Minerva: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Una feccia che di più non di può
m Annullate le modifiche di 151.18.55.10 (discussione), riportata alla versione precedente di Ezio danise
Riga 1: Riga 1:
{{Nota disambigua}}
[[File:Mantegna, trionfo della virtù, dettaglio 02.jpg|thumb|Minerva, dettaglio del ''[[Trionfo della Virtù]]'' di [[Andrea Mantegna]] (1499-1502)]]
[[File:Head of Minerva.jpg|thumb|Testa di Minerva di [[Elihu Vedder]], [[1896]]]]
[[File:GiorcesBardo5.jpg|upright=0.7|thumb|[[Museo nazionale del Bardo|Minerva]]]]
'''Minerva''' (in latino Minerva, in greco Ἀθηνᾶ) è la [[divinità]] [[mitologia romana|romana]] della lealtà in lotta, delle grandi virtù della guerra giusta (guerra per giuste cause o per difesa), della [[saggezza]], delle strategie, delle tessiture, riconosciuta anche protettrice degli [[Artigianato|artigiani]]. Da un punto di vista mitologico, la figura di Minerva deriva da quella di [[Atena]], suo corrispettivo nella [[mitologia greca]].
Come per Atena anche per Minerva l'animale sacro è la [[Civetta di Minerva|civetta]], talvolta il gufo. Figlia di Giove secondo il mito, nata dalla testa di quest'ultimo.

== Titoli e ruoli ==
Il termine ''Minerva'' fu probabilmente importato dagli [[Civiltà etrusca|etruschi]] che la chiamavano [[Menrva]]. I romani ne confusero il nome straniero con il loro lemma ''mens'' (mente) visto che la dea governava non solo la guerra, ma anche le attività intellettuali.

Minerva è la figlia di [[Giove (divinità)|Giove]] e di [[Meti (Oceanina)|Meti]]. Viene considerata la divinità [[Verginità|vergine]] della [[guerra]] giusta, della strategia, della [[saggezza]], dell'ingegno, delle [[arte|arti]] utili (architettura, ingegneria, scienza, matematica, geometria, artigianato e tessitura), nonché inventrice del [[Telaio (tessitura)|telaio]] e del [[Carro (trasporto)|carro]], e di svariate altre cose. I suoi simboli sono il gufo, l'ulivo, l'egida e una lancia nuova.

== Culto ==
Il celebre poeta romano [[Publio Ovidio Nasone]] la definì ''divinità dai mille compiti''. Minerva fu adorata in tutta l'[[Italia]], nonostante solo a [[Roma]] assumesse un aspetto da guerriera. Viene solitamente raffigurata mentre indossa una [[cotta di maglia]] ed un [[elmo]], completa di [[lancia (arma)|lancia]].
Il celebre poeta romano [[Publio Ovidio Nasone]] la definì ''divinità dai mille compiti''. Minerva fu adorata in tutta l'[[Italia]], nonostante solo a [[Roma]] assumesse un aspetto da guerriera. Viene solitamente raffigurata mentre indossa una [[cotta di maglia]] ed un [[elmo]], completa di [[lancia (arma)|lancia]].


[[Dionigi di Alicarnasso]] riporta come l'antica città di ''[[Orvinio|Orvinium]]'', nell'epoca in cui era abitata dagli [[Aborigeni (mitologia)|Aborigeni]], fosse dominata da un tempio dedicato alla dea.<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], I 14.3</ref>
[[Dionigi di Alicarnasso]] riporta come l'antica città di ''[[Orvinio|Orvinium]]'', nell'epoca in cui era abitata dagli [[Aborigeni (mitologia)|Aborigeni]], fosse dominata da un tempio dedicato alla dea.<ref>[[Dionigi di Alicarnasso]], [[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]], I 14.3</ref>


I Romani ne celebravano la festa dal 19 al 23 marzo nei giorni che prendevano il nome di ''[[Quinquatria]]'', i primi cinque successivi alle [[Idi di marzo]], a partire dal diciannovesimo nel Calendario degli Artigiani. Una versione più contenuta, le ''[[Minusculae Quinquatria]]'', si teneva dopo le [[Idi di giugno]], il 13 giugno, con l'uso di [[flauto|flautisti]], molto usati nelle cerimonie religiose. Il culto di Minerva era tenuto sul [[Campidoglio]] e faceva parte della [[Triade Capitolina]], insieme a Giove e [[Geri non sei mai stato che uno scherzo riuscito male|G]] Nella Roma attuale si può visitare la [[Piazza della Minerva]], nei pressi del [[Pantheon (Roma)|Pantheon]].
I Romani ne celebravano la festa dal 19 al 23 marzo nei giorni che prendevano il nome di ''[[Quinquatria]]'', i primi cinque successivi alle [[Idi di marzo]], a partire dal diciannovesimo nel Calendario degli Artigiani. Una versione più contenuta, le ''[[Minusculae Quinquatria]]'', si teneva dopo le [[Idi di giugno]], il 13 giugno, con l'uso di [[flauto|flautisti]], molto usati nelle cerimonie religiose. Il culto di Minerva era tenuto sul [[Campidoglio]] e faceva parte della [[Triade Capitolina]], insieme a Giove e [[Giunone]]. Nella Roma attuale si può visitare la [[Piazza della Minerva]], nei pressi del [[Pantheon (Roma)|Pantheon]].


