La società del Taranto calcio è formata da una cordata di imprenditori con le quote azionarie distribuite nel modo seguente: il 60% a Ermanno Pieroni, ex direttore sportivo ai tempi dell'ultima promozione in serie B nonché proprietario dell'Ancona, e l'altro 40% tra gli imprenditori Fiore, Tagarelli e Giove, con quest'ultimo che assume la carica di presidente. Grazie all'esperienza da ex direttore sportivo del patron Ermanno Pieroni viene costruita una squadra fortissima che vede come trascinatore il bomber Christian Riganò che fino a quel momento era considerato un perfetto sconosciuto.
Una società che però vede continui conflitti interni tra i soci, conflitti che vengono gestiti dal direttore Generale Avv. Gino Montella anche in visione del fatto che il patron Pieroni era concentrato a gestire l'altra squadra di calcio di sua proprietà, l'Ancona calcio. Il Dirigente Montella si occuperà anche dell'Area Marketing svolgendo un buon lavoro.
Sotto l'aspetto tecnico la squadra viene inizialmente affidata ad Ezio Capuano, allenatore di carattere ma dall'intelligenza tecnica importante. Purtroppo però i risultati nelle prime giornate tardano ad arrivare. La proprietà decide la sua sostituzione dopo un mese con Gianni Simonelli. Con il nuovo allenatore i neopromossi rossoblù si insediano in zona play-off. Christian Riganò è capocannoniere del girone con 28 reti, record per la categoria e contribuisce al secondo posto finale che permette il vantaggio del fattore campo nei play-off promozione.
La semifinale con il sorprendente Lanciano è una battaglia agonistica che si risolve nella partita d'andata quando sul 3-1 per i padroni di casa il difensore Galeoto segna un gol fondamentale in pieno recupero dopo una serpentina tra gli avversari. Il 3-2 finale viene ribaltato allo Iacovone nella gara di ritorno e spalanca le porte della finale promozione con il Catania di Gaucci. La finale di andata al Cibali, blindata dalle forze dell'ordine e disputata in un clima surreale, termina 1-0 per gli etnei con un gol di Fini dalla distanza, ma nell'intervallo succede praticamente di tutto, Gaucci insegue l'arbitro inveendogli contro mentre un giocatore del Taranto viene aggredito da un addetto del Catania. Il ritorno a Taranto, in un ambiente altrettanto surreale con bus e tifosi ospiti accolti da lanci di pietre, termina 0-0. Una partita strana che quasi non viene giocata dai padroni di casa, in cui il Catania viene promosso. I sospetti di combine su quella sfida non sono mai stati diradati, sia per i legami tra i due patron quando Pieroni era direttore sportivo del Perugia di Gaucci sia per i trascorsi del patron etneo per il Caso Siracusa-Perugia, ma anzi lo stesso Pieroni 8 anni dopo ha parzialmente confermato quei sospetti in una intervista.