Bruno Senna

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Bruno Senna
Senna nel 2018
Nazionalità Bandiera del Brasile Brasile
Altezza 180 cm
Peso 69 kg
Automobilismo
Categoria Formula BMW, F3 inglese, GP2, Formula 1, Campionato del Mondo Endurance, Formula E
Carriera
Carriera in Formula 1
Esordio 14 marzo 2010
Stagioni 2010-2012
Scuderie HRT 2010
Renault 2011
Williams 2012
Miglior risultato finale 16º (2012)
GP disputati 46
Punti ottenuti 33
Giri veloci 1
Carriera in Formula E
Esordio 13 dicembre 2014
Stagioni dal 2014
Scuderie Mahindra Racing
Miglior risultato finale 10º (2014-2015)
GP disputati 21
Podi 1
Punti ottenuti 92
Giri veloci 1
Statistiche aggiornate al E-Prix di Londra 2016

Bruno Senna Lalli (San Paolo, 15 ottobre 1983) è un pilota automobilistico brasiliano. È nipote di Ayrton Senna, figlio della sorella Viviane.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ayrton, sul finire del 1993, dichiarò: "Se pensate che io sia bravo, aspettate di vedere mio nipote e capirete realmente quanto sono bravo". Dopo la morte dello zio, la carriera di Bruno subì un brusco stop che rischiò di diventare definitivo quando anche suo padre perì nel 1996, in un banale incidente stradale su una Ducati: la voglia di correre tuttavia superò ogni sorta di remora e di timore in famiglia; nel 2004, in occasione del 10º anniversario della morte di Ayrton, gli fu consegnata una replica della Lotus 98T guidata dallo zio nel 1986; tale vettura fu guidata da Bruno stesso sulla pista di San Paolo, in occasione del Gran Premio del Brasile; il casco utilizzato durante le gare è una replica di quello dello zio. Nel 2012 ha vinto il Trofeo Lorenzo Bandini, assegnato al miglior pilota emergente della Formula 1.[1]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Gli esordi[modifica | modifica wikitesto]

Grazie all'aiuto di Gerhard Berger, grande amico di Ayrton, nel 2004 gli fu organizzato un test a Valencia per la neonata Formula BMW. Il 21 agosto 2004, Bruno era sulla griglia di partenza di tale categoria, sulla pista di Brands Hatch; il suo esordio avviene nel team Carlin Motorsport col numero 20, con un casco i cui colori grigio, rosso e nero, ricalcavano quelli della vettura. Correndo solo gli ultimi tre appuntamenti della competizione, chiuse 21º in classifica generale con 6 punti, ottenendo il suo miglior piazzamento in gara in sesta posizione e due giri veloci. Col casco che aveva assunto nel frattempo una colorazione uguale a quella dello zio proprio in suo onore,[2] fu contattato dal team Shangsai FRD GT Tires per disputare il prestigioso Gran Premio di Macao di Formula 3; su 33 partecipanti, Bruno ottenne l'8º tempo in qualifica ed il 2º posto in gara.

Nel 2005 Bruno disputò il campionato di F3 inglese, a bordo di una Dallara motorizzata Mugen-Honda del team Double R Racing Team gestito da Kimi Räikkönen e dal suo manager Steve Robertson. I risultati furono piuttosto discontinui; Senna conquistò due podi (un secondo ed un terzo posto) ed una pole, chiudendo in decima posizione il campionato; prese parte nuovamente al Gran Premio di Macao di Formula 3, non concludendo però la gara per via di un incidente. Nel 2006 continuò a correre in F3 inglese nel team Double R Racing Team, passato nel frattempo alla dotazione di motori Mercedes; dopo una doppia affermazione nella gara inaugurale ad Oulton Park, Senna rimase in lotta per il titolo per quasi tutta la stagione, chiudendo il campionato 3º con 229 punti, 5 vittorie, 9 podi, 3 pole position e 5 giri veloci. Il 28 maggio fece la sua prima apparizione sul Circuito di Monte Carlo come ospite nella gara della serie Porsche Supercup, ritirandosi alla prima curva per un guasto alla frizione.

