Trauma cranico: differenze tra le versioni

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== Prevenzione ==
== Prevenzione ==
A differenza di molti disordini neurologici, le lesioni alla testa possono essere prevenute. Il Centro per il Controllo di Malattie e Prevenzione (CDC) ha pubblicato i seguenti consigli per la sicurezza per ridurre il rischio di subire un trama cranico<ref>[http://www.cdc.gov/safeusa/home/tbi.htm CDC, Department of Health and Human Services]</ref>.


Poiché una della cause principali del verificarsi di un trauma cranico è l'[[incidente automobilistico]], iniziative volte alla loro prevenzione o l'uso di dispositivi atti a limitarne le conseguenze, possono ridurre l'incidenza e i casi. In caso di incidente, i danni possono essere ridotti sensibilmente indossando [[cintura di sicurezza]], utilizzando seggiolini dedicati ai bambini,<ref name="cdcfacts" /> l'uso del casco per i motociclisti,<ref name="liu08">{{cite journal |vauthors=Liu BC, Ivers R, Norton R, Boufous S, Blows S, Lo SK |title=Helmets for preventing injury in motorcycle riders |journal=Cochrane Database Syst Rev |volume= |issue=3 |pages=CD004333 |year=2008 |pmid=18254047 |doi=10.1002/14651858.CD004333.pub3 |editor1-last=Liu |editor1-first=Bette C }}</ref> e la presenza sul proprio veicolo di di [[roll-bar]] e [[airbag]].<ref name="Hardman02" /> Spesso vengono intrapresi dei programmi educativi finalizzati alla diminuzione del numero di incidenti.<ref name="Zink01" /> Inoltre, possono essere apportate modifiche alle norme relative alla circolazione stradale; come l'introduzione di opportuni limiti di velocità, l'obbligo delle cinture di sicurezza e del casco e disposizioni riguardo alle caratteristiche della strada (segnaletica, [[guard rail]], asfalti drenanti,...).<ref name="Park08" />
* Indossare una [[cintura di sicurezza]] ogni volta che si guida o si viaggia in macchina.

* Assicurare il proprio bambino in un [[seggiolino per bambini]], booster seat, o con cinture di sicurezza (a seconda dell'età del bambino) ogni volta che il bambino viaggia in macchina.
Inoltre, riguardo agli incidenti sportivi, sono state discusse alcune modifiche nella pratica di diverse discipline, ad esempio, un aumento dell'uso di caschi protettivi durante le attività potrebbe ridurre l'incidenza dei casi di trauma cranico.<ref name="McCrory03">{{cite journal |author=McCrory PR |title=Brain injury and heading in soccer |journal=BMJ |volume=327 |issue=7411 |pages=351–52 |date=August 2003 |pmid=12919964 |pmc=1126775 |doi=10.1136/bmj.327.7411.351 |url=http://www.bmj.com/cgi/content/full/327/7411/351?etoc}}</ref> A causa della possibilità che ripetuti "colpi di testa" possano causare lesini cumulative cerebrali nei giocatori di calcio, è stato proposto di introdurre cappellini protettivi per i giocatori.<ref name="McIntosh05">{{cite journal |vauthors=McIntosh AS, McCrory P |title=Preventing head and neck injury |journal=British Journal of Sports Medicine (Free registration required) |volume=39 |issue=6 |pages=314–18 |date=June 2005 |pmid=15911597 |pmc=1725244 |doi=10.1136/bjsm.2005.018200 |url=http://bjsm.bmj.com/cgi/content/full/39/6/314 }}</ref> Regole che vietino i contatti più pericolosi, Le regole contro i tipi di contatto pericolosi, come ad esempio lo "''Spear Tackle''" (un tipo di [[Placcaggio (rugby)|placcaggio]]pericoloso) nel [[rugby]], possono ridurre i tassi di lesioni cerebrali.<ref name="McIntosh05" />
* Indossare un [[casco]] e assicurarsi che i propri bambini indossino un [[casco]] quando:

** si va in bici o su una motocicletta;
Le cadute accidentali possono essere evitate grazie all'installazione di particolari barre nei bagni e di un corrimano sulle scale; rimuovere rischi di inciampo come i tappetini o l'installazione di cancelletti di sicurezza nella parte superiore e inferiore delle scale dove vi si trovano spesso bambini piccoli, sono tutte strategie preventive.<ref name="Elovic05">{{cite book |vauthors=Elovic E, Zafonte R |chapter=Prevention |veditors=Silver JM, McAllister TW, Yudofsky SC |title=Textbook of Traumatic Brain Injury |publisher=American Psychiatric Association |location=Washington, DC |year=2005| isbn=1-58562-105-6 |page= 740 }}</ref> I parchi giochi con superfici ammortizzanti come il [[pacciame]] o la sabbia impediscono sono ritenuti più sicuri perché si evitino lesioni alla testa.<ref name="Elovic05">{{cite book |vauthors=Elovic E, Zafonte R |chapter=Prevention |veditors=Silver JM, McAllister TW, Yudofsky SC |title=Textbook of Traumatic Brain Injury |publisher=American Psychiatric Association |location=Washington, DC |year=2005| isbn=1-58562-105-6 |page= 740 }}</ref> Una prevenzione sugli [[abusi minorili]] è importante anche come prevenzione da traumi cranici: esistono programmi per prevenire la [[sindrome del bambino scosso]] con l'eduzione dei genitori o di chi ne ha la responsabilità.<ref name="Elovic05">{{cite book |vauthors=Elovic E, Zafonte R |chapter=Prevention |veditors=Silver JM, McAllister TW, Yudofsky SC |title=Textbook of Traumatic Brain Injury |publisher=American Psychiatric Association |location=Washington, DC |year=2005| isbn=1-58562-105-6 |page= 740 }}</ref> Una particolare attenzione nella gestione delle armi da fuoco, compreso il mantenere le armi scaricate e bloccate, è un'altra misura preventiva.<ref name="Crooks07">{{cite journal |vauthors=Crooks CY, Zumsteg JM, Bell KR |title=Traumatic brain injury: A review of practice management and recent advances |journal=Physical Medicine and Rehabilitation Clinics of North America |volume=18 |issue=4 |pages=681–710 |date=November 2007 |pmid=17967360 |doi=10.1016/j.pmr.2007.06.005 }}</ref>
** si gioca a un gioco fisico come il football o hockey sul ghiaccio;

** si usano pattini in linea o uno skateboard;
Alcune ricerche cliniche e di laboratorio portate avanti dalla [[West Virginia University]] hanno dimostrano che una supplementazione alimentare con [[omega-3 DHA]] possa offrire protezione contro il danno cerebrale biochimico che si verifica in seguito ad un trama cranico.<ref name="Mills1">{{cite journal |vauthors=Mills JD, Bailes JE, Sedney CL, Hutchins H, Sears B |title=Omega-3 fatty acid supplementation and reduction of traumatic axonal injury in a rodent head injury model |journal=J Neurosurg. |volume=114 |issue=1 |pages=77–84 |date=Jan 2011 |doi=10.3171/2010.5.JNS08914 |pmid=20635852}}</ref><ref name="Bailes2">{{cite journal |vauthors=Bailes JE, Mills JD |title=Docosahexaenoic acid reduces traumatic axonal injury in a rodent head injury model |journal=Journal of Neurotrauma |volume=27 |issue=9 |pages=1617–24 |date=Sep 2010 |doi=10.1089/neu.2009.1239 |pmid=20597639}}</ref> Inoltre, l'[[acetilcisteina]] è stata confermata, in uno studio del 2013 a doppio cieco controllato con [[placebo]] condotto dalle forze armate statunitensi, di essere in grado di ridurre tra i soldati gli effetti di lievi danni cerebrali dovuti ad esplosioni.<ref name="Bailes2">{{cite journal |vauthors=Bailes JE, Mills JD |title=Docosahexaenoic acid reduces traumatic axonal injury in a rodent head injury model |journal=[[Journal of Neurotrauma]] |volume=27 |issue=9 |pages=1617–24 |date=Sep 2010 |doi=10.1089/neu.2009.1239 |pmid=20597639}}</ref>
** si batte o si corre per le basi giocando a baseball o softball;
** si cavalca un cavallo;
** si scia o si fa snowboard.
* Tenere armi da fuoco e proiettili depositati in un armadietto chiuso a chiave quando non si usa.
* Evitare cadute
** usando uno sgabello con un'asta per afferrare oggetti su mensole alte;
** installando corrimano sulle scale;
** installando inferriate alle finestre per prevenire cadute dei bambini fuori dalla finestra;
** usando porte di emergenza alla cima e alla base di scale quando ci sono bambini piccoli nelle vicinanze.
* Assicurarsi che la superficie del terreno di gioco dei propri bambini sia fatto di materiale assorbi-shock (es. sabbia).


