Movistar Team
Movistar Team Ciclismo | |
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Informazioni | |
Codice UCI | MOV |
Nazione | Spagna |
Debutto | 1980 |
Specialità | Strada |
Status | UCI WorldTeam |
Biciclette | Canyon |
Sito ufficiale | Movistar Team |
Staff tecnico | |
Gen. manager | Iván Velasco |
Dir. sportivi | Alexis Gandia José Vicente García Pablo Lastras Xabier Muriel Jürgen Roelandts Josè Rojas Maximilian Sciandri |
Il Movistar Team, nota in passato come Reynolds, Banesto, Illes Balears e Caisse d'Épargne, è una squadra maschile spagnola di ciclismo su strada con licenza di WorldTeam.
Attiva nel professionismo dal 1980, risultando per questo una delle formazioni più longeve del panorama ciclistico, ha sede in Navarra ed è diretta da Eusebio Unzué, subentrato nel 2008 al manager storico, José Miguel Echavarri. Lo sponsor principale è dal 2011 Movistar, brand commerciale di Telefónica, affiancato a partire dal 2014 dal produttore di telai tedesco Canyon.
La squadra vanta un ampio palmarès, comprensivo di sette vittorie finali al Tour de France (cinque delle quali consecutivamente con Miguel Indurain nella prima metà degli anni novanta), quattro al Giro d'Italia e quattro alla Vuelta a España, oltre a cinque classifiche mondiali a squadre ProTour/World Tour, di cui quattro consecutive dal 2013 al 2016, per un totale di oltre 900 corse, che ne fanno una delle squadre più vincenti di sempre.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]1970-1979: gli esordi nel dilettantismo
[modifica | modifica wikitesto]La squadra nacque nel 1970 a Irurtzun come formazione dilettantistica, con la denominazione Irurzungo-Nuevo Legarra, su iniziativa dei fratelli José e Jesús Legarra, gestori di un ristorante.[1] Primo direttore sportivo fu proprio José Legarra, presto affiancato, nel 1974, dal diciannovenne Eusebio Unzué, già ciclista per il team negli anni precedenti; nel 1975 giunse anche un nuovo sponsor, Reynolds, multinazionale dell'alluminio allora proprietaria di uno stabilimento a Irurtzun.[1][2] La squadra cominciò ad affermarsi nel panorama dilettantistico della regione, e nel 1978 al management si aggiunse l'ex professionista José Miguel Echavarri, ritiratosi dalle gare nel 1971; nello stesso anno la rosa fu arricchita dal ciclista uruguayano Héctor Rondán, che in due anni portò alla squadra 21 vittorie, tra cui quella nell'importante Vuelta a Valladolid.[1]
1980-1989: Reynolds nel professionismo
[modifica | modifica wikitesto]Grazie al maggior impegno di Reynolds, nel 1980 la squadra poté debuttare nel professionismo, con José Miguel Echavarri nel ruolo di direttore sportivo e una rosa di dodici ciclisti, dieci dei quali al debutto da pro; nonostante un budget ridotto, circa 15 milioni di pesetas, in quegli anni la squadra fu la prima in Spagna a dotarsi di un medico sociale e a sfruttare i lati delle maglie per posizionare loghi pubblicitari.[1] Per le forti radici navarre, il team fu presto considerato come successore della Super Ser, squadra navarra attiva tra i pro fino al 1976.[1] Nel 1982 fu messo sotto contratto un giovane Pedro Delgado, che già quell'anno agì da gregario per il capitano Ángel Arroyo durante la Vuelta a España.[3] Arroyo vinse quella Vuelta, grazie anche alla squadra che controllò la corsa ma, 48 ore dopo la vittoria finale, fu resa nota la sua positività in un controllo antidoping al metilfenidato (Ritalin). Sia il ciclista sia la squadra negarono coinvolgimenti e chiesero le contro analisi che confermarono però la positività. Arroyo diventò il primo vincitore della Vuelta a España a essere squalificato.[4] Nel 1983 lo stesso Arroyo si classificò secondo al Tour de France, dando anche al suo team la prima storica vittoria di tappa alla Grande Boucle, nella cronometro di Puy-de-Dôme davanti al compagno Delgado.[5]
Delgado cambiò squadra nel 1985 ma ritornò alla Reynolds nel 1988, anno in cui vinse il Tour de France (terzo spagnolo a riuscire nell'impresa), risultato seguito dal successo nella Vuelta a España 1989. Nel 1984 debuttò come professionista con la squadra Miguel Indurain.
