Montemurro

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Montemurro
comune
Montemurro – Stemma
Montemurro – Bandiera
Montemurro – Veduta
Montemurro – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Basilicata
Provincia Potenza
Amministrazione
SindacoSenatro Di Leo (PD/lista civica Impegno per Montemurro) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019)
Territorio
Coordinate40°18′N 15°59′E / 40.3°N 15.983333°E40.3; 15.983333 (Montemurro)
Altitudine723 m s.l.m.
Superficie56,87 km²
Abitanti1 109[2] (31-12-2021)
Densità19,5 ab./km²
FrazioniLe Piane
Comuni confinantiArmento, Corleto Perticara, Grumento Nova, San Martino d'Agri, Spinoso, Viggiano
Altre informazioni
Cod. postale85053
Prefisso0971
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT076052
Cod. catastaleF573
TargaPZ
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[3]
Cl. climaticazona E, 2 224 GG[4]
Nome abitantimontemurresi (munt'murris')
Patronosan Giorgio e san Maurizio (compatroni). San Rocco è glorioso protettore.[1]
Giorno festivo23 aprile (san Giorgio) e 16-18 agosto (san Rocco)
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Montemurro
Montemurro
Montemurro – Mappa
Montemurro – Mappa
Posizione del comune di Montemurro all'interno della provincia di Potenza
Sito istituzionale

Montemurro è un comune italiano di 1 109 abitanti[2] della provincia di Potenza in Basilicata.

Geografia fisica[edit | edit source]

Territorio[edit | edit source]

Il paese si trova in Val d'Agri nei pressi del lago di Pietra del Pertusillo ed è collegato alla strada statale 598 di Fondovalle dell'Agri.

Confina a nord (contrade Favaleto, Robotelle, Santo Jaso) con l'agro di Corleto Perticara; a nord - ovest (contrade Spineto, Cornaleta, Scalette, Casalaspro) col torrente Rifreddo (rivus frigidus, rio freddo), che segna il confine con Viggiano; a ovest e sud - ovest (contrade Belliboschi, Bosco dell'Aspro, Vallarano) con lo stesso torrente, che segna stavolta il confine con Grumento Nova; a sud con Spinoso, il cui confine si perde ormai nel lago del Pertusillo ma che una volta era segnato dal fiume Agri (contrade Fornaci, Calcionari, Tarangelo, Falvella, Iozza, Pertusillo); a sud - est (contrade Cesinelle, Marcature, Fiume) con San Martino d'Agri, il cui confine è segnato dallo stesso fiume; a est e nord - est (contrade Serra Cavallo, Forlito, Parete, Morroni, Tufara, Coste dell'Agresto) con Armento.

La zona più montuosa, genericamente chiamata Serra, si trova a nord, e le sue cime più rilevanti sono il Monte Agresto (1 285 metri) e l'altopiano di Santo Jaso (che con i suoi 1 299 metri risulta il punto più alto del territorio montemurrese); verso Armento invece troviamo numerose collinette tondeggianti, fra cui la Serra della Monache (1 116 metri).

Clima[edit | edit source]

Storia[edit | edit source]

Le rovine di Montemurro dopo il terremoto del 16 dicembre 1857

Fu fondato intorno all'anno Mille a seguito delle continue incursioni saracene patite da Grumentum, che costrinsero gli abitanti ad abbandonare la città e a spargersi sulle alture circostanti, ove costruirono fortificazioni. Una di queste fu il Castrum Montis Murri (distrutto da un terremoto nel 1343), che sorgeva nel luogo dell'attuale piazza Giacinto Albini, e dal quale derivò poi il nome del nuovo nucleo abitato. Risentì come tutta la regione delle influenze normanne. Appartenne al feudo di Montescaglioso, della sede episcopale di Tricarico e fu dominio dei Sanseverino e dei Carafa.

In tempi più recenti la sua storia si incrocia con quella dell'Unità d'Italia grazie alla figura di Giacinto Albini, suo illustre figlio. Questi fu l'artefice della cosiddetta insurrezione lucana, rivolta antiborbonica che interessò l'intera regione e che permise di "consegnare" a Garibaldi la Basilicata già liberata. Dopo l'Unità anche Montemurro fu interessato dal cosiddetto fenomeno del brigantaggio: l'ex pastore montemurrese Antonio Cotugno (detto Culopizzuto) aderì alla protesta antisabauda mettendosi a capo di una banda di briganti, anch'essi montemurresi.

