Oreste (figlio di Agamennone)
| Oréstēs | |
|---|---|
| Saga | Saga degli Atridi |
| Nome orig. | Ὀρέστης (Oréstēs) |
| Lingua orig. | greco antico |
| Caratteristiche immaginarie | |
| Specie | umano |
| Sesso | maschio |
| Luogo di nascita | Micene |
| Professione | re di Argo, re di Micene e di Sparta |
Oreste (in greco antico: Ὀρέστης?, Oréstēs) è un personaggio della mitologia greca. Fu un re di Argo[1], re di Micene e di Sparta.[2]
Genealogia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di Agamennone[3][4] e di Clitennestra,[3][4] sposò Ermione[2][5] che lo rese padre di Tisameno.[2][5]
Da Erigone ebbe il figlio Pentilo.[2]
Mitologia
[modifica | modifica wikitesto]Introduzione
[modifica | modifica wikitesto]Il personaggio di Oreste è una delle figure più note ed influenti della mitologia greca e la sua storia ha avuto un impatto duraturo sulla letteratura e sulla cultura occidentale rendendo Oreste un simbolo della vendetta, della giustizia e della lotta tra il destino e la libera volontà.
La sua leggenda si è particolarmente arricchita insieme a quella della sorella Ifigenia ed il suo ruolo di vendicatore del padre era già conosciuto nei poemi omerici, sebbene Omero non citi l'episodio dell'uccisione della madre Clitennestra, cita un passo nel quale Nestore, dopo aver ricordato l'uccisione di Egisto, aggiunge: "offrì un banchetto funebre ai Danai, per la madre indegna e per Egisto il vile".
Oreste è stato trattato da diversi autori dell'antichità, che hanno offerto versioni diverse della sua storia. Tra questi, i poeti Stesicoro e Pindaro hanno utilizzato il mito di Oreste nelle loro opere liriche, mentre il tragediografo Eschilo lo ha rappresentato nella sua trilogia Orestea, ma ci sono anche Sofocle ed Euripide, che hanno raccontato la sua storia in modo dettagliato e commovente.
D'altra parte, i mitografi Apollodoro, Igino e Ditti Cretese hanno incluso e riassunto la storia di Oreste nelle loro raccolte di miti, offrendo una narrazione più sistematica e completa della sua vicenda. Queste tre diverse versioni testimoniano e riassumono la complessità e la ricchezza del mito di Oreste nella cultura greca antica.
La versione di Apollodoro
[modifica | modifica wikitesto]La raccolta di scritti attribuita a Pseudo-Apollodoro parla di Oreste in modo più dettagliato ed includendo anche altre fonti o versioni diverse.
Oreste adolescente fu salvato dal rischio di essere ucciso (per le conseguenze della faida tra suo nonno Atreo e Tieste), da sua sorella Elettra che lo portò dallo zio Strofio perché lo allevasse. Così Strofio lo crebbe insieme a suo figlio Pilade ed una volta cresciuto si recò dall'oracolo di Delfi per chiedere ad Apollo se dovesse vendicare l'assassinio di suo padre Agamennone[6] oltreché chiedere un risarcimento per questi dispiaceri ed in seguito (probabilmente deluso) diede fuoco e saccheggiò il tempio.[7] Oppure da Apollo ottenne l'assenso e così ritornò a Micene in compagina di Pilade (suo cugino) ed una volta giunto nella sua terra natia uccise sia sua madre Clitennestra che suo zio Egisto, per poi ritrovarsi impazzito e perseguitato dalle Erinni.[6]
Quando Oreste impazzì (sentendo il rimorso e le colpe dei sui atti) Neottolemo rapì sua moglie Ermione (che da Menelao gli fu promessa in sposa se avesse vinto la guerra di Troia) ed Oreste (a Delfi) uccise anche Neottolemo.

