Diocesi di Treviso

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Diocesi di Treviso
Dioecesis Tarvisina
Chiesa latina
Suffraganea delpatriarcato di Venezia
Regione ecclesiasticaTriveneto
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoMichele Tomasi
Vicario generaleMauro Motterlini
Vescovi emeritiarcivescovo Gianfranco Agostino Gardin, O.F.M.Conv.
Presbiteri521, di cui 377 secolari e 144 regolari
1.494 battezzati per presbitero
Religiosi144 uomini, 468 donne
Diaconi26 permanenti
 
Abitanti886.000
Battezzati778.500 (87,9% del totale)
StatoItalia
Superficie2.194 km²
Parrocchie265 (14 vicariati)
 
ErezioneIV secolo
Ritoromano
CattedraleSan Pietro
Santi patroniSan Liberale, San Pio X
IndirizzoPiazza Duomo 2, 31100 Treviso, Italia
Sito webwww.diocesitv.it
Dati dall'Annuario pontificio 2021 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Palazzo vescovile di Treviso.
Entrata del seminario diocesano.

La diocesi di Treviso (in latino Dioecesis Tarvisina) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea del patriarcato di Venezia appartenente alla regione ecclesiastica Triveneto. Nel 2020 contava 778.500 battezzati su 886.000 abitanti. È retta dal vescovo Michele Tomasi.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi è delimitata a nordovest dalle Prealpi Bellunesi e a est dal Piave (alcune parrocchie si trovano sulla riva sinistra a causa del mutevole corso del fiume); a ovest e a sud non segue dei confini naturali: essi si muovono da Paderno a Mussolente, scendendo poi verso Tombolo e piegando per Camposampiero e il Miranese. Il confine continua verso est escludendo i comuni di Venezia e Quarto d'Altino.

Sostanzialmente al centro di questo territorio sorge la città di Treviso, sede vescovile, in cui si trova la cattedrale di San Pietro.

La diocesi riguarda quindi solo una parte della provincia di Treviso (la porzione sud-occidentale) e comprende altresì ampie porzioni della città metropolitana di Venezia e della provincia di Padova, cui si aggiunge il comune di Mussolente, in provincia di Vicenza.

Il territorio è suddiviso in 265 parrocchie, raggruppate in 14 vicariati.

Vicariati[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Treviso e Chiese di Treviso.
La mappa dei vicariati

Le parrocchie sono raggruppate nei seguenti vicariati:[1]

Collaborazioni pastorali[modifica | modifica wikitesto]

Mappa delle collaborazioni pastorali

Il 26 febbraio 2012 il vescovo Gianfranco Agostino Gardin ha istituito ufficialmente le prime quattro collaborazioni pastorali di Castelfranco, Santa Bona, Istrana e Paese, che coinvolgono ben 19 parrocchie chiamate a condividere tra loro iniziative e risorse, tra cui, a lungo andare, lo stesso parroco, data la crisi vocazionale che ha colpito la stessa diocesi veneta[2][3]. Attualmente (dicembre 2018) le collaborazioni pastorali istituite hanno raggiunto il numero di quarantatré. Le collaborazioni istituite sono le seguenti (numero di parrocchie):

