Storia di Soleto

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Voce principale: Soleto.

La storia di Soleto è quella di un'identità culturale che dal neolitico all'età messapica rimase intatta fino al dominio romano dopo la seconda guerra punica. Il territorio, entrato a far parte dell'ager publicus e sfruttato per iniziative private secondo modi e con impianti nuovi, quali la villa rustica di Fondo Paparusso, venne poi inserito nel reticolo catastale della centuriazione di Lupiae fino alla fondazione, in età normanna, di un casale fortificato da cui trae origine l'odierna Soleto. Unico elemento di indubbia continuità è il toponimo, la cui prima attestazione si trova sull'ostrakon detto "mappa di Soleto", nella forma abbreviata SOL[1].

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Soleto è uno dei siti neolitici più noti del Salento per il ritrovamento di manufatti e un deposito di asce in bronzo (usate per funzioni religiose o come merce di scambio) esposte nel Museo Archeologico Nazionale di Taranto.

Utensili in selce del Paleolitico superiore

Le prime tracce di presenza dell'uomo risalgono al paleolitico superiore; infatti, nel 1883, lo storico Cosimo De Giorgi, pubblicò nei suoi "Bozzetti di viaggio" di aver rinvenuto nell'ottobre 1876 nei "dintorni di Soleto" un sito con manufatti litici di questo periodo tra cui due cuspidi silicee, due raschiatoi e frammenti di coltellini lavorati a fini ritocchi"[2]. Nello stesso sito (Fondo Sambati) in via delle "cave", nel 1991 un altro ritrovamento casuale di un raschiatoio fa pensare che questi reperti siano stati estratti dai vicini pozzi di argilla rossa usata come legante nelle costruzioni in pietra[3].

Il centro abitato vero e proprio risale, però, al periodo Messapico. Grande città con una cinta muraria di 3.300 metri di perimetro, Soleto, situata esattamente nel mezzo del Salento, su un altopiano di circa 90 metri sul livello del mare.

Alcune campagne di scavi condotte negli ultimi decenni nelle vicinanze dell'attuale Convento dei Francescani hanno portato alla luce l'antica cinta muraria di età messapica visibile ancora nel Cinquecento e citata dall'erudito Galateo nel De situ Japigiae: "Amplam fuisse hanc urbem vestigia murorum aliquibus in locis ostendunt" (I ruderi delle mura in alcuni tratti mostrano quanto fosse grande questa città) .Molto prima di lui Plinio il Vecchio, nel libro III della "Naturalis Historia", narra di aver trovato, durante il suo viaggio nel Salento nel I secolo d.C., "Soletum desertum".

Dalla capanna alla casa messapica (X-VIII sec a.C.)[modifica | modifica wikitesto]

Soleto, in epoca messapica, fu un ragguardevole nodo viario che metteva in comunicazione i più importanti centri messapici. La strada che da Rudiae portava a Basta (oggi Vaste) e Vereto (oggi scomparsa e al suo posto Patù) qui incrociava una "via trasversale" che collegava il porto di Thuria Sallentina (oggi Roca Vecchia) sull'Adriatico con il porto Nauna sullo Ionio (l'attuale Santa Maria al Bagno).

Le prime abitazioni, di cui sono state messe alla luce le fondamenta nelle campagne di scavo dal 1998 ad oggi, risalgono alla fine dell'VIII secolo a.C. e sono costituite da capanne a forma ovoidale (12 x 9,75 metri) sorrette da pali lignei (di cui si sono rinvenute le buche di alloggiamento) e focolare interno addossato ad una parete costituita da mattoni crudi foderati da due muretti in pietra in località Fontanelle.[4]

E' molto probabile che in questa località sorgessero le prime capanne di un insediamento che avrebbe poi portato alla nascita della città. Infatti si trova su uno sperone roccioso alla cui base, in un profondo avvallamento, vi erano delle sorgenti carsiche di acqua dette appunto "Fontanelle" che, nella seconda cinta muraria del IV sec. a.C. vennero incluse nella opere di fortificazione della città. Fino ad oggi non sono stati individuati edifici pubblici o di culto a parte un altare votivo in località "Quattrare" con un deposito di oggetti e frammenti ceramici.

Nel V secolo a.C. le abitazioni sono con più vani, alcuni dedicati all'attività produttiva e con copertura leggera, altri per abitazione con copertura in legno e tegole e allineati ad un asse stradale. Nel cortile interno è quasi sempre presente una sepoltura di famiglia con cassa in pietra leccese. Il pavimento è costituito da battuto di tufina e il terreno circostante è terrazzato con muretti in pietra e sabbia di drenaggio. La soglia d'ingresso è costituita da un blocco di pietra leccese con il foro di inserimento del perno ligneo della porta. A differenza della capanna appoggiata sulla roccia affiorante, la casa poggia su un muro di fondamenta costituito da blocchi squadrati di carparo (pietra locale le cui cave si trovano tra Soleto e Corigliano).

Mura e porta urbica settentrionale (VIII-VI sec a.C.)[modifica | modifica wikitesto]

Tracciato ipotizzato per la doppia cinta di mura messapiche di Soleto

La base delle vecchie mura risalenti all'VIII-VII secolo a.C. è costituita da un doppio filare di blocchi squadrati di carparo delle dimensioni di m 1,60 x 0,70, quelli esterni disposti di traverso e quelli interni per lungo. Tra le due file vi è un possente muro a secco dello spessore di circa 3 metri per un totale di oltre 6 metri.

Con la siccità dell'anno 2000 una larga spaccatura nel terreno ha fatto intravedere una seconda cinta muraria verso settentrione tra le località "Mega" e Via delle Miniere risalente al IV-III secolo a.C. quando la città ebbe un notevole sviluppo demografico.

Infine nel 2011 nel fondo Paparusso il rinvenimento di un varco nella seconda cinta muraria corrispondente alla porta nord e di una strada interna parallela alle mura stesse.

Vicino alla porta vi era una torretta di avvistamento usata successivamente anche dai Romani.

Tutti i ritrovamenti di sepolture fanno pensare a tombe di famiglia collocate nel cortile dell'abitazione con diversi strati di deposito e non ad una necropoli.

La mappa di Soleto (V sec a.C.)[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Mappa di Soleto.
La Mappa di Soleto

La cosiddetta mappa di Soleto è un frammento di vaso a sfondo nero con incisa la mappa del salento messapico. L'oggetto è stato scoperto all'interno di un grande edificio messapico il 21 agosto 2003 a Soleto dall'archeologo belga Thierry Van Compernolle, e testimonia le relazioni esistenti tra gli Iapigi, i Messapi e i Greci nel V secolo a.C., non sempre approfondite dalla predominante tradizione letteraria greco-romana.

La conquista romana (272 a.C.- 476 d.C.)[modifica | modifica wikitesto]

L'attuale sito di Soleto è quello corrispondente al "castrum" Romano costruito dopo le guerre contro Annibale nelle quali i Messapi Sallentini si erano ribellati a Roma e schierati con i Cartaginesi. Il sito preistorico è spostato verso nord nella direzione della strada per S. Venerdia e fu raso al suolo dai Romani. Il territorio di tutto il Salento fu "centuriato" e dato in premio come si usava ai Centurioni vincitori i cui nomi rivivono ancora nei cento nomi di paesi con desinenza in "ano" (Ruffus= Ruffano, Caesar=Casarano, Martius=Martano etc.). Di quest'epoca rimangono visibili a Soleto deboli tracce di centuriazione nell'ambiente rurale e i resti di una "villa rustica" romana del 150 a.C. venuti alla luce nel fondo Paparusso nella campagna di scavo 2011.La struttura, intorno a cui da alcuni anni lavorava l'èquipe di archeologi, si distingue dalle precedenti abitazioni messapiche presenti nella zona, databili intorno al 330 a.C. in quanto qui viene fatto uso della malta di calce, tecnica sconosciuta ai Messapi.La costruzione è centrata intorno ad un vano principale dotato di un pavimento a mosaico, fatto con tegole segate.

Dominazione bizantina (V - XI sec d.C.)[modifica | modifica wikitesto]

A seguito della caduta dell'impero romano d'occidente nel 476 d.C. e della successiva sottomissione all'impero d'oriente ebbe inizio la dominazione bizantina del Salento. A partire dal 553 d.C. un gran numero di monaci basiliani migrò in Terra d'Otranto proveniente dalla Grecia dove di fatto era impedita la rappresentazione figurativa della divinità e dei Santi (iconoclastia).Oltre ai monaci anche un gran numero di sacerdoti (papas) che erano sposati secondo la religione ortodossa, migrò nelle nostre contrade assieme alle loro famiglie. Il greco divenne così la lingua ufficiale imposta da Bisanzio e il rito greco quello portato dai papas ortodossi. Molte terre abbandonate furono coltivate dai monaci con l'impianto dell'ulivo e della vite. Tra l'880 (conquista bizantina di Taranto) e tutto il X secolo Soleto era un borgo rurale aperto (chòrion) la cui chiesa serviva una comunità sparsa anche nelle campagne circostanti (di recente il ritrovamento di uno stampo eucaristico bizantino del IX-X secolo). Le tracce rimaste del periodo bizantino sono oltre che nella lingua grica, nella rappresentazione dei santi orientali nelle chiese rupestri e successivamente in quelle cittadine come Giorgio, Stefano, Nicola, Biagio, Vito, Sergio e la Madonna di Costantinopoli.

Unica cripta parzialmente affrescata di cui si ha memoria è quella sotto la fontana monumentale ora trasformata in cisterna. Tutta la zona circostante era costituita da un avvallamento davanti alle mura medioevali in cui era convogliata l'acqua piovana parte nelle pozzelle e il resto nella "vora" (voragine-inghiottitoio).

Nacque a Soleto un centro di trascrizione codici greci che ora si trovano nelle maggiori biblioteche europee:

  • Roma Vaticana - Codice Palat.265: Horologion copiato nel 1476 da Battista figlio del papas Antonio Rizzo (Ρισζου);
  • Monaco - Codice 243: Omerocentron copiato nel 1509 da Giacomo Rizzo figlio di Battista;
  • Firenze Laurenziana LVI, 16 Trattati grammaticali copiato nel 1450 da Antonio Pinnella per il principe G.A.Orsini del Balzo;
  • Milano Ambrosiana B104 Sinassario sec XV copiato dal monaco Fedele;
  • Milano Ambrosiana D62,D65,D91 Anthologion Liturgie sec XIII da Soleto nel 1606 al cardinale Barberini;
  • Roma Vaticana - Barberini 383: Typicon di Casole copiato nel 1583 da Stefano Ripa (Ρήπασ) e donato da Francesco Arcudi al card. Barberini.

La Contea di Soleto[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Contea di Soleto.

La storia più conosciuta di Soleto è, tuttavia, quella medioevale e coincide con la storia della Contea di Soleto cominciata in epoca sveva con i De Persona-De Matino, continuata con i De Toucy ed infine con Raimondello Orsini del Balzo. La Contea comprendeva i comuni attuali di Galatina, Zollino, Aradeo, Cutrofiano, Sternatia, Collepasso, Castrignano dei Greci e Sogliano.

La contea di Soleto, assieme a quelle di Nardò e Lecce, nasce nel 1055 con la conquista normanna della Puglia da parte di Roberto il Guiscardo della famiglia Altavilla (duca di Puglia dal 1057) e la creazione del principato di Taranto con il figlio Boemondo I nel 1088.

Periodo normanno-svevo[modifica | modifica wikitesto]

La contea è già censita nel Catalogus Baronum[5][6] del 1168.