== Note ==
== Note ==

Versione delle 13:54, 13 set 2017

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Trauma cranico
Un'immagine generata tramite TC che mostra contusioni cerebrali, emorragia all'interno degli emisferi, ematoma subdurale e fratture craniche
Specialitàmedicina d'emergenza-urgenza
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM800.0, 801.9, 803.0, 804.9, 850.0 e 854.1
ICD-10S06
MeSHD000070642
MedlinePlus000028
eMedicine433855, 1163653 e 907273
Sinonimi
Lesione intracranica

Un trauma cranico o trauma cerebrale, in inglese Traumatic Brain Injury o TBI (che si può tradurre come "danno cerebrale traumatico"), si verifica quando una forza esterna causa un trauma al cervello. Può essere classificato in base alla gravità, alla tipologia (lesione chiusa o penetrante) o ad altre caratteristiche (ad esempio, se si verifica in una data posizione o in un'area diffusa). Il trauma cranico può causare sintomi fisici, cognitivi, sociali, emozionali e comportamentali; la prognosi può variare da un recupero completo ad una disabilità permanente o al decesso.

Le diverse cause possono includere cadute, incidenti stradali e atti violenti. Il trauma cranico si verifica come conseguenza di un'improvvisa accelerazione o decelerazione all'interno del cranio o da una combinazione complessa di movimenti e di un impatto improvviso. Oltre ai danni causati al momento della lesione, diversi fenomeni che possono accadere nei minuti o nei giorni successivi all'evento traumatico possono provocare lesioni secondarie. Questi processi includono alterazioni nel flusso sanguigno cerebrale e della pressione intracranica. Alcune delle tecniche di imaging biomedico utilizzate per formulare la diagnosi includono la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica.

Le misure di prevenzione includono l'uso di dispositivi di sicurezza passivi nei veicoli, come le cinture di sicurezza e i caschi per i motociclisti, nonché iniziative atte a ridurre il numero di incidenti, come programmi di educazione alla sicurezza e l'applicazione delle norme sulla circolazione. A seconda della lesione, il trattamento richiesto può essere minimo o può includere interventi farmacologici, chirurgia d'emergenza o in tempi più tardi. La fisioterapia, la logopedia e la terapia occupazionale, tra le altre, possono essere utili nella riabilitazione.

Il trauma cranico rappresenta una delle principali cause di morte e di disabilità in tutto il mondo, soprattutto nei bambini e negli adulti più giovani. I maschi accusano trami cranici più frequentemente rispetto alle femmine. Nel ventesimo secolo si sono visti grandi sviluppi nella diagnosi e nel trattamento del trauma cranico tanto da ridurne i tassi di mortalità e migliorare la prognosi.

Storia

Il Papiro Edwin Smith.

Lesioni alla testa sono presenti in miti antichissimi che in certi casi risalgono fino alla tradizione orale.[1] Su alcuni crani ritrovati in sepolture presso antichi campi di battaglia si è riscontrata la presenza di fori sulle linee di frattura che suggeriscono il ricorso alla trapanazione come trattamento del trauma cranico fin dai tempi più remoti.[2] Gli antichi abitanti della Mesopotamia erano a conoscenza che i traumi cranici potessero essere causa di alcune complicanze, come crisi epilettiche, paralisi e perdita della vista, dell'udito o della parola.[3] Il papiro Edwin Smith, databile intorno al 1650-1550 a.C., descrive varie lesioni al cranio e sintomi correlati, descrivendoli in base alle loro manifestazioni e alla loro trattabilità.[4] Gli antichi medici greci, tra cui Ippocrate di Coo, avevano ben chiaro che il cervello fosse il centro del pensiero, probabilmente per via delle loro osservazioni sugli effetti dei traumi cranici.[5]

I medici medievali e rinascimentali continuarono nella pratica della trapanazione per le lesioni alla testa.[5] Nel Medioevo, i medici descrissero ulteriori sintomi del trauma cranico e il termine "commozione" divenne il più diffuso.[6] Nel XVI secolo, Berengario da Carpi descrisse sistematicamente i sintomi della condizione.[5]

Nel XVIII secolo è stato per la prima volta suggerito che l'aumento della pressione intracranica piuttosto che il danno del cranio fosse la causa delle conseguenze del trauma cerebrale. Questa ipotesi venne confermata intorno alla fine del XIX secolo e l'apertura della scatola cranica per alleviare la pressione venne conseguentemente proposta come trattamento.[2]

Nel XIX secolo venne osservato anche il trauma cranico fosse correlato allo sviluppo della psicosi.[7] A quel tempo iniziò un dibattito circa il fatto che la sindrome postcommozionale fosse dovuta ad una alterazione del tessuto cerebrale o a fattori psicologici.[6] Tale disputa continua ancora oggi.

Phineas Gage con la sbarra di ferro che gli entrò nella guancia sinistra e che emerse dalla cima del cranio

Probabilmente il primo caso, perlomeno documentato, di cambiamento di personalità a seguito di una lesione del cervello è quello che coinvolse Phineas Gage, sopravvissuto ad un incidente in cui una sbarra di ferro gli attraversò il cranio distruggendo uno o entrambi i lobi frontali; da allora sono stati riportati numerosi casi cambiamenti nella personalità dopo essere incorsi in una lesione del cervello.[8][9][10][11][12][13][14][15]

Il XX secolo ha visto grandi progressi tecnologici che hanno comportato un miglioramento nel trattamento e nella diagnosi, come lo sviluppo di strumenti di imaging biomedico tra cui la tomografia computerizzata e la risonanza magnetica, e nel XXI secolo la messa a punto della tecnica dell'imaging con tensore di diffusione (DTI). L'introduzione del monitoraggio della pressione intracranica, avvenuta negli anni '50 viene fatta coincidere con l'inizio dell'"era moderna" della gestione del trauma cranico.[16][17] Fino al XX secolo, il tasso di mortalità del trauma cranico era estremamente elevato e le attività riabilitative erano assai rare; i miglioramenti nella cura raggiunti durante la prima guerra mondiale hanno ribaltato questo scenario.[1] Il frequente uso degli esplosivi nelle battaglie della Grande Guerra furono causa di moltissime ferite tra i soldati e, conseguentemente, i medici poterono apprendere sempre maggiori conoscenze sul loro trattamento, nonché riuscire a localizzazione alcune delle funzioni del cervello.[18]

Negli anni '70, crebbe la consapevolezza del trauma cerebrale come un problema di salute pubblica[19] e da allora sono stati fatti numerosi progressi nella ricerca su questa patologia.[1] L'ultimo decennio del XX secolo ha visto lo sviluppo e la diffusione di linee guida standardizzate per il trattamento del trauma cranico, con protocolli previsti per una serie di temi come l'approccio farmacologico e la gestione della pressione intracranica,[16] che hanno permesso di conseguire importanti risultati nel miglioramento della sopravvivenza;[2] questo decennio, per via degli progressi compiuti è conosciuto decennio era conosciuto come il "decennio del cervello" per i progressi raggiunti.[20]

Epidemiologia

Cause dei traumi cranici nel Stati Uniti.[21]

