Rassemblement National

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Front National)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – "Front National" rimanda qui. Se stai cercando l'omonimo partito belga, vedi Fronte Nazionale (Belgio).
Rassemblement National
PresidenteJordan Bardella
VicepresidenteLouis Aliot
David Rachline
Hélène Laporte
Edwige Diaz
Julien Sanchez
Sébastien Chenu
StatoBandiera della Francia Francia
Sede114 bis rue Michel-Ange
75016 Paris
Fondazione5 ottobre 1972 (come Fronte Nazionale)
1º giugno 2018 (come Rassemblement National)
Derivato daOrdre nouveau
IdeologiaNazionalismo francese[1][2]
Populismo di destra[1]
Euroscetticismo[3]
Protezionismo[4][5]
Conservatorismo nazionale[6]
Nativismo[7][8]
Alter-globalizzazione[4]
Conservatorismo sociale[9][10]
CollocazioneEstrema destra[11][12][13][14][15][16][17][18][19][20]
CoalizioneRassemblement Bleu Marine (2012-2017)
Partito europeoID
Gruppo parl. europeoID
Affiliazione internazionaleThe Movement
Seggi Assemblea nazionale
89 / 577
(2022)
Seggi Senato
1 / 348
(2017)
Seggi Europarlamento
19 / 79
(2019)
Seggi Consiglio regionale
242 / 1 758
(2016)
Organizzazione giovanileGénération Nation
Iscritti25.000[21] (2020)
ColoriBlu marino
Sito webwww.rassemblementnational.fr/

Il Rassemblement National (traducibile in italiano come Raggruppamento Nazionale[22] o Raduno Nazionale[23][24]), denominato dal 1972 fino al 2018 Front National (in italiano Fronte Nazionale), è un partito politico francese, fondato nel 1972 da Jean-Marie Le Pen, che ne è stato leader e figura centrale indiscussa fino alle sue dimissioni avvenute nel 2011, a seguito delle quali è diventata presidente la figlia Marine Le Pen.

Relegato a forza politica marginale durante i suoi primi dieci anni, il Fronte Nazionale è stato la formazione principale e senza rivali del nazionalismo francese di estrema destra a partire dal 1984[25], fino a giungere a essere il primo partito politico francese alle elezioni europee del 2014 con il 24,86%.

Dal 2022 il presidente è Jordan Bardella.[26]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nascita di FN[modifica | modifica wikitesto]

Il partito nacque per iniziativa degli esponenti del movimento Ordre nouveau (Ordine Nuovo), che si riprometteva la rinascita del sentimento patriottico, la restaurazione familiare ed educativa e la promozione di una gerarchia dei valori. Il partito fu ufficialmente fondato il 5 ottobre 1972 con il nome di Fronte Nazionale per l'Unità francese (Front National pour l'unité française) o Fronte Nazionale. Tra i fondatori, insieme all'ex deputato poujadista Jean-Marie Le Pen che assunse la presidenza, Roger Holeindre, Jacques Bompard, François Brigneau e Pierre Durand.

Jean-Marie Le Pen e Roger Holeindre, tra i fondatori del partito

Il nuovo partito si modellò sul Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale; il FN adottò una versione francese della fiamma tricolore del MSI-DN come logo ufficiale. L'intento del FN era unire tutti movimenti politici francesi di destra sotto la guida di Le Pen. L'affermazione del FN fu resa difficile, per circa un decennio, dalla "concorrenza" con il PFN, Parti des forces nouvelles (Partito delle Forze Nuove), di Jean-Louis Tixier-Vignancour, fondato nel 1974 da ex membri dell'ON (che era stato sciolto nel 1973 dalla Presidenza del Consiglio francese, dopo aver organizzato un discusso convegno sull'immigrazione clandestina); il PFN rimarrà particolarmente attivo nella vita politica francese fino alla fine degli anni ottanta.

L'approdo al parlamento europeo[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni europee del 1984, il FN riuscì ad ottenere il primo risultato di rilievo, eleggendo due eurodeputati. Nel contesto dell'Europarlamento, il primo Front National portò avanti politiche ispirate alle concezioni dominanti al suo interno in quell'epoca, focalizzate sul sostegno al progetto comunitario di un'Europa "terza forza" tra Stati Uniti e Unione Sovietica, frutto dell'ispirazione della filosofia politica della Nouvelle Droite e della concezione dell’Europa-nazione del movimento nazionaleuropeista Jeune Europe di Jean Thiriart[27].

Il FN è stato fortemente penalizzato dal sistema elettorale francese (maggioritario a doppio turno con un'alta soglia di sbarramento). Infatti, anche quando ha raggiunto percentuali a doppia cifra è riuscito ad eleggere solo pochi deputati, se non nessuno. Qualora un candidato del FN riesca a superare lo sbarramento (attualmente al 12,5% degli elettori del collegio) ed accedere al secondo turno, gli elettori di sinistra e quelli della destra gollista e moderati solitamente fanno convergere i propri voti sui candidati di qualsiasi altro partito (politica del "cordone sanitario"); inoltre, i partiti di centro-destra si sono sempre rifiutati di fare accordi elettorali con il FN, opponendovi il principio della difesa delle istituzioni repubblicane da forze anti-sistema.

