Ottone Orseolo

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Stemma degli Orseolo.

Ottone Orseolo (9931032) è stato un doge veneziano. Appartenete alla famiglia patrizia degli Orseoli, figlio del doge Pietro II Orseolo, fu associato al trono del padre sin dal 1007, succedendogli quale ventisettesimo doge. Resse il ducato dal 1009 al 1026. Suo figlio Pietro fu re d´Ungheria.

Elezione

Fu eletto co-reggente a soli quattordici anni, quando il doge suo padre era ancora vivo, così da succedergli alla morte: questa pratica fu molto comune a Venezia almeno fino alla metà del secolo undicesimo, quando ancora molti dogi speravano di poter trasformare la repubblica di Venezia in una signoria, ed il dogado in una carica ereditaria. Prima di lui era stato co-reggente suo fratello maggiore Giovanni, che però era morto di peste.

Il dogado

Ottone Orseolo trascurò i rapporti con l'impero d'occidente nonostante fosse figlioccio dell'imperatore Ottone III, e non si preoccupò nemmeno di rinnovare gli accordi commerciali con l'impero. Nel 1011 sposò Maria, figlia di Géza, principe magiaro, e sorella di Santo Stefano re d'Ungheria. Da quest'unione nacque Pietro, che nel 1038 fu nominato da Stefano legittimo re d´Ungheria. Quest´unione veneziano-ungherese avrebbe poi giustificato le successive pretese dei re d'Ungheria sulla Dalmazia veneziana. Nel 1017 costrinse il vescovo di Adria a restituire a Venezia le città di Loreo e Fossombrone, e nel 1018 organizzò una spedizione contro i pirati croati. Nel medesimo anno 1018 suo fratello Orso, già vescovo di Torcello, fu eletto patriarca di Grado a neppure trent'anni, e suo fratello Vitale di vent'anni divenne il nuovo vescovo di Torcello. Il patriarca di Aquileia denunciò però l'irregolarità dell'elezione del pariarca di Grado.

La prima e la seconda destituzione

Probabilmente il piglio di sovrano ereditario assunto da Ottone Orseolo, abbinato all'occupazione delle maggiori cariche spirituali da parte dei suoi fratelli, preoccuparono l'aristocrazia venetica che si ribellò e costrinse Ottone Orseolo all'esilio in Istria; anche suo fratello Orso patriarca di Grado fu costretto all'esilio, ed il patriarca di Aquileia Poppone ne approfittò per attaccare e conquistare Grado. I due fratelli furono però immediatamente richiamati a Venezia, probabilmente dai loro sodali, e reintegrati nei rispettivi ruoli: Ottone Orseolo riconquistò subito Grado. Dopo breve tempo fu nominato vescovo di Olivolo (cioè di Castello, uno dei sestrieri di Venezia) il diciottenne Domenico Grandenigo, rampollo di una delle famiglie più importanti di Venezia. Il doge si oppose e scoppiò contro di lui un'altra rivolta, capitanata da Domenico Flabanico: Ottone Orseolo fu preso, gli fu tagliata la barba e fu confinato a Costantinopoli. Suo fratello Orso fu contemporaneamente cacciato da Grado.

La morte, i successori

Dopo la seconda destituzione, i venetici elessero il ventottesimo doge Pietro Barbolano; i partigiani degli Orseolo dopo alcuni anni riuscirono però a destituirlo (1031), rasagli la barba ed esiliarlo a Costantinopoli, esattamente com'era successo ad Ottone Orseolo che fu richiamato di nuovo in patria: andò a prenderlo a Bisanzio suo fratello Vitale vescovo di Torcello, mentre l'altro fratello Orso –che nel frattempo era stato reintegrato nel patriarcato di Grado- reggeva Venezia. Ottone Orseolo morì prima di poter rientrare a Venezia. Gli Orseolo elessero allora doge Domenico Orseolo (1032), parente di Ottone, ma l'assemblea popolare lo costrinse alla fuga appena dopo un giorno di regno; risulta che fosse a Ravenna nel 1036.

Bibliografia

  • Romanin, Samuele: Storia documentata di Venezia, Pietro Naratovich tipografo editore, Venezia, 1853.


Predecessore Doge di Venezia Successore
Pietro II Orseolo 1009-1026 Pietro Barbolano