Nel [[207 a.C.]] una [[gilda (storia)|gilda]] di poeti e attori venne creata per fare [[offerta votiva|offerte votive]] nel [[tempio di Minerva (Aventino)|Tempio di Minerva]] sull'[[Aventino]]. Tra gli altri membri merita una menzione speciale [[Livio Andronico]]. Il santuario aventiniano rimase un importante centro culturale per gli artisti per la maggior parte della [[Repubblica romana]].
Nel [[207 a.C.]] una [[gilda (storia)|gilda]] di poeti e attori venne creata per fare [[offerta votiva|offerte votive]] nel [[tempio di Minerva (Aventino)|Tempio di Minerva]] sull'[[Aventino]]. Tra gli altri membri merita una menzione speciale [[Livio Andronico]]. Il santuario aventiniano rimase un importante centro culturale per gli artisti per la maggior parte della [[Repubblica romana]].

Versione delle 14:57, 26 nov 2017

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Minerva (disambigua).
Minerva, dettaglio del Trionfo della Virtù di Andrea Mantegna (1499-1502)
Testa di Minerva di Elihu Vedder, 1896
Minerva

Minerva (in latino Minerva, in greco Ἀθηνᾶ) è la divinità romana della lealtà in lotta, delle grandi virtù della guerra giusta (guerra per giuste cause o per difesa), della saggezza, delle strategie, delle tessiture, riconosciuta anche protettrice degli artigiani. Da un punto di vista mitologico, la figura di Minerva deriva da quella di Atena, suo corrispettivo nella mitologia greca. Come per Atena anche per Minerva l'animale sacro è la civetta, talvolta il gufo. Figlia di Giove secondo il mito, nata dalla testa di quest'ultimo.

Titoli e ruoli

Il termine Minerva fu probabilmente importato dagli etruschi che la chiamavano Menrva. I romani ne confusero il nome straniero con il loro lemma mens (mente) visto che la dea governava non solo la guerra, ma anche le attività intellettuali.

Minerva è la figlia di Giove e di Meti. Viene considerata la divinità vergine della guerra giusta, della strategia, della saggezza, dell'ingegno, delle arti utili (architettura, ingegneria, scienza, matematica, geometria, artigianato e tessitura), nonché inventrice del telaio e del carro, e di svariate altre cose. I suoi simboli sono il gufo, l'ulivo, l'egida e una lancia nuova.

Culto

Il celebre poeta romano Publio Ovidio Nasone la definì divinità dai mille compiti. Minerva fu adorata in tutta l'Italia, nonostante solo a Roma assumesse un aspetto da guerriera. Viene solitamente raffigurata mentre indossa una cotta di maglia ed un elmo, completa di lancia.

Dionigi di Alicarnasso riporta come l'antica città di Orvinium, nell'epoca in cui era abitata dagli Aborigeni, fosse dominata da un tempio dedicato alla dea.[1]

I Romani ne celebravano la festa dal 19 al 23 marzo nei giorni che prendevano il nome di Quinquatria, i primi cinque successivi alle Idi di marzo, a partire dal diciannovesimo nel Calendario degli Artigiani. Una versione più contenuta, le Minusculae Quinquatria, si teneva dopo le Idi di giugno, il 13 giugno, con l'uso di flautisti, molto usati nelle cerimonie religiose. Il culto di Minerva era tenuto sul Campidoglio e faceva parte della Triade Capitolina, insieme a Giove e Giunone. Nella Roma attuale si può visitare la Piazza della Minerva, nei pressi del Pantheon.

Nel 207 a.C. una gilda di poeti e attori venne creata per fare offerte votive nel Tempio di Minerva sull'Aventino. Tra gli altri membri merita una menzione speciale Livio Andronico. Il santuario aventiniano rimase un importante centro culturale per gli artisti per la maggior parte della Repubblica romana.

Nelle Vite parallele di Plutarco (Pericle e Fabio Massimo), Minerva appare a Pericle in sogno ordinando delle cure per un cittadino malato di Atene. Dopo questo episodio venne eretta una statua in bronzo in onore delle divinità Ermes e Minerva.

Calculus Minervae

Il calculus Minervae era la pietra di Minerva, cioè il voto decisivo in un organo collegiale che fosse in stallo per parità di voti su di una proposta, equamente approvata ed avversata dal medesimo numero di componenti (secondo Tito Livio circa cinquecento).

Si tratta della traduzione latina dell'Athenas psephos, il coccio che il presidente deponeva nell'urna per ultimo nella Bulè dei Cinquecento (l'organo legislativo nella Costituzione di Clistene, che però esercitava anche una funzione giurisdizionale). Tale definizione era data sull'esempio del leggendario voto di Atena in favore di Oreste, ricordato da Eschilo ne Le Eumenidi, decisivo per mandare esente da pena il matricida.

Nell'antica Roma la definizione fu ripresa nel 30 a.C. quando, nei processi criminali, un senatoconsulto riconobbe ad Ottaviano il calculus Minervae, il privilegio di aggiungere il suo voto a quello della minoranza, e quindi determinare l'assoluzione, qualora la sentenza fosse stata pronunciata con la maggioranza di un solo voto.

Nel mondo moderno la funzione del Presidente con voto decisivo in caso di parità è garantita in vari ordinamenti, tra i quali il Senato degli Stati Uniti d'America e la Commissione per la Verità e la Riconciliazione del Sudafrica (nella quale il presidente Desmond Tutu espresse un voto decisivo nell'ultima seduta[2]). Ciò si distingue dallo swing vote, che è il voto oscillante di un componente non ideologizzato in un organo collegiale dispari, che tendenzialmente è portato a decidere chi vince: il caso del giudice Sandra O'Connor della Corte suprema degli Stati Uniti è considerato quello più appropriato a rendere il concetto, almeno nei tempi più recenti.

Note

  1. ^ Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, I 14.3
  2. ^ Desmond Tutu, Non c'è futuro senza perdono, Milano, Feltrinelli, 2001, p. 160.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN13107718 · CERL cnp00544188 · LCCN (ENno2018111002 · GND (DE118986155 · J9U (ENHE987009156716205171