  • Alta Padovana (6): Abbazia Pisani - Borghetto - Galliera Veneta - Mottinello Nuovo - S. Martino di Lupari - Tombolo
  • Altivole-Riese Pio X (7): Altivole - Caselle - Poggiana - Riese Pio X - S. Vito - Spineda - Vallà
  • Antoniana (7): Camposampiero, Loreggia, Loreggiola, Massanzago, Rustega, Sandono, Zeminiana
  • Arcade-Povegliano (4): Arcade - Camalò - Povegliano - Santandrà
  • Asolo (8): Asolo - Casella - Coste - Crespignaga - Madonna della Salute - Maser - Pagnano - Villa
  • Breda-Maserada (7): Breda di Piave - Candelù - Maserada sul Piave - Pero - Saletto di Piave - S. Bartolomeo di Piave - Varago
  • Caerano-Montebelluna (7): Biadene - Busta Contea - Caerano di S. Marco - Caonada - Guarda - Montebelluna - S. Gaetano
  • Carbonera (5): Carbonera - Mignagola - Musastrelle - Pezzan - Vascon
  • Casier-Treviso (4): Casier - Dosson - Frescada - S. Antonino
  • Castelfranco Veneto (10): Campigo - Duomo - Postumia - Salvarosa - Salvatronda - S. Floriano - S. Maria della Pieve - S. Andrea oltre il Muson - Treville - Villarazzo
  • Castello di Godego-Loria (5): Bessica - Castello di Godego - Castione - Loria - Ramon
  • Cornuda (7): Ciano del Montello - Cornuda - Covolo di Piave - Crocetta del Montello - Nogarè - Onigo - Pederobba
  • Fonte-Paderno del Grappa (4): Fietta del Grappa - Fonte - Onè di Fonte - Paderno del Grappa
  • Fossalta-Noventa (2): Fossalta di Piave - Noventa di Piave
  • Giavera-Nervesa (6): Bavaria - Cusignana - Giavera del Montello - Nervesa della Battaglia - S. Croce del Montello - Ss. Angeli del Montello
  • Istrana-Morgano (7): Badoere - Istrana - Morgano - Ospedaletto - Pezzan - Sala - Villanova
  • Marcon (3): Gaggio - Marcon - S. Liberale
  • Martellago (3): Maerne - Martellago - Olmo
  • Meolo-Monastier (4): Losson della Battaglia - Marteggia - Meolo - Monastier
  • Mirano (7): Ballò - Campocroce - Mirano - S. Leopoldo Mandić - Scaltenigo - Vetrego - Zianigo
  • Mogliano Veneto (8): Campocroce - Mazzocco - Mogliano Veneto - Zerman - Ronzinella - S. Carlo - S. Antonio - Sacro Cuore
  • Musile (7): Caposile - Chiesanuova - Croce di Piave - Millepertiche - Musile di Piave - Passarella - S. Maria di Piave
  • Mussolente-S. Zenone (4): Ca' Rainati - Casoni - Mussolente - S. Zenone degli Ezzelini
  • Noale-S. Maria di Sala (7): Briana - Cappelletta - Moniego - Noale - S. Maria di Sala - Stigliano - Veternigo
  • Paese (5): Castagnole - Padernello - Paese - Porcellengo - Postioma
  • Piombino Dese-Trebaseleghe (7): Fossalta Padovana - Levada - Piombino Dese - S. Ambrogio di Grion - Silvelle - Torreselle - Trebaseleghe
  • Ponte di Piave (9): Campobernardo - Cimadolmo - Levada - Negrisia - Ormelle - Ponte di Piave - Roncadelle - Salgareda - S. Michele di Piave
  • Ponzano Veneto (3): Ponzano - Paderno - Merlengo
  • Quinto-Zero Branco (5): Quinto - S. Cristina - S. Alberto - Scandolara - Zero Branco
  • Resana (3): Castelminio - Resana - S. Marco
  • Roncade (6): Biancade - Ca' Tron - Musestre - Roncade - S. Cipriano - Vallio
  • Salzano-Scorzè (7): Cappella - Gardigiano - Peseggia - Rio S. Martino - Robegano - Salzano - Scorzè
  • S. Biagio di Callalta (8): Cavriè - Fagarè della Battaglia - Olmi S. Floriano - Rovarè - S. Biagio di Callalta - S. Andrea di Barbarana - Spercenigo - Zenson di Piave
  • S. Donà di Piave (6): Calvecchia/Fiorentina - Mussetta - Palazzetto - S. Donà di Piave - S. Giuseppe - S. Pio X
  • S. Bona (6): Immacolata - Monigo - S. Giuseppe - S. Liberale - S. Paolo - S. Bona
  • Spinea (3): Crea - Orgnano - Spinea
  • Spresiano (3): Lovadina - Spresiano - Visnadello
  • Trevignano (4): Falzè - Musano - Signoressa - Trevignano
  • Treviso (9): Cattedrale - Sacro Cuore - S. Bartolomeo - S. Martino Urbano - S. Nicolò - S. Agnese - S. Maria Maddalena - S. Maria Maggiore - S. Andrea in Riva
  • Treviso Est (4): S. Pio X - S. Maria del Rovere - S. Ambrogio di Fiera - Selvana
  • Valcavasia (5): Castelcucco - Castelli di Monfumo - Cavaso del Tomba - Monfumo - Possagno
  • Vedelago (7): Albaredo - Barcon - Casacorba - Cavasagra - Fanzolo - Fossalunga - Vedelago
  • Villorba (4): Catena - Fontane - Lancenigo - Villorba
  • Volpago (4): S. Maria della Vittoria - Selva del Montello - Venegazzù - Volpago

Missioni estere[modifica | modifica wikitesto]

Dalla diocesi di Treviso dipendono tre missioni estere:

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi anni dell'era cristiana, Treviso rappresentava un municipium compreso nella Regio X Venetia et Histria: l'estensione originale della diocesi, quindi, andò a coincidere con il territorio amministrativo della città, delimitato, probabilmente, a sud e ad ovest dal Sile, ad est dal Piave e a nord dalla via Postumia.

Una tradizione rimanda a san Prosdocimo di Padova, vissuto nel I secolo, la prima evangelizzazione, e quindi l'organizzazione ecclesiastica, del territorio veneto; tuttavia si ritiene che la presenza cristiana a Treviso non sia precedente al IV secolo, e di certo allora non era così consistente da giustificare la presenza di un vescovo.

