Disturbo da dismorfismo corporeo: differenze tra le versioni

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La '''dismorfofobia''' o '''disturbo da dismorfismo corporeo''' (dal [[lingua greca antica|greco antico]] ''dis – morphé'', forma distorta e φόβος, ''phobos'' = timore) è la [[fobia]] che nasce da una visione distorta che si ha del proprio aspetto esteriore, causata da un'eccessiva preoccupazione della propria immagine corporea.<ref>{{cita libro|Emanuel|Mian|Specchi. Viaggio all'interno dell'immagine corporea|2006|Phasar|p. 22}} ISBN 978-88-87911-79-4</ref> Nell'[[ICD-10]] la dismorfofobia è inclusa nei disturbi somatoformi (classificazione F4) ed è associata al disturbo ipocondriaco (F45.2).
Il '''disturbo da dismorfismo corporeo''' più comunemente conosciuto come '''dismofofobia''' (dal [[lingua greca antica|greco antico]] ''dis – morphé'', forma distorta e φόβος, ''phobos'' = timore) è un disturbo psichiatrico definito dal [[Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali|DSM-5]] come un'eccessiva preoccupazione per un difetto fisico non presente o solo leggermente osservabile dagli altri <ref name=":0">{{Cita libro|nome=Holly R.|cognome=Nicewicz|nome2=Jacqueline F.|cognome2=Boutrouille|titolo=StatPearls|url=http://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK555901/|accesso=2021-07-21|data=2021|editore=StatPearls Publishing}}</ref>. Ed è inserito nel capitolo dei disturbi ossessivo compulsivi.


Nell'[[ICD-10]] la dismorfofobia è inclusa nei disturbi somatoformi (classificazione F4) ed è associata al disturbo ipocondriaco (F45.2).
== Origine del nome ==
Il termine ''dismorfofobia'' e le relative patologie soggiacenti, sono state descritte per la prima volta dal medico e psichiatra italiano [[Enrico Morselli]] nella sua opera del 1891 ''"Sulla dismorfofobia e sulla [[tafofobia]]"''.<ref>Morselli E., ''Sulla dismorfofobia e sulla tafofobia, due forme non ancora descritte di Pazzia con idee fisse.'' Bollettino della Regia Accademia delle Scienze Mediche di Genova, 1891, VI: 110–119.</ref>


== Implicazioni ==
== Sintomi ==
Il sintomo principale del disturbo da dismorfismo corporeo è l'eccessiva preoccupazione per alcuni difetti fisici minimi o totalmente assente, che però vengono percepiti dal paziente e causano grave disagio. Le preoccupazioni si concentrano principalmente sulla pelle, sui capelli e sul naso, anche se qualsiasi parte del corpo può rappresentare il focus della preoccupazione.
In taluni soggetti, questa forma fobica, può causare uno [[stress (medicina)|stress]] emozionale e incapacità di tessere adeguate ed equilibrate relazioni sociali e sessuali, con conseguente isolamento sociale (v. [[Disturbo evitante di personalità]]) e distonie inerenti alla [[sessualità]].


Sintomi comportamentali del disturbo da dismorfismo corporeo sono reiterati comportamenti di controllo, come il continuo guardarsi allo specchio, l'uso di cosmetici o vestiti coprenti per nascondere il difetto percepito, oppure, nei casi di [[bigoressia]], l'eccessivo allenamento fisico. Questi sintomi comportamentali sono pervasivi e possono occupare dalle 3 alle 8 ore giornaliere <ref name=":0" />. Più in generale i sintomi del disturbo da dismorfismo corporeo sono gravi da generare un marcato deficit in diverse aree di funzionamento tra cui l'area sociale, scolastica e lavorativa.
L'individuo può sviluppare comportamenti [[Disturbo ossessivo-compulsivo|fobico–ossessivi]], talvolta dannosi per la propria salute poiché possono evolvere in [[anoressia nervosa]] e [[bulimia nervosa]]. La dismorfofobia si sviluppa con maggiore frequenza nei soggetti con basso livello di [[autostima]], in genere adolescenti, sia maschi che femmine.


