Gimlé

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Il Gimlé (dal norreno "[luogo al] riparo dal fuoco") è, nella mitologia norrena, un santuario posto nel terzo cielo del frassino Yggdrasill, Víðbláinn. È descritto come un posto lucente, con il soffitto ricoperto di oro.

Gimlé, secondo quando riportato da Snorri Sturluson nella sua Edda in prosa, è il luogo in cui l'umanità si rifugerà dopo il Ragnarǫk, quando il mondo sarà distrutto dal fuoco. Questa sala, poiché tutta d'oro come Lýr, resisterà alle fiamme, da qui l'etimologia del termine.

(NON)

«Á sunnanverðum himins enda er sá salr er allra er fegrstr ok bjartari en sólin, er Gimlé heitir. Hann skal standa þá er bæði himinn ok jörð hefir farisk, ok byggja þann stað góðir menn ok réttlátir of allar aldir.»

(IT)

«Nella parte meridionale del cielo c'è quella sala, più bella e più splendente del sole, che si chiama Gimlé. Essa resisterà quando cielo e terra saranno entrambi caduti e ivi abiteranno gli uomini buoni e giusti di tutte le epoche.»

La fonte di Snorri è questo passaggio della Vǫluspá, che parla di questa sala:

(NON)

«Sal sér hon standa
sólu fegra,
golli þakðan,
á Gimléi;
þar skulu dyggvar
dróttir byggva
ok of aldrdaga
ynðis njóta.»

(IT)

«Vede lei una corte levarsi
del sole più bella,
d'oro ricoperta,
in Gimlé.
Schiere di giusti
lì abiteranno
ed eternamente
gioiranno felici.»

Il racconto di Snorri prosegue, e specifica come questa mitica sala sia la dimora degli elfi della luce, i Ljósálfar:

(NON)

«Svá er sagt at annarr himinn sé suðr ok upp frá þessum himni, ok heitir sá himinn Andlang[r], en hinn þriði himinn sé enn upp frá þeim, ok heitir sá Víðbláinn , ok á þeim himni hyggjum vér þenna stað vera. En ljósálfar einir hyggjum vér at nú byggvi þá staði.»

(IT)

«Così è detto, che un altro cielo si trovi a sud, al di sopra di questo, chiamato Andlangr; ma ancora sopra a questi c'è il terzo cielo, che si chiama Víðbláinn. In questo cielo noi crediamo che si trovi quella dimora, ma solo i Ljósálfar, noi pensiamo, fino a ora vi abitano.»

Talvolta un'altra stanza, Vingólf ("stanza degli amici" o "dimora di gioia"), viene detta essere simile a Gimlé[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gianna Chiesa Isnardi, I miti nordici, pag 57 e pag 78 nota 3

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gianna Chiesa Isnardi, I miti nordici, Longanesi, Milano, 1991 ISBN 8830410314

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]