Andrea Matteo III Acquaviva

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Andrea Matteo III Acquaviva d'Aragona
Moneta del 1481 ritraente Andrea Matteo III Acquaviva d'Aragona
Duca di Atri e Teramo
Stemma
Stemma
TrattamentoDuca
Altri titoliGran Siniscalco del Regno di Napoli
NascitaAtri, gennaio 1458
MorteConversano, 29 gennaio 1529
DinastiaAcquaviva d'Aragona
PadreGiulio Antonio I Acquaviva d'Aragona
MadreCaterina Orsini del Balzo
ConiugiIsabella Todeschini Piccolomini d'Aragona
Caterina Della Ratta
FigliGiovanni Battista
Alfonso
Gianfrancesco
Giannantonio Donato
Giovanna
Beatrice
Giovanni Vincenzo
ReligioneCattolicesimo
Andrea Matteo III Acquaviva d'Aragona
NascitaAtri, gennaio 1458
MorteConversano, 29 gennaio 1529
Dati militari
Paese servito Regno di Napoli
Forza armataMercenari
GradoCondottiero
BattaglieBattaglia di Otranto (1480-1481), battaglia di Campomorto (1482) ed altre
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«Nella persona di Andrea Matteo Acquaviva si videro meravigliosamente insieme uniti, e non mai scompagnati, Marte e Minerva. Unione rarissima, e che non ha avuto permanente durata in uomini, che nell'uno o nell'altro aringo si son distinti.»

Andrea Matteo III Acquaviva d'Aragona (Atri, gennaio 1458Conversano, 29 gennaio 1529) è stato un condottiero, gran siniscalco e letterato italiano.

Fu 8º duca di Atri e il 2º di Teramo, marchese di Bitonto, conte di Caserta, Conversano e San Flaviano e signore di Bellante, Canzano, Controguerra, Corropoli, Eboli, Forcella, Montepagano, Montone, Mosciano Sant'Angelo, Notaresco, Torano Nuovo, Tortoreto, Ripatransone e Sternatia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era figlio di Giulio Antonio e di Caterina Orsini del Balzo, figlia naturale di Giovanni Antonio Orsini del Balzo, principe di Taranto.

Divenuto erede del ducato di Atri già alla morte del fratello maggiore Giovanni Antonio, scomparso nel 1479, ne assunse il titolo di marchese di Bitonto[1]; prese le redini degli stati feudali nel 1481 alla morte del padre Giulio Antonio, caduto durante la battaglia di Otranto, alla quale anche Andrea Matteo aveva partecipato. Fu uno degli artefici della congiura dei baroni (1485-1486), ma in seguito ottenne il perdono di re Ferrante d'Aragona: gli vennero tolte Bitonto e Teramo e ricevette in cambio il titolo di gran siniscalco e la signoria di Martina Franca. Nel 1503 fu catturato a Rutigliano dagli Spagnoli, rinchiuso a Gaeta e liberato tre anni dopo; dal 1506 dimorò prevalentemente in Napoli.

Andrea Matteo era un uomo d'armi e di lettere, colto e raffinato. Il suo palazzo in Napoli fu luogo di incontro di letterati come Giovanni Pontano e Jacopo Sannazaro, le cui opere furono stampate in una tipografia di proprietà del duca di Atri; per lui lavorarono insigni miniatori dell'epoca, come Cristoforo Majorana[2] e Reginaldo Pirano[3]. Insegnò all'Accademia Pontaniana e tradusse alcune opere di Plutarco, pubblicate nel 1526 a Napoli dal figlio Giovanni Antonio Donato[4][5].

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Andrea Matteo si sposò tra il 1477 e il 1480 con Isabella Todeschini Piccolomini d'Aragona (1459-1508), figlia primogenita di Antonio I, duca di Amalfi e conte di Celano (costui era figlio di Laudomia, sorella di papa Pio II, ed aveva sposato Maria d'Aragona, figlia naturale legittimata del re). Rimasto vedovo, si risposò nel 1509 con Caterina Della Ratta († 1511), vedova di Cesare d'Aragona (figlio naturale del re di Napoli, morto in esilio nel 1504). Con questo matrimonio Andrea Matteo unificò i possedimenti di famiglia (anche se decurtati da confische del sovrano) con la ricca contea di Caserta ed altri beni tra cui il feudo di Eboli; qui gli Acquaviva successero ai Della Ratta, che l'avevano tenuta dal 1310. Seppe abilmente consolidare la contea facendo sposare suo nipote, Giulio Antonio II Acquaviva, con la pronipote della contessa di Caserta, Anna Gambacorta. Caserta sarebbe poi rimasta feudo degli Acquaviva fino al 1659, anno della morte di Anna Acquaviva.

Andrea Matteo ebbe i seguenti figli:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Secondo altre fonti (DBI), avrebbe avuto questo titolo per investitura sovrana sin dal 1464.
  2. ^ Valentina Sapienza, MAJORANA, Cristoforo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 67, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2006.
  3. ^ Alessandra Perriccioli Saggese, PIRANO, Reginaldo da Monopoli, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 84, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2015.
  4. ^ Giuseppe Coniglio, ACQUAVIVA D'ARAGONA, Giovanni Antonio Donato, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 1, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960.
  5. ^ Possedette una ricca biblioteca, che fu descritta e lodata dal vescovo Cantalicio; ad essa appartenne, tra gli altri, un prezioso codice miniato dell'Etica Nicomachea di Aristotele, conservato nella Biblioteca Nazionale Austriaca di Vienna. Cfr. Otto Mazal, Der Aristoteles des Herzog von Atri, Graz, Adeva, 1988, ISBN 3-201-01416-8.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanna Manetta Sabatini, Albero genealogico della famiglia Acquaviva d'Aragona, Teramo, 2009, ISBN non esistente.
  • Domenico Martuscelli, Biografia degli uomini illustri del Regno di Napoli, vol. 5, Napoli, Nicola Gervasi, 1822, ISBN non esistente.

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