Indapamide

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Indapamide
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC16H16ClN3O3S
Massa molecolare (u)365.835 g/mol
Numero CAS26807-65-8
Numero EINECS248-012-7
Codice ATCC03BA11
PubChem3702
DrugBankDB00808
SMILES
CC1CC2=CC=CC=C2N1NC(=O)C3=CC(=C(C=C3)Cl)S(=O)(=O)N
Dati farmacologici
Categoria farmacoterapeuticadiuretici
Modalità di
somministrazione
orale
Dati farmacocinetici
Emivita14 - 18 ore
Indicazioni di sicurezza
Frasi H---
Consigli P---[1]

L’indapamide è una molecola dotata di attività diuretica, che fa parte della famiglia dei sulfonamidi. La sua molecola contiene sia una porzione polare sulfamide clorobenzamide sia una porzione liposolubile metilindolina. Viene considerata appartenente alla classe delle sostanze tiazidi-simili, essendo un benzamide-sulfonamide-indolo, ma mancando dell'anello tiazidico. In clinica viene utilizzata come diuretico e come farmaco contro l'ipertensione.

Farmacocinetica[modifica | modifica wikitesto]

A seguito di somministrazione per via orale l'indapamide è rapidamente e quasi completamente assorbita dal tratto gastrointestinale; il composto si distribuisce nei vari fluidi corporei e tessuti biologici. La concentrazione plasmatica massima Cmax è raggiunta dopo circa due ore dall'assunzione.

La percentuale di legame alle proteine plasmatiche è variabile tra il 71 e il 79%.

L'emivita farmacologica è di circa 16 ore. Studi sperimentali eseguiti sugli animali (in particolare nel topo e nel ratto) hanno messo in evidenza valori di DL50 superiori a 3 g/Kg peso corporeo, quando somministrato per via orale.

Oltre il 70% della molecola viene escreto grazie all'emuntorio renale e una percentuale inferiore (circa il 23%) attraverso il tratto gastrointestinale, probabilmente tramite il circolo biliare.

Farmacodinamica[modifica | modifica wikitesto]

Il meccanismo d'azione del farmaco non è stato ancora completamente chiarito. Certamente l'indapamide svolge la sua attività farmacologica causando una riduzione del volume plasmatico per aumento dell'escrezione di sodio, cloro e acqua, interferendo ed inibendo il riassorbimento del sodio a livello dell'epitelio del tubulo renale distale. Inoltre il composto attraverso un'azione diretta sulla muscolatura vasale riduce le resistenze periferiche, forse per mezzo di una riduzione degli scambi ionici attraverso la membrana delle cellule muscolari vasali o forse stimolando la sintesi delle prostaglandine PGE2 e della prostaciclina PGI2, aventi azione vasodilatatrice e anti-aggregante piastrinica.

  • Corticosteroidi, corticotropina, amfotericina B, altri diuretici: il trattamento di associazione con indapamide può comportare una grave deplezione di potassio.
  • Beta-bloccanti, ACE-inibitori, metildopa, clonidina, agenti bloccanti adrenergici: la co-somministrazione con indapamide ne potenzia l'azione ipotensiva.

Usi clinici[modifica | modifica wikitesto]

Il farmaco trova indicazione nel trattamento dell'edema associato all'insufficienza cardiaca, alla cirrosi epatica, all'alterata funzionalità renale, nonché alla terapia con corticosteroidi o estrogeni. Tuttavia il principale campo di applicazione resta il trattamento dell'ipertensione arteriosa essenziale.

L'indapamide è controindicata nei soggetti con ipersensibilità individuale nota al principio attivo, alle sulfonamidi o molecole chimicamente correlate, oppure ad uno qualsiasi degli eccipienti contenuti nella formulazione farmaceutica. È inoltre controindicata nei pazienti affetti da insufficienza renale grave (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min), da insufficienza epatica grave o che presentino encefalopatia epatica, da ipocaliemia, da feocromocitoma o sindrome di Conn, e in coloro che hanno una storia anamnestica di accidenti vascolari cerebrali recenti.

Effetti collaterali e indesiderati[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso del trattamento si possono verificare disturbi gastrointestinali (dispepsia, perdita di appetito, sensazione di bocca secca, nausea, vomito, dolore addominale, diarrea) e neurologico (cefalea, vertigini, affaticamento, insonnia, irrequietezza, ansia e agitazione).