Il trauma cranico rappresenta una delle principali cause di morte in tutto il mondo[22] oltre ad essere un grave problema sociale, economico e sanitario a livello globale.[23] È la principale causa dello stato di coma, ha un ruolo chiave nelle disabilità dovute ad eventi traumatici ed è la più frequente origine dei danni cerebrali nei bambini e nei giovani adulti.[24] Inoltre, riveste un ruolo significativo nella metà dei decessi dovuti a trauma.[25] In Europa i trami cranici sono responsabili di più anni di disabilità rispetto a qualsiasi altra causa.[23]

I dati sulla frequenza dei diversi livelli di gravità dei traumi cranici variano in base alle definizioni e ai metodi utilizzati negli studi epidemiologici. Uno studio svolto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che tra il 70% e il 90% delle lesioni alla testa che ricevono un trattamento sono comunque di lieve entità[26] mentre uno studio statunitense ha rilevato che lesioni moderate e gravi rappresentano ciascuna il 10% dei traumi cranici complessivi.[27]

L'incidenza del trauma cerebrale varia in base all'età, al sesso, alla regione geografica e ad altri fattori meno determinanti.[26] I dati dell'incidenza e della prevalenza ricavati dagli studi epidemiologici variano in base a diversi fattori, quali la gravità degli eventi considerati, se siano inclusi o meno i decessi, se lo studio è limitato solo alle persone ricoverate e il luogo geografico di dove si è svolto lo studio.[24] A fronte di ciò l'incidenza annuale del trauma cranico è di difficile determinazione, tuttavia può essere stimata tra i 100 e i 600 casi ogni 100.000 persone.[28]

Mortalità

Negli Stati Uniti, il tasso di mortalità legato ai casi di trauma cranico è stimato essere pari al 21% nei successivi 30 giorni dall'evento.[29] Uno studio condotto sui soldati impegnati nella guerra in Iraq ha scoperto che un grave trauma cerebrale è accompagnato da una mortalità del 30-50%.[28] Grazie al miglioramento nei trattamenti e alla disponibilità, nei paesi più ricchi, di beneficiare di moderni servizi di pronto soccorso e di neurochirurgia hanno ridotto sensibilmente il numero dei decessi.[16] La percentuale di coloro che non sopravvivono dopo un ricovero dovuto a trauma cranico è scesa da quasi il 50% della metà degli anni '70 a circa un quarto dell'inizio del XXI secolo.[30] Questo declino della mortalità ha portato ad un concomitante incremento di persone con disabilità conseguente al trauma cranico.[31]

Diversi fattori biologici, clinici e demografici sono correlabili alla probabilità che un dato infortunio risulti fatale.[21] Inoltre, il la prognosi è fortemente dipendente dalla causa del trauma. Negli Stati Uniti i pazienti con trauma cranico dovuto a caduta presentano un tasso di sopravvivenza dell'89%, mentre solo il 9% dei pazienti di coloro che lo hanno subito in seguito all'uso di armi da fuoco sopravvive.[21]

L'incidenza dei traumi cranici, al 2016, appare in aumento a livello globale, in gran parte spiegabile dall'incremento dell'uso di veicoli a motore nei paesi a basso e medio reddito.[23] Nei paesi in via di sviluppo, l'utilizzo di automobili è aumentato più velocemente rispetto all'introduzione delle norme e delle infrastrutture di sicurezza.[32] Al contrario, le leggi sulla sicurezza, sia attiva che passiva, dei veicoli hanno diminuito i casi di traum cranici nei paesi a più alto reddito.[23][28] Ogni anno negli Stati Uniti, circa due milioni di persone soffrono di un trauma cranico,[33] circa 675.000 casi sono stati osservati nel dipartimento di emergenza[34] e circa 500.000 pazienti sono andati incontro ad un ricovero in ospedale.[35] L'incidenza annuale del trauma cranico è stimato tra i 180 e i 250 casi per 100.000 persone negli Stati Uniti,[35] 281 per 100.000 in Francia, 361 per 100.000 in Sudafrica, 322 per 100.000 in Australia,[24] 430 per 100.000 in Inghilterra.[36] Nell'Unione Europea, l'incidenza aggregata dei ricoveri e dei decessi dovuti ai traumi cranici è stimata a 235 casi per 100.000 abitanti.[23]

Demografia

Un trauma cranico, da solo o accompagnato da altre lesioni, è riscontrabile nell'85% dei bambini che subiscono un trauma.[37] Il maggior numero dei traumi cranici si verifica nelle persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni.[38][39] Poiché è più comune nei giovani, i costi per la società sono ancora più elevati a causa della perdita di anni produttivi conseguenti alla morte o alla disabilità.[23] I gruppi di età maggiormente a rischio per le conseguenze da trauma cranico sono i bambini di età compresa tra i cinque e i nove anni e gli adulti oltre gli 80 anni[40] mentre i tassi più alti di mortalità e di ospedalizzazione sono riscontrabili nelle persone di età superiore ai 65 anni.[23]

Indipendentemente dall'età, i traumi cranici avvengono più frequentemente nei maschi[39], più precisamente il rispetto alle donne e hanno il un rischio di quattro volte più elevato di un esito fatale.[41] Questi dati, circoscritti all'età infantile e adolescenziale, evidenziano che i due terzi dei traumi cranici coinvolgono maschi.[42] Tuttavia, quando si valuta la gravità della lesione, le donne sembrano avere conseguenze più gravi rispetto agli uomini.[43]

Classificazione

Una lesione traumatica del cervello viene definita come un danno al cervello causato da una forza meccanica esterna, come una rapida accelerazione o decelerazione, un impatto, onde conseguenti ad una esplosione o la penetrazione di un proiettile.[23] La funzione cerebrale subisce una alterazione momentanea o permanente e il danno strutturale può essere rilevabile o meno con la tecnologia attuale.[44]

Il trauma cranico è uno dei due sottoinsiemi di lesioni cerebrali acquisite, cioè che si verificano dopo la nascita; l'altro sottoinsieme consiste nelle lesini non traumatiche, che non comportano un forza meccanica agente esterna, ad esempio un ictus e una infezione.[45][38] Tutte le lesioni cerebrali traumatiche sono anche traumi cranici, ma quest'ultimo termine può anche riferirsi a lesioni che coinvolgono altre parti del cranio stessi o esclusivamente esso.[46][24][47] Tuttavia, i termini trauma cranico e lesioni cerebrale vengono spesso utilizzate in modo intercambiabile.[48] Allo stesso modo, le lesioni cerebrali rientrano nella classificazione delle lesioni del sistema nervoso centrale[49] e di neurotrauma.[50] Nella letteratura riguardante la ricerca neuropsicologica, in generale il termine "lesione traumatica del cervello" viene utilizzato con riferimento alle lesioni traumatiche non penetranti del cervello.

Il trauma cranico viene solitamente classificato in base alla gravità, alle caratteristiche anatomiche del danno e al meccanismo (il tipo di forze che lo hanno causato).[51] La classificazione per meccanismo divide i traumi cranici in chiusi e penetranti.[23] Una lesione chiusa (chiamata anche non penetrante)[46] si verifica quando il cervello non viene esposto.[24] Un trauma penetrazione si ha quando un oggetto trapassa il cranio e danneggia la dura madre, la membrana più esterna che circonda il cervello.[24]

Gravità

Gravità del trauma cranico[33]
  GCS Amnesia
postraumatica
Perdita di
conoscenza
Lieve 13–15 <1
giorno
0–30
minuti
Moderato 9–12 >1 to <7
giorni
>30 minuti a
<24 ore
Grave 3–8 >7 giorni >24
ore

Le lesioni cerebrali possono essere classificate come lievi, moderate e severe.[51] La Glasgow Coma Scale (GCS), il sistema più comunemente usato per classificare la gravità del trauma cranico, identifica il livello di coscienza di una persona su una scala numerata da 3 a 15 basata sulle reazioni verbali, motorie e la risposta agli stimoli. In generale, si ritiene che un paziente con GCS 13 o superiore sia in una condizione lieve, tra 9 e 12 moderata, da 8 o meno grave.[44][47][25] Esistono ulteriori sistemi simili per i bambini più piccoli.[47] Sebbene il sistema GCS sia ampiamente utilizzato, esso presenta una limitata capacità di prognosi. Per ovviare a ciò, altri sistemi di classificazione, come quello indicato nella tabella, vengono utilizzati. È stato anche proposto di utilizzare modifiche visibili al neuroimaging, come il gonfiore, lesioni focali o lesioni diffuse, come metodo di classificazione.[33] Esistono anche scale utili a classificare la gravità del trauma cranico lieve, comunemente chiamata concussione cerebrale; queste utilizzano il livello di coscienza e l'amnesia postraumatica e altri sintomi della concussione.[52]