I primi parlamentari nel 1986[modifica | modifica wikitesto]

Per le elezioni legislative del 1986, il Presidente Mitterrand, al fine di evitare la sconfitta del proprio schieramento politico (il PS), decise di introdurre un sistema elettorale proporzionale, molto meno selettivo del precedente. In quelle elezioni, il FN ottenne il 9,65% dei voti e ben 35 seggi. Però, già alle legislative del 1988, essendo stato reintrodotto il sistema maggioritario, il FN con il 9,66% riuscì ad eleggere un solo deputato. Nel corso degli anni ottanta molti monarchici hanno aderito a FN, considerandolo il partito erede della tradizione dell'Action française.

Gli anni novanta e il ballottaggio alle presidenziali del 2002[modifica | modifica wikitesto]

Gli anni novanta si caratterizzarono per l'impegno del partito nel denunciare la corruzione politica sia dei socialisti, che dei neogollisti. Del resto, Le Pen fece di tutto per presentare il partito non come un tradizionale partito neo-fascista, ma come una forza politica trasversale: di "destra" perché attenta ai valori patriottici e nazionali, di "sinistra" perché attenta ai problemi sociali, di "centro" perché attenta ai valori cristiani. In questo periodo si ha la cosiddetta "proletarizzazione" del partito, tanto che alla fine degli anni novanta sono più gli operai che votano FN di quelli che votano comunista.

Alle elezioni del 1993, grazie alla campagna antieuropeista al Referendum del 1992 sul Trattato di Maastricht, FN ottenne il 13% (+4%) dei consensi al primo turno, ma non riuscì comunque ad eleggere deputati. Alle elezioni del 1997 FN salì al 14,9% ma elesse un solo deputato.

Nel 1998, il partito raggiunse il suo massimo storico alle elezioni locali, tanto da risultare decisivo per l'elezioni di alcuni candidati gollisti alle regioni; ma, subito dopo, ha subito la scissione operata da Bruno Mégret, vice di Le Pen, che ha dato vita al Movimento Nazionale Repubblicano, che alle elezioni successive si è attestato intorno al 2% dei voti. FN ha dovuto, negli stessi anni contrastare la competizione operata da altri partiti di destra o conservatori come il Movimento per la Francia di Philippe de Villiers, che, alle elezioni del 2002, pur attestandosi appena allo 0,8% è riuscito comunque ad eleggere se stesso come deputato.

Alle elezioni presidenziali del 2002, anch'esse a doppio turno, Le Pen riuscì a giungere per la prima volta al secondo turno superando, a sorpresa, il candidato socialista Lionel Jospin. Al ballottaggio contro il Presidente uscente, il gollista Jacques Chirac, Le Pen si limitò pressoché a confermare il risultato del primo turno (dal 16 al 17%). Tutti i partiti politici, infatti, compresi quelli di sinistra, fecero confluire i propri voti sul presidente uscente pur di non far eleggere Le Pen. Nonostante l'inaspettato risultato delle presidenziali, alle politiche di pochi mesi dopo FN calò all'11,3%, e sempre per la legge elettorale maggioritaria in vigore non riuscì a eleggere alcun deputato.

Dalla flessione del 2007 alla presidenza di Marine le Pen[modifica | modifica wikitesto]

Manifestazione a Parigi nel 2007

Le Pen si è candidato anche per le elezioni presidenziali del 2007 contro il candidato di centro-destra Sarkozy, la candidata socialista Royal e il candidato centrista Bayrou. Per l'occasione ha suscitato sorpresa (addirittura qualcuno ha parlato di "svolta") un manifesto con una ragazza di origine nordafricana che invita a votare Le Pen. Alle presidenziali del 2007 Le Pen ottiene il 10,4% classificandosi al quarto posto. Alle legislative del 2007 il Fronte Nazionale è crollato al 4,3%. I voti del FN sono quasi interamente trasmigrati verso l'Unione per un Movimento Popolare di Sarkozy, vincitore delle presidenziali del mese precedente. Alle europee del 2009 il Fronte Nazionale recupera consensi raccogliendo il 6,3% ed eleggendo tre deputati tra cui Marine Le Pen. Alle elezioni regionali del 2010 il partito conquista il 12% di media nazionale.

Il 16 gennaio 2011, dopo le dimissioni del padre, Marine Le Pen è eletta Presidente del partito (con il 67,65% dei voti) battendo Bruno Gollnisch, mentre viene eletto come vice presidente Louis Aliot, consigliere della Regione Linguadoca. Marine Le Pen si candida alle presidenziali del 2012, costituendo la coalizione Rassemblement bleu Marine, e si classifica terza, ottenendo il 17,90%, dietro ad Hollande e Sarkozy.

Marine Le Pen a una manifestazione per le presidenziali del 2012

Alle legislative del 2012, il Fronte Nazionale ottiene comunque il 13,60% (+9,3% dal 2007) e due seggi all'Assemblea con la ventiduenne Marion Maréchal-Le Pen, figlia della secondogenita di Jean-Marie, e l'avvocato Gilbert Collard.