Le preoccupazioni possono focalizzarsi sull'intero aspetto esteriore o solo su una parte delimitata del corpo. In genere, le parti maggiormente interessate sono: [[Mammella|seno]], [[capelli]], cosce e fianchi per le donne; [[torace]], [[addome]], [[naso]], [[pene]], [[testicoli]] e capelli, per gli uomini. Il paziente può arrivare a voler ricorrere compulsivamente a trattamenti di bellezza, ormonali o [[chirurgia estetica]], in quanto non tollera di avere nemmeno piccoli difetti e distorce la propria immagine vedendosi non adeguato.
Il paziente può arrivare a voler ricorrere compulsivamente a trattamenti di bellezza, ormonali o [[chirurgia estetica]], in quanto non tollera di avere nemmeno piccoli difetti e distorce la propria immagine vedendosi non adeguato


== Anamnesi ==
== Storia ==
Il termine ''dismorfofobia'' e le relative patologie soggiacenti, sono state descritte per la prima volta dal medico e psichiatra italiano [[Enrico Morselli]] nella sua opera del 1891 ''"Sulla dismorfofobia e sulla [[tafofobia]]"''.<ref>Morselli E., ''Sulla dismorfofobia e sulla tafofobia, due forme non ancora descritte di Pazzia con idee fisse.'' Bollettino della Regia Accademia delle Scienze Mediche di Genova, 1891, VI: 110–119.</ref> Anche Pierre Janet descrisse un caso di dismorfofobia definendola come l'ossessione della vergogna del corpo ''(“l’obsession de la honte du corps").'' Anche Freud nel caso conosciuto come [[L'uomo dei lupi|"L'uomo dei lupi"]] descrive il caso di un uomo ossessiona dal suo naso, che gli causava un significativo stress sociale. <ref>{{Cita pubblicazione|nome=Katlein|cognome=França|nome2=Maria Grazia|cognome2=Roccia|nome3=David|cognome3=Castillo|data=2017-10|titolo=Body dysmorphic disorder: history and curiosities|rivista=Wiener Medizinische Wochenschrift (1946)|volume=167|numero=Suppl 1|pp=5–7|accesso=2021-07-21|doi=10.1007/s10354-017-0544-8|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28220373/}}</ref>
L'indagine per la rilevazione di aspetti con valenza dismorfofobica può essere eseguita attraverso un'accurata e mirata [[Psicodiagnostica|diagnosi]] clinica o tramite esami strumentali che esplorano l'[[immagine idiografica]] del soggetto relativamente a questa disfunzione. <br />Le dismorfofobie riferite al peso corporeo possono essere esaminate utilizzando il parametro relativo all'[[Indice di massa corporea]] che consente una rapida valutazione della situazione ponderale del soggetto.<ref>Boccadoro L., Carulli S., (2008) ''Il posto dell'amore negato. Sessualità e psicopatologie segrete''. Edizioni Tecnoprint, Ancona. ISBN 978-88-95554-03-7</ref>


