Sifilide: differenze tra le versioni

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Si ritiene che circa 12 milioni di persone siano state infette da sifilide nel 1999, con più del 90% dei casi registrati nei [[paesi in via di sviluppo]].<ref name=ST10>{{Cita pubblicazione |autore=Stamm LV |titolo=Global challenge of antibiotic-resistant Treponema pallidum |rivista=Antimicrob. Agents Chemother. |volume=54 |numero=2 |pagine=583–9 |anno=2010 |mese=febbraio|id = PMID 19805553 |doi=10.1128/AAC.01095-09 |url=}}</ref> La malattia colpisce tra le 700.000 e le 1,6 milioni di donne gravide all'anno, con conseguenti [[aborto|aborti]] spontanei, bambini nati morti e casi di sifilide [[malattia congenita|congenita]]. Nell'[[Africa sub-sahariana]], la sifilide contribuisce a circa il 20% delle morti perinatali.<ref name=Wood09>{{Cita pubblicazione |autore=Woods CR|titolo=Congenital syphilis-persisting pestilence|rivista=Pediatr. Infect. Dis. J. |volume=28 |numero=6 |pagine=536–7 |anno=2009 |mese=giugno|id = PMID 19483520|doi=10.1097/INF.0b013e3181ac8a69 |url=}}</ref> L'[[incidenza (epidemiologia)|incidenza]] è in proporzione più alta tra i consumatori di [[droga|droghe]] per via endovenosa, in coloro che sono infettati da [[HIV]] e negli uomini che hanno rapporti [[omosessualità|omosessuali]].<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Coffin|nome=LS|coautori=Newberry, A, Hagan, H, Cleland, CM, Des Jarlais, DC, Perlman, DC|titolo=Syphilis in drug users in low and middle income countries.|rivista=The International journal on drug policy|data=gennaio 2010|volume=21|numero=1|pagine=20–7|id = PMID 19361976}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Gao|nome=L|coautori=Zhang, L, Jin, Q|titolo=Meta-analysis: prevalence of HIV infection and syphilis among MSM in China.|rivista=Sexually transmitted infections|data=settembre 2009|volume=85|numero=5|pagine=354–8|id = PMID 19351623}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Karp|nome=G|coautori=Schlaeffer, F, Jotkowitz, A, Riesenberg, K|titolo=Syphilis and HIV co-infection|rivista=European journal of internal medicine|data=gennaio 2009|volume=20|numero=1|pagine=9–13|id = PMID 19237085}}</ref> Negli [[Stati Uniti]], i tassi di sifilide erano quasi uguali per gli uomini e per le donne nel 1997, ma nel 2007 erano sei volte maggiori negli uomini rispetto alle donne.<ref>{{Cita web|titolo=Trends in Reportable Sexually Transmitted Diseases in the United States, 2007|url=http://www.cdc.gov/std/stats07/trends.htm|opera=Center for Disease Control and Prevention|accesso=2 agosto 2011}}</ref>
Si ritiene che circa 12 milioni di persone siano state infette da sifilide nel 1999, con più del 90% dei casi registrati nei [[paesi in via di sviluppo]].<ref name=ST10>{{Cita pubblicazione |autore=Stamm LV |titolo=Global challenge of antibiotic-resistant Treponema pallidum |rivista=Antimicrob. Agents Chemother. |volume=54 |numero=2 |pagine=583–9 |anno=2010 |mese=febbraio|id = PMID 19805553 |doi=10.1128/AAC.01095-09 |url=}}</ref> La malattia colpisce tra le 700.000 e le 1,6 milioni di donne gravide all'anno, con conseguenti [[aborto|aborti]] spontanei, bambini nati morti e casi di sifilide [[malattia congenita|congenita]]. Nell'[[Africa sub-sahariana]], la sifilide contribuisce a circa il 20% delle morti perinatali.<ref name=Wood09>{{Cita pubblicazione |autore=Woods CR|titolo=Congenital syphilis-persisting pestilence|rivista=Pediatr. Infect. Dis. J. |volume=28 |numero=6 |pagine=536–7 |anno=2009 |mese=giugno|id = PMID 19483520|doi=10.1097/INF.0b013e3181ac8a69 |url=}}</ref> L'[[incidenza (epidemiologia)|incidenza]] è in proporzione più alta tra i consumatori di [[droga|droghe]] per via endovenosa, in coloro che sono infettati da [[HIV]] e negli uomini che hanno rapporti [[omosessualità|omosessuali]].<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Coffin|nome=LS|coautori=Newberry, A, Hagan, H, Cleland, CM, Des Jarlais, DC, Perlman, DC|titolo=Syphilis in drug users in low and middle income countries.|rivista=The International journal on drug policy|data=gennaio 2010|volume=21|numero=1|pagine=20–7|id = PMID 19361976|doi = 10.1016/j.drugpo.2009.02.008}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Gao|nome=L|coautori=Zhang, L, Jin, Q|titolo=Meta-analysis: prevalence of HIV infection and syphilis among MSM in China.|rivista=Sexually transmitted infections|data=settembre 2009|volume=85|numero=5|pagine=354–8|id = PMID 19351623}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Karp|nome=G|coautori=Schlaeffer, F, Jotkowitz, A, Riesenberg, K|titolo=Syphilis and HIV co-infection|rivista=European journal of internal medicine|data=gennaio 2009|volume=20|numero=1|pagine=9–13|id = PMID 19237085}}</ref> Negli [[Stati Uniti]], i tassi di sifilide erano quasi uguali per gli uomini e per le donne nel 1997, ma nel 2007 erano sei volte maggiori negli uomini rispetto alle donne.<ref>{{Cita web|titolo=Trends in Reportable Sexually Transmitted Diseases in the United States, 2007|url=http://www.cdc.gov/std/stats07/trends.htm|opera=Center for Disease Control and Prevention|accesso=2 agosto 2011}}</ref>