Primo partito alle europee del 2014[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni europee del 2014 il Fronte Nazionale si allea con la Lega Nord italiana e il Partito della Libertà Austriaco a formare il Movimento per un'Europa delle Nazioni e della Libertà. Dopo il voto risulta il primo partito in Francia con il 24,9% e ottiene 23 eurodeputati su 74.

Nel novembre 2014 il 15º congresso del partito rielegge come presidente Marine Le Pen, mentre a sorpresa è eletta vicepresidente la nipote ventiquattrenne Marion Le Pen con l'80% delle preferenze, che supera l'uscente Louis Aliot (76%), Steeve Briois (70%) e Florian Philippot[28]. Il vecchio leader Jean Marie è presidente onorario.

Dopo il grande successo delle europee, nel marzo 2015 il partito arriva al 25,19% alle elezioni dipartimentali mentre i moderati di Nicolas Sarkozy prendono il 29,4% e i socialisti e i loro alleati raccolgono il 21,8%: è il miglior risultato di sempre alle elezioni locali.[29] La settimana seguente però al secondo turno non riesce ad ottenere neanche un dipartimento nonostante i tanti voti ottenuti; così può contare su una trentina di consiglieri in tutta la Francia contro uno soltanto in precedenza.[30]

L'espulsione di Jean-Marie Le Pen dal partito[modifica | modifica wikitesto]

Il 4 maggio 2015, il presidente onorario del partito Jean-Marie Le Pen, dopo aver ribadito per l'ennesima volta in una intervista che le camere a gas sono state un dettaglio della seconda guerra mondiale, viene sospeso dal partito[31]. In seguito alla sospensione, Jean-Marie ripudia la figlia Marine, dicendo di vergognarsi che lei porti il suo stesso cognome e augurandosi che possa perderlo il più presto possibile[32]. Il 12 giugno 2015 Jean-Marie annuncia un ricorso contro la sua espulsione decisa dal consiglio esecutivo del partito[33], ricorso che viene accolto dal Tribunale civile di Nanterre il 2 luglio, consentendogli di rimanere presidente onorario del partito[34][35][36]. Il tribunale ha inoltre sospeso il congresso straordinario attraverso il quale gli iscritti si sarebbero dovuti esprimere online sull'approvazione del nuovo statuto e l'abolizione della carica di Presidente onorario; per il tribunale, infatti, il congresso avrebbe dovuto tenersi con la presenza fisica degli iscritti e avrebbe dovuto dare la possibilità a Jean-Marie di difendersi[37]. Il 20 agosto, tuttavia, il comitato esecutivo del FN decide nuovamente l'espulsione di Jean-Marie Le Pen dal partito[38][39].

Le regionali del 2015[modifica | modifica wikitesto]

Al primo turno delle elezioni regionali del 6 e 13 dicembre 2015, il FN ha raggiunto il 27,3%, affermandosi come primo partito, con punte del 40,55% nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, dove era candidata la giovane Marion Le Pen[40], e del 40,64% nella regione Nord-Calais-Piccardia, dove era candidata Marine Le Pen. Sebbene al primo turno i suoi candidati siano stati primi in 6 regioni su 13, al secondo turno di ballottaggio non si aggiudicano alcuna regione, con il miglior risultato ottenuto da Marion Le Pen con il 45,22%.[41].

Presidenziali e legislative del 2017[modifica | modifica wikitesto]

Marine Le Pen a Lille durante le presidenziali del 2017

Il partito candida Marine Le Pen alle Elezioni presidenziali in Francia del 2017, che al primo turno delle elezioni del 23 aprile con il 21,30% dei voti arriva seconda, andando al ballottaggio del 7 maggio insieme a Emmanuel Macron (24,01%)[42][43]. Si tratta del miglior risultato in assoluto del FN alle presidenziali e della seconda volta che il suo candidato passa al turno di ballottaggio.

Il 24 aprile, all'indomani del risultato, la Le Pen si dimette dalla guida del Front National[44]. Le succede ad interim l'europarlamentare Jean-François Jalkh, che tre giorni dopo si dimette ed è sostituito da Steeve Briois. Il 28 aprile la Le Pen annuncia l'accordo elettorale con Nicolas Dupont-Aignan che al primo turno aveva ottenuto il 4,75%, comunicando che sarebbe stato il suo primo ministro in caso di vittoria.[45]

Al ballottaggio del 7 maggio la Le Pen raggiunge i 10.644.118 voti, con il 33,9% delle preferenze ed è superata da Macron con il 66,1%.

Il 9 maggio 2017, Marion Maréchal-Le Pen, annuncia che abbandona l'attività politica per ragioni personali, familiari e professionali, non ricandidandosi alle elezioni legislative di giugno[46].

Il 15 maggio Marine Le Pen torna presidente del partito[47].