GP2[modifica | modifica wikitesto]

Bruno Senna alla guida della iSport International.

Nel 2007 Senna passò alla GP2 con il team Arden; la stagione iniziò in modo molto positivo, con un quarto posto nella gara inaugurale in Bahrain e una vittoria nella gara lunga nel secondo appuntamento del campionato, a Barcellona. Dopo un ulteriore podio nella gara principale in Francia, Senna fece segnare una serie di prestazioni poco brillanti, conquistando un solo punto nelle quattro manifestazioni seguenti. Il pilota brasiliano tornò competitivo a Monza, dove conquistò il quarto posto nella gara principale ed il terzo in quella sprint, chiudendo il campionato in ottava posizione con 34 punti. Nel 2008 passò al team iSport International, col quale corse anche nel campionato GP2 Asia, chiuso in quinta posizione; dopo aver conquistato un secondo e un quarto posto nelle gare inaugurali a Barcellona, in Turchia Senna terminò in quindicesima posizione la gara principale, dovendosi ritirare nella gara sprint per aver investito un cane.[3]

Nella gara seguente, a Montecarlo, Senna conquistò la vittoria nella gara principale nello stesso giorno dell'anno in cui suo zio Ayrton aveva vinto per l'ultima volta nel principato,[4] seguirono una seconda affermazione nella gara sprint a Silverstone e diversi piazzamenti a podio ed in zona punti, che permisero al brasiliano di entrare nella lotta per il titolo. Nelle gare di Valencia e Spa-Francorchamps, Senna ottenne solamente due punti (frutto della pole position conquistata in Belgio), arrivando quindi all'ultimo appuntamento della stagione con un ritardo di dodici lunghezze da Giorgio Pantano, leader della classifica; a Monza Senna chiuse la gara principale in quinta posizione, risultato insufficiente per tenere aperta la lotta per il campionato nonostante il ritiro del rivale; il pilota brasiliano conquistò il secondo posto in classifica, con 64 punti, due vittorie e tre pole position. Nel 2009 Senna tentò di approdare in Formula 1, al volante della Honda; tuttavia, il team giapponese fu venduto a Ross Brawn, che gli preferì l'esperto Barrichello. Rimasto a piedi, disputò diverse gare di durata, tra le quali la 1000 km di Catalunya, chiusa sul gradino più basso del podio.

Formula 1[modifica | modifica wikitesto]

2010: HRT[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 2010.
Senna al Gran Premio del Bahrain 2010 sull'HRT

Durante il weekend del Gran Premio di Abu Dhabi 2009 fu ufficializzato l'ingaggio di Bruno Senna quale pilota titolare della Campos Grand Prix per il campionato 2010;[5] la partecipazione al mondiale della scuderia spagnola rimase in dubbio fino a poche settimane prima dell'inizio della stagione, quando il team cambiò proprietà e fu ribattezzato HRT. La vettura, sviluppata dalla Dallara e portata in gara senza effettuare alcun test preparatorio, si rivelò molto poco competitiva, relegando Senna ed il suo compagno di squadra Karun Chandhok stabilmente in fondo al gruppo; i problemi tecnici furono aggravati dalla penuria di pezzi di ricambio, dovuta alla rottura dei rapporti tra la squadra e la Dallara. Nel Gran Premio di Gran Bretagna Senna fu sostituito occasionalmente dal giapponese Sakon Yamamoto;[6] Senna chiuse la stagione senza ottenere punti, con il quattordicesimo posto ottenuto nel Gran Premio di Corea come miglior risultato in gara.

2011: Renault[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 2011.