Il disturbo da dismorfismo corporeo è stato inserito per la prima volta nel DSM nel 1980 e descritto come un caso atipico di disturbo somatoforme. Nel 1987 è stato riclassificato come un disturbo somatoforme a se stante e nel 2013 è stato classificato all'interno dei disturbi ossessivo compulsivi.
== Terapia ==
La patologia necessita, a seconda della gravità, di una serie di consulenze psicologiche o di un intervento psicoterapico, ad esempio di tipo integrato, psicodinamico o [[Psicoterapia cognitivo-comportamentale|cognitivo-comportamentale]],<ref>{{cita libro| J. A. | Cotterili | Body dismorphic disorder| 1996| Dermatol Clinics | pp. 457-463}}</ref> dato che può indurre idee suicide, [[Disturbo ossessivo-compulsivo|disturbi ossessivo-compulsivi]], [[Disturbo borderline di personalità|disturbi borderline della personalità]], [[narcisismo]], [[fobia sociale]], problemi coniugali e relazionali.<br />
La [[terapia]] classica consiste in un periodo di alcuni mesi di [[psicoterapia]], ad esempio [[terapia familiare]] e/o [[psicoterapia cognitivo-comportamentale]], associata alla somministrazione di farmaci volti ad attenuare la componente ossessiva ed ansiosa che alimenta il disturbo, nonché ad aumentare il tono dell’umore. Questi coinvolgono essenzialmente gli antidepressivi, tra i più utilizzati allo scopo ci sono l'[[Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina|SSRI]] [[fluvoxamina]], gli [[Antidepressivo di seconda generazione|antidepressivi atipici]] come [[amisulpride]] per via dei suoi effetti ansiolitici ed antiossessivi, oppure disinibenti sociali come [[moclobemide]] per contrastare il ritiro sociale del paziente. Di norma, i pazienti rispondono alla terapia con una progressiva diminuzione della tensione e dello stress.


== Eziologia ed epidemiologia ==
La terapia della dismorfofobia va valutata in relazione alla personalità del soggetto e in base alla sua situazione familiare e sociale, per cui può essere utile una psicoterapia ad orientamento psicodinamico, sistemico o appartenente ad altri paradigmi. Analoghe considerazioni valgono per l'utilizzo degli psicofarmaci.
Le cause dello sviluppo del disturbo da dismorfismo corporeo sono biologiche, culturali e psicosociali <ref name=":1">{{Cita pubblicazione|nome=Jamie D.|cognome=Feusner|nome2=Fugen|cognome2=Neziroglu|nome3=Sabine|cognome3=Wilhelm|data=2010-07-01|titolo=What Causes BDD: Research Findings and a Proposed Model|rivista=Psychiatric Annals|volume=40|numero=7|pp=349–355|accesso=2021-07-21|doi=10.3928/00485713-20100701-08|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24347738/}}</ref>. La ricerca suggerisce che una storia di trascuratezza o di abuso emotivo, fisico, o sessuale durante l'infanzia siano collegate al disturbo da dismorfismo corporeo <ref>{{Cita pubblicazione|nome=Ulrike|cognome=Buhlmann|nome2=Luana M.|cognome2=Marques|nome3=Sabine|cognome3=Wilhelm|data=2012-01|titolo=Traumatic experiences in individuals with body dysmorphic disorder|rivista=The Journal of Nervous and Mental Disease|volume=200|numero=1|pp=95–98|accesso=2021-07-21|doi=10.1097/NMD.0b013e31823f6775|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22210370/}}</ref>. Inoltre il disturbo sembra avere una componente genetica che rende i soggetti maggiormente vulnerabili. Studi hanno infatti osservato che individui con un parente di primo grado con disturbo da dismorfismo corporeo hanno da tre a otto volte più alta la probabilità di sviluppare il disturbo, rispetto alla popolazione generale <ref name=":1" />


Il disturbo ha una prevalenza di circa il 2% nella popolazione generale, mentre nella popolazione con diagnosi psichiatrica sale attorno al 6% <ref>{{Cita pubblicazione|nome=Aoife Rajyaluxmi|cognome=Singh|nome2=David|cognome2=Veale|data=2019-1|titolo=Understanding and treating body dysmorphic disorder|rivista=Indian Journal of Psychiatry|volume=61|numero=Suppl 1|pp=S131–S135|accesso=2021-07-21|doi=10.4103/psychiatry.IndianJPsychiatry_528_18|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6343413/}}</ref>. E' inoltre maggiormente prevalente tra coloro che richiedono una [[chirurgia estetica]] (13%), specialmente una [[rinoplastica]] (20%). La prevalenza del disturbo è infine solo leggermente più alta nelle donne rispetto agli uomini.
Particolare attenzione deve essere posta nella comprensione del "valore del [[sintomo]]" che, talvolta, può rappresentare un vantaggio secondario o una forma di difesa estrema dalla disorganizzazione [[Psicosi|psicotica]]. In tal caso non deve essere oggetto di terapia la sola dismorfofobia ma, piuttosto, si tratta di operare scelte terapeutiche che consentano alla persona di acquisire un migliore equilibrio interiore.

