Raffaele Cadorna (1889-1973): differenze tra le versioni

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Template:Membro delle istituzioni italiane

Raffaele Cadorna (Pallanza, 12 settembre 1889Verbania, 20 dicembre 1973) è stato un generale e politico italiano, comandante del Corpo Volontari della Libertà. Fu decorato dagli Stati Uniti con la Bronze Star Medal.

Biografia

Figlio del conte Luigi Cadorna, capo di Stato Maggiore dell'esercito italiano durante la prima guerra mondiale, e nipote di Raffaele, comandante delle truppe italiane nella presa di Roma (20 settembre 1870), Raffaele Cadorna frequentò il corso allievi ufficiali di cavalleria all'Accademia militare di Modena; divenne sottotenente nel 1909 e combatté prima nella guerra italo-turca e poi al servizio del padre nella prima guerra mondiale. Dal 1920 al 1924 fece parte della commissione militare interalleata in Germania incaricata di tracciare i nuovi confini, mentre successivamente fu addetto militare a Praga (dal 1929 al 1934) e comandante del Savoia Cavalleria nel 1937.

Politicamente schierato tra le file del centro-destra, sostenne inizialmente il fascismo ma si dichiarò contrario alla guerra d'Etiopia, senza però subire particolari conseguenze (nel 1941 fu nominato colonnello).

lapide commemorativa dell’incontro del Generale Raffaele Cadorna con i rappresentanti della Resistenza italiana a Ranzanico presso l'oratorio di San Bernardino

Nel corso della seconda guerra mondiale partecipò (estate 1940) ad alcune operazioni militari minori e di disturbo contro la Francia. Comandante della scuola di applicazione di cavalleria di Pinerolo nel 1942, all'indomani dell'armistizio dell'8 settembre 1943, con il grado di generale di brigata alla testa della Divisione Corazzata "Ariete II", fu incaricato di organizzare la resistenza alle forze di occupazione tedesche difendendo Roma dall'invasione nazista.

Durante la lotta di Resistenza partigiana, nel luglio del 1944 assunse il comando del Corpo volontari della libertà, con il quale coordinò alcune strategie militari insieme agli eserciti statunitense e britannico. Il 14 giugno 1945 gli venne consegnato dal generale Willis Crittemberg, Comandante del IV Corpo d'Armata alleato, il Certificato al Patriota, riconoscimento attribuito ai partigiani che avevano contribuito alla lotta di Liberazione[1].

Poco dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale fu nominato capo di stato maggiore del Regio esercito (4 luglio 1945, ultimo ad avere tale incarico), confermato nel ruolo anche quando l'Italia diventò una repubblica. Dimessosi dall'incarico nel 1947 per divergenze con il Ministero della Guerra, nel 1948 aderì alla Democrazia Cristiana, con cui fu senatore fino al 1963. In quest'anno lanciò con Randolfo Pacciardi, Tomaso Smith, Alfredo Morea, Mario Vinciguerra, Ivan Matteo Lombardo ed altri il manifesto per l'Unione Democratica Nuova Repubblica che auspiocava l'introduzione del presidenzialismo in Italia. Nel 1928 sposò donna Paola Greppi dei conti di Bussero e di Corneliano (figlia del Generale Edoardo), dalla quale ebbe quattro figli. Rimasto vedovo nel 1939, nel 1941 sposò la sorella minore Cecilia Greppi, dalla quale ebbe due figli.

Nelle biografie viene spesso riportato con l'appellativo di "Junior" per distinguerlo dal nonno Raffaele, di cui era omonimo.

Onorificenze

Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria
Bronze Star Medal - nastrino per uniforme ordinaria
Comandante della Legion of Merit - nastrino per uniforme ordinaria

Note

Bibliografia

Collegamenti esterni

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