Utente:Revares/Saladini

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Conti di Rovetino
'Stemma della
famiglia Saladini
File:Stemma Saladini.png
Blasonatura
D'azzurro, allo scaglione d'oro caricato di un pino di verde nodrito sopra un monte di cinque cime ordinate in fascia dello stesso, accompagnato da tre stelle d'oro; il tutto sormontato da quattro gigli d'oro tra i pendenti di un lambello dello stesso.[1]

I Saladini, un ramo dei quali assunse il nome di Saladini Pilastri, sono una nobile famiglia di Ascoli Piceno, successivamente impiantatasi anche a Fano, Comunanza, Roma e Cesena.

Discendenti da uno dei rami derivanti dal principale ceppo genericamente identificato nella schiatta dei “Comites Bonifaciorum” ovvero dei “Comites Munaldi”[2], il cognome che tuttora li contraddistingue venne adottato nel XIII secolo da uno dei loro ascendenti dopo aver preso parte, secondo una tradizione non comprovata, alla Terza crociata. Ottenuto in feudo il castello di Rovetino nel 1445, i Saladini annoverano tra i loro avi due beati, numerosi alti prelati, podestà cittadini, governatori, cavalieri di Malta e un senatore.
La famiglia, alla fine del XIV secolo si divise in due rami distinti, uno dei quali nel XIX secolo, associò al proprio cognome quello della nobile famiglia cesenate dei conti Pilastri, rimasta priva di eredi maschi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

File:Tomba BeatoSaladino.jpg
Tomba del Beato Saladino, presbiterio della cattedrale di Sant'Emidio di Ascoli Piceno

Le prime notizie sugli ascendenti della nobile famiglia ascolana, che ci sono trasmesse da Corrado Saladini[3] sono per lo più leggendarie e mancanti di documentazione certa: esse si attestano intorno all'inizio dell'XI secolo quando, al tempo dell'incastellamento medievale, Appiano, appartenente al ceppo della stirpe, eresse nell'anno 1093 il fortilizio di Appignano, piccolo borgo fondato dalle milizie di Carlo Magno nell'anno 801; all'epoca i membri di questa casata non avevano ancora in uso il patronimico Saladini.[4] La fortificazione elevata da Appiano fu soggetta al succedersi di altri dinasti, suoi discendenti, fino alla fine del XIII secolo. In questo periodo, il cognomen Saladini venne ad identificare stabilmente la nobile famiglia patrizia di cavalieri e signori feudali della città di Ascoli Piceno. Capostipite e latore del cognome fu un certo cavaliere Saladino, (individuato in seguito anche come Saladino d'Ascoli)[5] nato forse nel 1165,[6] e che assunse tale appellativo dopo aver preso parte alla Terza crociata;[7] tuttavia, non è chiaro quale circostanza, nel corso della guerra, abbia condotto egli stesso o i suoi compagni ad identificarlo col nome occidentalizzato del Sultano ayyubide Saladino. Lo storico Giuseppe Marinelli e Corrado Saladini riferiscono che il cavaliere ascolano fu preso prigioniero durante la spedizione e riacquisì la sua libertà grazie all'intervento riscattatorio posto in essere da papa Lucio III.[6][8] Al ritorno dalla Terra santa, avvenuto nel 1183,[9] Saladino si ritirò dalla vita pubblica, si dedicò alla sua famiglia e diventò padre di Monaldo. In seguito, dall'età di 48 anni,[9] visse, sino alla sua morte, da eremita presso la Grotta di Sant'Angelo Voltorino della Montagna dei Fiori. Tradizionalmente, si ritiene che il Beato Saladino sia morto nel 1240[9] - 1241,[10] e da allora i suoi resti mortali riposano nella città di Ascoli presso la cattedrale di Sant'Emidio. Alcune indagini circa la spartizione della sua eredità, iniziate nel 1231 e ordinate da papa Gregorio IX, tenderebbero a farne anticipare la morte di circa dieci anni[11] anche se, con tutta probabilità il Saladinus de Monte Moro non è da individuarsi col beato Saladinus eremita ma con personaggio omonimo dello stesso. Tale eredità comprendeva, in particolare, Monte Moro, ovvero il castello di Belvedere (Castel San Pietro di Palmiano). Quest'informazione, assieme ad altre circa la cessione di alcune proprietà di famiglia - i castelli di Rovitolo e Preta al comune di Montefortino prima, e di Amandola poi, da parte di "Monaldus quondam Saladino" nel 1264 - e alla nomina di Saladino II quale castellano del castello di Monte Falcone, consentono di individuare i territori originari della famiglia Saladini nella zona nord-occidentale di Ascoli Piceno. Oltre al beato Saladino, la famiglia Saladini annovera un altro antenato asceso agli onori degli altari, il beato Corrado Miliani,[9] noto anche come Corrado d'Ascoli (1234-1289), figlio di Agnese di Marcello Saladini e Francesco Migliani.[10]

