Pino Mauro

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Pino Mauro
Pino Mauro nel 1960
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
GenereCanzone napoletana
Canzone classica napoletana
Periodo di attività musicale1954 – in attività
StrumentoVoce
EtichettaCompagnia Generale del Disco, Vis Radio, Hello, Presence

Pino Mauro, pseudonimo di Giuseppe Mauriello (Villaricca, 15 dicembre 1938), è un cantautore e attore italiano.

La sua carriera si è divisa tra l'interpretazione vocale di brani del repertorio della canzone classica napoletana, brani inediti per lui composti dai più importanti autori napoletani (su tutti Vian e Cioffi) e nazionali e l'interpretazione della sceneggiata, in auge ai primi del Novecento e tornata al successo nella seconda metà del secolo grazie un "revival" del genere di cui lo stesso Mauro fu protagonista.

Mauro ha lavorato con le più importanti case discografiche napoletane, come la Cgd, la Rca e la Vis Radio. Ha vinto un disco di platino con la canzone Nun t'aggia perdere e due volte il disco d'oro con la canzone 'O bene mio.

Ha partecipato a sette festival di Napoli.

Nella sua lunga carriera è stato anche regista e sceneggiatore per cinema e teatro.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Anni cinquanta[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe Mauriello nasce il 15 dicembre 1938 a Villaricca. Inizia la sua carriera da giovanissimo, nel 1954. Nel 1955 partecipa ad uno spettacolo al Teatro del Popolo, nella villa comunale di Napoli, dove canta Ddoje stelle so' cadute, presentata da Sergio Bruni e Achille Togliani al Festival di Napoli 1955. Viene notato da Salvatore Arenella, direttore commerciale della Compagnia Generale del Disco, che l'anno successivo lo farà passare alla Vis Radio. Nello stesso anno partecipa alla Festa della Sanità cantando Nuttata 'e sentimento. Nel 1956, passato alla Vis Radio, partecipa alla "Piedigrotta Argos" con la canzone Tu me vuò bene di Raffaele Mallozzi, già con il nome d'arte Pino Mauro. Nel 1957 partecipa alla "Piedigrotta Giba", tenutasi al Teatro Augusteo, dove presenta la canzone Ammore amaro, incisa su 78 giri, su etichetta Vis Radio, che diventa velocemente un grande successo e un classico della musica partenopea, cantata successivamente da altri interpreti come Sergio Bruni e Mario Abbate. Sempre nel ‘57 partecipa al programma radiofonico Un quarto d'ora Vis Radio, alla Radio Nazionale, con Claudio Villa, Maria Paris e Mario Abbate.[1]

Anni sessanta[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1960 partecipa alla "Piedigrotta Vian", al Teatro Diana, dove presenta Senza 'e te, scritta da Renato Fiore. Nel 1961 incide e lancia la canzone Malufiglio, incisa, in un secondo momento da Mario Merola. Nel 1962 partecipa alla Piedigrotta G.Cioffi con la canzone Core e lacreme. L'anno successivo debutta al Festival di Napoli 1963, dove si presenta con tre brani: Serenata marenara (Petrucci - Arciello), abbinato a Nunzio Gallo, Cu tte a Santa Lucia (Fiore - Vian), abbinato a Mario Abbate, e È dummeneca (Fiore - Vian) abbinato a Gina Armani.

Anni settanta[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la fine del Festival di Napoli, insieme a Mario Merola e Mario Trevi, Mauro è protagonista di un movimento di “revival” della sceneggiata napoletana, che aveva già riportato al teatro alla fine degli anni cinquanta. È interprete di svariate sceneggiate teatrali: 'A sfida (1971), 'O fuorilegge (1972), 'A Mafia (1972), Gangster (1973), Capobanda (1974), Calibro 9 (1974), 'O motoscafo (1974), Grazie Marì (1977). In dieci anni porterà in scena oltre quaranta lavori recitando nei più importanti teatri d’Italia.

Durante gli anni settanta Pino Mauro è di frequente ospite nelle più importanti trasmissioni televisive nazionali. Nel 1973 porta la sceneggiata in Rai con Ammore e gelusia, regia di Velia Magno, dove recita con Anna Maria Ackermann, Luciano Rondinella, Rosalia Maggio, Pietro De Vico, Anna Walter. Il narratore è Arnoldo Foà.

Nello stesso anno partecipa anche a Domenica in, con Pippo Baudo e Corrado Mantoni, ed effettua la prima tournée in Nord america. Nei successivi dieci anni, è protagonista di numerosi tour negli Stati Uniti e nel Canada, esibendosi in luoghi cult della musica internazionale come il Madison Square Garden e la Carnegie Hall. In questi anni la musica di Mauro e Merola, allo stesso tempo amici e acerrimi rivali, è il riferimento per le comunità di italiani emigrate negli Stati Uniti. I due suoneranno nel corso del decennio a venire al cospetto delle più grandi personalità locali, dai sindaci di New York fino ai più noti personaggi della comunità italo-americana.

