Sala Baganza

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Sala Baganza
comune
Sala Baganza – Stemma
Sala Baganza – Bandiera
Sala Baganza – Veduta
Sala Baganza – Veduta
La Rocca Sanvitale di Sala Baganza
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Parma
Amministrazione
SindacoAldo Spina (lista civica di centro-sinistra Solidarietà) dal 6-6-2016
Territorio
Coordinate44°43′N 10°14′E / 44.716667°N 10.233333°E44.716667; 10.233333 (Sala Baganza)
Altitudine176 m s.l.m.
Superficie30,76 km²
Abitanti5 899[1] (31-5-2023)
Densità191,78 ab./km²
FrazioniCase Marconi, Casino de' Boschi, Castellaro, Limido, Maiatico, San Vitale Baganza, Segalara, Talignano
Comuni confinantiCalestano, Collecchio, Felino, Fornovo di Taro, Parma, Terenzo
Altre informazioni
Cod. postale43038
Prefisso0521
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT034031
Cod. catastaleH682
TargaPR
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 664 GG[3]
Nome abitantisalesi
Patronosanti Stefano e Lorenzo
Giorno festivo26 dicembre e 10 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sala Baganza
Sala Baganza
Sala Baganza – Mappa
Sala Baganza – Mappa
Posizione del comune di Sala Baganza nella provincia di Parma
Sito istituzionale

Sala Baganza (Säla in dialetto parmigiano[4]) è un comune italiano di 5 899 abitanti[1] della provincia di Parma in Emilia-Romagna, circa 12 km a sud del capoluogo provinciale. È sede di numerose aziende del comparto metalmeccanico e del settore agroalimentare (soprattutto lavorazione carne suina per produzione di salumi), dislocate tra Castellaro e San Vitale Baganza, sulla riva sinistra del torrente Baganza. L'offerta enogastronomica può essere considerata di pregio: il comune è infatti terra del Prosciutto di Parma, del Parmigiano Reggiano e zona di produzione del vino Malvasia. Fa parte dell'Unione Pedemontana Parmense.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo Sala è di origine longobarda ed è attestato in molte regioni italiane, ad esempio: Sala Bolognese, Sala Comacina (Como), Sala Biellese, Sala Consilina (Salerno), La Sala, a Usigliano di Lari, Pisa, nonché in Svizzera, a Sala Capriasca. La sala era la terra direttamente occupata dal presidio germanico e si contrapponeva alle terre tributarie degli altri abitanti, che corrispondevano ai longobardi in veste di tributo parte dei raccolti. Il termine deriva dal longobardo saliz, che significa fattoria.

Il termine Baganza, dal nome del torrente sulla cui sponda si trova il paese, fu aggiunto per decreto reale solo nel 1862. Il nome è di etimo incerto, ma potrebbe derivare dalla radice celtica bagus (faggio), albero molto comune nella Val Baganza.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'11 giugno 2011 una parte del paese di Sala Baganza e la frazione di Talignano (insieme ad alcune aree dei comuni vicini di Collecchio e Fornovo di Taro) sono state duramente colpite da un'alluvione dovuta all'esondazione del Rio Ginestra e del Torrente Scodogna a causa di intense precipitazioni. L'evento calamitoso ha causato la morte di una persona e feriti gravi. I danni ammontano a circa 7 200 000 euro per privati e aziende e circa 450 000 euro i danni pubblici. Sono 185 le famiglie e 50 le attività produttive colpite.[5]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma del comune di Sala Baganza è stato concesso con regio decreto del 16 febbraio 1931.[6]

«Partito: nel primo d'oro, alla banda di rosso; nel secondo d’azzurro, ai 9 gigli d'oro, disposti 3, 3, 3. Ornamenti esteriori da Comune.»

Nello scudo si trovano elementi ispirati ai blasoni dei Sanvitale (d'argento, alla banda di rosso) e dei Farnese (d'oro, ai sei gigli di azzurro 3, 2, 1).