La sifilide era molto comune in Europa nel corso del [[XVIII secolo|XVIII]] e [[XIX secolo]]. Nel mondo sviluppato, nel corso del [[XX secolo]], le infezioni diminuirono rapidamente, grazie alla diffusione degli antibiotici.<ref name=Music08>{{Cita pubblicazione|cognome=Franzen|nome=C|titolo=Syphilis in composers and musicians--Mozart, Beethoven, Paganini, Schubert, Schumann, Smetana|rivista=European Journal of Clinical Microbiology and Infectious Diseases |data=dicembre 2008|volume=27|numero=12|pagine=1151–7|id = PMID 18592279|doi=10.1007/s10096-008-0571-x}}</ref> Dal 2000, i casi di sifilide sono aumentati negli Stati Uniti, nel [[Regno Unito]], in [[Australia]] ed in [[Europa]], soprattutto tra le persone omosessuali.<ref name=ST10/> La più alta incidenza di casi tra etereosessuali si ha, a partire dal 1990, in [[Cina]] e in [[Russia]].<ref name=ST10/> Questo fatto è stato attribuito a [[rapporto sessuale|pratiche sessuali]] non sicure, come la promiscuità sessuale, la [[prostituzione]] e lo scarso utilizzo del [[profilattico]].<ref name=ST10/><ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Ficarra|nome=G|coautori=Carlos, R|titolo=Syphilis: the renaissance of an old disease with oral implications|rivista=Head and neck pathology|data=settembre 2009|volume=3|numero=3|pagine=195–206|id = PMID 20596972}}</ref><ref name=AOP08>{{Cita pubblicazione|cognome=Kent|nome=ME|coautori=Romanelli, F|titolo=Reexamining syphilis: an update on epidemiology, clinical manifestations, and management|rivista=The Annals of pharmacotherapy|data=febbraio 2008|volume=42|numero=2|pagine=226–36|id = PMID 18212261|doi=10.1345/aph.1K086}}</ref>
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Sifilide
Il batterio Treponema pallidum responsabile della malattia
Specialitàinfettivologia e dermatologia
EziologiaTreponema pallidum
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM090-097
ICD-10A50-A53
MeSHD013587
MedlinePlus000861
eMedicine229461

La sifilide, conosciuta anche come lue (dal greco λύω=sciolgo) e con numerosi altri nomi, è una malattia infettiva a prevalente trasmissione sessuale.[1]