Alle elezioni legislative del 2017 ottengono al primo turno dell'11 giugno il 13,20% con 2.990.454 voti. Al secondo turno ottiene 8 seggi, risultando eletti Marine Le Pen, Louis Aliot, Bruno Bilde, Sébastien Chenu, Gilbert Collard, José Evrard (che nel novembre 2017 lascerà FN per aderire a I Patrioti), Emmanuelle Ménard e Ludovic Pajot[48].

Il 9 settembre, a Brachay, roccaforte frontista, Marine Le Pen riunisce i militanti del partito e annuncia il nuovo programma e il probabile nuovo nome del partito, Les Patriotes. Il dibattito interno sulla linea del partito, deve essere definito al suo XVI congresso, fissato al marzo 2018. Il 21 settembre 2017 uno dei vicepresidenti del FN ed eurodeputato Florian Philippot, insieme all'europarlamentare Sophie Montel, lascia il FN, a causa dell'accusa di conflitto di interessi nel partito per via di un'associazione da lui presieduta.[49]

Il Rassemblement[modifica | modifica wikitesto]

Nel marzo 2018 Marine Le Pen viene rieletta presidente del Front National con il 100% dei voti (in quanto unica candidata alla carica).[50]

Sempre al congresso di Lille il partito assume la denominazione di Rassemblement national.[51]

Le europee del 2019[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni europee del 2019, con capolista il giovane Jordan Bardella, tornano a essere il primo partito con 5.281.576 voti, il 23,31 %, ottenendo 23 seggi all'europarlamento.

Le elezioni del 2022[modifica | modifica wikitesto]

Dal 13 settembre 2021 con l'annuncio di Marine Le Pen della candidatura per le presidenziali 2022, il giovane Jordan Bardella diviene presidente ad interim del Rassemblement National.

Alle elezioni presidenziali in Francia del 2022 la sua leader al primo turno del 10 aprile raggiunge il ballottaggio con il 23,41% dei voti, massimo storico alle presidenziali del partito.

Al secondo turno la Le Pen ottiene 13.297.728 voti, il 41,46% delle preferenze, superando per la prima volta la maggioranza assoluta in alcune regioni, come la Provenza-Alpi-Costa Azzurra, la Corsica e l'Alta Francia.

Al secondo turno delle elezioni legislative in Francia del 2022 conquista 89 seggi, suo massimo storico, che gli consentono di costituire un gruppo parlamentare all'Assemblea nazionale.

Il 5 novembre 2022 Jordan Bardella ottiene l'85% dei voti dei 26.000 aderenti, battendo Louis Aliot, e assumendo i pieni poteri nel partito[52].

Ideologia[modifica | modifica wikitesto]

Il Fronte Nazionale dalla fondazione a oggi si è evoluto, e da un partito prettamente nazionalista[1] è ora descritto come sovranista e anche di "destra populista"[1][2], sebbene rifiuti categoricamente tale etichetta, dichiarandosi "un grande movimento patriottico, né di destra né di sinistra"[53], perché ritiene che entrambe le polarità siano "neoliberiste". Alla tradizionale dicotomia destra/sinistra, la leader Marine Le Pen preferisce contrapporre élite/popolo, dominanti/dominati, alto/basso.

Riguardo ai punti del programma del Fronte Nazionale, in primo luogo vi è l'uscita dall'Euro per riacquisire sovranità nazionale da mantenere poi con misure protezionistiche[54], l'uscita dalla NATO in un'ottica eurasiatica "da Brest a Vladivostok"[55] e quindi rafforzando l'asse "Parigi-Berlino-Mosca"[56], il rifiuto delle politiche di austerità, l'accentramento del potere statale all'insegna dei valori repubblicani e della laicità, una pianificazione strategica di reindustrializzazione, l'accesso ad una sanità di qualità per tutti i cittadini francesi, la priorità nazionale e un piano di sdebitamento pubblico[56]. Inoltre propone una revisione degli Accordi di Schengen sulla libera circolazione delle persone, limitando il flusso di immigrati a 10.000 persone l'anno, privilegiando talenti e innovazione ed espellendo i clandestini. Si oppone al "modello multiculturalista", alle "discriminazioni positive" e "differenzialiste" che inficerebbero l'uguaglianza di tutti i cittadini, al velo e ad altri simboli religiosi nei luoghi pubblici[56].

Programma economico[modifica | modifica wikitesto]

Il programma economico del FN è definibile di matrice liberal-protezionista[57], si oppone alla mondializzazione (sia negli aspetti economici, sia in quelli sociali e culturali) e prevede piani di investimento pubblico, ripristino dell'età pensionabile a 60 anni, forti tagli delle tasse sui redditi più bassi[58], limiti alla circolazione dei capitali e alle speculazioni finanziarie, innalzamento di pensioni e salari minimi e loro indicizzazione mediante un meccanismo di "scala mobile"[56]. Per questi motivi alcuni osservatori definiscono il Fronte Nazionale come economicamente "keynesiano"[59] o addirittura "di sinistra"[60][61]. Anche il giornalista Éric Zemmour, editorialista del quotidiano Le Figaro, afferma che "il FN, dalle presidenziali del 2012, è divenuto un partito di sinistra"[62].