Comuni anche i disturbi cardiovascolari (ipotensione, sincope,[2] palpitazioni, cardiopalmo, alterazioni elettrocardiografiche,[3] prolungamento dell'intervallo QT,[4][5][6] aritmie)[7][8] endocrini e di tipo metabolico (iperparatiroidismo,[9] iperglicemia talvolta associata a glicosuria, ipercalcemia, iponatremia,[10][11][12][13][14] ipokaliemia[15][16][17] con talora crampi muscolari e iperuricemia che può precipitare in crisi di gotta).[18][19]

Sono naturalmente possibili disturbi da ipersensibilità e di tipo cutaneo quali prurito, rash cutaneo, orticaria, dermatite allergica, eczema, eruzioni cutanee,[20] lesioni pigmentate,[21] pemfigo foliaceo,[22][23] necrolisi epidermica tossica,[24][25] sindrome di Stevens-Johnson.[26][27][28] Altri disturbi avversi segnalati sono: alterazioni della visione e miopia,[29][30][31] riduzione della libido, disfunzione erettile, febbre, rinorrea, neutropenia[32] e trombocitopenia.[33]

Poiché il suo utilizzo può determinare ipokaliemia, la concomitante somministrazione di farmaci che prolungano l'intervallo QT mediante l'inibizione dei canali del potassio dovrebbe essere evitata per il rischio di aritmie cardiache maligne. Inoltre, nei pazienti con nota iperuricemia, i livelli di acido urico devono essere controllati.

Gravidanza e allattamento[modifica | modifica wikitesto]

Ad oggi gli studi eseguiti sugli animali non hanno messo in evidenza effetti teratogeni. Tuttavia a scopo precauzionale l'utilizzo di indapamide viene sconsigliato nelle donne in stato di gravidanza e in quelle che allattano al seno.