Il primo vescovo storicamente attestato è un Felice, citato dall'amico Venanzio Fortunato e da Paolo Diacono. Quest'ultimo ricorda che, nel 569, raggiunse a Lovadina il re longobardo Alboino e lo convinse a risparmiare la città, ottenendo in più alcuni ampliamenti del proprio territorio, scorporati dalle diocesi di Altino e di Oderzo. Felice, con i successori Rustico e Felice II, è ricordato anche per aver preso parte allo scisma tricapitolino, opponendosi al papa.

In effetti, l'importanza della chiesa di Treviso crebbe con la decadenza delle due città, un tempo vivaci centri commerciali e vescovili. Per quanto riguarda Altino, in particolare, quando la diocesi locale fu trasferita a Torcello, a Treviso vennero traslate diverse reliquie, come i corpi dei santi Teonisto, Tabra e Tabrata e del patrono san Liberale; al contempo la circoscrizione ecclesiastica si ampliò notevolmente, raggiungendo anche i territori compresi tra il Sile e il Musone.

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Nei secoli successivi si delineò l'organizzazione territoriale della chiesa tarvisina, divisa in quattro arcipretati (Quinto, Cornuda, Godego e Mestre) da cui dipendevano le varie pievi e cappelle. Nel 969 la diocesi si espanse ulteriormente quando Ottone I soppresse la diocesi di Asolo incorporandone il territorio in quello di Treviso. Nel frattempo si andava affermando la presenza benedettina: nell'VIII secolo gli zeniani fondarono a Casier il monastero di San Teonisto, e a Lanzago, presso la chiesa di San Paolo, giunsero i nonantolani, mentre prendeva corpo l'istituzione del capitolo della cattedrale; nel X secolo fu la volta di Santa Maria Assunta a Mogliano Veneto e di Santa Maria del Pero a Monastier.

A partire dal XIII secolo le istituzioni religiose in città e nella diocesi furono rafforzate dall'arrivo degli ordini mendicanti (nell'ordine, francescani, domenicani e agostiniani, per concludere con le suore di clausura), favorendo lo studio, la predicazione e la nascita dei Terzi Ordini. Nella Chiesa Trevigiana fiorirono figure di spicco, quali il beato Niccolò da Boccasio, divenuto papa Benedetto XI, San Parisio e il beato Enrico da Bolzano.

Nello stesso periodo, tuttavia, i vescovi furono coinvolti nelle guerre che insanguinarono la Marca: è il caso di Adalberto Ricco, imprigionato da Ezzelino III da Romano.

Nel 1334 la diocesi arrivava ad estendersi anche sulla zona di San Donà di Piave, già compresa nella diocesi di Eraclea.

Età moderna[modifica | modifica wikitesto]

Dal XIV secolo sino al 1797 la diocesi fu compresa nei domini della Serenissima, dal cui patriziato provennero gran parte dei vescovi. Al contempo si verificò un periodo di rilassatezza della vita spirituale, dovuta al benessere e alla stabilità politica portata da Venezia. Fu per questo che, dalla fine del Trecento, si svilupparono le congregazioni religiose; in quest'ambito sono da citare i vescovi Giovanni Benedetti e Ludovico Barbo. Tra il Quattro e il Cinquecento, anche per la discontinua residenza di vescovi e parroci, si ebbe un ulteriore periodo di decadenza spirituale con l'insorgere di alcune eresie.

Un nuovo periodo di fioritura si ebbe quando il vescovo Giorgio Corner tornò dal Concilio di Trento. Furono ridecorate le chiese e l'Episcopio, fondato il seminario diocesano, vennero convocati molti sinodi e aumentarono le visite pastorali. Tutto questo andava però a stridere con l'ignoranza religiosa e la decadenza morale, oltre al fatto che gran parte della vita ecclesiastica era sottoposta al rigido controllo della Repubblica di Venezia.

Con la soppressione del patriarcato di Aquileia nel 1751 Treviso divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Udine.

Nei subbugli seguiti alla caduta della Serenissima (1797), fondamentale è l'opera del vescovo Bernardino Marin che, contrariamente ad altre autorità ecclesiastiche, si adoperò per la salvaguardia degli interessi del clero e della popolazione. Tuttavia i danni derivanti dalle soppressioni furono notevoli: il clero trevigiano risultò ridotto di quasi un terzo, vennero chiuse numerosissime istituzioni a carattere religioso, chiese e monasteri furono letteralmente depredati (esemplari sono gli esempi dei complessi di Santa Margherita e Santa Maria).

