Pinacoteca del Castello Sforzesco

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Voce principale: Musei del Castello Sforzesco.
Pinacoteca del Castello Sforzesco
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàCastello Sforzesco
IndirizzoPiazza Castello
Coordinate45°28′11″N 9°10′49″E / 45.469722°N 9.180278°E45.469722; 9.180278
Caratteristiche
Tipopittura, scultura e medaglia
Istituzione1878
Sito web

La Pinacoteca è una sala di Castello Sforzesco di Milano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La raccolta della Pinacoteca nacque nel XIX secolo, quando Milano aveva già due importanti pinacoteche (l'Ambrosiana e Brera) e se ne andava formando una terza, il futuro Museo Poldi Pezzoli. Rispetto a queste altre realtà la pinacoteca di Castello Sforzesco nacque come museo cittadino per antonomasia, luogo di raccolta delle memorie illustri della città. Per questo quasi tutte le opere esposte provengono o da Milano o da collezioni artistiche di cittadini milanesi, come la celebre collezione Trivulzio, acquistata con una sottoscrizione cittadina nel 1935.

L'inaugurazione ufficiale, come Museo Artistico Municipale, si ebbe il 2 giugno 1878 nel salone dei Giardini Pubblici.[1] Le continue donazioni resero i locali non sufficienti e già nel 1892 fu fatto uno studio per spostare la raccolta nei locali del castello Sforzesco. Lo studio di Luca Beltrami permise che la pinacoteca venisse spostata poi nelle sale del castello nel Novecento[2] La pinacoteca venne inaugurata i 10 maggio 1900.

Tra le donazioni di cittadini illustri, patrioti, studiosi e amatori si contano quelle di: Antonio Guasconi (1863-1865), i fratelli Attendolo Bolognini (1865), Malachia De Cristoforis (1876), Camillo Tanzi (1881) erede dell´imponente collezione di Marina Germani vedova Dell´Acqua, Francesco Ponti (1895), e altri. La collezione è inoltre stata continuamente arricchita da donazioni, depositi regionali e acquisti, come le opere di Canaletto e Bellotto tra il 1995 e il 1998.[3] La mancanza di spazi fece inizialmente esporre le opere nei locali della Biblioteca Ambrosiana. Non vi era negli ultimi anni dell'Ottocento tra gli amministratori comunali e gli amministratori dei musei milanesi collaborazione. Per questo motivo vi fu una perdita di dipinti che Enrico Cernuschi vendette a Parigi nel 1900, portando Milano a perdere 200 opere d'arte.

L'ultimo allestimento (Mauro Natale, Laura Basso, Valter Palmieri), ha portato una chiusura della pinacoteca a decorrere dal 2003, fino alla nuova inaugurazione del 2005 che ha arricchito la galleria di opere di scultura, oreficeria e medaglistica.[4]

Percorso espositivo[modifica | modifica wikitesto]

La pinacoteca si trova su un'area al primo piano del Castello ed è composta da sette sale, numerate da XX a XXVI.

Sala XX[modifica | modifica wikitesto]

La sala XX, un tempo chiamata "Sala dorata" è dedicata all'arte milanese alle corti dei Visconti e degli Sforza.

Ritratto di Borso d'Este, 1469-1471

Opere presenti nella sala:

Sala XXI[modifica | modifica wikitesto]

La Sala XXI è dedicata all'età di Ludovico il Moro e della dominazione spagnola

Opere presenti nella sala:

Vincenzo Foppa, Madonna del Libro, 1475 circa

Sala XXII[modifica | modifica wikitesto]

La sala XXII è dedicata a tre opere del Rinascimento italiano.

Opere presenti nella sala:

  • Pittore lombardo, Cristo benedicente, 1510 circa
  • Pittore veneto, Madonna col Bambino, 1475-1500
  • Giacomo Galizzi da Santacroce, Trinità, 1533

Sala XXIII[modifica | modifica wikitesto]

Andrea Mantegna, Madonna in gloria e santi Giovanni Battista, Gregorio Magno, benedetto e Girolamo, 1497

La Sala XXIII è dedicata alle opere della collezione Trivulzio e di altre opere provenienti da soppressioni di chiese e monasteri. Vi si trovano soprattutto opere di artisti non lombardi

Opere presenti nella sala:

Sala XXIV[modifica | modifica wikitesto]

La Sala XXIV è dedicata alle opere dalla morte di Francesco II Sforza (1535) alla fine del secolo. Contiene opere controriformate e del manierismo.

Opere presenti nella sala:

Correggio, Madonna Bolognini, 1514-1519

Sala XXV[modifica | modifica wikitesto]

La Sala XXV ospita opere veneziane e lombarde, ispirate dalla cultura veneta. Risalgono quasi tutte al XVI secolo.

Tiziano Vecellio, Ritratto dell'ambasciatore Gabriel de Luetz d'Aramont, 1541-1542.
Tintoretto, Ritratto del procuratore Jacopo Soranzo, 1550-1551

Opere presenti nella sala:

Sala XXVI[modifica | modifica wikitesto]

Morazzone, Pentecoste, 1615 circa
Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto, Santo eremita, 1650 circa

La Sala XXVI è dedicata alle opere del XVII e XVIII secolo.

Opere presenti nella sala:

Canaletto, Il Molo verso la Riva degli Schiavoni con la colonna di San Marco, ante 1742
Canaletto, Il Molo verso la Zecca con la colonna di San Teodoro, ante 1742

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ AA.VV, La pinacoteca del Castello Sforzesco a Milano, Skira, 2005, p. 15, ISBN 88-7624-260-0.
  2. ^ Pinacoteca Castello Sforzesco, su museopertutti.org, Museo per tutti. URL consultato il 6 ottobre 2022.
  3. ^ Pinacoteca castello Sforzesco, su pinacoteca.milanocastello.it, Castello Sforzesco pinacoteca. URL consultato il 6 ottobre 2022.
  4. ^ Pinacoteca, Milano, su lombardiabeniculturali.it, LombardiaBeniCulturali. URL consultato il 6 ottobre 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., La Pinacoteca del Castello Sforzesco a Milano, Milan, Skira, 2005, ISBN 88-7624-260-0.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Controllo di autoritàVIAF (EN154857370 · ISNI (EN0000 0001 0673 9023 · LCCN (ENn86130022 · GND (DE4759760-4 · WorldCat Identities (ENlccn-n86130022