Oreste poi, si recò ad Atene dove fu mandato a processo dalle stesse Erinni, (o da Tindaro o da Erigone), processo che si svolse nell'Areopago e dove fu assolto. In seguito chiese ad Apollo di essere liberato dal suo disturbo e questi gli rispose che liberazione sarebbe avvenuta dopo che lui si fosse recato in Tauride ed avrebbe preso l'icona di legno (raffigurante Artemide) che si trovava nel tempio. Ma i Tauri avevano l'usanza di uccidere ogni straniero e di sacrificarlo (nel tempio di Artemide), da dove poi venivano condotti nell'Ade.[6]
Così Oreste, una volta giunto con Pilade in quelle terre fu catturato e portato dal re Toante che li fece condurre dalla sacerdotessa del tempio e lei (sua sorella Ifigenia) lo riconobbe. Insieme, i tre rubarono l'icona di Artemide che portarono ad Atene e che divenne il Tauropolo.[6] Oppure l'imbarcazione di Oreste fu spinta fino a Rodi da una tempesta e questa icona divenne parte di un muro di fortificazione.[6]
Giunto a Micene, ritrovò Elettra che sposò Pilade mentre Oreste stesso divenne padre di Tisameno avuto da Ermione o da Erigone.[6]
Oreste morì ucciso dal morso di un serpente ad Oresteo in Arcadia,[6] oppure fu ucciso da Machereo il Focese quando saccheggiò il tempio di Delfi.[7]
La versione di Igino
[modifica | modifica wikitesto]Per quanto il latino Igino visse molti secoli dopo la scrittura delle versioni dei testi in greco antico e nonostante la sua versione sembri confondere nomi e fatti mitologici, il suo lavoro di mitografo potrebbe essere stato svolto con la conoscenza di testi di autori a noi non pervenuti. Pertanto, e nonostante le probabili inesattezze, la sua opera rimane una fonte preziosa per comprendere la mitologia antica ed è sempre un'importante risorsa per gli studiosi di mitologia classica.
Appena nato, Oreste fu strappato dalla culla da Telefo (con il benestare di sua madre Clintennestra) perché un oracolo predisse a Telefo che solo agendo in quel modo avrebbe ottenuto una cura per la sua ferita (che fu causata da una lancia che Achille aveva ottenuto da Chione).[8]
Ancora infante e dopo che Clintennestra uccise suo padre Agamennone, sua sorella Elettra temette che lui, Oreste, ultimo maschio della dinastia e futuro erede al trono, potesse essere ucciso e volle salvarlo. Così lo portò da suo zio Strofio[9] che accolse il bambino e lo allevò insieme suo figlio (e cugino) Pilade ed i due ragazzi crebbero come fratelli.
Cresciuto, Oreste volle vendicare l'assassinio di suo padre Agamennone e, con Pilade, si recò a Micene dove chiese al cugino di riferire a Clitennestra che lui fosse morto. Pilade si presentò a Clitennestra con un urna contenente delle ossa e le disse che fossero quelle di Oreste e che l'uomo che era con lui (Oreste) era soltanto un etolo che lo stava accompagnando. Una volta creduti, si presentarono ad Egisto (lo zio di Oreste, colui che sposò Clitennestra dopo che lei uccise il marito Agamennone) e questi li accolse. Oreste e Pilade, ebbero così l'occasione di ucciderli entrambi[10] e di vendicare l'assassinio di Agamennone.
