Colonia romana: differenze tra le versioni
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Nel secondo caso venivano istituite nuove entità statali, con [[Magistratura (storia romana)|magistrati]] locali, autonomia amministrativa e, in alcuni casi, con l'emissione di [[moneta|monete]], ma comunque con l'obbligo di fornire, in caso di [[guerra]], l'aiuto richiesto da Roma secondo la ''[[formula togatorum]]''. Gli abitanti delle colonie latine non erano ''[[cittadinanza romana|cives Romani optimo iure]]'', ma possedevano lo ''[[ius connubii]]'' e lo ''[[ius commercii]]'' secondo i diritti del ''[[Nomen Latinum]]''. Le colonie venivano dedotte secondo il diritto latino sia come forma di controllo della diffusione della cittadinanza romana (in quanto considerata superiore a tutte le altre), sia per motivi pragmatici: non essendo direttamente governate da Roma come le colonie di diritto romano, ma avendo magistrati propri, potevano meglio e più velocemente prendere decisioni per difendersi da pericoli imminenti. Tra queste ricordiamo quelle fondate dopo la sconfitta definitiva degli [[Equi]], ad ''[[Alba Fucens]]'' nel [[303 a.C.]],<ref name="Brizzi2012,79">{{cita|Brizzi 2012|p. 79}}.</ref> a [[Carseoli]] nel [[302 a.C.]] o nel [[298 a.C.]], da cui era nata la [[tribù (storia romana)|tribù]] ''Aniensis''.<ref name="Brizzi2012,79"/> |
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Le colonie erano rette dai ''[[duoviri]]'', da un [[senato]] locale e da un'[[assemblea]] popolare. In [[impero romano|età imperiale]] alcune città si arrogarono il titolo di colonia pur non possedendolo, perché questo titolo era diventato un privilegio di pochi ''[[municipium|municipia]]''. |
Versione delle 06:34, 9 set 2018
Una colonia romana era una comunità autonoma, situata in un territorio conquistato da Roma in cui si erano stanziati dei cittadini romani, legata da vincoli di eterna alleanza con la madrepatria.
Origine e sviluppo
L'istituzione della colonia romana si fa risalire ai tempi della sua fondazione e alle prime istituzioni volute da Romolo, e diversamente da quelle greche, comportava la compresenza di coloni romani e quella parte di uomini delle città conquistate che non veniva destinata alla schiavitù.[1]
Come luoghi in cui stanziare i propri coloni i romani prediligevano città già abitate dai popoli sottomessi. Inizialmente servivano da avamposto per controllare un territorio che sarebbe stato ulteriormente colonizzato: in questo senso, il ruolo di Aquileia nell'espansione romana verso il nord est fu importantissimo.
«Nello stesso anno [181 a.C., n.d.r.] fu dedotta nel territorio dei Galli la colonia di Aquileia. 3.000 fanti ricevettero 50 iugeri ciascuno, i centurioni 100, i cavalieri 140. I triumviri che fondarono la colonia furono Publio Scipione Nasica, Gaio Flaminio e Lucio Manlio Acidino.»
Verso la fine della Repubblica romana, le colonie servirono soprattutto da territorio abitabile dai proletari o dai veterani dell'esercito romano: in questo modo si riduceva la pressione demografica dell'Urbe.
Amministrazione
Esistevano diversi tipi di colonia. I più importanti erano le colonie romane e le colonie di diritto latino.
Colonia di diritto romano
Gli abitanti di una colonia romana erano cittadini di Roma e godevano quindi del riconoscimento di tutti i diritti legati a questa condizione. L'amministrazione della città era controllata direttamente da Roma.
Colonia di diritto latino
Nel secondo caso venivano istituite nuove entità statali, con magistrati locali, autonomia amministrativa e, in alcuni casi, con l'emissione di monete, ma comunque con l'obbligo di fornire, in caso di guerra, l'aiuto richiesto da Roma secondo la formula togatorum. Gli abitanti delle colonie latine non erano cives Romani optimo iure, ma possedevano lo ius connubii e lo ius commercii secondo i diritti del Nomen Latinum. Le colonie venivano dedotte secondo il diritto latino sia come forma di controllo della diffusione della cittadinanza romana (in quanto considerata superiore a tutte le altre), sia per motivi pragmatici: non essendo direttamente governate da Roma come le colonie di diritto romano, ma avendo magistrati propri, potevano meglio e più velocemente prendere decisioni per difendersi da pericoli imminenti. Tra queste ricordiamo quelle fondate dopo la sconfitta definitiva degli Equi, ad Alba Fucens nel 303 a.C.,[2] a Carseoli nel 302 a.C. o nel 298 a.C., da cui era nata la tribù Aniensis.[2]
Le colonie erano rette dai duoviri, da un senato locale e da un'assemblea popolare. In età imperiale alcune città si arrogarono il titolo di colonia pur non possedendolo, perché questo titolo era diventato un privilegio di pochi municipia.