I primi conti di Soleto di cui conosciamo il nome sono d'età sveva, il primo conte, nominato da Manfredi di Sicilia è Gervasio de Persona-de Matino, già Barone di Matino e gran dignitario del regno, al quale vengono concessi in feudo tutti i territori ed i casali della contea intorno al 1251. A questi succede dal 1266 al 1268 il figlio Glicerio de Persona-de Matino, partigiano, come il padre, di Manfredi e di Corradino, facente parte della guardia reale sia di Manfredi che di Corradino.[7] Glicerio, comandante dei difensori della città, fu catturato dagli angioini alla fine dell'Assedio di Gallipoli 1268-1269, con tutti i ghibellini della provincia, condannato a morte da Carlo I d'Angio e impiccato dopo lunga tortura il 22 aprile 1269[8]. Gran parte dei feudi dei de Persona-de Matino, compresa la contea di Soleto, furono concessi all'Angioino Anselin de Toucy (italianizzato in Ezzelino de Tuzziaco) cugino di Carlo d'Angiò.[9]

Periodo angioino: famiglia Orsini Del Balzo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1277 passò al fratello Philippe finché nel 1299 morto l'ultimo erede della famiglia Filippotto de Tuzziaco senza figli, Carlo I d'Angiò cedette la Contea di Soleto ad Ugo del Balzo (Hugues de Baux in Provenza), venuto al suo seguito dalla Francia. Alla morte di Ugo, avvenuta nel 1319, gli succedette il primogenito Raimondo (1303-1375), che la cinse di mura e acquistò i casali di Cutrofiano (che includeva il territorio dell'odierna Collepasso) e di Castrignano de' Greci. Successivamente Nicola Orsini (1331-1399), conte di Nola, la ereditò dallo zio Raimondo del Balzo (fratello della madre Sveva del Balzo) nel 1375 con la promessa di lasciarla a Raimondello e di unire i cognomi delle due famiglie Orsini-del Balzo.

Nascita della famiglia Orsini Del Balzo

Raimondo Orsini del Balzo, conosciuto anche come Raimondello, (1361 – 17 gennaio 1406) era il secondogenito di Nicola Orsini. Fu conte di Soleto (1382), duca di Benevento (1385-1401), principe di Taranto (1393-1406), conte di Lecce (1401-1406), duca di Bari, gran connestabile del Regno di Napoli, Gonfaloniere di Santa Romana Chiesa.

Sposò Maria d'Enghien, (1367-9 maggio 1446), contessa di Lecce, che dopo la morte del marito continuò ad interessarsi concretamente di Soleto, sotto gli aspetti architettonici e artistici, urbanistici, sociali e amministrativi. Dopo la morte di Raimondello, Maria completò l'ultimo ordine della Guglia, collaborò per molteplici opere d'arte come la cappella di S. Leonardo e la cappella di S. Lucia (oggi inesistenti) e commissionò diversi affreschi della chiesetta di S. Stefano.

Il Principato di Taranto includeva metà del Regno di Napoli e il Principe Raimondello vi governò quasi indipendentemente dal Re, diventando il signore più ricco del regno e vantandosi di poter andare da Lecce a Napoli "passando sempre sopra le sue terre". Verso la fine del XIV secolo fondò Salice Salentino, e ordinò la costruzione della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina, un capolavoro di arte francescana. Egli stesso vi è ritratto all'interno insieme con suo figlio Giovanni Antonio e i due monumenti funebri sono ben visibili nell'abside.

Dal XIV al XV secolo[modifica | modifica wikitesto]

Guglia di Raimondello Orsini

Allo stesso periodo (fine XIV secolo) risalgono i cicli pittorici nella bellissima Chiesetta greco-bizantina di Santo Stefano dove a uno stile giottesco si sovrappone quello delle maestranze presenti a Galatina.

Secondo Ch.Diehl (L'art byzantin dans l'Italie meridionale, Paris 1891) la chiesetta (metri 6,61x3,90) fu edificata nel 1347 (in greco anno 6885 dalla creazione del mondo). Secondo Berger-Jacob a Soleto esisteva una comunità ebraica "formata prevalentemente da artigiani, contadini e commercianti operosi, i quali, molto probabilmente, col ricavato della loro attività, praticavano anche il prestito di denaro" e che molti avrebbero volentieri mandato all'inferno (da qui la loro rappresentazione nel Giudizio Universale di S.Stefano)[10].

Un'altra opera importante da lui voluta e commissionata è la omonima Guglia di Raimondello a Soleto costruita nel 1397. Per ogni soletano lu campanaru è l'elemento più rappresentativo della sua identità storica.

La Contea di Soleto e il Principato di Taranto vennero assorbiti dal regno di Napoli dopo la congiura dei Baroni contro il re e la morte in Altamura nel 1463 del figlio di Raimondello e Maria d'Enghien, Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, ultimo principe di Taranto.

Delle mura medioevali e delle quattro porte (S.Antonio a nord, S.Vito a est, S.Lorenzo a sud, S.Gaetano a ovest) è visibile oggi solo la porta di S.Vito sormontata da una statua. Lo spessore del muro attuale ci fa ben immaginare come dovevano essere quelle che cingevano il paese probabilmente già nel 1269, anche se ufficialmente si fa risalire la loro costruzione attorno al 1334. “Le mure prime che si fecero in Santo Pietro, furo fatte nel 1334 et nel medesimo anno si murò Galatòna, Solìto, et Sternatìa”.[11]. Una veduta della porta ovest (verso Galatina) è nei dipinti settecenteschi del Des Prez.

Mura nel Settecento lato ovest (Des Prez)

Il castello, oggi sostituito da una civile abitazione, era situato sul lato sud del paese e fu restaurato per l'ultima volta, come testimonia Cosimo De Giorgi nel 1880, alla fine dell'800. Fu edificato intorno al 1400 per volere di Raimondello Orsini Del Balzo ed era costituito da due piani con camere, magazzini e stalle nonché due trappeti per la molitura delle olive e da una cappella dedicata al Santo Spirito. Nel corso del ‘900 fu trasformato in manifattura di tabacchi, nel 1940 versava in pessime condizioni e fu abbattuto definitivamente nel 1948. Dell'antico castello di Soleto, oggi rimane solo il grande giardino che lo circondava su tre lati.

Periodo aragonese[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 1459 e il 1463, Galatina aveva circa 2.900 abitanti contro i circa 1.100 di Soleto e da questo momento in poi continuò ad espandersi culturalmente ed economicamente fin quando nel 1484 venne scorporata dalla contea di Soleto e dagli Aragonesi elevata a ducato. Nello stesso anno anche Cutrofiano fu ceduta alla famiglia Del Croce-Capece. Nel 1479 Soleto venne sottomessa a Lodovico di Campofregoso (ex doge di Genova e ammiraglio del regno di Napoli) il cui stemma del castello con tre torri compare sul portale di palazzo Gervasi con le iniziali L.C.

Saccheggio dei Turchi il 6 febbraio 1481

Dopo la presa d'Otranto del 14 agosto 1480 le truppe aragonesi si erano acquartierate a Sternatia e Corigliano. I Turchi per sfida compivano delle scorrerie come quella del 6 febbraio 1481 in cui saccheggiarono Soleto. I difensori aragonesi agli ordini del capitano Andrea Capodiferro ripiegarono su Galatina che aveva delle migliori mura. Il conte Giulio Antonio Acquaviva da Sternatia e Corigliano tagliò a Melpignano la via di fuga dei Turchi che abbandonarono l'ingente bottino ma uccisero tutti i prigionieri non senza subire notevoli perdite. Mentre i cavalieri aragonesi inseguivano i Turchi verso Otranto da qui uscì il grosso della cavalleria che tese un'imboscata notturna all'Acquaviva circondandolo e uccidendolo tra Bagnolo e Serrano[12].

La famiglia Castriota Scanderbeg, alla morte di Giorgio[13], ottenne dalla corona aragonese il ducato di San Pietro in Galatina e la contea di Soleto nel 1485. Giovanni, figlio di Scanderbeg, e suo figlio Ferrante furono il primo e secondo duca di Galatina.

L'unica figlia legittima del Duca Ferrante, Irene, nata da Andreana Acquaviva d'Aragona dei Duchi di Nardò, portò il ducato di Galatina e la contea di Soleto nella famiglia Sanseverino dopo il suo matrimonio con il principe Pietro Antonio Sanseverino (1539) appartenente ad una nobile famiglia napoletana. A questo periodo risalgono le attuali porte e mura di Galatina. Una rappresentazione pittorica dei Sanseverino, conti di Soleto, si trova nel quadro della Madonna del Rosario presso la Chiesa Matrice dove, probabili committenti dell'opera a Lavinio Zappa nel 1580 dopo la vittoria di Lepanto sui Turchi, sono ben visibili in basso a destra.

Dal XVII al XVIII secolo[modifica | modifica wikitesto]

Alla famiglia Sanseverino residente in Calabria (principi di Bisignano, Morano e Corigliano Calabro - CS) seguì Giovan Vincenzo Carafa a cui Niccolò Bernardino, figlio di Pietro Antonio Sanseverino carico di debiti, nel 1590 fu costretto a vendere buona parte del patrimonio. Ai Carafa seguì nel 1613 Brayda Ettore, marchese di Lavello. conte di Alessano e Neviano dal 1571, nominato da re Filippo IV marchese di Soleto nel 1613 a cui, nel 1615, subentrò il genovese Giovan Battista Spinola. Nel 1669 il duca Spinola era tassato per 829 famiglie di Santo Pietro in Galatina e 396 di Solito[14].Nel 1741 Maria Teresa Spinola sposò il milanese Giovanni Battista Gallarati Scotti e il loro nipote Carlo fu l'ultimo feudatario di Soleto e nel catasto murattiano del 1816 risulta qui proprietario del castello con 9 stanze e un trappeto.

Nel 1601-1609 fu costruita la Chiesa della Madonna delle Grazie (Santuario dal 1953) con annesso convento dei Francescani. Vi si conserva un grazioso affresco quattrocentesco che riproduce la Madonna con in braccio il bimbo Gesù. Secondo una "Cronaca" di padre Bonaventura da Lama nel 1568 il viso della Madre fu sfregiato da colpi d'ascia inferti da un tal Lisandri. Dall'affresco colpito sgorgò del sangue. La "leggenda" nasconde il fatto storico che dopo il Concilio di Trento (1564) a Soleto nel 1598 fu smesso il rito greco con l'ultimo arciprete Arcudi e nel 1602 furono chiamati i Frati Minori per promuovere il rito latino non senza sofferenze per le minoranze religiose. All'interno si conservano le tele degli antichi altari tra cui: la Madonna del Rosario, S.Pasquale Baylon, Madonna del Carmine e Sacra Famiglia.

Porta San Vito

Nel 1688 venne completata l'attuale Chiesa di S.Nicola con annesso Monastero delle Clarisse al posto di una precedente di stile greco-bizantino che, governata da abati, era orientata da est a ovest e nel 1637 era completamente diroccata. La chiesa è attribuibile al coriglianese Francesco Manuli e presenta un notevole prospetto con un portale riccamente intagliato. L'interno è costituito da una sola navata arricchita da tele con storie della vita del santo. Il monastero fu fondato nel 1683 per espresso desiderio testamentario e con i beni del chierico e medico Donatantonio Bifali di Melpignano, sposato con la soletana Raimonda Colletta. Nel 1689 venne aperto grazie al trasferimento di due clarisse provenienti dal monastero di Nardò. Il monastero subì la soppressione napoleonica dal 1810 al 1829. La badessa Geltrude Monosi (1827.1908), acquistò con proprio denaro il monastero per salvarlo dalla soppressione e vi istituì un educandato dedicandovisi per circa trent'anni. Situato nel centro storico, è formato dal primo piano e dal pian terreno ed ha forma rettangolare con chiostro centrale in cui il pozzo seicentesco, in pietra leccese, domina sul verde delle aiuole. Con decreto del Ministro dell'interno in data 25 novembre 2013, è stato approvato il trasferimento della sede del Monastero S. Nicolò da Soleto (Lecce) ad Otranto (Lecce). Attualmente la Chiesa è chiusa.

A pochi passi la Chiesetta detta delle Anime con facciata anch'essa di stile seicentesco. La facciata e il sontuoso portale, databile agli anni '70 del sec. XVII, sono da attribuire all'architetto Ambrogio Martinelli e al mecenatismo dell'arcivescovo di Otranto Adarzo de Santander. La chiesa a navata unica absidata, coperta da una psedo cupola - fatto questo abbastanza raro nel Salento - e la presenza dell'abside aggettante all'esterno e orientata verso est, farebbe pensare a una datazione medievale dell'impianto più antico. È del 9 settembre 1782 la pergamena del Regio assenso sullo Statuto della Congregazione delle Anime Sante e Vergine del S.S.Rosario.

Nel 1783 venne iniziata la costruzione dell'odierna matrice Chiesa di Maria Santissima Assunta, parrocchiale soletana al posto della vecchia chiesa medioevale che minacciava in parte di crollare dopo il terremoto del 1743. Di quella antica chiesa sopravvive una stilizzata incisione del 1604 sul grande leggio del coro. Come si legge sulla facciata settentrionale del campanile nuovo "Adrianus Preite a Cupert fecit" il costruttore fu l'architetto Adriano Preite da Copertino.

