PopMart Tour

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PopMart Tour
Gli U2 nella tappa di Belfast, agosto 1997
Tour degli U2
AlbumPop
InizioLas Vegas
25 aprile 1997
FineJohannesburg
21 marzo 1998
Spettacoli93

PopMart Tour fu il 12º tour del gruppo musicale irlandese U2 in promozione dell'album Pop. Il tour ebbe 93 spettacoli e circa 3,9 milioni di spettatori paganti[1]. Del concerto tenuto a Città del Messico fu realizzato il DVD PopMart: Live from Mexico City e il live, pubblicato solo per i membri del fanclub, Hasta la Vista Baby!.

Presentazione[modifica | modifica wikitesto]

La conferenza stampa di presentazione avviene al K-Mart di New York in cui, oltre ad esibirsi in alcuni brani, vengono svelati i piani degli U2. Il 3 marzo esce in tutto il mondo il nuovo album Pop. Durante la presentazione del tour, Bono ha dichiarato come il nuovo tour fosse come "se tutte le sere la gente si recasse ad un Super Bowl o ad una finale del campionato del mondo di calcio".[2] Il tour vede due tappe italiane, la prima il 18 settembre all'aeroporto di Roma-Urbe e davanti a 56.000 persone. Questa data purtroppo è funestata dall'improvvisa morte di uno spettatore a causa di un malore. La seconda due giorni dopo a Reggio Emilia. Quest'ultimo concerto è un evento mondiale: il gruppo ha infatti raccolto ben 146.000 spettatori paganti, record assoluto per una band fino al 1997. Sarà battuto nel 2005 da Ligabue, sempre a Reggio nell'Emilia, con 165.264 spettatori paganti. Durante l'esibizione Bono dedica la serata al fan deceduto a Roma, intonando per l'occasione MLK.

Scenografie[modifica | modifica wikitesto]

Il palco è sovrastato da un mega schermo delle dimensioni di 700 metri quadrati, che permette una visione ottimale solo da una certa lontananza. Il palco, inoltre, è sormontato da un imponente arco giallo alto 33 metri[2] ed è composto da uno schermo di 50 metri per 17, con 21 000 schede di circuiti, un arco dorato alto 30 metri, un'oliva illuminata di 4 metri impalata su uno stuzzicadenti di 30 metri. E ancora 1000 riflettori, una pedana da ballo in plexiglas, un limone motorizzato di 12 metri che si trasforma in una palla di specchi da discoteca e oltre a 100 luci stroboscopiche. Lo scopo è quello di ironizzare sul concetto del kitsch e del prodotto da supermarket, di carente qualità e dall'utilizzo immediato. Il risultato, non essendo all'altezza delle aspettative, costringe la band ad intervenire riprendendo in mano molti brani contenuti nell'album, smussandone le sonorità più techno in altre più consone allo stile U2. Il progetto di tutte queste scenografie è di Willie Williams.

Scaletta[modifica | modifica wikitesto]

I concerti del Popmart Tour erano composti tipicamente da 22-23 canzoni. Ad aprire tutti e 93 i concerti Mofo e I Will Follow, seguite solitamente da Gone, Even Better Than the Real Thing, Last Night on Earth, Until the End of the World, New Year's Day, Pride (In the Name of Love), I Still Haven't Found What I'm Looking For e All I Want Is You. Nella prima leg del tour la posizione delle canzoni era leggermente diversa: al posto di New Year's Day gli U2 suonarono If God Will Send His Angels[3] e, per i primi sei concerti, Do You Feel Loved[4]. Le scalette e le perfomance (giudicate scadenti dalla critica) della prima leg furono condizionate dal fatto che il tour venne organizzato quando ancora gli U2 erano in studio a registrare l'album, la cui fine prevista per le festività natalizie del 1996 si protrasse fino a marzo 1997, lasciando alla band poco tempo per fare delle vere e proprie prove prima della première di Las Vegas dell'aprile 1997.[5]. Dopo All I Want Is You c'era il set acustico sul b-stage, con Bono e The Edge che eseguivano Staring at the Sun (proposta nei primi concerti anche in versione elettrica) e a volte Desire. Elemento caratteristico del PopMart Tour era il cosiddetto "Edge's Karaoke", in cui il chitarrista si esibiva in veri e propri karaoke di canzoni altrui, come Singing In The Rain, Born to Be Wild, Dancing Queen ed altre. Dal concerto di Sarajevo questo spazio venne sostituito da una versione acustica di Sunday Bloody Sunday eseguita sempre da The Edge. Il set proseguiva con Miami (fino alla quarta leg), Bullet the Blue Sky, Please e Where the Streets Have No Name. Gli encores erano sempre composti da sei canzoni: Discothèque, If You Wear that Velvet Dress, With or Without You, Hold Me, Thrill Me, Kiss Me, Kill Me, Mysterious Ways e One. Come canzone di chiusura s'alternarono diverse canzoni, come la cover di Rain dei The Beatles, Unchained Melody, Wake up Dead Man, 40 o MLK.[6]