1990-2003: Banesto e iBanesto.com
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1990 la banca spagnola Banesto diventò lo sponsor principale della squadra, sostituendo Reynolds. Delgado fu scelto come capitano per il Tour de France mentre Miguel Indurain e Julián Gorospe erano i leader per le gare a tappe di una settimana. Quando Gorospe diventò leader della Vuelta a España, la squadra decise di supportarlo per tentare di vincere la gara. Gorospe perse però la maglia rossa e Delgado passò alla guida della classifica generale. Quest'ultimo venne però scavalcato dall'italiano Marco Giovannetti e terminò la corsa solo al secondo posto.
Negli anni successivi, Indurain diventò dominatore delle gare a tappe, vincendo cinque edizioni consecutive del Tour de France e due del Giro d'Italia. Delgado rimase il capitano designato per la Vuelta. La squadra ottenne successi anche con Jean-François Bernard, che vinse l'edizione 1992 della Parigi-Nizza, e con Abraham Olano, che vinse la Vuelta a España 1998. Alex Zülle firmò per la Banesto e ottenne il secondo posto al Tour de France 1999 mentre lo scalatore José María Jiménez vinse due tappe alla Vuelta a España. Negli ultimi anni la squadra cambiò nome in iBanesto.com.
2004-2010: Illes Balears e Caisse d'Épargne
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2004 diventò sponsor principale il Governo delle Isole Baleari e nel 2005 diventò co-sponsor la banca francese Caisse d'Épargne che, a partire dal 2006, acquisì maggiore importanza e nel 2007 diventò unico sponsor, dopo la rinuncia del Governo delle Baleari.
La Caisse d'Épargne-Illes Balears terminò quinta nella classifica a squadre del Tour de France 2006 (56'53" dietro il T-Mobile Team). Nella classifica individuale, Óscar Pereiro finì la corsa in seconda posizione. La vittoria dello statunitense della Phonak Floyd Landis fu subito messa in dubbio, quando, dopo aver vinto la diciassettesima tappa, risultò positivo in un test delle urine al testosterone sintetico e con un rapporto tra testosterone ed epitestosterone vicino a tre volte il limite permesso dal regolamento della WADA.[6] Dopo le controanalisi, anch'esse positive, e due anni di appelli in tribunale, Pereiro fu ufficialmente riconosciuto vincitore del Tour.
Nel 2010 David Arroyo si classificò secondo al Giro d'Italia con un distacco dal vincitore Basso di 1'51". Pochi giorni dopo la fine del Giro 2010, il leader della squadra Alejandro Valverde venne squalificato per due anni a livello mondiale in seguito al coinvolgimento nell'inchiesta Operación Puerto del 2006; allo spagnolo vennero anche tolte tutte le vittorie dal 1º gennaio 2010 e la prima posizione nella classifica UCI. La squalifica terminò nel 2011.[7]
Dal 2011: Movistar Team
[modifica | modifica wikitesto]La fine della stagione 2010 vide anche la fine della sponsorizzazione della Caisse d'Épargne e l'arrivo di Telefónica, compagnia di telecomunicazioni spagnola. La nuova squadra prese il nome dalla Movistar, la divisione della telefonia mobile dell'azienda. La rosa di Unzué perse Alejandro Valverde e Rui Costa, squalificati per doping, e Luis León Sánchez, passato alla Rabobank. L'assenza di un vero capitano pose in testa al team, come corridori più rappresentativi, gli spagnoli David Arroyo, Rubén Plaza e Xavier Tondó per i grandi Giri, José Joaquín Rojas e Francisco Ventoso per le volate.
