Badia Polesine

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Badia Polesine
comune
Badia Polesine – Stemma
Badia Polesine – Bandiera
Badia Polesine – Veduta
Badia Polesine – Veduta
Piazza della Vangadizza e l'Abbazia.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Provincia Rovigo
Amministrazione
SindacoGiovanni Rossi (lista civica) dal 12-6-2017
Territorio
Coordinate45°05′38.54″N 11°29′36.38″E / 45.09404°N 11.49344°E45.09404; 11.49344 (Badia Polesine)
Altitudine11 m s.l.m.
Superficie44,53 km²
Abitanti10 004[2] (30-6-2022)
Densità224,66 ab./km²
FrazioniCrocetta, Salvaterra, Villa d'Adige, Villafora[1]

Località: Bovazzecchino, Barchetta, Colombano, Le Giare

Comuni confinantiCanda, Castagnaro (VR), Castelbaldo (PD), Giacciano con Baruchella, Lendinara, Masi (PD), Piacenza d'Adige (PD), Trecenta
Altre informazioni
Cod. postale45021
Prefisso0425
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT029004
Cod. catastaleA539
TargaRO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 355 GG[4]
Nome abitantibadiesi
Patronosan Teobaldo
Giorno festivo1º luglio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Badia Polesine
Badia Polesine
Badia Polesine – Mappa
Badia Polesine – Mappa
Posizione del comune di Badia Polesine nella provincia di Rovigo
Sito istituzionale
L'Adige all'entrata nella provincia di Rovigo a nord della frazione Villa d'Adige

Badia Polesine è un comune italiano di 10 004 abitanti della provincia di Rovigo in Veneto, situato a ovest del capoluogo.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

La città si colloca nella parte occidentale della provincia di Rovigo, comunemente conosciuta come Alto Polesine. Il fiume Adige lambisce la parte settentrionale del territorio comunale, separando le province di Rovigo e di Padova, collegate da due ponti che uniscono Badia Polesine ai vicini comuni di Masi e Piacenza d'Adige. Il canale più importante è il Naviglio Adigetto che, sviluppatosi da una rotta del fiume Adige, divide l'abitato in due aree principali. Il naviglio è costeggiato da due riviere adibite al traffico veicolare, tra le arterie principali della viabilità cittadina. Nel territorio comunale sono infine presenti altri canali e scoli.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Badia Polesine ha un clima temperato umido con estate calda (Cfa) secondo la Classificazione dei climi di Köppen. Si tratta di un clima temperato con estati calde e spesso afose e inverni freddi e umidi. Le precipitazioni si concentrano nelle stagioni primaverile ed autunnale ma in certe annate anche il peso delle piogge dei temporali estivi possono avere accumuli ingenti. A causa dei fronti freschi in arrivo sull'afosa Pianura Padana o per forti contrasti termici nelle diverse quote si possono verificare dei temporali potenti che possono scaricare modesta grandine, che può addirittura accumularsi. L'ultima forte grandinata è avvenuta il 31 luglio 2021.[5]

Dal 1917 ha un archivio di dati meteorologici attualmente digitalizzato negli annali ISPRA relativi alla sua stazione storica in funzione fino ai primi anni 2000.

BADIA POLESINE Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 4,99,114,018,723,427,429,428,524,618,010,75,16,418,728,417,817,8
T. min. media (°C) −1,40,63,46,610,614,416,215,912,98,03,7−1,0−0,66,915,58,27,5
Precipitazioni (mm) 595448576963497855548151164174190190718
Giorni di pioggia 7778875656962023182081
Vento (direzione-m/s) NW
3,6
NW
3,9
NE
4,0
NW
4,1
NW
4,1
NW
3,9
NW
3,6
NW
3,8
NW
3,7
NE
3,8
NW
3,8
NW
3,8
3,84,13,83,83,8