== Diagnosi ==
Il disturbo da dismorfismo corporeo può essere difficile da identificare in quanto chi ne soffre spesso ha una scarsa consapevolezza della natura illusoria e quindi fittizia della sua dispercezione. Inoltre spesso il disturbo si accompagna ad emozioni come la vergogna o l'imbarazzo che rendono più difficile comunicare i sintomi di questo disturbo al proprio medico<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Aoife Rajyaluxmi|cognome=Singh|nome2=David|cognome2=Veale|data=2019-1|titolo=Understanding and treating body dysmorphic disorder|rivista=Indian Journal of Psychiatry|volume=61|numero=Suppl 1|pp=S131–S135|accesso=2021-07-21|doi=10.4103/psychiatry.IndianJPsychiatry_528_18|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6343413/}}</ref>.

Attualmente lo strumento più utilizzato per indagare la presenza di un disturbo da dismorfismo corporeo è il Yale-Brown Obsessive-Compulsive Scale. Un'intervista clinica semi-strutturata per misurare la presenza e la gravità dei sintomi dismofofobici <ref>{{Cita pubblicazione|nome=Sabine|cognome=Wilhelm|nome2=Jennifer L.|cognome2=Greenberg|nome3=Elizabeth|cognome3=Rosenfield|data=2016-6|titolo=The Body Dysmorphic Disorder Symptom Scale: Development and preliminary validation of a self-report scale of symptom specific dysfunction|rivista=Body image|volume=17|pp=82–87|accesso=2021-07-21|doi=10.1016/j.bodyim.2016.02.006|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4877234/}}</ref>. Altri strumenti auto-somministrati possono essere utilizzati in alternativa come il Body Dysmorphic Disorder Questionnaire.

== Terapia ==
Il trattamento del disturbo da dismorfismo corporeo include sia trattamenti psicologici che interventi farmacologici. Tra le psicoterapie efficaci e descritte in letteratura per la dismorfofobia sono spesso citate la [[Psicoterapia cognitivo-comportamentale|terapia cognitivo-comportamentale]] e la terapia metacognitiva<ref>{{cita libro| J. A. | Cotterili | Body dismorphic disorder| 1996| Dermatol Clinics | pp. 457-463}}</ref>. <ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jonathan C.|cognome=Ipser|nome2=Candice|cognome2=Sander|nome3=Dan J.|cognome3=Stein|data=2009-01-21|titolo=Pharmacotherapy and psychotherapy for body dysmorphic disorder|rivista=The Cochrane Database of Systematic Reviews|numero=1|pp=CD005332|accesso=2021-07-21|doi=10.1002/14651858.CD005332.pub2|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19160252/}}</ref> Anche terapie farmacologiche sono risultate efficaci nel trattamento della dismorfofobia, in particolare gli antidepressivi. Tra i più utilizzati nel trattamento della dismorfofofia troviamo gli antidepressivi [[Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina|SSRI]], in particolare la [[fluoxetina]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jonathan C|cognome=Ipser|nome2=Candice|cognome2=Sander|nome3=Dan J|cognome3=Stein|data=2009-01-21|titolo=Pharmacotherapy and psychotherapy for body dysmorphic disorder|rivista=The Cochrane Database of Systematic Reviews|volume=2009|numero=1|accesso=2021-07-21|doi=10.1002/14651858.CD005332.pub2|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7159283/}}</ref> e gli [[antidepressivi triciclici]] come la [[amisulpride|cloripramina]] <ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jonathan C.|cognome=Ipser|nome2=Candice|cognome2=Sander|nome3=Dan J.|cognome3=Stein|data=2009-01-21|titolo=Pharmacotherapy and psychotherapy for body dysmorphic disorder|rivista=The Cochrane Database of Systematic Reviews|numero=1|pp=CD005332|accesso=2021-07-21|doi=10.1002/14651858.CD005332.pub2|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19160252/}}</ref>. Ad oggi ancora non sono stati fatti studi randomizzati controllati che hanno messo a confronto la sola psicoterapia e il solo trattamento farmacologico <ref name=":0" />


