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Unione internazionale delle telecomunicazioni

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Unione internazionale delle telecomunicazioni
(EN) International Telecommunication Union
(FR) Union Internationale des Télécommunications
(ES) Unión Internacional de Telecomunicaciones
Bandiera dell'ITU
Sede ITU a Ginevra
Abbreviazione(EN) ITU, (FR) UIT
Tipoorganizzazione internazionale
Fondazione17 maggio 1865
Scopodefinire gli standard nelle telecomunicazioni e nell'uso delle onde radio
Sede centraleSvizzera (bandiera) Ginevra
Area di azione192 Stati
Segretario generaleStati Uniti (bandiera) Doreen Bogdan
Lingue ufficialiinglese, francese, spagnolo
Sito web

L'Unione internazionale delle telecomunicazioni, in acronimo ITU (dall'inglese International Telecommunication Union, francese : Union internationale des télécommunications, in acronimo UIT) è un'organizzazione internazionale che si occupa di definire gli standard nelle telecomunicazioni e nell'uso delle onde radio. Fondata il 17 maggio 1865 a Parigi da 20 membri con il nome di International Telegraph Union, cambia con il nome attuale nel 1932; dal 1947 è una delle agenzie specializzate delle Nazioni Unite e l'attuale sede è a Ginevra. Il 17 maggio viene festeggiata la giornata mondiale delle telecomunicazioni e della società dell'informazione[1].

L'ITU era inizialmente finalizzata a favorire il collegamento delle reti telegrafiche tra i vari paesi, ma con l'avvento delle nuove tecnologie di comunicazione il suo mandato si è progressivamente ampliato; nel 1932 ha adottato il nome attuale per riflettere le sue responsabilità estese al settore radiofonico e telefonico.[2] Il 15 novembre 1947, l'ITU ha stipulato un accordo con le Nazioni Unite, appena costituite, per diventare un'agenzia specializzata all'interno del sistema delle Nazioni Unite, che è entrato formalmente in vigore il 1º gennaio 1949.[3]

L'ITU promuove l'uso condiviso dello spettro radio a livello globale, facilita la cooperazione internazionale nell'assegnazione delle orbite satellitari, assiste nello sviluppo e nel coordinamento delle norme tecniche mondiali e lavora per migliorare le infrastrutture di telecomunicazione nei paesi in via di sviluppo. È inoltre attiva nei settori dell'Internet a banda larga, delle comunicazioni ottiche (comprese le tecnologie in fibra ottica), delle tecnologie wireless, della navigazione aeronautica e marittima, della radioastronomia, della meteorologia satellitare, delle trasmissioni televisive, del radioamatore e delle reti di nuova generazione.

Con sede a Ginevra, in Svizzera, l'ITU conta tra i suoi membri 194 paesi e circa 900 aziende, istituzioni accademiche e organizzazioni internazionali e regionali.[4]

Lo sviluppo del telegrafo all'inizio del XIX secolo cambiò il modo in cui le persone comunicavano a livello locale e internazionale. Tra il 1849 e il 1865, una serie di accordi bilaterali e regionali tra gli Stati dell'Europa occidentale tentò di standardizzare le comunicazioni internazionali.[5]

Nel 1865 fu concordato che era necessario un accordo globale per creare un quadro che standardizzasse le apparecchiature telegrafiche, stabilisse istruzioni operative uniformi e fissasse tariffe internazionali comuni e regole contabili. Tra il 1º marzo e il 17 maggio 1865, il governo francese ospitò le delegazioni di 20 Stati europei alla prima Conferenza telegrafica internazionale a Parigi. Questo incontro culminò nella Convenzione telegrafica internazionale, firmata il 17 maggio 1865.[5][6] a seguito della Conferenza del 1865, fu fondata l'Unione telegrafica internazionale, predecessore dell'odierna ITU, come prima organizzazione internazionale di normazione. L'Unione aveva il compito di attuare i principi fondamentali della telegrafia internazionale. Tra questi figuravano: l'uso del codice Morse come alfabeto telegrafico internazionale, la protezione della segretezza della corrispondenza e il diritto di tutti di utilizzare la telegrafia internazionale.[5][7][8][9]

Un altro predecessore dell'attuale ITU, l'Unione Radiotelegrafica Internazionale, fu fondato nel 1906 in occasione della prima Convenzione Radiotelegrafica Internazionale a Berlino. Alla conferenza parteciparono rappresentanti di 29 nazioni e culminò nella Convenzione Radiotelegrafica Internazionale. Un allegato alla convenzione divenne poi noto come Regolamento delle radiocomunicazioni dell'ITU. Durante la conferenza fu anche deciso che l'Ufficio dell'Unione Telegrafica Internazionale avrebbe agito anche come amministratore centrale della conferenza.[6][10]

Tra il 3 settembre e il 10 dicembre 1932 si tenne una conferenza congiunta dell'Unione Telegrafica Internazionale e dell'Unione Radiotelegrafica Internazionale per fondere le due organizzazioni in un unico ente, l'Unione Internazionale delle Telecomunicazioni. La conferenza decise che la Convenzione Telegrafica del 1875 e la Convenzione Radiotelegrafica del 1927 dovevano essere unite in un'unica convenzione, la Convenzione Internazionale delle Telecomunicazioni, che abbracciava i tre settori della telegrafia, della telefonia e della radio.[6][11][12]

