Colledimacine

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Colledimacine
comune
Colledimacine – Stemma
Colledimacine – Bandiera
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Abruzzo
Provincia Chieti
Amministrazione
SindacoAndrea Schina [1] (lista civica Insieme per Colledimacine) dal 5-6-2016 (2º mandato dal 4-10-2021)
Territorio
Coordinate42°00′N 14°12′E / 42°N 14.2°E42; 14.2 (Colledimacine)
Altitudine770 m s.l.m.
Superficie11,3 km²
Abitanti158[2] (31-12-2022)
Densità13,98 ab./km²
Comuni confinantiLama dei Peligni, Lettopalena, Montenerodomo, Taranta Peligna, Torricella Peligna
Altre informazioni
Cod. postale66010
Prefisso0872
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT069025
Cod. catastaleC855
TargaCH
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona E, 2 351 GG[4]
Nome abitanticolledimanicesi
PatronoSan Mariano
Giorno festivo11 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Colledimacine
Colledimacine
Colledimacine – Mappa
Colledimacine – Mappa
Posizione del comune di Colledimacine all'interno della provincia di Chieti
Sito istituzionale

Colledimacine (Còlle de Màcene in abruzzese[5]) è un comune italiano di 158 abitanti[2] della provincia di Chieti in Abruzzo facente parte dell'unione dei comuni montani Maiella orientale-Verde Aventino.

Origini del nome[edit | edit source]

La prima parte del nome deriva dal latino collis che significa "altura", mentre la seconda dal latino macina.[6]

Storia[edit | edit source]

Le prime notizie storiche certe sono da ricercare nei registri angioini del 1269, quando il paese fu feudo delle famiglie Galgano, Oderisio e Bifero.[6] In seguito il paese passò, nell'ordine, ai Biondo, ai Cantelmo, a Tiberio d'Ugno di Guardiagrele, conte di Acquaviva e Vallefredda, e ai Barbolani, i quali trasformarono il castello in palazzo residenziale, mantenendo originario il portale del XVI secolo. Nel XVIII secolo Colledimacine fu dominio della signoria di Domenico Trasmondi di Sulmona.[7]

Simboli[edit | edit source]

Lo stemma e il gonfalone del comune di Colledimacine sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 14 febbraio 1966.[8]

«D'oro, alla macina di pietra al naturale, con tre fori di nero, ordinati in fascia e dei quali il centrale quadrato ed i laterali tondi. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di giallo.

Onorificenze[edit | edit source]

Colledimacine è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignito della croce di guerra al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale[9]:

Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria

Monumenti e luoghi d'interesse[edit | edit source]

Ex chiesa di San Rocco[edit | edit source]

È sita in piazza Barbolani di fronte al palazzo che dà il nome allo spiazzale. Attualmente la chiesa è residenza dell'arciprete. Mancano fonti che provano l'edificazione dell'edificio. Tuttavia un'iscrizione sulla torre prova la sua fondazione nel 1874 con testuali parole:

IL CONTE RAFFAELE ULISSE BARBOLANI AL SUO PAESE.

La chiesa, invece, pare avere aperture e portali di origine medievale. Le pareti sono in pietra calcarea smussata mentre i cantonali sono in conci di pietra. Il portale in pietra lavorata e i resti delle monofore siti sull'originaria facciata della chiesa attestano che l'abitato sia abitato già dall'epoca medievale.[10]

Chiesa di San Nicola di Bari[edit | edit source]

È sita a ridosso del Palazzo Barbolani. Varie ipotesi fanno presupporre che l'edificio sia stato costruito nel XVIII secolo. L'ingresso è preceduto da una grande scalinata d'accesso. La facciata principale è a struttura a capanna. Sopra il portale vi sono uno stemma e un'apertura circolare. L'interno è a tre navate, di cui la navata principale è con volte a botte e lunette in corrispondenza dei collegamenti con le navate laterali. L'abside è posta in fondo alla navata centrale. All'interno, inoltre, vi sono le statue della Madonna delle Coste, di San Nicola e di Sant'Emidio, il patrono del paese è san Mariano.[11]

Palazzo Baroni Barbolani[edit | edit source]