==Prognosi==
==Forme più gravi==
Nonostante il disturbo da dismorfismo corporeo sia considerato un disturbo cronico gli studi suggeriscono che invece risponda bene a trattamenti evidence-based. Studi differenti hanno dimostrato un miglioramento della sintomatologia tra il 50% e l'80% dei pazienti trattati. Anche i tassi di ricaduta sono ridotti dopo un trattamento psicofarmacologico di lunga durata <ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jonathan C.|cognome=Ipser|nome2=Candice|cognome2=Sander|nome3=Dan J.|cognome3=Stein|data=2009-01-21|titolo=Pharmacotherapy and psychotherapy for body dysmorphic disorder|rivista=The Cochrane Database of Systematic Reviews|numero=1|pp=CD005332|accesso=2021-07-21|doi=10.1002/14651858.CD005332.pub2|url=https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19160252/}}</ref>.
Forme gravi di dismorfofobia, con sintomi [[psicosi|psicotici]], possono sfociare in, o rappresentare sintomi di [[schizofrenia]], di [[disturbo delirante]] o [[disturbo dissociativo]] o il [[disturbo dell'identità dell'integrità corporea]] o ''dismorfia corporale'', associato spesso all'[[apotemnofilia]] ([[parafilia]] - ossia attrazione sessuale - per le auto-amputazioni), in cui il soggetto odia patologicamente la parte di sé che ritiene imperfetta ed estranea, arrivando a nascondere o perfino a mutilarsi gli arti o le parti corporee che detesta, pur di avere l'aspetto in cui si riconosce, ad esempio quello di un disabile amputato.


