NGC 2071

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
NGC 2071
Nebulosa a riflessione
NGC 2071, in alto, con M78 in basso
Scoperta
ScopritoreWilliam Herschel
Data1785
Dati osservativi
(epoca J2000.0)
CostellazioneOrione
Ascensione retta05h 47m 07.2s
Declinazione+00° 17′ 39″
Distanza1470 a.l.
(451 pc)
Dimensione apparente (V)7' × 5'
Caratteristiche fisiche
TipoNebulosa a riflessione
Galassia di appartenenzaVia Lattea
Dimensioni4 a.l.
(1 pc)
Altre designazioni
LBN 938
Mappa di localizzazione
NGC 2071
Categoria di nebulose a riflessione

Coordinate: Carta celeste 05h 47m 07.2s, +00° 17′ 39″

NGC 2071 è una nebulosa diffusa visibile nella costellazione di Orione; fa parte del grande complesso di nubi di Orione.

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

Si individua con un telescopio semiprofessionale o nelle foto a lunga posa poco a nord della ben nota M78; si trova sul bordo interno del grande anello di gas noto come Anello di Barnard. Il periodo di massima osservabilità nel cielo serale ricade nei mesi tardo-autunnali e invernali boreali (o estivi australi); grazie alla sua posizione a cavallo dell'equatore celeste può essere osservata senza difficoltà da tutte le regioni popolate della Terra.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una brillante nebulosa a riflessione distante circa 390 pc e immersa nel complesso nebuloso di Orion B, di cui costituisce la parte più protesa verso nordest, che fa a sua volta parte del Complesso nebuloso molecolare di Orione; possiede al suo interno una grande popolazione di stelle T Tauri[1] e una piccola nube di idrogeno ionizzato individuata alla banda delle onde radio e catalogata come NGC 2071-OH, al cui interno è presente una stella massiccia ancora avvolta nel suo bozzolo originario.[2] Nella nube è noto anche un getto bipolare altamente collimato e ben osservabile nella banda del CO; alcuni studi condotti nella linea dell'NH3 hanno mostrato la presenza nella zona centrale da cui si originano i getti di una nube di ammoniaca a forma di disco, che ruoterebbe attorno a un asse coincidente con la direzione del getto bipolare.[3] Alla banda del lontano infrarosso è stata individuata una sorgente vagamente sferica sovrapposta a questa struttura, con un diametro apparente di circa 12", pari a 4700 UA nella banda dei 50 μm, mentre a 100 μm la sorgente raggiunge i 16" (6200 UA).[4]

L'ammasso principale della nube, al cui interno si trova il getto descritto, è invece catalogato come NGC 7021IR: si trova in un settore periferico di NGC 2071, possiede un diametro di circa 30" ed è formato da otto sorgenti infrarosse distinte[5] con una luminosità totale di 520 L, il che suggerisce che sono in atto fenomeni di formazione stellare di media massa.[4] Le prime controparti ottiche scoperte di queste sorgenti infrarosse corrispondono a IRS 1 e IRS 3, che appaiono separate fra loro da 6"; la prima domina l'ammasso nella banda del vicino infrarosso, mentre la seconda è maggiormente visibile a lunghezze d'onda superiori.[6]

Nei pressi della nebulosa, in direzione nordovest, è noto fin dagli anni settanta un maser a OH consistente di due componenti aventi una velocità radiale relativamente simile fra loro; questo, assieme alla presenza di un maser ad acqua scoperto sempre in quegli anni, rafforza l'ipotesi secondo cui questa parte del complesso nebuloso sia stata anche la sede di fenomeni di formazione stellare recenti.[7] Associato al maser ad acqua è stato scoperto sul finire degli anni novanta un oggetto HH, catalogato come HH 437.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Herbig, G. H.; Kuhi, L. V., Emission-Line Stars in the Region of NGC 2068, in Astrophysical Journal, vol. 137, febbraio 1963, p. 398, DOI:10.1086/147519. URL consultato il 6 luglio 2009.
  2. ^ Gilmore, W., Radio Continuum Interferometry of Dark Clouds - Part Two - a Study of the Physical Properties of Local Newly Formed HII Regions, in Astronomical Journal, vol. 85, luglio 1980, p. 812, DOI:10.1086/112756. URL consultato l'8 luglio 2009.
  3. ^ Moriarty-Schieven, G. H.; Hughes, V. A.; Snell, R. L., CO J = 2-1 observations of the NGC 2071 molecular outflow - A wind-driven shell, in Astrophysical Journal, vol. 347, dicembre 1989, pp. 358-364, DOI:10.1086/168124. URL consultato l'8 luglio 2009.
  4. ^ a b Butner, Harold M.; Evans, Neal J., II; Harvey, Paul M.; Mundy, Lee G.; Natta, Antonella; Randich, Maria Sofia, High-resolution, far-infrared observations of NGC 2071, in Astrophysical Journal, vol. 364, novembre 1990, pp. 164-172, DOI:10.1086/169398. URL consultato l'8 luglio 2009.
  5. ^ Walther, D. M.; Robson, E. I.; Aspin, C.; Dent, W. R. F., JHKL Imaging and K Polarimetry of the Bipolar Outflow NGC 2071, in Astrophysical Journal, vol. 418, novembre 1993, p. 310, DOI:10.1086/173392. URL consultato l'8 luglio 2009.
  6. ^ Snell, R. L.; Bally, J., Compact radio sources associated with molecular outflows, in Astrophysical Journal, vol. 303, aprile 2986, pp. 683-701, DOI:10.1086/164117. URL consultato l'8 luglio 2009.
  7. ^ Campbell, P. D., An H2O maser source near NGC 2071, in Astronomical Society of the Pacific, Publications, vol. 90, giugno 1978, pp. 262, 263, DOI:10.1086/130322. URL consultato l'8 luglio 2009.
  8. ^ Zhao, Bing; Wang, Min; Yang, Ji; Wang, Hongchi; Deng, Licai; Yan, Jun; Chen, Jiansheng, Newly Discovered Herbig-Haro Objects in the NGC 2068 and NGC 2071 Regions, in The Astronomical Journal, vol. 118, n. 3, settembre 1999, pp. 1347-1353, DOI:10.1086/301002. URL consultato il 9 luglio 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Catalogo NGC/IC online, su ngcicproject.org. URL consultato il 7 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2009).
  • Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0, William-Bell inc. ISBN 0-943396-14-X

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Oggetti del profondo cielo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di oggetti non stellari