Geografia dell'Italia
Per geografia della Repubblica italiana s'intende la descrizione di tutti gli elementi geografici (pianure, mari, rilievi, laghi e fiumi) presenti entro i confini odierni dello stato italiano. Geograficamente l'Italia è costituita da tre parti: una continentale, delineata a nord dalle Alpi e a sud dalla linea convenzionale che congiunge La Spezia con Rimini; una peninsulare, che si allunga nel Mediterraneo in direzione nord ovest-sud est; una insulare, che comprende le due maggiori isole del Mediterraneo, la Sardegna e la Sicilia presso la quale, in corrispondenza dell'isola di Pantelleria, si ha la minima distanza dall'Africa, circa 70 chilometri.[1]
I confini territoriali si estendono complessivamente per 1 800 chilometri.[2]
Confina ad ovest con la Francia, a nord con la Svizzera e l'Austria e ad est con la Slovenia. I microstati San Marino e Città del Vaticano sono enclavi interamente comprese nel suo territorio, mentre il comune di Campione d'Italia costituisce una exclave situata nella regione italofona del Canton Ticino in Svizzera.
Caratteri generali
L'Italia è unita al tronco centrale del continente europeo dalla catena delle Alpi. Grazie alla sua posizione, costituisce un ponte di passaggio tra l'Europa, l'Asia e l'Africa.
L'Italia separa, inoltre, il bacino occidentale del mar Mediterraneo da quello centrale: cioè il Mar Tirreno dallo Ionio, prolungandosi verso occidente con la Calabria e la Sicilia, che insieme formano geologicamente un'estensione peninsulare. Tra quest'ultima e l'Africa (penisola tunisina) intercorrono solo 140 km: tanti ne misura il canale di Sicilia (o canale di Tunisi).
Ad oriente la penisola salentina (Puglia) dista dalla costa albanese, nel punto più stretto del canale d'Otranto, 70 km. Si tratta di Punta Palascìa, situata a 40° 7' di latitudine nord e 18° 31' di longitudine est. A settentrione del Salento si spinge l'insenatura lunga e stretta del mare Adriatico.
Le isole di Sardegna e di Corsica dividono poi il mar Tirreno dal mar di Sardegna.
Lo sviluppo costiero della penisola è notevole: 7 456 km; molto più esteso di quello della penisola iberica, molto meno di quella balcanica.
L'Italia presenta una prevalenza di zone collinari (il 41,6% del territorio) rispetto a zone montuose (il 35,2% del terriorio), o a zone pianeggianti (23,2%).
Il suolo italiano è oggi il risultato dell'antropizzazione ed è in parte montuoso, in parte collinare, in parte vulcanico (riviere Euganee) in parte endolagunare con dossi, polesine, isole, prosciugate dalle bonifiche (Bonifiche Circeo, Ferraresi, Comacchio, Ostiense, Pisana e così via) con sempre maggiori innalzamenti di argini (per esempio il prelievo di un miliardo e settecento milioni di metri cubi all'anno d'acqua dolce, da venti consorzi per il solo Veneto).
- Punto più elevato: Monte Bianco (AO) 4 810,90 m
- Punto meno elevato: Le Contane (FE) −3,44 m
Punti estremi
Considerando gli attuali confini politici, i punti estremi d'Italia sono:
- a settentrione la Vetta d'Italia nelle alpi Aurine in Alto Adige, a 47° 05' 29 di latitudine Nord;
- a meridione punta Pesce Spada sull'isola di Lampedusa nell'arcipelago delle Pelagie, a 35°29'24 di latitudine Nord;
- a oriente capo d'Otranto in Puglia, a 18°31'18 longitudine Est.
- a occidente la rocca Bernauda nelle alpi Cozie in Piemonte, a 6° 37' 32 di longitudine Est.
La distanza che separa la Vetta d'Italia dall'isola di Lampedusa è di 1 291 km; quella che intercorre tra il confine orientale e quello occidentale è di circa 600 km.