Nel 1818 Treviso entrò a far parte della provincia ecclesiastica del patriarcato di Venezia; nella stessa occasione si verificarono alcune piccole variazioni territoriali, con l'acquisizione delle enclavi di Mussolente e Casoni (diocesi di Belluno) e di Moniego (arcidiocesi di Udine). Seguirono quindi gli anni del vescovo Sebastiano Soldati, che dovette far fronte alle pressioni dell'allora governo Austriaco. Il malumore generale coinvolse anche i religiosi e si ritiene che circa un terzo del clero fu coinvolto nei moti del 1848.

Nel 1865, dopo secoli di rivendicazioni, assumeva il controllo dell'abbazia di Sant'Eustachio (da tempo ridotta a prepositura) e il titolo di abate passava al vescovo stesso.

Nel 1892 venne fondato il periodico della diocesi La Vita del Popolo.

L'ultima variazione territoriale è del 1927, anno in cui la diocesi in forza della bolla Ob nova di papa Pio XI perse la gran parte della terraferma veneziana (parrocchie di Chirignago, Mestre, Dese, Favaro, Trivignano, Zelarino, Campalto, Carpenedo, ma anche Oriago, Borbiago e Mira), cedendola al patriarcato di Venezia. Questo atto fu compiuto su pressione del governo fascista di allora, che favoriva una maggiore corrispondenza tra circoscrizioni politiche ed ecclesiastiche (il territorio ceduto era stato da poco incorporato al comune di Venezia).

Il 25 novembre 1956, con la lettera apostolica Pauper et humilis, papa Pio XII ha proclamato San Pio X e San Liberale patroni della diocesi.[4]

Nel dicembre del 2023, è stata costituita la Fondazione Diocesi Treviso Energy Ets, prima comunità energetica rinnovabile in Italia ad amministrazione diocesana.[5][6][7]

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Persone legate alla diocesi[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi nel 2020 su una popolazione di 886.000 persone contava 778.500 battezzati, corrispondenti all'87,9% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 541.338 541.410 100,0 802 624 178 674 234 1.998 238
1969 570.573 570.830 100,0 847 585 262 673 379 2.210 250
1980 684.417 685.666 99,8 830 553 277 824 1 406 1.420 262
1990 720.405 727.256 99,1 765 518 247 941 5 393 1.289 265
1999 766.278 777.278 98,6 697 484 213 1.099 12 305 1.036 265
2000 769.500 783.556 98,2 693 483 210 1.110 16 302 1.026 265
2001 768.500 792.431 97,0 686 479 207 1.120 16 298 1.016 265
2002 770.050 800.161 96,2 667 462 205 1.154 17 295 990 265
2003 770.045 800.216 96,2 660 462 198 1.166 17 279 955 265
2004 772.150 807.877 95,6 658 463 195 1.173 17 273 941 265
2010 807.020 885.220 91,2 605 433 172 1.333 22 229 822 265
2014 805.900 906.000 89,0 553 413 140 1.457 22 163 546 265
2017 777.300 884.100 87,9 534 399 135 1.455 26 135 480 265
2020 778.500 886.000 87,9 521 377 144 1.494 26 144 468 265

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vicariati, su diocesitv.it.
  2. ^ Collaborazioni pastorali: al via le prime quattro, su lavitadelpopolo.glauco.it, Vita del Popolo, 23 febbraio 2012. URL consultato il 16 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2012).
  3. ^ Collaborazioni Pastorali [collegamento interrotto], su www2.treviso.chiesacattolica.it, treviso.chiesacattolica.it. URL consultato il 6 marzo 2012.
  4. ^ (LA) Lettera apostolica Pauper et humilis, AAS 49 (1957), pp. 720-721.
  5. ^ Nata a Treviso la prima Comunità energetica rinnovabile diocesana d’Italia: la firma in Vescovado, su Diocesi di Treviso, 29 dicembre 2023. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  6. ^ A Treviso la prima Comunità energetica rinnovabile diocesana d’Italia, su Vatican News, 29 dicembre 2023. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  7. ^ (PT) Clara Raimundo, Nasceu a primeira comunidade diocesana de energias renováveis, su Sete Margens, 24 gennaio 2024. URL consultato il 28 gennaio 2024.
  8. ^ Di questi primi tre vescovi, menzionati dalle cronotassi tradizionali, secondo Lanzoni non si hanno prove certe.
  9. ^ Donato Gallo, Gian Maria Varanini, PRATA, Pileo da, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 85, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2016.
  10. ^ Nella bolla di nomina di Niccolò Beruti si fa menzione del predecessore, un certo Angelo, menzionato da Eubel (op. cit., vol. I).
  11. ^ Non confermato dalla Santa Sede.
  12. ^ Nominato arcivescovo titolare di Calcedonia.
  13. ^ Fu vicario capitolare Giovan Battista Rossi.
  14. ^ Dal 27 settembre 2009 al 7 febbraio 2010 fu amministratore apostolico il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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