Il Capitolo dei canonici della Chiesa Collegiata prevedeva, nel suo statuto del 1735[15], sei cariche (dignità) : arciprete, arcidiacono, cantore, primicerio(maestro delle cerimonie), protognosta (primo lettore) e decano. Le insegne delle sei cariche erano la cappa magna viola, il fiocco viola al cappello e le calze viola. Dal 1857 le cariche si ridussero a due e, dopo l'unità d'Italia, nel 1867 furono aboliti i Capitoli come enti di diritto civile e quindi non potevano più avere delle proprietà. Così rimasero solo i titoli di Chiesa Collegiata e di Arciprete fino al 1952 con la nomina dell'ultimo Arciprete don Giuseppe Greco.

XIX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Toponomastica del centro storico nell'800

Agli inizi dell'800 poche famiglie, spesso imparentate tra loro, possedevano l'80% di terreni e fabbricati e tra queste: Carrozzini, Manca, Sergio, Salomi e Orsini. Risultano anche alcuni grandi proprietari di Galatina: Papadia, Calò, Galluccio, Mongiò. Anche le istituzioni ecclesiastiche (Capitolo della Chiesa, monastero di San Nicola, convento dei Francescani) avevano ingenti rendite. I cognomi più diffusi: Mangione, Nuzzaci, Attanasi, Scarpa, Latino, Margari, Stanca, Tundo, Zollino.[16].

Una ventata giacobina fece seguito alla proclamazione della repubblica napoletana e il 10 febbraio 1799 Ignazio e Ferdinando Greco, Giuseppe Guglielmi e Vincenzo Sambati piantarono in piazza l'albero della libertà, simbolo repubblicano, ad iniziativa del sindaco Marcello Greco. La popolazione intervenne con coppole rosse, bandiere e coccarde tricolori. La restaurazione borbonica e la reazione sanfedista non tardarono ad inquisire e mettere in carcere i responsabili.

Anche la Carboneria, sorta già nel 1816 dopo il ritorno dei Borboni a Napoli, ebbe l'attivissima <<vendita>> denominata Sole Rallegrato cui aderirono numerosi spiriti sensibili e generosi che pagarono a caro prezzo le feroce repressione borbonica perdendo l'impiego. L'elenco dei nomi stilato dal giudice municipale Pasanisi il 24 dicembre 1829 contiene: Salvatore Manca(capitano della milizia) e Domenico Valente, il medico Realino De Luca, Ignazio e Bonaventura Sergio, Domenico Blanco, Giuseppe Oronzo Salvatori, Bonaventura Nuzzaci, Luigi Patera e il notaio Giovanni Romano. Gran Maestro era il canonico Don Luigi Orsini, segretario Ippolito Campa[17].

Dall'archivio notarile si ricava che ai primi dell'800 erano attivi contemporaneamente ben 4 notai (contro 2 speziali ed 1 medico):

Notai

  • Rizzo Giuseppe Antonio dal 1705 al 1740
  • Attanasi Paolino dal 1729 al 1786
  • Attanasi Giuseppe dal 1761 al 1809
  • Campa Nicola Antonio dal 1771 al 1808
  • Romano Giovanni dal 1803 al 1824
  • Colletta Cataldo dal 1805 al 1865

inoltre il notaio soletano Nuzzaci Vincenzo era attivo a Copertino dal 1777 al 1834 e Attanasi Lazaro in Cutrofiano dal 1802 al 1842.

Tutti questi notai sopperivano alla necessità di scritture private (contratti) tra benestanti come i contratti di matrimonio per elencare la dote:

Corredo da sposa

  • "In primis [...]Uno sproviero (padiglione da letto) usato ed rite (rete) à torno ed il suo avantiletto(copritristelli) = quattro tavole p(er) il letto, et una travacca (baldacchino) usata = Uno saccone nuovo, una manta di lana paesana = Due lanzuoli di seta paesana nuovi = Una coverta bianca à coppe colonne di bambace = sei stuscia facci (asciugamani) trè co le rite, e l'altre schette co la seta turchina = sei stuscia vucchi, seù (cioè) tovaglioli di tavola, cioè cinque nuovi, e l'altro usati à coppe colonne = coscini seù capetali num(er)o sei ed rite lavorati di tela paesana. = Quattro tovaglie p(er) la tavola, e due guttellarici di tavola [...].
  • Una gonella à color baunazzo (paonazzo) di mezzo stambetto (drappo) co petti. = Uno Guardacore (corpetto) di lana russo = sei copercieri (veli), cioè uno di color di viola = Due co la cocchiella, e l'altri co pizzilli (merletti) à torno = camise num(er)o sei ed le calature (balza) bianche di seta rossa di tela marzulla e paesana. = Uno fostiano (gonna) co rose sei à basso saccone co aceno di ruta di bambace = Un altro fostiano à libretto di Nardò co trè rose à torno = [...].
  • Una cascia d'Apita (abete) usata = una caldara, et una ferzura di rame, et un paro di camastre (catene) usate... (Soleto 1710, Capitula VirgineStanca, notaio Giuseppe Antonio Rizzo, c. 18v)",[18],[19]

Medici

  • Matteo Tafuri (1492-1584) è il primo di cui si hanno notizie storiche. Sicuramente esercitò la professione medica a Soleto negli ultimi venti anni della sua lunga vita.
  • doctor medicus fisicus Onofrio Tafuri teste di battesimo nel 1670 di Diego Carrozzini
  • doctor Medicus Fisicus Didacus (Diego) Carrozzini matrimonio nel 1710 con la cugina di 3º grado Maria Calò
  • doctor Nicolao Angelo Salvatori teste al matrimonio di Diego Carrozzini nel 1710
  • dottor fisico e chirurgo Diego Viva (testamento aperto il 1799 notaio Scalfo Galatina)
  • medico Francesco Carrozzini (1750-1837) nipote di Diego Carrozzini
  • medico Realino De Luca nella lista dei carbonari del 1820.

Dall'Unità d'Italia al 1945[modifica | modifica wikitesto]

Nella seconda metà dell'800 venne costruito il camposanto. Più volte ampliato, presenta pregevoli edicole in pietra leccese tra cui quelle ad opera del maestro soletano Serafino Mangione. Il luogo precedente era il cortile recintato vicino al Convento, dove una lapide indica il punto in cui giacciono i resti dei Soletani morti durante le pestilenze del Seicento e Settecento. Prima ancora i luoghi di sepoltura popolari erano sul piazzale nord e ovest della Chiesa matrice.

Il 14 dicembre 1884 (giornata fredda ma soleggiata) fu inaugurata la stazione ferroviaria sulla linea Zollino-Nardò-Gallipoli (che allora terminava a Galatone) inizialmente gestita dalla SFM (Strade Ferrate Meridionali) e dal 1906 dalle Ferrovie dello Stato; dal 1933 la linea fa parte delle FSE (Ferrovie del Sud Est).[20]

XX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Il 29 agosto 1900 don Giovanni Carrozzini fu Paolino, con testamento olografo istituì un Ospizio per i poveri in Largo Osanna con il nome di Opera Pia Madonna delle Grazie con cospicue rendite legate ai terreni anch'essi lasciati in dotazione. Dopo la sua morte il 7 dicembre 1904 e la nomina dell'esecutore testamentario nel nipote Giovanni di Francesco, fu costruito un elegante edificio. Creato come ente morale nel 1908 (decreto n. 142 del 16/4 G.U. nr.112) con relativo statuto approvato nel 1924 e poi convertito in Ente di pubblica utilità nel 1934 è stato riconvertito a gennaio 2010 in Centro Polifunzionale per Diversamente Abili[21].

Maria Grazia Carrozzini, con lascito testamentario, destinò il palazzo Sergio di fronte alla Chiesetta di Santo Stefano (eredidato dalla nonna paterna) ad uso Ospedale (Regio decreto n.433 del 2/11/1908 G.U. n.256) con creazione dell'ECA-Opera Pia Maria Grazia Carrozzini. Il palazzo Sergio fu utilizzato a tal scopo fino a metà del Novecento, poi convertito in Caserma dei Carabinieri (1938-1968) e ora sede di Uffici Comunali. A lei è dedicata una via del centro che prima si chiamava via Garibaldi.

Banda musicale

Ai primi del '900 una banda musicale soletana si esibiva d'estate nei giardini pubblici di Istanbul (allora chiamata Costantinopoli) ed era pagata in piastre d'oro dopo un viaggio avventuroso su un barcone da Otranto.

  • Direttore Ernesto Abbate dal 1910 al 1915
  • Direttore Giuseppe Piantoni dal 1920 al 1922

A partire dal 1932 (vedi G.U. n.205 del 5/9/1932 podestà Luigi Nuzzaci) venne costruito il grande edificio scolastico, più volte restaurato e ampliato, sul finire degli anni novanta. Gli ampliamenti, anche se sono stati realizzati mantenendo lo stesso stile architettonico originale nei prospetti, hanno mutato l'originaria forma planimetrica ad U modificando la fruibilità dell'intera struttura.

I lavori della diramazione dell'acquedotto per Galatina e delle sub-diramazioni per Soleto, Sogliano, Cutrofiano e Noha, furono appaltati il 12.12.1932, come si evince da una lettera del 26.11.1932, che il presidente dello E.A.A.P. indirizzò a S.E. Achille Starace, segretario del Partito Nazionale Fascista. Il 28 novembre 1936[22] nelle 5 fontanine pubbliche situate in prossimità delle 4 porte di Soleto oltre che in piazza Castello cominciò a sgorgare l'acqua del Sele. In tutte le ore del giorno, intorno ad ogni fontanina si affollavano persone in attesa di riempire di acqua uno o due recipienti e costretti ad attendere il proprio turno più a lungo del previsto, a causa della bassa pressione dell'acqua sgorgante.

Come in molti paesi del Salento la coltivazione e lavorazione del tabacco dava lavoro e reddito ai contadini e alle prime donne operaie: le tabacchine. Nel 1926-1927 vi furono anche a Soleto scioperi e manifestazioni per le condizioni di lavoro e per i salari bassi così come nel 1935 per fortuna senza vittime ma con arresti e licenziamenti. Nel 1948 vi fu a Lecce il primo congresso nazionale delle tabacchine e nel 1951 fu impedito a Soleto un comizio da parte di Cristina Conchiglia fondatrice del relativo sindacato.[23]

Missione dei Padri Passionisti del 27/3/1927 di cui rimane a ricordo una croce in ferro su base lapidea nell'angolo della via Sternatia con il Cupone.