Nel 1973 e 1974 Mauro partecipa a Un disco per l’estate con 'Ncatenato a tte (Giordano-Esposito-Alfieri) e Ma che pazzia (Palomba-Alfieri). Nel 1977 debutta sul grande schermo con il film Onore e guapparia di Tiziano Longo. Seguono I figli non si toccano! (1978), regia di Nello Rossati; I guappi non si toccano (1979), dove lavora, tra gli altri, con Richard Harrison, Paola Senatore, una giovane Marisa Laurito e Gabriele Tinti, per la regia di Mario Bianchi e Attenti a quei due napoletani (1982), regia di Mario Gariazzo.

Pino Mauro e Il padrino[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1972, Carmine Coppola e Italia Pennino, genitori di Francis Ford Coppola, famoso regista di Il padrino, si trasferiscono a Napoli per tre mesi. Tra gli scopi della visita c'è quello di andare alla ricerca di caratteristi per il prossimo film del figlio, Il padrino - Parte II. In quella occasione prendono contatti con Pino Mauro e il suo discografico Luciano Rondinella. Originariamente Pino Mauro doveva interpretare Santino Corleone, ruolo poi assegnato a James Caan.[2]

Anni ottanta[modifica | modifica wikitesto]

Dopo dieci anni ritorna il Festival di Napoli. Mauro partecipa all’edizione del 1981 presentando il brano 'Na carezza (Correale - Mauriello). Nel 1981 il suo singolo 'O bene mio (scritto con Vincenzo Correale), si aggiudica il disco di platino per numero di vendite. I due brani diventeranno due tra i più grandi successi del cantante. Dal 1983 incide gli album Collezione d'autore e Formalità.[3]

L'errore giudiziario e la canzone rivendicata[modifica | modifica wikitesto]

Tra la fine del 1982 e il 1985 Mauro viene detenuto nel carcere dell'Ucciardone, a causa del suo presunto coinvolgimento in un caso di traffico internazionale di droga. L'artista verrà poi assolto in primo grado per errore di persone, come da sentenza del tribunale di Palermo. Il caso viene ripreso nei libri Storie di ordinaria ingiustizia di Raffaele Genah e Sono innocente - Oltre mezzo secolo di clamorosi errori giudiziari di Enzo Catania.

Nel 1992 Pino Mauro pubblica il primo volume della collana 30 anni di successi, Ieri, Oggi - Canzoni classiche napoletane dal '56/'86, con arrangiamenti di Gigi d'Alessio.

Il nuovo millennio[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2004 Pino Mauro ritorna al Teatro Trianon con la sceneggiata O schiaffo, con Nunzia Greton, Antonio Buonomo e Oscar Di Maio.

Nel 2007 prende parte al video del singolo Fin quanno vai 'ncielo del duo rap Co'Sang.[4]

Dalla metà del primo decennio successivo, il cantante vive una nuova giovinezza e riceve riconoscimenti non solo dal pubblico ma anche dalla critica e da intellettuali che spesso nei decenni precedenti lo avevano snobbato.

Nel 2013 è ancora al Teatro Trianon con lo spettacolo L'ultimo dei grandi[5] di Raffaele Esposito, con la regia di Agostino Chiummariello.

Nel 2015 la casa editrice Monitor Edizioni pubblica il libro di Riccardo Rosa “La sfida. Storia del re della sceneggiata”.[6] Il libro racconta sotto forma di romanzo l’avventurosa vita di Pino Mauro e viene presentato prima al Teatro Nuovo di Napoli, con Carmine Paternoster, Marco Giusti, Franco Ricciardi e Nicola Vicidomini, e poi in piazza, ai Quartieri Spagnoli, dove Pino Mauro torna a cantare dopo molti anni.

Nel 2017 Pino Mauro compare nel film dei Manetti Bros. Ammore e malavita, cantando la canzone Chiagne femmena,[7] che chiude la pellicola. Nello stesso anno incide l’album Pino Mauro e friends[8] dove riarrangia i suoi più grandi successi accompagnato da artisti come Enzo Gragnaniello, gli Osanna, Franco Ricciardi, M’Barka Ben Taleb, Raiz, Lucariello e Valentina Stella. L’album viene presentato in un evento eccezionale al Teatro Augusteo di Napoli il 2 febbraio.[9]

Tra il 2015 e il 2018 Pino Mauro è più volte ospite di programmi Rai come Stracult, dove è intervistato da Marco Giusti[10] e Sottovoce, dove dialoga con Gigi Marzullo.

