Lupara (arma)

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Un esemplare di lupara

La lupara indica in Italia un tipo di fucile a canne mozze tipico della Sicilia a cui è stato sottratto il calcio, utilizzato per dare la caccia a lupi e cinghiali.

Il nome deriva dal fatto che quest'arma veniva largamente utilizzata per cacciare i lupi usando cartucce caricate con pallettoni da 6 millimetri, tecnicamente un munizionamento spezzato N.7/0.

Utilizzo del termine[modifica | modifica wikitesto]

È stata spesso menzionata nelle cronache giornalistiche italiane, soprattutto a partire dagli anni sessanta del XX secolo, per il suo diffuso utilizzo nei delitti di cosa nostra e della 'ndrangheta. Nello stesso contesto, si segnala anche l'uso giornalistico dell'espressione lupara bianca, per quei delitti che, a prescindere dalle modalità di esecuzione, comportano la sparizione del corpo della vittima.[1]

Significati alternativi[modifica | modifica wikitesto]

Anche Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo usa il termine per indicare non il fucile ma il suo munizionamento: "[...] lo hanno trovato morto [...] con dodici lupare nella schiena".

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ lupara in Vocabolario, su treccani.it, Treccani. URL consultato il 28 aprile 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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