Caccamo
Caccamo comune | ||
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Localizzazione | ||
Stato | ![]() | |
Regione | ![]() | |
Città metropolitana | ![]() | |
Amministrazione | ||
Sindaco | Nicasio Di Cola (lista civica "Di Cola sindaco") dall'11-6-2017 | |
Territorio | ||
Coordinate | 37°56′N 13°40′E / 37.933333°N 13.666667°E | |
Altitudine | 521 m s.l.m. | |
Superficie | 188,23 km² | |
Abitanti | 8 154[1] (30-4-2017) | |
Densità | 43,32 ab./km² | |
Frazioni | San Giovanni Li Greci | |
Comuni confinanti | Alia, Aliminusa, Baucina, Casteldaccia, Ciminna, Montemaggiore Belsito, Roccapalumba, Sciara, Sclafani Bagni, Termini Imerese, Trabia, Ventimiglia di Sicilia, Vicari | |
Altre informazioni | ||
Cod. postale | 90012 | |
Prefisso | 091 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Codice ISTAT | 082014 | |
Cod. catastale | B315 | |
Targa | PA | |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media) | |
Nome abitanti | caccamesi | |
Patrono | Beato Giovanni Liccio | |
Cartografia | ||
Posizione del comune di Caccamo nella città metropolitana di Palermo | ||
Sito istituzionale | ||
Càccamo (Càccamu in siciliano) è un comune italiano di 8 154 abitanti della città metropolitana di Palermo in Sicilia.
Indice
Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]
Il paese fa parte dell'Unione dei Comuni della Bassa Valle del fiume Torto. La regione agraria del paese è la numero 7. Le colline interne sono quelle di San Leonardo attraversate dall'omonimo fiume dal cui sbarramento in località Rosamarina è originato l'omonimo Lago di Rosamarina che costituisce con circa 100 milioni di metri cubi di acqua, la principale risorsa idrica del palermitano. Particolare importanza ha il vicino Monte San Calogero. Caccamo si trova a circa 10 km dal mare del golfo di Termini Imerese.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Sono incerte le origini e la storia del paese, dato che pochissimi sono i documenti storici a cui attingere per le informazioni sulle origini. Si presume che il primo impianto urbanistico sia stato realizzato dai Cartaginesi, rifugiati nel paese dopo che Himera (nelle vicinanze dell'attuale Termini Imerese) era stata distrutta da Gelone, tiranno di Siracusa. Ma sono state trovate anche successive tracce bizantine. In seguito, nel 1094, Caccamo fu affidata ai Normanni, concessa in feudo a Goffredo de Sageyo.
Il paese è una borgata medievale dominata dal suo castello in alto su una collina nella parte più antica del paese.
Società[modifica | modifica wikitesto]
Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]
Abitanti censiti[2]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]
Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]
- Castello medievale: è uno dei più imponenti in Sicilia e in Italia; risale al XII secolo e viene considerato un tipico castello da difesa. All'interno, di pregevole fattura il Salone della Congiura; Matteo Bonello
- Torre Pizzarrone: costruita intorno al 1089 D.C., costituiva certamente l’ultimo baluardo di difesa all’esterno della cinta muraria dell’abitato.
Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]
- Parrocchia di San Giorgio Martire risalente al 1090;
- Parrocchia della Santissima Annunziata (1643): conserva un Tesoro e varie opere pittoriche e stucchi del XVII secolo;
- Chiesa di San Benedetto alla Badia (1615): all'interno, oltre al pavimento maiolicato del XVII secolo, sono conservati stucchi di Giacomo e Procopio Serpotta;
- Chiesa dei Cappuccini;
- Chiesa dei Santi Michele e Biagio (1650);
- Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo;
- Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio;
- Chiesa di Santa Maria degli Angeli e convento dell'Ordine dei frati predicatori di San Domenico (ventunesima istituzione dell'ordine in terra di Sicilia fondata nel 1487[3]).[2]
Cultura[modifica | modifica wikitesto]
Economia[modifica | modifica wikitesto]
Le principali risorse economiche di Caccamo sono l'agricoltura e la zootecnica. I prodotti della terra sono cereali, mandorli, ulivi. Di notevole rilevanza sono le carni prodotte a Caccamo, i prodotti caseari, provenienti dagli allevamenti di bovini, caprini e ovini e l'olio extra vergine di oliva ottenuto principalmente dalla cultivar "biancolilla". Tra le attività più tradizionali vi sono quelle artigianali, che si distinguono per la lavorazione del ferro battuto e della terracotta, per l'arte del merletto, del ricamo e del vimini.[4][5]
Ricorrenze e feste[modifica | modifica wikitesto]
- 'a scalunata di San Giuseppe, allestita nella parrocchia della Santissima Annunziata per la festa di San Giuseppe: una gradinata di ceri accesi.