Di seguito l'evoluzione della scaletta tra il primo concerto e l'ultimo:

Las Vegas · 25 aprile 1997[7] Johannesburg · 21 marzo 1998[8]
  1. Pop Muzik (Pop Mart Mix) Intro
  2. Mofo
  3. I Will Follow
  4. Even Better Than The Real Thing
  5. Do You Feel Loved
  6. Pride (In The Name Of Love)
  7. I Still Haven't Found What I'm Looking For
  8. Last Night On Earth
  9. Gone
  10. Until The End Of The World
  11. If God Will Send His Angels
  12. Staring At The Sun
  13. Daydream Believer The Edge's Karaoke
  14. Miami
  15. Bullet The Bullet Blue Sky
  16. Please
  17. Where The Streets Have No Name
  18. Discothèque
  19. If You Wear That Velvet Dress
  20. With Or Without You
  21. Hold Me, Thrill Me, Kiss Me, Kill Me
  22. Mysterious Ways
  23. One
  1. Pop Muzik (Pop Mart Mix) Intro
  2. Mofo
  3. I Will Follow
  4. Gone
  5. Even Better Than The Real Thing
  6. Last Night On Earth
  7. Until The End Of The World
  8. New Year's Day
  9. Pride (In The Name Of Love)
  10. I Still Haven't Found What I'm Looking For
  11. All I Want Is You
  12. Staring At The Sun acustica
  13. Sunday Bloody Sunday
  14. Bullet The Blue Sky
  15. Please
  16. Where The Streets Have No Name
  17. Discothèque
  18. If You Wear That Velvet Dress
  19. With Or Without You
  20. Hold Me, Thrill Me, Kiss Me, Kill Me
  21. Mysterious Ways
  22. One
  23. 40

Canzoni suonate[9][modifica | modifica wikitesto]

Boy (1980) I Will Follow (93)
October (1981)
War (1983) New Year's Day (68) - Sunday Bloody Sunday (33) - 40 (4)
The Unforgettable Fire (1984) Pride (In The Name Of Love) (93) - MLK (19) - Bad (9)
The Joshua Tree (1987) Bullet The Blue Sky (93) - I Still Haven't Found What I'm Looking For (93) - Where The Streets Have No Name (93) - With Or Without You (93) - Mothers Of The Disappeared (4)
Rattle And Hum (1988) All I Want Is You (58) - Desire (12)
Achtung Baby (1991) Even Better Than The Real Thing (93) - Mysterious Ways (93) - One (93) - Until The End Of The World (93)
Zooropa (1993)
Original Soundtracks 1 (1995) Miss Sarajevo (1)
Pop (1997) Staring At The Sun (95) - Discothèque (93) - Gone (93) - Last Night On Earth (93) - Mofo (93) - Please (93) - If You Wear That Velvet Dress (90) - Miami (62) - If God Will Send His Angels (24) - Wake Up Dead Man (22) - Do You Feel Loved? (6)
Non-album singles Hold Me, Thrill Me, Kiss Me, Kill Me (93)
B-sides Slow Dancing (2)
Inediti She's A Mystery To Me (1)
Cover Daydream Believer (27) - Unchained Melody (23) - Rain (6) - Suspicious Minds (6) - Sweet Caroline (6) - Hallelujah (5) - Born To Be Wild (3) - Sugar Sugar (3) - Can't Help Falling In Love (2) - Radar Love (2) - Singin' In The Rain (2) - Volare (2) - All Kinds Of Everything (1) - Dancing Queen (1) - I Love You Love (1) - It's Not Unusual (1) - Macarena (1) - New York, New York (1) - Sailing (1) - San Francisco (Be Sure To Wear Some Flowers In Your Hair) (1) - Stand By Me (1) - Whiskey In The Jar (1)

