Józef Piłsudski
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Józef Piłsudski | |
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Capo dello Stato della Polonia | |
Durata mandato | 14 novembre 1918 – 11 dicembre 1922 |
Capo del governo | Ignacy Daszyński Jędrzej Moraczewski Ignacy Paderewski Leopold Skulski Władysław Grabski Wincenty Witos Antoni Ponikowski Artur Śliwiński Julian Nowak |
Predecessore | Consiglio di Reggenza del Regno di Polonia |
Successore | Gabriel Narutowicz (come Presidente) |
Ministro della Guerra e Leader de facto della Polonia | |
Durata mandato | 16 maggio 1926 – 12 maggio 1935 |
Predecessore | Juliusz Tarnawa-Malczewski |
Successore | Tadeusz Kasprzycki |
Primo ministro della Polonia | |
Durata mandato | 2 ottobre 1926 – 27 giugno 1928 |
Predecessore | Kazimierz Bartel |
Successore | Kazimierz Bartel |
Durata mandato | 25 agosto 1930 – 4 dicembre 1930 |
Predecessore | Walery Sławek |
Successore | Walery Sławek |
Dati generali | |
Partito politico | Indipendente Sanacja (1926-1935) |
Università | Università di Charkiv |
Firma | ![]() |
Józef Klemens Piłsudski | |
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Ritratto del maresciallo Piłsudski | |
Nascita | Zułów, 5 dicembre 1867 |
Morte | Varsavia, 12 maggio 1935 (67 anni) |
Cause della morte | cancro |
Luogo di sepoltura | Cattedrale del Wawel di Cracovia |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() |
Forza armata | ![]() ![]() |
Anni di servizio | 1914-1923 1926-1935 |
Grado | Maresciallo di Polonia |
Guerre | Prima guerra mondiale Guerra polacco-ucraina Guerra polacco-lituana Guerra sovietico-polacca |
Altre cariche | Politico, Rivoluzionario |
"fonti nel corpo del testo"
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Józef Klemens Piłsudski (IPA: [ˈjuzɛf ˈklɛmɛns pʲiwˈsutskʲi]) (Zułów, 5 dicembre 1867 – Varsavia, 12 maggio 1935) è stato un rivoluzionario, generale, politico e dittatore polacco.
Leader delle forze armate polacche e (1926-1935) della Seconda Repubblica di Polonia, fu una delle più importanti figure politiche polacche della sua era, ed è considerato il padre della riconquistata indipendenza polacca, 123 anni dopo la terza spartizione della Polonia.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Gli inizi dell'attività politica[modifica | modifica wikitesto]
Proveniente da una famiglia della piccola nobiltà polacca, Piłsudski studiò medicina all'Università di Charkiv (Ucraina) ed entrò nel movimento socialista rivoluzionario, facendo poi parte della corrente indipendentista del Partito Socialista Polacco. Arrestato dalla polizia russa (1900), riuscì ad evadere (1901) e ad espatriare poi in Galizia (allora provincia dell'Impero austro-ungarico). Qui, contrariamente al movimento dei democratico-nazionali di Roman Dmowski, filorusso e antitedesco, auspicò il crollo della Russia con l'aiuto tedesco per ottenere l'indipendenza polacca.
La prima guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, Piłsudski organizzò le legioni polacche che combatterono a fianco degli Imperi centrali (Austria-Ungheria e Germania) contro la Russia. Il 5 novembre 1916 gli Imperi Centrali proclamarono l'indipendenza del Regno di Polonia, ma come semplice stato fantoccio da utilizzare in funzione antirussa. Nel 1917 Piłsudski ottenne un seggio nel Consiglio di Stato del nuovo regno, ma rifiutò di prestare il giuramento di fedeltà, volgendosi così anche contro gli Imperi Centrali, che lo fecero arrestare e internare a Magdeburgo fino alla fine della guerra.
L'indipendenza polacca e la guerra con la Russia[modifica | modifica wikitesto]
Nel novembre 1918, sconfitti gli Imperi Centrali, Piłsudski rovesciò il Consiglio di Reggenza da essi istituito per governare la Polonia e assunse la guida della nuova Repubblica Polacca. Con il Trattato di Versailles (1919) la Polonia ottenne il riconoscimento dell'indipendenza e inoltre l'acquisto della Galizia, della Posnania e di uno sbocco al mare (il Corridoio polacco) con il porto di Gdynia.
Nominato capo dello Stato (1919), Piłsudski cercò di costituire una federazione con lituani, ruteni e ucraini - il progetto Międzymorze - approfittando della debolezza russa: nominato comandante dell'esercito col grado di Maresciallo di Polonia (marzo 1920), invase l'Ucraina fino a Kiev (guerra sovietico-polacca). La controffensiva dell'Armata Rossa fu respinta alle porte di Varsavia grazie ad una manovra a tenaglia dell'esercito polacco presso un'ansa della Vistola (agosto 1920). Gli alleati occidentali (Gran Bretagna, Francia) si limitarono all'appoggio verbale. La guerra si concluse con il Trattato firmato a Riga, il 18 marzo 1921.