Caduti prima guerra mondiale[24][modifica | modifica wikitesto]

Cognome e nome nato il morto il inquadramento località Albo d'Oro
Antonacci Paolo 09/06/1879 04/06/1917 soldato 86° reg. fanteria caduto sul Carso pag.12
Antonaci Grazio 17/09/1884 26/10/1918 soldato 43° reg. fanteria caduto sul monte Asolone pag.12
Aprile Cesario 13/11/1883 27/10/1918 soldato 41° reg. fanteria caduto sul M.te Grappa pag.14
Aprile Giuseppe 19/03/1889 10/11/1915 soldato 144° reg. fanteria caduto sul Carso pag.14
Arcuti Lorenzo 03/08/1889 24/11/1918 soldato 16° reg. fanteria Soleto per malattia pag.15
Attanasi Giuseppe 09/12/1887 16/08/1917 caporal maggiore 140° reg.fanteria Soleto per malattia pag.18
Braj Carmelo 24/03/1882 30/05/1916 soldato 11ª compagnia sussistenza ospedale da campo n.71 pag.33
Braj Salvatore 11/10/1893 13/04/1916 soldato 47° reg. fanteria ferito sul M.te S.Michele pag.33
Cagnazzo Giuseppe 20/02/1877 19/07/1918 soldato 230° reg. fanteria affondamento nave pag.39
Cascione Gaetano 20/11/1884 23/10/1916 soldato 1° reg. bersaglieri Napoli per malattia pag.63
Catalani Silvio 27/01/1892 25/09/1917 soldato 3° reg. bersaglieri M.te Grappa in combattimento pag.65
Catalano Luigi 22/11/1887 04/05/1917 caporal maggiore 35° reg. artiglieria campagna affondamento nave pag.66
Cosma Salvatore 25/01/1899 01/02/1919 caporale 47° reg. artiglieria campagna Milano per malattia pag.96
Danieli Ermanno 11/04/1892 24/10/1915 soldato 142° reg. fanteria ferite in combattimento pag.104
Danieli Giovanni 15/11/1893 22/04/1916 soldato 140° reg. fanteria ferite in combattimento pag.104
Dell'Anna Carmine 24/11/1894 22/10/1915 soldato 162° reg. fanteria ferito nella val d'Assa pag.114
Latino Carmine 15/11/1890 16/09/1918 soldato 6° reg. artiglieria Torino per malattia pag.195
Lisi Carmine 19/07/1899 12/08/1915 soldato 47° reg. fanteria ospedale da campo per malattia pag.205
Maniglio Donato 31/07/1899 21/10/1918 soldato 1° reg. artiglieria montagna Albania per malattia pag.222
Mariano Giuseppe 25/01/1899 ... soldato 134° reg. fanteria scomparso in prigionia pag.227
Marti Alessandro 16/10/1890 18/05/1917 soldato 30° reg. fanteria caduto sul Carso pag.232
Marti Antonio 14/05/1883 05/07/1918 soldato 246° reg. fanteria in prigionia pag.232
Matteo Vincenzo 18/01/1884 02/08/1918 soldato 4° reg. bersaglieri in prigionia pag.240
Miccoli Antonio 29/09/1885 16/09/1916 soldato 29° reg. fanteria caduto sul Carso pag.248
Miccoli Paolo 06/09/1889 30/11/1915 soldato 5° reg. bersaglieri ferito in combattimento pag.248
Montinaro Giuseppe 24/09/1894 19/05/1920 soldato 11ª compagnia sussistenza Soleto per malattia pag.258
Nuzzaci Antonio 09/07/1882 27/07/1915 soldato 140° reg. fanteria ferito in combattimento pag.271
Nuzzaci Luigi 24/02/1882 06/06/1917 soldato 1° reg. granatieri caduto sul Carso pag.271
Nuzzaci Salvatore 22/02/1897 09/11/1918 soldato 43° reg. fanteria ospedale da campo per malattia pag.271
Perrone Donato 16/03/1887 24/07/1918 soldato 16° reg. fanteria ferito in combattimento pag.293
Polimeno Antonio 09/03/1890 29/10/1915 soldato 47° reg. fanteria ospedale di Parma pag.307
Salvatori Giuseppe 24/07/1898 03/05/1918 soldato 123° reg. fanteria Lecce per malattia pag.342
Scarpa Luciano 22/08/1897 28/01/1918 soldato 1067ª compagnia mitraglieri altopiano di Asiago pag.352
Scarpa Luigi 25/06/1897 16/05/1917 soldato 30° reg. fanteria sul Carso per ferite in combattimento pag.352
Sergio Cesario 01/04/1897 22/09/1918 carabiniere legione CC RR Bari caduto a Corfù pag.360
Serra Francesco 28/04/1868 13/04/1917 operaio genio militare 6ª armata ospedale da campo per malattia pag.361
Sicuro Donato 18/04/1885 22/11/1917 soldato 264° reg. fanteria sul M.te Grappa per ferite in combattimento pag.362
Stanca Antonio 17/01/1893 11/11/1916 soldato 140° reg. fanteria in prigionia a Mauthausen pag.372
Stanca Cosimo 11/10/1890 30/07/1917 soldato 33° reg. fanteria ferito in comb. Isonzo pag.372
Stanca Francesco 31/05/1889 30/08/1917 caporale 264° reg. fanteria ferito in comb. Isonzo pag.372
Stanca Marino 27/05/1895 15/07/1915 soldato 6° reg. fanteria ferito a Tolmezzo pag.372
Stanca Salvatore 22/05/1886 08/10/1918 soldato 23° reg. artiglieria montagna ospedale da campo per malattia pag.372
Stanca Vito 10/06/1895 12/12/1917 soldato 264° reg. fanteria ferite in combattimento pag.372
Vergine Donato 08/12/1886 03/01/1918 soldato 31° reg. fanteria Napoli per malattia pag.400
Vergine Giuseppe 30/07/1897 27/05/1917 soldato 63° reg. fanteria ferito in combattimento pag.400
Vergine Pasquale 14/11/1894 25/11/1918 carabiniere legione CC RR Bari Bari per malattia pag.401
Zollino Antonio 02/03/1895 18/06/1916 soldato 137° reg. fanteria monte Cimone pag.410
Monumento ai caduti - Villa comunale

Caduti guerre d'Africa (1935-36)[modifica | modifica wikitesto]

Cognome e nome nato il caduto a il decorato
Nuzzaci Leonardo - carabiniere portaordini 19/02/1909 Gonu Gadu Ogaden-Afr.Or. 24/04/1936 croce di guerra (G.U. 131 del 1938)
  • Motivazioni: Dimostrando serenità e sprezzo del pericolo, nel recapito di ordinì e comunicazioni, traversava più volte vasta zona scoperta fortemente battuta da intenso fuoco di fucileria e mitragliatrici riuscendo di valido aiuto al proprio comandante nel collegamento dei reparti.

Deportati per leggi razziali (1938)[modifica | modifica wikitesto]

  • Jacob Agranati (concessionario Manifattura Tabacchi) di origine greca ma residente a Soleto;
  • la sorella Sonculla Agranati con tutta la sua famiglia.

Caduti seconda guerra mondiale[25][modifica | modifica wikitesto]

Cognome e nome inquadramento nato il caduto a il
Aprile Vittorio sergente X MAS 02/10/1921 Valdobbiadene 05/05/1945
Attanasi Carmine 15/01/1916 Livorno 02/01/1943
Attanasi Cosimo 205º artiglieria 20/12/1920 El Alamein 09/08/1942
Attanasi Luigi aviere 10/02/1916 Breslavia (PL) 11/11/1944
Attanasi Luigi 277º fanteria 24/02/1917 Russia 09/01/1943
Attanasi Rosario 01/10/1909 Mandera 08/02/1942
Attanasi Salvatore 116º artiglieria 01/12/1921 Russia 17/01/1943
Bianco Antonio 89º fanteria 10/11/1922 Russia 17/12/1942
Blanco Carmine 5° mortai 28/02/1913 Russia 12/12/1942
Braj Antonio 38º fanteria 11/11/1910 Russia 17/12/1942
Cafaro Antonio 23/11/1913 Cheren 20/03/1941
Carrozzini Giuseppe caporale infermiere 140° fant. medaglia bronzo v.m. 31/01/1916 Albania 15/12/1940
Carrozzini Luigi carabiniere 24/12/1923 Polonia 08/09/1943
Cofano Carlo s.ten. 278º fanteria 30/04/1921 Russia 07/01/1943
Conte Cosimo Damiano 26/01/1919 Albania 16/11/1940
Del Piano Adolfo 14º artiglieria medaglia bronzo v.m. 08/12/1919 Grecia 12/11/1940
Fiorentino Leonardo 11º artiglieria 17/6/1912 Russia 18/1/1943
Leo Giuseppe 24/03/1922 Merano 22/05/1946
Mangione Cosimo geniere 27/10/1919 Rodi 13/08/1942
Mangione Eupremio 20/03/1920 Cesena 01/07/1945
Mangione Luigi maresciallo artiglieria C.A. croce di guerra al v.m. 12/03/1898 Napoli 19/12/1944
Montinari Donato geniere 12/02/1921 Luneburg 19/07/1945
Montinaro Pasqualino 31/03/1923 Amburgo 24/04/1945
Nuzzaci Antonio 08/03/1921 Dortmund 18/07/1944
Nuzzaci Umberto caporale 26° mortai 10/01/1922 Russia 09/12/1942
Pellegrino Ermanno caporal maggiore 19/01/1924 Bologna 19/04/1945
Perrone Donato geniere 40º gruppo 09/07/1915 Cargnacco 06/03/1942
Pinnella Antonio 26/03/1914 Albania 02/12/1940
Ripa Antonio 04/03/1916 Cefalonia 08/09/1943
Rizzo Salvatore 02/05/1915 loc.sconosciuta 25/07/1944
Scarpa Salvatore 19/12/1915 loc.sconosciuta 18/11/1940
Serra Antonio bersagliere 27/10/1918 Africa settentrionale 18/12/1941
Stanca Ottaviano 12° batt. Camicie nere 23/01/1918 Russia 22/12/1942
Toma Antonio 06/12/1915 loc.sconosciuta 08/09/1943
Zizzari Raffaele 28/01/1906 Rodi 18/02/1944
Zollino Luciano 139º fanteria croce di guerra al v.m. 24/07/1920 oltremare 19/04/1941

Decorati al valor militare per la Resistenza[modifica | modifica wikitesto]

  • 28 maggio 1949: Maresciallo Guardia di Finanza Salvatore Serra (Soleto 1910 - Roma)[26]

“Animato da profonda dedizione al dovere, con grande ardimento e capacità organizzativa costituiva un gruppo partigiano composto anche di soldati e sottufficiali alleati e insieme ad alcuni militari austriaci, da lui attratti alla causa della resistenza, effettuava ripetuti colpi di mano ad una stazione ferroviaria, riuscendo a liberare centinaia di giovani diretti ai campi di concentramento. Durante tutto il periodo di occupazione nemica della Capitale, sebbene individuato dallo spionaggio avversario in seguito all'arresto dei suoi gregari, non desisteva dall'attività partigiana dando un rilevante contributo in tutti i campi della lotta, dall'operativo all'informativo. Bell'esempio di virtù militari e di grande sprezzo del pericolo. Lazio, 8 settembre 1943 – 4 giugno 1944”.

Medaglia d'onore alla memoria[modifica | modifica wikitesto]

  • 2 giugno 2015: Carabiniere Reale Rosario Cagnazzo (Soleto 27/08/1920- Soleto 03/09/1979)

In forza al XIV Battaglione Carabinieri Reali, fu catturato in Grecia il 9 settembre 1943 e deportato nei campi di concentramento nazisti in Germania. Due anni dopo fu liberato dagli alleati raggiungendo a piedi e con mezzi di fortuna il piccolo paese natio in provincia di Lecce. Commemorato il 27 gennaio 2024 con pietra d'inciampo in prossimità abitazione.

Le campane: suoni e segnali[modifica | modifica wikitesto]

Per oltre tre secoli (dal 1600 al 1900) le campane hanno avuto una loro importanza pratica nella vita sociale dei soletani. Ogni campana aveva una voce propria, diversa dalle altre, e un ritmo impresso manualmente dai vari esecutori così da essere riconoscibile da chi abitava in centro ma anche in periferia o in campagna. Innanzitutto erano scandite le ore in base alle funzioni religiose e all'abitudine di fare un particolare scampanio finale per l'inizio delle varie messe. Così se ci si doveva alzare alle 7,30 bastava aspettare lo scampanio di S.Nicola se invece alle otto quello del campanone della Chiesa madre. I più mattinieri invece erano allertati alle 6 dalla campanella del Convento che essendo più piccola aveva una voce più squillante. A mezzogiorno, anche se si era distanti dal paese per due chilometri, si era avvisati che era ora di pranzo dallo scampanio festoso di tutte le campane contemporaneamente. Lo stesso accadeva alle 17 per l'Ave Maria e il ritorno dal lavoro dei campi. Alle 18 invece, solo la Chiesa Madre, che conserva il registro dei nati e dei morti, era autorizzata ad annunciare la nascita di un bambino maschio o femmina (era importante farlo sapere a tutto il paese) con tre tocchi finali della campana media oppure due. Se invece si doveva annunciare che vi era un funerale in corso venivano fatti 20 rintocchi lenti e distanti. Ad una ad una tulle le campane si sono azzittite per l'assenza delle suore prima, dei frati poi e dall'idea di trasmettere con altoparlanti invece del suono delle vecchie campane soletane quello di anonime campane romane registrate.

Il centro storico[modifica | modifica wikitesto]

Nel primo dopoguerra il centro storico di Soleto ebbe una grande importanza sia per i rapporti umani che economici. Al posto di vecchie case con tetti a tegole vennero edificati palazzi con volte in tufo e prospetto in pietra leccese, portone per accesso con calesse, atrio interno da cui prendono luce le stanze e giardino retrostante. Nonostante la mancanza di illuminazione elettrica (supplita da lampade ad olio) e da acqua corrente (sostituita da numerose cisterne che raccoglievano le acque piovane) il centro racchiudeva tutti gli esercizi commerciali, farmacia, barbieri, calzolai e sarti oltre a numerose rivendite di vino (puteche dal greco αποθήκη=deposito).