- 'a retina, raccolta di offerte dei fedeli per San Giuseppe, praticata la domenica prima della festa, accompagnata per le vie del paese con una fila di muli bardati a festa e la banda musicale.
- 'u Signuruzzu a cavaddu, per ricordare l'entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme. Avviene la domenica delle palme con la rappresentazione di un bambino vestito da chierichetto che entra in paese su un asino bardato a festa, accompagnato dalla banda musicale e da tanta gente e bambini con palme e ramoscelli d'ulivo.
- Il beato Giovanni Liccio, domenicano del 1400, si festeggia nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, l'ultima domenica di maggio, il lunedì successivo e il 14 novembre. Dal 24 maggio 1754 principale patrono e protettore della città, viene onorato con una processione immensa.
- festa di San Nicasio Camuto de Burgio (eletto dal sindaco e dai giurati della città primario e principale patrono e protettore con atto notarile presso il notaio Pietro Ciuffo datato 31 maggio 1625) o Fiera d'agosto, tenuta l'ultima domenica di agosto e lunedì successivo.
- festa di San Giovanni Battista, l'ultima domenica di giugno, celebrata in contrada San Giovanni Li Greci, a circa 6 chilometri dal centro abitato
- festa dell'Assunta, l'ultima domenica di luglio, celebrata in contrada Sambuchi, a dieci chilometri dal paese.
Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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Democrazia Cristiana | Sindaco | [6] | |||
Democrazia Cristiana | Sindaco | [6] | |||
Sindaco | [6] | ||||
Sindaco | [6] | ||||
Sindaco | [6] | ||||
Sindaco | [6] | ||||
Sindaco | [6] | ||||
Sindaco | [6] | ||||
Centro Cristiano Democratico | Sindaco | [6] | |||
Sindaco | [6] | ||||
Sindaco | [6] | ||||
Sindaco | [6] | ||||
Sindaco | [6] | ||||
Sindaco | [6] | ||||
Sindaco | [6] | ||||
Sindaco | [6] | ||||
centro-destra | Sindaco | [6] | |||
centro-destra | Sindaco | [6] | |||
Mpa - Pd | Sindaco | [6] | |||
lista civica "Di Cola sindaco" | Sindaco | [6] |
Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]
Il Comune è interessato dalle seguenti direttrici stradali:
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 aprile 2017.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Pagina 369, Juan Lopez, "Quinta parte dell'Istoria di San Domenico, e del suo Ordine de' Predicatori" [1], Stamperia di Iacopo Mattei, Messina, 1652.
- ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 3, Roma, A.C.I., 1985, p. 17.
- ^ Caccamo, su palermoweb.com. URL consultato il 5 giugno 2016.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t http://amministratori.interno.it/
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Agostino Inveges, La Cartagine siciliana: historia divisa in due libri. Nel I. si ragiona del nome, sito, & origine dell'antichissima città di Caccabe, oggi Caccamo. Nel II. si riporta la discendenza di XIV nobilissime famiglie Normanne, francesi, e Spagnole, che dalla libertà Normanna infin'al presente giorno l'han signoreggiato etc. (1661), Palermo, Tip. G. Bisagni
- Antonio Contino e Salvatore Mantia, Vincenzo La Barbera architetto e pittore termitano, ed. GASM, Termini Imerese, 1998
- Antonio Contino e Salvatore Mantia, Architetti e pittori a Termini Imerese tra il XVI ed il XVII secolo, 2001
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Caccamo
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su comune.caccamo.pa.it.
- Il sito del patrono Beato Giovanni Liccio, su beatogiovanniliccio.net.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 126826680 · LCCN (EN) n95030391 · GND (DE) 4377559-7 |
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