== Nelle opere di fantasia ==
== Nelle opere di fantasia ==


Ne soffre anche il protagonista di ''Quando ero un'opera d'arte ''di [[Éric-Emmanuel Schmitt]]. Anche il protagonista del romanzo di [[Luigi Pirandello]] ''[[Uno, nessuno e centomila]]'', pare soffrire di una dismorfofobia riguardante il proprio naso. Tuttavia non solo nella letteratura questo disturbo è stato trattato, ma anche nei fumetti e nei cartoni animati, in particolare nella serie animata di "[[Batman - Cavaliere della notte|Batman - Cavaliere della Notte]]" (in org. "The New Batman Adventures"), l'episodio 9 delle 1ª stagione, "Giorno dopo Giorno" (in org. "Mean Seasons"), introdusse il nuovo personaggio di "Calendar Girl"(la Ragazza-Calendario), una nuova criminale della città di Gotham ed ex-modella di nome Page Monroe, che cerca di "vendicarsi" degli ex-industriali della moda, che a suo parere, le hanno rovinato la carriera negandole le opportunità di lavorare nel mondo della moda, considerandola troppo vecchia, nonostante lei si fosse sottoposta a diversi interventi chirurgici e diete aggressive per mantenere la sua bellezza, cosa che però apparentemente la sfigurò costringendola ad nascondere il viso dietro una maschera. A fine dell'episodio però si scopre che in realtà, Monroe sotto la maschera è ancora bellissima ma, a causa dello stress causatole dalla sua carriera di modella e dalla fine di questa, Monroe ha appunto sviluppato il disturbo da dismorfismo corporeo, rendendola incapace di apprezzarsi e vendendo solo bruttezza in lei, a tal punto da gridare di orrore quando le tolgono la maschera e chiudere gli occhi per non guardare il suo riflesso nello specchio. Tale scelta non fu causale per i produttori della serie, in quanto originalmente i produttori avevano intenzione di girare un episodio sull'"[[Uomo Calendario]]" (org. Calendar Man), un nemico storico nei fumetti di Batman, ma decisero alla fine di cambiare il personaggio, anche per sensibilizzare l'opinione pubblica sul disturbo e sui pregiudizi ed ossessione di Hollywood alla ricerca continua di modelle e attrici giovani, senza considerare gli effetti anche delle percezioni pubbliche di queste, che all'epoca del cartone animato erano diventato argomento di discussione negli Stati Uniti.
Del disturbo da dismorfismo corporeo ne soffre anche il protagonista di ''Quando ero un'opera d'arte ''di [[Éric-Emmanuel Schmitt]]. Anche il protagonista del romanzo di [[Luigi Pirandello]] ''[[Uno, nessuno e centomila]]'', pare soffrire di una dismorfofobia riguardante il proprio naso. Tuttavia non solo nella letteratura questo disturbo è stato trattato, ma anche nei fumetti e nei cartoni animati, in particolare nella serie animata di "[[Batman - Cavaliere della notte|Batman - Cavaliere della Notte]]" (in org. "The New Batman Adventures"), l'episodio 9 delle 1ª stagione, "Giorno dopo Giorno" (in org. "Mean Seasons"), introdusse il nuovo personaggio di "Calendar Girl"(la Ragazza-Calendario), una nuova criminale della città di Gotham ed ex-modella di nome Page Monroe, che cerca di "vendicarsi" degli ex-industriali della moda, che a suo parere, le hanno rovinato la carriera negandole le opportunità di lavorare nel mondo della moda, considerandola troppo vecchia, nonostante lei si fosse sottoposta a diversi interventi chirurgici e diete aggressive per mantenere la sua bellezza, cosa che però apparentemente la sfigurò costringendola ad nascondere il viso dietro una maschera. A fine dell'episodio però si scopre che in realtà, Monroe sotto la maschera è ancora bellissima ma, a causa dello stress causatole dalla sua carriera di modella e dalla fine di questa, Monroe ha appunto sviluppato il disturbo da dismorfismo corporeo, rendendola incapace di apprezzarsi e vendendo solo bruttezza in lei, a tal punto da gridare di orrore quando le tolgono la maschera e chiudere gli occhi per non guardare il suo riflesso nello specchio. Tale scelta non fu causale per i produttori della serie, in quanto originalmente i produttori avevano intenzione di girare un episodio sull'"[[Uomo Calendario]]" (org. Calendar Man), un nemico storico nei fumetti di Batman, ma decisero alla fine di cambiare il personaggio, anche per sensibilizzare l'opinione pubblica sul disturbo e sui pregiudizi ed ossessione di Hollywood alla ricerca continua di modelle e attrici giovani, senza considerare gli effetti anche delle percezioni pubbliche di queste, che all'epoca del cartone animato erano diventato argomento di discussione negli Stati Uniti.


== Note ==
== Note ==
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[[Categoria:Disturbi psichici]]
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Versione delle 02:04, 22 lug 2021

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Disturbo da dismorfismo corporeo
Specialitàpsichiatria, psicomotricità e psicologia clinica
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM300.7
ICD-10F45.2
MeSHD057215
eMedicine291182

Il disturbo da dismorfismo corporeo più comunemente conosciuto come dismofofobia (dal greco antico dis – morphé, forma distorta e φόβος, phobos = timore) è un disturbo psichiatrico definito dal DSM-5 come un'eccessiva preoccupazione per un difetto fisico non presente o solo leggermente osservabile dagli altri [1]. Ed è inserito nel capitolo dei disturbi ossessivo compulsivi.