È causata da un batterio, il Treponema pallidum, dell'ordine delle spirochete, che si presenta al microscopio come un piccolo filamento a forma di spirale. Oltre che per via sessuale, il contagio può estendersi al feto, nella donna gravida con infezione recente, attraverso la placenta. In tal caso, il feto presenta un quadro di sifilide congenita con malformazioni che possono interessare la cute e le mucose, l'apparato scheletrico, l'occhio, il fegato, il rene e il sistema nervoso centrale.[1][2]

Pertanto, questo morbo può essere contratto nella forma congenita in due modi: prima ancora della nascita, attraverso il sangue materno infetto; oppure alla nascita, durante la discesa nel canale del parto. Comunque, nella maggior parte dei casi, il contagio (possibile fin dalle primissime fasi della malattia) avviene attraverso i rapporti sessuali. I casi di acquisizione della malattia con le trasfusioni sono ormai rarissimi nel mondo, grazie ai controlli accurati che vengono effettuati prima che il sangue sia trasfuso.
Questo morbo è stato scoperto da Fritz Schaudinn e Erich Hoffmann nel 1905. Ad August von Wassermann va il merito di aver scoperto il metodo biologico per compiere una diagnosi precisa sulla malattia.[3]

Storia

Manifesto per il test della sifilide, che mostra un uomo e una donna che chinano il capo per la vergogna (ca. 1936)

L'origine esatta della sifilide è tuttora sconosciuta. A lungo la storiografia europea ha sostenuto che la malattia si fosse diffusa dalle Americhe nel vecchio continente per mezzo dei marinai di Cristoforo Colombo.
Da tempo questa tesi è stata parzialmente messa in discussione[4][5], ma uno studio pubblicato nel 2011 l'ha riportata nuovamente in auge. Gli scavi presso il monastero agostiniano di Kingston-upon-Hull, nel nord-est dell'Inghilterra, hanno portato alla luce scheletri di persone decedute prima del viaggio di Colombo, con evidenti segni della terza fase della malattia. Uno studio condotto dall'Università di Oxford e di Sheffield, attraverso il metodo del radiocarbonio, hanno stimato una datazione intorno al 1340[6][7], ma uno studio antropologico più recente[8] ha dimostrato che solo una minoranza dei reperti rinvenuti presso il monastero presenta i segni diagnostici della sifilide, e la datazione fornita col metodo del radiocarbonio dev'essere opportunamente corretta tenendo conto del marine reservoir effect (effetto serbatoio marino) che può diventare significativo presso popolazioni che vivono in prossimità del mare, nutrendosi con un'alimentazione prevalentemente a base di pesce. Secondo i ricercatori, infatti, la minoranza dei reperti con evidenti segni di sifilide risale al periodo post-colombiano, ma fornisce una datazione antecedente a causa della velocità relativamente lenta con cui il flusso del carbonio passa negli ecosistemi marini, sino a giungere ad essere organicato nei tessuti attraverso la rete trofica.

Sembra che la prima epidemia di sifilide conosciuta sia scoppiata a Napoli nel 1495, a seguito della discesa del re francese Carlo VIII. Il ritorno dell'esercito francese verso nord diffuse la malattia in tutta Italia, per poi espanderla in tutta Europa, giungendo sino in Oriente. La malattia venne quindi conosciuta in quasi tutta Europa con il nome di mal francese, tranne in Francia, dove prese il nome di mal napolitain.[9][7] Una teoria americanista sull'origine della malattia è stata formulata dal medico spagnolo Ruy Diaz de Isla, che nel 1539 scrisse il libro Tractado contra el mal serpentino que vulgarmente en España es llamado bubas, in riferimento alle cure da lui effettuate a Barcellona nel 1493, ad alcuni marinai di Colombo, affetti da una nuova malattia che identificò come sifilide.[10]

La storia dell'attribuzione del nome sifilide è invece più chiara. Infatti, fu il medico e scienziato veronese Girolamo Fracastoro che impose questo termine, con la sua opera del 1530 Syphilis sive morbus gallicus ("Sifilide o il mal francese") e con il trattato De contagione et contagiosis morbis ("Sul contagio e sulle malattie contagiose") del 1546. Nello stesso periodo, il medico francese Jean Fernel le attribuì il nome di lue.[10][11][12]

