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Rif: differenze tra le versioni

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Il '''Rif''' (in [[Lingua berbera|tamazight]] ''Arrif''; in [[Lingua araba|arabo]] الريف [''al-Rīf'']) è una regione caratterizzata da zone montuose e boschive dell'Africa settentrionale, situata lungo il [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] spingendosi dalla terra dei Jbala fino a quella degli Ikebdanen ([[Nador]]), al confine con l'[[Algeria]]. Regione tradizionalmente isolata e sottosviluppata, i suoi abitanti sono di lingua berbera: la maggior parte di essi parla il cosiddetto «tamazight del Rif» o [[Lingua tarifit|tarifit]], ma sono molti anche quelli che parlano [[Lingua araba|arabo dialettale]], [[Lingua francese|francese]] e [[Lingua spagnola|spagnolo]], che costituiscono le principali lingue straniere. La regione del Rif non deve essere confusa con le montagne del Rif, che si estendono al di là della regione omonima.
Il '''Rif''' (in [[Lingua berbera|berbero]]: ⴰⵔⵔⵉⴼ, ''Arif''; {{Arabo|الريف|er-Rif}}) è una regione prevalentemente montuosa nel nord del [[Marocco]], che va dal [[Capo Spartel]] e [[Tangeri]] ad ovest fino al Kebdana (al confine con l'[[Algeria]]) ad est, e dal [[Mar Mediterraneo]] a nord fino al fiume [[Ouargha]] a sud. La parola ''Rif'' potrebbe essere un nome berbero, oppure una parola derivata dall'arabo e che significa "campagna" e "costa, riva".


Dal punto di vista amministrativo la regione del Rif comprende nove province marocchine: [[al-Hoseyma|al Hoceïma]], Nador, Chefchaouen, Driouch, Berkane e Taza. Le località più importanti sono [[Chefchaouen]], [[Taounate]], [[Targuist]], [[al-Hoseyma|Al Hoceïma]] (l'ex [[al-Hoseyma|Villa Sanjurjo]]), [[Driouch]], [[Melilla]], [[Nador]] e Ras El Ma.
La popolazione del Rif è costituita quasi interamente da [[berberi]] (''Imaziɣen''), che parlano tuttora diffusamente la loro lingua.


Questa zona geografica del Nordafrica comprende anche le città spagnole autonome di Ceuta e Melilla.
[[File:Strasse von Gibraltar2004.jpg|thumb|Il Rif visto da [[Gibilterra]]]]
Tra le maggiori città del Rif vi sono [[Tangeri]], [[Tétouan]] (parola berbera che significa ''"le sorgenti"''), [[Al-Hoseyma]] (chiamata anche ''Biya''), [[Ajdir]], [[Nador]], [[Taza]], [[Taourirt]] e [[Berkane]], mentre [[Melilla]] e [[Ceuta]] ancorché sotto la [[sovranità]] [[Spagna|spagnola]], ne fanno anch'esse parte dal punto di vista geografico.


== Geografia fisica ==
Si segnalano inoltre [[Chefchaouen]] (''Xouen'') e [[Issaguen]] (''Ketama''); quest'ultima, che pure presenta grandi pregi panoramici, ha legato la propria fama soprattutto alla [[produzione dell'hashish]].


[[File:Alhoceimas.jpg|thumb|La città di al Hoceïma, capitale del Rif nel 1921-1926]]
==Geologia - orografia==
[[File:Rif mountains near Al Hoceima1.jpg|thumb|Montagne del Rif nei pressi di [[Al-Hoseyma]]]]
Dal punto di vista [[orografia|orografico]], il Rif fa parte dello stesso complesso cui appartiene la [[Cordigliera Betica]] che comprende i monti del sud della [[Spagna]]. La cima più alta del Rif (monte Tidirhin) raggiunge i 2.456 metri sul livello del mare.


Il Rif è una catena montuosa che fa parte geologicamente dell'Arco di [[Gibilterra]] (insieme alla [[Cordigliera Betica]]), formatosi nel corso dell'[[orogenesi]] [[Cenozoica|terziaria]].<ref name="mor173">{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=fsPOWyBiO60C&pg=PA173&dq=gibraltar+arc+rif&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjNvsTR_cfyAhUKg_0HHXsLA7MQ6AF6BAgMEAM#v=onepage&q&f=false|pagina=173|lingua=en|titolo=Tectonics of the Western Mediterranean and North Africa|autore=G. Moratti|autore2=A. Chalouan|editore=Geological Society of London|anno=2006|isbn=978-18-62-39202-1}}</ref> Lungo la costa del Mediterraneo, tra Saïdia e [[Tétouan]], le montagne del Rif presentano pendici scoscesi che spesso terminano direttamente sul mare con ripide scogliere, che contrastano fortemente con le dolci colline dei dintorni di [[Tangeri]].<ref name="mor173"/> Esse si spingono da Jebha, sulla costa mediterranea, a Targuist nell'interno, fino alla frontiera algerina; in senso più ampio, tuttavia, il Rif comprende tutte le zone montuose che si estendono ad arco da Tangeri fino alla valle del Moulouya, passando per Ceuta.<ref name="cal141">{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=2TSoDwAAQBAJ&pg=PA141&dq=rif+moulouya&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwio9v2R_sfyAhU5gf0HHa9TBasQ6AF6BAgJEAM#v=onepage&q&f=false|pagina=141|lingua=en|titolo=Fruit Flies and the Sterile Insect Technique|autore=Carrol O. Calkins|editore=CRC Press|anno=2019|isbn=978-13-51-08061-3}}</ref>
Questa regione, al confine tra la [[Tettonica a zolle|placca]] [[Europa|europea]] e quella [[africa]]na, è soggetta a frequenti [[Terremoto|fenomeni sismici]]. Il più recente, avvenuto il 24 febbraio [[2004]], è stato particolarmente violento (magnitudo 6,3 della [[scala Richter]]) ed ha fatto gravi danni e numerose vittime (il bilancio sarebbe di un migliaio di morti).

Questa catena montuosa non è molto elevata e nei punti più alti supera appena i 2000 m.<ref name="cal141"/> Le cime più elevate sono il Tidirhine (2452 m) nella regione di [[Issaguen]], l'Akra (2160 m), sobre Bab Taza, il Tisuka (2122 m) e lo Sfiha Telj (2038 m), che sovrasta Chefchaouen, e il Kelti (1926 m), vicino a Souk el Arbaa.

Ad est, le cime [[calcare]]e sono ammantate di alberi e nella sezione centrale del Rif i [[Quercus ilex|lecci]] lasciano il posto ad alti boschi di [[Cedrus atlantica|cedri]], dove vive, oltre ad altre specie, la famosa [[Macaca sylvanus|bertuccia]]; nella regione di Issaguen vi sono anche piantagioni di [[Cannabis sativa|canapa indiana]]. Qui svetta il Tidirhine, una montagna dalla cima solitamente ricoperta di neve. Da qui in poi le montagne si fanno più rosse e il terreno nei dintorni di [[al-Hoseyma|al Hoceïma]] appare brullo e arido. Da qui a [[Oujda]] (situata a sud di una fertile pianura costiera, al confine con l'[[Algeria]]) il terreno è ricoperto dai letti di fiumi asciutti, i cosiddetti ''ighezran'' (in italiano, «fiumi»).<ref name="av737">{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=IUKyDwAAQBAJ&pg=PT737&dq=flora+fauna+rif+marocco&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiYl9PS_sfyAhVf_rsIHQgQC84Q6AF6BAgGEAM#v=onepage&q&f=false|pagina=737|titolo=Marocco|autore=Autori Vari|editore=Feltrinelli Editore|anno=2020|isbn=978-88-58-83808-2}}</ref>

Le spiagge della costa del Rif, ai piedi delle montagne, sono tra le migliori del Marocco: costituiscono una nota attrazione turistica e qui si trovano alcuni dei migliori ristoranti di pesce del Marocco.<ref name="av737"/>

=== Geologia ===

[[File:Rif mountains near Al Hoceima1.jpg|thumb|250px|left|Le montagne del Rif vicino [[al-Hoseyma|al Hoceïma]]]]

La formazione del Rif, così come di quella delle attuali catene montuose che circondano il Mediterraneo, si deve all'[[orogenesi alpina]] (seconda metà dell'era terziaria), originata dallo spostamento dell'Africa verso nord e dal suo conseguente scontro con l'Europa.<ref name="abb">{{cita web|url=https://www.geoexpro.com/articles/2019/07/a-geological-tour-of-morocco-s-atlas-range|lingua=en|titolo=A Geological Tour of Morocco's Atlas Range|autore=Lon Abbott|autore2=Terri Cook|volume=16|numero=3|anno=2019|accesso=23 agosto 2021}}</ref> Il Rif è, pertanto, per età e aspetto, una catena alpina vera e propria, con un basamento antico su cui poggiano serie sedimentarie dell'era secondaria e terziaria fortemente deformate da pieghe e unità di sovrascorrimento, con quelle settentrionali che si sovrappongono a quelle meridionali. Questa compressione dette origine a un metamorfismo di grado maggiore o minore, particolarmente intenso nella zona costiera.<ref name="abb"/>

==== Il Rif interno ====

Si estende da Ceuta a Jebha e poi si sviluppa nei pressi di Nador, a Capo Tres Forcas e fino al massiccio Beni Bucraa, comprendendo al suo interno Tetuan e Chauen. Composto da unità tettoniche che si spingono tra di loro in direzione sud-ovest l'una sull'altra, i blocchi più antichi sono quelli delle cosiddette ''Sébtidas'', ovvero [[Roccia plutonica|rocce plutoniche]] e [[Roccia metamorfica|metamorfiche]] di alto grado (gneiss di Cabo Negro). Di epoca più recente risultano alcuni esempi del [[Paleozoico]] quali [[quarzite|quarziti]], [[scisto|scisti]] e [[ardesia|ardesie]].<ref name="ana114">{{cita pubblicazione|lingua=en|url=https://www.researchgate.net/publication/258287145_Crustal_resistivity_structure_of_the_southwestern_transect_of_the_Rif_Cordillera_Morocco|accesso=23 agosto 2021|titolo=Crustal resistivity structure of the southwestern transect of the Rif Cordillera (Morocco)|data=dicembre 2011|rivista=Geochemistry Geophysics Geosystems|numero=12|volume=12|pagine=1-14|doi=DOI:10.1029/2011GC003783|autore=Farida Anahnah|autore2=Jesus Galindo-Zaldivar|autore3=Ahmed Chalouan|autore4=Jaume Pous}}</ref>
Nell'entroterra ha sede la cresta calcarea, a sua volta composta da tre gruppi separati:

* L'Hauz, che parte dal monte Hacho e raggiunge il monte Dersa a Tetouan.
* La zona centrale, che inizia di fronte a Tetouan, procede sui monti Gorgues e Bu Zaitun e termina a Bab Taza-Asifan.
* Los Bocoya, vicino ad Al Hoceima.