Nell'ICD-10 la dismorfofobia è inclusa nei disturbi somatoformi (classificazione F4) ed è associata al disturbo ipocondriaco (F45.2).

Sintomi

Il sintomo principale del disturbo da dismorfismo corporeo è l'eccessiva preoccupazione per alcuni difetti fisici minimi o totalmente assente, che però vengono percepiti dal paziente e causano grave disagio. Le preoccupazioni si concentrano principalmente sulla pelle, sui capelli e sul naso, anche se qualsiasi parte del corpo può rappresentare il focus della preoccupazione.

Sintomi comportamentali del disturbo da dismorfismo corporeo sono reiterati comportamenti di controllo, come il continuo guardarsi allo specchio, l'uso di cosmetici o vestiti coprenti per nascondere il difetto percepito, oppure, nei casi di bigoressia, l'eccessivo allenamento fisico. Questi sintomi comportamentali sono pervasivi e possono occupare dalle 3 alle 8 ore giornaliere [1]. Più in generale i sintomi del disturbo da dismorfismo corporeo sono gravi da generare un marcato deficit in diverse aree di funzionamento tra cui l'area sociale, scolastica e lavorativa.

Il paziente può arrivare a voler ricorrere compulsivamente a trattamenti di bellezza, ormonali o chirurgia estetica, in quanto non tollera di avere nemmeno piccoli difetti e distorce la propria immagine vedendosi non adeguato

Storia

Il termine dismorfofobia e le relative patologie soggiacenti, sono state descritte per la prima volta dal medico e psichiatra italiano Enrico Morselli nella sua opera del 1891 "Sulla dismorfofobia e sulla tafofobia".[2] Anche Pierre Janet descrisse un caso di dismorfofobia definendola come l'ossessione della vergogna del corpo (“l’obsession de la honte du corps"). Anche Freud nel caso conosciuto come "L'uomo dei lupi" descrive il caso di un uomo ossessiona dal suo naso, che gli causava un significativo stress sociale. [3]

Il disturbo da dismorfismo corporeo è stato inserito per la prima volta nel DSM nel 1980 e descritto come un caso atipico di disturbo somatoforme. Nel 1987 è stato riclassificato come un disturbo somatoforme a se stante e nel 2013 è stato classificato all'interno dei disturbi ossessivo compulsivi.

Eziologia ed epidemiologia

Le cause dello sviluppo del disturbo da dismorfismo corporeo sono biologiche, culturali e psicosociali [4]. La ricerca suggerisce che una storia di trascuratezza o di abuso emotivo, fisico, o sessuale durante l'infanzia siano collegate al disturbo da dismorfismo corporeo [5]. Inoltre il disturbo sembra avere una componente genetica che rende i soggetti maggiormente vulnerabili. Studi hanno infatti osservato che individui con un parente di primo grado con disturbo da dismorfismo corporeo hanno da tre a otto volte più alta la probabilità di sviluppare il disturbo, rispetto alla popolazione generale [4]

Il disturbo ha una prevalenza di circa il 2% nella popolazione generale, mentre nella popolazione con diagnosi psichiatrica sale attorno al 6% [6]. E' inoltre maggiormente prevalente tra coloro che richiedono una chirurgia estetica (13%), specialmente una rinoplastica (20%). La prevalenza del disturbo è infine solo leggermente più alta nelle donne rispetto agli uomini.

Diagnosi

Il disturbo da dismorfismo corporeo può essere difficile da identificare in quanto chi ne soffre spesso ha una scarsa consapevolezza della natura illusoria e quindi fittizia della sua dispercezione. Inoltre spesso il disturbo si accompagna ad emozioni come la vergogna o l'imbarazzo che rendono più difficile comunicare i sintomi di questo disturbo al proprio medico[7].

