Sigrún

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Una rappresentazione di Sigrún con Helgi Hundingsbane (1919) di Robert Engels.
Sigrun aspetta accanto alla carriola di Helgi

Sigrún ("runa della vittoria" nell'antica lingua norrena[1]) è una valchiria della mitologia norrena. La sua storia è raccontata in Helgakviða Hundingsbana I e Helgakviða Hundingsbana II, nell'Edda poetica. L'editore originale annotò che era Sváfa rinata.

L'eroe Helgi Hundingsbane la incontra per la prima volta mentre lei guida un gruppo di nove Valchirie:

15. Þá brá ljóma
di Logafjöllum,
en af þeim ljómum
leiftrir kómu,
- - -
hávar und hjalmum
a Himinvanga,
brynjur váru þeira
blóði stokknar,
en af geirum
geislar stóðu.[2]
15. Quindi luce scintillante
di Logafjoll,
E dalla luce
i lampi balzarono;
-
Alte sotto gli elmi
sul campo del paradiso;
Tutti i loro vicini
di sangue erano rossi,
E dalle loro lance
scintille volavano via.[3]
"Helgi and Sigrun" (1901) di Johannes Gehrts.

I due si innamorano e Sigrún dice a Helgi che suo padre Högni l'ha promessa a Höðbroddr, figlio del re Granmarr. Helgi invade il regno di Granmar e uccide chiunque si opponga alla loro relazione. Solo il fratello di Sigrún, Dagr, viene lasciato in vita a condizione che giuri fedeltà a Helgi.

Dagr è comunque obbligato dall'onore a vendicare i propri fratelli e dopo aver convocato Odino, il dio gli dà una lancia. In un posto chiamato Fjoturlund, Dagr uccide Helgi e torna da sua sorella per raccontarle la sua impresa. Sigrún pone Dagr sotto una potente maledizione dopo la quale è costretto a vivere di carogne nei boschi.

Helgi viene messo in una carriola, ma ritorna dal Valhalla un'ultima volta in modo che i due possano passare una notte insieme.

Sigrún muore presto di crepacuore, ma rinasce come Valchiria. Nella vita successiva, lei sarebbe stata Kára e Helgi sarebbe stato Helgi Haddingjaskati, la cui storia è narrata nella saga di Hrómundar Gripssonar .

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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