Per il campionato 2011 l'HRT ingaggiò come piloti titolari Narain Karthikeyan e Vitantonio Liuzzi; rimasto senza un volante, Senna firmò un contratto come terzo pilota della Renault. In seguito al grave infortunio occorso a Robert Kubica il pilota brasiliano avrebbe potuto ottenere un posto da titolare nella scuderia francese, ma dopo alcuni test gli fu preferito il più esperto Nick Heidfeld. Alla vigilia del Gran Premio del Belgio Senna fu promosso pilota titolare dalla scuderia transalpina proprio al posto del pilota tedesco; il brasiliano fu quindi al volante della Renault anche per la gara successiva, il Gran Premio d'Italia, dove con un nono posto conquistò gi unici punti dell'anno. Fu confermato fino al termine della stagione.[7]

2012: Williams[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Campionato mondiale di Formula 1 2012.
Senna alla guida della sua Williams durante le qualifiche del Gran Premio della Malesia 2012

Il 17 gennaio 2012 la Williams comunicò l'ingaggio di Senna, spinto da diversi sponsor personali, per il campionato 2012 come compagno di squadra di Pastor Maldonado, in sostituzione del connazionale Rubens Barrichello. La vettura si rivelò piuttosto competitiva, permettendo a Senna di lottare per i punti già dalle prime gare; il pilota brasiliano chiuse per la prima volta tra i primi dieci nel Gran Premio della Malesia, nel quale giunse sesto dopo una lunga rimonta dalle ultime posizioni. Nel successivo Gran Premio di Cina il pilota brasiliano ottenne un settimo posto al termine di una gara regolare; nel prosieguo della stagione, tuttavia, Senna ebbe difficoltà a ottenere buoni risultati in qualifica, subendo spesso distacchi pesanti dal compagno di squadra e riuscendo ad entrare tra i primi dieci solo nel Gran Premio d'Ungheria, chiuso in settima posizione. Nelle altre gare del campionato il pilota brasiliano ottenne altri sette piazzamenti a punti, risultando più costante di Maldonado nel rendimento in gara, ma non andò oltre un ottavo posto nel Gran Premio di Abu Dhabi. Nel Gran Premio del Belgio, concluso in dodicesima posizione, Senna fece segnare il primo giro più veloce in gara in carriera; il pilota brasiliano si piazzò in sedicesima posizione nella classifica piloti, con 31 punti. I risultati piuttosto deludenti ottenuti soprattutto in qualifica spinsero la squadra a non riconfermarlo, preferendogli il collaudatore Valtteri Bottas per il campionato 2013.

Dopo la Formula 1[modifica | modifica wikitesto]

Bruno Senna a Berlino in Formula E.

Terminata l'esperienza nella massima serie automobilistica, nel 2013 passa nel mondiale Endurance con il team Aston Martin Racing, con il quale ottiene due vittorie (alla 6 Ore di Silverstone e ad Austin) e due secondi posti (a Spa-Francorchamps e al Fuji) come migliori risultati; nello stesso anno partecipa anche a quattro gare del campionato Blancpain Endurance Series con il team Von Ryan Racing. Nel 2014, sempre con l'Aston Martin, prende parte a due gare dello stesso campionato, tra cui la 24 Ore di Le Mans. Dalla stagione 2014-2015 alla stagione 2015-2016 partecipa al neonato campionato di Formula E con il team Mahindra Racing. Dal 2016 ritorna a gareggiare nel WEC con il team Morand Racing.

Risultati sportivi[modifica | modifica wikitesto]

GP2[modifica | modifica wikitesto]

 Anno  Squadra 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21  Pos.   Punti 
2007 Arden International BHR
FEA