La dorsale calcarea è composta da materiali dell'era secondaria, ovvero un arco temporale che comprende il [[Triassico]], il [[Giurassico]] medio e il [[Cretaceo]] inferiore. Alla sua base ci sono dolomiti grigie e, sulle cime, calcari chiari, a volte mescolati con calcari detritici verde-violacei. Nel punto più esterno, la geomorfologia locale si confonde con quella del medio Rif.<ref name="ana114"/>

==== Medio Rif ====
Più a sud delle unità precedenti hanno sede gli strati di Flyschs, dispiegati lungo un asse nord-sud. Si tratta di depositi di età secondaria e terziaria presenti in zone più o meno distanti dalle pendici continentali e, malgrado in tutti questi depositi si annoveri un'alternanza di arenarie, argille e a volte calcari, ogni gruppo ha una storia geologica a sé. In molti casi, si tratta di strati alloctoni non collegati tra loro.<ref name="dre293320">{{cita pubblicazione|url=https://www.researchgate.net/publication/225218996_Recent_data_on_the_geology_of_the_Middle-Atlas_Morocco|lingua=en|titolo=Recent data on the geology of the Middle-Atlas (Morocco)|data=aprile 2006|doi=DOI:10.1007/BFb0011598|pagine=293-320|autore=Renaud du Dresnay|accesso=23 agosto 2021}}</ref>

La cresta è sovrapposta a ovest dallo strato di Beni Ider e a est da quello di Tisiren, a loro volta intrecciati con gli strati di Tangier e Ketama.<ref name="dre293320"/>

==== Rif esterno ====
Comprende le colline di Uazan e intorno a Meknes, formate da marne depositate nel Miocene superiore. Nella zona più orientale, durante il Miocene superiore si verificò un'intensa attività vulcanica visibile a Capo Quilates, Capo Tres Forcas, El Gurugú e Beni Bu Ifrur.<ref name="mog389404">{{cita pubblicazione|url=https://www.igme.es/Boletin/2016/127_2y3/BG_127-23-7.pdf|pagine=389-404|autore=Mohamed Benzaggagh|anno=2016|titolo=Tholeitic basalts and ophiolitic complexes of the Mesorif Zone (External Rif, Morocco) at the Jurassic-Cretaceous boundary and the importance of the Ouerrha Accident in the palaeogeographic and geodynamic evolution of the Rif Mountains|rivista=Boletín Geológico y Minero|numero=127|volume=2/3|issn=0366-0176|accesso=23 agosto 2021}}</ref>

Il recente sollevamento costiero è evidenziato dall'esistenza di spiagge e secche costiere al di sopra dell'attuale livello del mare, dalla ripida pendenza dei torrenti che sfociano in mare e dalla predominanza delle scogliere.<ref name="mog389404"/>

Ci sono tipici paesaggi carsici formati su strati calcarei altamente deformati, a volte quasi verticali. La rete fluviale stabilita dal Villafranquiense superiore ha scavato profondi canyon e valli, con cascate, archi naturali nella roccia e formazioni tufacee. Grotte, sorgenti, doline e lapidi solcate sono frequenti. I pendii ripidi, spesso oltre i 1000 m, con l'assenza di strade e sentieri che rende la regione difficile da attraversare e in molti casi accessibile solo tramite sentieri.<ref name="mog389404"/>

== Ambiente naturale ==

=== Flora ===

[[File:Chauen.jpg|thumb|311px|Veduta di [[Chefchaouen]]]]

L'elevata piovosità (oltre i 1000 mm annui) e le nevi sulle vette, che durano fino al mese di maggio, consentono lo sviluppo dei boschi tipici delle latitudini più umide.<ref name="ran110">{{cita pubblicazione|lingua=en|url=https://www.biotaxa.org/Phytotaxa/article/view/phytotaxa.78.1.1/0|volume=78|numero=1|data=1 febbraio 2013|titolo=The endemic flora of Morocco|autore=Hassan Rankou|autore2=Alastair Culham|autore3=Stephen L. Jury|autore4=Maarten J.M. Christenhusz|pagine=1-10|doi=DOI:https://doi.org/10.11646/phytotaxa.78.1.1}}</ref>

La vegetazione è tipicamente mediterranea e inizia nelle zone più basse con boschi di ginepro articolato e olivastro, il più delle volte fortemente degradati, nonostante sopravvivano esemplari centenari in piccoli boschetti adiacenti ai santuari e ai cimiteri.<ref name="ran110"/> Tra questi si sviluppa un sottobosco di lentisco, mirto e corbezzolo, ed è frequente incontrare esemplari di carrubo di grandi dimensioni. Man mano che si sale di quota, fanno la loro comparsa i boschi più umidi di querce, sughere, abeti e cedri.

Negli alvei dei fiumi e nelle gole si sviluppano boschi di oleandri e frassini e nei luoghi più elevati compare la laurisilva, con alcuni ontani centenari.<ref name="ran110"/>

==== Boschi di abeti e cedri ====
L'abete del Marocco (''[[Abies pinsapo]]'' subsp. ''[[Abies pinsapo marocana|marocana]]'') forma boschi relativamente ben conservati, situati sulle cime delle montagne calcaree del Rif occidentale (monti Tisuka, Meggu, Lakrâa, Tazaot, Tisirene, ecc.) tra 1500 e 2000 m.<ref name="sch15">{{cita pubblicazione|url=https://www.researchgate.net/publication/322602873_Are_Cedrus_Atlantica_forests_in_the_Rif_Mountains_of_Morocco_heading_towards_local_extinction|pagine=1-5|titolo=Are Cedrus Atlantica forests in the Rif Mountains of Morocco heading towards local extinction?|data=gennaio 2018|rivista=The Holocene|numero=28|volume=1|doi=DOI:10.1177/0959683617752842|autore=Daniel Abel-Schaad|autore2=Eneko Iriarte|autore3=Francisca Alba-Sánchez|autore4=José Antonio López-Sáez}}</ref>

Quasi sempre i boschi di abeti non sono puri, ma in essi crescono anche cedri, pini marittimi (''[[Pinus pinaster]]'' subsp. ''escarena''), pini neri (''[[Pinus nigra]]'' subsp. ''salzmannii''), lecci (''[[Quercus ilex]]''), querce (''[[Quercus faginea]]''), aceri (''Acer granatense''), tassi (''[[Taxus baccata]]''), agrifogli (''[[Ilex aquifolium]]'') e biancospini (''[[Crataegus]]'' sp.), che nell'Hauz arrivano a formare boschetti con esemplari di dimensioni arboree.<ref name="sch15"/>

Gli abeti sono protetti; la maggior parte di loro si trova all'interno del parco nazionale di Talasamtan, ma due minacce incombono su di loro: gli incendi appiccati dai contadini per ricavare nuovi terreni agricoli e i cambiamenti climatici globali che stanno facendo aumentare la temperatura della Terra.<ref name="sch15"/>

Il cedro dell'Atlante (''[[Cedrus atlantica]]'') è un albero forestale che forma foreste rigogliose nel Rif occidentale e centrale (15.000 ha). Si incontra tra 1200 e 2400 m e di solito delimita il limita superiore degli alberi sulle alte montagne del Nordafrica.<ref name="sch15"/>

==== Le leccete ====
In questa regione il leccio (''[[Quercus ilex]]'') forma boschi che occupano pendii più caldi rispetto a quelli dove crescono gli abeti. Si incontra inoltre misto ad altre formazioni boscose come boschi di cedri, pini e querce da sughero. Cresce in tutti i tipi di terreni, dal livello del mare fino a 2400 m, tollerando sbalzi di temperatura fino a 40 ºC.<ref name="bor48">{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=-QeVQGMtFHMC&pg=PA48&dq=quercus+ilex+rif+morocco&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiv_dqxhcjyAhX_g_0HHZpjCXkQ6AF6BAgDEAM#v=onepage&q&f=false|pagina=48 e ss.|lingua=en|titolo=Mediterranean Oaks Network: Report of the First Meeting, 12-14 October 2000|autore=Simone Borelli|autore2=M.C. Varela|editore=Bioversity International|anno=2001|isbn=978-92-90-43469-6}}</ref>

==== Le quercete ====
Le quercete sono costituite dalla quercia lusitana (''[[Quercus faginea]]'') e soprattutto dalla quercia dell'Algeria (''[[Quercus canariensis]]''). Crescono su qualsiasi tipo di substrato, anche se generalmente prediligono i terreni calcarei sopra i 1000 m, e la seconda predilige i terreni silicei dal livello del mare fino a 1800 m. Entrambe le specie richiedono molto umidità, quindi le migliori foreste si sviluppano in aree dove la piovosità media annua è superiore a 1000 mm.<ref name="bor48"/>

Le foreste di querce dell'Algeria sono ben sviluppate nel Rif centro-occidentale, dove si mischiano spesso alle querce da sughero.

Le foreste di querce lusitane si trovano principalmente sulle montagne calcaree del Rif occidentale e su quelle scistose del Rif centrale, come la regione del Tidirhine.<ref name="bor48"/>

==== Le sugherete ====
La quercia da sughero (''[[Quercus suber]]'') è un albero tipicamente mediterraneo che forma grandi foreste su suoli silicei, sciolti, ben areati e relativamente umidi. Anche se generalmente si incontra dal livello del mare fino a 1500 m, necessita di abbondanti precipitazioni; se queste non sono abbastanza sufficienti, deve esserci molta umidità nel terreno e nell'ambiente. Non sopporta bene le gelate.<ref name="bor48"/>

==== Boschi di ginepro articolato ====

Questi boschi, esclusivi del Nordafrica (ad eccezione di due popolazioni disperse, una a [[Malta]] e l'altra nella Sierra de Cartagena-La Unión nella [[penisola iberica]]), costituiscono probabilmente le formazioni forestali esistenti più antiche di questa zona, in quanto risalgono al Cenozoico.<ref name="whi170">{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=WHlau7HQuogC&pg=PA170&dq=Tetraclinis+articulata+rif&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjXmI-8hsjyAhWAgf0HHRWbBpQQ6AF6BAgGEAM#v=onepage&q&f=false|pagine=170-171|titolo=La végétation de l'Afrique: mémoire accompagnant la carte de végétation de l'Afrique|autore=Frank White|editore=IRD Editions|anno=1986|isbn=978-27-09-90832-0}}</ref>