In realtà, sulla scorta delle ricerche effettuate da Pietro Ferranti[12], le origini della famiglia vanno ricondotte all’antichissima stirpe dei Comites Bonifaciorum o Munaldi dei quali essa fu uno dei tanti rami assieme a quelli rappresentati dalle famiglie dei conti di Smerillo, dei Nobili di Montepassillo, dei Brunfortes, dei Monaldi, dei Giberti, tutte famiglie con il medesimo ascendente il capostipite delle quali va individuato in quel Munaldus, duca di Camerino vissuto agli inizi del sec. IX, tutte gravitanti nel medesimo territorio posto a nord ovest di Ascoli e spesso legate da profondi vincoli di consorteria.Nel 1235 un discendente di Saladino II, alla testa di alcune truppe delle schiere ascolane, prese parte direttamente all'attacco condotto contro la città di Fermo, nell'ambito dei continui conflitti tra le due città marchigiane relativamente al porto sulla foce del fiume Tronto.[11] I figli di un altro Monaldus di Saladinus (doc. 1262 + ante 1318) signore dei castelli di Rovitolo e Preta, nelle vicinanze di Montefortino, ebbero la potestà sul castello di Belvedere (Castel San Pietro di Palmiano o, più probabilmente, Vena di Castel S. Pietro) e sul passo delle Tavernelle sul quale godevano la riscossione dei pedaggi. La famiglia, ad opera di Jacobus di Gentiles di Monaldus e dei nipoti Federicus e Broccardus di Saladinus di Gentiles, si inurbò nella città di Ascoli Piceno dopo la vendita del castello di Belvedere effettuata a favore di essa città con atti del 1299[13] e 1301[14].Le cronache locali dell'anno 1320, riferiscono di Lamberto e Curzio Saladini che attaccarono il castello di Penna San Giovanni, ma che per aver preso questa iniziativa subirono la punizione inflitta dall'allora rettore della Marca.[15][16]

XIV-XV secolo[modifica | modifica wikitesto]

File:StemmaSaladini ViaSforza.jpg
Stemma dei Saladini in Via degli Sforza, Ascoli Piceno
File:Tomba-Saladini-SFrancesco.jpg
Tomba di Colutius Jacobutij Saladini presso la chiesa di San Francesco, Ascoli Piceno. Si noti l'evoluzione dello stemma di famiglia: in basso, nella sua forma più antica. In alto, lo stemma tuttora adottato dai Saladini.

È tra il XIV e il XV secolo che si afferma l'importanza dei Saladini, nel contesto ascolano grazie a numerosi ruoli di spicco nella vita politica della città ricoperti dai diversi membri della famiglia. In questo periodo la città marchigiana era tormentata da lotte intestine che spesso assumevano i connotati di guerre civili combattute tra famiglie e fazioni che si fronteggiavano per la conquista del potere. Per un periodo, la città fu anche soggetta al dominio straniero. In questo quadro storico, la famiglia Saladini s'impegnò con molti dei suoi membri che si distinsero, sia quali uomini d'arme, sia nel ricoprire alte cariche pubbliche. Gli archivi comunali, dal 1301 al 1807, annoverano oltre cento discendenti della casata che assunsero e rivestirono incarichi per il governo della città, come: podestà, anziani, consoli, giudici, tesorieri, ambasciatori e maestri di strade.[15]
Da ricordare:

- Colutius di Jacobutius di Jacobus che nel 1356 fu tra gli emissari inviati da Ascoli a trattare la pace con il cardinale Egidio Albornoz; la sepoltura dello stesso Colutius nella chiesa di San Francesco mostra la nuova arma della famiglia arricchita dal capo d’Angiò e riprova ulteriormente il prestigio assunto dalla famiglia[17]. Fu da due dei figli di Coluctius: Saladinus e Nicolaus alias Cola che, alla fine del XIV secolo, ebbero origine i due rami distinti della famiglia.

- Uno dei figli di Colutius, di nome Jacobus fu prima canonico della cattedrale (1373) quindi, durante lo scisma d’occidente, venne nominato vescovo di Cesena (1379) dall’antipapa Benedetto XIII e, quindi, tornato tra i seguaci di papa Bonifacio IX, confermato in quella carica nel 1398[18]; morì ad Ascoli nel 1405[19] dopo aver effettuato una delicata ambasceria per conto di Carlo Malatesta ai signori di Firenze assieme a Rinaldo degli Albizzi, allora podestà di Rimini[20].

- Il nipote di Jacobus, Johannes di Saladinus, la cui figlia Catherina era andata sposa al capitano di ventura Baldovino alias Baldo di Niccolò Mauruzi di Tolentino[21] e, in seconde nozze, a Ramberto di Johannes di Carpegna, fu familiare del conte Francesco Sforza favorendo la sua signoria su Ascoli nel dicembre 1433 e dal quale, nel 1435, ricevette l’incarico di Podestà di Jesi[22], carica che rifiutò mettendo in imbarazzo il governo di quella città; morì assassinato dai rivali sulla scala del palazzo dei Capitani di Ascoli nel 1437[17].

- I figli di Johannes: Andrea, Josia, Blisonnus e Astorgius, seguirono la scia del padre[23], contrapponendosi però al dominio sforzesco[17] (dopo l’uccisione del loro fratello Joachinus) e riconsegnando la città al Papa. Per questo atto venne conferito loro, nel 1445, il feudo di Rovetino (Rotella) dalle mani del cardinale legato Ludovico Scarampi Mezzarota patriarca d’Aquileia. Le politiche eccessivamente violente dei fratelli Saladini, che miravano ad assumere la signoria di Ascoli, causarono rivolte nella città dalla quale vennero banditi; tentarono più volte di rientrarvi con la forza, ma subirono il diroccamento delle proprie case. Blisonnus e Astorgius vennero catturati e giustiziati mentre Josia si unì alle schiere della Repubblica di Venezia.[17] come Capitano di ventura.

XVI-XVII secolo[modifica | modifica wikitesto]

Nel Cinquecento i discendenti di Saladinus e quelli di Cola di Colutius conservarono l’importanza assunta dalla famiglia Saladini nell’ascolano.

