Alberto Vigevani

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«Chi è stato, anzitutto, Alberto Vigevani? Non posso che rispondere: un poeta, anzi: un poeta che ha scritto romanzi»

Alberto Vigevani (Milano, 1 agosto 1918Milano, 23 febbraio 1999) è stato uno scrittore e editore italiano.

Biografia

Nasce a Milano in una famiglia ebraica di origini emiliane, passa la sua adolescenza in vari istituti correttivi, causa un carattere non facile e ribelle, ma supportato da una vivace intelligenza e una predisposizione alla lettura e alle arti teatrali, riesce ad iscriversi all’Università Ca’ Foscari di Venezia e seguire i corsi di Letteratura francese.

Queste caratteristiche lo porteranno giovanissimo ad occuparsi di teatro e scrivere recensioni, conosce e stringe una duratura amicizia, con Ernesto Treccani, Alberto Mondadori e Alberto Lattuada e si ritaglia una particina nel film I ragazzi della Via Paal.

Nel 1937 partecipa con entusiasmo ai Littoriali istituiti dal regime fascista ma l'anno dopo con la promulgazione su tutto il territorio italiano delle leggi razziali, si ravvede e con convincimento e rinnovato ardore diventa antifascista, rinuncia agli studi universitari in Italia e si iscrive all’ università di Grenoble.

Nel 1938 è tra i fondatori, con Luciano Anceschi, Raffaele De Grada, Vittorio Sereni ,Ernesto Treccani e altri del movimento e della rivista Corrente, alla quale collabora come critico letterario e teatrale con lo pseudonimo di Berto Vani. Negli stessi anni, con il filosofo Remo Cantoni apre una libreria La lampada, che in poco tempo suscita interesse non solo culturale, diventando rifugio per gli oppositori, e supporto logistico alla lotta clandestina.

Nel 1941, dopo un tentativo fallito, a causa dello scoppio della guerra, di emigrare negli Stati Uniti, fonda la libreria antiquaria Il Polifilo , nel dopoguerra assieme al fratello Enrico, sarà affiancata dall'omonima casa editrice,

Vigevani pubblica il suo primo romanzo Erba d'infanzia (1943) dall’editore Parenti a Firenze, dove frequenta scrittori e intellettuali che si raccolgono attorno al circolo"Giubbe Rosse” , tra i quali Montale e Gadda, ma l'8 settembre del 1943 l'ignominiosa fuga del Re, la recrudescenza delle persecuzioni razziali e il marasma totale lo inducono a rifugiarsi in Svizzera con la moglie Anna Maria Camerini e il primo figlio Paolo di appena sei mesi. Si stabilisce a Lugano dove dirige la pagina letteraria del quotidiano socialista ticinese Libera stampa , sulla quale scriveranno, tra gli altri, Aldo Borlenghi, Gianfranco Contini, Giansiro Ferrata ,, Fernando Giolli e Gianni Pavia.

Tornato in Italia nell’aprile 1945 ,scrive il romanzo Compagni di settembre (1945) subito rinnegato[2],in seguito pubblicherà diversi libri con discreto successo e, con uno di questi L'invenzione si aggiudicherà il Premio Bagutta nel 1970.

Vigevani collabora all’Avanti!, sulle cui pagine pubblicherà una lunga cronaca narrativa della liberazione di Milano, sotto il titolo di Taccuino rosso . All’attività di libraio antiquario, dopo l’esperienza di amministratore delegato della casa editrice Ricciardi con Raffaele Mattioli, affianca nel 1959 quella di editore in proprio nella casa editrice “Il Polifilo”, ben presto con l’aiuto del figlio Paolo. Ha collaborato a La Stampa, Millelibri, Il Corriere della Sera, Il Giornale ,La Nuova Antologia , La Repubblica e il Sole 24 Ore.

Muore a Milano il 23 febbraio 1999[3].

Il suo archivio è stato depositato dagli eredi presso il Centro Apice dell’Università degli Studi di Milano nel 2005[4],e conserva corrispondenza con alcuni dei nomi più noti della cultura del Novecento: Riccardo Bacchelli, Luigi Baldacci, Carlo Bo, Gianfranco Contini, Domenico De Robertis, Carlo Dionisotti, Luigi Einaudi, Giansiro Ferrata, Carlo Emilio Gadda, Niccolò Gallo, Eugenio Garin, Alberto Lattuada, Alberto Mondadori, Eugenio Montale, Indro Montanelli, Geno Pampaloni, Vittorio Sereni, Giovanni Spadolini . Oltre alla corrispondenza l’archivio conserva anche materiali preparatori, stesure diverse su manoscritti e dattiloscritti di tutte le opere, edite e inedite di Vigevani, bozze di stampa e recensioni[5].

Note

  1. ^ Il tenero Vigevani della mia memoria
  2. ^ Giudizio tranciante spietato e senza appello; come nel suo stile" troppa retorica comunista "
  3. ^ Guido Vergani, ADDIO AD ALBERTO VIGEVANI. CANTO' IL CUORE DELLA VECCHIA MILANO, in Corriere della Sera , 24 febbraio 1999, p. 37. URL consultato il 01-04-2009.
  4. ^ Archivio Alberto Vigevani, su unimi.it. URL consultato il 01-04-2009.
  5. ^ Paolo Di Stefano, Alberto Vigevani, la civiltà delle lettere Un libraio scrittore sui sentieri d'Europa, in Corriere della Sera , 31 marzo 2009, p. 37. URL consultato il 01-04-2009.

Opere principali

Narrativa

  • Erba d’infanzia, Firenze, Parenti, 1943;
  • I compagni di settembre, Lugano, Ghilda del libro, 1944;
  • La fidanzata, Milano, Mondadori, 1947;
  • Estate al lago, Milano, Feltrinelli, 1958;
  • Giovinezza di Andrea, Firenze, Sansoni, 1959;
  • La reputazione, Milano, Feltrinelli, 1961;
  • Le foglie di San Siro, Milano, Rizzoli, 1962;
  • Un certo Ramondès, Milano, Feltrinelli 1966 ( Premio Veillon);
  • L’invenzione, Firenze, Vallecchi, 1970 ( Premio Bagutta 1970);
  • Fine delle domeniche, Firenze, Vallecchi, 1973 ( Premio Portico d’Ottavia);
  • Il grembiule rosso, Milano, Mondadori, 1975( Premio Selezione Campiello);
  • La Lucia dei Giardini, Milano, Mondadori, 1977 ( Premio Settembrini 1977);
  • Fata morgana, Milano, Mondadori, 1978;
  • All'ombra di mio padre, Milano,Mondadori, 1984;
  • Un'educazione borghese, Milano, Rusconi, 1987.
  • La febbre dei libri: memorie di un libraio bibliofilo, Palermo, Sellerio, 2001.

Voci correlate

Collegamenti esterni

Predecessore vincitori Premio Bagutta Successore
Niccolò Tucci 1970 Pietro Gadda Conti