Elenco colonie romane
In età regia
Nome latino | Nome moderno | anno/i | provincia o regione augustea |
altro |
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Fidene | 745 a.C.-737/736 a.C.[3] | Latium vetus | ||
Cameria | 737/736 a.C. | Latium vetus |
In età repubblicana
In età imperiale
Sappiamo che Augusto riordinò il nuovo sistema amministrativo provinciale anche grazie alla creazione di ventotto colonie[47][48] e numerosi municipi che favorirono la romanizzazione dell'intero bacino del Mediterraneo.
Note
- ^ Dionigi di Alicarnasso, II, 16.1.
- ^ a b Brizzi 2012, p. 79.
- ^ Plutarco, Vita di Romolo, 23, 7.
- ^ a b Rifondata nel 338 a.C. (Livio, VIII, 14.8); dal 317 a.C. ebbe propri magistrati (Livio, IX, 20.10).
- ^ Paola Brandizzi Vittucci, Antium: Anzio e Nettuno in epoca romana, Roma, Bardi Editore, 2000.
- ^ a b c Livio, VIII, 21.11).
- ^ Marcella Chelotti, Rilettura di CIL, IX 801 (Luceria), in Caldelli–Gregori Epigrafia e Ordine Senatorio, 30 anni dopo, Edizioni Quasar, Roma 2014, p. 663
- ^ a b c Livio, X, 21.7; Velleio Patercolo, I, 14.6.
- ^ Livio, Periochae, 11.
- ^ Velleio Patercolo, I, 14.8.
- ^ Polibio, II, 19.12.
- ^ a b c d e f g h i j k l m Velleio Patercolo, I, 13.2.
- ^ a b c d e Livio, XL, 34.2-3.
- ^ AE 1997, 1671; CIL VIII, 26282.
- ^ a b c d Cassio Dione, XXXVI, 50.3.
- ^ CIL III, 386a (p 977).
- ^ AE 2001, 2058; AE 1996, 1660; CIL III, 12041; CIL III, 14377.
- ^ CIL III, 13754; CIL III, 6977; CIL III, 6978; CIL III, 12220.
- ^ AE 1991, 1193; AE 2002, 921; CIL XII, 689 (p 818); CIL XII, 694; CIL XII, 696 (p 818); CIL XII, 700; CIL XII, 702; CIL XII, 704; AE 1959, 137; CIL XII, 719; CIL XII, 731; CIL XII, 738.
- ^ a b c d e f g h i j k l m Cornell & Matthews 1984, p. 72.
- ^ CIL VIII, 1206.
- ^ CIL VIII, 62.
- ^ CIL VIII, 14452.
- ^ CIL VIII, 24015.
- ^ ILTun 838; CIL VIII, 24100.
- ^ CIL VIII, 968 (p 1282).
- ^ a b CIL XIII, 969.
- ^ a b AE 1980, 609; CIL XII, 4388; CIL XII, 4390 (p 846); CIL XII, 4391; CIL XII, 4397; CIL XII, 4398; CIL XII, 4406; CIL XII, 4414; CIL XII, 4418; CIL XII, 4422; CIL XII, 4424; AE 1892, 92.
- ^ CIL VIII, 27420; CIL VIII, 15205; AE 1949, 36; CIL VIII, 805; AE 1902, 251; AE 1914, 167; CIL VIII, 1494.
- ^ AE 1997, 1392; Corinth-8-3, 82.
- ^ AE 1997, 517.
- ^ CIL XI, 3576; CIL XI, 3577; CIL XI, 3578.
- ^ AE 1954, 162; AE 1985, 377; AE 2005, 501; AE 1994, 612.
- ^ CIL XII, 1116; CIL XII, 1120; CIL XII, 1118 (p 823); CIL XII, 1114 (p 823).
- ^ Iscr. Latine Gallia Narbonense 656; CIL XII, 5371 (p 856).
- ^ AE 1993, 1148; AE 1993, 1155; CIL XII, 2327.
- ^ CIL X, 6087
- ^ Gaia Pignocchi, Il Porto di Ancona edito nel 1999
- ^ CIL XII, 1239 (p 824).
- ^ CIL VIII, 1632 (p 938); CIL VIII, 15868.
- ^ AE 2000, 1721; CIL VIII, 16367; CIL VIII, 16258.
- ^ AE 1941, 79; AE 1954, 259.
- ^ AE 1967, 655.
- ^ AE 1987, 1129; AE 1987, 1130.
- ^ AE 1935, 63; AE 1955, 45.
- ^ a b CIL VIII, 1181 (p 1388).
- ^ Svetonio, Augustus, 46.
- ^ Res Gestae, 28.