Il gonfalone municipale, concesso con D.P.R. del 28 maggio 2013[7], è un drappo partito di azzurro e di giallo.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo (Sala Baganza).
Chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo

Edificata tra il 1582 e il 1586 per volere dei conti Sanvitale quale oratorio del convento degli Agostiniani, la chiesa fu elevata a parrocchia nel 1694 in sostituzione della vicina cappella medievale intitolata a santo Stefano, oggi scomparsa; ampliata e decorata in stile neoclassico nel 1801 per volere del duca di Parma Ferdinando di Borbone, fu nuovamente modificata tra il 1930 e il 1939 con l'allungamento dell'abside, la costruzione delle cappelle laterali e la sopraelevazione della torre campanaria; il luogo di culto conserva gli affreschi staccati dell'antica cappella di Santo Stefano, realizzati tra il XVI e il XVII secolo da Cesare Baglioni, oltre a tre pregevoli dipinti settecenteschi e ottocenteschi di Enrico Bandini, Domenico Muzzi e Gaetano Callani.[8]

Pieve di San Biagio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Pieve di San Biagio (Sala Baganza).
Pieve di San Biagio

Edificata a Talignano in stile romanico probabilmente agli inizi del XII secolo, la pieve fu modificata tra il XVI e il XVIII secolo con l'aggiunta di decorazioni barocche e neoclassiche; restaurata tra il 1930 e il 1940 riportando il luce la veste originaria, la chiesa conserva sul portale d'ingresso una pregevole lunetta contenente un bassorilievo del XIII secolo, raffigurante la Psicostasia.[9]

Chiesa di San Vitale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Vitale (Sala Baganza).
Chiesa di San Vitale

Edificata a San Vitale Baganza entro il X secolo, la pieve romanica fu gravemente danneggiata nel 1834 da una violenta scossa tellurica, che risparmiò soltanto il campanile settecentesco; ricostruita completamente in stile neoclassico tra il 1835 e il 1841 su disegno dell'architetto Lorenzo Raschi, fu completata con la facciata, progettata dall'architetto Luigi Bianchi, nel 1868 e arricchita delle statue di Agostino Ferrarini nel 1885; lesionata nel 2008 da un nuovo terremoto, fu interamente restaurata e riaperta al culto nel 2012; la chiesa ospita varie opere di pregio, tra cui due dipinti del 1774 del pittore Giuseppe Peroni.[10]

Chiesa di San Nicolò[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Nicolò Vescovo (Sala Baganza).
Chiesa di San Nicolò

Costruita a Maiatico entro il XIII secolo, la cappella romanica, menzionata per la prima volta nel 1208, fu ricostruita in forme barocche tra il XVI e il XVIII secolo; pesantemente danneggiata da un fulmine nel 1851, fu risistemata nei decenni seguenti con la sopraelevazione del campanile superstite e la riedificazione della sagrestia e fu dotata della nuova facciata neoromanica intorno al 1910, su progetto dell'architetto Mario Soncini; la chiesa accoglie alcuni dipinti di pregio, tra cui la pala d'altare.[11][12]

Oratorio del Santissimo Nome di Maria[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Oratorio del Santissimo Nome di Maria.
Oratorio del Santissimo Nome di Maria

Costruito a Castellaro entro il XIII secolo, l'oratorio medievale, citato per la prima volta nel 1230, fu danneggiato tra il 1603 e il 1606 e fu ricostruito nel 1618; nuovamente degradato agli inizi del XVIII secolo, fu riedificato nel 1715 in forme barocche su finanziamento dei marchesi Banzola; il piccolo luogo di culto, decorato con lesene e illuminato da finestre polilobate, conserva un affresco raffigurante la Madonna col Bambino, eseguito forse da Giuseppe Peroni.[13][14]

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Rocca Sanvitale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Rocca Sanvitale (Sala Baganza).
Rocca Sanvitale

Castello di San Vitale Baganza[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di San Vitale Baganza.
Castello di San Vitale Baganza

Costruito a San Vitale Baganza in epoca imprecisata, il castello, appartenente nel 1142 all'abbazia di San Giovanni Evangelista di Parma, passò in seguito al Comune di Parma; conquistato dai Rossi, fu successivamente assegnato ai conti Sanvitale, che ne mantennero il possesso fino al 1612, quando a causa della presunta congiura dei feudatari tutti i loro beni furono assorbiti dalla Camera ducale di Parma; modificato e mutilato più volte nei secoli, il maniero conserva della struttura trecentesca la torre quadrata a sud e l'alto edificio principale a nord, collegati da un corpo centrale più basso; di pregio risultano un piccolo affresco seicentesco raffigurante la Madonna, posto sulla parete meridionale del mastio, e una finestra quattrocentesca ad arco trilobato con cornice in cotto, affacciata sul lato est.[15]

Castello di Monte Palero[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Monte Palero.