Caratteristiche patologiche

Immagine ottenuta tramite tomografia computerizzata; si nota la diffusione dell'ematoma sbudurale (frecce singole) e lo spostamento della linea mediana (freccia doppia)

Esistono anche sistemi per classificare i traumi cranici in base alle sue caratteristiche patologiche.[53] Le lesioni possono essere extra-assiali (cioè che si verificano all'interno del cranio, ma al di fuori del cervello) o intra-assiali (che si verificano all'interno del tessuto cerebrale).[54] I danni da trauma cranico possono essere focali o diffusi, limitati ad aree specifiche o distribuite in modo più generale.[53] Tuttavia, è comune che entrambe le lesioni siano presenti in un determinato caso.[53]

Il danno da TC può essere focale, confinato a un'area del cervello, oppure diffuso, coinvolgente più di un'area cerebrale. Il traumatismo diffuso al cervello si associa frequentemente con la concussione (agitazione oppure torsione e/o decelerazione del cervello in risposta all'improvviso movimento e/o decelerazione della testa), danno diffuso assonale, o coma. Danni localizzati possono essere associati con manifestazioni comportamentali tipiche del danno organico cerebrale, emiparesi oppure altri deficit neurologici focali.

I tipi di trauma cranico focale includono l'ecchimosi del tessuto cerebrale nota come contusione e l'emorragia intracranica o ematoma, che avviene genericamente sotto la volta cranica.
L'emorragia, dovuta alla rottura di un vaso sanguigno nella testa, può essere extra-assiale, indicando che avviene dentro il cranio ma fuori dal cervello, oppure intra-assiale, che si verifica dentro il cervello. Le emorragie extra-assiali possono essere ulteriormente divise in ematoma epidurale, ematoma subdurale ed emorragia subaracnoidea (a seconda che il sanguinamento si verifichi rispettivamente nello spazio compreso tra il cranio e la membrana cerebrale nota come dura madre, tra quest'ultima e la membrana aracnoide o fra l'aracnoide e la pia madre). Il sanguinamento entro i limiti della membrana pia madre (la più interna delle meningi) è noto come ematoma intracerebrale.
I sanguinamenti intra-assiali sono ulteriormente divisi in emorragia intraparenchimale, che avviene dentro le masse cerebrali grigia o bianca, e l'emorragia intraventricolare, che si verifica dentro le cisterne del sistema ventricolare cerebrale.

Il trauma cranico può risultare da una lesione chiusa alla testa oppure da una lesione penetrante alla testa. Una lesione chiusa avviene quando la testa improvvisamente e violentemente colpisce un oggetto ma l'oggetto non riesce ad attraversare il cranio. Una ferita penetrante avviene quando un oggetto perfora il cranio e penetra dentro il tessuto cerebrale.

Come prima linea di difesa, il cranio è particolarmente vulnerabile alla lesione. Le fratture del cranio avvengono quando sulle ossa craniche si verificano fratture oppure rotture. Una frattura declive del cranio avviene quando pezzi di cranio rotto penetrano dentro il tessuto cerebrale. Una frattura penetrante del cranio avviene quando qualcosa perfora il cranio, ad esempio un proiettile, lasciando una lesione distinta e localizzata nel tessuto cerebrale. Le fratture craniche possono causare una contusione cerebrale.

Un altro tipo di noxa al cervello che può causare lesione permanente è l'anossia. L'anossia è una condizione caratterizzata dall'assenza di apporto d'ossigeno ai tessuti dell'organo, anche in quei casi dove rimane un adeguato flusso di sangue tissutale. L'ipossia è definita come una diminuzione nella fornitura di ossigeno piuttosto che una sua completa assenza, mentre l'ischemia è piuttosto un inadeguato apporto di sangue, come si può vedere nei casi in cui il cervello si gonfia. In ogni caso, senza una quantità di ossigeno adeguata, si genera una cascata biochimica nota come cascata ischemica che viene a scatenarsi, e le cellule del cervello possono morire entro pochi minuti. Questo tipo di lesione si vede spesso nelle persone salvate sull'orlo dell'annegamento, nei pazienti con attacco cardiaco, o in persone che soffrono una significativa emorragia causata da altre lesioni che producono un decremento del flusso di sangue al cervello.


Segni e sintomi

Una dimensione disuguale delle pupille può essere un potenziale segno di un grave danne cerebrale.[55]

I sintomi che appaiono dipendono dal tipo di trauma cranico (diffuso o focale) e dalla zona del cervello interessata.[56] Un eventuale stato di incoscienza tende a perdurare più a lungo nelle persone che presentano lesioni sul lato sinistro del cervello rispetto a quelle che hanno subito un danno alla parte destra.[57] I sintomi dipendono anche dalla gravità del danno, in un trauma lieve, il paziente rimane generalmente cosciente o può perdere la coscienza per alcuni secondi o minuti.[58] Altri sintomi riscontrabili nei casi più lievi includono: mal di testa, vomito, nausea, mancanza di coordinazione motoria, vertigini, difficoltà di equilibrio, visione offuscata o occhi stanchi, acufene, cattivo sapore nella bocca, stanchezza o letargia e cambiamenti nelle abitudini del sonno.[58] I sintomi cognitivi ed emozionali includono cambiamenti comportamentali o di umore, stato confusionale e problemi di memoria, di concentrazione, di attenzione o nel pensiero.[58] I sintomi lievi del trauma cranico possono presentarsi anche nei casi moderati e anche in quelli gravi.[58]

Una persona con un trauma cerebrale moderato o grave può accusare un mal di testa che non migliora, nausea o vomito ripetuti, convulsioni, incoscienza, dilatazione di uno o entrambi gli occhi, afasia (difficoltà di parola), disartria (debolezza o intorpidimento negli arti), perdita di coordinamento, confusione, irrequietezza o agitazione.[58] I sintomi a lungo termine dei casi classificati da moderati a gravi, sono cambiamenti nel comportamento sociale appropriato, deficit di giudizio sociale e cambiamenti cognitivi, in particolare problemi ad avere un'attenzione costante, nella velocità di elaborazione e funzionamento esecutivo.[10][11][12][59][60] Alessitimia, una carenza di identificazione, comprensione, elaborazione e descrizione delle emozioni si verifica nel 60,9% degli individui con trauma cranico.[61] I deficit cognitivi e sociali hanno conseguenze a lungo termine per la vita quotidiana delle persone ma possono beneficiare di un miglioramento se vi è la possibilità di ricorrere ad una adeguata riabilitazione.[60][13][62][63]

Una pressione all'interno del cranio (pressione intracranica) eccessivamente levata, può risultare fatale.[64] I segni di un possibile aumento includono una diminuzione del livello di coscienza, paralisi o debolezza da un lato del corpo e una pupilla dilatata che non riesce a restringersi, o lo fa lentamente, in risposta ad una fonte luminosa. La triade di Cushing, una bassa frequenza cardiaca con alta pressione sanguigna e difficoltà respiratoria è una classica manifestazione di pressione intracranica notevolmente elevata.[44] L'anisocoria, una dimensione ineguale della pupilla, è un altro segno di un trauma cranico grave.[44]] come lo è una postura anormale, data talvolta da un caratteristico posizionamento degli dovuti a gravi lesioni diffuse o ad ipertensione intracranica.[44]

I bambini più piccoli con trauma cranico moderato o grave possono presentere alcuni di questi sintomi, ma hanno difficoltà a comunicarli.[65] Altri segni osservati nei bambini includono un pianto persistente, l'incapacità di essere consolati, l'ostilità, il rifiuto di assumere cibo[65] e una forte irritabilità.[44]