- ^ AE 1969/70, 167; AE 1969/70, 168; CIL IX, 2165.
- ^ CIL XI, 1059.
- ^ AE 1994, 612.
- ^ CIL XII, 3291.
- ^ a b Cassio Dione, LIV, 23.7.
- ^ CIL XII, 358 (p 810); CIL XII, 367.
- ^ a b c d e f N.Constable, Historical atlas of ancient Rome, New York 2003, p.96.
- ^ CIL VIII, 10594.
- ^ CIL VIII, 16466.
- ^ AE 2003, 2026.
- ^ AE 1934, 39.
- ^ AE 1921, 16.
- ^ AE 1956, 160 a-b.
- ^ CIL III, 284; CIL III, 285.
- ^ CIL III, 6786.
- ^ CIL III, 6826; CIL III, 6827.
- ^ AE 1998, 747; HEp-7, 150.
- ^ CIL VIII, 9400.
- ^ Tacito, ''Historiae, IV, 77.
- ^ Edith M.Wightman, Roman Trier and the Treveri, London 1970, p. 40 e 42; Franz Schön, Augusta Treverorum, in Der Neue Pauly (DNP), Stuttgart 1997, ISBN 3-476-01472-X, p.286.
- ^ CIL III, 386a (p 977); Philippi 701; Philippi 702; Philippi 703.
- ^ András Mócsy, Pannonia and Upper Moesia, Londra 1974, p.86.
- ^ Corinth-8-3, 82.
- ^ CIL VIII, 17842.
- ^ CIL VIII, 16558.
- ^ AE 1935, 60; AE 1958, 128.
- ^ CIL XII, 1120.
- ^ CIL VIII, 21819; AE 1935, 170.
- ^ AE 1989, 628; CIL III, 7773.
- ^ AE 1944, 30; AE 1977, 657.
- ^ AE 1996, 1277; AE 1996, 1278; AE 1998, 1079; IDR-III-5-1, 7; CIL III, 1083.
- ^ CIL VIII, 848 (p 1272, 2423); CIL VIII, 23984; CIL VIII, 12366 (p 2423); AE 1923, 16.
- ^ CIL VIII, 9062; CIL VIII, 9063.
- ^ Cassio Dione, LXXV, 23.
- ^ CIL VIII, 12548.
- ^ a b c d P.Oliva, Pannonia and the onset of crisis in the roman empire, Praga 1962, p.340.
- ^ a b c Làszlò Borhy, Brigetio accampamento dei legionari e municipium sul Danubio, in Traiano ai confini dell'Impero, a cura di Grigore Arbore Popescu (1998), p.88. P.Oliva, Pannonia and the onset of crisis in the roman empire, Praga 1962, p.340.
- ^ a b c d C.B.Wells e altri, The escavations at Dura-Europos, "Final report V", The Parchments and Papyri, New Haven 1959, papiro 28, p.146.
- ^ a b c d CIL III, 8109; CIL III, 8130.
Bibliografia
- Fonti antiche
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- (LA) Pseudo-Cesare, Bellum Africum. (testo latino e traduzione inglese ).
- (LA) Pseudo-Cesare, Bellum Alexandrinum. (testo latino e traduzione inglese ).
- (LA) Pseudo-Cesare, Bellum Hispaniense. (testo latino e traduzione inglese ).
- (GRC) Diodoro Siculo, Bibliotheca historica. (traduzione inglese).
- (GRC) Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane. (traduzione inglese).
- (GRC) Dione Cassio, Storia romana. (testo greco e traduzione inglese).
- (LA) Eutropio, Breviarium ab Urbe condita, vol.. (testo latino e traduzione inglese ).
- (LA) Floro, Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC libri duo. (testo latino e traduzione inglese).
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- (LA) Livio, Periochae ab Urbe condita. (testo latino ).
- (LA) Orosio, Historiarum adversus paganos libri septem. (testo latino).
- (LA) Plinio il Vecchio, Naturalis historia. (testo latino e versione inglese).
- (GRC) Plutarco, Vite parallele. (testo greco e traduzione inglese).
- (GRC) Polibio, Storie (Ἰστορίαι), vol.. (traduzione in inglese qui e qui).
- (GRC) Strabone, Geografia, vol.. (traduzione inglese).
- (LA) Svetonio, De vita Caesarum libri VIII. (testo latino e traduzione italiana).
- (LA) Tacito, Annales. (testo latino , traduzione italiana e traduzione inglese).
- (LA) Velleio Patercolo, Historiae romanae ad M. Vinicium libri duo. (testo latino e traduzione inglese qui e qui ).
- Fonti storiografiche moderne
- in italiano
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- Corpora e florilegi epigrafici
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- AE = L'Année épigraphique, 1888-oggi - Homepage e ricerca/banca dati