La Food and Drug Administration ha inserito l'indapamide in classe B per l'uso in gravidanza (questa classe comprende i farmaci i cui studi riproduttivi sugli animali non hanno mostrato un rischio per il feto e per i quali non esistono studi controllati sull'uomo e farmaci i cui studi sugli animali hanno mostrato un effetto dannoso, oltre a un decremento della fertilità, che non è stato confermato con studi controllati in donne nel primo trimestre di gravidanza e per i quali non c'è evidenza di danno nelle fasi avanzate della gravidanza).[34]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sigma Aldrich; rev. del 05.10.2012
  2. ^ CP. Wang, GB. Guo, Indapamide induced syncope in a patient with long QT syndrome., in Pacing Clin Electrophysiol, vol. 25, n. 9, Set 2002, pp. 1397-9, PMID 12380780.
  3. ^ C. Cosma, C. Pauly-Laubry; J. Py, [Electrocardiographic disturbances induced by the simultaneous administration of indapamide and disopyramide]., in Nouv Presse Med, vol. 7, n. 38, Nov 1978, p. 3455, PMID 740527.
  4. ^ NS. Mok, CK. Tong; HC. Yuen, Concomitant-acquired Long QT and Brugada syndromes associated with indapamide-induced hypokalemia and hyponatremia., in Pacing Clin Electrophysiol, vol. 31, n. 6, Giu 2008, pp. 772-5, DOI:10.1111/j.1540-8159.2008.01085.x, PMID 18507554.
  5. ^ KP. Letsas, IP. Alexanian; LK. Pappas; SP. Kounas; M. Efremidis; A. Sideris; F. Kardaras, QT interval prolongation and torsade de pointes associated with indapamide., in Int J Cardiol, vol. 112, n. 3, Ott 2006, pp. 373-4, DOI:10.1016/j.ijcard.2005.07.055, PMID 16260053.
  6. ^ A. Perciaccante, A. Fiorentini, QT interval prolongation and torsade de pointes associated with indapamide. Comments to Letsas et al., in Int J Cardiol, vol. 122, n. 3, Nov 2007, pp. 255; author reply 256-7, DOI:10.1016/j.ijcard.2006.11.245, PMID 17368589.
  7. ^ F. Guzzini, R. Baroffio; D. Coppetti; P. Gasparini, [Severe ventricular arrhythmia secondary to indapamide-induced hypopotassemia]., in Clin Ter, vol. 135, n. 4, Nov 1990, pp. 283-7, PMID 1705875.
  8. ^ N. Ohashi, S. Minemura; A. Togawa; K. Ohyama, A case of hypokalemia-induced fatal arrhythmia caused by indapamide in an anorexic elderly patient., in Clin Exp Nephrol, vol. 15, n. 5, Ott 2011, pp. 761-4, DOI:10.1007/s10157-011-0474-5, PMID 21671161.
  9. ^ M. Debono, R. Banerjee, Indapamide-induced hyperparathyroidism: a case report., in Eur J Clin Pharmacol, vol. 63, n. 8, Ago 2007, pp. 809-11, DOI:10.1007/s00228-007-0316-2, PMID 17549466.
  10. ^ SJ. Read, HM. Trenerry; GF. Whiting, Hyponatraemia and raised creatine kinase level associated with indapamide., in Med J Aust, vol. 161, n. 10, Nov 1994, pp. 607-8, PMID 7968730.
  11. ^ MD. Chapman, R. Hanrahan; J. McEwen; JE. Marley, Hyponatraemia and hypokalaemia due to indapamide., in Med J Aust, vol. 176, n. 5, Mar 2002, pp. 219-21, PMID 11999238.
  12. ^ KM. Chow, CC. Szeto; TY. Wong; CB. Leung; PK. Li, Risk factors for thiazide-induced hyponatraemia., in QJM, vol. 96, n. 12, Dic 2003, pp. 911-7, PMID 14631057.
  13. ^ TY. Yong, JE. Huang; SY. Lau; JY. Li, Severe hyponatremia and other electrolyte disturbances associated with indapamide., in Curr Drug Saf, vol. 6, n. 3, Lug 2011, pp. 134-7, PMID 22122387.
  14. ^ M. Al Qahtani, A. Alshahrani; A. Alskaini; N. Abukhalid; N. Al Johani; M. Al Ammari; L. Al Swaidan; S. Binsalih; A. Al Sayyari; A. Theaby, Prevalence of hyponatremia among patients who used indapamide and hydrochlorothiazide: a single center retrospective study., in Saudi J Kidney Dis Transpl, vol. 24, n. 2, Mar 2013, pp. 281-5, PMID 23538350.
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  16. ^ LG. Howes, Hyponatraemia and hypokalaemia caused by indapamide., in Med J Aust, vol. 177, n. 1, Lug 2002, pp. 53-4; author reply 54, PMID 12088485.
  17. ^ Hypokalaemia and hyponatraemia due to indapamide., in Prescrire Int, vol. 11, n. 62, Dic 2002, p. 183, PMID 12472097.
  18. ^ G. Leonetti, A. Rappelli; A. Salvetti; L. Scapellato, Long-term effects of indapamide: final results of a two-year Italian multicenter study in systemic hypertension., in Am J Cardiol, vol. 65, n. 17, Mag 1990, pp. 67H-71H, PMID 2184655.
  19. ^ LM. Prisant, SP. Beall; GE. Nichoalds; EB. Feldman; AA. Carr; DS. Feldman; CG. Hames, Biochemical, endocrine, and mineral effects of indapamide in black women., in J Clin Pharmacol, vol. 30, n. 2, Feb 1990, pp. 121-6, PMID 2179276.
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  21. ^ F. Roy-Péaud, MC. Pérault-Pochat; M. Paccalin; G. Le Moal; C. Landron; L. Juhel; P. Roblot; B. Becq-Giraudon, [Pigmented lesions secondary to indapamide]., in Rev Med Interne, vol. 23, n. 7, Lug 2002, p. 674, PMID 12162228.
  22. ^ JL. Schmutz, A. Barbaud; P. Trechot, [Indapamide-induced pemphigus foliaceus a sulfurous affair?]., in Ann Dermatol Venereol, vol. 129, n. 8-9, p. 1085, PMID 12442120.
  23. ^ D. Bayramgürler, C. Erçin; R. Apaydin; G. Unal, Indapamide-induced pemphigus foliaceus., in J Dermatolog Treat, vol. 12, n. 3, Set 2001, pp. 175-7, DOI:10.1080/09546630152608320, PMID 12243711.
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  25. ^ J. Partanen, S. Pohjola-Sintonen; M. Mäkijärvi; M. Härmä, Toxic epidermal necrolysis due to indapamide., in Arch Dermatol, vol. 129, n. 6, Giu 1993, p. 793, PMID 8507093.
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  34. ^ Onyeka Otugo, Olabode Ogundare, Christopher Vaughan, Emmanuel Fadiran, Leyla Sahin, Consistency of Pregnancy Labeling Across Different Therapeutic Classes (PDF), su fda.gov, Food and Drug Administration - Office of Women’s Health, 1979. URL consultato l'11 marzo 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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  • Lusofarmaco, Farmabank 2006, Salerno, momento medico, 2005.
  • Laurence L. Brunton et al., Goodman & Gilman's. The Pharmacological Basis of Therapeutics, 11th Edition, Mc Graw Hill, 2007.

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