Clara Sereni

Clara Sereni (Roma, 28 agosto 1946 – Zurigo, 25 luglio 2018) è stata una scrittrice, giornalista e traduttrice italiana.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlia di Emilio Sereni e di Xenia Silberberg, visse nella natia Roma fino al 1991, anno del suo trasferimento a Perugia.
Fu tra i fondatori del Canzoniere Internazionale, con cui nella seconda metà degli anni 60 incise alcuni album e singoli.
Si impose all'attenzione della critica e del pubblico nel 1974 con il libro d'esordio, Sigma Epsilon, una rivisitazione in chiave autobiografica del frenetico impegno politico che aveva caratterizzato la sua generazione. La sua seconda opera, Casalinghitudine, scritta tredici anni più tardi, è una specie di ricettario in cui ogni piatto è legato a un momento particolare del proprio passato, a un ricordo incancellabile. La fama della scrittrice si accrebbe con i racconti di Manicomio primavera (1989) e con il romanzo Il gioco dei regni (1993).
Il suo impegno fu rivolto non solo alla letteratura, ma anche al sociale e nel campo politico: a Perugia ricoprì, dal 1995 al 1997, la carica di vicesindaca con delega alle politiche sociali.[1] Venne poi candidata dai Democratici di Sinistra alle elezioni europee del 1999,[2] ottenendo 19 560 preferenze nella circoscrizione centrale e risultando la seconda dei non eletti.
Nel 1998, a seguito della delicata vicenda familiare riguardante il figlio Matteo, nato con un disturbo dello spettro autistico,[3] promosse la fondazione "Città del sole – Onlus" a favore di persone con difficoltà psichiche gravi e medio-gravi, e di cui rivestì fino al 2009 il ruolo di presidente.
Editorialista per i quotidiani l'Unità e il manifesto, tradusse opere di scrittori francesi come Honoré de Balzac, Stendhal e Madame de La Fayette; curò, inoltre, i volumi collettivi Mi riguarda (1994), Si può! (1996) e Amore caro. A filo doppio con persone fragili (2009), antologie di racconti e interventi sui temi dell'handicap e della malattia mentale.[4]
Nell'ultima parte della sua vita partecipò al film documentario girato dal marito Stefano Rulli, Un silenzio particolare (2004), che narra l'esperienza di vita degli stessi Sereni e Rulli, intellettuali engagé, alle prese con la condizione di disabilità del figlio Matteo.[3]
Affetta da un male incurabile, optò per l'eutanasia, eseguita in Svizzera nell'estate del 2018.[5]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Narrativa
[modifica | modifica wikitesto]- Sigma epsilon, Venezia, Marsilio, 1974.
- Casalinghitudine, Torino, Einaudi, 1987.
- Manicomio primavera, Firenze, Giunti, 1989.
- Il gioco dei regni, Firenze, Giunti, 1993.
- Eppure, Milano, Feltrinelli, 1995.
- Taccuino di un'ultimista, Milano, Feltrinelli, 1998.
- Da un grigio all'altro. Dialogo con Clara Sereni, Roma, Di Renzo Editore, 1998.
- Passami il sale, Milano, Rizzoli, 2002.
- Le merendanze, Milano, Rizzoli, 2004.
- Il lupo mercante, Milano, Rizzoli, 2007.
- Una storia chiusa, Milano, Rizzoli, 2012.
- Via Ripetta 155, Firenze, Giunti, 2015.
Traduzioni
[modifica | modifica wikitesto]- Roland Auguet, Caligola, Roma, Editori Riuniti, 1984.
- Honoré de Balzac, Biatrix, Milano, Feltrinelli, 1995.
- Madame de La Fayette, Zaïde, Bari, Laterza, 1995.
Altro
[modifica | modifica wikitesto]- Introduzione a: Rose Zwi, Un altro anno in Africa, a cura di Itala Vivan, traduzione di Maria Pace Ottieri, Roma, Edizioni Lavoro, 1995, ISBN 978-88-7910-696-2.