Il colpo di Stato del 1926 e il regime dei colonnelli[modifica | modifica wikitesto]
Dopo l'entrata in vigore della Costituzione parlamentare (1921) e la vittoria elettorale dei democratico-nazionali (1922), Piłsudski si ritirò dalla politica, ma vista la crescente tensione interna tra crisi politico-economica e conflitti etnici, attuò, ispirandosi alla marcia su Roma di Benito Mussolini[1], un colpo di Stato (14 maggio 1926) con cui assunse poteri dittatoriali. Sanacja (Risanamento) era il nome della coalizione politica creata da Piłsudski dopo il colpo di Stato. Cumulando le cariche di Primo ministro (1926-1928, 1930), ministro della Guerra (1926-1935) e capo di Stato Maggiore, governò dittatorialmente con l'appoggio dell'esercito, e nel 1935 promulgò una nuova Costituzione (democrazia articolata) che aboliva di fatto il sistema parlamentare[2].
In politica estera, per salvaguardare l'indipendenza della Polonia dalle mire dei suoi vicini, cercò sempre di impedire il risorgere della potenza tedesca e dell'espansionismo russo: dopo l'ascesa dei nazisti di Adolf Hitler (gennaio 1933), sembrò volersi accordare con la Francia per una guerra preventiva alla Germania, ma poi concluse un patto di non aggressione con il Reich (1934). Morì di cancro a Varsavia nel 1935 e fu sepolto nella Cattedrale del Wawel di Cracovia.
Durante la seconda guerra mondiale, dopo aver invaso il suo Paese e preso Cracovia, i tedeschi resero omaggio alla sua tomba[3].
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
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Onorificenze polacche[modifica | modifica wikitesto]
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Gran Maestro e Cavaliere dell'Ordine dell'Aquila Bianca |
— 1921 |
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Gran Maestro dell'Ordine Virtuti Militari |
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Gran Maestro dell'Ordine della Polonia Restituta |
Personalmente è stato insignito dei titoli di:
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Gran Croce e Stella dell'Ordine Virtuti Militari |
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Croce di Commendatore dell'Ordine Virtuti Militari |
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Croce di Cavaliere dell'Ordine Virtuti Militari |
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Croce d'Oro dell'Ordine Virtuti Militari |
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Croce d'Argento dell'Ordine Virtuti Militari |
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Gran Croce dell'Ordine della Polonia Restituta |
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Croce di Commendatore con Stella dell'Ordine della Polonia Restituta |
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Croce e Medaglia d'Indipendenza con spade |
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Croce al valore (4) |
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Croce al merito (4) |
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Croce al Merito delle Forze Centrali di Lituania |
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Nastro al Valore e al Merito della Slesia |
Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]
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Gran Cordone dell'Ordine di Leopoldo (Belgio) |
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Gran Croce dell'Ordine Nazionale della Croce del Sud (Brasile) |
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Cavaliere di I Classe dell'Ordine della Croce dell'Aquila (Estonia) |
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Croce della Libertà per il comando militare di I Classe (Estonia) |
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Croce della Libertà per il servizio civile di I Classe (Estonia) |
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Commendatore di Gran Croce dell'Ordine della Rosa Bianca (Finlandia) |
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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) |
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Gran Cordone dell'Ordine dei fiori di Paulownia (Giappone) |
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Cavaliere di I Classe dell'Ordine della Corona Ferrea (Impero Austro-Ungarico) |
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Cavaliere di I classe dell'Ordine di Lāčplēsis (Lettonia) |
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Gran Croce dell'Ordine della Torre e della Spada (Portogallo) |
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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Sant'Alessandro (Regno di Bulgaria) |
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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Carol I (Regno di Romania) |
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Membro di I Classe dell'Ordine di Michele il Coraggioso (Regno di Romania) |
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Membro di II Classe dell'Ordine di Michele il Coraggioso (Regno di Romania) |
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Membro di III Classe dell'Ordine di Michele il Coraggioso (Regno di Romania) |
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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Stella dei Karađorđević - classe militare (Regno di Serbia) |
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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno d'Italia) |
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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine militare di Savoia (Regno d'Italia) |
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Gran Croce con decorazione gialla dell'Ordine al Merito Militare (Spagna) |
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Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica ungherese (Ungheria) |
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Balì di Gran Croce d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ospedaliero Ordine di Malta |
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Médaille militaire (Francia) |
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Croce di guerra Cecoslovacca del 1918 (Cecoslovacchia) |
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Dr. Chodakiewicz reviews new book on Piłsudski (in inglese)
- ^ V. PERNA, Storia della Polonia tra le due guerre. Xenia Edizioni, Milano 1990.
- ^ Galeazzo Ciano, Diario 1937-1943, a cura di Renzo De Felice, 11ª ed., Milano, BUR Storia, 2010, p. 343 (6 settembre 1939).
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Józef Piłsudski
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Józef Piłsudski
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su jpilsudski.org.
- Józef Piłsudski, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) Józef Piłsudski, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Józef Piłsudski / Józef Piłsudski (altra versione), su Find a Grave.
- (EN) Opere di Józef Piłsudski, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 46782964 · ISNI (EN) 0000 0001 2320 6202 · LCCN (EN) n50011072 · GND (DE) 118742574 · BNF (FR) cb120671599 (data) · BNE (ES) XX1196333 (data) · NLA (EN) 35423409 · BAV (EN) 495/190040 · WorldCat Identities (EN) lccn-n50011072 |
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- Nati nel 1867
- Morti nel 1935
- Nati il 5 dicembre
- Morti il 12 maggio
- Morti a Varsavia
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- Cavalieri dell'Ordine della Croce dell'aquila