Tra i primi vanno ricordati:

Josia di Josia Saladini, familiare del card. Alessandro Farnese[24] e ambasciatore nel 1509 al re di Napoli per ottenere il rinnovo del feudo di alcune città del vicino Abruzzo a favore della Città[25],

suo figlio: il canonico Leonardus detto Nardo di Josia Saladini, Protonotarius, Eques Pius e viales della città di Ascoli,

Massinissa di Thomas, sacerdote familiare di papa Paolo III[26], pievano di S. Giovanni Battista di Appignano,

Marianus di Saladinus, castellano di Monte Calvo morto durante la peste del 1528 e Johannes Vincentius di Marianus nominato cavaliere aurato e conte Palatino dal card. Alessandro Sforza;[17]

Tra i secondi si ricordano:

Hieronymus di Absalon, abilissimo finanziere i discendenti del quale, per tre generazioni, abbandoneranno il cognome Saladini per quello di Absalonis,

Johannes Vincentius di Ludovicus, alfiere, condannato a morte nel 1594 per l’omicidio di Marianus Massei[27].

Nel Seicento i Saladini dei due rami: Marianus di Horatius e Josephus di Felix (del ramo di Saladinus) e Ludovicus e Lucas di Johannes Francischus (del ramo di Cola), in data 4 aprile 1664 ebbero il riconoscimento del titolo di Conti di Rovetino da papa Alessandro VII[28][29]. A Marianus, tra il 1680 ed il 1719, si deve l’erezione del nuovo palazzo Saladini in via delle Torri.

Notevole è la figura del fratello di questi: mons. Thomas, che dottore in legge a Macerata, letterato, poliglotta (conosceva sette lingue) ed abile diplomatico ebbe da papa Innocenzo XI l’incarico di governatore di Cesena[30], poi di Vice legato della Romagna[31] ed infine di vescovo di Parma; fu ad un passo dall’elezione a cardinale quando spirò nel 1694 a soli 47 anni.[17][32] La sua sepoltura, ornata da un monumento funebre realizzato dallo scultore ed intagliatore Lorenzo Aili (Ayli) su disegno dell'architetto parmense Mauro Oddi, si trova nella cappella di S. Agata nel Duomo di Parma.

Nel 1638 Emigdius di Johannes Francischus, discendente del ramo di Cola, divenne Cavaliere Militare di Giustizia dell’Ordine dei Cavalieri di Malta. L’ingresso nell’ordine gerosolimitano divenne una stabile tradizione di famiglia nel 1692 quando un altro Emigdius, figlio di Marianus (del ramo di Saladinus), a sua volta ne entrò a far parte.[33]

Conti di Rovetino
'Stemma della
famiglia Saladini Pilastri
File:Saladini Pilastri.png
Blasonatura
Partito; nel primo d'azzurro, allo scaglione d'oro caricato di un pino di verde nodrito sopra un monte di cinque cime ordinate in fascia dello stesso, accompagnato da tre stelle d'oro; il tutto sormontato da quattro gigli d'oro tra i pendenti di un lambello dello stesso; nel secondo di rosso, ad un pilastro d'argento, sostenuto da una fascia dello stesso, alla campagna di porpora, col capo d'azzurro caricato di tre stelle d'oro.[34]

XVIII-XX secolo - Saladini e Saladini Pilastri[modifica | modifica wikitesto]

Nel settecento continuò la tradizione dell’ingresso nel Sacro Ordine Militare di Malta del quale troviamo farne parte:

il cav. Giacomo Saladini, “ufficiale nelli vascelli della S.R.G. poi fu fatto Maggiore nella Piazza Vittoriosa in Malta in tempo della citazione per la mossa del Turco contro quell’isola; da poi fu fatto Capitano della Galea Magistrale della S.R.G. (1763-1765 n.d.r.) poi ebbe la Commenda di S. Giacomo di Vercelli in Piemonte (1767 n.d.r.); fu procuratore della V.da Lingua d’Italia e poi Giudice e Commissario degli armamenti marittimi di quell’Isola”[35]

i suoi nipoti, i fratelli Emidio, Antonio, Baldassarre e Saladino figli di Orazio (del ramo di Saladinus),

ed il cav. Paolo di Ludovico Saladini (del ramo di Cola), comandante della galea pontificia S. Atanasio a Civitavecchia, attore, nel 1716, di un memorabile abbordaggio ad una polacca algerina sul litorale di Fiumicino.[36]

Nel 1802 il ramo discendente da Cola associò al proprio il cognome di Pilastri, quando il conte Alessandro Pilastri, ultimo discendente di quella famiglia di Cesena, nominò suo erede il conte Giuseppe Torquato di Ludovico inserendo nel testamento un legato secondo il quale egli ed i suoi discendenti erano obbligati ad aggiungere al proprio cognome quello del de cuius e ad inquartare lo stemma della propria famiglia con quello dei Pilastri;[33]

a Giuseppe Torquato, per quattro volte Gonfaloniere di Ascoli tra il 1818 ed il 1827 si deve la costruzione della villa di Spinetoli.

Suo figlio Ludovico, per tre volte Gonfaloniere di Ascoli, curò l’erezione del grandioso Palazzo Saladini Pilastri sul corso Mazzini[33] e l’ampliamento della villa.

Fu un secondo figlio di Giuseppe Torquato, di nome Saladino Sr., stimato naturalista, che si trasferì a Cesena dove dal 1842 fu Gonfaloniere curando, fra l’altro, l’edificazione del Teatro Bonci di Cesena (1843), e venne eletto deputato nel primo parlamento italiano (1860).

Saladino Saladini Pilastri(detto Dino) figlio di Saladino Sr. omonimo del padre, insigne letterato, fu Senatore del Regno d'Italia.[35], prefetto di Padova, Bari, Messina e Livorno, acceso mazziniano e socialista radicale.

A cavallo tra XIX e XX secolo va segnalato il conte Corrado di Filippo Saladini, “venerando papalino puro sangue” (come viene definito dal vescovo di Ascoli Apollonio Maggio in una lettera dell'8/3/1914), e cameriere segreto di Spada e Cappa di Leone XIII e Pio X, autore del volume: “Memorie della Famiglia Saladini di Ascoli nel Piceno”, stampato nel 1909.