Il ginepro articolato (''[[Tetraclinis articulata]]'') copre in Marocco una superficie di circa 750.000 ettari. Cresce in qualsiasi tipo di terreno, anche se predilige i suoli calcarei, dal livello del mare a 1200 m.<ref name="whi170"/> Può vivere in suoli molto poveri e in ambienti semiaridi, ma non sopporta le gelate o l'eccessiva continentalità. La maggior parte degli attuali boschi della zona sono altamente degradati e radi, con alberi di piccole dimensioni.<ref name="whi170"/>

Il legno del ginepro è di qualità molto buona, aromatico, imputrescibile, si screpola poco e risulta facile da lavorare. Quando la parte aerea della pianta viene abbattuta, si forma un vitigno sotterraneo che germoglia di nuovo. Questo vitigno, chiamato ''lubia'', può raggiungere fino a un metro di diametro e dà un legno dai bellissimi motivi multicolori. Attualmente viene utilizzato per realizzare piccoli oggetti nella regione di [[Essaouira]] ed è commercializzato con il nome di «legno di tuia».<ref name="whi170"/>

=== Fauna ===
Le montagne del Rif ospitano una sottospecie unica di [[Apis mellifera|ape mellifera]] chiamata ''[[Apis mellifera major]]'', utilizzata in [[apicoltura]].<ref>{{cita pubblicazione|url=https://www.tandfonline.com/doi/full/10.1080/00173130500219783|lingua=en|volume=44|anno=2005|numero=3|titolo=Study of plants visited by honeybees (Apis mellifera L.) in the Central Rif Region (N. Morocco) using pollen analysis|autore=Benito Valdés|autore2=María Josefa Díez|pagine=209-215|doi=https://doi.org/10.1080/00173130500219783}}</ref> Tra le specie endemiche di anfibi spicca il ''[[Pelophylax saharicus]]'': in generale, i rettili sono simili a quelli europei, con una sola specie endemica di particolare rilevanza, ''[[Timon pater]]'', simile alla lucertola ocellata; partucolarmente abbondanti sono la testuggine greca (''[[Testudo graeca]]'') e le testuggini palustri.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=es|url=https://www.researchgate.net/publication/256475780_Los_reptiles_del_Rif_norte_de_Marruecos_I_Quelonios_Saurios|titolo=Los reptiles del Rif (norte de Marruecos). I: Quelonios, Saurios|data=gennaio 1996|autore=Soumia Fahd|autore2=Juan Pleguezuelos}}</ref>

Ma i protagonisti indiscussi della fauna della regione sono il cinghiale e la bertuccia (''[[Macaca sylvanus]]''), il primo per la sua abbondanza, rilevabile dalle tracce che lascia, e la seconda per il fatto di essere l'unico primate del Nordafrica. Le bertucce, decimate dall'uomo, si sono rifugiate in zone isolate di difficile accesso ed è possibile vederle facilmente solo lungo la strada per Akchour. Lo sciacallo, la volpe, il tasso, la genetta, il gatto selvatico africano (''[[Felis libyca]]''), l'istrice, il riccio algerino (''[[Atelerix algirus]]''), la donnola e la [[Lutra lutra|lontra]] completano l'elenco dei mammiferi.<ref name="hic13291333">{{cita pubblicazione|url=http://www.plantarchives.org/SPL%20ISSUE%2020-2/212__1329-1333_.pdf|lingua=en|rivista=Plant Archives|volume=20|numero=2|anno=2020|pagine=1329-1333|titolo=Contribution of mammals study in the Western Rif (North West of Morocco)|autore=Nawal Hichami|autore2=Safaa Bendami|autore3=Abdelaziz Mounir|accesso=23 agosto 2021}}</ref>

L'avifauna è varia, abbondante e facile da vedere; molte specie, come il picchio rosso maggiore, la cinciallegra, il fringuello, la pernice, la ghiandaia e il picchio muratore, possono sembrare del tutto identici a quelli europei, ma presentano in realtà marcate differenze; abbondano colombacci, falchi, ballerini e tortore.<ref name="hic13291333"/>


== Storia ==
== Storia ==
=== Epoca antica ===
Durante il [[Medioevo]], il Rif fu sede di un emirato indipendente, noto come il [[Regno di Nekor]] ([[VIII secolo]]).

Il Rif risulta popolato sin dalla [[Preistoria]]. Nell'XI secolo a.C., i [[Fenicia|fenici]] si stabilirono sulle coste mediterranee e atlantiche allo scopo di istituire stazioni commerciali, fondando città come [[Tétouan]], [[Melilla]] e, nel V secolo a.C., [[Tangeri]].<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/gli-insediamenti-fenici-e-punici-in-africa-settentrionale_%28Il-Mondo-dell%27Archeologia%29/|accesso=18 maggio 2021|titolo=Gli insediamenti fenici e punici in Africa Settentrionale|autore=Mohamed Hassine Fantar}}</ref>

Più tardi, i [[cartagine]]si rimpiazzarono i fenici come potenza nella regione. Quando con la [[terza guerra punica]] Roma sconfisse Cartagine, il Rif entrò a far parte della provincia romana della [[Mauretania (provincia romana)|Mauretania]].<ref name="syv153">{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=vamgCgAAQBAJ&pg=PP153&dq=rif+mauretania+romans&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj7ttfD9tXwAhVzgP0HHUNLBo8Q6AEwAnoECAAQAw#v=onepage&q&f=true|pagina=153|titolo=Military History of Late Rome, 284–361|autore=Ilkka Syvänne|editore=Pen and Sword|anno=2015|isbn=978-14-73-87183-0}}</ref> Con l'[[Imperatore romano|imperatore]] [[Claudio]], [[Tangeri]] divenne la capitale della [[Mauretania (provincia romana)#Statuto|Mauritania Tingitana]].<ref name="syv153"/> Nel V secolo d.C., la regione fu invasa dai [[vandali]], che sconfissero i romani, fino al VI secolo, quando i [[Impero bizantino|bizantini]] conquistarono parte della regione: a Cartagine i berberi resistettero strenuamente alla conquista.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=vbMuAQAAIAAJ&q=I+Berberi+,+lasciati+praticamente+soli+dai+Bizantini+asserragliati+a+Cartagine+,+reagirono+violentemente+alla+conquista&dq=I+Berberi+,+lasciati+praticamente+soli+dai+Bizantini+asserragliati+a+Cartagine+,+reagirono+violentemente+alla+conquista&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiOoPK699XwAhXngP0HHUwTBScQ6AEwAHoECAEQAw|pagina=123|titolo=Tremila anni di storia in Tunisia|autore=Giancarlo Pizzi|editore=Qualecultura|anno=1996|isbn=978-88-16-90061-5}}</ref>

Nel 710, Salih I ibn Mansur fondò il Regno di Nekor nel Rif: da allora in poi, gli [[arabi]] crearono vari agglomerati urbani, non senza incontrare ancora una volta la resistenza dei berberi.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?hl=it&id=aqHeAAAAMAAJ&dq=710+rif+conquista&focus=searchwithinvolume&q=710+Conquista+araba+di+tutto+il+Nord+Africa+%2C+malgrado+la+strenua+resistenza+berbera+%28+Koçailla+e+la+Kahena+%29|pagina=116|titolo=L'Universo|volume=49|edizione=1-3|autore=Silvio Govi|editore=Istituto geografico militare|anno=1969}}</ref>

=== Epoca spagnola ===

Il Rif è un'area sotto influenza spagnola da secoli. Nel 709 il conte [[Conte Giuliano|Giuliano]] di Ceuta tradì il proprio sovrano promettendo lealtà al [[califfato omayyade]]<ref>{{cita web|url=https://tematiqos.com/historia/la-perdida-de-hispania-y-la-formacion-de-al-andalus|titolo=tematiqos.com: "LA PERDIDA DE HISPANIA Y LA FORMACION DE AL-ANDALUS (711-756)"|dataarchivo=5 marzo 2016}}</ref>. Le fonti arabe considerano proprio questo tradimento una delle principali cause della sconfitta del regno visigoto nel 711. Tra il 788 e il 1291, la città fu sotto il dominio di diversi taifa della penisola iberica. Nel 1249 la dinastia degli azafidi prese il potere a Ceuta. Secondo il trattato di Monteagudo de las Vicarías (siglato nel 1291 tra Castiglia e [[Corona d'Aragona|Aragona]]), la città entrò sotto la zona di influenza della Castiglia. Nel 1305, facendo parte del [[Sultanato di Granada|regno nasride di Granada]], la città entrò nel gioco della politica mediterranea di Castiglia.

Quando avvenne la [[Assedio di Costantinopoli (1453)|caduta di Costantinopoli nel 1453]], l'evento ebbe un notevole impatto sulla società europea dell'epoca. Da quel momento si inaugurò infatti un clima di sospetto nei confronti della popolazione della penisola, di religione musulmana, percepiti come possibili alleati dell'[[impero ottomano]]. Nel XV secolo numerosi [[mori (storia)|mori]] furono espulsi dalla Spagna e portarono nel Rif la propria cultura, in particolare la [[Musica arabo-andalusa|musica andalusa]], e fondarono altresì la città di Chefchaouen nel 1491.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=7PM9DQAAQBAJ&pg=PA68&dq=Chefchaouen+fondata&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwijmKzU-NXwAhWl_rsIHdbfCjMQ6AEwAHoECAEQAw#v=onepage&q&f=true|pagina=68|titolo=Contesti - Città, Territori|autore=Raffaele Paloscia|autore2=Elena Tarsi|editore=All'Insegna del Giglio|anno=2013|isbn=978-88-78-14563-4}}</ref> La [[Reconquista]] spagnola culminò proprio nell'Africa settentrionale e, per quanto riguardava il Rif, l'evento principale riguardò la ripresa di [[Melilla]] nel 1497.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=qkiTAAAAIAAJ&q=La+Reconquista+del+territorio+nazionale+si+prolungò+quindi+nella+con+-+quista+dell+%27+Africa+settentrionale+;+dapprima+per+iniziativa+di+singoli+signori+,+come+don+Pedro+de+Estopiñan+,+che+occupò+senza+colpo+ferire+Melilla+(+1497+)&dq=La+Reconquista+del+territorio+nazionale+si+prolungò+quindi+nella+con+-+quista+dell+%27+Africa+settentrionale+;+dapprima+per+iniziativa+di+singoli+signori+,+come+don+Pedro+de+Estopiñan+,+che+occupò+senza+colpo+ferire+Melilla+(+1497+)&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjGt6C9-dXwAhXWgP0HHbV5DgkQ6AEwAHoECAAQAw|pagina=287|titolo=Il basso Medioevo|autore=Alfredo Bosisio|editore=Ist. geografico De Agostini|anno=1968}}</ref>