Il batterio responsabile della sifilide, il Treponema pallidum, fu identificato per la prima volta da Fritz Schaudinn ed Erich Hoffmann nel 1905.[7] Il primo trattamento efficace (grazie al farmaco Salvarsan) è stato sviluppato nel 1910 da Paul Ehrlich, e ad esso seguirono esperimenti con la penicillina e con la conferma della sua efficacia, avvenuta nel 1943.[9][11] Prima dell'avvento di un trattamento efficace, erano usati comunemente il mercurio e l'isolamento, con risultati spesso peggiori della malattia stessa.[11] Si ritiene che molti personaggi famosi abbiano contratto la malattia: tra di essi, Franz Schubert, Arthur Schopenhauer, Édouard Manet[9] e Adolf Hitler.[13]

Epidemiologia

Morti per sifilide per 100,000  abitanti nel 2004[14]

     Nessun dato

     <35

     35-70

     70-105

     105-140

     140-175

     175-210

     210-245

     245-280

     280-315

     315-350

     350-500

     >500

Si ritiene che circa 12 milioni di persone siano state infette da sifilide nel 1999, con più del 90% dei casi registrati nei paesi in via di sviluppo.[15] La malattia colpisce tra le 700.000 e le 1,6 milioni di donne gravide all'anno, con conseguenti aborti spontanei, bambini nati morti e casi di sifilide congenita. Nell'Africa sub-sahariana, la sifilide contribuisce a circa il 20% delle morti perinatali.[16] L'incidenza è in proporzione più alta tra i consumatori di droghe per via endovenosa, in coloro che sono infettati da HIV e negli uomini che hanno rapporti omosessuali.[17][18][19] Negli Stati Uniti, i tassi di sifilide erano quasi uguali per gli uomini e per le donne nel 1997, ma nel 2007 erano sei volte maggiori negli uomini rispetto alle donne.[20]

La sifilide era molto comune in Europa nel corso del XVIII e XIX secolo. Nel mondo sviluppato, nel corso del XX secolo, le infezioni diminuirono rapidamente, grazie alla diffusione degli antibiotici.[9] Dal 2000, i casi di sifilide sono aumentati negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Australia ed in Europa, soprattutto tra le persone omosessuali.[15] La più alta incidenza di casi tra etereosessuali si ha, a partire dal 1990, in Cina e in Russia.[15] Questo fatto è stato attribuito a pratiche sessuali non sicure, come la promiscuità sessuale, la prostituzione e lo scarso utilizzo del profilattico.[15][21][22]

Se non trattata, l'infezione ha una mortalità che va dall'8% al 58%, con un tasso di mortalità maggiore nei maschi.[23] I sintomi della sifilide sono diventati meno gravi nel corso dei degli ultimi due secoli, in parte grazie alla diffusa disponibilità di trattamenti efficaci e in parte dalla diminuzione della virulenza della spirocheta.[24] Con il trattamento precoce si verificano poche complicazioni.[25] La sifilide aumenta il rischio di trasmissione dell'HIV da due a cinque volte e la coinfezione è frequente (30-60% in alcuni centri urbani).[23][15]

Eziologia

Batteriologia

Lo stesso argomento in dettaglio: Treponema pallidum.
Immagine istopatologica di spirochete Treponema pallidum

Il Treponema pallidum sottospecie pallidum è un batterio, Gram-negativo, altamente mobile, facente parte del phylum delle spirochete, ed è l'agente eziologico della sifilide.[25][9] L'uomo è l'unico serbatoio naturale noto per la sottospecie pallidum.[15] Esso è in grado di sopravvivere senza un ospite per pochi giorni. Ciò è dovuto al suo genoma piccolo (1,14 MDA) e per la sua incapacità di creare la maggior parte dei macronutrienti di cui necessita. Ha un lento tempo di raddoppio, superiore a 30 ore.[25]

Trasmissione

La sifilide si trasmette principalmente per contatto sessuale o durante la gravidanza dalla madre al feto. La spirocheta è in grado di passare attraverso le mucose intatte o la cute danneggiata.[23][15] È quindi trasmissibile attraverso contatti orali e attraverso rapporti sessuali vaginali e anali.[23] Circa il 30 e il 60% delle persone esposte rispettivamente alla sifilide primaria o secondaria contrarranno la malattia.[26] La sua infettività è resa evidente dal fatto che un individuo, a cui vengono inoculati solo 57 organismi, ha una probabilità del 50% di risultare infetto.[25] Oltre che per via sessuale, l'infezione può essere trasmessa attraverso la trasfusione di sangue o emoderivati. Tuttavia, grazie ai controlli, tale rischio risulta molto basso. Il rischio di trasmissione da aghi condivisi appare limitato.[23] La sifilide non può essere trasmessa attraverso sedili WC, tramite le attività quotidiane, con l'uso di vasche idromassaggio, né con la condivisione di posate o indumenti.[27]