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome antico di Badia Polesine era semplicemente La Badia, con riferimento alla nota abbazia benedettina di S. Maria della Vangadizza attorno alla quale il paese si era sviluppato. Dopo il 589, in conseguenza della rotta dell'Adige alla Cucca, nell'attuale Veronella, l'Adige abbandonò il suo antico corso. Fu così che l'Athesis abbandonò le Isole Portilia (Porcilia) Menerva, Montagnana, Este e l'alveo fu spostato più a sud ovest verso Legnago con Porto, Castelbaldo e Badia, che era foce su uno dei Sette Mari raccontati da Plinio il Vecchio in Naturalis historia (Endolaguna).[6] Verso l'anno 900 il marchese di Mantova Almerigo fa edificare l'Abbazia che viene successivamente ceduta ai monaci Benedettini. L'abbazia era inoltre indipendente dalla diocesi di Adria. Nel 1200 Badia era circondata da una fossa ed erano collocate tre porte per l'ingresso in città. Nel 1400 inizia il declino della Vangadizza data in commenda fino alla fine del Settecento a cardinali, e che passa sotto la proprietà della famiglia francese d'Espagnac quando successivamente viene soppressa anche come convento con decreto napoleonico nell'Ottocento. La città di Badia Polesine è sotto le dominazioni estensi, padovane, della Repubblica di Venezia, dal 1797 dei francesi e successivamente degli austriaci fino al 1866, quando il Veneto viene annesso allo Stato d'Italia. Badia Polesine risulta anche città conclusiva del percorso dell'antica via di pellegrinaggio Romea Annia[7], infatti i pellegrini che giungevano dal Nord Europa e dai Paesi dell'Est del continente, confluivano verso l'importante centro romano di Iulia Concordia, oggi Concordia Sagittaria. Da qui appunto, lungo la Romea Annia, percorrevano per oltre 200 chilometri tutta la bassa pianura padano-veneta da est a ovest, arrivando presso l'antica Abbazia di Badia Polesine. Dall'Ottocento la città si sviluppa; viene costruito il Teatro Sociale, l'ospedale e numerose opere pubbliche. Per quanto riguarda i trasporti viene costruito il ponte sull'Adige che collega Badia con la provincia di Padova e la linea ferroviaria Verona-Rovigo. Nel 1928 il comune ha incluso nel suo territorio parte del comune soppresso di Crocetta, che ne è divenuta frazione, oltre che l'ex-comune di Villa d'Adige[8]. Durante la seconda guerra mondiale, nell'aprile 1945 viene bombardato e distrutto il borgo San Nicolò. Negli anni sessanta sorgono in città nuove industrie a causa del boom economico italiano. A metà degli anni novanta viene ultimata la Strada statale 434 Transpolesana con la conseguente nascita di numerose imprese e industrie nelle sue immediate vicinanze e nel dicembre 2014 vicino alla città si è creato lo svincolo finale dell'Autostrada A31 Valdastico.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Stemma

«D'azzurro alle tre torri d'argento. Ornamenti esteriori da Città.»

Lo stemma con scudo fu concesso dal re d'Italia Vittorio Emanuele III con regio decreto del 3 agosto 1930.[9] Presenta inoltre la corona dorata con cinque torri, simbolo del titolo di città (RDL 16 aprile 1817).[10] Le torri simboleggiano le tre "rocche marchesane" che sorgevano nel Fiume Adige, nei pressi della città.

Gonfalone

Il gonfalone è un drappo di azzurro, concesso con regio decreto del 20 novembre 1933.[9]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa Arcipretale di San Giovanni Battista
Piazza Vittorio Emanuele II, centro storico, il municipio e la torre civica
Complesso dell'Abbazia della Vangadizza

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Mercato coperto

Palazzo degli Estensi[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzo degli Estensi.

Palazzo storico, situato nell'omonima via del centro storico, realizzato nel XV secolo, è una delle poche testimonianze di architettura gotica sopravvissute in tutto il territorio polesano ed è, assieme all'abbazia della Vangadizza, uno dei simboli del capoluogo altopolesano.[11]