Entro tali confini, la regione fisica italiana ha un'estensione di 324 000 km², leggermente maggiore di quella dello Stato italiano (301 336 km²).[3]
I comuni alle estremità d'Italia sono:
- Predoi il comune più a nord, alla stessa latitudine di Graz
- Lampedusa e Linosa, il comune più a sud alla stessa latitudine di Nicosia
- Otranto, il comune più a est alla stessa longitudine di Stoccolma
- Bardonecchia, il comune più a ovest alla stessa longitudine di Dusseldorf
Ripartizioni
La regione fisica italiana risulta distribuita in tre parti:
- Italia continentale: comprendente il versante meridionale della catena delle Alpi, la pianura padano-veneta e l'Appennino Ligure fino alla linea convenzionale che congiunge la Spezia a Rimini;
- Italia peninsulare: tutta la parte a sud della linea sopra ricordata, fino alla punta Melito in Calabria (che è il punto più a sud della penisola) ed al Capo Santa Maria di Leuca in Puglia;
- Italia insulare: comprendente la Sardegna, la Sicilia, la Corsica (politicamente della Francia) e numerose isole minori, disseminate o raggruppate in arcipelaghi nei mari che bagnano le coste della penisola.
Italia continentale
Per Italia continentale si intende quella parte dello Stato italiano formata dalle Alpi e dalla Pianura Padana e delimitata a sud da una linea immaginaria che unisce La Spezia a Rimini.[4]
Italia peninsulare
La penisola italiana occupa una posizione mediana tra le tre principali penisole dell'Europa meridionale. Essa, infatti, emerge proprio al centro del mar Mediterraneo, con grandi isole e alcuni arcipelaghi. L'estrema punta della Calabria è equidistante a occidente con Gibilterra ed a oriente dal mar d'Azov, dal golfo di Alessandria e da Suez.
Italia insulare
Per Italia insulare generalmente vengono intese le due isole maggiori, la Sicilia e la Sardegna. Oltre a queste due isole, però, lo stato italiano possiede numerose altre isole. Le cinque più grandi isole italiane (Italia intesa come Stato e non come regione geografica) sono, in ordine di grandezza:
- Sicilia (25 707 km²)
- Sardegna (24 090 km²)
- isola d'Elba (223 km²)
- isola di Sant'Antioco (108,9 km²)
- Pantelleria (83 km²).
Altre isole, notevolmente più piccole, che emergono dai mari italiani, sono raggruppate nei seguenti arcipelaghi:
- Arcipelago del golfo della Spezia, formato dall'isola Palmaria, dal Tino e dal Tinetto
- Arcipelago Toscano, formato dall'isola d'Elba, la più estesa ed importante del gruppo dalle cui viscere si è estratto per secoli il ferro. A nord dell'isola d'Elba sorgono Capraia e Gorgona, a sud Pianosa, Montecristo, Giannutri e l'isola del Giglio. Isolotti minori sono Cerboli e Palmaiola al largo delle coste elbane, l'Isolotto dello Sparviero presso Punta Ala, le Formiche di Grosseto, la Formica di Burano, la Formica di Montecristo (o Scoglio d'Affrica) ed alcuni isolotti al largo della costa del promontorio dell'Argentario tra cui l'Argentarola, l'Isola Rossa e l'Isolotto, oltre alle Secche della Meloria e alle Secche di Vada.
- Le isole Flegree (Ischia e Procida) più Capri, nel golfo di Napoli (a volte accomunate nell'arcipelago Campano); Ponza, Palmarola, Zannone e Ventotene (dette isole Ponziane) nel golfo di Gaeta.
- Arcipelago delle Eolie o Lipari, che comprende Salina, Lipari, la più estesa del gruppo, Vulcano, un vulcano ormai quasi spento; Panarea e poi Stromboli, un cono eruttivo tuttora in attività che fu chiamato Stronghilo dagli antichi greci (da cui, Stromboli), proprio per la sua forma conica di una trottola rovesciata sul mare; a queste si devono aggiungere ancora Filicudi ed Alicudi
- Arcipelago delle Egadi, cioè le isole di Favignana, Marettimo, Levanzo e Stagnone, che sorgono tra Marsala e Trapani, a ovest della Sicilia
- Arcipelago delle Pelagie, comprendente Linosa, Lampione e Lampedusa
- In Sicilia troviamo ancora Ustica al largo del golfo di Palermo e Pantelleria nel bel mezzo del Canale di Sicilia
- Il gruppo delle Isole Tremiti e l'isola di Pianosa, che sorgono nel Mar Adriatico
- A nord della Sardegna l'Asinara e l'arcipelago de La Maddalena, a sud San Pietro e Sant'Antioco.
- Le Isole Cheradi di San Pietro e San Paolo nel golfo di Taranto.