Molti hanno evidenziato la trasformazione ideologica del partito dal reaganismo di Jean-Marie Le Pen che nel 1974 proponeva di "privatizzare tutto quello che si può"[63] all'interventismo statale in parte promosso dalla figlia Marine Le Pen. Parallelamente è in atto un processo di dediabolisation, per ripulirsi dalle simpatie fasciste del padre, definito dai commentatori un parricidio[64]. L'anno della discontinuità viene talvolta identificato nel 2007, con l'ingresso nel partito del comunista Alain Soral[65], che con la sua corrente Egalité & Réconciliation parla esplicitamente di "sinistra del lavoro, destra dei valori" che si possa opporre alla "destra finanziaria" e alla "sinistra libertaria"[66].

I legami con il governo russo[modifica | modifica wikitesto]

Le inchieste di Mediapart[67] e Le Monde[68] hanno dimostrato che il Fronte Nazionale ha ottenuto importanti finanziamenti economici da parte della First Czech-Russian Bank, di proprietà di Roman Jakubovič Popov, considerato vicino al primo ministro russo Dmitri Medvedev ed al presidente russo Vladimir Putin, in cambio del sostegno del partito all'annessione della Crimea da parte della Russia.[69] Secondo Mediapart il Fronte Nazionale avrebbe ricevuto la somma di 40 milioni di euro, mentre Le Pen ha riconosciuto di aver ricevuto 9 milioni di euro.[70]

Dalle comunicazioni intercettate e pubblicate da Anonymous è emerso che il capo del dipartimento degli Affari interni russo, Timur Prokopenko, ha intrattenuto rapporti con alcune personalità vicine ai vertici del Fronte Nazionale.[71] Prokopenko tramite i suoi contatti ha tentato, senza riuscirci, di assegnare a Marine Le Pen il ruolo di osservatrice indipendente durante il referendum del 16 marzo 2014 di annessione della Crimea, referendum ritenuto illegittimo da ONU, Unione europea ed altri principali osservatori internazionali.[68] Dopo il referendum il Fronte Nazionale ha sostenuto che gli stati europei avrebbero dovuto riconoscere l'annessione della Crimea alla Russia.[70]

Nuove componenti interne[modifica | modifica wikitesto]

Con l'arrivo alla presidenza di Marine Le Pen il movimento si è fatto più composito, con l'apertura a nuove componenti. Così è nata anche un'ala cattolica-conservatrice, guidata da Marion Maréchal-Le Pen, e una laico-progressista di Florian Philippot, ascoltato consigliere della presidente[72].

Organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Presidente[modifica | modifica wikitesto]

Presidente Ritratto Mandato Note
Jean-Marie Le Pen 5 ottobre 1972 – 16 gennaio 2011 Fino al 2015 presidente onorario.[73]
Marine Le Pen 16 gennaio 2011 – 25 aprile 2017 Figlia di Jean-Marie Le Pen.
Jean-François Jalkh
(ad interim)
25 aprile 2017 – 28 aprile 2017[74] Le Pen ha brevemente ceduto la leadership del partito durante la campagna presidenziale del 2017.
Steeve Briois
(ad interim)
28 aprile 2017 – 15 maggio 2017 [75][76]
Marine Le Pen 15 maggio 2017 – 5 novembre 2022
Jordan Bardella 5 novembre 2022 – in carica

Segretario generale[modifica | modifica wikitesto]

Segretario generale Ritratto Mandato
Alain Robert 1972–1973
Dominique Chaboche 1973–1974
Victor Barthélemy 1975–1978
Alain Renault 1978–1980
Pierre Gérard 1980–1981
Jean-Pierre Stirbois giugno 1981 – 5 novembre 1988
Carl Lang 1988–1995
Bruno Gollnisch 1995–2005
Louis Aliot 11 ottobre 2005 – 2 maggio 2010
Jean-François Jalkh 2 maggio 2010 – 16 gennaio 2011
Steeve Briois 16 gennaio 2011 – 30 marzo 2014
Nicolas Bay 30 novembre 2014 – 30 settembre 2017
Steeve Briois 30 settembre 2017 – 11 marzo 2018

Risultati elettorali[modifica | modifica wikitesto]

Elezioni presidenziali[modifica | modifica wikitesto]

Anno Candidato

supportato

1º Turno 2º Turno
Voti % Voti %
1974 Jean-Marie Le Pen 190 921 0,8 (7.º)
1981 Nessun candidato supportato
1988 Jean-Marie Le Pen 4 375 894 14,4 (4.º)
1995 Jean-Marie Le Pen 4 570 838 15,0 (4.º)
2002 Jean-Marie Le Pen 4 804 713 16,9 (2.º) 5 525 032 17,8 (2.º)
2007 Jean-Marie Le Pen 3 834 530 10,4 (4.º)
2012 Marine Le Pen 6 421 426 17,9 (3.º)
2017 Marine Le Pen 7 678 491 21,3 (2.º) 10 638 475 33,9 (2.º)
2022 Marine Le Pen 8 136 369 23,2 (2.º) 13 288 686 41,5 (2.º)