==== Partenza della popolazione musulmana dalla penisola ====

La minoranza moresca nella Spagna asburgica ebbe origine nel 1501, quando gli antichi mudejar, ovvero musulmani che vivevano in un territorio dominato dai cristiani, furono messi di fronte alla scelta di accettare il battesimo o doversi allontanare nei regni peninsulari. La maggioranza di loro accettò il sacramento che li rese ufficialmente cristiani e gli vedeva riservata l'etichetta di Moriscos o Nuovi Cristiani, allo scopo di distinguerli da quelli che discendevano da famiglie cristiane senza musulmani tra i loro antenati, i cosiddetti Vecchi Cristiani. Non si trattava di una semplice distinzione religiosa, ma di una suddivisione che stabiliva importanti differenze sociali e privava i Nuovi Cristiani dell'accesso a varie cariche amministrative e a diversi privilegi. La decisione di procedere nel battesimo andò presa dal cardinale Cisneros, il quale vide che Granada, dieci anni dopo la sua conquista, conservava ancora il profilo di una città musulmana. Malgrado le perplessità dell'uomo di chiesa, si trattava di una situazione naturale, considerando che le capitolazioni con cui la città fu consegnata ai re cattolici stabilivano il rispetto della religione, della lingua e dei costumi dei musulmani.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=0voDAQAAIAAJ&q=Descendants+of+Moriscos+expelled+in+1501+gathered+in+Tetuan+,+the+old+Spanish+capital+in+northern+Morocco&dq=Descendants+of+Moriscos+expelled+in+1501+gathered+in+Tetuan+,+the+old+Spanish+capital+in+northern+Morocco&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjsnLiLisjyAhXWgP0HHUYUCx0Q6AF6BAgGEAM|pagina=77|lingua=en|titolo=Social Text|volume=24|editore=Duke University Press|anno=2006}}</ref>

==== Ceuta ====

Nel clima anti-musulmano diffusosi dopo l'insediamento iberico, molti sudditi islamici residenti nei regni cristiani fuggirono dalla persecuzione religiosa e si rifugiarono a Ceuta.<ref name="ebc">{{cita web|lingua=en|sito=[[Encyclopedia Britannica]]|url=https://www.britannica.com/place/Ceuta|accesso=23 agosto 2021|titolo=Ceuta}}</ref> Secondo il trattato di Monteagudo de las Vicarías, sottoscritto nel 1291 tra Castiglia e [[Corona d'Aragona|Aragona]]), la città rimase nella zona di influenza della Castiglia. Nel 1305, essendo parte del [[Sultanato di Granada]], la città entrò nel gioco della politica mediterranea della Castiglia.<ref name="ebc"/> Nel 1415, il re [[Giovanni I del Portogallo|Giovanni I]] del Portogallo, con i suoi figli [[Edoardo del Portogallo|Eduardo]], Pedro ed [[Enrico il Navigatore]], intraprese la prima avventura oltremare partita dal suo Paese di provenienza nella zona. Il 21 agosto di quell'anno sbarcarono sulle attuali spiagge di San Amaro, uscirono vittoriosi dalla [[battaglia di Ceuta]] ed espugnarono la città, evento che diede inizio ai piani di conquista territoriale di Enrico. Dopo la morte del re [[Sebastiano I del Portogallo|Sebastiano I]] nel 1578, il [[Regno del Portogallo]], a seguito di una [[Crisi di successione portoghese|crisi di successione]], il luogo finì incorporato dalla monarchia spagnola nel 1580.<ref name="ebc"/>

A seguito di un'intesa stipulata con i [[Merinidi]], quest'ultima riconosceva Ceuta come possedimento lusitano, circostanza confermata dal [[trattato di Alcáçovas]] e da quello di [[trattato di Tordesillas|Tordesillas]].<ref name="ebc"/>

=== Età contemporanea ===
==== Regione del Rif ====

[[File:Flag of the Republic of the Rif.svg|thumb|right|Bandiera della [[Repubblica del Rif]]]]

Dal 1912 al 1956 il Rif fece parte del [[Marocco spagnolo]].<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=bryLDwAAQBAJ&pg=PT87&dq=1912+1956+rif+region&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjQupTxisjyAhWegf0HHVjcA2kQ6AF6BAgLEAM#v=onepage&q&f=false|pagina=87|lingua=en|titolo=The Middle East|autore=Ellen Lust|edizione=15|editore=CQ Press|anno=2019|isbn=978-15-44-35823-9}}</ref> Di tale parentesi storica restano segni ad esempio in campo architettonico, se si guarda ad alcuni edifici che presentano uno stile [[andaluso]], alla dominazione generale della [[lingua spagnola]] o alla diffusione di specialità culinarie quali la [[Tortilla di patate|tortilla]] o la [[paella]].

Tuttavia, le tribù del Rif non si sottomisero a lungo agli spagnoli: desiderosi di ottenere l'indipendenza, i berberi non videro mai di buon occhio che il loro popolo fosse assorbito dalla Spagna (Melilla e il Protettorato) e dal Marocco (il resto del Rif).<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=CXPwq_r4wQoC&pg=PT41&dq=barbarians+rif+language&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiEsd-ji8jyAhWqgf0HHZszBWUQ6AF6BAgGEAM#v=onepage&q&f=false|pagina=42|lingua=en|titolo=Kif: Hashish from Morocco|autore=Bob J. Zehmer|editore=eBookIt.com|anno=2013|isbn=978-14-56-60020-4}}</ref> Durante i secoli XIX e XX, tale desidero di autodeterminazione si rintraccia con caratteristiche ondivaghe nei seguenti conflitti:

* [[Guerra ispano-marocchina]] (1859-1860), che si concluse con il trattato di Wad-Ras dopo la battaglia di Tetuán.
* Guerra di Margallo (o prima guerra del Rif) (1893-1894).
* Guerra di Melilla (1909) (disastro del Barranco del Lobo). Fu causato da disaccordi nella Compañía Española de Minas del Rif.
* [[Marocco spagnolo]] (1913-1956): Solo nel 1912 la [[Terza Repubblica francese|Francia]], con l'appoggio della [[Impero tedesco|Germania]] e il ritiro degli interessi britannici e italiani, divide il Marocco con la Spagna, assegnandogli un territorio settentrionale (lo Yebala-Rif) e un territorio meridionale ([[Tarfaya]]).
* [[Guerra del Rif]] (1911-1926): l'occupazione spagnola si scontrò con la violenta opposizione delle tribù del Rif guidate da [[Abd el-Krim]], che si concretizzò nella [[battaglia di Annual]] (1921) dove le truppe spagnole furono sconfitte. Infine, Abd al-Krim perse la guerra dopo lo sbarco di Al Hoceima (1925) con l'aiuto della Francia (truppe al comando del futuro presidente della repubblica, il generale [[Philippe Pétain|Pétain]]). Questa ribellione portò a una breve indipendenza del territorio, la [[Repubblica del Rif]] -1921-1926- (con primo presidente Abd al-Krim).

Di fronte alle pressioni per l'indipendenza dei territori marocchini che controllava, la Spagna firmò nell'aprile del 1956 l'indipendenza del Rif.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=hca8DwAAQBAJ&pg=PA131&dq=1956+rif+spain&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiM7vrPi8jyAhXG_7sIHWHwBSEQ6AF6BAgJEAM#v=onepage&q&f=false|pagina=131|lingua=en|titolo=In the Footsteps of Spanish Colonialism in Morocco and Equatorial Guinea|volume=59|autore=Yolanda Aixelà Cabré|editore=LIT Verlag Münster|anno=2018|isbn=978-36-43-91010-3}}</ref> Quest'ultima area geografica rimase però esclusa dalla vita politica del Marocco indipendente tanto che nel 1958, ebbe luogo la rivolta del Rif. Il governo di [[Rabat]] decise di ripristinare il controllo della situazione schierando l'esercito è causando circa 8.000 vittime Rifiani. Il re [[Hasan II del Marocco|Hasan II]], durante il suo regno, fece sprofondare il Rif nella povertà e nell'ignoranza, con l'idea che questo avrebbe messo fine agli aneliti di indipendenza che un tempo provenivano dalle menti intellettuali, facendo scomparire qualsiasi studio della lingua e della cultura berbera nella zona. Un simile difficile periodo storico passò alla storia come [[anni di piombo (Marocco)|anni di piombo]].<ref name="ala">{{cita web|sito=[[Al Jazeera]]|url=https://www.aljazeera.com/features/2017/7/7/moroccos-evolution-from-the-years-of-lead-to-today|titolo=Morocco's evolution from the 'years of lead' to today|autore=Aida Alami|data=7 luglio 2017|accesso=23 agosto 2021}}</ref> A causa della repressione, è nota l'esistenza di alcune organizzazioni politiche che chiedevano da uno sviluppo della zona alla separazione del territorio dal [[Marocco]].<ref name="ala"/>

Quando Hasan II morì, gli successe il figlio [[Muhammad VI del Marocco|Muhammad VI]], salito al trono il 23 luglio 1999. Da allora, la popolazione berbera sperimentò una revoca della punizione imposta dal precedente monarca.<ref name="ala"/> Oggi, gli studi berberi, la cultura e, soprattutto, la lingua sono studiati in vari istituti e seminari in tutto il Marocco, soprattutto nel nord.<ref name="eli"/> Tuttavia, questa attività culturale non si è riflettuta nell'attività politica: nel 2008, il re del Marocco dichiarò "fuorilegge" il principale partito politico berbero, il Partito Democratico Amazigh Marocchino (PDAM), generando un forte malcontento popolare.<ref name="eli">{{cita web|lingua=es|url=https://www.elimparcial.es/movil/noticia/11367/|titolo=Mohamed VI teme una rebelión en el Rif|data=23 aprile 2008|accesso=23 agosto 2021}}</ref>

==== Melilla ====

A Melilla, la situazione dei Rifiani cambiò radicalmente con gli eventi del 1986, in virtù di una rivolta popolare guidata da Omar Mohamedi Dudu che reclamò i diritti di questa popolazione ad essere riconosciuta come spagnola.<ref name="ebm">{{cita web|sito=Encyclopedia Britannica|url=https://www.britannica.com/place/Melilla|titolo=Melilla|accesso=23 agosto 2021}}</ref> Il delegato del governo spagnolo dell'epoca, Manuel Céspedes (PSOE), concesse una misura senza precedenti, concedendo alla grande maggioranza dei berberi residenti a Melilla (con la cosiddetta carta statistica) la carta d'identità nazionale, con l'opposizione, tra gli altri, di Alianza Popular e dell'Unión del Pueblo Melillense.<ref name="ebm"/> Da allora, i Rifiani di Melilla, oggi spagnoli, rivendicano la loro condizione culturale e la loro lingua come "autoctona" e cercano di unire (finora senza successo) questi due denominatori identificativi al panorama culturale e linguistico della Spagna, o almeno, a quello di Melilla, come parte del Rif, in termini di popolazione e geograficamente parlando.<ref name="ebm"/>