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

La blasonatura descrive così lo stemma della famiglia Saladini: d'azzurro, allo scaglione d'oro caricato di un pino di verde nodrito sopra un monte di cinque cime ordinate in fascia dello stesso, accompagnato da tre stelle d'oro; il tutto sormontato da quattro gigli d'oro tra i pendenti di un lambello dello stesso.
Sull'evoluzione dello stemma, è stato ipotizzato che inizialmente esso presentasse solo lo scaglione d'oro in campo azzurro, che rimanderebbe alle origini cavalleresche della famiglia,[37] e che poi siano state aggiunte prima le stelle, poi il pino nodrito - secondo il Carfagna in virtù di un contratto matrimoniale piuttosto importante,[1] mentre per Corrado Saladini in quanto albero secolare comune nelle Marche e poiché legato secondo all'autore all'origine etimologica della parola Picenus.[38] Infine, l'aggiunta dei gigli e del lambello, avvenuta in un secondo momento come riconoscimento concesso da Carlo I d'Angiò ai nobili italiani che lo seguirono durante la conquista del Regno di Sicilia,[39] segno distintivo dell'orientamento di parte guelfa della famiglia,[1]
Nel XIX secolo, con la trasformazione del cognome in Saladini Pilastri, anche la blasonatura è mutata, affiancando allo stemma Saladini anche quello della famiglia Pilastri.[34]

Genealogia principale[modifica | modifica wikitesto]

Genealogia principale della famiglia Saladini; l'albero genealogico comprende anche i rami estinti ed i discendenti fino ad oggi.

