[3] |
Nome abitanti | adelfiesi |
Patrono | San Trifone San Vittoriano Madonna della Pietà |
Giorno festivo | Lunedì dell'Angelo (Madonna della Stella) Ultima domenica di luglio (San Vittoriano) Prima domenica di settembre (Madonna della Pietà) |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Adelfia è un comune italiano di 16 463 abitanti[1] della città metropolitana di Bari in Puglia. Fu istituito nel 1927 dalla fusione dei comuni di Canneto di Bari e Montrone. Per suggellarne l'unione, al nuovo comune fu posto il nome Adelfia, ossia "fratellanza" (dal greco adelphòs).
Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]
Territorio[modifica | modifica wikitesto]
Adelfia è situata a ridosso dei primi pendii delle Murge centrali a circa 13 km dal capoluogo, il territorio comunale ha una superficie di 29 km² raggiungendo l'altitudine massima di 231 m s.l.m. nei territori confinanti con Acquaviva delle fonti e minima di 103 m s.l.m. nei territori confinanti con Bari. Il territorio comunale confina a ovest con Sannicandro di Bari, a nord con Bitritto, Bari e Valenzano, ad est con Casamassima e a sud con Acquaviva delle fonti. Il panorama dominante è in assoluto composto da vigne, molto diffusi sono anche gli ulivi e i mandorli, nella propaggine di territorio che si incunea verso l'interno non è raro incontrare anche roverelle.
Clima[modifica | modifica wikitesto]
Il clima di Adelfia è mediterraneo, con estati calde e secche, da ricordare nella storia recente l'estate 2007 quando in tutti e tre i mesi estivi ci furono ondate di calore proveniente dall'Africa sahariana in cui si superarono i 45°, e inverni moderatamente freddi grazie alla lontananza dal mare e quindi all'assenza della mitigazione marina nonché alla sua altitudine di bassa collina, ciò consente alla neve di fare la sua comparsa non raramente, con almeno un episodio all'anno, tra i più celebri della storia recente del paese si annovera il marzo 1987, gennaio-febbraio-marzo 1993 con ingenti accumuli che in totale superarono il metro causando molti danni ai tendoni d'uva, gennaio 1999, lo storico 8 aprile 2003 dove caddero più di 20 cm di neve, dicembre 2007, febbraio 2009, dicembre 2010 e, recentemente, primi di febbraio 2012. Le precipitazioni sono abbondanti in inverno e primavera con accumuli di circa 60–65 mm medi mensili, come anche in autunno seppur lievemente minori, molto scarse invece le precipitazioni in estate che si attestano sui 30 mm mensili, dai dati forniti dalla protezione civile è emerso che il 1970 è stato l'anno più siccitoso da quando si effettuano le registrazioni con soli 310 mm accumulati mentre il 1940 è stato l'anno più piovoso con 953 mm accumulati. Dopo una flessione iniziata dalla metà degli anni ottanta e protrattasi fino alla fine degli anni novanta, dagli anni duemila le piogge sono tornate abbondanti sul territorio risultando sempre sopra media.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Il territorio dell’attuale Adelfia fu sicuramente abitato in epoca pre-romana, come dimostrano gli antichi sepolcri rinvenuti risalenti al VI-V secolo a.c. È anche sicuro che vi passarono gli invasori Goti, Bizantini, Longobardi, Franchi, Saraceni e Normanni, pur non essendoci rimasto nulla da menzionare per confermarlo. [4]
Storia di Montrone[modifica | modifica wikitesto]
Secondo quanto asserito nel Settecento da don Cataldo de Nicolai, Montrone sorse nel 982: il commerciante bizantino Roni Sensech, in fuga da Bari sotto l'incalzare delle truppe longobarde di Ottone II, si stabilì su un'altura poco vicina, che si presentava particolarmente adatta al pascolo e al commercio del bestiame. Nacque così il villaggio di Mons Roni (o Monteroni[4]).