Cause

Negli Stati Uniti, le cause più frequenti di trauma cranico sono gli atti violenti, gli incidenti relativi ai mezzi di trasporti, l'attività edilizia e la pratica sportiva.[57][66] L'utilizzo delle motociclette è le causa principale, ancora più importante nei paesi in via di sviluppo, poiché le altre motivazioni si riducono.[32] Si stima che, ogni anno negli Stati Uniti, tra gli 1,6 e i 3,8 milioni di ferite traumatiche cerebrali siano il risultato di attività sportive e ricreative.[67] Nei bambini di età compresa tra due e quattro anni, le cadute sono la causa frequente, pareggiata dagli incidenti stradali nei bambini più grandi e negli adolescenti.[68] Il trama cranico è la terza lesione più comune derivante da fenomeni di abuso minorile.[69] Ciò è causa del il 19% dei casi in età pediatrica e il tasso di mortalità risulta più elevato.[70] La violenza domestica è un'altra causa che porta al verificarsi di traumi cranici,[71] come lo sono gli infortuni sul lavoro e gli incidenti industriali.[36] Le armi da fuoco e le esplosioni sono altresì cause di traumi cerebrali, e rappresentano la principale causa di morte e disabilità nelle zone di guerra.[24][72]

Effetti sulla coscienza e vigilanza

Generalmente, vi sono cinque stati anormali di coscienza che possono risultare da un Trauma Cranico (TBI): stupor, coma, stato vegetativo persistente, sindrome locked-in, e la morte cerebrale.

Lo stupor è uno stato di veglia in cui il paziente non risponde a richiami verbali ma può essere risvegliato brevemente da un forte stimolo doloroso, come p.es un forte pizzico al capezzolo. Il coma è uno stato in cui il paziente è totalmente non cosciente, non risponde a nessuno stimolo, non si accorge di nulla di ciò che accade nel luogo dove si trova, e non è risvegliabile.

I pazienti in stato vegetativo persistente sono in stato non cosciente e non si accorgono di nulla di ciò che accade attorno a loro, ma continuano ad avere un ciclo sonno-veglia e possono avere periodi di veglia. Uno stato vegetativo può derivare da un danno diffuso agli emisferi cerebrali senza danneggiamento all'encefalo inferiore (diencefalo) e al tronco-encefalo. L'anossia, cioè la mancanza di ossigeno al cervello, che è una complicanza comune dell'arresto cardiaco, può spesso portare allo stato vegetativo.

La sindrome locked-in è una condizione in cui il paziente è cosciente e anche sveglio, ma non può muoversi o comunicare per via della completa paralisi dei muscoli del corpo.

La morte cerebrale è la mancanza di attività cerebrale misurabile dovuta a danni gravi e diffusi agli emisferi cerebrali e al tronco encefalico, con la perdita di qualsiasi attività cerebrale nelle diverse aree encefaliche, e dei riflessi del troncoencefalo. La morte cerebrale, constatata da tre elettroencefalogrammi piatti (sensibilità di 2uV/mm) a distanza di tre ore l'uno dall'altro, è considerata dalla neurologia ufficiale e dalla legge come irreversibile.

La rimozione dei meccanismi di assistenza (come p.es la ventilazione assistita) causerà quasi sempre l'immediata cessazione della respirazione regolare, l'instaurarsi di respirazione patologica e molto spesso anche crisi di bradicardia e/o tachicardia, crisi di ipertensione e/o ipotensione arteriosa e dopo poche ore o giorni l'arresto cardiaco con conseguente danno sistemico d'organo e morte conclamata.

Complicanze

A volte, complicanze sanitarie avvengono nel periodo immediatamente seguente un TC. Queste non sono varianti del trauma cranico, ma sono problemi medici distinti che emergono come risultato della lesione. Anche se le complicanze sono rare, il rischio aumenta con la gravità del trauma. Queste complicanze includono attacchi epilettici immediati, papilledema, idrocefalo o allargamento post-traumatico dei ventricoli cerebrali, perdite di fluido cerebrospinale, infezioni, danni vascolari, lesioni ai nervi cranici, dolore, piaghe da decubito, danno d'organo multisistemico in pazienti in stato di incoscienza, e il politrauma (traumatismi in altre parti del corpo in aggiunta al cervello).

Attacchi epilettici dopo trauma cranico

Circa il 25% dei pazienti con contusioni al cervello o ematomi e attorno al 50% di quelli con ferite penetranti alla testa sviluppano attacchi epilettici, che avvengono entro le prime 24 ore dalla lesione. Questi attacchi immediati aumentano il rischio di attacchi epilettici precoci - definiti come quelli che avvengono entro la prima settimana dopo la lesione - ma non sembrano essere legati allo sviluppo della epilessia post-traumatica (gli attacchi epilettici ricorrenti che iniziano oltre una settimana dopo il trauma iniziale). Generalmente, si utilizzano farmaci anticonvulsivi nella terapia delle epilessie di pazienti con trauma cranico soltanto se l'epilessia si rivela persistente.

Idrocefalo dopo trauma cranico

L'idrocefalo (allargamento dei ventricoli cerebrali) si verifica quando il fluido cerebrospinale (FCS) si accumula nel cervello provocando la dilatazione dei ventricoli cerebrali (cavità nel cervello occupate dal FCS) e un aumento della pressione intracranica (PIC). Questa condizione può svilupparsi durante lo stato acuto del TC oppure potrebbe accadere in seguito. Generalmente avviene entro il primo anno dalla lesione ed è caratterizzata dal peggioramento delle condizioni neurologiche, stato di coscienza alterato, cambi nel comportamento, atassia (mancanza di equilibrio e coordinazione), incontinenza sfinterica, e/o segni di innalzamento della PIC.

L'idrocefalo può svilupparsi a seguito di meningite, emorragia subaracnoidea, ematoma intracranico, oppure altre lesioni. Il trattamento include la derivazione ("shunting") e il drenaggio del fluido cerebro-spinale in aggiunta a qualsiasi altra terapia per la causa principale di questa condizione patologica.

Le fratture craniche possono lacerare le membrane che coprono il cervello, portando a fuoriuscite di FCS. Una rottura tra la duramadre e la membrana aracnoide, chiamata fistola FCS, può causare la fuoriuscita del fluido cerebro-spinale dallo spazio subaracnoideo fino allo spazio subdurale (igroma subdurale). In seguito a traumi gravi o penetranti il FCS può anche fuoriuscire dal naso e dall'orecchio. Queste lacerazioni che lasciano fuoriuscire il FCS dalla cavità cerebrale possono permettere l'accesso di aria e di batteri dentro le cavità, risultando possibili infezioni come la meningite. Lo pneumoencefalo avviene quando l'aria penetra dentro la cavità intracranica e rimane intrappolato nello spazio subaracnoideo.

Infezioni come complicanza del trauma cranico

Le infezioni dentro la cavità cranica sono una pericolosa complicanza del trauma cranico. Possono avvenire fuori dalla duramadre, sotto la dura, come una subaracnoidite o (meningite), oppure dentro il cervello vero e proprio (ascessi). Molte di queste lesioni si sviluppano entro poche settimane dal trauma iniziale e derivano da fratture craniche oppure da ferite penetranti. Il trattamento standard comporta l'utilizzo di antibiotici e a volte chirurgia per rimuovere il tessuto infetto. La meningite può essere specialmente pericolosa, potendosi diffondere al resto del cervello e del sistema nervoso.

Ictus ischemico oppure emorragico dopo trauma cranico

Qualsiasi danno alla testa oppure al cervello usualmente risulta in un qualche danno al sistema vascolare, che fornisce sangue alle cellule del cervello. Il sistema endoteliale dei vasi, coadiuvato dal sistema immunitario, può riparare il danno ai piccoli vasi e capillari, ma il danno a vasi di maggior calibro può causare serie complicanze. Il danno a una delle arterie maggiori che portano sangue al cervello può causare un ictus, o per sanguinamento dall'arteria (ictus emorragico) oppure per la formazione di un coagulo nel luogo del danno, chiamato trombo o trombosi, che blocca il flusso del sangue al cervello (ictus ischemico). Coaguli di sangue possono svilupparsi anche in altre parti della testa. Sintomi come cefalea, vomito, convulsioni, paralisi da un lato del corpo, e stato di semi-incoscienza che si sviluppano entro alcuni giorni dalla lesione alla testa possono essere causati da un coagulo di sangue che si forma nel tessuto di uno dei seni paranasali o frontali, che sono cavità piene di aria, adiacenti al cervello. Altri tipi di lesioni vascolari includono il vasospasmo e la formazione di aneurismi.