== Etimologia ==
''Rif ''era una parola araba che significava «riva» o «margine».<ref>{{cita libro|autore=[[Joseba Sarrionandia]]|titolo=¿Somos como moros en la niebla?|anno=2012|editore=Pamiela|città=Pamplona|isbn=978-84-7681-750-6|p=67|url=http://www.naiz.eus/media/asset_publics/resources/000/015/123/original/20120102_somos_moros.pdf|citazione=Rif era una parola araba che significava «riva» o «margine». I berberi lo pronunciavano ''Arrif'', come i baschi che hanno convertito ''razón'' [ragione] in ''arrazoi''.}}</ref>

== Demografia ==

Il Rif è un'area geograficamente assai vasta, dalle montagne che circondano Melilla. Tuttavia, c'è una differenza tra il Rif geografico e il Rif culturale, poiché le montagne vicino a Tetouan e [[Chefchaouen]] sono oggi chiamate Yebala e, i loro abitanti, conosciuti come ''yeblis'' o ''yebala'' ("montanari"), sono etnicamente in gran parte arabi a causa dell'arrivo massiccio di tribù arabe come i Banu Hilal secoli fa. I Rifiani risiedono nelle zone intorno alle città di [[al-Hoseyma]], [[Nador]] e [[Oujda]], dove si possono visitare villaggi che sono stati poco o per nulla alterati dalle forze colonizzatrici francesi e spagnole o dal moderno processo di marocchinizzazione.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|titolo=Historical Migration Patterns in the Eastern Rif Mountains|autore=Mohammed Azeddine Refass|rivista=Mountain Research and Development|volume=12|numero=4|data=novembre 1992|pagine=383-388|editore=International Mountain Society|doi=https://doi.org/10.2307/3673689|url=https://www.jstor.org/stable/3673689}}</ref>

Quando gli europei visitano il Rif, di solito si sorprendono dall'aspetto fisico degli abitanti, avendo i tratti somatici di quelli presenti negli insediamenti del Vecchio Continente, poiché una gran parte di loro ha una carnagione chiara, occhi azzurri, grigi o verdi e capelli biondi o rossi.<ref>{{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=MtbacYKEInEC&pg=PA265&dq=Green+or+light+chestnut-colored+eyes+can+frequently+be+found+in+the+mountains+areas&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj8v6KN-8fyAhXTgP0HHf5fDp4Q6AF6BAgFEAM#v=onepage&q&f=false|titolo=Physical Anthropology of European Populations|autore=Ilse Schwidetzky|autore2=Bruno Chiarelli|autore3=Olga Necrasov|isbn=978-31-10-82097-3|editore=Walter de Gruyter|anno=2012|pagine=265-266}}</ref> Proprio in virtù della loro origine etnica, la loro lingua, il tamazigh o il berbero, di origine camita, si è evoluta in maniera indipendente da altri idiomi nelle montagne del Rif.


Questa proporzione nella presenza di caratteristiche fisiognomiche nordico-europee nei suoi abitanti supera anche molte regioni europee in cui esse sono presenti, come l'Italia meridionale o la Spagna.<ref>{{cita libro|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=kCjHDwAAQBAJ&pg=PA482&dq=On+the+whole,+blondism+is+strong+in+the+Rif;+over+half+of+the+adult+men+show+some+trace+of+it&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjVyMXv-8fyAhXag_0HHQBAC_sQ6AF6BAgDEAM#v=onepage&q&f=false|pagina=482|titolo=The Races of Europe|autore=Steven Coons Carleton|editore=Dalcassian Publishing Company|anno=1939}}</ref>
Nel [[XX secolo]], sotto la guida di [[Abd el-Krim]] el-Khattabi, il Rif entrò in [[Guerra del Rif|guerra contro la Spagna]] (e successivamente contro la [[Francia]] e lo stesso Re del Marocco), per liberarsi dalla colonizzazione europea. In tale occasione fu creata la [[Repubblica del Rif]], che resistette per cinque anni (1921-1926) contro forze preponderanti, che in tale occasione fecero uso anche di gas asfissianti ([[iprite]] di fabbricazione germanica) contro la popolazione.


=== Composizione etnica ===
I principali gruppi confinanti con il Rif sono i [[Ghomara]] ad est, i [[Sanhaja]] a sudest, gli [[Ait Iznasen]] a sudovest, e l'[[Algeria]] ad est. La lingua principale della regione è il berbero (varietà detta [[Tarifit]]).


== Popolazione ==
[[File:Al Hoceima Morocco.jpg|thumb|Un panorama di [[Al-Hoseyma]]]]
[[File:Al Hoceima Morocco.jpg|thumb|Un panorama di [[Al-Hoseyma]]]]
Tradizionalmente, le principali tribù del Rif sono le seguenti.
Tradizionalmente, le principali tribù del Rif sono le seguenti.
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* [[Ayt Iznassen]] (Berkane)
* [[Ayt Iznassen]] (Berkane)


== Ambiente ==
== Economia ==
=== Dati economici ===
La particolare conformazione dei monti del Rif fa sì che la regione ospiti dense foreste, costituite soprattutto da [[quercia|querce]] a bassa quota e [[Cedrus atlantica|cedri]] ad altitudini più elevate.
In linea con gli sforzi internazionali, il governo marocchino sta eliminando gradualmente la coltivazione del [[quif]]. Poiché il governo non presta molta attenzione alla zona, per questo questa industria ha assunto un'importanza economica vitale. La zona rimane povera nonostante le piantagioni illegali di quif, il contrabbando con [[Ceuta]] e [[Melilla]], la creazione di una nuova fabbrica di acciaio a [[Nador]] e lo sviluppo del turismo.<ref>{{cita web|titolo=Rif Crisis Reveals Failure of Development in Morocco|lingua=en|url=https://orientxxi.info/magazine/rif-crisis-reveals-failure-of-development-in-morocco,2197|accesso=23 agosto 2021}}</ref>


=== Agricoltura ===
Nella regione intorno a [[Issaguen]] (già Ketama) è estesamente praticata la coltura della [[Cannabis indica|canapa indiana]], una coltura tradizionale che oggi però è al centro di traffici (illeciti) a livello internazionale.


[[File:Alhoceimarif.jpg|left|thumb|250px|Uliveto locale]]
I monti del Rif ospitano anche una particolare sottospecie di [[Apis|ape]] detta ''[[Apis mellifera major]]'', che permette di praticare l'[[apicultura]].


Man mano che si procede da [[Chefchaouen]] a [[Issaguen]] attraverso le accidentate alture del Rif, diventano più frequenti i boschi di [[Cedrus atlantica|cedri]] e di [[Quercus|querce]] a causa dell'aumentare dell'umidità e delle precipitazioni associate all'altitudine, il che rende questa zona ideale per altri tipi di colture diverse da quelle delle pianure costiere.<ref name="mau337347">{{cita pubblicazione|lingua=en|titolo=Agriculture in the Rif and Tell Mountains of North Africa|autore=Gerard Maurer|rivista=Mountain Research and Development|volume=12|numero=4|data=novembre 1992|pagine=337-347|editore=International Mountain Society|doi=https://doi.org/10.2307/3673684|url=https://www.jstor.org/stable/3673684}}</ref>
==Bibliografia==

'''La lingua berbera del Rif'''
Secondo le leggi dell'ex protettorato spagnolo, adottate dopo l'indipendenza e la marocchizzazione del Rif, la coltivazione e il consumo di canapa indiana (''[[Marijuana|Cannabis indica]]'') essiccata per le pipe tradizionali della zona è legale; quella che viene punita è la trasformazione della canapa in [[hashish]] e il traffico di droga. L'hashish o ''quif'', come la gente del posto chiama la pianta, è illegale in Marocco; ciononostante, viene fumato tranquillamente in tutto il Paese e le piantagioni nei campi coltivati intorno a [[Issaguen]] sono chiaramente visibili dalla strada.<ref name="mau337347"/> Il [[Corano]], che proibisce chiaramente l'alcol, non fa lo stesso con il ''quif''. In questo modo, in assenza di un chiaro divieto, la popolazione (soprattutto quella maschile) lo fuma apertamente, affidandosi ad un'interpretazione «meno rigorosa» delle leggi del Corano.<ref name="mau337347"/>
*Kaddour Cadi, ''Système verbal rifain. Forme et sens'', Paris, SELAF, 1987 - ISBN 285297195X

*Esteban Ibañez, ''Diccionario Español-Rifeño'', Madrid, Instituto de Estudios Africanos, 1944
== Musica ==
*Esteban Ibañez, ''Diccionario Rifeño-Español (Etimologico)'', Madrid, Instituto de Estudios Africanos, 1949

*Léopold-Victor Justinard, ''Manuel de berbère marocain (dialecte rifain)'', Paris, Geuthner, 1926
La musica tradizionale del Rif è l’''Amazigh'', varia e molto ricca.
*Maarten G. Kossmann, ''Esquisse grammaticale du rifain oriental'', Louvain, Peeters, 2000 - ISBN 90-429-0892-0

*Mena Lafkioui, ''Atlas linguistique des variétés berbères du Rif'', Köln, Köppe, 2007 - ISBN 978-3-89645-395-2
Tra i diversi generi musicologici figurano l'Ahidús del Rif, il Taktouka, l'Aduár e il Reggada.<ref>{{cita pubblicazione|lingua=en|url=https://www.jstor.org/stable/41674986|titolo=Protest Music and Poetry in the Rif|autore=Amar Almasude|volume=8|numero=3|rivista=Amazigh Voices: The Berber Question (2001)|pagine=114-134|editore=Jean Ait Belkhir, Race, Gender & Class Journal}}</ref>
*Amédée Renisio, ''Etude sur les dialectes berbères des Beni Iznassen, du Rif et des Senhaja de Sraïr. Grammaire, texte et lexique'', Paris, Leroux, 1932

*Pedro Sarrionandia, ''Gramática de la lengua rifeña'', Tánger, Tip. Hispano-Arábiga, 1905
== Note ==
*M. Tilmatine, A. El Molghy, C. Castellanos, H. Banhakeia, ''La lengua Rifeña. Tutlayt tarifit (Gramática rifeña - Lexico básico. Tajerrumt n tarifit - Tamawalt)'', Melilla, Ciudad autónoma de Melilla-Servicio de publicaciones, 1998

<references/>


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
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{{interprogetto}}
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==Collegamenti esterni==
== Collegamenti esterni ==