Altre architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Palazzo Rossi, maestoso ed imponente si affaccia su due strade quali via Carducci e via Degli Estensi e la sua facciata domina la strada che dalla Piazza dell’Abbazia della Vangadizza porta nella piazza municipale. Il Palazzo, risalente al XVIII secolo, appartenne prima ad Antonio Rossi che, nel 1851, lo cedette a Carlo Balzan proprietario per oltre un ventennio prima di cederlo alla Famiglia Miotto. Palazzo Rossi è caratterizzato da una equilibrata facciata con al centro, una trifora con balcone. Tale elemento architettonico è presente in diversi palazzi e non ha solo un fine ornamentale ma ha anche uno scopo di praticità poiché la trifora, aprendosi a tutta superficie del salone, forniva luce a quella che era la parte di rappresentanza del palazzo, cioè il salone superiore. La trifora del palazzo Rossi ha un elemento nuovo: sopra le due porte-finestre laterali architravate, si aprono due finestre quadrate ai lati dell’area centrale per aumentare la luce nel salone; il tutto inserito in un contesto raffinato e racchiuso da cornici sagomate e modanature. Le cornici delle finestre con inferriate del pianterreno, sono lineari mentre le superiori della facciata principale che dà su via Degli Estensi, sono sovrastate da un timpano curvilineo. Una sottile cornice delimita discretamente, quasi timidamente e senza imporsi, i due piani a differenza della grossa cornice che circonda la parte superiore del Palazzo. Lo stesso motivo a trifora lo si trovava pure nella facciata opposta che dava sul giardino e che purtroppo negli anni Sessanta del Novecento venne, con lo stesso giardino, sacrificata per permettere le costruzioni di nuovi edifici. All’interno di Palazzo Rossi è ben visibile un monumentale scalone in pietra tenera in puro stile Settecento ed alcune stanze decorate con raffinati stucchi sempre dello stesso periodo, che coprono soffitti e pareti. Gli stucchi formano riquadri disegnati con eleganza e colorati con le due tinte più diffuse del tempo: il rosa e il verdino. Bello ed elegante anche il caminetto rimasto in una delle stanze laterali al salone centrale mentre piacevoli sono le decorazioni pittoriche del primo Novecento del soffitto di un’altra stanza sempre laterale al salone centrale del Palazzo. Nel Palazzo esiste al pianterreno un’inferriata barocca, oggi murata, confinante con l’attigua Chiesetta della Beata Vergine dell’Addolorata, oggi Sant’Antonio Abate, dietro la quale i nobili Rossi, proprietari del Palazzo, potevano assistere alla Santa Messa. Sul pavimento dell’Oratorio ancora oggi è visibile una tomba dove nel 1700, venne sepolto un membro della Famiglia Rossi. Il Palazzo ha subito un recente restauro grazie al quale sono affiorate lle decorazioni dei soffitti, che si possono attribuire al pittore veneziano Giovanni Biasin.
  • Palazzo Rosini, costruito nel XVI secolo
  • Palazzo Bassi, costruito nel XVII secolo
  • Palazzo Picinali, costruito alla fine dell'Ottocento
  • Villa Turchetti, in stile liberty costruita nel 1905
  • Mercato Coperto, in stile gotico-veneziano, costruito nel primo Novecento
  • Villa Finzi, costruita alla fine dell'Ottocento
  • Istituto Caenazzo-Bronzin
  • Palazzo Gulinelli, costruito verso la fine del Cinquecento
  • Villa Pellegrini, Salvaterra
  • Sede Municipale e Torre dell'Orologio, ricostruito nel XVII secolo.

Altri monumenti[modifica | modifica wikitesto]

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[16]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

La porzione di Piazza Vittorio Emanuele II conosciuta come Piazza Grani e, sullo sfondo, il Museo Civico Baruffaldi

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]

Scuole[modifica | modifica wikitesto]

L'Istituto Comprensivo di Badia Polesine comprende un asilo nido ed infantile, i plessi della scuola primaria "Sandro Pertini" di via Petrarca (classi prima e seconda) e di piazza Marconi (classi terza, quarta e quinta) e la scuola secondaria di primo grado "G. Ghirardini". La città è servita anche da asili a gestione privata e da una scuola primaria paritaria.

Badia Polesine è, inoltre, un importante polo scolastico che copre l'area dell'Alto Polesine e dei vicini comuni della provincia di Verona e di Padova: è presente nel territorio comunale l'IIS "Primo Levi" con le due sedi "E. Balzan" (Liceo linguistico; Liceo delle scienze umane; Liceo scientifico opzione scienze applicate; ITIS indirizzo informatica e telecomunicazioni; ITIS indirizzo elettronica ed elettrotecnica) e "L. Einaudi" (Istituto Tecnico indirizzo Amministrazione, finanza e marketing; Istituto Tecnico indirizzo sistemi informativi aziendali; Istituto Tecnico indirizzo biotecnologie ambientali; Istituto Tecnico indirizzo biotecnologie sanitarie) e l'IPSIA "E. Bari" (indirizzo Manutenzione e assistenza tecnica).