Orografia
Montagne
Le catene montuose si estendono per gran parte della nazione. Le maggiori catene montuose italiane sono le Alpi e gli Appennini: le Alpi (nate durante il Mesozoico ed il Cenozoico)[5] sorgono a nord della Pianura Padana e si sviluppano da ovest ad est lungo tutto il confine nord dell'Italia (circa 1.000 km), creando una confine naturale. Gli Appennini (nati durante l'Oligocene)[6] sorgono a sud della Pianura Padana e percorrono da nord a sud tutta la penisola italiana, dalla Liguria alla Sicilia, fino a concludersi nelle Madonìe, fungendo da spartiacque tra la costa tirrenica e quella adriatica. Convenzionalmente le due catene vengono separate dal Colle di Cadibona.[7] Le vette più elevate del sistema alpino e di tutta l'Italia si trovano nelle Alpi Occidentali, dove numerose sono le cime che superano i 4.000 m tra cui il Monte Rosa (4.634 m), il Cervino (4.478 m) e il Monte Bianco che con i suoi 4.810 m di altitudine è la prima montagna più alta d'Europa. La catena appenninica, invece, è nettamente meno elevata: l'altezza massima infatti è rappresentata dal Gran Sasso, a 2.912 m.
Colline
Le colline ricoprono la maggior parte del territorio italiano. Sono situate prevalentemente nella parte centro-meridionale della penisola,[8] lungo i fianchi della dorsale appenninica, ma anche nella zona prealpina, a ridosso delle Alpi.[8]
I rilievi collinari, che si alternano a conche e valloni, hanno pendenze lievi e non superano gli 800 m. di quota.
I primi due sistemi collinari sono le colline subalpine e il Preappennino, due fasce collinari disposte tra le alpi e la Pianura Padana e tra gli Appennini e la costa adriatica.[9] Le colline subalpine si allargano maggiormente nella parte occidentale della Pianura Padana, dove formano le colline delle Langhe e del Monferrato.[9] Due altri sistemi collinari sono l'Antiappennino tirrenico, che si estende dalle Colline Metallifere della Toscana al Vesuvio in Campania, e l'Antiappennino adriatico, presente in Puglia con le colline delle Murge e il Gargano.[9]
Le colline italiane hanno origini diverse:
- Le Langhe, il Monferrato e le Murge sono colline sedimentarie:[8] si sono formate per il sollevamento del fondo marino.
- Le colline della Brianza e più in generale di tutta la fascia che corre ai piedi delle Alpi sono moreniche,[8] costituite cioè dai depositi di terra e pietrisco trasportati da antichi ghiacciai.
- I Colli Euganei, le Colline Metallifere e altre formazioni in Toscana, Lazio, Campania sono di origine vulcanica,[8] ossia sono i resti di antichissimi vulcani spenti, arrotondati da una lunga erosione.
Pianure
Le pianure costituiscono solamente il 23,2% del territorio nazionale.
Nella parte peninsulare e nelle isole sono presenti solo delle piccole pianure spesso situate lungo le coste e alla foce dei fiumi maggiori, presso le quali si sono formate:[9] è il caso, ad esempio, del Tavoliere delle Puglie, del Campidano in Sardegna o della Maremma in Toscana.[9]
La pianura principale è la Pianura Padana che, da sola, costituisce più di due terzi della superficie pianeggiante italiana.[10] Percorsa dal maggiore fiume italiano, il Po, e dai suoi numerosi affluenti, la Pianura Padana si distingue in due fasce:[9] l'alta pianura, che borda i rilievi collinari alpini e appenninici, e la bassa pianura posta al centro ed estesa fino al delta del Po.
Anche le pianure italiane hanno origini diverse:
- La maggior parte è di origine alluvionale, cioè formatesi dai detriti depositati dai fiumi lungo il loro corso. Sono alluvionali la Pianura Padana, il Valdarno, l'Agro Pontino, il Campidano, il Metapontino, il Salento e la Piana di Sibari.[10]
- La seconda pianura italiana per estensione è il Tavoliere delle Puglie,[10] che è una pianura di sollevamento, nata dall'innalzamento dei fondali marini.
- Altre pianure, come la Pianura campana e la Piana di Catania, sono di origine vulcanica:[10] le ceneri dei vulcani hanno riempito le valli circostanti, trasformandole in fertili pianure.
Idrografia
L'Italia è circondata, tranne a nord, dal mare e il suo territorio dispone di una ricca riserva di acque interne (fiumi e laghi). Le regioni del Meridione, tuttavia, sono più aride rispetto a quelle settentrionali, a causa della scarsità delle piogge e per l'assenza di ghiacciai che possono alimentare i fiumi.