Nel 2020 collabora con il regista Carlo Luglio, che lo dirige nel film Il ladro di cardellini, e lo rende protagonista del documentario dedicato alla sua vita e carriera L’ultimo fuorilegge. Nello stesso anno Mauro è uno dei protagonisti di Trianon Opera – Tra pupi, sceneggiata e belcanto, di Roberto De Simone. Lo spettacolo viene trasmesso in anteprima nazionale dalla Rai il 26 aprile 2021.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Pino Mauro ha sei figli. I primi quattro, Rosalba, Barbara, Alessandra e Gianluca, sono nati dal suo primo matrimonio. Michela e Jole sono figlie invece della relazione con Clara Garofano, sposata a Cinisello Balsamo il 28 maggio 2022.[11]

Festival di Napoli[modifica | modifica wikitesto]

Discografia (parziale)[modifica | modifica wikitesto]

78 giri[modifica | modifica wikitesto]

33 giri[modifica | modifica wikitesto]

45 giri[modifica | modifica wikitesto]

CD[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

  • Franco Cortese, Pino Mauro - L'ultimo dei grandi, Pino Mauro, Salerno, Albatros, 2012.
  • Riccardo Rosa, La sfida - Storia del re della sceneggiata, Pino Mauro, Napoli, Monitor, 2015.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pino Mauro e Franco Cortese, Pino Mauro - L'ultimo dei grandi, Salerno, 2012
  2. ^ Francis per diventare miliardario girerà il seguito de "Il padrino", articolo del Corriere di Napoli, 17 novembre 1972
  3. ^ Antonio Sciotti, Cantanapoli. Enciclopedia del Festival della Canzone Napoletana 1952-1981, Napoli, Luca Torre editore, 2011. (voce Mauro Pino)
  4. ^ FINO A QUANN VAI 'N CIELO - CO' SANG. URL consultato il 7 novembre 2022.
  5. ^ Pino Mauro in L'ultimo dei grandi. URL consultato il 7 novembre 2022.
  6. ^ La sfida, su NapoliMONiTOR, 18 settembre 2015. URL consultato il 7 novembre 2022.
  7. ^ Pino Mauro - Chiagne femmena (Film Ammore e Malavita). URL consultato il 7 novembre 2022.
  8. ^ Pino Mauro & Friends - Teatro Augusteo Napoli. URL consultato il 7 novembre 2022.
  9. ^ Pino Mauro & Friends: concerto con Gragnaniello, Ben Taleb & Co, su www.ilmattino.it, 27 gennaio 2017. URL consultato il 7 novembre 2022.
  10. ^ Intervista a Pino Mauro Stracult. URL consultato il 7 novembre 2022.
  11. ^ Pino Mauro sposo a 82 anni: festa con miniconcerto per gli invitati, sui tavoli i titoli delle canzoni, su il Mattino, 28 maggio 2022. URL consultato il 3 dicembre 2022.
  12. ^ Antonio Sciotti - Cantanapoli. Enciclopedia del Festival della Canzone Napoletana 1952-1981, Luca Torre editore (2011)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Annuario del cinema italiano, editore: Centro studi di cultura, promozione e diffusione del cinema, 1986.
  • Raffaele Genah, Storie di ordinaria ingiustizia, Ed.Sugarco, Milano, 1987.
  • Annuario del cinema italiano, editore: Centro studi di cultura, promozione e diffusione del cinema, 1990.
  • Enzo Catania, Sono innocente - Oltre mezzo secolo di clamorosi errori giudiziari, Ed. CDE (su licenza Longanesi), 1991.
  • Pino Farinotti, Dizionario degli attori, tutti gli attori e i loro film, Varese, Sugarco Edizioni, 1993.
  • Salvatore Tolino, Mostra storica permanente della Poesia, del Teatro e della Canzone Napoletana, Istituto Grafico Editoriale Italiano, 1999.
  • Pasquale Scialò, La Sceneggiata, rappresentazione di un genere popolare, Napoli, Guida, 2002.
  • Enrico Careri e Pasquale Scialò, Studi sulla canzone napoletana classica, Libreria musicale italiana, 2008.
  • Tiziano Tarli e Pierpaolo De Iulis, Vesuvio Pop, la nuova canzone melodica napoletana, Roma, Arcana Editore, 2009.
  • Salvatore Palomba e Stefano Fedele, Le Canzoni di Napoli, Napoli, L'Ancora del Mediterraneo, 2009.
  • Daniele Magni, Silvio Giobbio e Marco Grassidonio, ancora più... CINICI INFAMI E VIOLENTI, Dizionario dei film polizieschi italiani anni '70, Milano, Bloodbuster, 2010.
  • Pasquale Scialò, Storie di musica, Napoli, Guida, 2010.
  • Pietro Gargano, Nuova Enciclopedia Illustrata della Canzone Napoletana vol.V, Napoli, edizione Magmata, 2011.
  • Daniele Sanzone, Camorra Sound, 'O sistema nella canzone napoletana, tra giustificazioni, esaltazioni e condanne, Napoli, Magenes, 2014

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]