Segni e sintomi

La sifilide si può presentare in una delle quattro diverse fasi: primaria, secondaria, latente e terziaria.[23] Inoltre può presentarsi anche come malattia congenita.[15] Sir William Osler la definì "la grande imitatrice" per via delle sue varie presentazioni.[23][28]

Sifilide primaria

Ulcera venerea causata dalla sifilide alla mano

La sifilide primaria viene generalmente acquisita tramite diretto contatto sessuale con una persona affetta.[29] Da circa 3 a 90 giorni dopo l'esposizione iniziale (in media 21 giorni) una lesione cutanea, chiamato sifiloma, compare nel punto di contatto.[23] Questo generalmente, nel 40% dei casi, si presenta come una singola, compatta, indolore, non pruriginosa ulcerazione della pelle con una base pulita e bordi taglienti tra i 0,3 e 3,0 cm.[23] La lesione, tuttavia, può assumere praticamente qualsiasi forma.[25] Nella forma classica, essa si evolve da una macula a papula verso un'ulcera.[25] In alcuni casi possono essere presenti lesioni multiple (~ 40%),[23] più comuni quando vi è una coinfezione con l'HIV. Le lesioni possono essere dolorose (30%) e possono verificarsi anche al di fuori dei genitali (2-7%). La localizzazioni più comuni sono: nelle donne il collo dell'utero (il 44%), il pene negli uomini che hanno contratto l'infezione con rapporti eterosessuali (99%) e la zona anale e rettale negli uomini che hanno ricevuto rapporti anali (34%).[25] L'ingrossamento linfonodale frequentemente (80%) si verifica intorno alla zona di infezione,[23] e si ha 7-10 giorni dopo la formazione del sifiloma.[25] La lesione può persistere per 3-6 settimane se non viene trattata.

Sifilide secondaria

Presentazione tipica della sifilide secondaria con una eruzione cutanea sul palmo delle mani
Papule rossastre e noduli su gran parte del corpo causate dalla sifilide secondaria

Il periodo secondario inizia circa 4-10 settimane dopo l'infezione primaria.[23] La fase secondaria è nota per i molti modi diversi in cui può manifestarsi; nella maggior parte dei casi, i sintomi coinvolgono la pelle, le mucose e i linfonodi.[24] Possono verificarsi eruzioni cutanee simmetriche di colore rosso-rosa, tipicamente sul tronco e agli arti.[23][30] L'eruzione può diventare maculopapulare o pustolosa. Può avere forma piatta, larga, di colore biancastro, simile a verruche, lesioni note come latum condilomi[non chiaro]. Tutte queste lesioni ospitano i batteri infettivi. Altre manifestazioni cliniche possono includere febbre, mal di gola, malessere generale, astenia, perdita di capelli e mal di testa.[23] Rare manifestazioni comprendono anche epatite, disfunzioni renali, artrite, periostite, neurite ottica, uveite e cheratite interstiziale.[23][26] I sintomi acuti di solito si risolvono dopo tre-sei settimane.[26] Tuttavia, nel circa il 25% dei casi si può presentare una ricorrenza dei sintomi secondari. Molte persone che si presentano con sifilide secondaria (40-85% delle donne, 20-65% degli uomini) non riferiscono del sifiloma classico della sifilide primaria.[24]

Sifilide latente

La sifilide latente è definita quando si ha la prova sierologica dell'infezione, ma non sono presenti i sintomi della malattia.[29] Si distingue in precoce e tardiva, a seconda che si verifichi rispettivamente meno di 1 anno o più di 1 anno dopo la sifilide secondaria.[26] Il Regno Unito usa un valore di soglia di due anni per distinguere tra la sifilide latente precoce e quella tardiva.[26] La sifilide latente precoce può avere una ricaduta dei sintomi. La sifilide latente tardiva è asintomatica e meno contagiosa.[26]