Fiumi
I fiumi italiani sono più brevi rispetto a quelli delle altre regioni europee, e ciò perché gli Appennini corrono per l'intera lunghezza della penisola, dividendo le acque in due versanti opposti. In compenso sono numerosi: ciò è dovuto alla relativa abbondanza delle piogge, di cui fruisce l'Italia in generale, e alla presenza della Catena Alpina, ricca di nevai e di ghiacciai, nell'Italia settentrionale.
Lo spartiacque fondamentale segue il crinale delle Alpi e degli Appennini e delimita cinque versanti principali, corrispondenti ai mari in cui sfociano i fiumi: i versanti adriatico, ionico, tirrenico, ligure e mediterraneo.[11] Se prendiamo in considerazione l'origine e i regimi possiamo dividere i fiumi italiani in due gruppi principali: i fiumi alpino-padani e i fiumi appenninico-insulari.[11]
Il più lungo fiume italiano è il Po (652 km), che sgorga dal Monviso, percorre tutta la Pianura Padana da ovest ad est, per poi sfociare, con un delta, nel Mar Adriatico. Oltre ad essere il più lungo, è anche il fiume con il bacino più esteso e con la più grande portata alla foce. Il secondo fiume italiano più lungo è l'Adige (410 km), che nasce nei pressi del Lago di Resia e sfocia, dopo aver fatto un percorso nord-sud, nei pressi di Chioggia, nel Mar Adriatico. Il terzo fiume più lungo in Italia è il Tevere (405 km), secondo fiume italiano per ampiezza di bacino idrografico; nasce sul Monte Fumaiolo (in Emilia Romagna) e sfocia nel Mar Tirreno. Dopo il Tevere, in ordine di lunghezza vengono i fiumi Adda (313 km) e Oglio (280 km).
Laghi
In Italia sono presenti più di 1000 laghi, in gran parte artificiali, creati cioè dallo sbarramento di valli fluviali.[12]
Nella fascia prealpina sono presenti molti bacini lacustri di origine glaciale, come il Lago Maggiore, il Lago di Como (che detiene il primato di profondità nella Repubblica italiana, che ammonta a 410 m)[13] e il Lago di Garda (il più vasto d'Italia)[14]: questi occupano ampie vallate scavate da antichi ghiacciai. In Italia vi sono anche laghi costieri, come il Lago di Lesina, separati dal mare da una stretta striscia di terra, e laghi vulcanici (Lago di Bolsena, Lago di Vico, Lago di Bracciano), che occupano i crateri di vulcani spenti. Il Lago Trasimeno si è formato invece in un avvallamento del territorio.[14]
Le paludi e gli stagni che nel passato coprivano vaste zone pianeggianti dell'Italia, negli ultimi secoli sono stati in gran parte prosciugati;[12] le poche zone umide rimaste, come le Valli di Comacchio in Emilia-Romagna o lo Stagno di Cagliari in Sardegna, sono protette come ambienti naturali molto preziosi.[12]
Lungo le coste italiane sono presenti lagune, tra le quali spiccano per ampiezza e importanza la Laguna veneta, quella di Grado e quella di Marano nell'Adriatico settentrionale, e la Laguna di Orbetello sulla costa toscana.
Mari e coste
La penisola italiana si affaccia sul Mar Mediterraneo che, localmente, prende nomi diversi:[14] Mar Ligure in prossimità delle coste della Liguria; Mar Tirreno, che bagna le coste occidentali della penisola a sud del Promontorio di Piombino oltre alle coste settentrionali della Sicilia e a quelle orientali della Sardegna; Mar Adriatico, che bagna le coste orientali della penisola, dal Friuli-Venezia Giulia fino al Capo di Santa Maria di Leuca in Puglia; Mar Ionio, che bagna le coste orientali della Sicilia e della Calabria, il litorale della Basilicata e le coste occidentali della Puglia.
Tuttavia esistono altri mari di minori dimensioni rispetto a quelli precedentemente citati, che talvolta si tende a raggrupparli con questi ultimi come: il Canale di Piombino, il Canale di Corsica, lo Stretto di Messina, il Canale di Sicilia, il Canale di Sardegna, il Mare di Sardegna e le Bocche di Bonifacio.[15]
L'Italia ha uno sviluppo costiero di circa 7.300 km,[16] con una grande varietà di forme che dipende sia dalla natura della terraferma, sia dall'azione del mare. Le coste adriatiche sono abbastanza rettilinee e uniformi, caratterizzate a nord dai golfi di Trieste e Venezia e a sud dal Promontorio del Gargano che forma il Golfo di Manfredonia. I litorali adriatici sono bassi e sabbiosi,[14] con tratti lagunari nella sezione settentrionale; solo in Puglia si susseguono lunghi tratti rocciosi. Le coste ioniche sono in prevalenza basse e sabbiose e sono caratterizzate dall'ampio Golfo di Taranto, chiusa dalla lunga Penisola Salentina. Le coste meridionali del Tirreno sono, invece, più articolate, con tratti rocciosi e con numerosi golfi e promontori.[14] Le coste tirreniche diventano più rettilinee e sabbiose nella parte centrale e settentrionale. Sono in prevalenza alte e rocciose le coste del Mar Ligure, con al centro il Golfo di Genova.[14]
Geologia
Le spinte sotterranee che milioni di anni fa diedero origine ai rilievi dell'Italia continuano ancora: lo testimoniano i terremoti e l'attività eruttiva dei vulcani.