Piazza Giacinto Albini negli anni 1930

Il paese venne quasi interamente raso al suolo dal terribile terremoto del 16 dicembre 1857, il cui epicentro fu localizzato proprio a Montemurro, risparmiando in parte il rione Concerie situato nella parte alta dell'abitato (questo triste evento ritardò di tre anni l'insurrezione lucana, e costrinse lo spostamento provvisorio della "base operativa" a Corleto Perticara); subì inoltre non pochi danni da una vasta frana abbattutasi sulla zona alta dell'abitato (quella scampata al terremoto del 1857), per buona parte arginata dal Palazzo Robilotta, uno dei pochi edifici rimasti in piedi dopo il terremoto del 1857[6], il 26 febbraio 1907, e dal terremoto dell'Irpinia del 1980. Queste tre gravi calamità naturali provocarono un'ampia emigrazione, in gran parte transoceanica, che decimò il numero di abitanti, condannando il paese alla stessa sorte di tutto il sud Italia "rurale". L'emigrazione infatti, mai completamente attenuatasi, è tuttora la piaga principale di Montemurro.

Monumenti e luoghi d'interesse[edit | edit source]

Il lago del Pertusillo

Architetture religiose[edit | edit source]

  • Chiesa Madre, un tempo appartenente al convento francescano di Sant'Antonio (1635), con interno a due navate.
  • Santuario di Maria Santissima di Servigliano, ricostruito sull'altopiano di Santo Jaso nel 1911 dalla popolazione di Montemurro e restaurato nel 2007. La chiesa originaria (già citata nel 1068 dal diploma di concessione di Roberto di Montescaglioso, nipote di Roberto il Guiscardo, alla chiesa episcopale di Tricarico), si trovava in contrada Servigliano e fu distrutta dalla frana del 1907.
  • Chiesa di Santa Maria del Soccorso, annessa al cimitero, ricostruita a seguito del terremoto del 1857 poco distante dall'antico luogo, conserva un crocifisso del XV secolo.
  • Chiesa di San Rocco, a navata unica, ricostruita sulle fondamenta dell'antica chiesa del Seicento a seguito del terremoto del 1857.
  • Chiesa di San Domenico (sconsacrata), sorta sulle rovine del Convento dei domenicani del 1442, a sua volta sorto sulle rovine del castrum. Si trova nei pressi del municipio ed è stata oggetto di una rilevante opera di ristrutturazione che ha interessato tutta la piazza circostante (piazza Giacinto Albini), conclusasi con una cerimonia ufficiale il 19 agosto 2008.

Aree naturali[edit | edit source]

Monumenti del passato[edit | edit source]

  • La torre campanaria, si trovava in piazza Giacinto Albini e fu demolita negli anni trenta senza un ben precisato motivo, sebbene fosse stata dichiarata monumento nazionale.[7]
  • La chiesa Matrice intitolata a Santa Maria Assunta, perita a seguito di uno smottamento nel 1842.[8]
  • Il palazzo baronale vescovile (il feudo di Montemurro apparteneva al vescovo di Tricarico), attiguo alla chiesa Matrice.
  • La chiesa di San Giacomo, perita a seguito del terremoto del 1857, ricostruita in più piccole dimensioni nel 1860 (lunga un terzo rispetto all'originaria) e nuovamente distrutta dal terremoto del 1980.[8]

Società[edit | edit source]

Evoluzione demografica[edit | edit source]

Abitanti censiti[9]

I dati sulla popolazione residente ci confermano un inarrestabile spopolamento, tipico delle zone rurali del Mezzogiorno, che non tende ad arrestarsi nemmeno negli anni più recenti[10]:

Anno 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 (marzo)
Abitanti censiti 1 546 1 524 1 514 1 479 1 460 1 433 1 428

È significativo comunque riflettere su due dati:

  • Il primo periodo in cui si avverte una sensibile diminuzione della popolazione è quello successivo al terremoto del 1857, quando gli abitanti passarono dai 7 500 del 1857 ai 3 655 del 1861 in forza della morte di alcune migliaia di abitanti;
  • Anche nel decennio 1961-1971 si registra una considerevole diminuzione di abitanti (nell'ordine di circa mille unità), dopo trent'anni in cui la popolazione accennava ad aumentare, mostrando nei numeri di non risentire nemmeno della guerra così come invece risentì della fine dei lavori della diga del Pertusillo.[11]

Economia[edit | edit source]

Un tempo (fino al citato terremoto del 16 dicembre 1857) centro fiorente per la concia delle pelli e l'esportazione di cuoio, tessuti, funi e vasellame in ceramica, attualmente vede una accennata rinascita della coltura dell'ulivo e della conseguente produzione di olio, attività tuttavia non sufficienti a frenare la continua emigrazione.