Il concerto di Sarajevo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1993, durante i concerti dello ZooTV Tour a Verona, gli U2 conobbero Bill Carter, un attivista umanitario che all'epoca operava nella Sarajevo dilaniata dall'assedio jugoslavo. Carter raccontò la realtà quotidiana della capitale bosniaca a Bono, il quale fu subito colpito. Chiese anche se gli U2 fossero disponibili a un concerto direttamente in un bunker della città, e l'idea fu presa in considerazione dalla band, che poi abbandonò per difficoltà organizzative dovute allo stato di guerra in cui versava Sarajevo. Così decisero di stabilire dei collegamenti televisivi con i cittadini di Sarajevo durante i concerti dello ZooTV Tour[10]. Sebbene vennero criticati per questa loro scelta di unire la realtà di una guerra sanguinaria con lo svago di un concerto rock, la band promise che, una volta terminate le ostilità, vi sarebbero venuti per fare un concerto. L'occasione capitò durante il PopMart Tour e, in data 23 settembre 1997, gli U2 organizzarono il concerto di Sarajevo allo Stadion Kosevo, che solo tredici anni prima aveva ospitato i Giochi olimpici invernali del 1984. Per stabilire la sicurezza all'interno dello stadio, visto che i 45.000 biglietti vennero acquistati da tutte le etnie in guerra fino a due anni prima, l'ONU stazionò diversi caschi blu per prevenire problemi di ordine pubblico.

La scaletta del concerto era quella tipo di tutti i concerti del tour, se non che Bono quel giorno ebbe gravi problemi alla voce che misero in dubbio lo svolgimento del concerto. Due canzoni fecero il loro debutto nel tour: Sunday Bloody Sunday, proposta in versione acustica dal solo The Edge e che non veniva suonata dal concerto di Napoli del 9 luglio 1993[11], e - con Brian Eno alle backing vocals - Miss Sarajevo, canzone scritta per il documentario omonimo di Bill Carter e che nella versione in studio (presente su Original Soundtracks 1) gode della partecipazione di Luciano Pavarotti. A fine concerto Bono si appellò alla volontà pacifica del popolo bosniaco, asserendo che "essere uniti è una grande cosa, ma rispettare le differenze è una cosa ancora più grande".

Artisti d'apertura[modifica | modifica wikitesto]

La seguente lista rappresenta il numero correlato agli artisti d'apertura nella tabella delle date del tour.

Date[modifica | modifica wikitesto]