Elezioni legislative[modifica | modifica wikitesto]

Anno 1º Turno 2º Turno Seggi +/- Status
Voti % +/- Voti % +/-
1973 108 616 0,5 (12.º)
0 / 491
Extraparlamentare
1978 82 743 0,3 (10.º) Diminuzione0,2
0 / 491
Stabile Extraparlamentare
1981 90 422 0,4 (9.º) Aumento0,1
0 / 491
Stabile Extraparlamentare
1986 2 703 442 9,7 (5.º) Aumento9,3
35 / 573
Aumento35 Opposizione
1988 2 359 528 9,7 (5.º) Stabile 216 704 1,1 (8.º)
1 / 577
Diminuzione34 Opposizione
1993 3 152 543 12,6 (4.º) Aumento2,9 1 168 160 5,9 (4.º) Aumento4,8
0 / 577
Diminuzione1 Extraparlamentare
1997 3 800 785 14,9 (3.º) Aumento2,3 1 434 854 5,6 (4.º) Diminuzione0,3
1 / 577
Aumento1 Opposizione
2002 2 862 960 11,3 (3.º) Diminuzione3,6 393 205 1,9 (7.º) Diminuzione3,7
0 / 577
Diminuzione1 Extraparlamentare
2007 1 116 136 4,3 (4.º) Diminuzione7,0 17 107 0,1 (12.º) Diminuzione1,8
0 / 577
Stabile Extraparlamentare
2012 3 528 373 13,6 (3.º) Aumento9,3 842 684 3,7 (3.º) Aumento3,6
2 / 577
Aumento2 Opposizione
2017 2 990 454 13,2 (3.º) Diminuzione0,4 1 590 869 8,8 (3.º) Aumento5,1
8 / 577
Aumento6 Opposizione
2022 4 079 585 17,9 (1.º) Aumento4,7 3 369 346 16,2 (3.º) Aumento8,5
82 / 577
Aumento74 Opposizione

Elezioni europee[modifica | modifica wikitesto]

Anno Voti % +/- Seggi +/-
1979 Non ha partecipato
1984 2 210 334 11,0 (4.º)
10 / 81
1989 2 129 668 11,7 (3.º) Aumento0,7
10 / 81
Stabile
1994 2 050 086 10,5 (5.º) Diminuzione1,2
11 / 87
Aumento1
1999 1 005 225 5,7 (8.º) Diminuzione4,8
5 / 87
Diminuzione6
2004 1 684 947 9,8 (4.º) Aumento4,1
7 / 78
Aumento2
2009 1 091 691 6,3 (6.º) Diminuzione3,5
3 / 72
3 / 74
Diminuzione4

Stabile

2014 4 711 339 24,9 (1.º) Aumento18,6
24 / 74
Aumento21
2019 5 281 745 23,3 (1.º) Diminuzione1,6
23 / 74
Diminuzione1