Il primo bar moderno in Via Umberto I aveva un biliardo e un grammofono (con carica a manovella) fatti arrivare appositamente da Milano nel 1920. Qui venivano confezionati i primi gelati senza frigorifero ma con i blocchi di ghiaccio conservati per 24h in una cassa zincata in cui ogni giorno venivano portati con un veloce calesse (sciarabbà) dalla vicina Galatina dove era nata la prima fabbrica del ghiaccio a corrente elettrica. In questo bar, settimanalmente, si tenevano degli spettacoli di burattini o pupi siciliani che raccontavano le storie di Orlando a Roncisvalle o del principe Amleto. Il caffè era in pratica dell'orzo tostato in casa e fatto bollire in cuccume tenute tiepide sui carboni (non vi era ancora il gas). Anche i liquori serviti al banco erano per la maggior parte preparati in casa con coloranti e sapori essenziali diluiti in acqua e alcool. Il bar era luogo di ritrovo principale per chi andava presto al lavoro o per chi vi passava le noiose sere d'inverno. In estate invece vi si potevano affittare delle biciclette ad ore per passeggiate in campagna senza dover impegnare cavalli e calesse.

Il maniscalco aveva una fumosa officina all'angolo della Via del Convento con la circonvallazione ed era affollato come oggi l'officina di un gommista o elettrauto. L'unico riparatore di biciclette (forature, rottura di catena ecc.) era in Via Ospedale e lì vi ha lavorato per oltre 50 anni alla luce del sole e senza acqua corrente. Le strade erano frequentate tutto il giorno da passanti che nella Piazza Vittorio Emanuele II trovavano i negozi di alimentari, fiori, frutta e verdura, merceria, cartoleria e abbigliamento e che volentieri si fermavano a chiacchierare con amici e parenti seduti vicino alla porta di casa tenuta sempre aperta. La vecchia farmacia all'angolo con via Castello si era poi trasferita all'angolo con Via Convento ed era ritrovo di intellettuali e aristocratici. Le botteghe di barbiere (ve ne erano cinque nel solo perimetro della Piazza) erano affollate tutte le ore del giorno e anche la domenica mattina con numerosi garzoni che insaponavano i clienti facendo loro in 15 minuti il riassunto di tutte le novità sportive o politiche della giornata. Sempre in Via Ospedale vi erano due macellerie, un forno per pane e dolci, una merceria, un pittore, e un falegname.

Non esistevano asili nido o scuole materne: alcune signorine ricamatrici (méscie) tenevano sedute per 4 ore su scannetti di legno le bambine esercitandole nel ricamo. Falegnami, fabbri, fornai e barbieri tenevano impegnati i maschietti insegnando loro un lavoro. Molti gli animali in casa: oltre al cane o al gatto vi erano galline ruspanti nell'orto dietro casa o giumente e muli nella stalla col calesse. Alcuni tenevano anche una o più mucche ma con una ordinanza del sindaco erano state limitate alla circonvallazione o al Cupone dove la mattina ci si recava per acquistare il latte fresco o la ricotta.

Dal 1950 ad oggi[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la storica nevicata del febbraio 1956, durante l'amministrazione comunale del Sindaco Marra, vennero demoliti gli edifici in cattivo stato di manutenzione in Piazza Municipio (prima nota come piazza Vittorio Emanuele II) e la vecchia torre dell'orologio (vedi foto su[22]) adiacente per costruire l'attuale palazzo municipale restringendo la piazza e acquisendo alcuni edifici confinanti.

Venne anche piantumata la villa comunale detta dai soletani cupone con all'ingresso, nel pavimento, lo stemma del Comune (il sole a 16 raggi) composto da marmo e impasti colorati e levigati. Il cupone era originariamente delimitato da una doppia fila di querce e utilizzato come campo di calcio sterrato stendendo una fune sul primo filare di querce e disegnando con polvere di calce le due aree.

Al centro della villa comunale venne poi edificato il monumento ai caduti e definitivamente sistemata la stele in pietra sormontata da una croce (Osanna) da cui il piazzale prende il nome.

Le suore d'Ivrea, tra cui la soletana Suor Maria Carmelita Rizzo (1926-2011), aprirono a Soleto una scuola materna e una scuola elementare in luogo di un grande palazzo della famiglia Manca sito nell'omonima via del centro storico e negli anni '60 lo ingrandirono e arricchirono con una chiesetta affiancata all'istituto.

Il cinema-teatro Candido e il cinema-arena Scarpa erano le due sale di proiezione cinematografica ora non più attive. Fra la seconda metà degli anni settanta e i primi anni novanta sono state attive alcune emittenti radiofoniche, delle quali le più note sono state Radio Rinascita e Radio Onda Verde (la più longeva, operante dal 1981 al 1991), quest'ultima organizzatrice di eventi locali fra cui i veglioni di carnevale presso il cine-teatro SCARPA e il Presepe Vivente.

La nuova scuola media sorse negli anni settanta su un'area detta le 4 are (grande aia di un'antica masseria) dopo aver utilizzato per anni il vecchio palazzo comunale (palazzo Sergio) in Via Umberto I ed ora sede della Biblioteca Comunale.

Negli anni ottanta nacque la prima squadra di pallavolo che necessitava di un campo da gioco. L'amministrazione comunale guidata dal sindaco prof. Fortunato Danieli recepì le richieste dei giocatori e realizzò il centro sportivo polivalente, progettato dall'architetto soletano Giovanni Miccoli, dotato di due campi da tennis e due di pallavolo/pallacanestro e pista di pattinaggio. L'attuale slargo stradale prospiciente l'entrata posteriore del centro ha preso il posto della masseria Mega e della cisterna di dimensioni veramente notevoli. Successivamente venne realizzato anche il pallone tensostatico e il campo di calcetto. Oggi il centro sportivo viene utilizzato anche per concerti e manifestazioni.

Mosaico del Calvario - Piazzale Convento

Anche il piazzale del Convento è stato attrezzato a verde con al centro la statua della Madonna delle Grazie posta su un alto piedistallo in cemento, sostituito l'8 dicembre 2017 da un solido basamento in pietra leccese. Lo sfondo del piazzale è arricchito dal mosaico policromo del Calvario di Cristo ad opera del prof. Moscara.

Il centro storico diventava sempre più disabitato mentre nuovi quartieri sorgevano prevalentemente verso ovest spostando di fatto la maggioranza delle abitazioni e degli abitanti verso la via Galatina.I negozi e gli uffici dal centro si sono spostati sul vecchio anello stradale del Viale Raimondello Orsini e una nuova circonvallazione ora dirotta il traffico pesante verso il nord collegando via Martano, via Sternatia e via Galatina.

La Residenza socio-sanitaria assistenziale per anziani "La Fontanella" nasce nel 1999 per volontà di Mons. Vittorio Matteo, in memoria del fratello Sacerdote Vito Matteo, con lo scopo di avviare iniziative di alto profilo sociale.La denominazione "La Fontanella" trova le sue origini dal toponimo con cui veniva storicamente individuata la località sulla quale sorge la struttura.

Nel 2002 è stato completato viale Gubbio che collega via Sogliano e via Martano, due principali arterie di accesso al centro abitato situate a sud-est. L'amministrazione della Provincia di Lecce nel 2008 ha inaugurato il sottopassaggio ferroviario sulla provinciale per Galatina.

Il nuovo Centro Anziani è stato collocato nell'ex mercato coperto in largo Osanna.

Personalità civili e religiose[modifica | modifica wikitesto]

Decorati al Merito della Repubblica Italiana (vedi sito del Quirinale 1992-2023)[27][modifica | modifica wikitesto]

Cognome e nome Titolo Onorificenza Anno
Ancora Marco 1^ M.llo Lgt 2 Medaglie d'argento al merito di Marina 2015-16
Aprile Cosimo M.llo Aiut. Cavaliere al merito della Repubblica 1999
Aprile Luigi M.llo Aiut.UPS Cavaliere al merito della Repubblica 1999
Aprile Vittorio Ten. Col. Cavaliere al merito della Repubblica 1994
Attanasi Mario Vito Cavaliere al merito della Repubblica 1995
Attanasi Cosimo Umberto Luogotenente Cavaliere al merito della Repubblica 2011
Baffa Donato Col. Ufficiale al merito della Repubblica 1993
Bray Antonio M.llo Capo Cavaliere al merito della Repubblica 2013
Bray Luigi Cavaliere al merito della Repubblica 2021
Cafaro Luigi 1^ M.llo Lgt Cavaliere al merito della Repubblica 2008
Cafaro Vittorio ingegnere Cavaliere al merito della Repubblica 1995
Cagnazzo Luigi Cavaliere al merito della Repubblica 1992
De Prezzo Rocco Ten. Col. Cavaliere al merito della Repubblica 1992
De Prezzo Rocco Col. Ufficiale al merito della Repubblica 1999
Gemma Giuseppe Col. Commendatore al merito della Repubblica 1994
Gervasi Giuseppe Dott. Ufficiale al merito della Repubblica 1995
Giovinazzo Luigi Cavaliere al merito della Repubblica 2009
Giovinazzo Emanuele App. scelto Cavaliere al merito della Repubblica 2010
Ingrosso Luigi M.llo 1ª classe Cavaliere al merito della Repubblica 1995
Ingrosso Fernando Aiut Cavaliere al merito della Repubblica 2000
Levanto Giuseppe Cavaliere al merito della Repubblica 2006
Pizzolante Cosimo Tommaso Cavaliere al merito della Repubblica 2017
Polimeno Paolo M.llo 1ª classe Cavaliere al merito della Repubblica 1993
Polimeno Salvatore Antonio Generale B. Cavaliere al merito della Repubblica 2013
Polimeno Giorgio Ten. Col. Cavaliere al merito della Repubblica 2002
Ramundo Luigi Col. Cavaliere al merito della Repubblica 2002
Rizzo Antonio 1^ M.llo Commendatore al merito della Repubblica 2002
Russo Vincenzo Giuseppe Ufficiale al merito della Repubblica 1998
Scalese Sergio Antonio Col. Cavaliere al merito della Repubblica 2007
Scalese Sergio Antonio Generale B. Ufficiale al merito della Repubblica 2019
Scalese Sergio Antonio Generale B. Commendatore al merito della Repubblicaa 2023
Serra Maurizio 1^ M.llo Cavaliere al merito della Repubblica 2009
Serra Mario Cavaliere al merito della Repubblica 1995
Stanca Cesario Dott. Grande Ufficiale al merito della Repubblica 1995
Stanca Salvatore Aiut. Cavaliere al merito della Repubblica 2000
Stanca Silvano Ufficiale al merito della Repubblica 1999
Stanca Vittorio Generale C.A. Croce d'argento al merito dell'Esercito 1995
Villani Antonio Giovanni Col. Cavaliere al merito della Repubblica 2013
Zizzari Giuseppe Ufficiale al merito della Repubblica 1994
Zollino Italo Cavaliere al merito della Repubblica 2000

Decorati al Merito del Lavoro (Cavalieri del lavoro)[modifica | modifica wikitesto]

  • 1895 Orsini Paolo - sindaco[28]
  • 1898 Carrozzini Giuseppe - assessore comunale[29]
  • 2000 Nuzzaci Carmine - imprenditore
  • 2009 Giovinazzo Luigi - Soleto spa - Milano imprenditore

Decorato Stella al Merito del Lavoro[modifica | modifica wikitesto]

  • 2008 Matteo Vincenzo Rocco - Avio spa - Brindisi

Onorificenza Arma CC: Croce d'Oro[modifica | modifica wikitesto]

  • 2005 decreto 31 gennaio al Gen. C.A. AUS. Giuseppe Gemma nato il 7 febbraio 1938 a Soleto (LE)

Nel corso di oltre quarantacinque anni di prestigiosa carriera militare, ha profuso un incondizionato impegno nell'espletamento di sempre più alti incarichi.

Medaglia d'Oro del Ministero della Difesa Francese[modifica | modifica wikitesto]

  • Parigi 14 Settembre 2011 al Gen. B. Salvatore Antonio Polimeno nato il 12 Giugno 1959 a Soleto (LE)

Per il servizio prestato nella "Missione di Assistenza Esterna" in Kosovo quale Capo della "Military Civil Advisory Division".