Le fratture craniche, specialmente della base del cranio, possono causare lesioni ai nervi cranici con conseguenti neuropatie craniali compressive. Ben nove dei 12 nervi cranici fuoriescono dal tronco encefalico in direzione della testa e della faccia. Il settimo nervo cranico, anche noto come nervo facciale, è il nervo cranico più comunemente danneggiato nel trauma cranico e le sue lesioni possono provocare la paralisi dei muscoli facciali.

Il dolore, specialmente la cefalea, è comunemente una complicanza significativa per i pazienti che rimangono coscienti nel periodo immediatamente successivo a un TC. Complicanze gravi per pazienti che rimangono in stato di incoscienza o semi-coscienza, in coma, oppure in uno stato vegetativo persistente includono le piaghe da decubito (nella pelle che copre apofisi ossee poco profonde), infezioni alla vescica ricorrenti, polmoniti oppure altre infezioni che pongono a rischio la vita, e lesioni a molteplici organi (danno d'organo multisistemico progressivo).

Trauma Generale

Altre complicazioni mediche che potrebbero accompagnare un trauma cranico includono disfunzione polmonare, disfunzione cardiovascolare provocata da brusco trauma al torace, disfunzione gastrointestinale, squilibri ormonali e di fluidi, e altre complicazioni isolate come fratture, lesioni nervose, trombosi di vene profonde, eccessiva coagulazione del sangue, e infezioni.

Le vittime di un trauma spesso sviluppano ipermetabolismo o un tasso metabolico aumentato che porta a un aumento nella quantità di calore che il corpo produce. Il corpo trasforma in calore l'energia necessaria a mantenere in funzione i sistemi di organi causando usura nei tessuti muscolari e carenza di materiale energetico in altri tessuti. Complicazioni associate a disfunzione polmonare possono includere edema polmonare neurogenico (eccesso di liquidi nel tessuto polmonare), polmonite da aspirazione (polmonite causata da un agente esterno nei polmoni), e coaguli di grasso o sangue nei vasi sanguigni polmonari.

Squilibri di liquidi o ormonali possono complicare il trattamento dell'ipermetabolismo e di pressione intra-cranica alta. Problemi ormonali possono derivare da disfunzioni dell'ipofisi, della tiroide, e di altre ghiandole in ogni parte del corpo. Due comuni complicazioni ormonali del trauma cranico sono la sindrome di secrezione inappropriata dell'ormone antidiuretico e ipotiroidismo.

Invalidità derivate da trauma cranico

Le invalidità causate da un trauma cranico dipendono dalla gravità dell'infortunio, dalla sua localizzazione, dall'età e dalla salute generale del paziente. Le invalidità comuni riguardano problemi della cognizione (pensiero, memoria e ragionamento), dei sistemi sensoriali (vista, udito, tatto, gusto e olfatto), della comunicazione (espressione e comprensione), e del comportamento o della salute mentale (depressione, ansietà, cambiamenti di personalità, aggressività, acting out [ovvero agire immediatamente e con poca elaborazione risolvendo le ansie, ma riducendo così la tensione in modo irrazionale e sostanzialmente inutile] e improprietà sociale). Entro pochi giorni o settimane approssimativamente il 40% dei pazienti con trauma cranico sviluppa una serie di sintomi preoccupanti chiamati nell'insieme sindrome postconcussiva, in inglese postconcussion syndrome (PCS). Il paziente non deve aver risentito le conseguenze di una commozione cerebrale o la perdita di coscienza per sviluppare questa sindrome: difatti molti pazienti con un trauma cranico di medie proporzioni hanno patito la sindrome. I sintomi comprendono mal di testa, vertigini, problemi di memoria, problemi di concentrazione, disturbi del sonno, irrequietezza, irritabilità, apatia, depressione e ansietà. Questi sintomi possono durare per alcune settimane dopo l'infortunio alla testa. La sindrome è prevalente in pazienti che hanno avuto sintomi psichiatrici come depressione o ansietà prima del danno. Il trattamento della sindrome postconcussiva può prevedere l'impiego di antidolorifici o di medicinali per condizioni psichiatriche, e di terapia occupazionale e psicoterapia.

La maggior parte dei pazienti con trauma cranico grave, se riprende coscienza, soffre di problemi cognitivi, inclusa la perdita di molte capacità mentali superiori. La più comune menomazione cognitiva tra pazienti con grave trauma cranico è la perdita di memoria, caratterizzata dalla perdita di alcuni ricordi specifici e dall'incapacità parziale di formarne o immagazzinarne nuovi. Alcuni di questi pazienti possono patire un'amnesia post-traumatica (PTA), o anterograda o retrograda. L'amnesia post-traumatica anterograda porta a una perdita di memoria che non compromette i ricordi passati ma limita enormemente la capacità dell'individuo di memorizzare informazioni presenti, mentre quella retrograda porta alla perdita di memoria per eventi accaduti prima del trauma, ma completa lucidità per tutto ciò che è successo in seguito.

Molti pazienti con danni alla testa di media entità che patiscono di deficit cognitivi diventano facilmente confusi o distratti e hanno problemi di concentrazione e attenzione. Inoltre hanno problemi con le cosiddette funzioni esecutive superiori come la programmazione, l'organizzazione, il ragionamento astratto, la risoluzione di problemi, e nel formulare giudizi, tutte cose che rendono difficile la ripresa di attività lavorative che avevano prima dell'infortunio. Il recupero da deficit cognitivi è maggiore entro i primi sei mesi dal trauma e più graduale dopo questo periodo.

Pazienti che hanno avuto un trauma cranico che va dalla modesta alla grave entità hanno più problemi con i deficit cognitivi rispetto a quelli che hanno avuto un danno medio, ma una serie di ripetuti traumi cranici di media entità possono avere un effetto additivo, causando deficit cognitivi uguali a quelli provocati da un danno modesto o grave.

Molti pazienti con trauma cranico hanno problemi sensoriali, in particolar modo problemi visivi. I soggetti possono non essere capaci di registrare ciò che stanno vedendo o possono essere lenti a riconoscere oggetti. I pazienti con trauma cranico, inoltre, spesso hanno difficoltà con la coordinazione mano-occhio: a causa di ciò essi possono sembrare goffi o traballanti. Altri problemi sensoriali sono: problemi con l'udito, l'olfatto, il gusto o il tatto. Alcuni pazienti sviluppano un acufene, un tintinnio o un rumore nelle orecchie. Una persona con danni nella parte del cervello che elabora il gusto e l'olfatto possono avere un sapore amaro persistente nella bocca o percepire un durevole odore nocivo. Un danno alla parte del cervello che controlla il senso del tatto può causare al paziente lo sviluppo di un formicolio, prurito o dolore permanente. Queste condizioni sono rare e sono difficili da curare.

Problemi di linguaggio e comunicazioni sono comuni in pazienti con trauma cranico. Alcuni possono avere afasia, definita come difficoltà nel comprendere e nel produrre linguaggio scritto o parlato; altri possono avere difficoltà con i più sottili aspetti della comunicazione, come il linguaggio del corpo e segnali emozionali non verbali.

Nell'afasia non-fluente, chiamata anche afasia di Broca o afasia motoria, i pazienti spesso hanno problemi nel ricordare parole e parlare con frasi complete: essi parlano con frasi interrotte e pause frequenti. La maggior parte dei pazienti sono consapevoli di questi deficit e possono divenire estremamente frustrati.