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Fiamma tricolore.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Wolfram Nordsieck, France, su Parties and Elections in Europe, 2012. URL consultato il 7 giugno 2014.
  2. ^ a b Betz, p. 13.
  3. ^ https://www.theguardian.com/world/2016/jun/24/european-far-right-hails-britains-brexit-vote-marine-le-pen
  4. ^ a b https://www.independent.co.uk/news/world/europe/european-elections-2014-marine-le-pen-s-national-front-victory-france-based-anguish-rage-and-denial-9436394.html
  5. ^ https://www.france24.com/en/20140528-france-national-front-policy-eu
  6. ^ https://www.lefigaro.fr/vox/economie/2015/03/26/31007-20150326ARTFIG00180-chomage-comment-l-etat-decourage-le-travail.php
  7. ^ https://www.theguardian.com/world/2016/sep/18/nation-state-marine-le-pen-global-mood-france-brexit-trump-front-national
  8. ^ https://web.archive.org/web/20130807223243/http://www.frontnational.com/le-projet-de-marine-le-pen/autorite-de-letat/immigration/
  9. ^ https://www.liberation.fr/france/2014/04/21/depuis-2011-le-fn-est-devenu-protectionniste-au-sens-large_1001771
  10. ^ https://www.slate.fr/story/145341/front-national-croisee-des-chemins?amp
  11. ^ Victory for France's conservatives in local elections
  12. ^ E.U. Faces Its Next Big Test as France's Election Looms
  13. ^ paolo levi, L’estrema destra seduce la Francia Il Front national primo in sei regioni, su lastampa.it, 7 dicembre 2015. URL consultato il 4 agosto 2017.
  14. ^ Marine Le Pen, chi è la leader della destra che sfiderà Macron, su tg24.sky.it, 24 aprile 2017. URL consultato il 4 agosto 2017.
  15. ^ ALESSIO SGHERZA, Le Pen sconfitta ma per il Front National risultato storico: "Ora cambiare", anche il nome, su repubblica.it, 7 maggio 2017. URL consultato il 4 agosto 2017.
  16. ^ Francia, Marine Le Pen torna presidente del Fn, su repubblica.it, 15 maggio 2017. URL consultato il 4 agosto 2017.
  17. ^ European far right hails Brexit vote. The Guardian. Author - Angelique Chrisafis. Published 24 June 2016. Retrieved 25 May 2017.
  18. ^ Stacy Meichtry e Noemie Bisserbe, Le Pen Family Drama Splits France's Far Right National Front Party, in Wall Street Journal, 19 agosto 2015. URL consultato il 28 febbraio 2017.
  19. ^ Le Front national français dans l'espace des droites radicales européennes
  20. ^ Grégoire Kauffmann: "Le FN est en train d'intégrer le système"
  21. ^ https://www.lopinion.fr/politique/le-rassemblement-national-a-la-recherche-des-militants-perdus
  22. ^ Veronique Viriglio, Il Front National cambia nome per puntare più in alto, su Agi, 3 giugno 2018. URL consultato il 21 settembre 2022.
  23. ^ Francia, il Front National cambia identità e diventa Rassemblement National, in ilGiornale.it. URL consultato il 4 giugno 2018.
  24. ^ Francia, addio FN: partito Le Pen diventa Rassemblement national, in lapresse.it. URL consultato il 18 agosto 2018.
  25. ^ Shields, p. 229.
  26. ^ (FR) Vote pour la présidence du RN : Jordan Bardella, le « gendre idéal » qui « envoie des horreurs », in Le Monde, 5 novembre 2022.
  27. ^ Andrea Muratore, Storia e obiettivi del Rassemblement National, Gli Occhi della Guerra, 18 febbraio 2019
  28. ^ Front national, il congresso incorona la "terza" Le Pen alla vicepresidenza, su Secolo d'Italia, 29 novembre 2014. URL consultato il 21 settembre 2022.
  29. ^ Elezioni Francia: il ritorno di Sarkozy. Ma la Le Pen va a un ballottaggio su due, su Il Fatto Quotidiano, 23 marzo 2015. URL consultato il 21 settembre 2022.
  30. ^ Francia, trionfo dell'Ump di Sarkozy. Quasi 70 dipartimenti su 101, su la Repubblica, 29 marzo 2015. URL consultato il 21 settembre 2022.
  31. ^ Jean-Marie Le Pen sospeso dal Front National, su Agenzia ANSA, 4 maggio 2015. URL consultato il 21 settembre 2022.
  32. ^ Le Pen, la famiglia si spacca. Marine caccia il padre dal Fn, lui sbotta: "La ripudio", su rainews, 4 maggio 2015. URL consultato il 21 settembre 2022.
  33. ^ Francia, Jean-Marie Le Pen fa causa al Front National per l'espulsione, su RaiNews. URL consultato il 21 settembre 2022.
  34. ^ La rivincita di Jean-Marie Le Pen sulla figlia. Resterà presidente onorario del Fn, su Secolo d'Italia, 28 luglio 2015. URL consultato il 21 settembre 2022.
  35. ^ Francia, colpo di scena al FN: JM Le Pen torna presidente onorario, su AGV. URL consultato il 21 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  36. ^ Francia: giustizia annulla sospensione Le Pen dal Front National, su la Repubblica, 2 luglio 2015. URL consultato il 21 settembre 2022.
  37. ^ Le Pen, la “guerra” continua: stop del tribunale al voto contro Jean Marie, su Il Secolo XIX, 12 maggio 2019. URL consultato il 21 settembre 2022.
  38. ^ Jean Marie Le Pen: il Front National lo caccia (per la seconda volta), su Magazine Delle Donne. URL consultato il 21 settembre 2022.
  39. ^ Francia, il Front National espelle Jean-Marie Le Pen, su la Repubblica, 20 agosto 2015. URL consultato il 21 settembre 2022.
  40. ^ Marine e Marion: le Le Pen si prendono la Francia. E due quotidiani titolano "Le Choc", su Rainews, 7 dicembre 2015. URL consultato il 21 settembre 2022.