Il primo nucleo di abitanti contava 31 persone, tra cui un sacerdote bizantino che dipinse una Natività in una grotta del luogo. In corrispondenza di quella grotta, nel 1086, fu edificata la cappella della Madonna del Principio, poi consacrata dall'arcivescovo di Bari Ursone. La costruzione della cappella proprio in quel luogo fu voluta da Marco, figlio di Roni. A quel punto si contavano circa 250 abitanti, che nel 1156 aumentarono ulteriormente per la distruzione di Bari di Guglielmo I il Malo, re di Sicilia.[4]
Il 18 novembre 1167 il successore di Guglielmo I, Guglielmo II il Buono, riconobbe Montrone come università (comune) e la diede in feudo al suo fedele Goffredo Tortomanni. Il primo documento storico in cui sono menzionati Canneto e Montrone è infatti la bolla di papa Alessandro III del 28 giugno 1172, in cui indica i paesi sotto l’autorità di Rainaldo, arcivescovo di Bari: “…Monteronum, Lositum, Cannitum…” . Da questo momento in poi si può stabilire più o meno esattamente la serie dei feudatari di Montrone: a Goffredo Tortomanni succedette Pasquale (o Pascazio) de Palma, avendo sposato sua figlia Geronima. Nel 1266 Carlo I d’Angiò dette il feudo al suo luogotenente, Rodolfo De Colant, che venne con lui dalla Francia per la conquista dell’Italia meridionale. Nel 1276 il feudo fu dato a Sparano da Bari, per premiarlo dell’aiuto prestato contro Manfredi e Corradino di Svevia. Morto Sparano, il 28 Aprile 1294 re Carlo II investì il figlio di Sparano, che era già padrone di Altamura, anche di Montrone, Valenzano e Magliano. La famiglia di Sparano tennero il feudo fino al 1339, quando venne ceduto al nobile napoletano Gualtieri Galeoti. Nel 1380, i successori di questo, lo vendettero al conte siciliano Gualtiero di Aspruch. Successivamente, re Carlo III gli tolse il feudo e lo diede al suo aiutante di campo Riezio Clignetti. Nel 1390, Riezio vendette il possesso al nobile barese Nicolò Dottula, che dotò il borgo di un castello con torre, nucleo dell'attuale palazzo marchesale. Nel 1417 il feudo fu venduto a Nicolò Fusco di Ravello, già padrone di Valenzano. Nel 1423 Montrone divenne possesso del nocerino Niccolò Offieri. Nel 1481 i suoi successori lo vendettero a Giulio Antonio Acquaviva, Duca di Atri e Conte di Conversano, che mise Montrone sotto il controllo di suo figlio Andrea Matteo Acquaviva. Dal 1519 al 1629 il feudo fu posseduto dalla famiglia Galeoti. Successivamente andò al principe di Valenzano Aurelio Furietti, prima che ne entrasse in possesso la famiglia bolognese De' Bianchi (1698), che nel 1790 cambiò il proprio nome per via dotale in Bianchi Dottula.
Il 5 aprile 1799, in seguito all'uccisione del trombettiere dell'esercito napoleonico, di passaggio in Terra di Bari, ad opera di un montronese di fede borbonica, furono uccisi 83 cittadini, inclusi quelli che si erano rifugiati nella cappella della Madonna del Principio. Con il ritorno dei Borbone fu innalzata una croce a memoria dell'eccidio.[5]
Storia di Canneto[modifica | modifica wikitesto]
Sebbene alcuni reperti attestino la presenza presso Canneto di insediamenti umani e di una necropoli della vicina Celiae risalente all'età messapica, per la storiografia ufficiale Canneto nasce nella seconda metà dell'XI secolo.
Secondo quanto riportato dalla storiografia settecentesca curata dal nobile religioso di Canneto don Cataldo de Nicolai, nel corso della campagna militare condotta da Roberto il Guiscardo e finalizzata alla conquista della città di Bari (1067-1071), il messinese Giosuè Galtieri insieme ad alcuni compagni trovò un canneto dal quale poté approvvigionarsi di grandi quantità di canne, con le quali furono costruite più di 200 capanne necessarie all'esercito nel suo assedio alla città. Quando Bari capitolò, Roberto, che ne divenne duca, ricompensò Giosuè Galtieri per i servigi resi infeudandolo dell'area, Cannitum, nella quale aveva reperito il materiale di costruzione.
