Giovanni Motisi
Giovanni Motisi, detto 'U Pacchiuni (il grasso)[1] (Palermo, 1º gennaio 1959), è un mafioso italiano membro di Cosa nostra, capo del clan Motisi.
È attualmente inserito in cima alla lista dei latitanti di massima pericolosità.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Reggente del mandamento Pagliarelli[2], secondo il pentito Angelo Casano, subentrò al boss Nino Rotolo, costretto ai domiciliari. Ha rimpiazzato lo zio Matteo Motisi come capo dell'omonimo clan: attualmente è considerato uno dei più potenti capi mafiosi di Palermo. Motisi, dopo la cattura di Marco Di Lauro e Matteo Messina Denaro, è diventato il latitante più pericoloso e ricercato d'Italia.[3][4]
Latitante dal 1998, è nell'elenco dei latitanti più pericolosi d'Italia del Ministero dell'Interno. Sempre dal 1998 è ricercato per omicidio, dal 2001 per associazione di tipo mafioso, e dal 2002 per strage[5]. Dal 10 dicembre 1999 è ricercato anche in campo internazionale. Deve scontare la pena dell'ergastolo.
Killer di fiducia di Totò Riina, secondo le dichiarazioni di Calogero Ganci, collaboratore di giustizia, era presente in Cosa Nostra nel momento in cui si era discusso di assassinare il generale Carlo Alberto dalla Chiesa. Rammentava, tra le persone presenti quel giorno, di quando si era parlato per la prima volta di uccidere il generale: Antonino Madonia, Raffaele Ganci, Francesco Paolo Anzelmo, Giuseppe Giacomo Gambino, Pino Greco, Vincenzo Galatolo, Antonino Rotolo, Giuseppe Lucchese, e un certo Salerno, del quale non ricordava il nome di battesimo, infine Giovanni Motisi.
Per gli inquirenti si sarebbe avvicinato all'ala moderata di Cosa nostra guidata da Bernardo Provenzano. Venne condannato all'ergastolo per l’omicidio del commissario Giuseppe Montana, ucciso il 28 luglio 1985[6][7]. Promossa dall'Europol, nel 2016 la sua figura venne inserita nella lista dei criminali più ricercati d'Europa.
Dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro avvenuto il 16 gennaio 2023[8], Giovanni Motisi diviene il latitante numero uno ricercato in Italia, e secondo alcuni inquirenti, essendo palermitano, il nuovo capo assoluto di Cosa Nostra.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Super latitanti, chi sono gli ultimi tre nell'elenco dei ricercati, su quotidiano.net, 2 marzo 2019. URL consultato il 17 luglio 2019 (archiviato il 3 marzo 2019).
- ^ Alessandra Ziniti, Un manager del pizzo col vizio di scrivere, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica, 15 febbraio 2009. URL consultato il 19 luglio 2019 (archiviato il 19 luglio 2019).
- ^ Tre latitanti più ricercati d'Italia, Motisi prende il posto di Di Lauro: Messina Denaro la 'preda' più ambita.
- ^ Restano 4 i super latitanti di massima pericolosità, su ansa.it, 16 gennaio 2023.
- ^ Direzione Centrale della Polizia Criminale - Elenco dei latitanti di massima pericolosità, su interno.gov.it, Ministero dell'interno, 18 luglio 2019. URL consultato il 19 luglio 2019 (archiviato il 1º gennaio 2015).«è ricercato dal 1998 per omicidi, dal 2001 per associazione di tipo mafioso ed altro, dal 2002 per strage ed altro»
- ^ "U pacchiuni" come Messina Denaro: un palermitano in cima alla lista dei ricercati, su palermotoday.it, Palermo Today, 29 aprile 2018. URL consultato il 20 luglio 2019 (archiviato il 2 maggio 2018).
- ^ Super latitanti, chi sono gli ultimi tre nell'elenco dei ricercati, su quotidiano.net, 2 marzo 2019. URL consultato il 20 luglio 2019 (archiviato il 3 marzo 2019).
- ^ Arrestato Matteo Messina Denaro, su ANSA, 16 gennaio 2023.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Vincenzo Ceruso, Le più potenti famiglie della mafia. Tutti i nomi e i cognomi di Cosa Nostra, dalle origini a Matteo Messina Denaro, Newton Compton Editori, 2023 [2020], ISBN 978-88-227-7658-7.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Motisi, storia di un boss latitante Un fantasma che riappare - Live Sicilia, su livesicilia.it. URL consultato il 25 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2019).
- Palermo, tre padrini in libertà: fibrillazioni fra i clan. E resta il mistero della latitanza del boss Motisi, su palermo.repubblica.it.