  41. ^ Résultats des élections régionales 2015 / Régionales / Les résultats / Elections - Ministère de l'Intérieur
  42. ^ Presidenziali Francia, Emmanuel Macron al ballottaggio con Marine Le Pen, in rainews. URL consultato il 24 aprile 2017.
  43. ^ Presidenziali Francia, sfida Macron-Le Pen al ballottaggio, su adnkronos.com, 23 aprile 2017. URL consultato il 24 aprile 2017.
  44. ^ Mossa a sorpresa della Le Pen: lascia la guida del Front National, su Il Giornale, 24 aprile 2017. URL consultato il 21 settembre 2022.
  45. ^ (FR) Rédaction en ligne (avec AFP), Nicolas Dupont-Aignan nommé Premier ministre en cas de victoire du FN, su La Libre.be, 29 aprile 2017. URL consultato il 21 settembre 2022.
  46. ^ Marion Maréchal-Le Pen, La lettera di Marion Le Pen. Ecco perché lascio la politica, su barbadillo.it, 11 maggio 2017. URL consultato il 22 settembre 2022.
  47. ^ Marine Le Pen di nuovo presidente Fn, su Ansa, 15 maggio 2017. URL consultato il 21 settembre 2022.
  48. ^ (FR) Législatives 2017: Qui sont les huit députés Front national
  49. ^ Florian Philippot, vicepresidente del Front National, ha lasciato il partito - Il Post, in Il Post, 21 settembre 2017. URL consultato il 21 settembre 2017.
  50. ^ Francia, Marine Le Pen rieletta presidente del Front National. Il padre Jean-Marie definitivamente fuori - Il Fatto Quotidiano, in Il Fatto Quotidiano, 11 marzo 2018. URL consultato l'11 marzo 2018.
  51. ^ Francia. Lo «strappo» di Marine Le Pen: FN diventa «Rassemblement National», su Avvenire, 12 marzo 2018. URL consultato il 21 settembre 2022.
  52. ^ Le Pen cede il testimone a Bardella, il 27enne di origini italiane eletto presidente tra le polemiche, su lastampa.it.
  53. ^ Abel Mestre e Caroline Monnot, Marine Le Pen: "Né fascisti né di sinistra, siamo il terzo polo", in La Repubblica, 29 marzo 2014. URL consultato il 14 giugno 2014.
  54. ^ Leonardo Martinelli, Francia, le idee della Le Pen: “Uscita dall’euro, protezionismo e spesa pubblica”, in Il Fatto Quotidiano, 29 novembre 2013. URL consultato il 14 luglio 2014.
  55. ^ Michele De Feudis, Barbadillo, in 21 novembre 2013, 14 luglio 2014.
  56. ^ a b c d (FR) Programme Politique du Front National (PDF). URL consultato il 14 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2014).
  57. ^ Marco Moussanet, Perché il programma economico di Marine Le Pen terrorizza i mercati, su Il Sole 24 Ore, 18 febbraio 2017. URL consultato il 21 settembre 2022.
  58. ^ News dell'ultima ora dall'Italia e dal mondo. Notizie, video, rubriche e approfondimenti su Sport, Cronaca, Economia, Politica, Salute e tanto altro
  59. ^ Agnès Catherine Poirier, Can Marine Le Pen Win in France?, in The Nation, 5 ottobre 2011. URL consultato il 14 giugno 2014.
  60. ^ Le Front national est devenu le premier parti de gauche, in Atlantico, 12 aprile 2011. URL consultato il 14 giugno 2014.
  61. ^ The political bazar, Agoravox, in 24 maggio 2012, 14 giugno 2014. URL consultato il fr.
  62. ^ Eugénie Bastié, Le Figaro, in 26 marzo 2014, 14 giugno 2014. URL consultato il fr.
  63. ^ (FR) Anti-étatiste en 1974, le Front National est étatiste en 2011, 13 giugno 2011. URL consultato il 14 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2014).
  64. ^ (FR) Marion Joseph, Le Figaro, 10 giugno 2014. URL consultato il 14 giugno 2014.
  65. ^ (FR) Stevno, Le Front National est-il de gauche ?, 24 maggio 2012. URL consultato il 14 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
  66. ^ Evelyne Pieiller, Le Monde Diplomatique, in ottobre 2013, 14 luglio 2014. URL consultato il fr.
  67. ^ (FR) Agathe Duparc, Karl Laske, Marine Turchi, Crimée et finances du FN: les textos secrets du Kremlin, 2 aprile 2014. URL consultato il 2 aprile 2015.
  68. ^ a b (FR) Financement du FN : des hackers russes dévoilent des échanges au Kremlin, in Le Monde.fr, 2 aprile 2015. URL consultato il 5 aprile 2015.
  69. ^ I finanziamenti russi al Fronte Nazionale, in Il Post.it, 27 novembre 2015. URL consultato il 5 aprile 2015.
  70. ^ a b Un’altra inchiesta su Russia e Front National, in Il Post.it, 5 aprile 2015. URL consultato il 5 aprile 2015.
  71. ^ (EN) Lucy Draper, Hackers Leak Messages 'Between Kremlin and France’s Front National', in Newsweek.com, 3 aprile 2015. URL consultato il 5 aprile 2015.
  72. ^ http://formiche.net/2015/12/13/florian-philippot-chi-e-e-cosa-pensa-il-consigliere-di-marine-le-pen/
  73. ^ Comunicato stampa Front National del 6 maggio 2014, su frontnational.com. URL consultato il 30 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
  74. ^ (FR) Marc de Boni, Jean-François Jalkh, un compagnon de route de Jean-Marie Le Pen aux manettes du FN, Le Figaro, 25 aprile 2017, ISSN 0182-5852 (WC · ACNP). URL consultato il 7 luglio 2023.
  75. ^ Ha assunto la presidenza ad interim dopo che Jalkh ha dovuto dimettersi a causa dei commenti sulla negazione dell'Olocausto.
  76. ^ (FR) Propos négationnistes: Jean-François Jalkh remplacé par Steeve Briois à la tête du FN. in Le Figaro, 28 aprile 2017. URL consultato il 7 luglio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN603156565742923500001 · LCCN (ENno2023044784 · GND (DE1167191226 · BNF (FRcb11993012f (data)