Oreste, fu accusato del duplice omicidio da Tindaro e gli fu concesso di andare in esilio e luogo da dove in seguito fu perseguitato dalle Furie e lui, sempre inseguito dai rimorsi, si recò dall'oracolo di Delfi per chiedere la fine delle sue sofferenze. Gli fu risposto che doveva recarsi in Tauride dal re Toante (Igino confonde il re dei tauri Toante con Toante re di Lemno) per prendere la statua di Artemide (che Igino chiama Diana) e portarla ad Argo. Così si imbarcò con Pilade e giunti in Tauride furono catturati dagli abitanti e condotti dal re Toante che ordinò che fossero sacrificati nel tempio.[11]

Nel tempio Oreste fu riconosciuto da Ifigenia (sua sorella maggiore che in precedenza fu portata in Tauride avvolta dalle nubi per volere di Artemide[4]) e che fu informata della loro missione. Così li aiutò a sottrarre la statua di Artemide dicendo a Toante che doveva essere purificata. Fuggiti dal tempio, grazie ad un vento favorevole navigarono fino all'isola di Zminte (probabilmente un'isola vicino a Lemno), dove viceva Crise, (un vecchio sacerdote di Apollo Sminteo)[11] che dapprima s'apprestò a consegnare Oreste ed Ifigenia a Toante re di Lesmo (probabilmente Igino continua a confondere i due Toante), ma che una volta compreso chi fossero i due prigionieri rivelò a suo nipote (anch'esso chiamato Crise) che gli imprigionati erano suoi fatellastri perché anche lui (Crise il giovane) era figlio di Agamennone. Così "Crise il giovane" uccise Toante assieme ad Oreste ed tre si apprestarono a partire per Micene portando con loro la statua di Artemide.[12]
A Micene sua sorella Elettra seppe da un messaggero bugiardo che Oreste e Pilade erano stati uccisi da Ifigenia in Tauride e quando anche Alete seppe questa notizia s'impadronì del trono di Micene. Elettra giunse a Delfi e vi arrivò lo stesso giorno in cui anche i tre eroi vi giunsero e, se Oreste non l'avesse fermata, avrebbe ucciso Ifigenia con un tizzone ardente per la rabbia. Ma Oreste riuscì a farsi riconoscere da Elettra e la fermò. Oreste uccise Alete ed avrebbe ucciso anche Erigone se Artemide non l'avesse fermato.[13]

Oreste sposò Ermione ma Neottolemo (a cui Ermione fu promessa) si recò da Menelao per riaverla per sè. Menelao rese sua figlia a Neottolemo ed Oreste lo uccise e si riprese la donna.[14] Pilade sposò Elettra.[13]
La versione di Ditti Cretese
[modifica | modifica wikitesto]Ditti Cretese non parla di Erinni e nemmeno di viaggi nel Mar Nero verso la Tauride. Sembra inoltre rappresentare un uomo giusto che viene assolto dal tribunale per l'omocidio che ha compiuto ma che viene condannato dal popolo per uno che non ha commesso e forse anche per uno che avrebbe potuto commettere.
Oreste fu in pericolo dopo che sua madre Clitennestra sposò Egisto (che divenne re di Micene) in quanto lui era il giovane principe ereditario ed Egisto avrebbe potuto ucciderlo. Così Taltibio lo portò da Idomeneo[15] e quando Oreste fu cresciuto, chiese ad Idomeneo di dargli quanti più uomini possibile e di poter salpare da Creta e recarsi ad Atene. Idomeneo acconsenti ed Oreste, giunto ad Atene, chiese l'aiuto degli Ateniesi per spodestare Egisto. Oreste si recò anche dall'oracolo dove gli fu risposto che per riconquistare il trono che fu di suo padre Agamennone, avrebbe dovuto uccidere suo zio Egisto e sua madre Clitennestra. Poi si recò dal de della Focide Strofio che a sua volta offrì il suo aiuto ed Oreste, ora a capo di un grande esercito, che marciò su Micene ed uccise Clitennestra, mentre Egisto fu ucciso in un imboscata.[16]
I Micenei lo acclamarono (anche se Menelao re di Sparta complottava contro di lui) ed Oreste perorò la sua causa e comparse all'Areopago dove fu assolto, ma questa decisione fece soffrire Erigone che si impiccò. Oreste fu assolto e purificato, così il re di Atene Menesteo lo rimandò dai micenesi che lo nominarono re. Oreste fu poi invitato a Creta da Idomeneo e con lui vi giunse anche Menelao, che fu accusato (da Oreste) di aver complottato contro di lui, ma alla fine si riconciliarono e ripartirono per Sparta. Inoltre Menelao gli promise sua figlia Ermione in sposa.[17]
Ma fu Neottolemo a sposare Ermione[18] ed Ermione poco tempo dopo si lamentò con Menelao dicendo che Neottolemo si era recato a Delfi e che la tradiva.[19] Oreste venne a conoscenza di questo e avvisò Menelao di voler uccidere il rivale e poiché Neottolemo non era a Delfi, decise di partire per cedcarlo ma senza trovarlo. Così tornò a Micene portando con sé Ermione, ma i micenei credettero che avesse ucciso Neottolemo.