Costruito a Monte Palero nel 1196 dai Pallavicino, il castello fu espugnato nel 1267 dal Comune guelfo di Parma, che ne decretò la demolizione nel 1295; riassegnato successivamente ai Marchesi, il feudo fu conquistato nel 1405 dal vescovo Giacomo de' Rossi, che fece ricostruire sugli antichi ruderi una fortificazione difensiva, detta "Castel Palerio", che tuttavia fu abbandonata dopo pochi anni, quando i Rossi furono costretti a restituirla ai Pallavicino; assorbito dalla Camera ducale di Parma, il maniero fu assegnato nel 1631 al marchese Marcello Prati e successivamente ai conti Bondani, che lo mantennero fino all'abolizione napoleonica dei diritti feudali del 1805; sprofondato già all'epoca in profondo degrado, l'edificio fu completamente demolito tra la fine del XIX secolo e gli inizi del XX e sulle sue rovine furono costruiti alcuni edifici a uso residenziale e agricolo, modificati dopo il 1970.[16]

Castello di Segalara[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Segalara.
Castello di Segalara

Menzionato per la prima volta nel 1141, il castello di Segalara fu a lungo conteso tra varie famiglie, tra le quali i Sanvitale; conquistato e rinforzato dai Rossi tra il XIII e il XIV secolo, fu assorbito nel 1666 dalla Camera ducale di Parma; assegnato nel 1682 al marchese Gian Antonio Canossa di Pontremoli, fu in seguito trasformato in una villa, acquistata nel XIX secolo dalla famiglia Franceschi e successivamente frazionata in più unità.[17]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Casino dei Boschi[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Casino dei Boschi.
Casino dei Boschi

Edificato tra il 1775 e il 1789 in stile neoclassico sul luogo di un preesistente casino di caccia dell'immensa tenuta farnesiana, il grande complesso fu commissionato all'architetto Ennemond Alexandre Petitot dalla duchessa Maria Amalia, moglie del duca di Parma Ferdinando di Borbone; acquistato nel 1819 dalla duchessa Maria Luigia, che incaricò del suo ampliamento l'architetto Nicola Bettoli, fu arricchito del parco all'inglese disegnato dal giardiniere Carlo Barvitius, concluso nel 1832; donato nel 1835 dalla duchessa alla Camera ducale di Parma, passò ai duchi Borbone e, dopo l'Unità d'Italia, ai Savoia, che nel 1870 lo cedettero all'ingegner Severino Grattoni; alienato nel 1881 ai principi Carrega di Lucedio, nella prima metà del XX secolo fu parzialmente adibito a residenza per circa 30 nuclei familiari; abbandonato dopo il 1960, cadde nel degrado, accentuato dal terremoto del 1983. In parte alienato a partire dal 1994 al Consorzio Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega, il complesso, esteso su una superficie complessiva di circa 13 000 m², comprende la villa ducale, la lunghissima "Prolunga" con colonnato dorico, il "Casinetto" centrale, sede del Consorzio e del museo dei Boschi e del Territorio, la "Corte rustica" o "Ghetto", la "Casa di Pietra" e le ghiacciaie; il "Giardino monumentale", solcato da due viali d'accesso delimitati da piante monumentali, è caratterizzato dall'alternanza di ampie praterie a fitte boscaglie di alberi ornamentali secolari, frammisti alla vegetazione spontanea.[18]

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega.

Parte del parco naturale regionale dei Boschi di Carrega si trova all'interno dei confini comunali di Sala Baganza.