4
BHR
SPR

8
ESP
FEA

1
ESP
SPR

4
MON
FEA

11
FRA
FEA

3
FRA
SPR

7
GBR
FEA

11
GBR
SPR

10
GER
FEA

15
GER
SPR

Ret
HUN
FEA

13
HUN
SPR

12
TUR
FEA

10
TUR
SPR

6
ITA
FEA

4
ITA
SPR

3
BEL
FEA

Ret
BEL
SPR

8
VAL
FEA

Ret
VAL
SPR

14
34
2008
Asia
iSport International UAE
FEA

2
UAE
SPR

19
IND
FEA

7
IND
SPR

2
MAL
FEA

Ret
MAL
SPR

8
BHR
FEA

4
BHR
SPR

Ret
UAE
FEA

DSQ
UAE
SPR

12
23
2008 iSport International ESP
FEA

2
ESP
SPR

4
TUR
FEA

15
TUR
SPR

Ret
MON
FEA

1
MON
SPR

5
FRA
FEA

Ret
FRA
SPR

5
GBR
FEA

6
GBR
SPR

1
GER
FEA

4
GER
SPR

3
HUN
FEA

3
HUN
SPR

3
EUR
FEA

9
EUR
SPR

Ret
BEL
FEA

11
BEL
SPR

Ret
ITA
FEA

5
ITA
SPR

8
64

Formula 1[modifica | modifica wikitesto]

2010 Scuderia Vettura Punti Pos.
HRT F110 Rit Rit 16 16 Rit Rit Rit Rit 20 19 17 Rit Rit Rit 15 14 21 19 0 23º
2011 Scuderia Vettura Punti Pos.
Renault R31 SP 13 9 15 16 13 12 16 17 2 18º
2012 Scuderia Vettura Punti Pos.
Williams FW34 16 6 7 22 Rit 10 17 10 9 17 7 12 10 18 14 15 10 8 10 Rit 31 16º
Legenda 1º posto 2º posto 3º posto A punti Senza punti/Non class. Grassetto – Pole position
Corsivo – Giro più veloce
Squalificato Ritirato Non partito Non qualificato Solo prove/Terzo pilota

24 Ore di Le Mans[modifica | modifica wikitesto]

Anni Team Co-Piloti Vettura Classe Giri Pos. Class
Pos.
2009 Bandiera della Francia Team Oreca-Matmut AIM Bandiera di Monaco Stéphane Ortelli
Bandiera del Portogallo Tiago Monteiro
Oreca 01-AIM LMP1 219 DNF DNF
2013 Bandiera del Regno Unito Aston Martin Racing Bandiera della Francia Frédéric Makowiecki
Bandiera del Regno Unito Rob Bell
Aston Martin Vantage GTE GTE
Pro
252 DNF DNF
2014 Bandiera del Regno Unito Aston Martin Racing Bandiera del Regno Unito Darren Turner
Bandiera della Germania Stefan Mücke
Aston Martin Vantage GTE GTE
Pro
310 35°
2016 Bandiera del Messico RGR Sport by Morand Bandiera del Portogallo Filipe Albuquerque
Bandiera del Messico Ricardo González
Ligier JS P2-Nissan LMP2 344 14° 10°
2017 Bandiera della Svizzera Vaillante Rebellion Bandiera della Francia Nicolas Prost
Bandiera della Francia Julien Canal
Oreca 07-Gibson LMP2 340 16° 14°
2018 Bandiera della Svizzera Rebellion Racing Bandiera della Svizzera Neel Jani
Bandiera della Germania André Lotterer
Rebellion R13-Gibson LMP1 375
2019 Bandiera della Svizzera Rebellion Racing Bandiera della Svizzera Neel Jani
Bandiera della Germania André Lotterer
Rebellion R13-Gibson LMP1 376
2020 Bandiera della Svizzera Rebellion Racing Bandiera della Francia Norman Nato
Bandiera degli Stati Uniti Gustavo Menezes
Rebellion R13-Gibson LMP1 382

Campionato del mondo endurance[modifica | modifica wikitesto]