Attualmente lo strumento più utilizzato per indagare la presenza di un disturbo da dismorfismo corporeo è il Yale-Brown Obsessive-Compulsive Scale. Un'intervista clinica semi-strutturata per misurare la presenza e la gravità dei sintomi dismofofobici [8]. Altri strumenti auto-somministrati possono essere utilizzati in alternativa come il Body Dysmorphic Disorder Questionnaire.

Terapia

Il trattamento del disturbo da dismorfismo corporeo include sia trattamenti psicologici che interventi farmacologici. Tra le psicoterapie efficaci e descritte in letteratura per la dismorfofobia sono spesso citate la terapia cognitivo-comportamentale e la terapia metacognitiva[9]. [10] Anche terapie farmacologiche sono risultate efficaci nel trattamento della dismorfofobia, in particolare gli antidepressivi. Tra i più utilizzati nel trattamento della dismorfofofia troviamo gli antidepressivi SSRI, in particolare la fluoxetina[11] e gli antidepressivi triciclici come la cloripramina [12]. Ad oggi ancora non sono stati fatti studi randomizzati controllati che hanno messo a confronto la sola psicoterapia e il solo trattamento farmacologico [1]

Prognosi

Nonostante il disturbo da dismorfismo corporeo sia considerato un disturbo cronico gli studi suggeriscono che invece risponda bene a trattamenti evidence-based. Studi differenti hanno dimostrato un miglioramento della sintomatologia tra il 50% e l'80% dei pazienti trattati. Anche i tassi di ricaduta sono ridotti dopo un trattamento psicofarmacologico di lunga durata [13].

Nelle opere di fantasia

Del disturbo da dismorfismo corporeo ne soffre anche il protagonista di Quando ero un'opera d'arte di Éric-Emmanuel Schmitt. Anche il protagonista del romanzo di Luigi Pirandello Uno, nessuno e centomila, pare soffrire di una dismorfofobia riguardante il proprio naso. Tuttavia non solo nella letteratura questo disturbo è stato trattato, ma anche nei fumetti e nei cartoni animati, in particolare nella serie animata di "Batman - Cavaliere della Notte" (in org. "The New Batman Adventures"), l'episodio 9 delle 1ª stagione, "Giorno dopo Giorno" (in org. "Mean Seasons"), introdusse il nuovo personaggio di "Calendar Girl"(la Ragazza-Calendario), una nuova criminale della città di Gotham ed ex-modella di nome Page Monroe, che cerca di "vendicarsi" degli ex-industriali della moda, che a suo parere, le hanno rovinato la carriera negandole le opportunità di lavorare nel mondo della moda, considerandola troppo vecchia, nonostante lei si fosse sottoposta a diversi interventi chirurgici e diete aggressive per mantenere la sua bellezza, cosa che però apparentemente la sfigurò costringendola ad nascondere il viso dietro una maschera. A fine dell'episodio però si scopre che in realtà, Monroe sotto la maschera è ancora bellissima ma, a causa dello stress causatole dalla sua carriera di modella e dalla fine di questa, Monroe ha appunto sviluppato il disturbo da dismorfismo corporeo, rendendola incapace di apprezzarsi e vendendo solo bruttezza in lei, a tal punto da gridare di orrore quando le tolgono la maschera e chiudere gli occhi per non guardare il suo riflesso nello specchio. Tale scelta non fu causale per i produttori della serie, in quanto originalmente i produttori avevano intenzione di girare un episodio sull'"Uomo Calendario" (org. Calendar Man), un nemico storico nei fumetti di Batman, ma decisero alla fine di cambiare il personaggio, anche per sensibilizzare l'opinione pubblica sul disturbo e sui pregiudizi ed ossessione di Hollywood alla ricerca continua di modelle e attrici giovani, senza considerare gli effetti anche delle percezioni pubbliche di queste, che all'epoca del cartone animato erano diventato argomento di discussione negli Stati Uniti.

Note

  1. ^ a b c Holly R. Nicewicz e Jacqueline F. Boutrouille, StatPearls, StatPearls Publishing, 2021. URL consultato il 21 luglio 2021.
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