Lupara bianca
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Lupara bianca è una locuzione di origine giornalistica utilizzata in Italia per indicare un omicidio di mafia che prevede l'occultamento del corpo di una persona assassinata.[1][2]
Fa riferimento alla lupara in quanto arma da fuoco tradizionalmente associata ad organizzazioni criminali di stampo mafioso.[1] Viene in particolare utilizzato per indicare tale modalità di eliminazione da parte di Cosa Nostra.
Sistemi propri dell'eliminazione da ascriversi alla "lupara bianca" sono il seppellire i corpi nella campagna, in luoghi poco frequentati per renderne difficile il ritrovamento, oppure di gettare il cadavere in un pilastro di edifici in costruzione e coprendolo con una colata di calcestruzzo[senza fonte] o di scioglierlo nell'acido sbarazzandosi successivamente dei resti (questa pratica era principalmente usata dai clan dei Corleonesi di Salvatore Riina[3]), oppure di appesantirlo per gettarlo sul fondo di paludi, acquitrini o in alto mare.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b Lupara, su treccani.it, Vocabolario Treccani online.
- ^ Lupara bianca, su simone.it, Sito ufficiale della Casa Editrice Edizioni Simone, dizionario online. URL consultato il 19 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2019).
- ^ Cadavere sciolto nell’acido, stile corleonese per la ‘ndrangheta che comanda a Milano, su ilfattoquotidiano.it, Sito web de il Fatto Quotidiano.