Rita Atria

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«Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci. Borsellino sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta[1]»

Rita Atria

Rita Atria (Partanna, 4 settembre 1974Roma, 26 luglio 1992) è stata una testimone di giustizia italiana.

Si uccise a 17 anni una settimana dopo la strage di via D'Amelio perché, proprio per la fiducia che riponeva nel magistrato italiano Paolo Borsellino, si era decisa a collaborare con gli inquirenti.

Biografia

Figlia di Vito Atria (1939-1985) e di Giovanna Canova (1939-2012), nel 1985, all'età di undici anni, Rita Atria perde il padre, pastore affiliato a Cosa nostra, ucciso in un agguato. Alla morte del padre Rita si lega ancora di più al fratello Nicola ed alla cognata 18enne Piera Aiello, che si era sposata nove giorni prima dell'omicidio del suocero. Da Nicola, anch'egli mafioso, Rita raccoglie le più intime confidenze sugli affari e sulle dinamiche mafiose a Partanna. Nel giugno 1991 Nicola Atria viene ucciso e sua moglie Piera Aiello, che era presente all'omicidio del marito, denuncia i due assassini e collabora con la polizia[2].

Nel novembre 1991, a soli 17 anni, decide di seguire le orme della cognata, cercando nella magistratura giustizia per quegli omicidi. Il primo a raccogliere le sue rivelazioni è il giudice Paolo Borsellino (all'epoca procuratore di Marsala), al quale si lega come ad un padre. Le deposizioni di Rita e di Piera, unitamente ad altre testimonianze, permettono di arrestare numerosi mafiosi di Partanna, Sciacca e Marsala e di avviare un'indagine sull'onorevole democristiano Vincenzino Culicchia, per trent'anni sindaco di Partanna[3][4].

Una settimana dopo la strage di via D'Amelio, in cui perde la vita il giudice Borsellino, Rita si uccide a Roma, dove vive in segreto, lanciandosi dal settimo piano di un palazzo di viale Amelia 23[5][6]. Sua sorella Anna se ne andrà in seguito a vivere a Roma. Rita Atria per molti rappresenta un'eroina, per la sua capacità di rinunciare a tutto, finanche agli affetti della madre (che la ripudiò e che dopo la sua morte distrusse la lapide a martellate)[7], per inseguire un ideale di giustizia attraverso un percorso di crescita interiore che la porterà dal desiderio di vendetta al desiderio di una vera giustizia. Rita (così come Piera Aiello) non era una pentita di mafia: non aveva infatti mai commesso alcun reato di cui pentirsi. Correttamente ci si riferisce a lei come testimone di giustizia, figura questa che è stata legislativamente riconosciuta con la legge 45 del 13 febbraio 2001[8].

A lei è intitolato il capannone confiscato di Calendasco, in Provincia di Piacenza, inaugurato il 12 maggio 2018 con la presenza di Don Luigi Ciotti.

Filmografia

  • Non parlo più, regia di Vittorio Nevano – miniserie TV (1995)
  • La siciliana ribelle, regia di Marco Amenta (2007). La pellicola è liberamente ispirata a Rita Atria, la cui parte è interpretata da Veronica D'Agostino. Tuttavia il film ha suscitato la reazione di Piera Aiello, che ha accusato il regista di intenti speculativi.[9]

Teatro

  • Il mio giudice di Maria Pia Daniele (1993) scritto in versi sciolti e nei modi di una tragedia classica narra la vicenda di Rita Atria, giovane testimone di giustizia di Paolo Borsellino, raffigurata dall'autrice come una novella Antigone. Viene rappresentato, con la regia della stessa autrice, nel 2003, interpretato da Sara Bertelà.
  • La pièce viene anche rappresenta al Festival internazionale di Drammaturgia Bonner 1994. La produzione del Laboratorio Teatro Settimo 1993 ha visto la regia di Valter Malosti e l'interpretazione di Almerica Schiavo. Va in scena in russo con la compagnia del Teatro Stabile di Kaliningrad (Tilsit, 1995). Il testo è premiato all'Ugo Betti nel 1999. Realizzato per la televisione da Rai International con il titolo La ragazza infame, in collaborazione con il Teatro Stabile di Parma, regia di Gigi Dall'Aglio. Interprete Elisabetta Pozzi, in onda in America e in Australia (2000-2002) e riproposto da RadioTre per “Teatri sonori” (Radio Rai, 2002). Il mio giudice diviene anche opera in Requiem per Rita Atria con le musiche di Furio Di Castri (Torino, Teatro Regio, 2008). Nel decennale delle stragi di Capaci e di via D'Amelio e della morte di Rita Atria, debutta come monologo alla XXI edizione delle Orestiadi di Gibellina, diretto dall'autrice. Lo spettacolo è anche radiotramesso dal programma radiofonico RadioTre Suite nel 2002. Il testo ha partecipato a numerose rassegne tra cui Un palcoscenico delle donne, a cura di Franca Rame e Dario Fo (Milano, 1994), Teatri della Legalità (S. M. Capua Vetere, Teatro Garibaldi, 2008), Ville Vesuviane per le Celebrazioni Leopardiane (Torre del Greco, Villa Ranieri, 2009), "La Sicilia di Paolo" a cura del Teatro Stabile di Catania (T. Greco 2012). Nel ventennale, con la regia di Maria Pia Daniele, per la serata del Teatro di Roma in ricordo di Falcone e Borsellino, è all'India. Con l'egida di Libera di Don Ciotti è allestito da G.A.D. di Pistoia (2014).
  • Picciridda (2010): regia di Pietra Selva. Gruppo Orme e Gruppo Camaleonte.
  • Rita e il Giudice: scritto e diretto da Marco Artusi, interpretato da Evarossella Biolo. Debutto al Teatro Excelsior di Padova il 17/1/2020.