Comandanti Stazione CC Soleto[modifica | modifica wikitesto]

  • 1987 - 2007 Luogotenente Fausto Galardini
  • 2007 - 2021 M.llo Gennaro Palmieri
  • 2021 - oggi M.llo capo Michele Giannachi

Cronotassi dei Rettori del Santuario "S. Maria delle Grazie"[modifica | modifica wikitesto]

(a partire dal 5 agosto 1953 quando l'Arcivescovo di Otranto, Mons. Raffaele Calabria, elevò la Chiesa di S. Maria delle Grazie a Santuario Mariano Diocesano)

  • 1953-1954 Padre Leonardo Durante
  • 1954-1955 Padre Giuliano Rizzelli
  • 1955-1957 Padre Pier Battista Buttiglione
  • 1957-1963 Padre Leopoldo D'Ostuni
  • 1963-1966 Padre Mario D'Ostuni
  • 1966-1969 Padre Isidoro Tundo
  • 1969-1972 Padre Gerardo Chirico
  • 1972-1975 Padre Giuseppe Nardelli
  • 1975-1981 Padre Carmelo Renato
  • 1981-1984 Padre Giacinto Vetrugno
  • 1984-1987 Padre Ubaldo Fina
  • 1987-1993 Padre Pasquale Carriero
  • 1993-1996 Padre Daniele Pichierri
  • 1996-1999 Padre Cosimo Pro
  • 1999-2002 Padre Daniele Pichierri
  • 2002-2003 Padre Corrado Morciano
  • 2003-2005 Padre Salvatore Tamburrano
  • 2005-2008 Padre Rossano Corsano
  • 2008-2011 Padre Giancarlo Maria Greco
  • 2011-2013 Padre Massimo Tunno
  • 2013-2014 Padre Giancarlo Maria Greco
  • 2014-2022 Padre Domenico Pulimeno
  • 2022-ad oggi Padre Salvatore Peluso

Annotazioni:

Fino al 1987 i Superiori locali del Convento, cioè fino a Padre Ubaldo Fina, vengono chiamati Presidenti;

Dal 1987 in poi, cioè a partire da Padre Pasquale Carriero, vengono chiamati Guardiani;

Dal 2008 al 2011 il Convento è casa filiale di Galatina ed è affidato ad un Responsabile;

Nel 2011 il Convento non ha la presenza stabile dei frati ed è affidato alla fraternità di Galatina. Pertanto, nella cronotassi sono riportati i Guardiani del Convento di Galatina.

Protopapas - rito greco[modifica | modifica wikitesto]

  • -1418 Papas Teodosio Megha
  • 1419-1453 Abate Giorgio de Tullie (Monastero di San Nicola)
  • 1454-1501 Papas Giovanni Tafuri
  • 1516 Papas Antonio Viva (Archivio Diocesi Otranto- Precedenza nella cerimonia dell'obbedienza al Vescovo)
  • 1540 Papas Angelo Arcudi da Corfù
  • 1562-1575 Papas Nicola Viva (in quadro Madonna del Rosario - chiesa matrice)

Arcipreti - rito latino[modifica | modifica wikitesto]

  • 1576-1612 Don Antonio Arcudi (Archipresbyter-Protopapa di rito greco, autore del Nèon Anthològhion pubblicato nel 1598 dalla Tipografia Vaticana)
  • 1612-1637 Don Francesco Arcudi (Archipresbyter poi vescovo di Nusco)
  • 1637 Don Nicola M. Tafuri (vedi archivio parrocchiale)
  • 1700 Don Nicola Viva (cfr. casa in via XX Settembre)
  • 1705-1710 Don Giovanni Pietro Sergio (cfr. battesimo Serafino Carrozzini- nozze Carrozzini-Calò)
  • 1750 Don Giuseppe Castrì (cfr. restauro campanile)
  • 1781-1789 Don Donato De Luca (decisione costruzione nuova chiesa matrice)
  • 1816 Don Paolo Nuzzaci (cfr. catasto murattiano)
  • 1823-1853 Don Giuseppe Campa
  • 1907 Don Giuseppe Stanca 1879-1959 (pàpa Peppino)
  • 1916-1935 Don Salvatore Stanca (pàpa Pici)
  • 1954-1996 Don Giuseppe Greco (don Pippi) - ultimo Arciprete.

Parroci[modifica | modifica wikitesto]

  • 16 giugno 1996 -11 settembre 2015 Don Pantaleo Rossetti (originario di Galatina)
  • 12 settembre 2015 - oggi Don Daniele Albanese (originario di Galatina)

Badesse Monastero S. Chiara (Clarisse o sorelle povere dell'Ordine di Santa Chiara)[modifica | modifica wikitesto]

  • 1865-1905 Geltrude Monosi (1827-1908) Acquistò con proprio denaro il monastero per salvarlo dalla soppressione dopo l'unità d'Italia e diresse un educandato per le ragazze delle famiglie aristocratiche (è sepolta nel Convento).
  • 1930-1958 Candida De Mitri (1911-2004) dal 1958 badessa del Monastero di Bisceglie da lei fondato nel 1972
  • 2000 Chiusura del Monastero di Soleto e fondazione a Scutari in Albania di un nuovo Monastero intitolato a "S. Chiara di Assisi" . Inaugurato nel 2005 sorge all'ingresso della città sulla collina di fronte al Castello e dipende dall'Archidiocesi di Otranto.

Palazzi - Famiglie - Stemmi[modifica | modifica wikitesto]

Tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento vennero edificati nel centro storico i palazzi delle famiglie più importanti. Alcuni furono poi modificati o ingranditi nei secoli successivi ma dagli stemmi scolpiti in pietra leccese possiamo dedurre il nome della famiglia che ne fu proprietaria e così in ordine alfabetico troviamo:

Stemma Arcudi

Arcudi - stemma: Orso rampante a sinistra con cinque stelle. Visibile su un documento del 1639 di Francesco Arcudi (1596-1641) ,vescovo di Nusco (AV), ma anche sul leggio del coro nella chiesa parrocchiale di Soleto del 1624. Famiglia di sacertodi bizantini originaria di Corfù tra cui il più noto Antonio Arcudi Corcyrensi Archipresbyter Soletanus (1554-1612). Altro ramo della famiglia a Galatina con Silvio Arcudi (1576-1646) e Alessandro Tommaso Arcudi (1655-1718).

Stemma Attanasi

Attanasi - stemma: Tripartito con scaccato, onde e tre fortezze come i tre fratelli Attanasi, uomini d'arme, il più famoso: Niceta Attanasi. Un sacerdote Roberto Attanasi ed un chierico Antonio Attanasi sono i primi di cui si ha documentazione nella visita del vescovo De Morra del 1607. Altri Ferdinando e Julio Attanasi sono rappresentati in basso a sinistra nella tela del Rosario del 1607 nel Santuario della Madonna delle Grazie di Soleto. Nel catasto murattiano del 1816 troviamo il canonico don Luigi Attanasi ed il notaio Giuseppe. Altri due notai Attanasi Paolino (1729-1786) e Lazzaro(1800-1842) risultano attivi rispettivamente a Soleto e Cutrofiano.

Blanco - stemma: Due delfini legati alla coda. Nel catasto murattiano del 1816 sono censiti i proprietari Benedetto e Domenico Blanco con casa di 9 camere, cucina e cortile all'Isola Blanco. Ai primi del '900 Don Limone Blanco era il farmacista di Soleto immortalato a Lecce in un pupo di cartapesta.

Calò - stemma: Serpente avvinghiato ad albero. Visibile in un palazzo di via Arcudi. Famiglia di origine greco-albanese arrivata al seguito dei Castriota-Scanderbeg duchi di Galatina e Soleto nel 1485. Altri palazzi della famiglia a Cutrofiano, Gallipoli e Corigliano d'Otranto.

Carrozzini - stemma: Ruota (abbinata con carrozza con sopra stemmi di famiglie imparentate come i Sergio). Altri rami della famiglia a Galatina, Lecce, Caprarica, Supersano, Carpignano Salentino. Un sacerdote Giacomo Carrozzini e un chierico Porfirio Carrozzini sono i primi di cui si ha documentazione nella visita del vescovo De Morra del 1607[30]. Desiato Carrozzini di Soleto ha un atto di permuta con Cassandra Mongiò di Galatina nell'archivio del notaio Raimondo Scalfo del 6/3/1558 (oggi presso l'Archivio di Stato di Lecce).

Da questa famiglia di sacerdoti bizantini con capostipite Francesco, l'abate della vecchia chiesa di S.Nicola, derivarono diversi rami tra cui quello di

  • Diego Carrozzini (1670-1739) medico e figlio del chierico Vito sposato Manca;[31]
  • e di frate Serafino (1705-1767) figlio di Nicolò e Teresa Manni fondatore della chiesa di san Pasquale Baylon a Taranto.[32]
  • Nipote di Diego fu Francesco Carrozzini (1750-1837) medico il cui nipote Vitoronzo (1786-1866) giudice municipale sposò Silvia Sergio e fu padre di Carlo.
  • Dopo il matrimonio Carrozzini-Sergio lo stemma di famiglia divenne la carrozza sormontata dal leone rampante a sinistra. Da Carrozzini Carlo (1809-1859) e Felicita Gentile nacquero Carmela (moglie del duca Ghezzi di Carpignano e madre del beato Michele Ghezzi 1872-1955), i missionari gesuiti Vito e Vincenzo, Maria Grazia (1853-1903) fondatrice dell'Ospedale, i professori Alfonso e Diego e l'onorevole Antonio consigliere provinciale e deputato nel 1896.[33]

Manca famiglia proveniente da Monteroni e imparentata con i Carrozzini. Massimilla Manca è madre di Diego Carrozzini (battesimo 1670). Nella Chiesa Matrice di Soleto nelle tela di S.Domenico del 1685 (a destra della porta principale) è raffigurato in basso a sinistra il cavaliere alfiere Angelo Manca. Canonico della stessa chiesa Teodosio Manca che nel 1779 si opponeva alla demolizione della vecchia Chiesa Matrice. Nel catasto murattiano del 1816 la famiglia Manca dà il nome all'Isola Manca dove possiede un palazzo con 9 camere al primo piano. Sindaci di Soleto Salvatore Manca (1831-1837) e Giuseppe Manca (1880-1889) a cui è intitolata una strada del centro.

Nuzzaci Un chierico Stefano Nuzzaci è il primo di cui si ha documentazione nella visita del vescovo De Morra del 1607. Nel catasto murattiano del 1816 sono censiti Paolo Nuzzaci arciprete, Angelo contadino e Giacomo pellettiere. Nuzzaci Vincenzo notaio a Copertino dal 1777 al 1834. Da Domenico Nuzzaci il figlio Paolo e il nipote Carmine ai primi del '900 nacque la cooperativa di cavamonti e selciatori poi trasformata negli anni '50 nella ditta individuale Nuzzaci Carmine e dal 1974 in società a r.l. Nuzzaci strade.

Orsini - stemma: Orso rampante a destra. Vedi scudo sull'entrata del palazzo omonimo. Ferrante Ursinus (Orsini) è padrino al battesimo di Diego Carrozzini nel 1670. Nel catasto murattiano del 1816 troviamo il possidente Oronzio Orsini con palazzo a 9 camere. Sindaco di Soleto Paolo Orsini nel 1905.

Rizzo - stemma: Riccio. Numerosi ecclesiastici nella famiglia Rizzo: 1476 Battista Rizzo figlio del prete Antonio. Nella visita vescovile del 1538 nella parrocchiale di Soleto gli altari della S.Croce,S.Candelora e Spirito Santo risultano di patronato dei Rizzo. Nella visita del 1607 ci sono il sacerdote Stefano Rizzo e il chierico Marco Antonio. Un testamento del 1654 è relativo al lascito alla parrocchiale del sacerdote Crisostomo Rizzo. Il notaio Rizzo Giuseppe Antonio risulta attivo dal 1705 al 1740. La famiglia viveva nella canonica adiacente alla Chiesetta di Santo Stefano.

Salomi - stemma: Leone rampante a sinistra e colomba a destra. Vedi altare Santa Veneranda della famiglia Salomi nella chiesa parrocchiale.Di origini ebraico-ungheresi.Mariano Salomi è chierico nella visita del 1607. Notaio Angelo Salomi nel 1683, il palazzo è quello che si trova a destra entrando a Soleto da porta S.Vito,ora sede della biblioteca comunale. Imparentati con i Carrozzini dopo il matrimonio di Tommaso Carrozzini con Rosa Salomi. Ramo dei Salomi a Carpignano Salentino (Liborio Salomi).