Monaldus (sec. IX)
Roderigus
Monaldus II
Teobaldus
Sigifredus I
Bonifatius (doc. 923 + 928)
Sigismundus (+945)
Teobaldus
Trasmundus
Azzus (doc. c. 950)
Sigifredus II
Gherardus
Gibertus I (+ ante 990)
Tebaldus (doc. 995 + ante 1009)
Gozzus I (doc. 996)
Adelbertus (doc. 1021 + ante 1071)
Mainardus (doc. 1044)Ubertus (doc. 1016,1044) Vescovo di Fermo
Gibertus II (doc. 1028,1062)
Adelbertus (doc. 1059, 1071)Albertus (doc. 1044, 1073) MonacoRollandus (doc. 1073) Monaco S. AnastasioGaudentius (+ ante 1073)
Gozzus II (doc. 1063)
Smiddones (doc. 1121)
Gibertus III (doc. 1083)
Rainaldus (doc. 1097, 1101)
Smiddones (doc. 1130)
Rinalductius (doc. 1122)
Berardus (doc. 1123)
Conradus
Gozzus III (doc. 1166)
Monaldus III (doc 1140 + ante 1193)
Bonuscomes (doc. 1195)
Bonifatius (doc. c. 1150)
Gibertus (doc. 1130,1145)
Saladinus I de Petra (doc. 1229+ante 1264)
Gualterius (doc. 1250)
Simonictus (doc. 1223)
Adonulphus (doc. 1225)
Raynaldus (vescovo di Fermo) (doc. 1223, 1227)
Gentiles (doc. 1186,1214,1229)
Dominicus de Belvedere (doc. 1215 + ante 1235)
Monaldus IV (doc. 1261+ante 1318)
Jacobus (doc. 1240)
Gigliuccia (doc. 1235)
Saladinus II (doc. 1320)
Gualterius (doc. 1287,1307)
Gentiles de Belvedere (doc. 1286)
Jacobus de Belvedere (doc. 1289 + ante 1328)
Saladinus III (doc. 1271 + ante 1299)
Picuccius (doc. 1315)
Puctius (doc. 1304, 1342)
Caczia (doc. 1333)
Philippus (doc. 1326,1336)
Simonictus (doc. 1314,1336)
Simonictus (doc. 1308, 1315)Enrigus (doc. 1328)Dominicus (doc. 1328)Jacobutius (doc. 1301, 1342)
Johannes (doc. 1311, 1321)
Tomasuctius (doc. 1283)
Ugolinus (doc. 1332)
Fredericus de Belvedere (doc. 1299, 1335)
Broccardus de Belvedere (doc. 1301, 1311)
Massecta (suora S.Angelo Magno) (doc. 1347, 1380)Marina (suora S. Angelo Magno) (doc. 1380)Catherina (suora S. Angelo Magno) (doc. 1380)Jucta (suora S. Angelo Magno) (doc. 1380,1401)Nicolutius alias Coluctius (doc. 1342 + ante 1381)Johannes Francischus (doc. 1321, 1342)
Raynaldus (doc. 1333)
Raimundus (+ ante 1381)
Nuctius (+ ante 1381)
Jacobus (Vescovo di Cesena) (doc. 1375 + 1405)
Saladinus IV (doc. 1381,1398) RAMO DI SALADINUS
Angelina (doc. 1401 + 1414)
Nicolaus (Cola) (doc. 1359 + ante 1401)
Jacobus Raymundi FAMIGLIA RAYMUNDI
Romana (doc. 1401 + ante 1414)
Andrea (doc. 1401 + 1414)
Baptista (doc. 1400, + ante 1458) VEDI RAMO DI BAPTISTA
Antonius Francischus (doc. 1401 + ante 1457)
Johannes (doc. 1401 + 1437)
VEDI RAMO DI COLA
Angelina (doc. 1457,1464)
Jacobus Antonius (doc. 1450 + 1504)
Marianus (doc. 1450, 1490)
Saladinus V (doc. 1450 + 1475)
Astorgius (doc. 1438 + 1467)Andrea (doc. 1438, 1452)Blisonnus (doc. 1438 + 1467)Josia I (doc. 1421 + ante 1468)Ioachinus (doc. 1421 + 1445)Catherina (doc. 1439, 1485)
VEDI RAMO DI JACOBUS ANTONIUS
Marianus (n. c. 1468, doc. 1473 + 1528)
Mariana (doc. 1480)
Paulus (n.c. 1467, doc. 1473 + 1495)
Sinibaldus (n. c. 1466, doc. 1473 + 1505)
Semidea (doc. 1496)
Johannes (doc. 1468)
Josia II (n. c. 1457 + 1528)
Marchiona (doc. 1531, 1547)
Johannes Vincentius (doc. 1528 + 1591)
Amedea (doc. 1547, 1560)
Marcus Antonius alias Marcozzo (doc. 1528 + 1560)
Gioconda-Costantia (doc. 1547,1555)
Leonessa (doc. 1488, 1544)
Custodia (doc.1488 + 1528)
Johannes (n. c. 1490 + ante 1496)Portia (n. c. 1488 doc. 1551)Leonardus alias Nardo (Canonico) (doc. 1528 + 1578)
Tisba (doc. 1583)
Marianus (n. 1548 + 1623)
Victoria (n. 1572 doc. 1606)
Josephus (doc. 1571 + 1621)
Serena (figlia legittimata) (doc. 1578 + 1600)
Perosina (suora cappuccina a Recanati) (n. 1592 + 1640)
Johannes Vincentius (fra Carlo cappuccino a l'Aquila) (n. 1594 + 1631)
Horatius (n. 1597 + 1663)
Maria (Marfisa) (n. 1602 + 1672)
VEDI RAMO DI JOSEPHUS
Marianus (n. 1643 + 1720)
Philippus (n. 1645)
Thomas (Vescovo di Parma) (n. 1645 + 1694)
Orazio (n. 1669 + 1707)
Agnese (suora S. Egidio) (n. 1671, doc. 1725)
Emidio (cav. S.M.O.M.) (n. 1673 + 1734)
Pietro Antonio (fra Tommaso cappuccino) (n. 1689 + 1752)
Maddalena (n. 1691 + 1709)
Giovan Vincenzo (n. 1693 + 1694)
Corrado (n. 1694 + 1694)
Tommaso (n. 1695 + 1770)
Leonessa Maria (n. 1696 + 1745)
Giacomo (n. 1699 + 1715)
Felice (n. 1702 + 1703)
Maria Maddalena I (n. 1721 + 1722)Maria Francesca (n. 1722)Maria Anna (suora S. Egidio) (n. 1724 + 1798)Maria Maddalena II (suora S. Egidio) (n. 1725 + 1798)Mariano (n. 1726 + 1734)Orazio (n. 1720 + 1799)Barbara (n. 1727 + 1729)Giacomo (cav. S.M.O.M.)(n. 1729 + 1790)Vincenzo (n. 1730 + 1732)Rita (n. 1735 + 1835)
Mariano (fra Mariano minore conventuale) (n. 1753 + 1790)
Emidio (cav. S.M.O.M.) (n. 1755 + 1827)
Antonio (cav. S.M.O.M.) (n. 1756 + 1831)
Baldassarre (cav. S.M.O.M.) (n. 1758 + 1814)
Saladino VI (cav. S.M.O.M.) (n. 1765 + 1834)
Francesca Maria (n. 1768 + 1856)
Agnese (suor Maria Celeste S. Andrea) (n. 1805 + 1880)
Filippo (n. 1807 + 1882)
Tommaso (domenicano) (n. 1809 + 1856)
Mariano (n. 1810 + 1876)
Baldassarre (n. 1814 + 1894)
Agnese (suor Maria Serafina del Paradiso pia operaia) (n. 1836 + 1913)
Corrado (n. 1839 + 1916) FANO
Luisa (n. 1840 + 1884)
Emidio (n. 1842 + 1890) COMUNANZA
Nicolina (n. 1847 + 1927)
VEDI RAMO DI DI BALDASSARRE
Marcello (n. 1868 + 1868)
Mariano Saladino (n. 1869 + 1917)
Anna Felice (suora S. Cuore) (n. 1871 + 1955)
Giuseppina (suora S. Cuore) (n. 1874 + 1948)
Maria Pia (n. 1875 + 1938)
Carlo Maria (n. 1879 + 1942) ASCOLI PICENO
VEDI RAMO DI EMIDIO
Matilde (n. 1900 + 1978)
Marcello (n. 1902 + 1902)
Romana (n. 1909 + 2000)Corrado (n. 1911 + 1911)Anna (n. 1912 + 1984)Corrado (n. 1913 + 1974)Filippo (n. 1915 + 1941)Mariano (n. 1917 + 1997)
Filippo (n. 1941)
Andrea (n. 1945)
Maria Cristina (n. 1949)
Carlo Maria (n. 1950)
Gigliola (n. 1957)
Anna (n. 1987)
Corrado Maria (n. 1990)

Genealogia - Ramo di Baptista di Saladinus[modifica | modifica wikitesto]

Baptista (doc. 1400 + ante 1458)
Astolphus (doc. 1453 + 1467)
Antolinus (n.c. 1448 + ante 1507)
Saladinus (doc. 1462)
Ludovica (doc. 1459, 1510)
Antonius (doc. 1471)
Johannes Baptista (doc. 1490, 1504)
Augustantius (doc. 1501 + ante 1515)
Johannes Francischus alias Incioso (doc. 1507, 1542)
Theodora (doc. 1522, 1526)
Francisca (doc.1507,1548)
Elisena (doc. 1515 + ante 1556)
Matalena (doc. 1510, 1522)
Marianus(doc. 1528)

Genealogia - Ramo di Jacobus Antonius di Antonius Francischus[modifica | modifica wikitesto]