Terremoti
Stretta tra due placche, la placca africana e la placca eurasiatica, l'Italia è molto soggetta a terremoti, anche intesi, tanto che detiene il primato in Europa.[17] In particolare, le aree a maggiore rischio sismico sono: il nord ed il sud-ovest della Sicilia, tutto l'Appennino (ma in modo particolare la zona centro-meridionale), la Puglia settentrionale, quasi tutto il Friuli Venezia Giulia ed infine il nord-ovest del Veneto. Al contrario, le zone a scarso o nullo rischio sismico sono: l'arco alpino (esclusa l'estrema zona occidentale e orientale), gran parte della pianura padana, le coste tirreniche fino al Lazio, la Puglia centro-meridionale, la Sardegna e la Sicilia centrale.[18]
Vulcani
L'Italia è nota anche per la presenza di numerosi vulcani: i più famosi sono il Vesuvio vicino a Napoli, l'Etna vicino a Catania che con i suoi 3.343 m è il vulcano più alto d'Europa, lo Stromboli e il Vulcano in provincia di Messina. La nostra penisola possiede anche molti vulcani spenti, cioè che hanno cessato la loro attività eruttiva, come i già citati Colli Euganei in provincia di Padova e le Colline Metallifere in Toscana.
Rischio idrogeologico
Il territorio italiano è fortemente soggetto al fenomeno del dissesto idrogeologico, causato dalla continua spinta naturale dei giovani rilievi presenti sul territorio, ma anche dall'azione dell'uomo (disboscamenti, abusivismo edilizio, ecc.). Le conseguenze di tali fenomeni si manifestano soprattutto sotto forma di frane, smottamenti ed esondazioni che arrecano gravi danni a tutta la zona colpita e provocano, in alcuni casi, anche la morte di numerose persone.[19] Secondo una ricerca di Legambiente il 70% dei comuni italiani è a rischio frane e le regioni a maggiore rischio idrogeologico sono la Calabria, l'Umbria, la Valle d'Aosta, le Marche e la Toscana.[20]
Note
- ^ La distanza minima tra la Sicilia e il Capo Bon in Tunisia è di poco più di 140 km.
- ^ Lo spazio costiero italiano, su fondazionemichelagnoli.it. URL consultato il 31-3-2010.
- ^ ISTAT 2005
- ^ Londrillo, pag.18.
- ^ Le orogenesi - Regione Emilia-Romagna, su regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 15-4-2010.
- ^ Integrazione di dati geologici e geofisici per un quadro geodinamico del sistema appennino meridionale arco-calabro-Sicilia (PDF), su www2.ogs.trieste.it. URL consultato il 15-4-2010.
- ^ Colle di Cadibona - Touring Club Italiano, su touringclub.it. URL consultato il 15-4-2010.
- ^ a b c d e Bresich, pag.252.
- ^ a b c d e f Londrillo, pag.20.
- ^ a b c d Bresich, pag.253.
- ^ a b Londrillo, pag.26.
- ^ a b c Londrillo, p. 28.
- ^ AA.VV, p. 781.
- ^ a b c d e f Bresich, p. 254.
- ^ Mappa con i bacini del Mediterraneo (JPG), su meteoam.it. URL consultato il 14-4-2010.
- ^ Londrillo, pag.32.
- ^ AA.VV, pp. 782-783.
- ^ Mappa di pericolosità sismica del territorio nazionale, su zonesismiche.mi.ingv.it. URL consultato l'11-4-2010.
- ^ Rischio idrogeologico - Protezionecivile.it, su protezionecivile.it. URL consultato il 20-5-2010.
- ^ Legambiente, rischio frane in 70% Italia, in Ansa.it. URL consultato il 20-5-2010.
Bibliografia
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