Musei e pinacoteche[modifica | modifica wikitesto]

Veduta di Palazzo Rossi
Veduta di Palazzo Rossi
Palazzo degli Estensi (o Palazzo Gradenigo).
Palazzo degli Estensi (o Palazzo Gradenigo)
Villa Pellegrini nella frazione di Salvaterra.
Interno del Teatro Sociale

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

  • Teatro Sociale, costruito nel 1812 a spese del badiese Bartolomeo Dente, restaurato nel 2000-2011, ora aperto e intitolato ad Eugenio Balzan
  • Cinema-Teatro Politeama

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio comunale sono presenti le seguenti frazioni:

Località[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio comunale sono presenti le seguenti località:

  • Colombano
  • Le Giare
  • Bovazecchino
  • Barchetta
  • Masetti
  • Ca' Giovannelli
  • Boscovecchio
Veduta di Palazzo Bassi
Veduta di Palazzo Bassi
Il ponte strallato dell'Autostrada A31 sul fiume Adige tra Badia Polesine e Piacenza d'Adige
La stazione ferroviaria
Villa Turchetti
Villa Turchetti
Palazzo Gulinelli
Palazzo Gulinelli
Palazzo Piana
Palazzo Piana
Palazzo Rosini
Palazzo Rosini

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio comunale si riconoscono diverse aree produttive. La zona industriale più ampia è situata alle porte della città nella zona di via Ca' Mignola Nuova e via Ca' Mignola Vecchia. Un'altra importante area produttiva è situata nei pressi della frazione di Crocetta, nelle immediate vicinanze della Strada Statale 434 Transpolesana. Si riconoscono insediamenti produttivi anche in via dello Zuccherificio e in via Fratelli Rosselli, rispettivamente a sud e a ovest della città.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Badia è sulla direttrice da Verona a Rovigo, ed è lambita a sud dalla SS 434 Transpolesana dove ha diverse uscite (Menà-Villa d'Adige, Badia Polesine-Este-Castelmassa, Ficarolo-Trecenta-Badia Polesine, Canda-Occhiobello e Ca' Giovannelli). Badia Polesine è inoltre attraversata dall'Autostrada A31 Valdastico Sud: nel territorio comunale sorge, infatti, la barriera e un'uscita, oltre all'interconnessione dell'autostrada con la Strada Statale 434 Transpolesana. Sono inoltre presenti la SR88 Badia Polesine-Rovigo in direzione Rovigo (Via Polesana per Badia), la SR88 verso la Provincia di Verona e Legnago, la SP42 che attraversa l'Adige e s'immette nella Provincia di Padova con la SP91, la SP1 verso Crocetta, la SP12 verso Stienta, la SR482 Alto Polesana in direzione Castelmassa, Ostiglia e Mantova. Importanti arterie nel territorio sono poi:

Ponti sul fiume Adige[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ponte strallato sul fiume Adige.

Nel territorio comunale sono presenti due ponti sul fiume Adige. Il primo collega Badia Polesine a Masi, comune della provincia di Padova. Il secondo, invece, è il ponte strallato dell'Autostrada A31 che collega la città con Piacenza d'Adige. Esso è il ponte strallato con la maggior luce (310 m) in Italia[18].

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione di Badia Polesine.

A Badia Polesine è presente una stazione ferroviaria, collegata alla linea Verona – Legnago – Rovigo in gestione a RFI. Il traffico passeggeri è gestito da Sistemi Territoriali e utilizza treni classificati come regionali con una cadenza di ogni ora e alcuni classificati come regionali veloci, in alcuni momenti della giornata.

Nei pressi della stazione è presente l'autostazione per l'interscambio con gli autobus Busitalia Veneto e ATV.

Mobilità urbana[modifica | modifica wikitesto]

Badia Polesine è un importante snodo di autobus per la provincia di Rovigo[19]. Infatti, il sistema di trasporto pubblico della città è servito da linee extraurbane gestite da Busitalia Veneto, che collegano Badia Polesine con il capoluogo Rovigo, con i vicini comuni dell'Alto Polesine, con la provincia di Padova e con Ferrara. Verso le principali località sulla direttiva verso Verona e la provincia di Verona, invece, il trasporto pubblico è gestito da ATV (linee 341 e 344). È possibile accedere al sistema del trasporto pubblico dall'autostazione di Badia Polesine e dalle varie fermate presenti nel territorio.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Sindaco[modifica | modifica wikitesto]

Dall'11 giugno 2017, il sindaco di Badia Polesine è Giovanni Rossi (lista civica Giovanni Rossi Sindaco).