Galtieri sposò la tarantina Beatrice Curcelli. Una loro figlia, Stella Beatrice, sposò il napoletano Alfonso Barbiano, che ottenne così la baronia di Canneto e vi costruì il palazzo baronale. Nel 1186 venne costruita la cappella della Madonna della Stella, ex voto per l'insperata guarigione di Stella Beatrice. L'ultima famiglia a detenere la signoria di Canneto fu quella dei Nicolai, che fece costruire l'arco dell'orologio (situato in Piazza Roma) e Largo Castello (piccolo spiazzo situato all'interno del centro storico). A questa famiglia apparteneva don Cataldo, primo autore delle memorie storiche dei due borghi limitrofi.[6]
Nascita di Adelfia[modifica | modifica wikitesto]
I comuni di Montrone e Canneto, non distanti l'uno dall'altro, mantennero la propria autonomia amministrativa sino al 29 settembre 1927, quando il decreto n. 1903 firmato da Vittorio Emanuele III ne sancì l'unione sotto il nome di Adelfia dal greco "Adelphos" (Άδελφος) che significa "fratellanza". Nonostante la prossimità dei due centri, vi erano spiccate differenze nelle popolazioni - ad esempio sotto il profilo delle tradizioni e del dialetto - che per alcuni decenni si sono tradotte in un forte campanilismo che ha reso difficoltosa la nascita di un'identità cittadina unitaria. Ancora oggi ci sono due cimiteri (uno per Montrone e uno per Canneto), due Chiese Matrici distinte, due centri storici, due scuole elementari, due scuole medie, due centri postali, due feste patronali ecc.[5][6]
Simboli[modifica | modifica wikitesto]
Lo stemma e il gonfalone del comune di Adelfia sono stati concessi con regio decreto del 31 gennaio 1929.[7]
«Stemma partito: nel primo d'azzurro, al monte di tre cime di verde, movente dalla punta, cimato da una croce latina di nero, accompagnata in capo da due crescenti di argento, quello di destra volto, ed accostata da due stelle dello stesso; nel secondo, pure d'azzurro, a tre leoni seduti, il centrale più in alto e più grande e due posti in basso affrontati, sopra un monte movente dalla punta e dal quale nasce un canneto, il tutto al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.»
Lo stemma comunale è l'unione di quello delle due entità precedenti, con una croce su tre colline sormontata da due lune e due stelle per Montrone, e delle canne su una collina per Canneto. Il gonfalone è un drappo troncato di giallo e di azzurro.
Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]



Il patrimonio architettonico di Adelfia può vantare una singolare duplicità, a cominciare dall'esistenza di due diversi centri storici, sorti a pochissima distanza l'uno dall'altro e svilupparsi nel medesimo periodo (attorno all'anno Mille), ma rimasti fino agli inizi del XX secolo entità separate, ciascuno con propri palazzi nobiliari, con propria sede amministrativa, con proprie tradizioni religiose, con proprie chiese e santi protettori. La stele situata su corso Vittorio Veneto presso l'attuale municipio segnava gli antichi confini. Una volta alle spalle, nella proprietà Catella, era situato il cippo confinario.
Le principali testimonianze storico-architettoniche sono pertanto ascrivibili ora a Montrone ora a Canneto.
Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]
- Chiesa di Santa Maria del Principio a Montrone (1086).
- Chiesa della Madonna della Stella a Canneto (1186).
- Chiesa Madre di Montrone, intitolata a san Nicola di Bari, venne ricostruita attorno al 1711 e consacrata nel 1726; il campanile fu innalzato del 1744 al 1747. Nel 1833 il pittore molfettese Saverio Calò ne affrescò gli interni; nel 1926 il barese Bernardo Caprioli eseguì la decorazione in oro zecchino della parte superiore della chiesa. Vi è contenuta la statua del patrono di Montrone e compatrono di Adelfia, san Trifone martire, opera dell'andriese Riccardo Brudaglio (1783).
- Chiesa Matrice di Canneto, dedicata all'Immacolata, fu costruita, consacrata e ampliata tra il 1761 e il 1763. Custodisce le reliquie di san Vittoriano martire, patrono di Canneto e compatrono di Adelfia.
Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]
- Palazzo Marchesale di Montrone: costruito nel 1396 dal feudatario Niccolò Dottula, fu ampliato nel 1519 dal patrizio napoletano Giambattista Galeoti e decorato con affreschi di scuola napoletana, rifinito nella struttura attuale nel 1790 dal marchese di Montrone Luigi Bianchi Dottula.[8]
- Casina don Cataldo (Castello dei Fascina) a Canneto (XVII secolo), fu costruita dal Nicolai lungo la strada per Bitritto.
- Palazzo Angiuli in via Valenzano a Montrone (fine XIX secolo). Nella cappella interna, dedicata all'Immacolata Concezione, si celebra annualmente un concerto ed una messa pro Terra Santa con il patrocinio dell'Ordine del Santo Sepolcro.
- Palazzo Angiuli in corso Umberto a Montrone (inizio XX secolo), affrescato.
- Palazzo Stangarone in corso Umberto a Montrone, affrescato (inizio XX secolo).
- Villa Gigia (Villa Monteleone) a Canneto (XIX secolo).
Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]
- Torre normanna di Canneto: costruita da Alfonso Balbiano negli anni dal 1147 al 1153, è alta 19 metri e composta di 4 piani; termina con un coronamento aggettante di archetti pensili su mensole. È stata dichiarata monumento nazionale nel 1920, insieme all'adiacente palazzo marchesale di Canneto.