Il 15 novembre 1947, un accordo tra l'ITU e le Nazioni Unite, appena costituite, ha riconosciuto l'ITU come agenzia specializzata per le telecomunicazioni globali. Questo accordo è entrato in vigore il 1º gennaio 1949, rendendo ufficialmente l'ITU un organo delle Nazioni Unite.[6][9][10]

Gli scopi principali che si è prefissata alla sua creazione sono:

  • Estendere la cooperazione internazionale (per migliorare le telecomunicazioni)
  • Favorire lo sviluppo dei mezzi tecnici ed il loro sfruttamento più efficace
  • Armonizzare gli sforzi delle nazioni verso i fini comuni

La ITU è divisa in tre settori:

  • ITU-R o Settore radiocomunicazioni (fino al 1993 CCIR, Comité consultatif international des radiocommunications): si occupa dell'organizzazione e nella ripartizione mondiale delle radiofrequenze e delle orbite dei satelliti di telecomunicazione, queste ultime limitate risorse naturali sono oggetto di una crescente domanda di fruizione da parte di diversi servizi fissi e mobili, broadcast, radioamatori, ricerche spaziali, comunicazioni di emergenza, GPS, servizi di controllo ambientale e di comunicazione, che assicurano sicurezza in cielo, terra e mare.
  • ITU-T o Settore standardizzazione (fino al 1993 CCITT, Comité Consultatif international téléphonique et télégraphique): gli standard ITU costituiscono la base delle moderne tecnologie di informazione e di comunicazione. Sviluppate da gruppi di studio costituiti da esperti sia del settore pubblico che privato, le raccomandazioni ITU aiutano a gestire il traffico globale delle informazioni permettendo un armonico sviluppo sociale ed economico in tutto il mondo.
  • ITU-D o Settore sviluppo (fino al 1993 BDT, Bureau de Développement des Télécommunications): il compito di questo settore è quello di consentire a tutti gli abitanti del pianeta di comunicare attraverso l'accesso a infrastrutture e ai servizi di informazione e comunicazione. Questo settore agisce in concreto come una agenzia esecutiva e specializzata delle Nazioni unite per lo sviluppo di progetti in questo ambito.

Un segretariato generale permanente, guidato dal segretario generale, gestisce il lavoro quotidiano dell'Unione e dei suoi settori.

A questi settori si è aggiunto l'International Multilateral Partnership Against Cyber Threats (IMPACT), con sede a Kuala Lumpur. Strutturata prendendo a modello le varie agenzie nazionali per le emergenze informatiche, il fine dichiarato della IMPACT è la condivisione di informazioni su virus e urgenti vulnerabilità informatiche in tutto il mondo. Finora gli USA si sono rifiutati di unirsi a quest'agenzia della ITU, in parte concorrente dell'ICANN. Ne sono membri 140 nazioni, oltre a Russia, Cina, Iran hanno esercitato pressione per un controllo intergovernativo di Internet, delegato a un'agenzia dell'ONU.

Nel dicembre 2012 si è svolto il World Conference on International Telecommunications (WCIT) a Dubai, dove l'ITU ha definito gli standard di Internet per i prossimi decenni.[13]

Prefissi internazionali

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La ITU gestisce i prefissi internazionali dei servizi di comunicazione.

Tali prefissi sono costituiti da combinazioni alfanumeriche assegnate ai diversi Stati.

Il prefisso dell'Italia è IAA-IZZ. La lista completa dei prefissi ITU è la seguente:

  1. ^ L'UNICRI (United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute), su onuitalia.it. URL consultato il 17/5/2013 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2014).
  2. ^ Codding, George A.; Rutkowski, Anthony M. (1982). The International Telecommunication Union in a Changing World. Dedham, MA: Artech House, Inc. p. 18. ISBN 0-89006-113-0..
  3. ^ Panoramica della storia dell'ITU (3), su itu.int.
  4. ^ (EN) About ITU, su ITU. URL consultato il 23 luglio 2025.
  5. ^ a b c "International Telegraph Conference (Paris, 1865)". International Telecommunication Union. n.d. Retrieved 1 August 2019., su itu.int.
  6. ^ a b c d "Overview of ITU's History" (PDF). International Telecommunication Union. (PDF), su search.itu.int.
  7. ^ (EN) 50th anniversary of World Telecommunication & Information Society Day, 17 May 2019, su ITU. URL consultato il 23 luglio 2025.
  8. ^ Norman A. Graham; Robert S. Jordan (22 October 2013). The International Civil Service: Changing Role and Concepts. Elsevier. p. 105. ISBN 978-1-4831-4799-4., su books.google.it.
  9. ^ a b Carl Malamud (1992). Exploring the Internet: A Technical Travelogue. Carl Malamud. p. 384. ISBN 978-0-13-296898-0., su books.google.it.
  10. ^ a b Helmut, Volger (2010). Helmut, Volger (ed.). A Concise Encyclopedia of the United Nations. Leiden: Martinus Nijhoff Publishers. pp. 458–61. ISBN 9789004180048., su archive.org.
  11. ^ "International Telegraph Conference (Madrid, 1932)". International Telecommunication Union. n.d. Retrieved 1 August 2019., su itu.int.
  12. ^ «75 Aniversario de la Conferencia de la UIT celebrada en Madrid en 1932», su forohistorico.coit.es.
  13. ^ Final Acts of the World Conference on International Telecommunications (WCIT-12), su ITU. URL consultato il 27 agosto 2015.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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