* {{cita web|http://weecheng.com/morocco/chef/map-rif.gif|Una cartina stradale del Rif}}
* {{cita web|http://weecheng.com/morocco/chef/map-rif.gif|Una cartina stradale del Rif}}
* {{cita web|url=http://www.let.leidenuniv.nl/talengids/talen/index.htm?var1=http://www.let.leidenuniv.nl/talengids/talen/rifijns.htm|titolo=''Tarifit'' all'università di Leida (1) - Breve frase di esempio, con trascrizione, traduzione e audio}}
* {{cita web|url=http://www.let.leidenuniv.nl/talengids/talen/index.htm?var1=http://www.let.leidenuniv.nl/talengids/talen/rifijns.htm|titolo=''Tarifit'' all'università di Leida (1) - Breve frase di esempio, con trascrizione, traduzione e audio}}
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{{Principali formazioni geologiche africane}}
{{Principali formazioni geologiche africane}}
{{Controllo di autorità}}
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{{Portale|Geografia|Marocco}}


[[Categoria:Località berberofone]]
[[Categoria:Località berberofone]]

Versione delle 00:12, 24 ago 2021

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi RIF.
Rif
ContinenteAfrica
StatiBandiera del Marocco Marocco
Bandiera della Spagna Spagna
Cima più elevataDjebel Tidirhine (2 455 m s.l.m.)
Lunghezza360 km
Larghezza80 km
Massicci principaliAtlante

Il Rif (in tamazight Arrif; in arabo الريف [al-Rīf]) è una regione caratterizzata da zone montuose e boschive dell'Africa settentrionale, situata lungo il Mediterraneo spingendosi dalla terra dei Jbala fino a quella degli Ikebdanen (Nador), al confine con l'Algeria. Regione tradizionalmente isolata e sottosviluppata, i suoi abitanti sono di lingua berbera: la maggior parte di essi parla il cosiddetto «tamazight del Rif» o tarifit, ma sono molti anche quelli che parlano arabo dialettale, francese e spagnolo, che costituiscono le principali lingue straniere. La regione del Rif non deve essere confusa con le montagne del Rif, che si estendono al di là della regione omonima.

Dal punto di vista amministrativo la regione del Rif comprende nove province marocchine: al Hoceïma, Nador, Chefchaouen, Driouch, Berkane e Taza. Le località più importanti sono Chefchaouen, Taounate, Targuist, Al Hoceïma (l'ex Villa Sanjurjo), Driouch, Melilla, Nador e Ras El Ma.

Questa zona geografica del Nordafrica comprende anche le città spagnole autonome di Ceuta e Melilla.

Geografia fisica

La città di al Hoceïma, capitale del Rif nel 1921-1926

Il Rif è una catena montuosa che fa parte geologicamente dell'Arco di Gibilterra (insieme alla Cordigliera Betica), formatosi nel corso dell'orogenesi terziaria.[1] Lungo la costa del Mediterraneo, tra Saïdia e Tétouan, le montagne del Rif presentano pendici scoscesi che spesso terminano direttamente sul mare con ripide scogliere, che contrastano fortemente con le dolci colline dei dintorni di Tangeri.[1] Esse si spingono da Jebha, sulla costa mediterranea, a Targuist nell'interno, fino alla frontiera algerina; in senso più ampio, tuttavia, il Rif comprende tutte le zone montuose che si estendono ad arco da Tangeri fino alla valle del Moulouya, passando per Ceuta.[2]

Questa catena montuosa non è molto elevata e nei punti più alti supera appena i 2000 m.[2] Le cime più elevate sono il Tidirhine (2452 m) nella regione di Issaguen, l'Akra (2160 m), sobre Bab Taza, il Tisuka (2122 m) e lo Sfiha Telj (2038 m), che sovrasta Chefchaouen, e il Kelti (1926 m), vicino a Souk el Arbaa.

Ad est, le cime calcaree sono ammantate di alberi e nella sezione centrale del Rif i lecci lasciano il posto ad alti boschi di cedri, dove vive, oltre ad altre specie, la famosa bertuccia; nella regione di Issaguen vi sono anche piantagioni di canapa indiana. Qui svetta il Tidirhine, una montagna dalla cima solitamente ricoperta di neve. Da qui in poi le montagne si fanno più rosse e il terreno nei dintorni di al Hoceïma appare brullo e arido. Da qui a Oujda (situata a sud di una fertile pianura costiera, al confine con l'Algeria) il terreno è ricoperto dai letti di fiumi asciutti, i cosiddetti ighezran (in italiano, «fiumi»).[3]

Le spiagge della costa del Rif, ai piedi delle montagne, sono tra le migliori del Marocco: costituiscono una nota attrazione turistica e qui si trovano alcuni dei migliori ristoranti di pesce del Marocco.[3]

Geologia

Le montagne del Rif vicino al Hoceïma

La formazione del Rif, così come di quella delle attuali catene montuose che circondano il Mediterraneo, si deve all'orogenesi alpina (seconda metà dell'era terziaria), originata dallo spostamento dell'Africa verso nord e dal suo conseguente scontro con l'Europa.[4] Il Rif è, pertanto, per età e aspetto, una catena alpina vera e propria, con un basamento antico su cui poggiano serie sedimentarie dell'era secondaria e terziaria fortemente deformate da pieghe e unità di sovrascorrimento, con quelle settentrionali che si sovrappongono a quelle meridionali. Questa compressione dette origine a un metamorfismo di grado maggiore o minore, particolarmente intenso nella zona costiera.[4]

Il Rif interno

Si estende da Ceuta a Jebha e poi si sviluppa nei pressi di Nador, a Capo Tres Forcas e fino al massiccio Beni Bucraa, comprendendo al suo interno Tetuan e Chauen. Composto da unità tettoniche che si spingono tra di loro in direzione sud-ovest l'una sull'altra, i blocchi più antichi sono quelli delle cosiddette Sébtidas, ovvero rocce plutoniche e metamorfiche di alto grado (gneiss di Cabo Negro). Di epoca più recente risultano alcuni esempi del Paleozoico quali quarziti, scisti e ardesie.[5] Nell'entroterra ha sede la cresta calcarea, a sua volta composta da tre gruppi separati:

  • L'Hauz, che parte dal monte Hacho e raggiunge il monte Dersa a Tetouan.
  • La zona centrale, che inizia di fronte a Tetouan, procede sui monti Gorgues e Bu Zaitun e termina a Bab Taza-Asifan.
  • Los Bocoya, vicino ad Al Hoceima.

La dorsale calcarea è composta da materiali dell'era secondaria, ovvero un arco temporale che comprende il Triassico, il Giurassico medio e il Cretaceo inferiore. Alla sua base ci sono dolomiti grigie e, sulle cime, calcari chiari, a volte mescolati con calcari detritici verde-violacei. Nel punto più esterno, la geomorfologia locale si confonde con quella del medio Rif.[5]

Medio Rif

Più a sud delle unità precedenti hanno sede gli strati di Flyschs, dispiegati lungo un asse nord-sud. Si tratta di depositi di età secondaria e terziaria presenti in zone più o meno distanti dalle pendici continentali e, malgrado in tutti questi depositi si annoveri un'alternanza di arenarie, argille e a volte calcari, ogni gruppo ha una storia geologica a sé. In molti casi, si tratta di strati alloctoni non collegati tra loro.[6]

La cresta è sovrapposta a ovest dallo strato di Beni Ider e a est da quello di Tisiren, a loro volta intrecciati con gli strati di Tangier e Ketama.[6]

Rif esterno

Comprende le colline di Uazan e intorno a Meknes, formate da marne depositate nel Miocene superiore. Nella zona più orientale, durante il Miocene superiore si verificò un'intensa attività vulcanica visibile a Capo Quilates, Capo Tres Forcas, El Gurugú e Beni Bu Ifrur.[7]

Il recente sollevamento costiero è evidenziato dall'esistenza di spiagge e secche costiere al di sopra dell'attuale livello del mare, dalla ripida pendenza dei torrenti che sfociano in mare e dalla predominanza delle scogliere.[7]

Ci sono tipici paesaggi carsici formati su strati calcarei altamente deformati, a volte quasi verticali. La rete fluviale stabilita dal Villafranquiense superiore ha scavato profondi canyon e valli, con cascate, archi naturali nella roccia e formazioni tufacee. Grotte, sorgenti, doline e lapidi solcate sono frequenti. I pendii ripidi, spesso oltre i 1000 m, con l'assenza di strade e sentieri che rende la regione difficile da attraversare e in molti casi accessibile solo tramite sentieri.[7]

Ambiente naturale

Flora

Veduta di Chefchaouen

L'elevata piovosità (oltre i 1000 mm annui) e le nevi sulle vette, che durano fino al mese di maggio, consentono lo sviluppo dei boschi tipici delle latitudini più umide.[8]

La vegetazione è tipicamente mediterranea e inizia nelle zone più basse con boschi di ginepro articolato e olivastro, il più delle volte fortemente degradati, nonostante sopravvivano esemplari centenari in piccoli boschetti adiacenti ai santuari e ai cimiteri.[8] Tra questi si sviluppa un sottobosco di lentisco, mirto e corbezzolo, ed è frequente incontrare esemplari di carrubo di grandi dimensioni. Man mano che si sale di quota, fanno la loro comparsa i boschi più umidi di querce, sughere, abeti e cedri.

Negli alvei dei fiumi e nelle gole si sviluppano boschi di oleandri e frassini e nei luoghi più elevati compare la laurisilva, con alcuni ontani centenari.[8]

Boschi di abeti e cedri

L'abete del Marocco (Abies pinsapo subsp. marocana) forma boschi relativamente ben conservati, situati sulle cime delle montagne calcaree del Rif occidentale (monti Tisuka, Meggu, Lakrâa, Tazaot, Tisirene, ecc.) tra 1500 e 2000 m.[9]

Quasi sempre i boschi di abeti non sono puri, ma in essi crescono anche cedri, pini marittimi (Pinus pinaster subsp. escarena), pini neri (Pinus nigra subsp. salzmannii), lecci (Quercus ilex), querce (Quercus faginea), aceri (Acer granatense), tassi (Taxus baccata), agrifogli (Ilex aquifolium) e biancospini (Crataegus sp.), che nell'Hauz arrivano a formare boschetti con esemplari di dimensioni arboree.[9]

Gli abeti sono protetti; la maggior parte di loro si trova all'interno del parco nazionale di Talasamtan, ma due minacce incombono su di loro: gli incendi appiccati dai contadini per ricavare nuovi terreni agricoli e i cambiamenti climatici globali che stanno facendo aumentare la temperatura della Terra.[9]

Il cedro dell'Atlante (Cedrus atlantica) è un albero forestale che forma foreste rigogliose nel Rif occidentale e centrale (15.000 ha). Si incontra tra 1200 e 2400 m e di solito delimita il limita superiore degli alberi sulle alte montagne del Nordafrica.[9]

Le leccete

In questa regione il leccio (Quercus ilex) forma boschi che occupano pendii più caldi rispetto a quelli dove crescono gli abeti. Si incontra inoltre misto ad altre formazioni boscose come boschi di cedri, pini e querce da sughero. Cresce in tutti i tipi di terreni, dal livello del mare fino a 2400 m, tollerando sbalzi di temperatura fino a 40 ºC.[10]

Le quercete

Le quercete sono costituite dalla quercia lusitana (Quercus faginea) e soprattutto dalla quercia dell'Algeria (Quercus canariensis). Crescono su qualsiasi tipo di substrato, anche se generalmente prediligono i terreni calcarei sopra i 1000 m, e la seconda predilige i terreni silicei dal livello del mare fino a 1800 m. Entrambe le specie richiedono molto umidità, quindi le migliori foreste si sviluppano in aree dove la piovosità media annua è superiore a 1000 mm.[10]

Le foreste di querce dell'Algeria sono ben sviluppate nel Rif centro-occidentale, dove si mischiano spesso alle querce da sughero.