Jacobus Antonius(doc. 1450 + 1504)
Jacobittus(doc. 1483, 1508)
Francischus(doc. 1487, 1511)
Thomas (doc. 1489, 1574)
Dionora(doc. 1504, 1537)
Jacoba(doc. 1488, 1518) Monaca S. Margherita
Jacobus Antonius alias Nozzo(doc. 1528 + 1562)
Jacoba(doc. 1537, 1565) Monaca S. Margherita
Massinissa(doc. 1532 + 1549)
Antonius Francischus alias Inciccho(doc. 1544 + 1557)
Johannes Camillus(n.c. 1523 + 1589)
Pirrus (doc. 1563 +1591)
Curtius (doc. 1562 + 1603)
Hieronyma (doc. 1557, 1592) Monaca S. Margherita
Gaspar (n.1554 + 1622)Mariangela (doc. 1557, 1567)Magdalena (doc.1557, 1592) Monaca S. MargheritaHieronyma (doc. 1557, 1592) Monaca S. Margherita
Zenobia (doc. 1549,1615)Maria Francesca (doc. 1549, 1602)Elisabecta (doc. 1549, 1615)
Elisabecta (doc. 1586 + ante 1602)Pompilia (doc. 1602, 1638)
Jacobus Antonius alias Nozzo (doc. 1580 + ante 1595)
Antonius Francischus I (n. 1579)Antonius Francischus II (n. 1581)Pamphilena (doc. 1588 + ante 1631)

Genealogia - Ramo di Josephus di Johannes Vincentius[modifica | modifica wikitesto]

Josephus (doc. 1583 + 1621)
Sinibaldus (n. 1596)
Candidus (n. 1597 + 1623)
Pantasilea I (n. 1600)
Jacincthus (n. 1602)
Maria (n. 1605 + 1661)
Domitilla (n. 1607)
Nicolaus (n. 1610)
Felix (n. 1612 + 1651)
Pantasilea II (n. 1614, doc. 1693)
Maria Auriddia (n. 1635)Tecla (n. 1636, doc. 1704)Josephus (n. 1637 + 1673)Candidus (n. 1639, doc. 1649)Carolus Basilius (n. 1640)Auriddia (n. 1642)Vincentius (doc. 1649)Domitilla (n. 1646, doc. 1714)Anna (n. 1649)Angela Terilla (doc. 1697 + 1723)

Genealogia - Ramo di Baldassarre di Baldassarre[modifica | modifica wikitesto]

Baldassarre (n. 1814 + 1894)
Francesca (n. 1862 + 1950)
Nazareno (n. 1863 + 1944)
Giuseppe (n. 1865 + 1914)
Agnese (doc. 1896)
Maria Domenica
Raffaele (n. 1870 + 1924)
Elisabetta
Anna (n. 1876 + 1952)
Giuseppe Maria (n. 1892 + 1962) TERRACINA
Maria Anna (terziaria domenicana) (n. 1894 + 1968)
Francesco Maria (n. 1896 + 1974)
Baldassarre (n. 1896 + 1976) SANREMO
Giuseppina (n. 1899 + 1988)
Baldassarre (n. 1923 + 1943)Marcello Maria (n. 1925 + 2010)Gaetano (n. 1926 + 1997)Emilio (n. 1935)Maria Luisa (n. 1937)
Francesca Maria (n. 1932 + 1950)Nazareno (cav. S.M.O.M.) (n. 1934 + 1982)Elena (n. 1936)
Mariano (n. 1947)
Giuseppe (n. 1963)Roberta (n. 1966)Filippo (n. 1971)
Paola Maria (cav. S.M.O.M.) (n. 1970)
Giulio Maria (cav. S.M.O.M.) (n. 1971)
Marina (n. 1972)Marlene (n. 1999)Michelle (n. 2006)
Riccardo (n. 2000)
Figlio n.

Genealogia - Ramo di Emidio di Filippo[modifica | modifica wikitesto]

Emidio (n. 1842 + 1890) COMUNANZA
Maria (n. 1867 + 1916)
Francesco detto Checco (n. 1869 + 1942)
Caterina (n. 1872 + 1873)
Saladino (n. 1877 + 1931)
Tommaso detto Masino (n. 1879 + 1954)
Silvio (n. 1880 + 1913)
Luisa detta Giggia (n. 1884 + 1950)
Ester Pia (n. 1909 + 2007)Emidio (n. 1919 + 1997)
Marcella (n. 1926 + 1926)Maria Silvia (n.)

Genealogia - Ramo di Cola di Nicoluctius[modifica | modifica wikitesto]