Gonfalone comunale

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[19]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
ottobre 1946 ottobre 1949 Antonio Rivara Sindaco [20]
ottobre 1949 giugno 1951 Gaetano Bandini Sindaco [20]
giugno 1951 luglio 1956 Remo Bussi Sindaco [20]
luglio 1956 luglio 1970 Pierino Lambertini Sindaco [20]
luglio 1970 maggio 1978 Renato Monica Sindaco [20]
maggio 1978 15 agosto 1985 Paolo Carpena Sindaco [20]
15 agosto 1985 19 luglio 1990 Paolo Carpena PCI Sindaco [21]
19 luglio 1990 24 aprile 1995 Paolo Carpena PCI, PDS Sindaco [21]
24 aprile 1995 13 luglio 1996 Mauro Carra centro-sinistra Sindaco [21]
18 novembre 1996 14 maggio 2001 Ferdinando Cigala centro-sinistra Sindaco [21]
14 maggio 2001 30 maggio 2006 Ferdinando Cigala centro-sinistra Sindaco [21]
30 maggio 2006 16 maggio 2011 Cristina Merusi lista civica: "Solidarietà" Sindaco [21]
16 maggio 2011 6 giugno 2016 Cristina Merusi lista civica: "Solidarietà" Sindaco [21]
6 giugno 2016 in carica Aldo Spina lista civica: "Solidarietà" Sindaco [21]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

È presente dal 1971 la società di baseball, la A.S.D Sala Baganza baseball militante il campionato italiano di baseball di serie A Federale e di serie B, oltre le varie categorie giovanili e la squadra under 12 di softball.

In estate si svolge a Sala il "Torneo internazionale giovanile di baseball e softball" che nel 2016 giungerà alla 32 edizione.

Impianti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

  • Golf Club La Rocca - Il comune vanta un campo da golf a 18 buche creato nel 1985 nelle vicinanze della Rocca Sanvitale[senza fonte], e del Parco naturale regionale dei Boschi di Carrega.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 1910 e il 1954 Sala Baganza fu servita dalla tranvia Parma-Marzolara.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Guglielmo Capacchi, Dizionario Italiano-Parmigiano. Tomo II M-Z, Artegrafica Silva, pp. 895ss.
  5. ^ A Sala Baganza il punto sull'alluvione: danni per 7milioni 650mila euro, in www.parmatoday.it, 2 luglio 2011. URL consultato il 1º maggio 2023.
  6. ^ Sala Baganza, decreto 1931-02-16 RD, concessione di stemma, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 6 agosto 2022.
  7. ^ Sala Baganza (Parma) D.P.R. 28.05.2013 concessione del gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 6 agosto 2022.
  8. ^ Itinerario religioso - Luoghi d'anima: alla scoperta della chiesa parrocchiale di Sala Baganza, su castellidelducato.it. URL consultato il 7 gennaio 2017.
  9. ^ Talignano, Pieve di San Biagio, su piazzaduomoparma.com. URL consultato il 6 gennaio 2017.
  10. ^ Chiesa di San Vitale "San Vitale di Baganza, Sala Baganza", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 6 gennaio 2017.
  11. ^ Chiesa di San Nicolò Vescovo <Maiatico, Sala Baganza>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 30 novembre 2020.
  12. ^ Itinerario religioso - Luoghi d'anima: alla scoperta della chiesa di San Nicolò a Sala Baganza, su castellidelducato.it. URL consultato il 30 novembre 2020.
  13. ^ Oratorio del Santissimo Nome di Maria o del Castellaro <Castellaro, Sala Baganza>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 30 novembre 2020.
  14. ^ Oratorio Santa Vergine, su scuolasalabaganza.com. URL consultato il 30 novembre 2020.
  15. ^ San Vitale Baganza, su scuolasalabaganza.com. URL consultato il 6 gennaio 2017.
  16. ^ Relazione illustrativa con analisi storico-critica (PDF), su salabaganza.progettidiimpresa.it. URL consultato il 6 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2017).
  17. ^ Castello di Segalara: un luogo tutto da riscoprire, su scuolasalabaganza.com. URL consultato il 6 gennaio 2017.
  18. ^ Descrizione, su bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 5 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2018).
  19. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  20. ^ a b c d e f http://www.ilborgodiparma.it/archivio_900/sindaci_prov_pr/sindaci_prov_pr_4.htm
  21. ^ a b c d e f g h http://amministratori.interno.it/

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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