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1945 1946 Arturo Rossi Sindaco
1946 1955 Antonio Capato Sindaco
1955 1956 Dario Saltarin Sindaco
1956 1957 Ruggero Fusillo Commissario prefettizio
1957 1961 Vielmo Duò Sindaco
1961 1969 Mario Montini Sindaco
1969 1970 Gianfranco Mescola Commissario prefettizio
1970 1975 Gastone Fantato Sindaco
1975 1980 Germano Goia Sindaco
1980 1985 Gabriele Cappato Sindaco
1985 1990 Paolo Meneghin Sindaco
1995 1999 Edo Boldrin Sindaco
1999 2004 Edo Boldrin Sindaco
2004 2009 Paolo Meneghin Sindaco
Marzo 2009 Giugno 2009 Luigi Vitetti Commissario prefettizio
2009 2011 Gastone Fantato Sindaco
2011 2012 Luigi Vitetti - Anna Antonella Pitrelli Commissario Prefettizio
2012 2017 Gastone Fantato lista civica Sindaco
2017 2022 Giovanni Rossi lista civica di centro-destra Sindaco
2022 In carica Giovanni Rossi lista civica di centro-destra Sindaco

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Stadio Ottorino Verzaro
Stadio Ottorino Verzaro

Ha sede nel Comune la società Rugby Badia ASD, militante in Serie A.

La società di calcio U.S. Badia Polesine milita nel campionato di Promozione.

Impianti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Comune di Badia Polesine - Statuto.
  2. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Grandinata nel Nord-Ovest Polesine, su polesine24.it.
  6. ^ Anna Maria Ronchin, Nel Tempo della Dea Vicenza, feb 2006, pag. 73.
  7. ^ Romea Annia, su romeastrata.it. URL consultato il 9 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 21 gennaio 2016).
  8. ^ Enrico Pietrogrande, Mario de' Stefani (1901-1969): Architettura tra Venezia e l'Adige, Gangemi, 2015, pp. 36. URL consultato il 3 maggio 2018.
  9. ^ a b Badia Polesine, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 12 novembre 2023.
  10. ^ Titolo di città riconosciuto con DCG del 4 agosto 1930.
  11. ^ Palazzo degli Estensi, su prolocobadia.it. URL consultato il 14 maggio 2020.
  12. ^ Antonello Nave, Monumenti garibaldini nel Polesine di fine ‘800, in Z. Ciuffoletti (a cura di), Garibaldi e il Polesine, tra Alberto Mario Jessie White e Giosue Carducci, Atti del XXX convegno di studi storici, Lendinara e Rovigo, 26-27 ottobre 2007, Rovigo, Minelliana, 2009, pp. 23-74. Cfr. https://www.facebook.com/photo/?fbid=173121618566825&set=a.173119988566988
  13. ^ Antonello Nave, Virgilio Milani e la scultura del Novecento nel Polesine, Rovigo, Minelliana, 2004, pp. 13, 17; Id., A Felice Cavallotti. L'omaggio del Polesine al “bardo della democrazia”, in «Camicia Rossa», XXXVIII, 1, gennaio-aprile 2018, pp. 11-12.
  14. ^ Antonello Nave, Virgilio Milani e la scultura del Novecento nel Polesine, Rovigo, Minelliana, 2004, pp. 189 e 191.
  15. ^ Antonello Nave, Virgilio Milani e la scultura del Novecento nel Polesine, Rovigo, Minelliana, 2004, p. 18.
  16. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  17. ^ La collezione Balzan a Badia Polesine Archiviato il 25 settembre 2015 in Internet Archive., Fondazione Balzan
  18. ^ Un ponte verso il futuro. (PDF), su cimolai.com (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2014).
  19. ^ SITA Archiviato il 9 agosto 2011 in Internet Archive.
  20. ^ Comune di Badia Polesine - Gemellaggio con Estepa, su comune.badiapolesine.ro.it.
  21. ^ Comune di Badia Polesine - Gemellaggio con Saint-Thibault-des-Vignes, su comune.badiapolesine.ro.it.
  22. ^ Dal sito FIR, su federugby.it.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito ufficiale, su comune.badiapolesine.ro.it. Modifica su Wikidata
  • Badia Polesine, in Portale Ufficiale del Turismo della Provincia di Rovigo, polesineterratraduefiumi.it. URL consultato il 16 febbraio 2012.
Controllo di autoritàVIAF (EN130639216 · WorldCat Identities (ENlccn-nr98024366
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