Soggetti con afasia fluente, conosciuta anche come afasia di Wernicke o afasia sensoriale, fanno discorsi con poco senso, anche se parlano con frasi complete e usano una grammatica corretta. Infatti, parlano con un borbottio continuo, componendo le loro frasi con parole non essenziali e inventate. Molti pazienti con afasia fluente non sono consapevoli che danno poco senso a quello che dicono e si arrabbiano con gli altri perché non li capiscono. Pazienti con afasia globale hanno danni di vasta proporzione alle porzioni del cervello responsabili del linguaggio e spesso hanno gravi handicap di comunicazione.

Pazienti con trauma cranico possono avere problemi col linguaggio parlato se la parte del cervello che controlla i muscoli per parlare è danneggiata. In questo disordine, chiamato disartria, i pazienti possono pensare a un linguaggio appropriato ma non possono pronunciare facilmente le parole poiché sono incapaci di usare i muscoli necessari a formare le parole ed emettere suoni: il discorso risulta spesso lento, farfugliato e alterato. Alcuni hanno problemi con l'intonazione o l'inflessione (disfunzione prosodica).

Molti pazienti con trauma cranico hanno problemi emotivi o comportamentali che entrano nell'ampia categoria della salute psichiatrica. I membri della famiglia di pazienti con trauma cranico spesso trovano che i cambiamenti della personalità e i problemi di comportamento siano le invalidità più difficili a cui far fronte. Problemi psichiatrici che possono manifestarsi comprendono depressione, apatia, ansia, irritabilità, rabbia, paranoia, confusione, frustrazione, agitazione, insonnia o altri disturbi del sonno, e sbalzi d'umore. Problemi di comportamento possono includere aggressività e violenza, impulsività, disinibizione, acting out, inadempienza, inappropriatezza sociale, crisi emotive, comportamento infantile, self-control ridotto, ridotta autocoscienza, incapacità ad assumersi responsabilità o accettare critiche, egocentrismo, attività sessuale inappropriata, e abuso/dipendenza da alcol o droghe. I problemi di personalità di alcuni pazienti possono essere così gravi che gli viene diagnosticato un disordine organico della personalità, una condizione psichiatrica caratterizzata da molti dei problemi menzionati precedentemente. Talvolta i pazienti con trauma cranico soffrono di un ristagno dello sviluppo, ossia non riescono a maturare né emozionalmente, né socialmente, né psicologicamente dopo il trauma. Un problema piuttosto serio per i bambini e per gli adolescenti che hanno patito un trauma cranico: atteggiamenti e comportamenti che sono propri di un bambino o di un teenager divengono poi inappropriati in età adulta. Molti pazienti con trauma cranico che mostrano problemi psichiatrici o di comportamento possono essere aiutati con trattamenti e psicoterapia.

Altri problemi a lungo termine associati con il trauma cranico

Altri problemi a lungo termine che possono svilupparsi successivamente a un trauma cranico includono la malattia di Parkinson e altri problemi motori, la malattia di Alzheimer, la demenza pugilistica, e la demenza post-traumatica.

La malattia di Alzheimer - La malattia di Alzheimer è una malattia progressiva neurodegenerativa caratterizzata da demenza, perdita di memoria e deterioramento delle capacità cognitive. Recenti ricerche indicano un'associazione tra trauma cranico occorso nella prima età adulta e sviluppo della malattia di Alzheimer più avanti nella vita; più grave è la lesione alla testa, più grande è il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. Alcune prove indicano che un infortunio alla testa può interagire con altri fattori e scatenare la condizione e può accelerare la comparsa della malattia in individui già a rischio. Ad esempio, persone che hanno una particolare forma dell'apolipoproteina E (apoE4) e hanno avuto un trauma cranico rientrano in questa categoria di rischio aumentato. (ApoE4 è una proteina che si trova naturalmente che aiuta il trasporto di colesterolo attraverso il circolo sanguigno).

La malattia di Parkinson e altri problemi motori - Disturbi del movimento come risultato di un trauma cranico sono rari ma si possono verificare. La malattia di Parkinson può svilupparsi anni dopo il trauma come conseguenza del danno ai gangli basali. I sintomi della malattia di Parkinson includono tremore o tremolio, rigidità o intorpidimento, movimento lento (bradicinesia), incapacità a muoversi (acinesia), andatura strascicata e postura curva. Malgrado molti progressi scientifici negli ultimi anni, la malattia di Parkinson rimane un disturbo cronico e progressivo, ovvero è inguaribile e progredisce nell'aggravarsi fino alla fine della vita. Altri disordini del movimento che si possono avere dopo trauma cranico includono tremore, atassia (movimenti dei muscoli non coordinati) e mioclone (contrazione di muscoli come in uno spasmo).

Demenza pugilistica - Conosciuta anche come encefalopatia traumatica cronica, la demenza pugilistica colpisce soprattutto la carriera dei boxers. I sintomi più comuni di questa condizione sono demenza e parkinsonismo causati da colpi ripetuti alla testa per un lungo periodo di tempo. I sintomi si manifestano tra i 6 e i 40 anni dopo l'inizio della carriera di pugile, con un'insorgenza media di circa 16 anni.

Demenza post-traumatica - I sintomi della demenza post-traumatica sono molto simili a quelli della demenza pugilistica, salvo che la demenza post-traumatica è caratterizzata anche da problemi di memoria a lungo termine ed è causata da un singolo e grave trauma cranico che sfocia nel coma.

Terapia

L'assistenza medica comincia solitamente quando i paramedici o una squadra di soccorso medico arriva sulla scena dell'incidente o quando un paziente con trauma cranico arriva al pronto soccorso di un ospedale. Poiché ben poco può essere fatto per invertire il danno iniziale al cervello causato dal trauma, il personale medico tenta di stabilizzare il paziente e si concentra sul prevenire ulteriori danni. Le preoccupazioni principali sono assicurare un adeguato apporto di ossigeno, mantenere un sufficiente flusso sanguigno e mantenere sotto controllo la pressione del sangue. Giacché molti pazienti infortunati alla testa possono avere inoltre danni alla colonna vertebrale, il soggetto viene posto su una barella e con un collare al collo per prevenire ulteriori danni alla testa e alla spina dorsale.

Il personale medico valuta la condizione del paziente misurandogli le funzioni vitali e i riflessi, ed eseguendogli un controllo neurologico. Si controlla la temperatura, la pressione sanguigna, le pulsazioni, la frequenza del respiro e la dilatazione delle pupille e la loro risposta alla luce. Si valuta inoltre il livello di coscienza e il funzionamento neurologico usando la Glasgow Coma Scale.

I test di imaging aiutano a formulare la diagnosi e la prognosi di un paziente con trauma cranico. Pazienti con danni dal non grave al moderato possono ricevere: raggi X al cranio e al collo per controllare la presenza di fratture ossee. Per casi moderati o gravi, il miglior test di imaging standard è una tomografia computerizzata (TC o CT), che crea una serie di immagini a raggi X trasversali del capo e del cervello e può mostrare fratture ossee così come la presenza di emorragie, ematomi, contusioni, gonfiori del tessuto cerebrali e tumori. L'imaging a risonanza magnetica (MRI) può essere usato dopo la valutazione e la cura iniziale del paziente con trauma cranico. L'MRI usa campi magnetici per individuare leggeri cambiamenti nel contenuto del tessuto cerebrale e può mostrare più dettagli dei raggi X e della TC. L'impiego della TC e dell'MRI è standard nella cura del trauma cranico, ma altre tecniche di imaging e diagnostiche che possono essere utilizzate per confermare una diagnosi particolare sono: l'angiografia cerebrale, l'elettroencefalogramma (EEG), gli ultrasuoni Doppler transcraniali e la tomografia computerizzata a emissione di fotoni singoli (SPECT).

Circa la metà dei pazienti gravemente feriti alla testa necessitano di un intervento chirurgico per rimuovere o riparare ematomi e contusioni. I pazienti possono inoltre aver bisogno di un intervento per curare danni in altre parti del corpo: questi di solito vengono mandati nel reparto di terapia intensiva dopo l'intervento.