Società[modifica | modifica wikitesto]
Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]
Abitanti censiti[9]

A lungo il fenomeno dell'emigrazione, prima oltreoceano e successivamente verso l'Europa del nord e il Settentrione, ha caratterizzato il saldo demografico di Adelfia. Ancora oggi il fenomeno è avvertito nelle fasce più giovani della popolazione. Tuttavia, recentemente Adelfia, grazie alla vicinanza e ai buoni collegamenti con la città di Bari, rispetto alla quale presenta un più basso costo della vita e una maggiore tranquillità, ha visto crescere significativamente la popolazione, risultando attrattiva per gli abitanti dei comuni attigui.
Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]
Gli stranieri residenti ad Adelfia al 31 dicembre 2019 erano 446, pari al 2,64% della popolazione complessiva. Le comunità più numerose sono:[10]
Cultura[modifica | modifica wikitesto]
Eventi[modifica | modifica wikitesto]
Festa di san Trifone martire[modifica | modifica wikitesto]
La festa più conosciuta di Adelfia è la venerazione di San Trifone, patrono di Montrone che secondo la tradizione protesse il paese durante l'epidemia di peste del 1691 e scacciò un'invasione di cavallette. L'evento è ricordato nell'iconografia del santo, che presenta sempre una cavalletta sulla lancia.
La festa si celebra ogni anno dal 1º novembre all'11 novembre e in particolare nei giorni conclusivi, per la sua celebre gara di giochi pirotecnici, fa convergere nella città molti turisti provenienti da tutta Italia. In particolare il cuore della festa è il 10 novembre, giorno in cui sfila la processione patronale.
Sin dal primo giorno, la Bassa Musica di Adelfia, localmente nota come u Tammorre (il Tamburo), percorre giorno e notte il centro abitato suonando instancabilmente pezzi popolari, tra i quali l'intramontabile Marcie du ciuccie (Marcia dell'asino). La sera del 9 novembre il quadro del santo viene portato in processione fino in piazza e si procede al lancio della mongolfiera. Da quel momento la serata si anima con i concerti di diverse bande giunte ad Adelfia per l'occasione, i quali si protraggono fino a notte inoltrata.
Il giorno successivo, alle 4 di notte, un colpo secco sparato da un mortaio di 12 cm di diametro sancisce l'inizio della giornata clou: molti fedeli raggiungono quindi la chiesa di San Nicola di Bari per assistere alla prima messa, alle 4:30.
I concerti bandistici, dalle 10, e la riffa, ossia un susseguirsi di offerte dei fedeli che desiderano portare a spalla la statua del santo, precedono la processione. Questa percorre le vie cittadine accompagnata - tra gli altri - da molti bambini che per devozione familiare indossano abiti analoghi a quelli del santo. Alcuni dei bambini accompagnano la processione su cavalli bardati a festa. La consegna delle chiavi della città da parte del sindaco chiude la processione. Nel pomeriggio ha luogo la celebre gara pirotecnica, della durata di circa tre ore.
A conclusione dei festeggiamenti, l'11 novembre la processione percorre nuovamente il paese, e la statua del santo è portata a spalla dagli emigranti tornati ad Adelfia. La domenica successiva alla festa, detta San Trefon 'iinde a ua' 'nnicchie (San Trifone nella nicchia) gli adelfiesi festeggiano la posa della statua del santo patrono nella nicchia della chiesa di San Nicola, dove resterà per l'anno a venire.
Dal punto di vista gastronomico, nel giorno di san Trifone l'avventore si trova coinvolto in una sorta di "sagra dell'agnello" ove si possono degustare presso le rosticcerie allestite per strada, delle "costatine scottadito" e delle frattaglie alla brace ('nghimmiredde), accompagnate da costine di sedano e fette di provolone oltre che dal vino locale.
Altre manifestazioni[modifica | modifica wikitesto]
- Festa della Madonna della Stella (compatrona di Canneto, il lunedì dell'Angelo)
- Festa di San Vittoriano (festa patronale del rione di Canneto - l'ultima domenica di luglio)
- Festa della Madonna della Pietà (compatrona di Montrone, la prima domenica di settembre)
- Giornata dell'Emigrante (fine agosto) con il ricordo, in due giorni di festeggiamenti, della rilevante emigrazione che ha caratterizzato il comune di Adelfia.
- Festa dell'Uva (verso la metà di settembre, risale dal fascismo)
- San Vittorianicchio (la domenica successiva a quella di San Vittoriano)
- A canigghj (particolare sfida tra i due rioni)
negli ultimi anni le rassegne dedicate ai vini sono spesso presenti in associazione a musicisti jazz o spettacoli culturali (periodo estivo e vendemmia).