Data Città Stato Luogo Artisti d'apertura Biglietti (venduti / disponibili) Incasso
Nord America
25 aprile 1997 Whitney Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti Sam Boyd Stadium 1 36.742 / 36.742 $1.866.524
28 aprile 1997 San Diego Jack Murphy Stadium 30.572 / 55.000 $1.545.990
1º maggio 1997 Denver Mile High Stadium 28.540 / 50.000 $1.432.565
3 maggio 1997 Salt Lake City Rice Stadium 33.277 / 33.277 $1.692.732
6 maggio 1997 Eugene Autzen Stadium 25.931 / 35.000 $1.293.540
9 maggio 1997 Tempe Sun Devil Stadium 33.539 / 45.000 $1.673.317
12 maggio 1997 Dallas Cotton Bowl 38.043 / 45.000 $1.908.637
14 maggio 1997 Memphis Liberty Bowl Memorial Stadium 22.734 / 35.000 $1.131.570
16 maggio 1997 Clemson Frank Howard Field 20.251 / 36.500 $1.043.349
19 maggio 1997 Kansas City Arrowhead Stadium 2 23.709 / 55.000 $1.201.035
22 maggio 1997 Pittsburgh Three Rivers Stadium 27.785 / 45.000 $1.376.317
24 maggio 1997 Columbus Ohio Stadium 43.813 / 50.000 $2.246.977
26 maggio 1997 Washington RFK Stadium 42.295 / 44.000 $2.149.432
31 maggio 1997 East Rutherford Giants Stadium 2 ; 3 129.644 / 140.000 $6.499.131
1º giugno 1997
3 giugno 1997
8 giugno 1997 Filadelfia Franklin Field 2 49.944 / 49.944 $2.549.610
12 giugno 1997 Winnipeg Bandiera del Canada Canada Winnipeg Stadium 42.270 / 42.270 $1.653.884
14 giugno 1997 Edmonton Stadio del Commonwealth 90.000 / 90.000 $3.493.456
15 giugno 1997
18 giugno 1997 Oakland Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti Oakland-Alameda County Coliseum 4 66.990 / 85.000 $3.263.243
19 giugno 1997
21 giugno 1997 Los Angeles Memorial Coliseum 1 65.488 / 65.488 $3.329.775
25 giugno 1997 Madison Camp Randall Stadium 2 34.002 / 40.000 $1.701.045
27 giugno 1997 Chicago Soldier Field 116.912 / 127.500 $5.956.587
28 giugno 1997
29 giugno 1997
1º luglio 1997 Foxborough Foxboro Stadium 93.946 / 93.946 $4.719.124
2 luglio 1997
Europa
18 luglio 1997 Rotterdam Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi Stadion Feijenoord 5 91.832 / 91.832 $3.214.484
19 luglio 1997
25 luglio 1997 Werchter Bandiera del Belgio Belgio Werchter Festival Park 37.498 / 37.498 $1.482.134
27 luglio 1997 Colonia Bandiera della Germania Germania Butzweiler Hof Airfield 6 27.662 / 35.000 $1.059.067
29 luglio 1997 Lipsia Festwiese 18.463 / 25.000 $702.396
31 luglio 1997 Mannheim Maimarkt-Gelände 18.828 / 25.000 $716.281
2 agosto 1997 Göteborg Bandiera della Svezia Svezia Ullevi 7 46.658 / 46.658 $1.920.178
4 agosto 1997 Copenaghen Bandiera della Danimarca Danimarca Stadio Parken 42.734 / 42.734 $2.079.137
6 agosto 1997 Oslo Bandiera della Norvegia Norvegia Valle Hovin 40.000 / 40.000 $1.698.841
9 agosto 1997 Helsinki Bandiera della Finlandia Finlandia Stadio Olimpico 50.943 / 50.943 $2.198.97
12 agosto 1997 Varsavia Bandiera della Polonia Polonia Ippodromo di Varsavia 52.070 / 52.070 $1.042.066
14 agosto 1997 Praga Bandiera della Rep. Ceca Rep. Ceca Stadio Strahov 61.010 / 61.010 $1.254.201
16 agosto 1997 Wiener Neustadt Bandiera dell'Austria Austria Wiener Neustadt Airfield 8 62.592 / 62.592 $2.017.344
18 agosto 1997 Norimberga Bandiera della Germania Germania Zeppelinfeld 6 29.916 / 29.916 $1.153.149
20 agosto 1997 Hannover Messegelände 40.183 / 40.183 $1.520.437
22 agosto 1997 Londra Bandiera del Regno Unito Regno Unito Stadio di Wembley 3 ; 7 144.308 / 144.308 $6.753.356
23 agosto 1997
26 agosto 1997 Belfast Botanic Gardens 9 39.362 / 39.362 $1.669.372
28 agosto 1997 Leeds Roundhay Park 10 53.917 / 53.917 $2.458.615
30 agosto 1997 Dublino Bandiera dell'Irlanda Irlanda Lansdowne Road 9 85.046 / 85.046 $3.441.268
31 agosto 1997
2 settembre 1997 Edimburgo Bandiera del Regno Unito Regno Unito Stadio di Murrayfield 11 50.439 / 50.439 $2.318.566
6 settembre 1997 Parigi Bandiera della Francia Francia Parco dei Principi 12 53.519 / 53.519 $2.501.742
9 settembre 1997 Madrid Bandiera della Spagna Spagna Stadio Vicente Calderón 46.385 / 46.385 $1.776.728
11 settembre 1997 Lisbona Bandiera del Portogallo Portogallo Stadio José Alvalade 62.114 / 62.114 $2.045.906
13 settembre 1997 Barcellona Bandiera della Spagna Spagna Stadio olimpico Lluís Companys 60.096 / 60.096 $2.281.165
15 settembre 1997 Montpellier Bandiera della Francia Francia Espace Grammont 24.188 / 30.000 $1.033.643
18 settembre 1997 Roma Bandiera dell'Italia Italia Aeroporto di Roma-Urbe 13 ; 14 56.392 / 56.392 $1.990.073
20 settembre 1997[12] Reggio Emilia Aeroporto di Reggio Emilia 150.000 / 150.000 $5.294.117
23 settembre 1997 Sarajevo Bandiera della Bosnia ed Erzegovina Bosnia-Erzegovina Stadio Koševo 15 ; 16 ; 17 45.000 / 45.000 $540.000
26 settembre 1997 Salonicco Bandiera della Grecia Grecia Harbour Yard 18 50.000 / 50.000 $725.000
30 settembre 1997 Tel Aviv Bandiera d'Israele Israele Hayarkon Park 19 31.566 / 35.000 $1.809.388
Nord America
26 ottobre 1997 Toronto Bandiera del Canada Canada Skydome
27 ottobre 1997
29 ottobre 1997 Minneapolis Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti Hubert H. Humphrey Metrodome
31 ottobre 1997 Detroit Silverdome
2 novembre 1997 Montréal Bandiera del Canada Canada Stade Olympique de Montréal
8 novembre 1997 Saint Louis Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti Trans World Dome
10 novembre 1997 Tampa Houlihan's Stadium
12 novembre 1997 Jacksonville Jacksonville Municipal Stadium
14 novembre 1997 Miami Pro Player Stadium
21 novembre 1997 New Orleans Louisiana Superdome
23 novembre 1997 San Antonio Alamodome
26 novembre 1997 Atlanta Georgia Dome
28 novembre 1997 Houston Reliant Astrodome
2 dicembre 1997 Città del Messico Bandiera del Messico Messico Foro Sol
3 dicembre 1997
9 dicembre 1997 Vancouver Bandiera del Canada Canada BC Place
12 dicembre 1997 Seattle Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti Kingdome
Sud America
28 gennaio 1998 Rio de Janeiro Bandiera del Brasile Brasile Autódromo Internacional Nelson Piquet
30 gennaio 1998 San Paolo Estadio Cícero Pompeu de Toledo
31 gennaio 1998
5 febbraio 1998 Buenos Aires Bandiera dell'Argentina Argentina Estadio Monumental Antonio Vespucio Liberti
6 febbraio 1998
10 febbraio 1998 Santiago del Cile Bandiera del Cile Cile Estadio Nacional Julio Martínez Prádanos
Resto del mondo
17 febbraio 1998 Perth Bandiera dell'Australia Australia Burswood Dome
21 febbraio 1998 Melbourne Waverley Park
25 febbraio 1998 Brisbane Queensland Sport and Athletics Centre
27 febbraio 1998 Sydney Sydney Football Stadium
5 marzo 1998 Tokyo Bandiera del Giappone Giappone Tokyo Dome
11 marzo 1998 Osaka Osaka Dome
16 marzo 1998 Città del Capo Bandiera del Sudafrica Sudafrica Greenpoint-stadion
21 marzo 1998 Johannesburg Johannesburg Stadium