La debole economia montemurrese viene trainata principalmente dalle numerose aziende boschive presenti sul territorio che, sebbene il paese sia ormai raggiunto dal metano, resistono alla modernità e all'impossibilità di avviare attività produttive più redditizie.

Nei pressi di Santo Jaso, sulla cosiddetta Serra di Montemurro, è sorto un grande parco eolico (opera della società bolzanina Energie SpA, che comprende 36 aerogeneratori e sviluppa una potenza complessiva di 29,1 MW; la produzione annua prevista è di circa 60 milioni di kWh; l'emissione di CO2 evitata è stimata nell'ordine di 30 000/35 000 t l'anno, pari a quanto assorbito da circa 7 000/10 000 ettari di bosco[12].

Sport[edit | edit source]

Calcio[edit | edit source]

La principale squadra di calcio della città è l'A.S. Montemurro, che milita nel girone B lucano di 1ª Categoria. I colori sociali sono il giallo ed il blu.

Note[edit | edit source]

  1. ^ San Rocco venne eletto dai montemurresi glorioso protettore di Montemurro nel Seicento, a seguito di una epidemia di peste dalla quale furono liberati per intercessione del santo.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Classificazioni climatiche dei comuni lucani, su confedilizia.it. URL consultato il 30 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2008).
  6. ^ Antonio Sica, Sala Consilina, partecipato convegno sul Rischio Sismico: “Non si sa quando, ma il terremoto tornerà”, su Italia2Tv, 28 febbraio 2017. URL consultato il 12 aprile 2019.
  7. ^ Sanchirico Lotito.
  8. ^ a b Schiavone.
  9. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  10. ^ Andamento demografico di Montemurro, sul periodico "Dietro Le Mura". Archiviato il 15 maggio 2008 in Internet Archive.
  11. ^ Vedi Turismo e occupazione su "Lago di Pietra del Pertusillo".
  12. ^ E adesso non c'è nulla Fri-El Montemurro sul sito dell'Ansa.

Bibliografia[edit | edit source]

  • Luigi Montesano, Capitolazioni o Leggi Statutarie di Montemurro, testo note e appunti, Tipografia Garramone e Marchesiello, Potenza, 1911.
  • Ulisse Prota - Giurleo, Pittori montemurresi del '600, Comune di Montemurro, 1952.
  • Camillo Padula, Un anno dopo, Agar Napoli, 1966.
  • Enrico Schiavone, Montemurro, notizie storiche, Napoli, Società di Cultura per la Lucania, 1966.
  • Maria Padula, Il vento portava le voci, storia di una ragazza lucana, IGEI, 1986.
  • Robert Mallet, Il terremoto Napoletano del 1857, a cura di Emanuela Guidoboni e Graziano Ferrari, SGA Bologna, 1987.
  • Rocco Padula, Storia del Feudo di Montemurro dai Normanni al 1812 - Tipografia Garramone e Marchesiello - Potenza, 1904.
  • Enrico Schiavone, Montemurro perla dell'Alta Val d'Agri, Comune di Montemurro, 1990.
  • Antonio Sanchirico e Pasquale Lotito, Montemurro, il tempo e la memoria, Rocco Curto editore, 1994.
  • Giuseppe Tortora (a cura di), Le vespe d'oro, saggi e testimonianze su Leonardo Sinisgalli, Avagliano editore, 1995.
  • Mario Trufelli, L'erbavento, scritti vari 1952-1996, a cura di Antonio Sanchirico, Rocco Curto editore, 1997.
  • Gianni Lacorazza (a cura di), Me lo conceda il tempo, Rocco Curto editore, 1997.
  • Comune di Montemurro, Giuseppe Antonello Leone, topoi lithos poiesis, Litomuseum, Maratea, 1998.
  • Ugo Piscopo (a cura di), Maria Padula, la donna la pittrice la scrittrice, Consiglio Regionale della Basilicata, 1999.
  • Philippe Daverio, Il caso Giuseppe Antonello Leone, Edizione Oreste Genzini e Philippe Daverio, 2005.
  • Gianni Lacorazza, Meccanima, Civiltà delle Macchine negli anni di Leonardo Sinisgalli (1953 - 1958), Consiglio Regionale della Basilicata, 2005.
  • Antonio Sanchirico, La Basilicata, Montemurro e il dialetto, Dibuono edizioni, 2010.

Voci correlate[edit | edit source]

Altri progetti[edit | edit source]

Collegamenti esterni[edit | edit source]

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