Nel 2014 cessa la partnership tecnica con il produttore di telai Pinarello, di durata ventennale, e comincia quella con il marchio tedesco Canyon. Nello stesso anno la Movistar fa suo il Giro d'Italia con il colombiano Nairo Quintana e la Freccia Vallone con Alejandro Valverde, vincitore quell'anno anche della classifica individuale World Tour. Nel 2015 la squadra conquista quindi la Freccia Vallone e la Liegi-Bastogne-Liegi con lo stesso Valverde (ancora numero 1 mondiale a fine anno), e coglie il secondo posto finale al Tour de France con Quintana. Ancora Valverde si ripete trionfando nell'edizione 2016 della Freccia Vallone; nella stessa stagione si mette in evidenza ancora Quintana, terzo classificato al Tour de France e a seguire vincitore della Vuelta a España.
Cronistoria
[modifica | modifica wikitesto]Annuario
[modifica | modifica wikitesto]Classifiche UCI
[modifica | modifica wikitesto]Palmarès
[modifica | modifica wikitesto]Aggiornato al 17 agosto 2024.
Grandi Giri
[modifica | modifica wikitesto]- Partecipazioni: 29 (1988, 1991, 1992, 1993, 1994, 1995, 1999, 2000, 2001, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018, 2019, 2020, 2021, 2022, 2023, 2024)
- Vittorie di tappa: 25
- 1992: 2 (Miguel Indurain)
- 1993: 2 (Miguel Indurain)
- 2001: 1 (Pablo Lastras)
- 2006: 1 (Joan Horrach)
- 2011: 2 (Francisco Ventoso, Vasil' Kiryenka)
- 2012: 2 (Francisco Ventoso, Andrey Amador)
- 2013: 4 (Alex Dowsett, 2 Giovanni Visconti, Beñat Intxausti)
- 2014: 2 (Nairo Quintana)
- 2015: 1 (Beñat Intxausti)
- 2016: 1 (Alejandro Valverde)
- 2017: 2 (Gorka Izagirre, Nairo Quintana)
- 2018: 1 (Richard Carapaz)
- 2019: 2 (Richard Carapaz)
- 2023: 1 (Einer Rubio)
- 2024: 1 (Pelayo Sánchez)
- Vittorie finali: 4
- Altre classifiche: 4
- 2014: Giovani (Nairo Quintana)
- 2015: Scalatori (Giovanni Visconti)
- 2017: Squadre a tempi
- 2019: Squadre a tempi
- Partecipazioni: 42 (1983, 1984, 1985, 1986, 1987, 1988, 1989, 1990, 1991, 1992, 1993, 1994, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018, 2019, 2020, 2021, 2022, 2023, 2024)
- Vittorie di tappa: 34
- 1983: 1 (Ángel Arroyo)
- 1984: 1 (Ángel Arroyo)
- 1985: 1 (Eduardo Chozas)
- 1986: 1 (Julián Gorospe)
- 1988: 1 (Pedro Delgado)
- 1989: 1 (Miguel Indurain)
- 1990: 1 (Miguel Indurain)
- 1991: 2 (Miguel Indurain)
- 1992: 3 (Miguel Indurain)
- 1993: 2 (Miguel Indurain)
- 1994: 1 (Miguel Indurain)
- 1995: 2 (Miguel Indurain)
- 1997: 1 (Abraham Olano)
- 2000: 1 (José Vicente García)
- 2003: 2 (Pablo Lastras, Juan Antonio Flecha)
- 2005: 1 (Alejandro Valverde)
- 2008: 3 (2 Alejandro Valverde, Luis León Sánchez)
- 2009: 1 (Luis León Sánchez)
- 2011: 1 (Rui Costa)
- 2012: 1 (Alejandro Valverde)
- 2013: 3 (2 Rui Costa, Nairo Quintana)
- 2016: 1 (Jon Izagirre)
- 2018: 1 (Nairo Quintana)
- 2019: 1 (Nairo Quintana)