Neottolemo fu infatti ucciso a Delfi (probabilmente dal sacerdote Machereo[7]) e seppure anche i nonni della vittima (Peleo e Teti) scoprirono che Oreste non aveva incontrato il loro nipote, il popolo non volle credere alla sua innocenza. Teti però saputo del matrimonio di Oreste, disse all'amante di Neottolemo (Andromaca) di fuggire verso i Molossi in quanto la donna era incinta e Teti temeva che Oreste ed Ermione potessero uccidere il bambino.[20]
Le altre versioni del mito
[modifica | modifica wikitesto]Secondo altri autori, chi lo salvò da una probabile morte quando era un bambino fu la nutrice Laodicea,[21] od Arsinoe secondo Pindaro, oppure Cilissa secondo Eschilo.
Anche sul resto degli eventi vi sono diverse versioni. Omero, secondo la tradizione greca, e anche il poeta Stesicoro, che nella sua Orestea ambienta questi avvenimenti a Sparta, narra che le Erinni o Furie (il cui compito era di punire i gravi delitti) lo assalirono ma Apollo diede a Oreste un arco con cui scacciarle lontano.[22]
Eschilo ed Euripide narrano invece che le Furie fecero impazzire Oreste immediatamente dopo la morte della madre e lo perseguitarono senza tregua. Prima della pazzia, secondo Igino Oreste fu giudicato a Micene per volere di Tindaro, padre di Clitemnestra.[10] Eace, che ancora odiava Agamennone per la morte di Palamede, chiese l'esilio di Oreste. Ma, secondo Euripide, Oreste ed Elettra vennero condannati a morte. Furono salvati da Menelao il quale, costretto da Apollo, convinse la gente di Micene ad accontentarsi di punire i due fratelli con un anno d'esilio. Atena, in quanto presidente dell'Areopago (l'antico tribunale fondato dagli dei dopo la morte di Alirrozio, figlio di Poseidone), diede il suo voto in favore di Oreste, giudicando la morte della madre meno importante di quella del padre.
Ma nemmeno allora le Furie abbandonarono Oreste. Allora Apollo gli disse che per trovare pace doveva recarsi nel Chersoneso, terra dei Tauri, rubare l'antica statua lignea di Artemide e poi recarsi in un luogo ove scorreva un fiume formato da sette sorgenti, Metauros (oggi Petrace), indicato dall'oracolo di Delfi. Questo è tutt'oggi un fiume alimentato da sette sorgenti. Appena vi si immerse, Oreste riacquistò il senno.[23] La leggenda narra che in quel luogo vi fondò una città che da lui prese il nome (Porto Oreste).
Al ritorno gli spettò il trono di Micene e Argo (dopo avere ucciso il fratellastro Alete) e, alla morte di Menelao, anche quello di Sparta. Pilade sposò Elettra, e Ifigenia divenne sacerdotessa di Artemide in Grecia.
La tomba di Oreste
[modifica | modifica wikitesto]Secondo quanto riportato da Erodoto, Oreste sarebbe stato sepolto a Tegea: ritrovandone il corpo, Lica, uno dei cinque Spartiati detti Valenti, riuscì a procurare la vittoria di Sparta sulla città di Tegea, in conformità con quanto detto dalla Pizia.[24]
Nell'arte
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Letteratura
[modifica | modifica wikitesto]- Orestea - opera di Stesicoro.
- Orestea - trilogia di tragedie di Eschilo (Agamennone, Coefore ed Eumenidi).
- Oreste - tragedia di Euripide.
- Oreste schiavo - tragedia di Marco Pacuvio.
- Oreste - tragedia di Blossio Emilio Draconzio.
- Oreste - tragedia di Vittorio Alfieri.
- Oreste - tragedia di Giovanni Rucellai.
- Oreste - tragedia di François-Marie Arouet ("Voltaire").
- Le mosche - opera teatrale di Jean-Paul Sartre.
Musica
[modifica | modifica wikitesto]- Oreste - opera musicale di Domenico Cimarosa rappresentata a Napoli nel 1783
- Oreste - opera musicale di Francesco Morlacchi rappresentata a Parma nel 1808
- Oreste - opera musicale di Konradin Kreutzer del 1818
Cinema
[modifica | modifica wikitesto]- Luna rossa - film di Antonio Capuano del 2001 ispirato all'Orestea di Eschilo che è qui trasposta nella Campania dei giorni nostri e dove Oreste, interpretato da Domenico Balsamo, è giovane membro della famiglia camorrista dei Cammarano.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Pausania, 'Periegesi della Grecia', libro 2.18.5, su theoi.com. URL consultato il 6 settembre 2025.