Salvatori - stemma: Gallo con scettro. Vedi palazzo in parte diruto in via Arcudi con balconata al primo piano. Tra le prime cinque famiglie Soletane con maggiore reddito ha espresso un sindaco nel 1750 Giuseppe Oronzo Salvatori ed un medico Nicolao Angelo Salvatori teste al matrimonio di Diego Carrozzini nel 1710. Nel catasto del 1816 Salvatori Luigi possiede una casa con 11 camere, forno, cantina, trappeto, cortile ed orto all’ Isola Viva N° 159 oltre al terreno Ungulìa.

Sergio - stemma: Blasonato dal Montefusco <<All'albero sradicato fondato sulla pianura, sinistrato da un leone rampante>>. Rami della famiglia anche a Martano e Gallipoli. Le iniziali S.C. impresse sullo scudo palesano che appartenesse all'ordine Senatorio. In Roma esisteva la Casa Sergia. Altare e sepolture di famiglia nella chiesa parrocchiale soletana (Altare Madonna dei Chiodi con tela di S.Sergio). Nel 1648 eretto altare a S.Antonio e nel 1755 la famiglia Sergio eredita il patrocinio dell'altare di S.Francesco da Paola eretto nel 1706 da Domenico Pace. Giovanni Pietro Sergio arciprete nel 1710 alle nozze Carrozzini-Calò. Pietro Sergio sindaco di Soleto nel 1860. Il ramo del giureconsulto Stefano Sergio (1693-1779) si spostò a Martano.

Stemma della famiglia Tafuri-casa natale Soleto

Tafuri - stemma: Albero di quercia con due fulmini che si scagliano contro ma non lo colpiscono. Un'aquila bicipite scolpita sopra fa pensare ad un'origine albanese della famiglia già presente a Soleto nel XIV secolo. Lo stemma è visibile sulla casa natale di Matteo Tafuri(1492-1582). Il medico Onofrio Tafuri è padrino al battesimo di Diego Carrozzini nel 1670 e un altro Agostino Tafuri è testimone alle sue nozze del 1710. Rami della famiglia a Nardò e Gallipoli.

Viva - stemma: Fenice. Visibile su angolo del cosiddetto palazzo della zecca, dimora nella seconda metà del '500 degli ultimi protopapi di rito greco. La famiglia, trasferitasi successivamente a Galatina, riporta lo stemma di famiglia nei palazzi in corso Garibaldi e di in via Robertini con la sola aggiunta in alto a sinistra del sole per ricordare le origini soletane.

Soleto e dintorni[modifica | modifica wikitesto]

Toponomastica[modifica | modifica wikitesto]

Chiàni ovvero località Piani tra Soleto e Sogliano. Così detta perché in pianura cioè ad un livello più basso rispetto a Soleto. Località di villeggiatura per i Galatinesi nonostante la vicinanza del cementificio Colacem.

Cupòne dal latino Caupona osteria. Noto come Largo Osanna era un crocivio stradale appena fuori dalle mura medioevali di Soleto. Qui incrociavano le strade per Galugnano-Lecce, Sternatia, Zollino, Corigliano d'Otranto. Ora luogo di ritrovo e passeggio attrezzato con giardini pubblici, fontana, giochi.

Llevìtu in dialetto il territorio a Nord di Soleto coltivato ad uliveto. È una pianura carsica caratterizzata non soltanto dalle suggestioni dei mille e mille ulivi contorti, monumentali, che assumono le sembianze più varie, ma anche da un mosaico di pascoli rocciosi, seminativi, puntellati da numerose masserie e costeggiati da muretti a secco che rimandano indietro nel tempo.[34]

Laccu Capraru ossia Lago del Capraro. Depressione carsica scavata nei millenni dalle acque piovane, che tornano a riempirla temporaneamente talvolta anche per più mesi nelle stagioni di maggiore piovosità. Sul fondo del laghetto sono state rinvenute alcune monete di età romana. Segna il confine tra i due comuni, Soleto e Sternatia. Dello stagno è rimasto solo il toponimo, ma durante i mesi invernali il terreno è comunque fangoso, tanto da consentire una folta presenza di piante acquatiche come il Quadrifoglio peloso, la Menta poleggio, la Verbena minore e la Calcatreppola di Barrelier.

Laccu Feretru ossia Lago morto. È situato a nord di Soleto, vicino al precedente, a ridosso di una stradina rurale, di fronte a una cava. Si tratta di uno stagno temporaneo di basso fondo raggiunge, infatti, i 25 cm di profondità e ha un'estensione di 1738 m².[35]

Matàddhru.Località Metallo era una località di villeggiatura dell'Ottocento per Soletani e Galatinesi benestanti che lì avevano vigneti e ville di campagna a circa 3 km da Cutrofiano in direzione Collepasso.

Puzzièddhri in dialetto piccoli pozzi. Sono costruiti come i trulli in pietra ma al di sotto del livello stradale. Le ingegnose costruzioni, considerate arcaici serbatoi idrici, sorgevano nei pressi delle depressioni del terreno, dove confluivano naturalmente le acque piovane.

Puzzi te lu Scopianà. Località Scopianà (dal greco σκοπιὰ = posto di vedetta) è a est di Soleto sulla via per Martano dove un avvallamento naturale, dopo il Cimitero, funge da inghiottitoio per le acque piovane che si raccolgono appunto nei suddetti pozzi. Data la scarsità d'acqua, soprattutto in periodo estivo, era necessario calare, nei secoli passati, (prima della messa in funzione di pompe elettromeccaniche) nel pozzo un ragazzo che attingeva a mano il secchio in una profonda caverna sotterranea non raggiungibile direttamente dall'apertura verticale. Questa zona ricca di acqua era così contesa che di notte i proprietari vicini spostavano i muri di cinta per avere accesso ai pozzi[36].

Sciacù dal grico sciacuddri (folletto). Rione ad ovest del centro storico in direzione di Galatina dove dal dopoguerra si è avuta una maggiore espansione edilizia. È compreso tra Viale Italia I e II tratto, Viale Raimondello Orsini e Via Galatina.

Via te le cave.Oggi Via delle miniere a nord-est dell'abitato tra la via per Sternatia e quella per Martano. Le cave o miniere erano antichissimi depositi di argilla rossa circondati da pietra calcarea compatta. Oggi queste cave (svuotate dall'argilla) sono diventate cisterne di acqua piovana. Nell'ottobre del 1876 lo storico Cosimo De Giorgi passeggiando per questa strada descrive i ruderi della cappella di S.Leonardo parallela alla strada e della chiesetta di S.Lucia (di cui rimane un disegno del galatinese Pietro Cavoti ) con lo stemma della famiglia Orsini Del Balzo che probabilmente l'avevano restaurata nel XIV secolo[2].

Masserie[modifica | modifica wikitesto]

Funzionali alla gestione del latifondo, le masserie erano allo stesso tempo luogo di produzione, di lavoro e d'immagazzinamento. Costruite come vere e proprie cittadelle autarchiche, con possibilità difensive, laddove vediamo ancor oggi torrette d'avvistamento e possenti mura di cinta. Si trovavano isolate come piccoli villaggi autonomi e avevano origini e funzioni differenti, come quelle dell'allevamento e dell'agricoltura. Eredi, strutturalmente ed economicamente parlando, della villa romana del basso impero, con una società e una produzione a circolo chiuso, diventeranno poi un intelligente utilizzo del territorio, che finirà per determinare forme abitative, economiche e anche culturali della vicina città.

Quelle di Soleto censite nel catasto murattiano (1816) sono ben 37 tra cui:[37]

a ovest

  • masseria Colaviva (8 camere e mulino) zona industriale Galatina-Lecce
  • Scalelle (3 camere e cappella) a ovest in direzione Galatina
  • Murrone (2 camere)
  • Domenicani (2 camere e mulino)
  • Morì (3 camere)

a est

  • La Torre (2 camere) in direzione di Sogliano dove avvenivano le riunioni dei "carbonari" dopo il 1815 (anno del ritorno dei Borboni a Napoli).
  • Matelica (2 camere)
  • Spalungano (2 camere)
  • Cultura (4 camere e cappella)

a nord

  • Pompilio (2 camere) a nord nel bosco dell'Uliveto
  • Colamera forse l'attuale "Colamaria" (3 stanze di cui una con forno per la cottura del pane e un ambiente unico di lavoro formato da 5 campate voltate a stella, 1 ambiente a piano primo)

a sud

  • masseria Angelini contrada Fischione (4 camerette)
  • Campanaro (2 camere)
  • Nenu (1 camera)
  • Piccinna (1 camera)
  • Berrine (5 camere) a sud-ovest in direzione Galatina
  • Murica (1 camera) in direzione di Sogliano Cavour
  • Stomei (mulino).

Cronologia[modifica | modifica wikitesto]

Data Evento riferimenti
I secolo d.C. Prima citazione dell'abitato di Soleto (Soletum desertum) da Plinio il Vecchio Naturalis Historia liber III cap. 101
28 gennaio 1269 Primo documento con cui Carlo I d'Angiò dà la terra di Soleto a Anselino de Toucy Registri Cancelleria Angioina Napoli[38].
1334 costruzione mura medioevali a cura del conte Raimondo del Balzo G.Vacca Cronaca galatinese del '500
1347 costruzione Chiesetta di Santo Stefano Ch.Diehl: L'art byzantin dans l'Italie mer.
1397 costruzione guglia a cura del conte Raimondo Orsini del Balzo detto Raimondello Paesi e figure Salento pag.52
6 febbraio 1481 Saccheggio da parte dei Turchi (400 cavalieri) dopo l'occupazione di Otranto Difesa da A.Capodiferro[39].
luglio-agosto 1528 occupazione truppe veneziane-francesi: carestia, siccità, peste B.Papadia Memorie storiche pag.22
10 giugno 1569 visita a Soleto dei feudatari Bernardino Sanseverino e Isabella della Rovere G.Vacca Cronaca galatinese del '500
31 ottobre 1571 visita a Soleto di Don Giovanni d'Austria dopo la vittoria di Lepanto per conoscere Matteo Tafuri che l'aveva pronosticata G.Vacca Cronaca galatinese del '500
1572 condanna per eresia dell'arcidiacono Francesco Cavoti Sposato con A.Morrone viveva a Galatina
1601-1609 costruzione Chiesa Madonna delle Grazie da benestanti per tombe di famiglia pubbl. a cura di Don Pantaleo Rossetti
29 marzo 1619 (venerdì Santo) uccisione in località Aulella sacerdote Giovanni Antonio Rizzo (85 anni) per aver celebrato messa in latino archivio parrocchiale Soleto[40]
1668 missione dei Gesuiti chiamati dal Vescovo per ricomposizione faida con nove morti. Le due fazioni nemiche si riconciliano stretti da una fune simboleggiante la schiavitù verso la Vergine Maria, per la quale condividono la comune devozione D.Gentilcore Le missioni nel Regno di Napoli pag.703
1688 completamento Chiesa di S.Nicola e annesso monastero clarisse Paesi e figure Salento pag.28
20 febbraio 1743 ore 23,30 terremoto 6,5 Richter con epicentro Canale d'Otranto lesioni Chiesa, crollo del cupolino guglia
1766 Costruzione della Cappella Madonna di Leuca
9 settembre 1782 Regio assenso sullo Statuto Congregazione Anime Sante del Purgatorio pergamena Archivio di Stato (Lecce)
1783-1860 costruzione nuova Chiesa matrice su progetto di A.Preite pubbl. a cura di Don Pantaleo Rossetti
8 agosto 1806 Nomina di Soleto capo di circondario nel distretto di Lecce - provincia di terra d'Otranto legge 132 del 1806
ottobre 1876 visita a Soleto di Cosimo De Giorgi e ritrovamenti paleolitici in via delle cave Bozzetti di viaggio pag.39-48, 1883
14 dicembre 1884 inaugurazione stazione ferroviaria linea Zollino-Gallipoli rif n.7 www.trenidicarta.it
1886-1887 epidemia di colera tra ottobre '86 e febbraio '87 Pietro Congedo - Il colera a Galatina
1888 visita a Soleto della britannica Janet Ross La Puglia nell'800-Janet Ross p. 197
16 aprile 1908 Ospizio - Opera Pia Beneficio Madonna delle Grazie Giovanni Carrozzini Regio decreto 142 G.U. 112 del 16/4/1908
2 novembre 1908 Ospedale - Opera Pia Maria Grazia Carrozzini da lascito a Vescovo Regio decreto 433 G.U. 256 del 2/11/1908
5 settembre 1932 pubblicazione bando appalto lavori edificio scolastico a firma podestà Luigi Nuzzaci rif G.U. 205 dell'8/9/1932
28 novembre 1936 Inaugurazione acquedotto Pugliese presso fontanina del Cupone foto allegata Toponomastica soletana di F.Giannachi[22]
1997-2010 lavori di consolidamento, restauro e valorizzazione Chiesa matrice pubbl. a cura di Don Pantaleo Rossetti
21 agosto 2003 ritrovamento archeologico noto come la Mappa di Soleto archeologo belga Thierry van Compernolle
27 marzo 2008 realizzazione Parco Archeologico Messapico in località Fontanelle rif Delibera Comunale n.37

