I figli del deserto: differenze tra le versioni

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Versione delle 17:16, 3 set 2011

(EN)

«Two minds without a single thought»

(IT)

«Due menti senza un singolo pensiero»

{{{titolo italiano}}}
File:I figli del deserto bis.jpg
Il ritorno a casa da "Honolulu"
Paese di produzioneUSA
Durata63 min
Generecomico
RegiaWilliam A. Seiter
SceneggiaturaFrank Craven, Byron Morgan, Stan Laurel (non accreditato), Glen Tryon (non accreditato)
ProduttoreHal Roach
FotografiaKenneth Peach
MontaggioBert Jordan
MusicheMarvin T. Hatley
Interpreti e personaggi

I figli del deserto è un film del 1933[1] diretto da William A. Seiter, e interpretato da Stan Laurel e Oliver Hardy.[2]

Trama

L'associazione dei "Figli del deserto" sta attraversando un periodo di crisi e bisogna rinvigorirla con un ritrovo di tutti i membri a Chicago: tutti devono giurare che vi parteciperanno.

Questo è quanto accade nella sede dell'associazione dove Ollio in prima fila giura la sua promessa costringendo a giurare anche Stanlio che è piuttosto recalcitrante, poiché non fa nulla senza il consenso della moglie. «Sei un uomo morto» dice Ollio, rimproverando Stanlio di non essere capace d'imporsi alla propria moglie come farà lui. Ma le cose vanno diversamente: la moglie di Ollio[3] vuole andare in vacanza in montagna e il marito dovrà andare con lei. Ollio, che vuol conservare la sua dignità di fronte a Stanlio, rivendica la sua libertà ma mal gliene incoglie: sarà colpito a ripetizione dalla moglie che non sente ragioni con vasi che gli si infrangono sulla nuca.

La divisa dei Figli del deserto

Ma Ollio non si arrende e si finge improvvisamente malato e bisognoso di distrazioni. Con la complicità di Stanlio, che ha avuto il compito di corrompere un dottore, il suo piano avrà successo. Stanlio, in attesa del dottore, si prodiga intanto nell'assistere l'amico con il prevedibile risultato di farlo star male davvero. In realtà Stanlio non ha trovato un dottore ma ha invece ingaggiato un veterinario che, per adeguarsi alla sua parte, appena arrivato per prima cosa farà ingoiare a Ollio una grossa pillola da cavallo e quindi, secondo gli accordi prestabiliti, gli consiglierà di respirare aria di mare andando sulle spiagge di Honolulu. Certo Ollio dovrà continuare ad essere assistito e chi meglio di Stanlio potrà farlo?

Così i due compagnoni se ne vanno a gozzovigliare alla riunione dei "Figli del deserto" a Chicago facendo credere di essere partiti per Honolulu. Al ritorno per sostenere la finzione e accattivarsi le mogli improvviseranno sull'uscio di casa un balletto con tanto di ananas e ukulele cantando "Honolulu baby". Ma in casa non c'è nessuno. Entrati in casa, casualmente i due scoprono da un giornale la notizia del naufragio della nave passeggeri da Honolulu per l'America. Le mogli disperate, che avevano appresa a loro volta la notizia, erano andate al cinema per distrarsi, in attesa di sapere se i loro mariti fossero sopravvissuti. Assistono così a un cinegiornale dove si proietta la parata a Chicago dei partecipanti al congresso dei "Figli del deserto" dove in prima fila vengono filmati i due amiconi che appaiono felici e pimpanti. Dunque non hanno fatto naufragio: le due mogli inviperite tornano a casa per punirli della bugia.

Nel frattempo Stanlio e Ollio, per far credere alle mogli di essere insieme ai sopravvissuti sulla nave dei soccorsi, si sono nascosti, mentre fuori infuria un temporale, in soffitta per passare la notte, allestendo un letto dove, come dice Stanlio, staranno comodi «come due piselli in un guscio».«No guscio, baccello» – ribatte, quasi disgustato dell'ignoranza dell'amico, Ollio ed emettendo la voce accompagnandola con il gesto della mano, ripete– «baa-ccel-loo».

Ma la comodità dura poco: il letto crolla colpito da un fulmine e i due saranno scoperti dalle mogli. Bisogna ora giustificarsi e dire bugie inventando assurde storie di un salvataggio in mare. Ollio si tiene fermo alla sua versione ma Stanlio non resiste all'invito della moglie di dire la verità e, pur disperandosi per le peggiori conseguenze che dovrà subire, confessa. È la fine per Ollio: subirà "l'ira funesta" della moglie che lo colpirà con tutte le stoviglie di casa...mentre Stanlio, premiato per la sua sincerità dalla moglie, riceverà da lei coccole e attenzioni premurose.

