Megastene
Megastene (in greco antico: Μεγασθένης, Megasthénēs, in latino: Megasthĕnes; floruit IV-III secolo a.C. – ...) è stato un diplomatico, storico e geografo greco antico.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
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Probabilmente originario della Ionia, fu il primo diplomatico ellenistico che giunse in India, come ambasciatore di Seleuco I[1], alla corte di Chandragupta Maurya nel 303 a.C.[2].
In effetti, Seleuco avrebbe inviato Megastene come firmatario, a suo nome, di un trattato con Chandragupta dopo averlo combattuto negli anni precedenti[3], poiché Megastene era amico intimo di Sibirtio, satrapo dell'Aracosia - già satrapo sotto Alessandro e rimasto nella sua posizione anche dopo gli accordi di Triparadiso del 321 a.C. - e, dunque, conosceva bene la via verso la capitale dei Maurya, che peraltro, lo stesso storico afferma di aver visitato più volte[4].
In realtà, secondo alcune ipotesi che riflettono proprio sul legame tra Megastene e l'importante figura politica di Sibirtio, l'ambasceria sembra più probabile nel contesto politico del 319 a.C., con la pubblicazione dell'opera megastenica alla fine degli anni Dieci[5].
Indikà[modifica | modifica wikitesto]
Sulla base delle conoscenze così acquisite, Megastene compose l'opera Notizie sull'India (in greco antico: Ἰνδικά, Indikà), in 4 libri, dei quali il primo libro descriveva la geografia, i due successivi il sistema di governo, le caste e gli usi religiosi[6]; l'ultimo trattava la storia, l'archeologia e le leggende.
L'opera non ci è giunta integralmente, ma ne possediamo numerosi e ampi frammenti[7], che rivelano come Megastene scrivesse sotto il diretto influsso della mitizzazione della spedizione indiana di Alessandro, in quanto riporta credenze anche meravigliose sul subcontinente indiano senza vagliarle criticamente: ad esempio, accettava la falsa tradizione della conquista dell'India da parte di Nabucodonosor e dell'etiope Taharka[8].
Ciononostante e anche se l'interpretazione grecizzante spinse Megastene a rappresentare l'India come una sorta di utopia platonico-cinica[9], la sua opera rimase per secoli la fonte più completa e autorevole sull'India a disposizione del mondo occidentale e fu usata largamente da Arriano, nella sua Indikà, da Strabone, nella sua Geografia e dagli altri autori che si occuparono dell'India.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ F 3 J.
- ^ T 1 J.
- ^ Appiano, Syriakà, 55, 281-282.
- ^ Arriano, Anabasi, V 6, 2.
- ^ A. B. Bosworth, The Historical Setting of Megasthenes' Indica, in "Classical Philology", vol. 91 (1996), n. 2, p. 121.
- ^ La sezione più famosa: F 19 J.
- ^ FGrHist 715.
- ^ F 11a J.
- ^ A. Zambrini, Idealizzazione di una terra: etnografia e propaganda negli Indikà di Megastene, in Modes de contact et processes de transformation dans le societes anciennes, Pisa-Roma 1983, pp. 1105-1118.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- F. Jacoby (a cura di), Die Fragmente der griechischen Historiker, Berlin-Leiden, Weidmann-Brill, 1923-1998, n. 715, vol. III C, pp. 603–639.
- A. Zambrini, Idealizzazione di una terra: etnografia e propaganda negli Indikà di Megastene, in Modes de contact et processes de transformation dans le societes anciennes, Pisa-Roma 1983, pp. 1105–1118.
- A. B. Bosworth, The Historical Setting of Megasthenes' Indica, in "Classical Philology", vol. 91 (1996), n. 2, pp. 113–127.
- A. Dahlaquist, Megasthenes and Indian Religion, Delhi-Varanasi-Patna, Motilal Banarsidass, 1996.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikisource contiene una pagina dedicata a Megastene
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Megastene, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Megastene, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Megastene, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) Megastene, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Megastene, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Frammenti di Megastene, dal progetto South Asia.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 132649401 · ISNI (EN) 0000 0000 9075 7939 · LCCN (EN) n82154900 · GND (DE) 102398771 · BNF (FR) cb12968495s (data) · BAV ADV10922267 · CERL cnp00285123 · WorldCat Identities (EN) n82-154900 |
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