Abies pinsapo

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Abete di Spagna
Abies pinsapo
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Pinophyta
Classe Pinopsida
Ordine Pinales
Famiglia Pinaceae
Genere Abies
Specie A. pinsapo
Nomenclatura binomiale
Abies pinsapo
Boiss., 1838
Sinonimi
Nomi comuni

(EN) Spanish fir
(ES) Abeto español, pinsapo

Areale

L'abete di Spagna (Abies pinsapo Boiss.) è una pianta della famiglia delle Pinacee[2], nativa delle zone montuose del sud della Spagna (Andalusia).

È considerato l'albero nazionale dell'Andalusia.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome generico Abies, utilizzato già dai latini, potrebbe, secondo un'interpretazione etimologica, derivare dalla parola greca ἄβιος = longevo.[3] Il nome specifico pinsapo è il nome comune di questo abete in Andalusia.[4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Portamento[modifica | modifica wikitesto]

È un albero di notevole sviluppo (altezza 25–30 m, circonferenza del tronco fino a 150 cm), di forma e portamento conico piramidale da giovane, poi irregolare; presenta un unico tronco dritto, con rami che si dipartono fin dalla base, ascendenti nella parte superiore, ricurvi in basso nella parte inferiore. Nei luoghi esposti alle intemperie, il portamento può assumere le forme più varie.[5]

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Foglie aghiformi lunghe 6–20 mm, arrangiate a spirale, si dipartono radialmente e perpendicolarmente ai ramoscelli; di colore dal verde scuro all’argentato, rigide, a punta acuta o ottusa, con bande di stomi su entrambe le facce. Possono persistere fino a 13 anni.[5]

Fiori[modifica | modifica wikitesto]

Sono strobili maschili che crescono numerosi sui ramoscelli, lunghi 5–7 mm, con microsporofilli rossi o violacei.[5]

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

Sono coni cilindrici che crescono tipicamente solo nei rami più alti, eretti, con apice ottuso, verdi-purpurei da giovani, di colore grigio-brunastro a maturità; 9–16 cm di lunghezza, 3–5 cm di larghezza. Hanno scaglie triangolari, lisce e leggermente striate, con margine superiore intero, ondulato e ricurvo. I semi sono di forma obovata, lunghi 6–10 mm, di color marrone chiaro. A germinazione sviluppano 5-8 cotiledoni.[5]

Corteccia[modifica | modifica wikitesto]

Liscia e grigia da giovane, con l'età si fessura longitudinalmente, diventando rugosa a scaglie. Il legno è molto simile a quello dell'abete bianco.[5]

Strobili maturi

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di un abete decisamente raro, che si trova in ristrette zone montuose della Spagna meridionale e del Rif marocchino. In Spagna, la sottospecie nominale sopravvive in aree protette (Sierra de las Nieves e Sierra de Grazalema, rispettivamente nelle province di Malaga e Cadice) ad un'altitudine che varia tra i 900 ed i 1.800 metri.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La specie è stata descritta per la prima volta dal botanico svizzero Pierre Edmond Boissier nella sua opera Voyage botanique dans le Midi de l'Espagne (1838).

Viene riconosciuta una sottospecie, endemica dei monti del Rif nel nord del Marocco:[2]

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Viene riportato un sinonimo:[2]

  • Picea pinsapo (Boiss.) Loudon

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Riveste grande importanza in orticoltura, essendo uno degli abeti con il maggior numero di cultivar. Mentre in ambiente naturale la sua crescita è lenta, se adeguatamente coltivato in giardini su suoli umidi, raggiunge rapidamente notevoli dimensioni. La sua caratteristica più apprezzata è l'aspetto della chioma e i riflessi argentati degli aghi, esaltato attraverso incroci con A. alba, A. numidica, A. cephalonica, A. nordmanniana e A. pindrow.[4]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List classifica Abies pinsapo come specie in pericolo di estinzione (Endangered).[1]
A minacciare maggiormente questa delicata specie sono gli incendi, la siccità, l'erosione, e il turismo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Arista, A., Alaoui, M.L., Knees, S. & Gardner, M. 2011, Abies pinsapo, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato l'11 aprile 2014.
  2. ^ a b c (EN) Abies pinsapo Boiss., in Plants of the World Online, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 29/4/2020.
  3. ^ Pier Luigi Nimis, Nevio Agostini, Marco Verdecchia e Elias Ceccarelli, Guida agli alberi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (PDF), su Dryades project Dipartimento di Scienze della Vita Università di Trieste, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. URL consultato il 31 marzo 2019.
  4. ^ a b (EN) Aljos Farjon, A Handbook of the World's Conifers (2 vols.), Brill, 2010, pp. 111-112. URL consultato il 31 marzo 2019.
  5. ^ a b c d e (EN) Abies pinsapo, su The Gymnosperm Database. URL consultato il 1º aprile 2019.

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