Nicolaus alias Cola (doc. 1359 + ante 1401)
Francischus (doc. 1348)
Johannes (doc. 1401 + ante 1412)
Venantius (doc. 1401,1454)
Nicolaus (doc. 1401, 1429 + ante 1436)
Fredericus (doc. 1401,1445 + ante 1448)
Nicolaus (doc. 1475)
Petrus Paulus (doc. 1438, 1505)Gesocta 1448, 1485) (doc.Absalon (n.c. 1405, doc. 1430 + 1489)
Vincentius (+ ante 1467)
Luchina (n. c. 1430, doc. 1456,1487)
Marianus (doc. 1452 + 1501)
Nicolaus (doc. 1462)
Francischus (doc. 1490 + ante 1510)
Johannes Antonius (doc. 1464 + 1493)
Perus Marinus (doc. 1475, 1489)Semidea (doc. 1476, 1558)Cornelia (doc. 1484 + 1540)Lucania (doc. 1489 + ante 1532)Vincentius (doc. 1498 + 1505)
Ludovicus (doc. 1490 + 1528)
Hieronymus (doc. 1482 + 1528)
Johannes Antonius (+ ante 1503)
Nicolaus (doc. 1510, 1581)
Elisabecta (doc. 1494, 1515)
Madalena (doc. 1494, 1512)
Diamanta (doc. 1494, 1512)
Hieronyma (doc. 1494, 1512)
Julia (doc. 1507 + 1538)
Jacobus (doc. 1518)
Hieronymus (doc. 1503 + 1565)
Francischus (doc. 1487, 1510)
Fredericus (doc. 1510)
Absalon (doc. 1530,1562)
Ludovicus (doc. 1550 + 1586)
Antonius (doc. 1557)
Fredericus (doc. 1562 + 1569)
Faustina (doc. 1596, 1617)
Johannes Francischus (doc. 1561, 1600)
Johannes Perus (doc. 1564 + ante 1628)
Johannes Vincentius (n. c. 1565, doc. 1580 + 1594)Johannes Francischus (n. 1566 + 1594)Saladinus (doc. 1586 + 1597)Elisabecta (doc. 1586, 1635)Clorida (doc. 1587, 1623)Creusa (doc. 1587, 1654)
Alcides (n. c. 1586 doc. 1599, 1629)Hieronymus (n. c. 1587, doc. 1599 + ante 1609)Ridolifus (n. c. 1588, doc. 1599 + ante 1609)Camillus ( n. c. 1589, doc. 1599 + ante 1609)Vincentia (doc. 1609, 1637)Hanibal (n. c. 1583 + 1635)
Johannes Baptista (n. 1611 + ante 1673)Ludovicus (n. 1612 + 1673)Luca (n. 1613 + 1690) VEDI RAMO DI LUCAPhilippus Jacobus (canonico) (n. 1614 + 1685)Julia (doc. 1658 + 1698)Emigdius (cav. S.M.O.M.) (doc. 1630 + ante 1659)Saladinus (cav. S.M.O.M.) (fra Carlo Emidio minore conventuale) (n. c. 1621 + 1676)Maria Antonia (suora S. Onofrio) (doc. 1660,1690)
Silvia (n. c. 1630 doc. 1682)Maria Domitilla ( n. c. 1632 doc. 1651) Suor Maria PulcheriaSophonisba (n. c. 1634 doc. 1692)
Giovanna (n. 1632)Antonio (n. 1634)Andrea (n. 1635)Maria (n. 1637 + 1699)Giuseppe Torquato (n. 1638 + 1683)Maria Creusa (doc. 1665 + 1685)Teresa (doc. 1665, 1687)Paolo (doc. 1666, 1716)Filippo (n. 1643 + 1699)
Assalonne (n. c. 1673 + 1685)
Ludovico (n. 1676 + 1703)
Tito (n. 1677 + 1699)
Pietro Antonio (n. 1678 + 1754)
Giuseppe (n.1705 +17649 + AnnaMaria (N. 1707 + 1778)Filippo (N. 1709 + 1710)Ludovico (N. 1710 + 1767)Francesca (n. 1711 + 1777) + Filippo (abate) (n. 1713 + 1774)Angela (n. 1714 + 1714) + Tito (n. 1716)Ferdinando (cav. S.M.O.M.) (n. 1718 + 1751) + Francesco Antonio (minore conventuale) (doc. 1746,1795)Filiberto (abate) (n.1721 + 1775) + Francesco (n. 1722 + 1722)Gesualda (suora S. Maria delle vergini) (doc. 1754, 1795) + Maria Teresa (n. 1724 + 1742)Ignazio (n. 1725 + 1747)Eleonora (n. 1726)Marianna (suora S. Onofrio) (doc. 1754, 1795) + Maria Benedetta (suora S. Onofrio) (doc. 1754, 1795)Olimpia (n. 1729 + 1807)Fiordalisa (n. 1730)
Dioclezia (n.1753 + 1779)
Vincenza (n. 1754 + 1755)
Teresa (n. 1755 + 1763)
Pietro Antonio (n. 1756 + 1816)
Giovanni Battista (n. 1757 + 1787)
Saladino (n. 1759 + 1793)
Ferdinando (n. 1760 + 1762)
Broccardo (n. 1764 + 1764)
Giuseppe Torquato (n. 1765 + 1839) SALADINI PILASTRI
Ludovico(n. 1798 + 1862)
Saladino (n. 1799 + 1861) CESENA
Dioclezia (n. 1800 + 1847)
Anna Maria (n. 1802 + 1881)
Maria Luigia (n. 1805 + 1806)
Alessandro (n. 1831 + 1897)
Ernesta (n. 1832 +1859)
Romano (n. 1835 + 1898)
Pia (n. 1843 + 1859)
Figlia S.N.
Saladino alias Dino (N. 1846 + 1923)
Costanza (n. 1872)
Giuseppina (n. 1874, doc. 1894)
Ernesta (n. 1879, doc. 1901)
Anna (n. 1882, doc. 1901)
Ludovico (n. 1884 + 1950)
Pia (n. 1867, doc. 1928)
Saladino alias Nuccio (n. 1872+ 1954)
Alessandro (n. 1906 + 1975)
Romano (n. 1910 + 1984)
Arduo (n. 1923 + 2011) BOLOGNA
Ludovico (n. 1954 + 1974)
Saladino (n. 1956)
Marco Saladino (n. 1955)
Federico (n. 1993)
Costanza (n. 1993)

Genealogia - Ramo di Luca di Johannes Francischus alias Incicco[modifica | modifica wikitesto]