Le foreste di querce lusitane si trovano principalmente sulle montagne calcaree del Rif occidentale e su quelle scistose del Rif centrale, come la regione del Tidirhine.[10]

Le sugherete

La quercia da sughero (Quercus suber) è un albero tipicamente mediterraneo che forma grandi foreste su suoli silicei, sciolti, ben areati e relativamente umidi. Anche se generalmente si incontra dal livello del mare fino a 1500 m, necessita di abbondanti precipitazioni; se queste non sono abbastanza sufficienti, deve esserci molta umidità nel terreno e nell'ambiente. Non sopporta bene le gelate.[10]

Boschi di ginepro articolato

Questi boschi, esclusivi del Nordafrica (ad eccezione di due popolazioni disperse, una a Malta e l'altra nella Sierra de Cartagena-La Unión nella penisola iberica), costituiscono probabilmente le formazioni forestali esistenti più antiche di questa zona, in quanto risalgono al Cenozoico.[11]

Il ginepro articolato (Tetraclinis articulata) copre in Marocco una superficie di circa 750.000 ettari. Cresce in qualsiasi tipo di terreno, anche se predilige i suoli calcarei, dal livello del mare a 1200 m.[11] Può vivere in suoli molto poveri e in ambienti semiaridi, ma non sopporta le gelate o l'eccessiva continentalità. La maggior parte degli attuali boschi della zona sono altamente degradati e radi, con alberi di piccole dimensioni.[11]

Il legno del ginepro è di qualità molto buona, aromatico, imputrescibile, si screpola poco e risulta facile da lavorare. Quando la parte aerea della pianta viene abbattuta, si forma un vitigno sotterraneo che germoglia di nuovo. Questo vitigno, chiamato lubia, può raggiungere fino a un metro di diametro e dà un legno dai bellissimi motivi multicolori. Attualmente viene utilizzato per realizzare piccoli oggetti nella regione di Essaouira ed è commercializzato con il nome di «legno di tuia».[11]

Fauna

Le montagne del Rif ospitano una sottospecie unica di ape mellifera chiamata Apis mellifera major, utilizzata in apicoltura.[12] Tra le specie endemiche di anfibi spicca il Pelophylax saharicus: in generale, i rettili sono simili a quelli europei, con una sola specie endemica di particolare rilevanza, Timon pater, simile alla lucertola ocellata; partucolarmente abbondanti sono la testuggine greca (Testudo graeca) e le testuggini palustri.[13]

Ma i protagonisti indiscussi della fauna della regione sono il cinghiale e la bertuccia (Macaca sylvanus), il primo per la sua abbondanza, rilevabile dalle tracce che lascia, e la seconda per il fatto di essere l'unico primate del Nordafrica. Le bertucce, decimate dall'uomo, si sono rifugiate in zone isolate di difficile accesso ed è possibile vederle facilmente solo lungo la strada per Akchour. Lo sciacallo, la volpe, il tasso, la genetta, il gatto selvatico africano (Felis libyca), l'istrice, il riccio algerino (Atelerix algirus), la donnola e la lontra completano l'elenco dei mammiferi.[14]

L'avifauna è varia, abbondante e facile da vedere; molte specie, come il picchio rosso maggiore, la cinciallegra, il fringuello, la pernice, la ghiandaia e il picchio muratore, possono sembrare del tutto identici a quelli europei, ma presentano in realtà marcate differenze; abbondano colombacci, falchi, ballerini e tortore.[14]

Storia

Epoca antica

Il Rif risulta popolato sin dalla Preistoria. Nell'XI secolo a.C., i fenici si stabilirono sulle coste mediterranee e atlantiche allo scopo di istituire stazioni commerciali, fondando città come Tétouan, Melilla e, nel V secolo a.C., Tangeri.[15]

Più tardi, i cartaginesi rimpiazzarono i fenici come potenza nella regione. Quando con la terza guerra punica Roma sconfisse Cartagine, il Rif entrò a far parte della provincia romana della Mauretania.[16] Con l'imperatore Claudio, Tangeri divenne la capitale della Mauritania Tingitana.[16] Nel V secolo d.C., la regione fu invasa dai vandali, che sconfissero i romani, fino al VI secolo, quando i bizantini conquistarono parte della regione: a Cartagine i berberi resistettero strenuamente alla conquista.[17]

Nel 710, Salih I ibn Mansur fondò il Regno di Nekor nel Rif: da allora in poi, gli arabi crearono vari agglomerati urbani, non senza incontrare ancora una volta la resistenza dei berberi.[18]

Epoca spagnola

Il Rif è un'area sotto influenza spagnola da secoli. Nel 709 il conte Giuliano di Ceuta tradì il proprio sovrano promettendo lealtà al califfato omayyade[19]. Le fonti arabe considerano proprio questo tradimento una delle principali cause della sconfitta del regno visigoto nel 711. Tra il 788 e il 1291, la città fu sotto il dominio di diversi taifa della penisola iberica. Nel 1249 la dinastia degli azafidi prese il potere a Ceuta. Secondo il trattato di Monteagudo de las Vicarías (siglato nel 1291 tra Castiglia e Aragona), la città entrò sotto la zona di influenza della Castiglia. Nel 1305, facendo parte del regno nasride di Granada, la città entrò nel gioco della politica mediterranea di Castiglia.

Quando avvenne la caduta di Costantinopoli nel 1453, l'evento ebbe un notevole impatto sulla società europea dell'epoca. Da quel momento si inaugurò infatti un clima di sospetto nei confronti della popolazione della penisola, di religione musulmana, percepiti come possibili alleati dell'impero ottomano. Nel XV secolo numerosi mori furono espulsi dalla Spagna e portarono nel Rif la propria cultura, in particolare la musica andalusa, e fondarono altresì la città di Chefchaouen nel 1491.[20] La Reconquista spagnola culminò proprio nell'Africa settentrionale e, per quanto riguardava il Rif, l'evento principale riguardò la ripresa di Melilla nel 1497.[21]

Partenza della popolazione musulmana dalla penisola

La minoranza moresca nella Spagna asburgica ebbe origine nel 1501, quando gli antichi mudejar, ovvero musulmani che vivevano in un territorio dominato dai cristiani, furono messi di fronte alla scelta di accettare il battesimo o doversi allontanare nei regni peninsulari. La maggioranza di loro accettò il sacramento che li rese ufficialmente cristiani e gli vedeva riservata l'etichetta di Moriscos o Nuovi Cristiani, allo scopo di distinguerli da quelli che discendevano da famiglie cristiane senza musulmani tra i loro antenati, i cosiddetti Vecchi Cristiani. Non si trattava di una semplice distinzione religiosa, ma di una suddivisione che stabiliva importanti differenze sociali e privava i Nuovi Cristiani dell'accesso a varie cariche amministrative e a diversi privilegi. La decisione di procedere nel battesimo andò presa dal cardinale Cisneros, il quale vide che Granada, dieci anni dopo la sua conquista, conservava ancora il profilo di una città musulmana. Malgrado le perplessità dell'uomo di chiesa, si trattava di una situazione naturale, considerando che le capitolazioni con cui la città fu consegnata ai re cattolici stabilivano il rispetto della religione, della lingua e dei costumi dei musulmani.[22]

Ceuta

Nel clima anti-musulmano diffusosi dopo l'insediamento iberico, molti sudditi islamici residenti nei regni cristiani fuggirono dalla persecuzione religiosa e si rifugiarono a Ceuta.[23] Secondo il trattato di Monteagudo de las Vicarías, sottoscritto nel 1291 tra Castiglia e Aragona), la città rimase nella zona di influenza della Castiglia. Nel 1305, essendo parte del Sultanato di Granada, la città entrò nel gioco della politica mediterranea della Castiglia.[23] Nel 1415, il re Giovanni I del Portogallo, con i suoi figli Eduardo, Pedro ed Enrico il Navigatore, intraprese la prima avventura oltremare partita dal suo Paese di provenienza nella zona. Il 21 agosto di quell'anno sbarcarono sulle attuali spiagge di San Amaro, uscirono vittoriosi dalla battaglia di Ceuta ed espugnarono la città, evento che diede inizio ai piani di conquista territoriale di Enrico. Dopo la morte del re Sebastiano I nel 1578, il Regno del Portogallo, a seguito di una crisi di successione, il luogo finì incorporato dalla monarchia spagnola nel 1580.[23]

A seguito di un'intesa stipulata con i Merinidi, quest'ultima riconosceva Ceuta come possedimento lusitano, circostanza confermata dal trattato di Alcáçovas e da quello di Tordesillas.[23]

Età contemporanea

Regione del Rif

Bandiera della Repubblica del Rif

Dal 1912 al 1956 il Rif fece parte del Marocco spagnolo.[24] Di tale parentesi storica restano segni ad esempio in campo architettonico, se si guarda ad alcuni edifici che presentano uno stile andaluso, alla dominazione generale della lingua spagnola o alla diffusione di specialità culinarie quali la tortilla o la paella.