Sifilide terziaria

Senza trattamento, un terzo delle persone infette sviluppano la malattia terziaria.[26] La sifilide terziaria si può verificare da tre a a 15 anni dopo l'infezione iniziale e può essere divisa in tre forme diverse: la sifilide gommosa (15% dei pazienti), la neurosifilide tardiva (6,5%), e la sifilide cardiovascolare (10%).[23][26] Le persone affette da sifilide terziaria non sono contagiose.[23]

  • La sifilide gommosa si verifica di solito da 1 a 46 anni dopo l'infezione iniziale, con una media di 15 anni. Questo stadio è caratterizzato dalla formazione di granulomi gommosi cronici di variabili dimensioni. Essi, in genere, colpiscono la cute, le ossa e il fegato, ma possono presentarsi ovunque.[23]
  • La neurosifilide è un'infezione che coinvolge il sistema nervoso centrale. La neurosifilide precoce può presentasi velocemente ed asintomatica, in forma di meningite sifilitica, oppure in ritardo, come la sifilide meningovascolare, la quale comporta paresi, perdita di equilibrio e dolori agli arti inferiori. La neurosifilide tardiva si verifica in genere da 4 a 25 anni dopo l'infezione iniziale, nelle forme di gomma luetica, tabe dorsale, paralisi progressiva, sclerosi combinata luetica, oppure nella forma congenita.
  • La sifilide cardiovascolare si verifica di solito 10-30 anni dopo l'infezione iniziale. La complicanza più comune è l'aortite sifilitica che può portare a formazione di aneurismi dell'aorta.[23]

Sifilide congenita

La sifilide congenita può essere contratta durante la gravidanza o durante il parto. Due terzi dei bambini nascono senza sintomi. I sintomi più comuni che poi si svilupperanno nel corso degli anni di vita comprendono epatosplenomegalia (70%), rash (70%), febbre (40%), neurosifilide (20%) e polmonite (20%). Se non trattata, la sifilide congenita può portare a deformazioni del naso, alla presenza del segno di Higoumenakis, allo stinco sciabola, all'articolazione di Clutton e ad altre patologie.[16]

Diagnosi

La sifilide è una malattia difficile da diagnosticare clinicamente.[25] La conferma viene attraverso analisi del sangue o grazie al controllo visivo diretto usando la microscopia. Gli esami del sangue sono usati più comunemente, in quanto sono più facili da eseguire.[23] Test diagnostici sono in grado di distinguere tra le fasi della malattia.[7]

Esami del sangue

Gli esami del sangue sono divisi in test non treponemici e treponemici.[25] Inizialmente furono utilizzati test non treponemici, che comprendono il Venereal Disease Research Laboratory test (VDRL). Tuttavia, poiché questo tipo di test a volte restituisce falsi positivi, è necessaria una conferma con un test treponemico, come il Treponema pallidum Haemoagglutination Assay (TPHA) o il Fluorescent-Treponemal-Antibody Absorption test (FTA-ABS).[23] I falsi positivi sul test non treponemico possono verificarsi con alcune infezioni virali come la varicella e il morbillo, oppure in presenza di un linfoma, di tubercolosi, della malaria, di endocardite, di malattie del tessuto connettivo o in gravidanza.[29] I test per gli anticorpi treponemici diventano positivi generalmente 2-5 settimane dopo l'infezione iniziale.[25] La neurosifilide viene diagnosticata ricercando un alto numero di leucociti (prevalentemente linfociti) e livelli di proteine ​​nel liquido cerebrospinale nel quadro di una infezione da sifilide nota.[23][29]
Un altro test diagnostico, ormai abbandonato, è anche la reazione di Wassermann.