Luca (n. 1613 + 1690)
Caterina (n. 1666 + 1723)
Maria Antonia (n. 1667 + post 1743) Gemella
Giosia (n. 1667 + 1726) Gemello
Magdalena (n. 1669 doc. 1718) Suora S. Maria delle Vergini
Francischus (n. 1671 + ante 1736)
Maria Francesca (n. 1674)
Maria Francesca Caterina (n. 1677)
Laura (n. 1707 + ante 1755)
Maria Geltruda (n. 1709 + 1710)
Chiara (n. 1709 doc. 1746)
Maria Francesca (n.1711 + 1757)
Luca (n. 1713)
Filippo (n. 1714 + 1739)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Carfagna, op. cit., p. 240.
  2. ^ Ferranti, op. cit., Vol. I, p. 408, n. 6.
  3. ^ Saladini, op. cit.
  4. ^ Saladini, op. cit., p. 12.
  5. ^ S. Andreantonelli, op. cit. pag. 170.
  6. ^ a b G. Marinelli, op. cit. pag. 294.
  7. ^ Giuseppe Marinelli e Corrado Saladini riportano una leggenda circa le origini del patronimico Saladini, secondo la quale il sultano Saladino sarebbe giunto in Italia per accertare e scoprire personalmente quali fossero le strategie e i preparativi di papa Clemente III volti a combatterlo. Durante il suo soggiorno, il condottiero musulmano trovò ospitalità presso un gentiluomo di Ascoli e, una volta tornato in Egitto, si sentì di doverne ricompensare l'accoglienza con l'invio di preziosi regali. Il signore ascolano, particolarmente colpito e onorato dalla generosità del sultano prese a farsi chiamare Saladino. Tale leggenda non trova tuttavia alcun riscontro storico. Cfr. Marinelli, op. cit., p. 292, e Saladini, op. cit., p. 11.
  8. ^ Inoltre, gli stessi autori, ricordano la grande diffusione, presso la nobiltà tedesca, francese, spagnola e italiana del cognome Saladini, adottato da molti dei cavalieri riscattati dal Papa nel corso della Terza Crociata. Cfr. Saladini,op. cit., pp. 13-14. Cfr. Marinelli,op. cit., p. 294.
  9. ^ a b c d G. Marinelli, op. cit. pag. 295.
  10. ^ a b Saladini, op. cit., p. 25.
  11. ^ a b Carfagna, op. cit., p. 237.
  12. ^ Ferranti, op. cit., Voll. I e II.
  13. ^ Borri, op. cit., Tom. II, pagg.774-776.
  14. ^ Borri, op. cit., Tom. I, pagg.167-171.
  15. ^ a b G. Marinelli, op. cit. pag. 293.
  16. ^ Saladini, op. cit., p. 32
  17. ^ a b c d e f Carfagna, op. cit., p. 238.
  18. ^ Saladini, op. cit., pp. 147-148.
  19. ^ Saladini, op. cit, p. 148.
  20. ^ Guasti, op. cit, pp. 44-50.
  21. ^ Markham Schulz, op. cit, p. 120.
  22. ^ Saladini, op. cit, p. 55.
  23. ^ Saladini, op. cit., pp. 54-55.
  24. ^ Saladini, op. cit., pp. 194-195.
  25. ^ Palma, op. cit., pp. 108-109.
  26. ^ Saladini, op. cit., pp. 195-196.
  27. ^ Fabiani, op. cit., p. 351.
  28. ^ Carfagna, op. cit., pp. 238-239.
  29. ^ Saladini, op. cit., p. 33.
  30. ^ Saladini, op. cit., pp. 156-157.
  31. ^ Saladini, op. cit., pp. 157-158.
  32. ^ Saladini, op. cit., pp. 158, 151.
  33. ^ a b c Carfagna, op. cit., p. 239
  34. ^ a b Carfagna, op. cit., p. 242.
  35. ^ a b Saladini, op. cit., pp. 148-149.
  36. ^ Frangipani, op. cit., pp. 171, 213.
  37. ^ Saladini, op. cit., p. 18.
  38. ^ Saladini, op. cit., p. 20.
  39. ^ Saladini, op. cit., pp.20-21.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sebastiano Andreantonelli, Storia di Ascoli, Ascoli Piceno, G. e G. Gagliardi Editori, 2007.
  • Giammario Borri, Il Quinternone di Ascoli Piceno, Spoleto, Centro italiano di studi sull'alto medioevo, 2009.
  • Bernardo Carfagna, Il lambello, il monte e il leone: storia e araldica della città di Ascoli e della Marchia meridionale tra Medioevo e fine dell'ancien régime, Ascoli Piceno, Librati, 2004.
  • Giuseppe Fabiani, Ascoli nel Cinquecento, Ascoli Piceno, Società tipolitografica editrice, 1972.
  • Pietro Ferranti, Memorie storiche della città di Amandola, Ripatransone, Maroni, 1985.
  • Antigono Frangipani, Istoria dell’antichissima città di Civitavecchia, Roma, Pallade, 1761.
  • Cesare Guasti, Commissioni di Rinaldo degli Albizzi, in: R. Deputazione di Storia Patria per le provincie di Toscana, dell’Umbria e delle Marche, Documenti di Storia Italiana, Tomo I, Firenze, M. Cellini & C., 1867.
  • Francesco Antonio Marcucci, Saggio delle cose ascolane e de' i vescovi di Ascoli nel Piceno, dalla fondazione della città sino al 1766, Teramo, Arnaldo Forni Editore, 1984.
  • Giuseppe Marinelli, Dizionario Toponomastico Ascolano - La Storia, i Costumi, i Personaggi nelle Vie della Città, Ascoli Piceno, D'Auria Editrice, 2009.
  • Anne Markham Schulz, Nanni di Bartolo e il portale di S. Nicola a Tolentino, Firenze, Centro Di, 1997.
  • Niccola Palma, Storia ecclesiastica e civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli detta dagli antichi Praetutium, ne’ bassi tempi Aprutium, oggi città di Teramo e Diocesi Aprutina, Volume II, Teramo, Ubaldo Angeletti, 1832.
  • Corrado Saladini, Memorie della famiglia Saladini di Ascoli Piceno, Ascoli Piceno, Adriatico e Roma, 1909.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

[[Categoria:Storia di Ascoli Piceno]] [[Categoria:Famiglie marchigiane]]