- Vittorie finali: 7
- Altre classifiche: 13
- 1991: Squadre
- 1999: Squadre
- 2000: Giovani (Francisco Mancebo)
- 2003: Giovani (Denis Men'šov)
- 2004: Giovani (Vladimir Karpec)
- 2013: Giovani (Nairo Quintana), Scalatori (Nairo Quintana)
- 2015: Giovani (Nairo Quintana), Squadre
- 2016: Squadre
- 2018: Squadre
- 2019: Squadre
- 2020: Squadre
- Partecipazioni: 45 (1980, 1981, 1982, 1983, 1984, 1985, 1986, 1987, 1988, 1989, 1990, 1991, 1992, 1993, 1994, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, 2018, 2019, 2020, 2021, 2022, 2023, 2024)
- Vittorie di tappa: 64
- 1980: 1 (Dominique Arnaud)
- 1982: 5 (3 José Luis Laguía, Jesús Hernández Úbeda, Ángel Arroyo)
- 1983: 3 (Carlos Hernández Bailo, José Luis Laguía, Jesús Hernández Úbeda)
- 1984: 2 (Julián Gorospe)
- 1986: 2 (Marc Gomez)
- 1987: 1 (Dominique Arnaud)
- 1989: 3 (Pedro Delgado)
- 1992: 1 (Pedro Delgado)
- 1993: 1 (Marino Alonso)
- 1994: 1 (Marino Alonso)
- 1997: 2 (José Vicente García, José María Jiménez)
- 1998: 5 (4 José María Jiménez, Abraham Olano)
- 1999: 2 (Alex Zülle, José María Jiménez)
- 2000: 2 (Alex Zülle, Eladio Jiménez)
- 2001: 5 (3 José María Jiménez, Juan Miguel Mercado, Santiago Blanco)
- 2002: 4 (2 Pablo Lastras, Santiago Blanco, José Vicente García)
- 2004: 1 (Denis Men'šov)
- 2005: 1 (Francisco Mancebo)
- 2006: 1 (Alejandro Valverde)
- 2007: 1 (Vladimir Efimkin)
- 2008: 3 (Alejandro Valverde, David Arroyo, Imanol Erviti)
- 2010: 2 (David López García, Imanol Erviti)
- 2011: 1 (Pablo Lastras)
- 2012: 3 (cronosquadre, 2 Alejandro Valverde)
- 2014: 3 (cronosquadre, Alejandro Valverde, Adriano Malori)
- 2015: 1 (Alejandro Valverde)
- 2016: 1 (Nairo Quintana)
- 2018: 2 (Alejandro Valverde)
- 2019: 2 (Nairo Quintana, Alejandro Valverde)
- 2020: 1 (Marc Soler)
- 2021: 1 (Miguel Ángel López)
- Vittorie finali: 4
- Altre classifiche: 30
- 1981: Scalatori (José Luis Laguía)
- 1982: Scalatori (José Luis Laguía)
- 1983: Scalatori (José Luis Laguía)
- 1985: Scalatori (José Luis Laguía)
- 1994: Squadre
- 1997: Scalatori (José María Jiménez)
- 1998: Scalatori (José María Jiménez), Squadre
- 1999: Scalatori (José María Jiménez), Squadre
- 2001: Punti (J. M. Jiménez), Scalatori (J. M. Jiménez), Squadre
- 2002: Scalatori (Aitor Osa)
- 2003: Squadre
- 2007: Squadre
- 2008: Squadre
- 2009: Combinata (Alejandro Valverde)
- 2012: Punti (A. Valverde), Combinata (A. Valverde), Squadre
- 2013: Punti (Alejandro Valverde)
- 2015: Punti (Alejandro Valverde), Squadre
- 2016: Combinata (Nairo Quintana)
- 2018: Punti (Alejandro Valverde), Squadre
- 2019: Squadre
- 2020: Giovani (Enric Mas), Squadre
Classiche monumento
[modifica | modifica wikitesto]- 2006, 2008, 2015, 2017 (Alejandro Valverde)
Campionati nazionali
[modifica | modifica wikitesto]- In linea: 2023 Gregor Mühlberger
- In linea: 2012 (Branislaŭ Samojlaŭ)