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

U2[modifica | modifica wikitesto]

Introiti[modifica | modifica wikitesto]

Il tour non ha portato agli incassi sperati. Le vendite dei biglietti, infatti, sono stati del 20% inferiori alle aspettative e ciò ha portato a cancellare delle date in Nord America e nella propria città natale, Dublino. Lo stesso Bono ha dichiarato come il concerto di apertura, tenuto a Las Vegas, non fosse riuscito bene a causa dei suoi problemi con la voce, oltre al fatto di non aver avuto il tempo di provare bene le nuove canzoni.[13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tratto da U2 Live: A Concert Documentary, p. 221
  2. ^ a b www.corriere.it
  3. ^ Matthias Muehlbradt, Andre Axver, U2 If God Will Send His Angels - U2 on tour, su U2gigs.com. URL consultato il 2 agosto 2015.
  4. ^ Matthias Muehlbradt, Andre Axver, U2 Do You Feel Loved? - U2 on tour, su U2gigs.com. URL consultato il 2 agosto 2015.
  5. ^ Andrea Morandi, U2: The Name Of Love - Testi commentati.
  6. ^ http://www.u2gigs.com/PopMart_Tour.html
  7. ^ Matthias Muehlbradt, Andre Axver, U2 Las Vegas, 1997-04-25, Sam Boyd Stadium, PopMart Tour - U2 on tour, su U2gigs.com. URL consultato il 17 agosto 2017.
  8. ^ Matthias Muehlbradt, Andre Axver, U2 Johannesburg, 1998-03-21, Johannesburg Stadium, PopMart Tour - U2 on tour, su U2gigs.com. URL consultato il 17 agosto 2017.
  9. ^ U2 PopMart Tour - U2 on tour, su U2gigs.com. URL consultato il 3 gennaio 2016.
  10. ^ Bill Flanagan, U2 At The End Of The World
  11. ^ http://www.u2gigs.com/Sunday_Bloody_Sunday-s11.html
  12. ^ Il concerto era parte della Festa de l'Unità.
  13. ^ www.corriere.it

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • De la Parra e Pimm Jal, U2 Live: A Concert Documentary, Londra, Omnibus Press, 2003. ISBN 0-7119-9198-7.
  • Scrimgeour e Diana, U2 Show. New York: Riverhead Books, 2004. ISBN 1-57322-296-8.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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