- ^ a b c d (EN) Pausania, 'Periegesi della Grecia', libro 2.18.6, su theoi.com. URL consultato il 6 settembre 2025.
- ^ a b (EN) Apollodoro, 'Biblioteca', Epitome 2.16, su theoi.com. URL consultato il 6 settembre 2025.
- ^ a b c (EN) Igino, 'Fabulae', 98, su topostext.org. URL consultato il 6 settembre 2025.
- ^ a b (EN) Apollodoro, 'Biblioteca' Epitome 6.28, su theoi.com. URL consultato il 29 agosto 2025.
- ^ a b c d e f g (EN) Apollodoro, 'Biblioteca' Epitome 6.24 e seguenti, su theoi.com. URL consultato il 29 agosto 2025.
- ^ a b c (EN) Apollodoro, 'Biblioteca' Epitome 6.14, su theoi.com. URL consultato il 29 agosto 2025.
- ^ (EN) Igino, 'Fabulae', 101, su topostext.org. URL consultato il 6 settembre 2025.
- ^ (EN) Igino, 'Fabulae', 117, su topostext.org. URL consultato il 6 settembre 2025.
- ^ a b (EN) Igino, 'Fabulae', 119, su topostext.org. URL consultato il 6 settembre 2025.
- ^ a b (EN) Igino, 'Fabulae', 120, su topostext.org. URL consultato il 6 settembre 2025.
- ^ (EN) Igino, 'Fabulae', 121, su topostext.org. URL consultato il 6 settembre 2025.
- ^ a b (EN) Igino, 'Fabulae', 122, su topostext.org. URL consultato il 6 settembre 2025.
- ^ (EN) Igino, 'Fabulae', 123, su topostext.org. URL consultato il 6 settembre 2025.
- ^ (EN) Ditti Cretese, Libro 6.2, su theoi.com. URL consultato il 6 settembre 2025.
- ^ (EN) Ditti Cretese, Libro 6.3, su theoi.com. URL consultato il 13 settembre 2025.
- ^ (EN) Ditti Cretese, Libro 6.4, su theoi.com. URL consultato il 13 settembre 2025.
- ^ (EN) Ditti Cretese, Libro 6.10, su theoi.com. URL consultato il 13 settembre 2025.
- ^ (EN) Ditti Cretese, Libro 6.12, su theoi.com. URL consultato il 13 settembre 2025.
- ^ (EN) Ditti Cretese, Libro 6.13, su theoi.com. URL consultato il 13 settembre 2025.
- ^ Stesicoro nell'Orestea
- ^ Oreste, in «Enciclopedia Italiana» - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 17 ottobre 2013.
- ^ Varrone, Antiquitates rerum humanarum, Liber X (De Italiae Regionibus).«Iuxta Rhegium fluvii sunt continui septem Latapadon, Migodes, Eugyon, Stacteros, Polme, Meleissa, Argeades. In his a matris nece dicitur purgatus Orestes, ibique diu fuisse ensem, et ab eo aedificatum Apollinis templum, cuius loco Rheginos, cum Delphos proficiscerentur, re divina facta, lauream decerpere solitos, quam ferrent secum.»
- ^ Erodoto, I, 68.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- Pseudo-Apollodoro, Epitome (II, 16; VI, 13-14 et 24-28).
- Eschilo, Orestea.
- Sofocle, Elettra
- Euripide, Andromaca, Elettra, Oreste.
- Igino, Favole (CCLVII).
- Erodoto, Storie.
- Stesicoro, Orestea
- Fonti secondarie
- Sofocle, Euripide, Hofmannsthal e Yourcenar, Elettra. Variazioni sul mito, a cura di Guido Avezzù, traduzione di Bruno Gentili et al., Venezia, Marsilio, 2002, ISBN 88-317-8051-4.
Altri progetti
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Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Oreste
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Orestes, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Oreste, su Comic Vine, Fandom.
| Controllo di autorità | VIAF (EN) 62343965 · CERL cnp00586922 · LCCN (EN) no2014021736 · GND (DE) 118736558 · BNF (FR) cb124390525 (data) · J9U (EN, HE) 987007316669605171 |
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