Commento

È il film a tema “familiare” più conosciuto della Coppia e forse quello più rappresentativo della loro cosiddetta “misoginia[4] : l’imperscrutabile mondo femminile è visto come ostacolo da aggirare in quanto limitativo della loro poetica e infantile anarchia.[5]

La trama non è certo complessa e non è una storia ricca di avvenimenti che caratterizza "I figli del deserto" come del resto tutti i film di Stanlio e Ollio. Lo spettatore sa bene fin dall'inizio come il racconto andrà a finire e se sarà sorpreso lo sarà dalla situazione paradossale, talvolta quasi nascosta nel corso del film . C'è ad esempio la scena ripresa in campo lungo, e quindi non molto evidente, dei due che arrivano a casa in taxi. Il malcapitato autista si precipita volenterosamente ad aprire la portiera posteriore dell'auto per far scendere i due, ma prima ancora di toccare la maniglia, la portiera viene spalancata e il poveretto investito dal colpo va a gambe all'aria. Si risolleva, e va per aiutare a prendere i bagagli, ma Stanlio nel frattempo ha messo di traverso una valigia in terra su cui inciampa il malcapitato che va a terra per la seconda volta. Anche questa è una gag ripetuta nello stesso film[6] e in altri ma non è tanto la scena che origina la risata quanto è la situazione imprevista e ripetuta che suscita il riso. Insomma non è la caduta dello sventurato autista a far ridere quanto il contrasto tra la sua buona volontà di dare aiuto e la punizione che invece ne ricava.

Il racconto semplice e ingenuo è solo un'occasione per ridere non diversa da quella che i due erano capaci di offrire nelle comiche più brevi. Il film è un esempio di una comicità pura proposta allo spettatore senza sottintesi, né messaggi ideali né con riferimenti all'attualità.(cfr.Moscati, op.cit) La comicità nasce non tanto dalle stoviglie rotte in testa al povero Ollio, né dalle cadute rovinose, temi tipici delle gag dei "two reels" (due rulli )[7], ma da situazioni inaspettate o non comiche di per sé ma che suscitano ilarità, come la famosa battuta del "baaccelloo" dove la paffuta faccia di Ollio sembra dilatarsi nella pronuncia "esatta" della parola o quando Stanlio si sforza di mandar giù i frutti di cera che sta mangiando o l'aspetto stralunato di Ollio costretto ad inghiottire un'enorme pillola da cavallo. Qui non ci sono battute: basta la situazione e il volto dei due a far ridere.

Riconoscimenti

Nel 2000 l'American Film Institute ha inserito il film al 96° posto della classifica delle cento migliori commedie americane di tutti i tempi. Nel 2005 ha inserito la battuta «Well, here's another nice mess you've gotten me into!» al 60° posto della classifica delle cento migliori citazioni.

Note

  1. ^ Scritto nel luglio-settembre 1933. Girato nell'ottobre 1933. Distribuito dalla MGM nel dicembre del 1933.
  2. ^ . Il titolo originale di questo film è anche il nome dell'associazione internazione Sons of the Desert (Figli del deserto) fondata nel 1965 dal biografo ufficiale della coppia, John McCabe.
    L'organizzazione nata con il benestare di Stan Laurel che ne suggerì anche il motto (Two minds without a single thought, due menti senza un singolo pensiero: il che vuol dire spensierati, senza pensieri o preoccupazioni ma anche così stupidi che in due menti non era possibile ritrovare neppure un solo pensiero), raccoglie gli appassionati del duo comico sparsi nel mondo, e ne conserva e promuove la memoria della vita e dell’opera. Ogni capitolo locale dell'associazione viene chiamato tenda (tent) e prende il nome di un film di Stanlio e Ollio. In Italia esistono tre tende dei Figli del Deserto: Noi Siamo le Colonne di Modena; Atollo K di Vercelli; Teste Dure di Prato.
  3. ^ Mrs. Hardy è un’impeccabile e temibile Mae Busch.
  4. ^ A detta di alcuni critici cinematografici (cfr. Ernesto G. Laura, op.cit.) la stessa soggezione dei due protagonisti alle loro mogli, spesso manesche nei loro confronti, rappresenta, sotto la resa comica, l' aspetto sociale del matriarcato americano e della condizione della donna già molto avanzata negli Stati Uniti.
  5. ^ cfr.Benedetto Gemma, Andrea Ciaffaroni e altri in op.cit.
  6. ^ Gli spettatori non vedono ma sentono il rumore che farà la moglie di Ollio cadendo nella tinozza abbandonata in terra dal solito Stanlio. Sulla stessa valigia della scenetta con l'autista, lasciata da una parte da Stanlio, questa volta in casa, cadrà Ollio, naturalmente spiaccicandola.
  7. ^ Così chiamate le comiche che precedevano la proiezione del lungometraggio

Bibliografia

  • M.Morandini, Dizionario dei film ed.2007, Zanichelli
  • Autore non specificato, I figli del deserto. Stanlio e Ollio. Ed. Eclectica Multimedia, collana "Le leggende della risata" , 2000 ISBN 8887471215
  • Giancarlo Governi, Laurel & Hardy, due teste senza cervello, ERI RAI, Torino, 1985.
  • Camillo Moscati, Stanlio & Ollio, la coppia della risata, ed. Lo Vecchio, Milano, 1989.
  • Ernesto G. Laura, Quando Los Angeles si chiamava Hollywood, Bulzoni, 1996 (prima edizione in rivista, “Bianco e Nero”, 1977).
  • Marco Giusti, Stan Laurel & Oliver Hardy, ed. Nuova Italia, Roma, 1997 (prima edizione nel 1978, Castoro Cinema n.57).
  • Benedetto Gemma, Andrea Ciaffaroni, Tiziano Medici, Alessandro Rossini, Antonio Costa Barbé, I Film antologici di Stanlio & Ollio, Ed. Noi siamo le colonne, Modena, maggio 2005.

Collegamenti esterni

Voci correlate


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