- In linea: 1997 (Jeremy Hunt)
- Cronometro: 2013, 2015, 2016 (Alex Dowsett)
- In linea: 1986 (Kari Myyryläinen)
- In linea: 1991 (Armand de Las Cuevas); 2006 (Florent Brard)
- Cronometro: 2014, 2015 (Adriano Malori)
- Cronometro: 2010, 2013 (Rui Costa); 2016 (Nélson Oliveira)
- In linea: 1982 (José Luis Laguía); 1983 (Carlos Hernández Bailo); 1992 (Miguel Indurain); 1995 (Jesús Montoya); 1997 (José María Jiménez); 2003 (Rubén Plaza); 2004 (Francisco Mancebo); 2007 (Joaquim Rodríguez); 2008 (Alejandro Valverde); 2010 (José Iván Gutiérrez); 2011 (José Joaquín Rojas); 2012 (Francisco Ventoso); 2013, 2017 (Jesús Herrada); 2014 (Jon Izagirre); 2015 (Alejandro Valverde); 2016 (José Joaquín Rojas); 2023 (Oier Lazkano)2024 (Alex Aranburu)
- Cronometro: 1998 (Abraham Olano); 2004, 2005, 2007 (José Iván Gutiérrez); 2008, 2010 (Luis León Sánchez); 2013 (Jonathan Castroviejo); 2014 (Alejandro Valverde); 2015, 2017 (Jonathan Castroviejo); 2016 (Jon Izagirre)
Organico 2024
[modifica | modifica wikitesto]Aggiornato al 1º gennaio 2024.[12]
Staff tecnico
[modifica | modifica wikitesto]Naz. | Ruolo | Sportivo | ||||
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GM, DS | Iván Velasco | |||||
DS | Alexis Gandia | |||||
DS | José Vicente García | |||||
DS | Pablo Lastras | |||||
DS | Xabier Muriel | |||||
DS | Jürgen Roelandts | |||||
DS | Josè Rojas | |||||
DS | Maximilian Sciandri |
Rosa
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Fotheringham.
- ^ (ES) El Gobierno transformará la antigua fábrica de Inasa en Irurtzun en un polígono industrial que albergue 20 empresas, su navarra.elespanol.com. URL consultato il 30 luglio 2018.
- ^ (EN) 1982 Professional cycling, su pedrodelgado.com. URL consultato il 5 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2008).
- ^ (ES) Confirmado el "doping" de Arroyo, Lejarreta probable ganador de la Vuelta, su elpais.com, 14 maggio 1982.
- ^ (EN) MOVISTAR TEAM, su letour.fr. URL consultato il 30 luglio 2018.
- ^ (EN) Juliet Macur, Backup Sample on Landis Is Positive, su nytimes.com, 5 agosto 2006.
- ^ (EN) Ian Austen, Landis Loses Final Doping Appeal, su nytimes.com, 1º luglio 2008.
- ^ (EN) MOVISTAR TEAM, su uci.org. URL consultato il 17 giugno 2023.
- ^ (EN) MOVISTAR TEAM, su uci.org. URL consultato il 17 giugno 2023.
- ^ (EN) MOVISTAR TEAM, su uci.org. URL consultato il 17 giugno 2023.
- ^ (EN) MOVISTAR TEAM, su uci.org. URL consultato il 17 giugno 2023.
- ^ a b (EN) MOVISTAR TEAM, su uci.org. URL consultato il 5 gennaio 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alasdair Fotheringham, Indurain, Ebury Press, 2017, ISBN 978-1-78503-205-9.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Movistar
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su movistarteam.com.
- (EN) Movistar Team, su procyclingstats.com.