Osservazione diretta

La microscopia a campo scuro del liquido sieroso proveniente da un'ulcera può essere utilizzato per fare una diagnosi immediata. Tuttavia, gli ospedali non sempre possiedono attrezzature e personale in grado di effettuare questo test, che deve essere svolto entro 10 minuti dall'acquisizione del campione. Si è segnalato che la sua sensibilità è di quasi l'80%, pertanto può essere utilizzata solo per confermare una diagnosi.
Altri due test che è possibile effettuare su un campione del sifiloma sono il test di immunofluorescenza e la reazione a catena della polimerasi (PCR), quest'ultimo ricerca la presenza di geni specifici della sifilide. Questi test non sono time-sensitive, in quanto non necessitano di batteri viventi per fare la diagnosi.[25]

Terapia

Infezioni precoci

La prima scelta di trattamento per la sifilide semplice rimane una singola dose di penicillina G per via intramuscolare o una singola dose di azitromicina per via orale.[31] Scelte alternative sono la doxiciclina e la tetraciclina, che però non possono essere usate nelle donne in gravidanza. La resistenza agli antibiotici ha portato allo sviluppo di un certo numero di agenti, compresi i macrolidi, i clindamicina e i rifampicina.[15] Il ceftriaxone, apparetenente alla terza generazione di antibiotici cefalosporine, risulta più efficace come trattamento in sostituzione alla penicillina, specialmente nelle forme che hanno superato la barriera emato-encefalica e sono localizzate nel sistema nervoso centrale.[23] La terapia della sifilide è comunque altamente specialistica (dermatologia, infettivologia, neurologia, medicina interna), visto il rischio di gravi reazioni infiammatorie come la reazione di Jarisch-Herxheimer.[32][33]

Infezioni tardive

Alle persone affette da neurosifilide, a causa della scarsa penetrazione della penicillina G nel sistema nervoso centrale, vengono somministrati forti dosi di penicillina per via endovenosa per un minimo di 10 giorni.[23][15] Se la persona è allergica, si possono usare ceftriaxone, doxiciclina o tetracicline, oppure si può provvedere a desensibilizzare il paziente. Altre presentazioni tardive possono essere trattate con la somministrazione per via intramuscolare di penicillina G per tre settimane.

Reazione di Jarisch-Herxheimer

Lo stesso argomento in dettaglio: Reazione di Jarisch-Herxheimer.

Uno degli effetti collaterali del trattamento è la reazione di Jarisch-Herxheimer. Essa inizia spesso entro un'ora dall'inizio della terapia e dura per 24 ore, con sintomi di febbre, dolori muscolari, cefalea e tachicardia.[23] E' causata dalle citochine rilasciate dal sistema immunitario in risposta alle lipoproteine, le quali sono a loro volta ​​rilasciate dalla rottura dei batteri della sifilide.[34]

Prevenzione

Fino al 2012, non esiste un vaccino efficace per la prevenzione dalla malattia.[15] L'astinenza da contatto fisico intimo con una persona infetta è efficace nel ridurre la trasmissione della sifilide, così come l'uso corretto del preservativo in lattice. L'uso del preservativo, tuttavia, non elimina completamente il rischio.[35][36]

Durante la gravidanza è possibile prevenire la sifilide congenita nei neonati, grazie allo screening precoce e al trattamento di coloro che sono infetti.[37] La United States Preventive Services Task Force (USPSTF) consiglia lo screening universale di tutte le donne incinte,[38] mentre l'Organizzazione mondiale della sanità lo raccomanda a tutte le donne che si sottopongono alla loro prima visita prenatale e di nuovo nel terzo trimestre.[39] Se risultano positive, si raccomanda il trattamento anche dei loro partner.[39] La sifilide congenita, tuttavia, è ancora comune nei paesi in via di sviluppo, in quanto molte donne non ricevono cure prenatali oppure lo screening non è incluso tra esse.[37] Nei paesi sviluppati, le madri che fanno uso di droghe e alcol sono più inclini ad avere la malattia, in quanto con minore probabilità si sottoporranno alle cure durante la gravidanza.[37] Una serie di misure per aumentare l'accesso ai test appare efficace nel ridurre i tassi di sifilide congenita nei paesi a basso e medio reddito.[39]

Il Centro di Controllo delle Malattie e della Prevenzione raccomanda a tutti gli uomini sessualmente attivi che hanno rapporti sessuali con altri uomini di effettuare il test almeno una volta all'anno.[40]

La sifilide è una malattia soggetta a denuncia in molti paesi, tra cui il Canada[41], l'Unione europea[42] e gli Stati Uniti.[43] Ciò vuol dire che gli operatori sanitari sono tenuti a informare le autorità di sanità pubblica nel caso si venga a conoscenza di un infetto.[44]

Note

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