Note

  1. ^ Luigi Ciotti, In ricordo di Rita Atria testimone di giustizia, in la Repubblica, 26 luglio 2002. URL consultato il 16 marzo 2013 (archiviato il 12 gennaio 2018).
  2. ^ Gabriello Montemagno, Rita Atria, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne. URL consultato il 9 maggio 2018 (archiviato il 30 luglio 2017).
  3. ^ LA MAFIA UCCISE IL MARITO LA VEDOVA ORA SFIDA I CLAN - Repubblica.it, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 13 ottobre 2013 (archiviato il 22 febbraio 2015).
  4. ^ ALLA SBARRA LA MAFIA DEL BELICE GRANDE ACCUSATRICE RITA ATRIA - Repubblica.it, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 13 ottobre 2013 (archiviato il 22 febbraio 2015).
  5. ^ Mafia: una targa a Roma per Rita Atria, su libera.it, Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, 25 luglio 2009. URL consultato il 27 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2017).
  6. ^ Antonio Maria Mira, Il ricordo. Rita Atria, la picciridda di Borsellino che morì 25 anni fa, su avvenire.it, Avvenire, 26 luglio 2017. URL consultato il 27 luglio 2017 (archiviato il 26 luglio 2017).
  7. ^ Stefano Pasta, Beni confiscati alle mafie, quando il tesoro dei boss diventa impresa sociale, su repubblica.it, la Repubblica, 9 novembre 2014. URL consultato il 9 maggio 2018 (archiviato il 20 novembre 2017).
  8. ^ Testo della legge 45/2001 Archiviato il 9 agosto 2011 in Internet Archive..
  9. ^ In memoria di Rita Atria, su liberatrentino.blogspot.it, Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, 26 luglio 2012. URL consultato il 9 maggio 2018 (archiviato il 30 luglio 2012).

Bibliografia

  • Gabriello Montemagno, Il sogno spezzato di Rita Atria, Palermo, Ediz. della Battaglia, 1992
  • Maria Pia Daniele, Il mio giudice, ed. Ridotto, 1993; ed. Deep collana Teatro, 2002; è in Assoli contro la mafia, Bea Teatro (2013) e in Donne del Sud - Trilogia, La Mongolfiera editrice (2016).
  • Sandra Rizza, Una ragazza contro la mafia, Palermo, La Luna, 1993
  • Maria Randazzo (a cura di), Paolo Borsellino: silenzi e voci, ed. Sezione palermitana dell'Associazione Nazionale Magistrati, 2003.
  • Carlo Lucarelli, Trapani, coppole e colletti bianchi, in Storie di bande criminali, di mafie e di persone oneste, 1ª ed., Torino, Einaudi, 2008, pp. 332-395, ISBN 978-88-06-19502-1.
  • Antonio Ingroia, Nel labirinto degli dèi: storie di mafia e antimafia, Milano, Il Saggiatore, 2010.
  • Andrea Gentile, Volevo nascere vento : storia di Rita che sfidò la mafia con Paolo Borsellino, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2014, ISBN 8804637153, OCLC 898729158.
    Visualizzazione limitata su Google Libri: Volevo nascere vento, su books.google.it, Edizioni Mondadori.
  • Petra Reski, Rita Atria. La Picciridda dell'Antimafia, Nuovi Mondi, 2011. ISBN 9788889091814

Voci correlate

Collegamenti esterni

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