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Popolazione (al 1º gennaio 2023)[41][modifica | modifica wikitesto]

Classe di età Maschi Femmine Totale Celibi/Nubili Coniugati/e Vedovi/e Divorziati/e
0-14 280 261 541 541 0 0 0
15-29 405 396 801 773 28 0 0
30-44 412 441 857 413 424 1 15
45-59 602 628 1230 224 940 16 50
60-74 490 554 1044 79 827 110 28
75-89 265 355 620 45 317 221 7
da 90 in su 24 68 92 5 13 74 0
Totali 2478 2703 5181 2080 2579 422 100

Risultati elezioni europee 2019 - 1999[42][modifica | modifica wikitesto]

Elettori 4769 Votanti 3797 Bianche 328 Nulle 112 Schede valide 3357

Partito Voti % 2019 % 2014 %2009 %2004 %1999
Lega 895 26,7% 0,7% 0,2% 0,2% 0,2%
M5S 727 21,7% 27,6% n.a n.a n.a
PD 653 19,5% 31,7% 17,6% 35% 23%
FI 433 12,9 27,3% 28% 16% 28%
Fratelli Italia 283 8,4% 2,5% 26% 17% 14%
POP-NCD-UCD 29 0,8% 4,7% 10% 9% 8%
Altri sin 283 6,8% 4,2% 10,5% 15% 17%
Altri 54 1,8% 1,5 % 9,8% 8% 10%
Affluenza 3797 79,8% 82,8% 87,9% 88% 88%

Risultati elezioni politiche 2022 - 2008 Camera[43][modifica | modifica wikitesto]

Elettori 4387 Votanti 2504 Bianche 56 Nulle 56 Valide2392

Coalizione Voti %2022 % 2018 % 2013 % 2008
Movimento 5 Stelle 532 22% 39% 27% 0%
Centro destra 1001 42% 32% 24% 41%
Centro sinistra 602 25% 22% 31% 39%
Centro 141 6% 0% 13% 10%
Altri 116 5% 7% 5% 10%
Affluenza 57% 71% 74% 80%

Risultati elezioni regionali 2020-2015[44][modifica | modifica wikitesto]

Coalizione Voti % 2020 % 2015 voti
Movimento 5 Stelle 196 7,35% 14% 358
Centro destra 1071 40,1% 27,5% 700
Centro sinistra 1326 49,7% 54,8% 1402
Altri 75 2,85% 3,7% 94
Affluenza 60,24% 55,47%

Risultati elezioni amministrative 2019-1999[modifica | modifica wikitesto]

2019 2014 2009 2004 1999
Elettori 4769 4804 4796 4692 4537
Votanti 3793 3892 4131 4051 4010
Bianche 38 44 44 51 68
Nulle 42 47 31 48 41
Valide 3713 3801 4056 3952 3901
Affluenza 79,5% 81% 86% 86% 88%
26/5/2019 Voti % 25/5/2014 Voti % 2009 Voti % 2004 Voti % 1999 Voti %
Vantaggiato 2429 65% Vantaggiato 1587 41,8% Serra E. 1668 41% Serra E. 2070 52% Saracino R. 2236 57%
Cagnazzo 1284 35% Luchena M. 1160 30,5% Luchena M. 1589 39% Marra R. 945 24% Baldassarre 1665 43%
Cagnazzo 787 20,7% Rizzo A.P. 799 20% Saracino 827 21%
Fiorentino 267 7%

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Thierry Van Compernolle, Topografia e insediamenti nella Messapia interna Edizioni ETS Pisa 2012 pag 114
  2. ^ a b http://www.docartis.com/Puglia/Guide/territorio/pdf/Dintorni%20di%20Soleto.pdf
  3. ^ T.Van Compernolle: Topografia e insediamenti ETS Pisa 2012 pag.16
  4. ^ Thierry Van Compernolle, Topografia e insediamenti nella Messapia interna Edizioni ETS Pisa 2012 pagg.17-39
  5. ^ E. Cuozzo, Catalogus Baronum, in Istituto Storico per il Medioevo Roma 1984 pag. 54..
  6. ^ Cedula taxationis Justitiaratus Terrae Ydronti 1276, in Ed. Filomatica, Napoli 1926.
  7. ^ P.F. Palumbo, Dall’assedio di Amantea all’assedio di Gallipoli., in Archivio Storico Pugliese..
  8. ^ Camillo Minieri-Riccio, Camillo Minieri Riccio, Carlo I di Angiò; la data dell'esecuzione è in Arnesano - Baldi, 2004, p. 126-128., 2018. URL consultato il 25 agosto 2023.
  9. ^ Registri della Cancelleria Angioina, Napoli 1963 vol. XIV pag. 230: «Mentio Narzonis de Tucziaco mil.consanguinei et fam. f. Philippi, regni amirati, qui succedit in Motula, Cilia, Soleto, Sancto Petro in Galatina, que bona fuerunt Eligesii de Matino, proditoris nostri...»..
  10. ^ Michel Berger - André Jacob, La Chiesa di S. Stefano a Soleto, Argo Editrice pag.77
  11. ^ F. Giovannini Vacca, “Un'inedita cronaca galatinese del '500”
  12. ^ Giovanni Albino Lucano, de bello Hydruntino, in Otranto 1480, vol. I, pag. 187
  13. ^ Edward Gibbon, 1788, History of the Decline and Fall of the Roman Empire, Volume 6, Scanderbeg section
  14. ^ Regia Camera della Summaria - Napoli 1669
  15. ^ Archivio Parrocchiale Soleto
  16. ^ vedi Catasto murattiano di Soleto a cura del prof.Angelo Cagnazzo
  17. ^ http://emeroteca.provincia.brindisi.it/Studi%20Salentini/1967/Articoli/fascicolo%202/Settari%20in%20Terra%20d'Otranto%20fs.25-26.pdf
  18. ^ E più panina sei (corredo al sei), cioè un saccone nuovo, sproviero marzullo, lanzuoli sei cioè quattro di tela marzulla, e due di tela paesana, Capetali numero sei, due di tela marzulla, due di cambaria napolitana, e due di londra, due coverte, cioè una di bombace à punettali, ed una di lana, […].sei vestiture, cioè un scoto, una gonnella, verde, una saia torchina, una di Ferrandina Gialla, e due fustiani, avantisini numero sei, camise, numero sei, cioè due di cambraia napolitana, due di orletto, e due di tela marzulla (Soleto 1739, CartelaDotalesAthanasiCarrozzo, notaio Paolino Attanasi, c. 3r.)
  19. ^ In primis un letto in ordine consistente in quattro mezze tavole nuove, due tristelli nuovi, una saccone di stoppa di lino. Più una coverta di bombace affloccata bianca ed una torchina di lana affloccata, trè lanzuoli di bombace e due di lino rustico, un innanzi letto di lino marzullo ed uno altro di lino rustico con riche rosse, […]. Più un cassone nuovo, fibbie di argento di peso trè oncie, bottoni di argento a punta di diamante, una filograna di argento e due filedde di oro, una caldaja nuova di carlini trenta tre, e una fersura nuova. (Soleto 1806, ChartaDotalisScarpaRizzo, notaio Cataldo Colletta, c. 3r)
  20. ^ www.trenidicarta.it - Prospetto cronologico dei tratti di ferrovia aperti
  21. ^ Bollettino Ufficiale Regione Puglia dell'8/2/2010 con determinazione del 15/1/2010
  22. ^ a b c ISSUU - Toponomastica popolare di Soleto by Kurumuny
  23. ^ Tabacco e Tabacchine nel Salento | Salogentis
  24. ^ http://www.cadutigrandeguerra.it/Albo_Oro[collegamento interrotto]
  25. ^ Banca Dati per la ricerca dei Caduti in Guerra | Ministero della Difesa
  26. ^ http://www.gdf.gov.it/.../gli_eroici_ferrovieri_austriaci_del_brigadiere_serra.pdf[collegamento interrotto]?...
  27. ^ http://www.quirinale.it/elementi/Onorificenze.aspx
  28. ^ G.U. n.97 del 24/4/1895
  29. ^ G.U. n.159 del 1898
  30. ^ Archivio arcivescovile di Otranto - visita De Morra 11 novembre 1607 ed Archivio Parrocchiale di Soleto - elenco sacerdoti defunti 21/4/1617
  31. ^ Copia archiviata (PDF), su culturaservizi.it. URL consultato il 20 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  32. ^ http://emeroteca.provincia.brindisi.it/Archivio%20Storico%20Pugliese/1988/Articoli/FrateSerafino.pdf
  33. ^ Stemma Carrozzini e famiglie imparentate - Pagina 2
  34. ^ Patriarca verde di Soleto 2 | Flickr - Photo Sharing!
  35. ^ Laccu Fèretru - in piena | Flickr - Photo Sharing!
  36. ^ Copia archiviata, su archiviodistatolecce.beniculturali.it. URL consultato il 24 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2014).
  37. ^ http://digilander.libero.it/angelo990/catasto_murattiano.pdf catasto murattiano Soleto 1816
  38. ^ Registri della Cancelleria Angioina, vol. XIV, Napoli 1963, pag. 230: «Mentio Narzonis de Tucziaco mil.consanguinei et fam. f. Philippi, regni amirati, qui succedit in Motula, Cilia, Soleto, Sancto Petro in Galatina, que bona fuerunt Eligesii de Matino, proditoris nostri...».
  39. ^ https://culturasalentina.files.wordpress.com/2010/09/aspettidistoriamilitarenellaguerradotranto.pdf
  40. ^ "qui prius fuit presbyter graecus, deinde cum dispensa in sedis Apostolicae latino ritu missas celebravit, etatis suae annorum fere octuaginta quinque extra moenia huius terre Soleti prope locum dictum l'Aulella, fuit inventus occisus hore diei fere vigesima tertia, qui illo mane iuxta eius solitum missam celebravit".
  41. ^ Statistiche demografiche Soleto (LE) - Grafici su dati ISTAT
  42. ^ [1]
  43. ^ [2]
  44. ^ https://elezioni.ilsole24ore.com/elezioni2020/risultati/amministrative_regionali/dati/comune_soleto.shtml?refresh_ce=1

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • C. Coppola, I Feudatari di Matino, Tipografie San Giorgio, Matino 2023.
  • Bacca D., Donne del Sud, Lecce 2008.
  • De Giorgi Cosimo La Provincia di Lecce – Bozzetti di viaggio. Editore Giuseppe Spacciante, Lecce, 1882, (ristampato da Congedo Editore, Galatina, 1975)
  • Montinari M., Soleto-Una città della Grecìa Salentina, Schena editore, Fasano 1993.
  • Petrucci A., Cattedrali di Puglia, Roma 1960.
  • Rossetti Pantaleo (a cura di) Maria SS.ma Assunta Soleto Editrice Salentina Galatina 2011
  • Thierry Van Compernolle, Topografia e insediamenti nella Messapia interna Edizioni ETS Pisa 2012 ISBN 978-88-467-3022-0
  • Thierry Van Compernolle, Primo contributo alla carta archeologica di Soleto 1998 in Studi di Antichità 7: 327-354.
  • Zacchino V. Berger M., Paesi e figure del vecchio Salento vol. II, Congedo editore Galatina 1980.
  • Zacchino Vittorio, Lecce e Terra d'Otranto - De situ Iapigiae ISBN 88-88156-25-9 Edipan - Grafiche Panico Galatina (Lecce) 2004.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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