Murray Gell-Mann: differenze tra le versioni

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Versione delle 16:42, 9 nov 2015

Murray Gell-Mann
Medaglia del Premio Nobel Premio Nobel per la fisica 1969

Murray Gell-Mann (New York, 15 settembre 1929) è un fisico statunitense.

Ha ricevuto il Premio Nobel per la Fisica nel 1969 per gli studi sulle particelle elementari, e in particolare sulla teoria dei quark.

Biografia

È nato a Manhattan da una famiglia di origine ebraica immigrata da Czernowitz (Ucraina). Ha conosciuto gli anni duri della Grande Depressione e la povertà. Da piccolo è stato un bambino prodigio: aspirava a fare il linguista o l'archeologo, ma il padre gli propose di fare l'ingegnere o il fisico. Gell-Mann gli rispose che il corso di fisica era l'unico alla Columbia Grammar in cui era andato male.

Si è laureato in fisica alla Yale University nel 1948, a soli 19 anni, e ha conseguito il dottorato presso il MIT (Massachusetts Institute of Technology) nel 1951. È stato professore di fisica presso l'Università di Chicago prima di trasferirsi presso il California Institute of Technology, dove ha insegnato dal 1955 al 1993.

È professore emerito di fisica teorica presso il Caltech e professore presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università del Nuovo Messico, ad Albuquerque.

Nel 1984 ha fondato a Santa Fe, nel Nuovo Messico, il Santa Fe Institute, un istituto non profit per la ricerca sui sistemi complessi e lo sviluppo dell'insieme di studi interdisciplinari che prende il nome di scienza della complessità.

Gell-Mann è anche un linguista e un collezionista di antichità dell'Asia orientale.

Contributi scientifici

Ha introdotto la cosiddetta eightfold way (letteralmente la via ottupla, comunemente definita la via dell'ottetto) come mezzo per organizzare coerentemente il gran numero di particelle che erano state trovate sperimentalmente negli anni precedenti. La eightfold way ha stabilito una chiara relazione tra il sistema dei quark e l'algebra astratta. Tale relazione è espressa da una teoria di gauge basata sul gruppo SU(3) denominata cromodinamica quantistica, o QCD (Quantum Chromodynamics), che descrive l'interazione forte fra quark tramite i gluoni.

Il contributo di Gell-Mann è stato fondamentale anche nello sviluppo del concetto di quark, della legge di conservazione della stranezza (una proprietà di sapore intrinseca ai quark) e nella scoperta che i quark possiedono carica ±1/3 o ±2/3.

L'origine del nome Quark

Secondo quanto riferito dallo stesso Gell-Mann, il nome "quark" gli è stata suggerito da una frase senza senso contenuta nel romanzo Finnegans Wake di James Joyce, che egli stava leggendo al tempo della scoperta:

Three quarks for Muster Mark!
Sure he has not got much of a bark
And sure any he has it's all beside the mark.
James Joyce, Finnegans Wake[1]

Ulteriori dettagli a questo riguardo[2] vengono dati da Gell-Mann nel suo libro The Quark and the Jaguar, Adventures in the Simple and the Complex (Il Quark e il Giaguaro, avventure nel semplice e nel complesso).[3]

Testi

Gell-Mann ha scritto un libro di divulgazione scientifica intitolato The Quark and the Jaguar, Adventures in the Simple and the Complex (Il Quark e il Giaguaro, avventure nel semplice e nel complesso) in cui ha messo a fuoco sia il concetto di elementarità che quello di complessità. Più in generale egli presenta una netta tendenza alla riflessione filosofica con conseguente teorizzazione del pluralismo ontologico.

George Johnson gli ha dedicato Strange Beauty: Murray Gell-Mann and the Revolution in 20th-Century Physics (Strana bellezza: Murray Gell-Mann e la rivoluzione della fisica nel XX secolo), la più nota biografia dello studioso.

Note

  1. ^ J. Joyce, Finnegans Wake, Penguin Books, 19<2 [1939], p. 383, ISBN 0-14-006286-6.
  2. ^ La citazione originale è la seguente: In 1963, when I assigned the name "quark" to the fundamental constituents of the nucleon, I had the sound first, without the spelling, which could have been "kwork". Then, in one of my occasional perusals of Finnegans Wake, by James Joyce, I came across the word "quark" in the phrase "Three quarks for Muster Mark". Since "quark" (meaning, for one thing, the cry of the gull) was clearly intended to rhyme with "Mark", as well as "bark" and other such words, I had to find an excuse to pronounce it as "kwork". But the book represents the dream of a publican named Humphrey Chimpden Earwicker. Words in the text are typically drawn from several sources at once, like the "portmanteau" words in "Through the Looking-Glass". From time to time, phrases occur in the book that are partially determined by calls for drinks at the bar. I argued, therefore, that perhaps one of the multiple sources of the cry "Three quarks for Muster Mark" might be "Three quarts for Mister Mark", in which case the pronunciation "kwork" would not be totally unjustified. In any case, the number three fitted perfectly the way quarks occur in nature.
  3. ^ M. Gell-Mann, The Quark and the Jaguar: Adventures in the Simple and the Complex, Henry Holt and Co., 1995, p. 180, ISBN 978-0-8050-7253-2.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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