Isola Comacina

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L'Isola Comacina

L'Isola Comacina è un lembo di terra circondato dal Lago di Como, situato nel comune di Ossuccio, in corrispondenza dell'insenatura della costa occidentale del ramo comasco fra Argegno e la Penisola di Lavedo. È stata di proprietà del re del Belgio fino alla prima guerra mondiale.

Il breve tratto di lago che la separa dalla riva viene chiamato Zoca de l'Oli, per via delle acque lisce come olio.

Ogni anno, il 24 giugno, vi si svolge la festa di San Giovanni, con il consueto spettacolo pirotecnico sul lago.

La storia

Alcuni storici ipotizzano (basandosi su ritrovamenti archeologici) che sull'isola, in epoche in cui il Mare Adriatico coprendo la Pianura Padana arrivava fino al lago, sia stata costruita la città di Comacchia. Da qui gli abitanti sarebbero emigrati a sud per fondare i villaggi di Como e Vico, nuclei originari della città di Como.

In epoca romana, si pensa sia stata abitata da schiavi greci: i templi, poi trasformati in chiese, erano cinque, un numero considerevole nel piccolo territorio dell'isola. Durante le invasioni barbariche, i ceti abbienti comaschi si rifugiarono sull'Isola Comacina, che divenne una roccaforte. «L'isola - scrisse Ettore Rota - popolata da tanti profughi che confidavano nella pietà di Cristo, fu rivestita di nuove case, divenne un centro di vita e di resistenza, fu detta Cristopolis, città di Cristo». Francilione, governatore bizantino, riparò sull'isola durante l'invasione dei Longobardi, con un immenso tesoro, per il quale Autari (primo sposo di Teodolinda) allestì una flottiglia e condusse una battaglia navale nelle acque del lago. Nelle diverse epoche, sull'Isola Comacina trovarono riparo monarchi spodestati e nobili fuggiaschi.

Abitarono a Cristopolis sull'isola Sant'Abbondio, Sant'Agrippino, vescovo di Como, Santa Domenica, la reietta Adelaide e molti altri personaggi storici vi approdarono, tra cui Federico Barbarossa.

L'isola crebbe e diventò talmente potente da schierarsi contro Como nella guerra dei dieci anni, alleandosi con Milano. L'Isola Comacina, espugnata dai Comaschi nel 1169, venne devastata, il suo castello e le sue chiese distrutte.

I fuggiaschi scapparono a Varenna, sulla sponda opposta del lago, che anch'essa venne distrutta dai comaschi nel 1126, poiché alleata di Milano. Il quartiere dove si rifugiarono venne chiamato Insula nova, nome che poi venne esteso all'intero borgo, che in poco tempo divenne uno dei più ricchi del lago.
Ancora oggi ogni anno si celebra l'esodo dei comacini e l'accoglienza dei varennaschi. il sabato e la domenica della settimana in cui cade il 24 giugno, festa di San Giovanni. Il lago viene illuminato a giorno con migliaia di lumaghitt, lumini galleggianti abbandonati sulle acque, come a ricordare le anime derelitte che navigarono da una sponda all'altra, scappando dalle proprie case in fiamme.

L'isola passò di mano attraverso diversi proprietari, fino ad appartenere al re Alberto I del Belgio, che durante la prima guerra mondiale la donò allo Stato italiano.

Nel 1927 fu dichiarata Ente Morale, e destinata all'edificazione di villette per artisti italiani e belgi.

Alla locanda dell'isola, costruita nel 1964, sono esposte da allora le bandiere dei due paesi.

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