Anno Squadra Classe Vettura Bandiera del Regno Unito SIL Bandiera del Belgio SPA Bandiera della Francia LMS Bandiera del Brasile SÃO Bandiera degli Stati Uniti COA Bandiera del Giappone FUJ Bandiera della Cina SHA Bandiera del Bahrein BHR Punti Pos.
2013 Bandiera del Regno Unito Aston Martin Racing LMGTE Pro Aston Martin Vantage GTE 1 2 Rit Rit 1 2 Rit 94
Anno Squadra Classe Vettura Bandiera del Regno Unito SIL Bandiera del Belgio SPA Bandiera della Francia LMS Bandiera degli Stati Uniti COA Bandiera del Giappone FUJ Bandiera della Cina SHA Bandiera del Bahrein BHR Bandiera del Brasile SÃO Punti Pos.
2014 Bandiera del Regno Unito Aston Martin Racing LMGTE Pro Aston Martin Vantage GTE 4 10 14 22°
Anno Squadra Classe Vettura Bandiera del Regno Unito SIL Bandiera del Belgio SPA Bandiera della Francia LMS Bandiera della Germania NÜR Bandiera del Messico MEX Bandiera degli Stati Uniti COA Bandiera del Giappone FUJ Bandiera della Cina SHA Bandiera del Bahrein BHR Punti Pos.
2016 Bandiera del Messico RGR Sport by Morand LMP2 Ligier JS P2 1 4 6 2 1 2 2 3 2 166
Anno Squadra Classe Vettura Bandiera del Regno UnitoSIL Bandiera del Belgio SPA Bandiera della Francia LMS Bandiera della Germania NÜR Bandiera del Messico MEX Bandiera degli Stati UnitiCOA Bandiera del Giappone FUJ Bandiera della CinaSHA Bandiera del BahreinBHR Punti Pos.
2017 Bandiera della SvizzeraRebellion Racing LMP2 Oreca 07 2 2 6 2 1 3 1 1 1 186
Anno Squadra Classe Vettura Bandiera del Belgio SPA Bandiera della Francia LMS Bandiera del Regno Unito SIL Bandiera del Giappone FUJ Bandiera della Cina SHA Bandiera degli Stati Uniti SEB Bandiera del Belgio SPA Bandiera della Francia LMS Punti Pos.
2018-19 Bandiera della SvizzeraRebellion Racing LMP1 Rebellion R13 SQ 4 WD 3 4 Rit 5 4 73
Anno Squadra Classe Vettura Bandiera del Regno Unito SIL Bandiera del Giappone FUJ Bandiera della Cina SHA Bandiera del Bahrein BHR Bandiera degli Stati Uniti COA Bandiera del Belgio SPA Bandiera della Francia LMS Bandiera del Bahrein BHR Punti Pos.
2019-20 Bandiera della SvizzeraRebellion Racing LMP1 Rebellion R13 9 3 1 3 1 3 2 145

Formula E[modifica | modifica wikitesto]

Anno Squadra Vettura 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 Punti Posizione
2014-15 Mahindra Racing Spark-Renault SRT 01E PEC
Rit
PUT
14
PDE
6
BNA
5
MIA
Rit
LBH
5
MON
Rit
BER
17
MOS
16
LON
16
LON
4
40 10º
2015-16 Mahindra Racing Spark-Mahindra M2ELECTRO PEC
13
PUT
5
PDE
Rit
BNA
10
MEX
10
LHB
5
PAR
9
BER
15
LON
2
LON
6
52 11º

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Senna wins 2012 Lorenzo Bandini award, su formula1.com, 12 luglio 2012. URL consultato il 26 giugno 2013.
  2. ^ (ES) Bruno Senna 2010, su arpem.com. URL consultato il 16 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2011).
  3. ^ Incredibile: Bruno Senna investe un cane a Istanbul, su motorsportblog.it (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2008).
  4. ^ Monaco, comincia il week-end col successo di Bruno Senna in GP2, su f1web.it. URL consultato il 6 gennaio 2012.
  5. ^ (EN) Senna to make F1 debut with Campos Meta in 2010, su formula1.com, 31 ottobre 2009. URL consultato il 31 gennaio 2009.
  6. ^ Yamamoto al posto di Senna alla HRT, in gpupdate.net, 8 luglio 2010. URL consultato il 9 luglio 2010.
  7. ^ F1, Renault conferma Bruno Senna, su ansa.it, 2 settembre 2011. URL consultato il 2 settembre 2011.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito ufficiale, su brunosenna.com.br. URL consultato il 16 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2009).