Tuttavia, le tribù del Rif non si sottomisero a lungo agli spagnoli: desiderosi di ottenere l'indipendenza, i berberi non videro mai di buon occhio che il loro popolo fosse assorbito dalla Spagna (Melilla e il Protettorato) e dal Marocco (il resto del Rif).[25] Durante i secoli XIX e XX, tale desidero di autodeterminazione si rintraccia con caratteristiche ondivaghe nei seguenti conflitti:

  • Guerra ispano-marocchina (1859-1860), che si concluse con il trattato di Wad-Ras dopo la battaglia di Tetuán.
  • Guerra di Margallo (o prima guerra del Rif) (1893-1894).
  • Guerra di Melilla (1909) (disastro del Barranco del Lobo). Fu causato da disaccordi nella Compañía Española de Minas del Rif.
  • Marocco spagnolo (1913-1956): Solo nel 1912 la Francia, con l'appoggio della Germania e il ritiro degli interessi britannici e italiani, divide il Marocco con la Spagna, assegnandogli un territorio settentrionale (lo Yebala-Rif) e un territorio meridionale (Tarfaya).
  • Guerra del Rif (1911-1926): l'occupazione spagnola si scontrò con la violenta opposizione delle tribù del Rif guidate da Abd el-Krim, che si concretizzò nella battaglia di Annual (1921) dove le truppe spagnole furono sconfitte. Infine, Abd al-Krim perse la guerra dopo lo sbarco di Al Hoceima (1925) con l'aiuto della Francia (truppe al comando del futuro presidente della repubblica, il generale Pétain). Questa ribellione portò a una breve indipendenza del territorio, la Repubblica del Rif -1921-1926- (con primo presidente Abd al-Krim).

Di fronte alle pressioni per l'indipendenza dei territori marocchini che controllava, la Spagna firmò nell'aprile del 1956 l'indipendenza del Rif.[26] Quest'ultima area geografica rimase però esclusa dalla vita politica del Marocco indipendente tanto che nel 1958, ebbe luogo la rivolta del Rif. Il governo di Rabat decise di ripristinare il controllo della situazione schierando l'esercito è causando circa 8.000 vittime Rifiani. Il re Hasan II, durante il suo regno, fece sprofondare il Rif nella povertà e nell'ignoranza, con l'idea che questo avrebbe messo fine agli aneliti di indipendenza che un tempo provenivano dalle menti intellettuali, facendo scomparire qualsiasi studio della lingua e della cultura berbera nella zona. Un simile difficile periodo storico passò alla storia come anni di piombo.[27] A causa della repressione, è nota l'esistenza di alcune organizzazioni politiche che chiedevano da uno sviluppo della zona alla separazione del territorio dal Marocco.[27]

Quando Hasan II morì, gli successe il figlio Muhammad VI, salito al trono il 23 luglio 1999. Da allora, la popolazione berbera sperimentò una revoca della punizione imposta dal precedente monarca.[27] Oggi, gli studi berberi, la cultura e, soprattutto, la lingua sono studiati in vari istituti e seminari in tutto il Marocco, soprattutto nel nord.[28] Tuttavia, questa attività culturale non si è riflettuta nell'attività politica: nel 2008, il re del Marocco dichiarò "fuorilegge" il principale partito politico berbero, il Partito Democratico Amazigh Marocchino (PDAM), generando un forte malcontento popolare.[28]

Melilla

A Melilla, la situazione dei Rifiani cambiò radicalmente con gli eventi del 1986, in virtù di una rivolta popolare guidata da Omar Mohamedi Dudu che reclamò i diritti di questa popolazione ad essere riconosciuta come spagnola.[29] Il delegato del governo spagnolo dell'epoca, Manuel Céspedes (PSOE), concesse una misura senza precedenti, concedendo alla grande maggioranza dei berberi residenti a Melilla (con la cosiddetta carta statistica) la carta d'identità nazionale, con l'opposizione, tra gli altri, di Alianza Popular e dell'Unión del Pueblo Melillense.[29] Da allora, i Rifiani di Melilla, oggi spagnoli, rivendicano la loro condizione culturale e la loro lingua come "autoctona" e cercano di unire (finora senza successo) questi due denominatori identificativi al panorama culturale e linguistico della Spagna, o almeno, a quello di Melilla, come parte del Rif, in termini di popolazione e geograficamente parlando.[29]

Etimologia

Rif era una parola araba che significava «riva» o «margine».[30]

Demografia

Il Rif è un'area geograficamente assai vasta, dalle montagne che circondano Melilla. Tuttavia, c'è una differenza tra il Rif geografico e il Rif culturale, poiché le montagne vicino a Tetouan e Chefchaouen sono oggi chiamate Yebala e, i loro abitanti, conosciuti come yeblis o yebala ("montanari"), sono etnicamente in gran parte arabi a causa dell'arrivo massiccio di tribù arabe come i Banu Hilal secoli fa. I Rifiani risiedono nelle zone intorno alle città di al-Hoseyma, Nador e Oujda, dove si possono visitare villaggi che sono stati poco o per nulla alterati dalle forze colonizzatrici francesi e spagnole o dal moderno processo di marocchinizzazione.[31]

Quando gli europei visitano il Rif, di solito si sorprendono dall'aspetto fisico degli abitanti, avendo i tratti somatici di quelli presenti negli insediamenti del Vecchio Continente, poiché una gran parte di loro ha una carnagione chiara, occhi azzurri, grigi o verdi e capelli biondi o rossi.[32] Proprio in virtù della loro origine etnica, la loro lingua, il tamazigh o il berbero, di origine camita, si è evoluta in maniera indipendente da altri idiomi nelle montagne del Rif.

Questa proporzione nella presenza di caratteristiche fisiognomiche nordico-europee nei suoi abitanti supera anche molte regioni europee in cui esse sono presenti, come l'Italia meridionale o la Spagna.[33]

Composizione etnica

Un panorama di Al-Hoseyma

Tradizionalmente, le principali tribù del Rif sono le seguenti.

Sulla costa, da ovest verso est:

Nell'interno:

Economia

Dati economici

In linea con gli sforzi internazionali, il governo marocchino sta eliminando gradualmente la coltivazione del quif. Poiché il governo non presta molta attenzione alla zona, per questo questa industria ha assunto un'importanza economica vitale. La zona rimane povera nonostante le piantagioni illegali di quif, il contrabbando con Ceuta e Melilla, la creazione di una nuova fabbrica di acciaio a Nador e lo sviluppo del turismo.[34]

Agricoltura

Uliveto locale

Man mano che si procede da Chefchaouen a Issaguen attraverso le accidentate alture del Rif, diventano più frequenti i boschi di cedri e di querce a causa dell'aumentare dell'umidità e delle precipitazioni associate all'altitudine, il che rende questa zona ideale per altri tipi di colture diverse da quelle delle pianure costiere.[35]

Secondo le leggi dell'ex protettorato spagnolo, adottate dopo l'indipendenza e la marocchizzazione del Rif, la coltivazione e il consumo di canapa indiana (Cannabis indica) essiccata per le pipe tradizionali della zona è legale; quella che viene punita è la trasformazione della canapa in hashish e il traffico di droga. L'hashish o quif, come la gente del posto chiama la pianta, è illegale in Marocco; ciononostante, viene fumato tranquillamente in tutto il Paese e le piantagioni nei campi coltivati intorno a Issaguen sono chiaramente visibili dalla strada.[35] Il Corano, che proibisce chiaramente l'alcol, non fa lo stesso con il quif. In questo modo, in assenza di un chiaro divieto, la popolazione (soprattutto quella maschile) lo fuma apertamente, affidandosi ad un'interpretazione «meno rigorosa» delle leggi del Corano.[35]

Musica

La musica tradizionale del Rif è l’Amazigh, varia e molto ricca.

Tra i diversi generi musicologici figurano l'Ahidús del Rif, il Taktouka, l'Aduár e il Reggada.[36]

Note

  1. ^ a b (EN) G. Moratti e A. Chalouan, Tectonics of the Western Mediterranean and North Africa, Geological Society of London, 2006, p. 173, ISBN 978-18-62-39202-1.
  2. ^ a b (EN) Carrol O. Calkins, Fruit Flies and the Sterile Insect Technique, CRC Press, 2019, p. 141, ISBN 978-13-51-08061-3.
  3. ^ a b Autori Vari, Marocco, Feltrinelli Editore, 2020, p. 737, ISBN 978-88-58-83808-2.
  4. ^ a b (EN) Lon Abbott e Terri Cook, A Geological Tour of Morocco's Atlas Range, su geoexpro.com, vol. 16, n. 3, 2019. URL consultato il 23 agosto 2021.
  5. ^ a b (EN) Farida Anahnah, Jesus Galindo-Zaldivar, Ahmed Chalouan e Jaume Pous, Crustal resistivity structure of the southwestern transect of the Rif Cordillera (Morocco), in Geochemistry Geophysics Geosystems, vol. 12, n. 12, dicembre 2011, pp. 1-14, DOI:DOI:10.1029/2011GC003783. URL consultato il 23 agosto 2021.
  6. ^ a b (EN) Renaud du Dresnay, Recent data on the geology of the Middle-Atlas (Morocco), aprile 2006, pp. 293-320, DOI:DOI:10.1007/BFb0011598. URL consultato il 23 agosto 2021.
  7. ^ a b c Mohamed Benzaggagh, Tholeitic basalts and ophiolitic complexes of the Mesorif Zone (External Rif, Morocco) at the Jurassic-Cretaceous boundary and the importance of the Ouerrha Accident in the palaeogeographic and geodynamic evolution of the Rif Mountains (PDF), in Boletín Geológico y Minero, vol. 2/3, n. 127, 2016, pp. 389-404, ISSN 0366-0176 (WC · ACNP). URL consultato il 23 agosto 2021.
  8. ^ a b c (EN) Hassan Rankou, Alastair Culham, Stephen L. Jury e Maarten J.M. Christenhusz, The endemic flora of Morocco, vol. 78, n. 1, 1º febbraio 2013, pp. 1-10, DOI:DOI:https://doi.org/10.11646/phytotaxa.78.1.1.
  9. ^ a b c d Daniel Abel-Schaad, Eneko Iriarte, Francisca Alba-Sánchez e José Antonio López-Sáez, Are Cedrus Atlantica forests in the Rif Mountains of Morocco heading towards local extinction?, in The Holocene, vol. 1, n. 28, gennaio 2018, pp. 1-5, DOI:DOI:10.1177/0959683617752842.
  10. ^ a b c d (EN) Simone Borelli e M.C. Varela, Mediterranean Oaks Network: Report of the First Meeting, 12-14 October 2000, Bioversity International, 2001, p. 48 e ss., ISBN 978-92-90-43469-6.
  11. ^ a b c d Frank White, La végétation de l'Afrique: mémoire accompagnant la carte de végétation de l'Afrique, IRD Editions, 1986, pp. 170-171, ISBN 978-27-09-90832-0.
  12. ^ (EN) Benito Valdés e María Josefa Díez, Study of plants visited by honeybees (Apis mellifera L.) in the Central Rif Region (N. Morocco) using pollen analysis, vol. 44, n. 3, 2005, pp. 209-215, DOI:https://doi.org/10.1080/00173130500219783.
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