È sito nella piazza eponima. L'edificio è composto di due blocchi disposti a forma di "L". L'orografia del luogo determina un dislivello così pronunciato che la facciata principale è suddivisa in tre livelli mentre il resto del corpo di fabbrica è suddiviso in due. Il fabbricato è costruito sui resti dell'antico castello medievale. Il nuovo stabile viene fatto risalire al XVIII secolo anche se il primo documento che descrive questa costruzione è un documento di proprietà del 1875. Durante la seconda guerra mondiale un bombardamento causò dei seri danni all'edificio. L'impianto originario è molto rimaneggiato causa delle varie perdite della struttura. La facciata è suddivisa in quattro assi. Il palazzo è realizzato con pietra calcarea e scaglie e pezzi di laterizio come rifiniture. I vari piani sono scanditi all'esterno con delle cornici marcapiano. In alcuni punti vi sono delle decorazioni che ricordano i triglifi. Nella facciata retrostante vi sono dei ruderi di una costruzione addossata al palazzo baronale, segno che le modifiche della villa baronale hanno eliminato alcune strutture dell'impianto originario. Altri resti del primitivo impianto presentano elementi fortificati.[12]

Fonte Comunale[edit | edit source]

È sita in via Roma. È costituita da due livelli: il corpo con le cinque cannelle e il vano lavatoio. La parte superiore è stata recentemente restaurata, la parte inferiore, invece, versa in pessime condizioni. Il blocco con le cannelle è in laterizio con, in cima, un coronamento e l'iscrizione della data di fabbricazione che ci riporta al 1893 lapideo.[13]

Cultura[edit | edit source]

Eventi[edit | edit source]

Società[edit | edit source]

Evoluzione demografica[edit | edit source]

Abitanti censiti[15]

Amministrazione[edit | edit source]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
6 giugno 1993 27 aprile 1997 Pio Ercole D'Ippolito indipendente sindaco [16]
28 aprile 1997 13 maggio 2001 Ugo Falcone lista civica di centro sindaco [17]
14 maggio 2001 28 maggio 2006 Camilla Lucia D'Alonzo lista civica sindaco [18]
29 maggio 2006 4 giugno 2016 Graziano Di Berardino lista civica di centro-sinistra (2006-2011)
Lista civica Per Colledimacine (2011-2016)
sindaco [19][20]
5 giugno 2016 in carica Andrea Schina Lista civica Insieme per Colledimacine sindaco [21] [1]

Note[edit | edit source]

  1. ^ a b Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 3 ottobre 2021, su elezionistorico.interno.gov.it.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ AA.VV. Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, 1996, Milano, Garzanti, p. 219.
  6. ^ a b AA.VV., Colledimacine e la sua storia (1ª parte), su sangroaventino.it, Portale Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2019).
  7. ^ AA.VV., Colledimacine e la sua storia (2ª parte), su sangroaventino.it, Portale Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2010).
  8. ^ Colledimacine, decreto 1966-02-14 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 19 luglio 2022.
  9. ^ Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare - Istituzioni decorate di Croce di Guerra al Valor Militare, su istitutonastroazzurro.it. URL consultato il 5 dicembre 2018.
  10. ^ AA.VV., Torre dell'Orologio (o Campanaria) ed ex Chiesa di San Rocco (Palazzo Dell'Arciprete), su sangroaventino.it, Portale Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  11. ^ AA.VV., Chiesa di San Nicola di Bari, su sangroaventino.it, Portale Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2018).
  12. ^ AA.VV., Palazzo Baroni Barbolani, su sangroaventino.it, Portale Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2019).
  13. ^ AA.VV., Fonte Comunale, su sangroaventino.it, Portale Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
  14. ^ AA.VV., Eventi - Manifestazioni e spettacoli, su sangroaventino.it, Portale Sangroaventino, 2004. URL consultato il 20 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2010).
  15. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  16. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 6 giugno 1993, su elezionistorico.interno.gov.it.
  17. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 27 aprile 1997, su elezionistorico.interno.gov.it.
  18. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 13 maggio 2001, su elezionistorico.interno.gov.it.
  19. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 28 maggio 2006, su elezionistorico.interno.gov.it.
  20. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 16 maggio 2011, su elezionistorico.interno.gov.it.
  21. ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno, Risultato delle elezioni amministrative del 5 giugno 2016, su elezionistorico.interno.gov.it.

Voci correlate[edit | edit source]

Altri progetti[edit | edit source]

Collegamenti esterni[edit | edit source]

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