Economia[modifica | modifica wikitesto]
La principale attività economica adelfiese è la coltivazione di uve da tavola tradizionali, grazie alla vocazione del territorio e soprattutto alle caratteristiche del terreno. L'antica uva Regina (presente in due diverse varietà locali dette Mennavacca e Pizzutella per la forma più o meno allungata degli acini) e l'uva baresana sono i prodotti che contraddistinguono il comune di Adelfia e che spesso conferiscono maggior redditività rispetto a prodotti commerciali a più larga diffusione. Ci sono anche altre uve, come Primus e Moscato nero, comunque destinate a mercati di nicchia. Negli ultimi anni è la produzione di vino primitivo a valorizzare il territorio, diversi premi nazionali ed internazionali stanno rivalutando il vino prodotto puntando alla qualità, ma nello stesso tempo nel rispetto della tradizione, celebre è la convinzione che solo grazie alla valorizzazione del territorio scaturirà un amore per le proprie origini e prodotti della terra. Altra voce rilevante nell'economia cittadina, sebbene in misura minore rispetto agli anni che hanno preceduto l'introduzione della moderna viticoltura, è la produzione olivicola e olearia. Le attività produttive non legate all'agricoltura sono limitate a poche piccole e medie imprese operanti nel settore manifatturiero.
Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]
Adelfia è sita a sud di Bari. Il principale asse di collegamento viario è la strada statale 100 Bari-Taranto, che corre a est del centro abitato. Il casello autostradale più vicino è quello di Bari Sud, di accesso alla autostrada A14 Bologna-Taranto.
I rioni di Canneto e Montrone sono fisicamente separati dalla linea ferroviaria Bari-Putignano in concessione alle Ferrovie del Sud Est. Nel 2010 è stato completato l'interramento del tratto ferroviario urbano finalizzato all'eliminazione del passaggio a livello tra i due rioni ed è stata aperta al pubblico la nuova stazione.
Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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28 luglio 1988 | 7 giugno 1993 | Antonio Mastrogiacomo | Partito Socialista Italiano | Sindaco | [11] |
14 giugno 1993 | 8 novembre 1995 | Francesco Pirolo | centro, Democrazia Cristiana | Sindaco | [11] |
10 novembre 1995 | 10 giugno 1996 | Giuseppe Guetta | Comm. straordinario | [11] | |
10 giugno 1996 | 10 gennaio 1997 | Emanuela Clotilde Angiuli | centro-sinistra | Sindaco | [11] |
10 gennaio 1997 | 28 aprile 1997 | Erminia Cicoria | Comm. pref. | [11] | |
28 aprile 1997 | 14 maggio 2001 | Ermanno Maria Nino Macchia | sinistra | Sindaco | [11] |
14 maggio 2001 | 30 maggio 2006 | Francesco Nicassio | centro-destra | Sindaco | [11] |
13 giugno 2006 | 12 maggio 2010 | Francesco Nicassio | centro-destra | Sindaco | [11] |
12 maggio 2010 | 10 giugno 2011 | Vittorio Lapolla | Comm. straordinario | [11] | |
19 maggio 2011 | 20 giugno 2016 | Vito Antonio Antonacci | lista civica Antonacci il sindaco che vogliamo | Sindaco | [11] |
20 giugno 2016 | in carica | Giuseppe Cosola | lista civica | Sindaco | [11] |
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ a b c Adelfia - Cenni storici, Luigi Stangarone
- ^ a b Consultazione Archivio Comuni e Stati Esteri, su sister.agenziaentrate.gov.it. URL consultato l'8 aprile 2019.
- ^ a b Consultazione Archivio Comuni e Stati Esteri, su sister.agenziaentrate.gov.it. URL consultato l'8 aprile 2019.
- ^ Adelfia, decreto 1929-01-31 RD, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 31 maggio 2022.
- ^ PALAZZO MARCHESALE DEI BIANCHI - DOTTULA | I Luoghi del Cuore - FAI, su fondoambiente.it. URL consultato il 10 agosto 2021.
- ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28 dicembre 2012.
- ^ Residenti stranieri: popolazione residente e bilancio demografico al 31 dicembre 2019, su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ a b c d e f g h i j k http://amministratori.interno.it/
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Adelfia
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su comune.adelfia.gov.it.
- Adèlfia (Bari), su sapere.it, De Agostini.
- Pro Loco, su prolocoadelfia.it. URL consultato il 24 luglio 2007 (archiviato dall'url originale il 30 giugno 2007).
- Adelfia com'era, su cartamaxima.it.
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