- Come formichine laboriose, in Grand Tour. Rivisitare l'Italia nei suoi 150 anni, «Italianieuropei», 05/2010.[6]
Filmografia
[modifica | modifica wikitesto]- Un silenzio particolare, regia di Stefano Rulli (2004)
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- 1988: finalista al Premio Bergamo con Casalinghitudine.[7]
- 1989: finalista al Premio Strega con Manicomio primavera.[8]
- 1993: Premio Società dei Lettori,[9] Premio Marotta[10] e finalista al Premio Strega con Il gioco dei regni.[11]
- 2002: Premio Nazionale Letterario Pisa.[12]
- 2005: terzo posto al Premio Rapallo con Le merendanze.[13][14]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Emanuela Risari, «Banca del tempo: ora è realtà» (PDF), in l'Unità, 24 luglio 1996, p. 2 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2023).
- ^ Europee 13/06/1999, su elezionistorico.interno.gov.it.
- ^ a b Valerio Cappelli, «Mio figlio schizofrenico, la sua vita è un film», su corriere.it, 9 febbraio 2005.
- ^ Le personagge di Clara Sereni, su societadelleletterate.it, 23 luglio 2011. URL consultato il 18 giugno 2025.
- ^ Luciano Zambianchi, Clara Sereni, la scrittrice degli "ultimi", su greenious.it.
- ^ Clara Sereni, Come formichine laboriose, su italianieuropei.it, 6 dicembre 2010.
- ^ Raccolta Premio Nazionale di Bergamo, su legacy.bibliotecamai.org. URL consultato il 7 maggio 2019.
- ^ La grande sera (premio 1989), su premiostrega.it. URL consultato il 13 settembre 2023.
- ^ rassegna libri e albo premiati, su premiodeilettori.it. URL consultato il 13 settembre 2023.
- ^ Clara Sereni morta, addio alla scrittrice umbra. Sergio Mattarella: "Donna che ha speso gran parte della sua esistenza al servizio della comunità", su ilfattoquotidiano.it. URL consultato il 13 settembre 2023.
- ^ Ninfa plebea (premio 1993), su premiostrega.it. URL consultato il 13 settembre 2023.
- ^ Albo d'oro, su premionazionaleletterariopisa.onweb.it. URL consultato il 7 novembre 2019.
- ^ Enrica Guidotti, 'Rapallo Carige' il folletto Daimon premia la Bisi, in la Repubblica, 12 giugno 2005. URL consultato il 13 luglio 2022.
- ^ Premio letterario per la donna scrittrice: Le vincitrici dal 1985 ad oggi, su lalettricecontrocorrente.it. URL consultato il 19 settembre 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Conversazione con Clara Sereni: donne, scrittura e politica, testo a cura di P. Gaglianone, Roma, Omicron, 1996.
- G. Po, Scrivere la diversità: autobiografia e politica in Clara Sereni, Firenze, Franco Cesati, 2012.
- Clara Sereni, a cura di F. Silvestri e P. V. Scricciolo, Perugia, ali&no, 2019.
- Per Clara Sereni. Scrittrice impura e sconfinante, a cura di F. Caputo, Sommacampagna, Cierre edizioni, 2021.
- P. V. Scricciolo, «Io volevo essere io». Clara Sereni e la scrittura, Roma, Aracne editrice, 2021.
Altri progetti
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Wikiquote contiene citazioni di o su Clara Sereni
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sereni, Clara, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Seréni, Clara, su sapere.it, De Agostini.
- Clara Sereni, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
- Clara Sereni, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne.
- Opere di Clara Sereni, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Clara Sereni, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Bibliografia di Clara Sereni, su Internet Speculative Fiction Database, Al von Ruff.
- (EN) Clara Sereni, su Goodreads.
- Bibliografia italiana di Clara Sereni, su Catalogo Vegetti della letteratura fantastica, Fantascienza.com.
- Clara Sereni, su MYmovies.it, Mo-Net s.r.l..
- Paolo Di Paolo, Vissuto da pelle femminile, su italialibri.net, 10 settembre 2007.
- Fondo Clara Sereni, su siusa.archivi.beniculturali.it.
| Controllo di autorità | VIAF (EN) 116251057 · ISNI (EN) 0000 0001 1085 3726 · SBN CFIV071279 · Europeana agent/base/111358 · LCCN (EN) n88025065 · GND (DE) 11951415X · BNE (ES) XX6498549 (data) · BNF (FR) cb12385871j (data) · J9U (EN, HE) 987007267979605171 · NSK (HR) 000375648 · CONOR.SI (SL) 46439523 |
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