Talvolta quando il cervello è danneggiato si manifesta un gonfiore e i fluidi si accumulano all'interno della cavità cranica. È normale per danni corporali provocare gonfiori e disturbi nel bilanciamento dei liquidi, ma quando ciò accade dentro la cavità cranica, non c'è spazio per espandersi per i tessuti gonfi e nessun tessuto contiguo per assorbire il liquido in eccesso. Quest'aumentata pressione viene chiamata pressione intra-cranica (ICP).

Il personale medico misura l'ICP di un paziente usando una sonda o un catetere. Lo strumento viene inserito attraverso il cranio a livello subaracnoidale e viene connesso a un monitor che registra la pressione intra-cranica del paziente. Se un paziente ha un'alta ICP, egli può essere sottoposto a ventricolostomia, una procedura che drena il liquido cerebrospinale dai ventricoli per riabbassare la pressione a livelli normali. Farmaci che possono essere usati per diminuire l'ICP comprendono il mannitolo o i barbiturici.

Riabilitazione

La riabilitazione è una parte importante del processo di recupero per un paziente con trauma cranico. Durante la fase acuta, pazienti danneggiati da moderatamente a gravemente possono ricevere trattamenti e cure in un reparto di terapia intensiva di un ospedale. Una volta stabilizzato, il paziente può essere trasferito in un'unità subacuta di un centro medico, in un reparto di riabilitazione interno a un centro per traumi gravi o in un ospedale di riabilitazione indipendente. Pazienti in condizioni dal moderato al grave possono ricevere una cura di riabilitazione specializzata che ricorra alle competenze di molti specialisti, riguardando programmi di terapia fisica, terapia occupazionale, terapia del discorso/linguaggio, fisiatria, rieducazione del movimento, psicologia/psichiatria, e lavoro sociale. I servizi e gli sforzi di questo team di professionisti di assistenza sanitaria sono generalmente concentrati su preoccupazioni pratiche e su problemi incontrati dai sopravvissuti al danno cerebrale nella loro vita quotidiana. Questo programma di cura è in genere fornito attraverso un processo coordinato e auto-organizzato nel contesto di un modello transdisciplinare fornito da un team di assistenza sanitaria.

L'obiettivo complessivo della riabilitazione dopo un trauma cranico è di migliorare e ottimizzare la capacità di un paziente ad agire in casa e nella società nonostante gli effetti residui del danno che possono essere complessi e sfaccettati. Un obiettivo ulteriore del programma di riabilitazione è di prevenire, quando possibile, o altrimenti di diagnosticare e curare qualsiasi complicazione (es. idrocefalo post-traumatico) che può causare ulteriore morbosità o mortalità in questa popolazione di pazienti. I terapisti aiutano il paziente ad adattarsi alle invalidità o a cambiare lo spazio vitale del paziente per rendere più facili le attività quotidiane. L'educazione e l'allenamento di persone che accudiscono il paziente sono inoltre dei componenti molto importanti del programma di riabilitazione.

Alcuni pazienti possono necessitare di cure per problemi fisici o psichiatrici derivanti dal trauma cranico e di varie cure disponibili che possono diminuire o moderare le manifestazioni problematiche del danno senza alterare direttamente la patologia di fondo. Grande cura deve essere esercitata nel prescrivere cure perché pazienti con trauma cranico sono più suscettibili agli effetti collaterali e possono reagire negativamente ad alcuni agenti farmacologici. È importante per coloro che seguono il malato in famiglia fornire assistenza e incoraggiamento per il paziente facendosi coinvolgere dal programma di riabilitazione. I membri della famiglia possono inoltre beneficiare dei servizi di psicoterapia e supporto sociale. L'aiuto per coloro che seguono il malato diventa particolarmente importante durante la fase ambulatoriale della cura quando problemi cognitivi e di comportamento possono complicare e indebolire le relazioni che i pazienti hanno con quelli che sono intorno a loro. Una sfida importante è sostenere queste relazioni, particolarmente nel contesto del matrimonio, dove l'impatto dell'infortunio altera significativamente la relazione a tal punto che la ripresa di questa a un livello adulto è seriamente minata.

È da notare che simili principi di riabilitazione per danno cerebrale diffuso possono essere applicati a soggetti con danni al cervello di eziologia sia traumatica sia non-traumatica. Un termine onnicomprensivo che può essere applicato alle diverse eziologie che causano diffuse disfunzioni cerebrali che accadono durante la vita in un individuo precedentemente sano è il Danno Cerebrale Acquisito (Acquired Brain Injury o ABI). Il trauma cranico può dunque essere visto come un caso particolare di ABI causato dal trauma, e i principi di riabilitazione qui riferiti per trauma cranico possono essere prontamente adattati e applicati a individui con tutte le forme di ABI.

Coloro che si prendono cura di pazienti con trauma cranico possono spesso avvertire un grande carico di stress che può ridurre la qualità stessa della cura. Pause dall'assistenza come vacanze in compagnia, giorni passati fuori compiendo attività come camminare, andare in bicicletta, andare sul kayak o scalare offrono sollievo a loro e una nuova area di stimolazione cerebrale per il paziente.

Prevenzione

Poiché una della cause principali del verificarsi di un trauma cranico è l'incidente automobilistico, iniziative volte alla loro prevenzione o l'uso di dispositivi atti a limitarne le conseguenze, possono ridurre l'incidenza e i casi. In caso di incidente, i danni possono essere ridotti sensibilmente indossando cintura di sicurezza, utilizzando seggiolini dedicati ai bambini,[67] l'uso del casco per i motociclisti,[73] e la presenza sul proprio veicolo di di roll-bar e airbag.[39] Spesso vengono intrapresi dei programmi educativi finalizzati alla diminuzione del numero di incidenti.[30] Inoltre, possono essere apportate modifiche alle norme relative alla circolazione stradale; come l'introduzione di opportuni limiti di velocità, l'obbligo delle cinture di sicurezza e del casco e disposizioni riguardo alle caratteristiche della strada (segnaletica, guard rail, asfalti drenanti,...).[28]

Inoltre, riguardo agli incidenti sportivi, sono state discusse alcune modifiche nella pratica di diverse discipline, ad esempio, un aumento dell'uso di caschi protettivi durante le attività potrebbe ridurre l'incidenza dei casi di trauma cranico.[74] A causa della possibilità che ripetuti "colpi di testa" possano causare lesini cumulative cerebrali nei giocatori di calcio, è stato proposto di introdurre cappellini protettivi per i giocatori.[75] Regole che vietino i contatti più pericolosi, Le regole contro i tipi di contatto pericolosi, come ad esempio lo "Spear Tackle" (un tipo di placcaggiopericoloso) nel rugby, possono ridurre i tassi di lesioni cerebrali.[75]

Le cadute accidentali possono essere evitate grazie all'installazione di particolari barre nei bagni e di un corrimano sulle scale; rimuovere rischi di inciampo come i tappetini o l'installazione di cancelletti di sicurezza nella parte superiore e inferiore delle scale dove vi si trovano spesso bambini piccoli, sono tutte strategie preventive.[70] I parchi giochi con superfici ammortizzanti come il pacciame o la sabbia impediscono sono ritenuti più sicuri perché si evitino lesioni alla testa.[70] Una prevenzione sugli abusi minorili è importante anche come prevenzione da traumi cranici: esistono programmi per prevenire la sindrome del bambino scosso con l'eduzione dei genitori o di chi ne ha la responsabilità.[70] Una particolare attenzione nella gestione delle armi da fuoco, compreso il mantenere le armi scaricate e bloccate, è un'altra misura preventiva.[76]

Alcune ricerche cliniche e di laboratorio portate avanti dalla West Virginia University hanno dimostrano che una supplementazione alimentare con omega-3 DHA possa offrire protezione contro il danno cerebrale biochimico che si verifica in seguito ad un trama cranico.[77][78] Inoltre, l'acetilcisteina è stata confermata, in uno studio del 2013 a doppio cieco controllato con placebo condotto dalle forze armate statunitensi, di essere in grado di ridurre tra i soldati gli effetti di lievi danni cerebrali dovuti ad esplosioni.[78]

Note

  1. ^ a b c Boake and Diller (2005). p.3
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Bibliografia

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